Dicembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
“SCONVOLGENTE CHE A FARE QUESTO SIANO STATI DUE RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI”
Irruzione di no vax oggi all’hub del centro commerciale La Torre. Quattro persone,
due carabinieri e due avvocati, tre uomini e una donna, hanno finto di essere in fila come tutti gli altri per ricevere la somministrazione del vaccino anti-Covid. Poi, una volta giunti al tavolo del medico per la visita preliminare, hanno rivelato la loro vera identità e generato scompiglio.
I due avvocati si sono presentati come “accompagnatori” dei due militari e, dopo aver tirato fuori un foglio dattiloscritto con affermazioni e quesiti in merito alla natura e alle conseguenze dei vaccini, hanno inondato il medico di domande del genere “a che temperatura li tenete?”, “quali conseguenze a lungo termine avranno?”.
A quel punto l’intento dei quattro è diventato chiaro ed è intervenuto il responsabile del centro vaccinale, Francesco Cascio, che ha chiesto l’intervento della vigilanza e chiamato la polizia.
Ci sono stati anche momenti di tensione perché uno dei quattro no vax non voleva assolutamente indossare la mascherina, affermando che il suo medico gli aveva parlato della pericolosità del dispositivo.
Nel frattempo, tra le 12.30 e le 15, l’attività dell’hub ha subito pesanti rallentamenti. Sul posto sono arrivate tre volanti della polizia che hanno riportato l’ordine e sanzionato l’avvocato che non voleva indossare la mascherina con una contravvenzione.
“La cosa più sconvolgente – dice Cascio a PalermoToday – è stata scoprire che quei due no vax erano davvero carabinieri, rappresentanti di una professione che dovrebbe farci sentire sicuri mentre loro hanno decisamente spaventato chi si trovava lì comportandosi da agitatori. Da medico non riesco proprio a capacitarmi, quello che è successo mi ha lasciato molto amareggiato”.
La direzione aziendale dell’Asp in una nota esprime la “massima solidarietà al responsabile ed agli operatori dell’Hub vaccinale del centro commerciale La Torre ostacolati oggi nel loro lavoro dallo scompiglio generato da quattro no vax”.
“Siamo vicini ai nostri dipendenti che con grande spirito di servizio stanno assicurando le vaccinazioni in modalità Open Day – si legge – condanniamo qualsiasi forma di protesta o di provocazione che venga inscenata in un luogo deputato a prestazioni sanitarie di grandissima importanza in un momento in cui contagi stanno aumentando quotidianamente. Solo la vaccinazione può liberarci da una pandemia che da due anni condiziona le nostre vite. Non saranno, comunque, proteste o provocazioni a farci abbassare la guardia o modificare il nostro impegno”.
(da agenzie)
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Dicembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
NEANCHE L’APPELLO DEI FAMILIARI DISPERATI LO HANNO FATTO RECEDERE
Ha rifiutato di essere intubato anche in punto di morte. Nonostante il disperato appello dei suoi familiari di farsi aiutare dai medici durante un’ultima straziante videochiamata, Alessandro Mores, 48enne di Thiene, si è opposto al trattamento che avrebbe potuto salvarlo dal Covid. Poco dopo, il suo cuore ha cessato di battere per sempre. Ogni tentativo di rianimarlo da parte del personale sanitario del reparto di rianimazione del San Bortolo è stato purtroppo inutile.
Secondo quanto è stato possibile ricostruire, Mores, che aveva tre figli, faceva il rappresentante di generi alimentari ed era originario di San Giorgio al Tagliamento in provincia di Venezia, aveva cominciato a manifestare i primi sintomi tipici dell’infezione da Covid-19 una quindicina di giorni prima.
«Era un no-vax convinto», racconta l’ex cognato Fabio Nicolè. Anche negli ultimi giorni di vita, infatti, Mores aveva condiviso spesso sui propri profili social post contro i vaccini anti-Covid e l’obbligo del green pass e della super certificazione verde deciso dal governo.
La situazione si sarebbe aggravata nel pomeriggio di martedì. A quel punto il figlio maggiore dell’uomo, di 21 anni, ha chiamato il 118 e ha chiesto l’intervento di un’ambulanza perché il padre faceva sempre più fatica a respirare autonomamente.
«È entrato in ospedale lucido e ha detto: “Fatemi firmare per non essere intubato, tanto guarisco lo stesso”», aggiunge Nicolè con il cuore colmo di disperazione e di dolore per la disgrazia.
Mores è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso Covid dell’ospedale San Bortolo, dove è arrivato attorno alle 18.30. Il personale sanitario ha capito subito che il quadro clinico del paziente era particolarmente grave.
Da qui la decisione di trasferirlo immediatamente nel reparto di rianimazione riservato ai malati positivi al coronavirus. La dottoressa che lo ha preso in carico gli avrebbe detto chiaramente che stava per morire, perché la situazione stava peggiorando rapidamente, e che doveva essere intubato per sopravvivere.
Lui, però, ha continuato a rimanere fermo sulle proprie posizioni. Irremovibile.
A quel punto, dall’ospedale San Bortolo hanno contattato i familiari del paziente no-vax, sperando che almeno loro riuscissero a farlo ravvedere. Tutto inutile. Anche davanti alle suppliche e alle lacrime di chi gli voleva bene e che tramite lo schermo dello smartphone lo implorava di farsi intubare per ricevere l’ossigeno di cui aveva estremo bisogno, il paziente non ha ceduto.
Mores avrebbe avuto un piccolo ravvedimento solamente quando la dottoressa gli ha chiesto almeno il consenso di poter tentare di rianimarlo quando il suo cuore si sarebbe fermato, sottolineando che quel momento sarebbe purtroppo arrivato in pochi istanti. Lui avrebbe acconsentito, ma ormai era troppo tardi.
Circa due ore dopo il suo trasporto al San Bortolo, il paziente è stato dichiarato morto. «Spero solamente che questo episodio possa servire a qualcuno e, soprattutto, spero tanto che i suoi figli trovino la forza per uscire da questa situazione di dolore e di sgomento – conclude l’ex cognato di Mores -. Quello che mi è stato raccontato delle ultime ore di vita di Alessandro è un modo terribile di affrontare questo evento».
(da Giornale di Vicenza)
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Dicembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
APPROVATA LA PRIMA STORICA LEGGE IN ITALIA CHE ESTENDE LA COPERTURA SANITARIA DI BASE ANCHE AI SENZATETTO
Da oggi in Emilia-Romagna anche i senza fissa dimora hanno diritto al medico di
base.
Lo stabilisce una legge promossa dal consigliere regionale Antonio Mumolo (Partito Democratico), firmata oggi a Bologna, in Regione, che estende anche ai senzatetto con residenza nella regione la sanità di base pubblica e universale.
E’ la prima, storica, legge in Italia che colma questa lacuna. Il progetto di legge era stato già approvato nel luglio scorso e oggi diventa effettivo grazie all’impegno congiunto del Consiglio e della Giunta regionale, incarnata in particolare dall’assessore alle Politiche per la Salute Raffaele Donini e dalla Vicepresidente Elly Schlein, che sottolineano: “Un diritto fondamentale, quello alla salute, che non può essere negato a nessuno e che un’istituzione ha il dovere di garantire a tutti”.
Elly Schlein, “Questa è la sanità pubblica e universalistica che vogliamo”
“Questa è la sanità pubblica e universalistica che vogliamo e per cui ogni giorno lavoriamo, insieme ai territori. Una sanità che garantisca assistenza e cure a tutti i suoi cittadini e cittadine, senza alcun tipo di distinzione”, hanno aggiunto all’agenzia Dire. “Una sanità, e un welfare, da cui nessuno rimanga escluso o ai margini. Questo è un provvedimento di cui siamo orgogliosi, che conferma il nostro impegno, traccia una nuova strada e raggiunge un importante obiettivo nella tutela dei diritti delle persone”.
Come funziona e chi lo può richiedere?
Ma come funziona il provvedimento e in che modo sarà garantito questo diritto? Tanto per cominciare partiamo dalla durata, che sarà a tempo determinato con cadenza annuale, con l’unica condizione che il paziente risieda sul territorio regionale. Per accedere al servizio è necessario richiedere all’anagrafe sanitaria il promemoria di iscrizione del servizio sanitario regionale e compilare un modulo rilasciato dai servizi sociali comunali che attesti l’effettiva presenza dei requisiti richiesti. Per completare la pratica, è necessario presentare carta d’identità, codice fiscale o l’estratto dell’atto di nascita.
Bonaccini,”Prima storica legge in Italia
Si tratta di un piccolo, grande passo di civiltà, sottolineato dallo stesso Presidente Stefano Bonaccini sui suoi canali social. “Ora è ufficiale: medico di base anche per i senza fissa dimora in Emilia-Romagna, firmata la prima legge in Italia. Per una sanità pubblica che curi allo stesso modo un povero come un ricco”.
(da neXt quotidiano)
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Dicembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
MA ALLORA IL COVID E’ PERICOLOSO?
Undici minuti e mezzo di diretta Facebook per dire ai suoi sostenitori di esser risultato positivo a un tampone e di non stare per nulla bene, ma continuando a propagandare contro il Green Pass e le misure messe in atto dal governo per tentare di contenere la curva epidemiologica.
Così Marco Liccione, leader del movimento contro la certificazione verde a Torino, si è presentato sdraiato sul proprio divano, alternando la sua voce a colpi di tosse e pause per riprendere fiato.
E dopo essersi preso il virus se la prende con lo Stato italiano che in due anni non è riuscito a debellarlo. Come se nel resto del mondo la situazione fosse migliore.
“Sono positivo al tampone e ho qualche lieve sintomo. Recupererò rapidamente le mie forze per continuare la dura lotta per la democrazia”.
Liccione, dunque, dice di avere qualche lieve sintomo. Poi, però, nel corso della sua diretta Facebook si contraddice sul suo stato di salute: “Ho una brutta tosse, lo so. Non ho mai avuto brividi di febbre come quelli di ieri sera . Il limone sembra ammoniaca ma tutto il resto no”.
Poi sostiene che, quando sarà guarito, rifiuterà il Green Pass che gli spetta di diritto. Anche senza vaccinazione. Dunque conferma che non ha mai partecipato alla campagna di immunizzazione.
E non sembra una novità. Perché il leader del movimento No Green Pass torinese si è già reso protagonista di alcune “comunicazioni” vergognose, come quando pubblicò una foto in cui paragonava la certificazione verde alla stella di David sulle giacche degli ebrei. Ma non è tutto.
Marco Liccione, nel corso della sua diretta Facebook riesce a pronunciare l’imponderabile: “Siamo in mano a dei coglioni che dopo due anni non sono ancora riusciti ad arginare il virus”.
Se tutti si fossero vaccinati e non avessero cercato notorietà creando movimenti che portano avanti mozioni paradossali, però, il virus avrebbe continuato a circolare, ma in forma endemica.
(da NeX tQuotidiano)
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Dicembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
“LEI E’ UN CACADUBBI CHE PROPAGANDA LA MORTE, HA UN CONTRATTO PER DIRE CAZZATE“
Si chiama Zona Bianca, ma ogni settimana i toni si alzano come fosse una zona rossa.
Ormai è diventato un grande classico: in studio viene invitato come ospite il vice-direttore de La Verità che si scontra con tutti.
L’ultima lite ha visto come protagonisti il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri e Francesco Borgonovo. Il tema è sempre lo stesso: le misure prese dal governo Draghi nel corso degli ultimi mesi per tentare di arginare la pandemia. E, ovviamente, la discussione partita sul Green Pass è subito deflagrata.
Il primo ad attaccare è Maurizio Gasparri che, rivolgendosi proprio al vice-direttore de La Verità decide di utilizzare un vocabolario che poco si addice a una trasmissione televisiva, con parole e accuse ben precise:
“Lei è un cacadubbi. Il governo ha fatto vaccinare il 90% delle persone, il governo che lei contrasta. Se si facesse quello che dice lei ci sarebbero morti a migliaia. Da mesi dice fesserie. È nemico della vaccinazione, lei propaganda la morte. Per ignoranza o per malafede, non lo so. Lei è un figurante che fa la controparte per fare aumentare l’audience. A questo serve. Lei ha un contratto per dire certe cose, noi no”.
Accuse ben precise a cui il vice-direttore de La Verità prova a replicare: “Mica è un reato, non me ne vergogno. Sarebbe un lavoro nobilissimo”.
E lo scontro continua. Il senatore riprende la parola puntando il dito contro il giornalista: “Tu non proponi nulla, la tua ricetta è morte e chiusure. L’ignoranza dei nemici del vaccino e del certificato sanitario è portatice di morte. Sono portatori di morti, se ne assumano le responsabilità. La propaganda della morte va contrastata in democrazia. Lei è contro i vaccini e contro la medicina perché vorrebbe che la gente morisse. Poi farebbe la critica. È un cacadubbi, non porta proposte, solo dubbi, da settimane. Ha la funzione di quello che fa da contraltare. Faccia spettacolo”.
E non finisce qui. Lo scontro Gasparri Borgonovo parte da un assunto del senatore: su La Verità, quasi ogni giorno, vengono pubblicati articoli sia contro i vaccini, sia contro qualsiasi misura adottata dal governo.
Insomma, sembra essere il gazzettino di Fratelli d’Italia. E, in molti casi, si parla di argomenti che non trovano conferme, come accaduto qualche mese fa con l’articolo sul calciatore del Sassuolo Pedro Obiang e la sua miocardite (che no, non è stata provocata dal vaccino). E già nelle scorse settimane lo stesso Borgonovo, sempre dagli studi di Zona Bianca si era scontato anche con Massimo Galli, facendo perdere la pazienza al professore.
(da agenzie)
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Dicembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
CERTO, NELLA MERDA FINO AL COLLO
Ha tirato in ballo gli immigrati per dire che non farà vaccinare la figlia.
Ha per mesi ammiccato al mondo dei no vax (con tanto di rimozione dei suoi post social in cui ammirava e apprezzava la scienza e ribadiva l’importanza dei vaccini) per cercare di ottenere qualche voto in più che si è trasformato in una crescita nei sondaggi ma in una clamorosa sconfitta alle ultime elezioni.
Dimentica di sottolineare come le mutazioni del virus e l’arrivo della contagiosissima variante Omicron abbia fatto crescere la curva epidemiologica.
Ma Giorgia Meloni sostiene che la situazione attuale sia colpa del governo che non l’ha ascoltata. Perché se avesse ascoltato lei non ci troveremmo in questa situazione.
“Il Governo in questi mesi ha perso tempo – ha scritto la leader di Fratelli d’Italia sulla sua pagina Facebook -. Ha puntato tutta la sua strategia sul green pass pensando, erroneamente, che con questo strumento si potesse contenere il contagio mentre nulla ha fatto per potenziare i mezzi di trasporto, per mettere in sicurezza le scuole e i luoghi pubblici con l’aerazione meccanica: tutte proposte che Fratelli d’Italia ha avanzato da tempo”. Un pensiero che ripete ogni mercoledì, evidentemente un giorno molto caro per le recriminazioni.
Eppure dimentica di sottolineare come nelle grandi città il sistema dei mezzi pubblici sia stato potenziato. Basta pensare a Roma – che per numero di cittadini e per traffico è sicuramente l’esempio più palese – che nei mesi scorsi aveva deciso di stipulare un accordo con i mezzi di trasporto privati per affiancare quelli pubblici. Soprattutto nelle ore di punta per i pendolari (scolastici e lavoratori). Ma Giorgia Meloni non si ferma qui.
“L’Esecutivo è rimasto inerme e sordo ad ogni nostra richiesta e i risultati nefasti sono sotto gli occhi di tutti. Gli italiani sono stanchi di pagare le scelte sbagliate di un governo che mortifica il Parlamento a colpi di fiducia e i cittadini con le sue decisioni contraddittorie ed errate”. Insomma, se la sua opposizione fosse stata ascoltata saremmo in una situazione migliore.
Magari, secondo la sua narrazione, la variante Omicron si sarebbe fermata all’ingresso del nostro Paese (ricordando che a portarla, involontariamente e come primo caso individuato, è stato un manager italiano e non un migrante).
Tutti dettagli che sono assenti nelle urla della leader di Fratelli d’Italia. Mentre i suoi ammiccamenti al mondo no vax hanno pervaso la discussione pubblica per mesi.
(da agenzie)
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Dicembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
INVITARLI PER SMASCHERALI? NO, FINISCI SOLO PER FARE DA CASSA DI RISONANZA DI CIALTRONATE
I social lo hanno criticato e anche molti suoi illustri colleghi hanno espresso il loro
dissenso per quel perpetuo pullulare di esponenti del mondo no vax (in tutte le sue declinazioni) all’interno della sua trasmissione.
E oggi Massimo Giletti torna a parlare di questo argomento, giustificando il suo “atteggiamento” e il suo operato. Sostiene di utilizzare, in pratica, la tecnica del “Castigat ridendo mores” molto cara ai latini: li invita, li fa parlare e poi ne mette in evidenza tutte quelle che lui stesso definisce “fesserie”. Insomma, una sorta di pubblico ludibrio per metterli, in realtà, a tacere.
Intervistato dal settimanale Oggi, il conduttore di “Non è L’Arena” è tornato ad affrontare quello scontro a distanza avvenuto con il direttore del Tg di La7 Enrico Mentana. Due giornalisti che, in spazi differenti e con prodotti televisivi diversi, si occupano di fare informazione sulla stessa emittente. E Giletti dice di stimare molto il suo collega, ma ha messo in evidenza anche la natura differente dei due contenitori: uno (il suo) è un talk show, l’altro è un telegiornale.
Contrasti che sono il pane quotidiano (anzi, settimanale) della sua trasmissione. Dalla continua presenza di esponenti del mondo no Green Pass a chi continua a raccontare bufale sui vaccini. Fino al caso del dentista di Pavia che si era presentato al centro vaccinale con un braccio di silicone tentando di ottenere la certificazione verde, di fatto, senza una reale inoculazione. Una serie di eventi che hanno sollevato polemiche che secondo Giletti sono ingiustificate: “Ovvio che ci sono cialtroni che non sono sullo stesso piano di luminari come il professor Crisanti. E infatti non ce li metto. Devi invitarli, criticarli e smascherarne le fesserie. Se non lo fai, li lasci scorrazzare sui social senza nessuno che li contraddica. Si può far tutto, dipende sempre dal come. Lo rivendico, assieme a Bianca Berlinguer, Floris e altri. Però nel mirino ci finisco sempre io”.
Certamente lo smentire in diretta televisiva paradossali bufale è utile, ma si dà vita anche all’effetto opposto: alcuni di questi personaggi ospitati in tv sono diventati dei personaggi simbolo del mondo no vax. E alcuni di loro sono diventati personaggi social (o hanno acuito il loro “successo”) dopo queste comparsate televisive.
(da agenzie)
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Dicembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
“UNITA’ SUL QUIRINALE O CADE IL GOVERNO”
Contro il Covid “serve l’obbligo vaccinale e il ritorno allo smart working”. Per il Quirinale “la via maestra è la continuità di governo. Il capo dello Stato va eletto a larghissima maggioranza, una forzatura da una parte o dall’altra farebbe cadere il Governo”. A dirlo, in un’intervista a Repubblica, è il segretario del Pd Enrico Letta, che su Mario Draghi aggiunge: “Non sono né a favore né contro la sua elezione al Colle. Ma va comunque tutelato”.
Letta commenta positivamente le nuove misure adottate dal Governo contro la pandemia, ma prevede che altro sarà necessario.
“Il Governo sta facendo bene, approvo totalmente le misure discusse in cabina di regia e penso che ora bisogna prepararsi al passo successivo, cioè l’obbligo vaccinale e il ritorno allo smart working”… “Tutti i dati dicono che la terza dose è l’arma più efficace nel contrastare la variante Omicron. Di obbligo si parla da settimane e la scelta è matura per il Paese e per l’Europa. La mia sensazione è che ci sia un surplace tra i Paesi, il primo che introduce l’obbligo produrrà un effetto domino in tutti gli altri”.
Letta si dice “convinto che l’obbligo aumenterebbe molto i numeri. Tanti non si sono vaccinati non per volontà ideologica ma perché, nel dubbio, di fronte all’assenza di obbligo hanno preferito non farlo”. Mentre con lo smart working “si può mantenere viva l’economia”. Diverso il discorso per la scuola, “serve la presenza. Sono contrario all’allungamento delle vacanze di Natale e al ritorno alla didattica a distanza”.
Capitolo Quirinale. Enrico Letta è stato a lungo in silenzio.
“Su un’eventuale ipotesi Draghi al Colle, come sugli altri nomi che garantiscono ampio consenso, decideremo tutti insieme e al momento debito, la mia personale opinione non conta. Quel che so per certo è che Draghi va comunque protetto e tutelato per il bene del Paese” … “Chi ha detto di non volere Draghi al Quirinale ha aggiunto di volerlo ancora a Palazzo Chigi. Ritengo, per essere chiari, che noi dobbiamo tenercelo stretto, in un modo o nell’altro. Quello che Draghi sta portando all’Italia è enorme. Siamo un Paese che ha visto crescere il suo principale handicap, il debito pubblico, del 25% in poco più di un anno. In questo senso Draghi è un’assicurazione sulla vita”.
Il Pd si è dato appuntamento il 13 gennaio. “La via maestra è la continuità di governo e la stabilità” dice Letta. “Il 2022 non può essere un anno elettorale, non possiamo permetterci almeno cinque mesi di interruzione dell’attività di governo. Quindi c’è bisogno di una larghissima maggioranza, un capo dello Stato non divisivo e non eletto sul filo dei voti”. Se Mario Draghi salisse al Quirinale, “servirebbe una sorta di doppia elezione, un accordo contestuale anche sul nome del sostituto”.
(da agenzie)
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Dicembre 30th, 2021 Riccardo Fucile
HANNO FATTO DUE DOSI E PRENOTATA LA TERZA; MA SE BECCANO UN POSITIVO VANNO IN QUARANTENA COME UN NON VACCINATO
Ve li ricordate gli esodati? Erano quei 300 o 350mila disgraziati andati in pensione e
che si erano ritrovati senza assegno, senza stipendio e senza ammortizzatori perché tutto a un tratto la riforma Fornero aveva spostato l’età pensionabile in avanti.
Un limbo infernale, dal quale sono usciti anni dopo. Ecco, da ieri sera, da quando il Governo ha confezionato il nuovo decreto anti-Covid, abbiamo anche gli esodati del vaccino.
Chiariamoci: il provvedimento porta in dote una serie di misure forse inevitabili, tra cui il rafforzamento del super Green Pass, ora necessario per andare praticamente dappertutto.
Per decine di milioni di italiani che da due anni si sono sempre attenuti alle disposizioni delle autorità, ad esempio vaccinandosi, è una buona notizia. Lo è anche la fine della quarantena obbligatoria per tutti quelli che hanno avuto un contatto con un positivo ma che hanno già fatto la terza dose o la seconda in tempi recenti.
Come è indispensabile che sia, l’auto-lockdown rimane obbligatorio per chi non si è vaccinato. Il problema è che lo rimane anche per quelli che non hanno ancora fatto il booster e che si sono vaccinati da più di 120 giorni, cioè quattro mesi. Ora una buona parte degli italiani che hanno ricevuto le due dosi prima di fine agosto e che non hanno ancora fatto in tempo ad ottenere la terza rischiano oggi di finire in isolamento se incontrano un positivo. Restano chiusi in casa cinque giorni, e poi via di tampone.
Pensiamo a un ragazzo, chiamiamolo Giulio, di poco più di vent’anni, che durante i primi mesi del 2021 non vedeva l’ora di farsi il vaccino.
Ha aspettato con pazienza il suo turno, e quando questo è arrivato, durante l’estate, è riuscito a prenotare le due dosi solo in agosto. Non prima. Ecco, fino a qualche giorno fa, Giulio non poteva prenotare la terza dose se non alla fine di gennaio. Anzi, il suo hub vaccinale, gli ha dato l’appuntamento per i primi di febbraio.
Eccoli, gli esodati del vaccino. Hanno fatto le due dosi appena il governo glielo ha concesso. Hanno prenotato la terza appena la legge e la logistica glielo hanno permesso.
Ma ora, se beccano un positivo, gli tocca stare in isolamento e fare il tampone proprio come i non vaccinati. Non saranno 300 mila e passa, come dieci anni fa. Il danno è infinitamente più contenuto. Ma sempre esodati sono.
(da agenzie)
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