Gennaio 12th, 2022 Riccardo Fucile
UN VECCHIO LEADER CHE ORMAI SI VEDE SOLO CON I SUOI OCCHI
Vi è qualcosa di tragico nella mossa di Silvio Berlusconi per impedire l’ascesa di Draghi al Quirinale, nelle parole che ha lasciato trapelare poco prima della conferenza stampa di lunedì sera del capo del governo.
Parole con le quali ha voluto avvertire che senza Draghi Forza Italia non si sentirebbe più impegnata a far parte della maggioranza e, anzi, si sfilerebbe.
La tragedia è in un uomo che si vede solo con i suoi occhi e il cui sguardo non riesce ad andare oltre gli specchi ingannatori che gli porgono coloro che lo circondano.
E per questo ritiene la propria candidatura giusta e opportuna. Perché, naturalmente, la minaccia di elezioni – e del conseguente, immediato e mesto ritorno a casa di tanti parlamentari – se Draghi dovesse trasferirsi al Colle, non ha a che fare con il politicamente sensato timore che l’allegra brigata che oggi sostiene il governo, un istante dopo la sua partenza, diverrebbe del tutto ingestibile.
No, ha a che fare con il desiderio di Berlusconi di ricevere questo Oscar alla carriera. Berlusconi Presidente. Perché lo merita. Ad onta dei dileggiatori, degli infamatori, di chi gli nega quell’aura di statista che ritiene invece di possedere.
Indro Montanelli di lui aveva detto che aveva una concezione della verità tutta sua. Come accade a chi interpreta il mondo circostante attraverso l’esclusiva lente del sé. Dunque possiede una verità particolare anche sulla propria persona.
Una verità che, come si diceva, vede riflessa negli sguardi e nelle parole degli adulatori, servitori, profittatori che dall’inizio della sua avventura politica, avvicendandosi, lo hanno circondato. E non è incrinata dalle critiche che riceve, poiché come aveva illustrato Alessandro Amadori in un bel libro del 2004 sulla figura dell’allora Presidente del Consiglio («Mi consenta»), in lui funziona alla perfezione il meccanismo della proiezione, mediante il quale gli elementi negativi sono neutralizzati proiettandoli all’esterno sugli avversari, che in fondo, come è noto, continuano ad essere degli impenitenti comunisti.
Così, quegli aspetti della sua biografia che non è necessario essere mai stati arruolati nell’antiberlusconismo militante per reputare altamente inadeguati per chi dovrebbe calarsi nel ruolo di rappresentante della nazione, ai suoi occhi trasfigurano, diventano altro o scompaiono.
Consentendogli di considerarsi il naturale candidato al Quirinale. Che poi ciò avvenga con la caccia spietata e disperata ai voti necessari per la sua elezione non deve turbarlo e condurlo a dubbi, poiché se a ciò è costretto, se per realizzare ciò che è giusto deve ricorrere a questo, la responsabilità è dei suoi ostinati, malvagi, nemici.
Insomma, avviluppato da decenni in una realtà politico-esistenziale narcisistico-carismatica, ruotante attorno a lui e fatta di cerchi concentrici di varia umanità, Berlusconi vive la tragedia del distacco dalla realtà. E della rabbiosa frustrazione del non riconoscimento da parte del mondo di quella realtà alterata che alberga nella sua mente e che lo porta a percepirsi come Padre della Patria.
Ma la tragedia non finisce qui. Perché la tragedia consiste anche nel fatto che questa dell’elezione presidenziale rappresenta per l’anziano leader di Forza Italia l’ultima chance. L’ultima possibilità di dimostrare ciò che è, di ricevere ciò che merita. L’Oscar alla carriera, appunto.
E questo è ciò che lo rende più spregiudicato, più indifferente alle conseguenze delle sue azioni. Più di quanto non sia stato in passato, quando in momenti complessi aveva accettato il compromesso e la collaborazione, anche se per sfilarsi, poi, tempo dopo.
E li aveva accettati anche con chi lo aveva poco prima messo all’angolo. Si pensi ai governi, tanto distanti nel tempo, Dini e Monti (ed anche Letta). Sino alla formazione del governo Draghi. Ma questa è l’ultima occasione.
Nel nulla politico che in fondo lo circonda potrebbe assumere l’iniziativa del kingmaker compiendo il beau geste della rinuncia. Potrebbe farsi regista tra leader indecisi a tutto. In fondo è così facile primeggiare tra dilettanti.
Ma al momento calcare per l’ultima volta le tavole del palcoscenico sembra una tentazione troppo grande. Anche perché Berlusconi ha sempre avuto le idee un po’ confuse sulla figura dello statista. Ma sa molto bene cos’è un primattore.
(da Huffingtonpost)
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Gennaio 12th, 2022 Riccardo Fucile
“I VACCINATI NON FINIRANNO IN OSPEDALE E NON MORIRANNO“
L’Oms ha avvertito che tra due settimane il 50% degli Europei sarà contagiato da Omicron.
Ora arriva anche Anthony Fauci, l’immunologo di riferimento per la Casa Bianca che avverte: “Omicron, con il suo grado di trasmissibilità senza precedenti, alla fine troverà tutti. I vaccinati e coloro con la terza dose saranno esposti alla variante e molti di loro saranno probabilmente infettati ma, molto probabilmente, non finiranno in ospedale e non moriranno”.
Il superesperto americano in malattie infettive e consigliere di Joe Biden per il Covid, ha sottolineato che i non vaccinati pagheranno invece un prezzo maggiore.
Nel frattempo, crescono i casi negli Stati Uniti: all′11 gennaio sono 761,122, con un aumento del +185% in due settimane. Fauci ha però spiegato come gli Stati Uniti potrebbero essere sulla soglia di un periodo di transizione dopo il quale potrebbe diventare possibile vivere con il Covid.
Record di casi in Germania: 80.430 positivi al Covid-19 nelle ultime 24 ore. Lo indicano i dati del Robert Koch Institute, che conteggia altri 384 decessi. Negli ultimi giorni i contagi confermati erano risultati ridotti ma a fronte di dati ritenuti incompleti per il minor numero di test effettuati. L’incidenza è salita a 407,5 casi per 100mila abitanti su base settimanale, rispetto al precedente rilevamento di 387,9 casi.
(da agenzie)
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Gennaio 12th, 2022 Riccardo Fucile
ESULTA PER LA MORTE DEL PRESIDENTE UE CON PAROLE MISERABILI E MINACCIA ATTI EVERSIVI MA E’ ANCORA A PIEDE LIBERO
Lo ha rimosso da Facebook e poi pubblicato sul suo canale Telegram da quasi 11mila seguaci. Nicola Franzoni appare nel video “incriminato” – per il quale è stato denunciato per vilipendio dall’esponente di Italia Viva Fabrizio Volpi – in cui l’imprenditore no vax esulta per la morte del presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
“Ho fatto un video – dice Franzoni – commentando le volgari e schifosissime immagini televisive in cui tutto il mondo si piega ed è attonito di fronte all’annuncio della morte di uno st**** qualsiasi. Un comunista giornalista, che è stato uno dei massimi difensori del governo Draghi, uno di quelli che è paraculo del sistema, diventato presidente del Parlamento europeo senza arte né parte, un figlio di questo sistema di me*** che si è tolto dai cog****”. Il no vax si registra nella sua auto mentre se la prende con chi ha dimostrato pubblicamente dolore per la scomparsa dell’ex giornalista del Tg1: “Tutti commossi è una testa di c**** in meno, questa è la mia versione. Non mi commuovo, anzi ci godo. Mi scuso per chi non ha lo stomaco per reggere queste mie parole. Ma lo voglio spiegare. Ha imposto il vaccino, non ha difeso gli italiani, ha continuato a guadagnare 50mila euro al mese, mentre gli italiani si suicidavano. Fatelo girare questo video”.
Poi l’attacco anche alla destra della Lega e di Fratelli d’Italia, da lui giudicati complici del “sistema”: “Sassoli è uno di quelli che non ha mosso un dito mentre gli italiani senza lavoro si suicidavano perché non volevano vaccinarsi o non avevano il Green Pass. Perché le misure restrittive dei suoi accoliti chiudevano l’Italia con l’appoggio di Meloni e Salvini, stampatevelo bene nel cervello, perché sono mer** uguali. Avete sentito il presidente della Repubblica e del Consiglio intervenire quando è morto il medico De Donno? Qualche riga di commiato quando questo governo appoggiato dalla destra ha ucciso, con la storia della “tachipirina e vigile attesa” 150mila italiani, morti di mille malattie ma non per la finta pandemia?”.
Infine, Franzoni dichiara “guerra” alle istituzioni e chiama l’adunata: “Io non arretro di un centimetro dalle posizioni che ho avuto fin dal primo giorno. Anzi, incalzo. Costruiremo il più grande partito d’Italia perché dobbiamo mandarli via a pedate. Il primo dpcm che deve fare il nuovo governo di liberazione nazionale è il carcere a vita per queste mer**, o l’esilio. Se ne devono andare, devono pagare il conto di aver sterminato gli italiani. No al vaccino, no, ci imponiamo. Vi aspetto a Napoli, tutta la destra di questo paese si ritrovi lì, a Piazza Dante, sotto il simbolo della liberazione nazionale, perché noi libereremo l’Italia”.
(da agenzie)
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Gennaio 12th, 2022 Riccardo Fucile
LA LEGA ANNUNCIA PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI PERCHE’ “HA MESSO IN DIFFICOLTA’ IL PARTITO“ NON PERCHE’ HA SCRITTO CAZZATE
Non si fermano gli accostamenti del governo Draghi al passato regime nazista. Questa volta però il paragone viene dal leghista Giuseppe Degradi, consigliere comunale a Ronco Briantino, comune della Brianza.
Il leghista ha pubblicato su Facebook una foto del presidente del Consiglio, Mario Draghi, con i baffi da Hitler e una descrizione: “Cambiano i modi, i tempi e le facce, ma i risultati sono molto simili: discriminazioni, apartheid, dittatura, divieti e follia ovunque”.
Un accostamento tra Draghi e Hitler, riferito alle norme adottate dall’attuale governo per fronteggiare la pandemia, che sarebbero, secondo il leghista, paragonabili alla dittatura nazista.
Immagine non nuova ai No-vax, che era stata pubblicata e poi rimossa da Degradi anche su Instagram, dove aveva riscosso dei consensi da parte di altri due colleghi. Tante le polemiche scatenate dal gesto di Degradi, tanto che la Lega, dopo essersi dissociata dal gesto del collega, ha annunciato provvedimenti disciplinari nei suoi confronti, come riporta il Corriere della Sera.
Lo statuto prevede infatti in questo caso la sospensione o l’espulsione. Chissà quale sarà la decisione del partito che dovrebbe arrivare a breve.
La Lega ha preso le distanze dal gesto di Degradi con un comunicato di Andrea Villa, coordinatore provinciale della Lega per Monza e Brianza: “Le parole hanno un peso e vanno sempre misurate. Quelle utilizzate da Giuseppe Degradi, capogruppo in consiglio comunale a Ronco Briantino, non rappresentano in nessun modo la Lega ma sono solo una sua presa di posizione personale. Ognuno può esprimere liberamente il proprio pensiero ma senza uscire dal perimetro del buonsenso e senza mettere in difficoltà il Movimento nel quale militiamo: saranno chiesti provvedimenti disciplinari”.
(da agenzie)
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Gennaio 12th, 2022 Riccardo Fucile
GIUSTA PROPOSTA: CHI DICE CHE IL COVID NON ESISTE E CHE E’ UNA SEMPLICE INFLUENZA SI CURI A CASA E NON VADA A ROMPERE I COGLIONI AGLI OSPEDALI
“Per decidere a chi assegnare un posto in rianimazione sarebbe giusto tener conto anche della vaccinazione”.
Parole che Mario Riccio, direttore del reparto di Terapia intensiva dell’ospedale di Casalmaggiore, in provincia di Cremona, pronuncia in un’intervista a Repubblica. “Non siamo nella crisi nera del 2020 – spiega – ma alcuni ospedali iniziano a scricchiolare”.
Riccio divenne noto nel 2006: fu lui ad accompagnare Piergiorgio Welby, malato di sla, verso la morte. Oggi ricorda quando durante la prima ondata del Covid ci furino medici costretti a scegliere chi curare, assegnando i posti nei reparti.
“La regola è dare la precedenza a chi ha più probabilità di farcela. Ma oggi questo criterio assume risvolti paradossali”. Certo, perché ad oggi chi ha più probabilità di farcela sono i giovani no vax, quelli che “hanno passato il primo anno di pandemia a negare il Covid e il secondo a rifiutare i vaccini”.
“Accanto a loro – spiega Riccio – c’è una parte di vaccinati con un’età molto avanzata e fattori di rischio importanti. Dare la precedenza a chi ha più chance di farcela vuol dire mettere i No Vax davanti ai vaccinati”.
Non siamo ancora nella situazione di dover scegliere chi curare, come a marzo 2020, ma l’allarme c’è già: il presidente dell’Ordine dei medici di Napoli ha citato l’eventualità del triage etico, o codice nero. In Campania ci sono file di ambulanze davanti all’ospedale Cotugno che non riescono ad affidare i pazienti alla struttura, e negli ospedali si stanno già rimandando gli interventi non urgenti.
Il tema delle cure etiche torna drammaticamente attuale: “Da una parte c’è una persona che rispetta le regole, dall’altra una che, dopo un anno, ha dimostrato di essere resistente a ogni esortazione. Chi arriva in terapia intensiva oggi è molto spesso perché lo ha voluto, non vaccinandosi. Tutte le liste di attesa poi, dalla chirurgia ai trapianti d’organo, seguono priorità precise. Difficilmente un polmone andrà a un grosso fumatore o un fegato a un etilista. Servirebbero criteri anche per il Covid”.
(da NetQuotidiano)
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Gennaio 12th, 2022 Riccardo Fucile
“E’ ABERRANTE CHE LEI POSSA INSEGNARE“
David Parenzo risponde per le rime al giurista Ugo Mattei in diretta a Dimartedì: ospite del programma di Floris, il conduttore radiofonico si è rivolto al leader no pass, membro della “Commissione Dupre”, da “Dubbio e precauzione”, insieme a Massimo Cacciari, Carlo Freccero, Giorgio Agamben e Mariano Bizzari.
“Lui è un intellettuale, un professore universitario – ha detto – mi ha colpito moltissimo il paragone col ventennio fascista. Nel 1938 mio nonno è stato cacciato dall’ordine degli avvocati perché era ebreo. Quelle erano le leggi razziali. Ora che un intellettuale che insegna nelle nostre università come è lei faccia un paragone abominevole come questo, lei non è Matteotti, è qui in uno studio televisivo, fa un “Comitato di liberazione nazionale” come se i no vax fossero i nuovi partigiani. Lo trovo aberrante, è incredibile che lei possa insegnare queste cose agli studenti, non lede diritto alla libertà di informazione o di insegnamento, è un paragone storico che è una bestemmia per chi ha subìto l’effetto delle leggi razziali”.
“Quando lei cita la costituzione parlando di lavoro – lo incalza – dimentica, o lo fa apposta, che sui luoghi di lavoro deve essere tutelato il diritto alla salute. Il datore di lavoro deve garantire che lì vi siano delle condizioni di salute. Allora non faccia il furbo, professore, quando va nelle piazze usi il suo ruolo di intellettuale per spiegare e raccontare davvero come stanno le cose, altrimenti lei fa un cattivo servizio”.
(da agenzie)
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Gennaio 12th, 2022 Riccardo Fucile
“SONO PENTITA, HO AGITO SOLO PER BISOGNO DI DENARO“… MAI UNO CHE SI PENTA PRIMA DI ESSERE ARRESTATO
L’infermiera arrestata lo scorso dicembre con l’accusa di aver somministrato false dosi di vaccino contro il Covid ha confessato. Si tratta di Anna Maria Lo Brano, operatrice sanitaria all’ospedale civico di Palermo e all’hub della Fiera del Mediterraneo.
Lo Brano ha ammesso che non agiva da sola ma con l’aiuto di altre due persone, una collega e un medico, i cui nomi non sono resi noti nel verbale depositato al Tribunale del riesame, dato che l’indagine della Digos continua a proseguire.
Tra gli arrestati c’è anche il commerciante Giuseppe Tomasino. “Eravamo ad una festa di comuni amici, in quell’occasione mi chiese di dargli una mano in quanto era un No Vax convinto e non voleva assolutamente fare il vaccino”, ha dichiarato Lo Brano
Poi l’incontro nel negozio dell’uomo in corso Pisani: “C’erano anche Filippo Accetta (il leader dei No Vax, ora in carcere), e un’altra persona. L’accordo concluso in quella sede era che io avrei procurato dei falsi certificati di tampone Covid con esito negativo, riguardanti Tomasino, Accetta e due dei suoi figli, in cambio di 50 euro per ciascuno, mentre l’altra persona si sarebbe occupata dell’effettuazione o comunque dell’organizzazione delle false inoculazioni, in cambio di 400 euro per ciascuno”, ha continuato
“Il pagamento avvenne in quella sede ed io percepì 200 euro per i tamponi, e altri 400 euro come ulteriore compenso. Svuotavo il contenuto della siringa nella garza e poi infilavo l’ago nel braccio senza iniettare nulla”, ha spiegato agli inquirenti.
Diverse, secondo i suoi racconti, le persone a cui ha somministrato le false dosi: “Un poliziotto, tre mie vicine di casa, anche una mia collega dell’hub, Giorgia C., che aveva fatto regolarmente le prime due dosi con Pfizer e aveva paura della terza dose, che sarebbe stata effettuata con Moderna, da lei e dalle vicine di casa non ho percepito soldi”.
Infine la spiegazione del suo gesto: “Sono pentita di quello che ho fatto, ho agito solo per bisogno di denaro, necessario per mantenere mio figlio agli studi universitari. Anche perché quando accettato di effettuare i falsi vaccini, sapevo che non avrei percepito, per ragioni fiscali, lo stipendio di novembre”.
(da agenzie)
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Gennaio 12th, 2022 Riccardo Fucile
POSITIVO IL 26 DICEMBRE, NON IL 16: CHI HA CORROTTO LE AUTORITA’ SANITARIE SERBE PER DICHIARARE IL FALSO?
Un’altra ombra si allunga sulla sua vicenda, ed è stata sollevata dal quotidiano tedesco Spiegel.
Il tampone positivo di Djokovic è stato retrodatato, dal 26 dicembre al 16.
Questo sulla base di alcune informazioni digitali presenti nei certificati rilasciati dalle autorità serbe in seguito al test quando vengono inseriti i risultati in database.
Il test del 16 dicembre ha un numero progressivo di 7371999. Nei documenti rilasciati viene indicato che il risultato si è avuto attorno alle 20 e di norma l’inserimento nel database, scrivono, è pressoché immediato così da generare un numero che segue, appunto, una numerazione progressiva. Il timestamp del tampone positivo però fornisce ben altro risultato: il 26 dicembre, alle 14:21. Dieci giorni dopo che Djokovic e i suoi avvocati hanno segnalato il giorno dell’infezione. E come si segnalava lunedì, scansionando il QR code del test effettuato secondo i documenti al 16 di dicembre il risultato sembra non essere accurato: Der Spiegel alle 13:19 ha letto un risultato negativo, alle 14:33 ha letto un risultato positivo.
Il fattore numero però è quello dove si concentra la maggior parte del problema, per Zerforschung. Il tampone positivo del 16 dicembre ha come numero, di nuovo, 7371999 mentre il tampone negativo del 22 dicembre ha come numero 7320919, più piccolo di 51080 unità quando invece per norma avrebbe dovuto essere maggiore. Prendendo per buono il test del 16 dicembre, sembrerebbe dunque che sia stato inserito nel database ufficiale serbo soltanto 10 giorni dopo, addirittura quattro dopo aver avuto esito negativo. Così Zerforschung ha analizzato i due periodi temporali per vedere se i numeri combaciavano.
Nel primo tweet riprendono i numeri ufficiali forniti dalla Serbia trovando un aumento di 750000 test tra il valore rilevato al 16 dicembre e quello al 22 di dicembre. Nel secondo tweet invece si scopre che nel periodo dal 22 dicembre al 26, il computo totale di test effettuati è 51081, un’unità soltanto maggiore di quel 51080 che è la differenza tra il tampone negativo effettuato il 22 e il timestamp rilevato dagli investigatori nel tampone che a questo punto sembra possa davvero riferirsi al 26 dicembre.
La faccenda è sempre meno chiara, e il ministro dell’immigrazione australiano aveva detto dopo la sentenza del giudice che avrebbe provveduto a rivalutare tutto. Novak di fatto è stato salvato non dalla bontà del visto ma da un errore procedurale della polizia di frontiera che non gli ha lasciato abbastanza tempo per replicare alla decisione di cancellazione del visto. Volendo, il governo australiano può appellarsi dunque alla eventuale non validità di un documento molto controverso sulla base di tante contraddizioni che stanno emergendo da chi è sempre stato contro il vaccino e la sua esenzione si basa su un “colpo di fortuna” di un’infezione.
(da agenzie)
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Gennaio 12th, 2022 Riccardo Fucile
BUGIE, TAROCCAMENTI E FALSI: ANCHE IL GOVERNO SERBO ORA PRENDE LE DISTANZE
Novak Djokovic lo ammette: due giorni dopo essere risultato positivo al coronavirus ha infranto le regole di isolamento per incontrare un giornalista per una intervista.
Su Instagram, Djokovic ha ammesso che avrebbe dovuto rimandare l’appuntamento. “Mi sono sentito in dovere di condurre l’intervista a L’Equipe perché non volevo deludere il giornalista”, ha scritto il tennista numero uno al mondo nel post di Instagram.
Djokovic ha garantito che in quell’occasione ha “rispettato il distanziamento sociale e ho indossato una mascherina, tranne quando è stata scattata una fotografia”.
Nel post, il campione serbo ha anche accusato il suo agente di aver commesso un errore nel modulo di viaggio per l’Australia, dove è andato per giocare gli Open 2022. Sarebbe invece “disinformazione”, ha aggiunto, quella che sostiene che sia andato in giro dopo il test positivo del 16 dicembre.
Ma i suoi familiari, visibilmente imbarazzati, hanno concluso in anticipo una conferenza stampa organizzata per difendere il campione proprio quando gli è stato chiesto degli spostamenti avvenuti dopo il 16 dicembre.
Come confermato dalle immagini, il 17 dicembre Djokovic era ad un evento a Belgrado con altri giovani atleti, ma il 16 aveva effettuato un tampone al quale era risultato positivo.
La prima ministra serba, Ana Brnabić, ha affermato alla Bbc che sarebbe “una chiara violazione delle regole”.
È la prima volta che il suo Paese prende formalmente le distanze dal suo comportamento.
Una decisione da parte del governo australiano non è ancora stata presa: sul tavolo delle autorità è aperta anche la discussione sull’errore, citato dallo stesso Djokovic, commesso in fase di compilazione di un modulo necessario per entrare in Australia: “Il mio agente si scusa sinceramente per l’errore amministrativo nello spuntare la casella sbagliata. Questo è stato un errore umano e certamente non intenzionale”.
Nel documento firmato lo scorso 1° gennaio, nei giorni precedenti alla sua partenza verso Melbourne (con scalo a Dubai) ha espressamente risposto “no” alla domanda: “Hai viaggiato o viaggerai nei 14 giorni precedenti al tuo arrivo in Australia?”. Un no smentito dai fatti.
Perché le immagini parlano chiaro: negli ultimi giorni dello scorso anno (e nei primi del 2022), il tennista serbo si trovava in Spagna
(da agenzie)
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