Gennaio 14th, 2022 Riccardo Fucile
LO SCOUTING SI FA ASFISSIANTE MA LA CONTA DEI VOTI NON AVANZA
Non solo No vax. Mentre Vittorio Sgarbi fa il centralinista per Silvio Berlusconi e gli consiglia di corteggiare i Grandi Elettori non vaccinati, c’è chi racconta che il Cavaliere ha preso molto sul serio la sua discesa in campo. Forse troppo.
Ospite di Rai Radio1 a Un Giorno da Pecora, la senatrice del gruppo Misto ed ex M5s Bianca Laura Granato ha raccontato come ha esordito Berlusconi nella telefonata: «All’inizio, quando si è presentato, ha fatto riferimento al bunga bunga, dicendo una cosa tipo ‘sono il signore del bunga bunga’. Io ho sorriso e mi sono fatta una risata…». Il Cavaliere, riferisce Granato, non le ha fatto nessuna proposta. Però si è informato sulle sue posizioni: è contraria all’obbligo vaccinale e al Green pass.
La resistibile ascesa
E così la resistibile ascesa di Berlusconi al Quirinale si arricchisce di un’altra tattica. L’operazione scoiattolo, ovvero lo scouting tra i peones parlamentari per trovare i voti che mancano per arrivare al Colle, è in piena azione.
Lo testimonia la pagina acquistata ieri dai “Forza Seniores” sul Giornale per magnificare le doti del Cav. E non solo. Perché di bunga bunga Berlusconi ieri ha parlato anche con il deputato Cristian Romaniello, anche lui nel Gruppo Misto dopo l’approdo in parlamento con il M5s. «Ciao Cristian, ti interessa il partito del bunga bunga?», avrebbe esordito il Cav con lui secondo La Stampa.
Il tutto è accaduto lunedì sera, mentre il deputato era a casa in provincia di Pavia: «Ero con la mia compagna e i bambini, mi chiama Sgarbi, nulla di strano, ogni tanto ci sentiamo per commentare e interpretare i dati covid. Poi mi dice, “aspetta che ti passo un amico nostro grillino”. Era Berlusconi. Inizialmente pensavo fosse un imitatore o qualcuno che si spacciava per lui, qualcuno del mestiere».
Ma poi i dubbi si sono volatilizzati: «No, no, dopo un po’ ho capito che era proprio lui. È stata abbastanza veloce come telefonata, un paio di minuti, ha parlato prevalentemente lui. Di Europa, del quadro internazionale. Ha fatto un paio di battute, l’ho trovato brillante. Una sul partito del bunga bunga. Ma non ha parlato di Quirinale. Io gli ho detto che quando sono arrivato alla Camera mi sono chiesto se avrei mai parlato con lui. Adesso posso dire che mi ha addirittura chiamato».
Uno scouting asfissiante
Berlusconi non è solo nella sua impresa di scouting. Con lui, oltre a Sgarbi, ci sono anche Paolo Barelli e Michela Vittoria Brambilla. Gloria Vizzini, anche lei ex M5s, ha fatto sapere di essere stata contattata: «Ma mi sono subito dimostrata indisponibile». Anche Italia Viva è sotto osservazione. «Berlusconi ha chiamato tutti i miei – ha detto Matteo Renzi a Porta a porta- ma non me, l’ultima volta ci sentiamo sentiti ad agosto».
Sgarbi ha dato un’altra versione dei fatti: «Berlusconi ha parlato con Renzi. Deve parlare anche con Letta e Conte. Lui si occupa dei colloqui con i leader. Io lo aiuto come ‘centralinista’ nei colloqui con i singoli deputati. È convinto di avere 70 voti in più rispetto ai numeri del centrodestra», che parte da 450 voti. Dalla quarta votazione ne servono 505.
Lui intanto a cena ospita Manfred Weber, il capogruppo del Ppe, che gli porta «il totale sostegno della famiglia del Partito popolare europeo». A Villa Grande continua a tenere aggiornato il pallottoliere: «Oggi abbiamo tre voti in più, siamo a circa venti voti oltre il centrodestra ma la situazione è molto difficile».
C’è chi, come Gianni Letta, cerca intanto di convincerlo a rinunciare alla candidatura per ritagliarsi il ruolo di king maker. Il centrodestra pensa ai piani B in caso di bocciatura o di ritiro del Cav. Ma lui sembra invece determinato a fare l’esatto contrario. E a provare quest’ultima corsa per la vita. Costi quel che costi. E vada come vada.
(da Huffingtonpost)
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Gennaio 14th, 2022 Riccardo Fucile
SIAMO ANDATI A VERIFICARE L’EFFICACIA DEL CERTIFICATO IN BAR E RISTORANTI DI ROMA: IL RISULTATO E’ CLAMOROSO
Da lunedì scorso il super Green Pass è obbligatorio per consumare sia nei locali
all’aperto che al bancone. Ma quanti lo controllano veramente?
Siamo andati a verificarlo in alcuni ristoranti e bar del centro di Roma. Esibendo un certificato formalmente valido ma palesemente irregolare: quello di una ragazza dodicenne.
Molti gestori dicono di avere le mani legate: qualcuno controlla la data che compare allo scanner ma non potendo chiedere il documento d’identità fa finta di nulla. “L’importante per noi è che compaia verde, poi se è di un’altra persona non abbiamo modo di verificarlo, non siamo ispettori di polizia”.
Altri neanche ci fanno caso: una volta apparsa la spunta verde sullo scanner il cliente viene fatto accomodare senza fare domande. L’apparecchio scanner infatti, dopo aver visualizzato il documento, non lo registra.
E’ questione di pochi istanti di visualizzazione ma per la privacy nulla viene memorizzato e la scannerizzazione dura il tempo di passare al successivo cliente con Green Pass.
Alcuni esercenti si giustificano dicendo che non è compito loro verificare che ci sia una corrispondenza tra il Green Pass e la data di nascita che compare, altri sostengono che la responsabilità e di conseguenza la multa in caso irregolarità sia solo a carico del cliente: “a noi è risultato verde quindi la colpa è solo di chi truffa”; altri ancora sostengono di controllare tutto, soprattutto quando entra nel locale una comitiva di giovani.
“In quel caso io personalmente – dice la titolare di un ristorante – verifico che non si scambino lo stesso e quindi leggo nome e cognome e data di nascita”.
Certo l’errore ci può stare, sottolineano, la svista, ma in quel caso si spera sempre di riuscire a spiegarsi con polizia e carabinieri per evitare la multa.
Una pattuglia di poliziotti che incontriamo in strada, che sta proprio lavorando per i controlli, ci spiega però che la persona sorpresa nel locale con un Green Pass di un altro oltre a ricevere la multa viene denunciata per falso, ma anche il ristoratore che non ha fatto caso alla data viene sanzionato.
Solo due locali su venti si accorgono della sostituzione di persona e vietano la consumazione. Il giro si conclude in metropolitana dove nessuno controlla chi entra e quindi se è in possesso dei requisiti per poter accedere al mezzo di trasporto. Insomma, se non si ha la sfortuna di incappare in un controllo delle forze dell’ordine, i trasgressori hanno buone probabilità di passarla liscia.
Soprattutto se lo scambio di Green Pass non è così palese come nel nostro caso, ma avviene tra coetanei. In quel caso il cinquantenne no vax può serenamente mangiare nel locale insieme a chi è vaccinato, senza che nessuno lo segnali.
(da La Repubblica)
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Gennaio 14th, 2022 Riccardo Fucile
VOTI IN CAMBIO DI CONDONI EDILIZI
Dalle prime ore della mattina, i Carabinieri e la Capitaneria di Porto hanno portato a termine un’operazione: in corso gli arresti
Ad essere arrestato, nell’operazione di Carabinieri e Guardia Costiera di Terracina che hanno dato seguito a un’ordinanza firmata dal Giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario, è il vice Sindaco di Terracina Pierpaolo Marcuzzi (FdI)
L’esponente politico di Fratelli d’Italia è accusato di falso ideologico, tentata truffa aggravata e turbativa d’asta. Insieme a lui, è stato arrestato anche Emiliano Suffer, già indagato per la vicenda delle giostre a Terracina e accusato di tentata estorsione aggravata e istigazione alla corruzione.
Secondo le prime indiscrezioni, Marcuzzi, già sotto processo per rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito del processo per lottizzazione abusiva alla Ex Pro Infantia, avrebbe chiesto voti in cambio di sanatorie edilizie da sbloccare.
(da agenzie)
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Gennaio 14th, 2022 Riccardo Fucile
I PRENDITORI: SEQUESTRATI 15 MILIONI DI EURO
Faceva una vita di agi e lussi, arrivando a spendere 8 mila euro per un singolo
acquisto di abiti e accessori, ma si dichiarava indigente e aveva fruito dei ristori per le imprese in difficoltà: per questo motivo la Polizia di Stato di Varese ha eseguito un maxi-sequestro da 15 milioni di euro per un imprenditore del settore edilizio e immobiliare residente a Saronno.
La misura di prevenzione patrimoniale propedeutica alla confisca è stata proposta dal Questore di Varese e disposta dal Tribunale di Milano, Sezione Autonoma Misure di Prevenzione. Il provvedimento scaturisce dalle indagini patrimoniali eseguite per diversi mesi dalla Divisione Anticrimine della Questura di Varese, coordinata dal Servizio Centrale Anticrimine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che hanno scandagliato minuziosamente la storia personale e patrimoniale del destinatario del sequestro, già gravato da varie condanne per reati finanziari e contro la persona e che inoltre vanta un debito nei confronti dell’erario di circa 17 milioni di euro.
Le indagini hanno permesso di scoprire che il soggetto aveva nella sua disponibilità un ingente patrimonio immobiliare e numerosi beni mobili e quote societarie che rappresentano, verosimilmente, i guadagni illeciti generati dalla commissione di plurimi reati lucrogenetici che l’imprenditore, al fine di sottrarli da possibili sequestri penali e di prevenzione, aveva intestato nel corso degli anni a prestanomi, continuando a gestire i propri affari illecitamente per interposta persona.
Il soggetto, nell’ambito della propria attività, è riuscito anche ad accedere indebitamente alla disciplina dei bonus edilizi; al riguardo, la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Varese, con la quale si è instaurata una proficua collaborazione operativa, ha in corso specifica attività di riscontro. L’entità della frode sulla cessione del credito dei suddetti bonus è tuttora in fase di quantificazione, ma al momento, solo per il 2021 ammonterebbe a circa 7 milioni di euro.
Approfittando, inoltre, del fittizio dichiarato stato di indigenza ha anche avuto accesso ai ristori predisposti per gli imprenditori e le aziende in difficoltà a causa delle ristrettezze imposte dall’emergenza pandemica. Si tratta di fondi destinati a imprenditori le cui attività rischiavano la chiusura e che sono stati da lui utilizzati per ben altri scopi, per sostentare il suo elevato e ingiustificato tenore di vita.
L’imprenditore, infatti, era un cliente/frequentatore di noti negozi del quadrilatero della moda di Milano e di ristoranti di lusso, nonché delle più prestigiose e costose località turistiche dove trascorrere momenti di relax. Dall’analisi delle sue carte di credito sono risultate emissioni continue e consistenti, fino ad arrivare anche ad una somma di 8.000 euro per un singolo acquisto di abbigliamento e accessori.
Recenti le vacanze natalizie trascorse in hotel a cinque stelle in una rinomata meta di vacanza alpina e sempre recente è l’acquisto di una Mercedes Benz modello GLC e di una Porsche Cayenne turbo hybrid di rilevante valore, anch’esse sottoposte a sequestro, con le quali ha collezionato numerosissime contravvenzioni al Codice della Strada per svariate migliaia di euro, puntualmente non pagate, tra le quali l’abituale transito in aree ZTL.
(da agenzie)
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Gennaio 14th, 2022 Riccardo Fucile
QUANDO SI RENDE CONTO DELL’ERRORE TAGLIA CORTO
Per chi non credesse ancora che Silvio Berlusconi ha preso sul serio la sua elezione a Presidente della Repubblica, questo aneddoto dovrebbe aprire gli occhi.
A quanto sembra, l’ex Cavaliere avrebbe chiamato il renziano Luciano Nobili, scambiandolo però con l’ex M5s Lello Ciampolillo.
Resosi conto dell’errore, Berlusconi avrebbe tagliato corto: “Ma quindi lei — avrebbe tagliato corto a un certo punto l’ex premier — non è l’ex grillino del gruppo Misto?”.
Ciampolillo, per chi avesse la memoria corta, è il senatore ‘ritardatario’, arrivato in aula un minuto prima che si chiudesse la votazione sulla fiducia al Governo Conte-bis, mettendo in serio imbarazzo la Presidenza del Senato che si è presa molto tempo per decidere se ammettere il voto del senatore.
Al di là della gaffe, cosa ci dice questa chiamata? Che Berlusconi in queste ore è impegnato a raccattare i voti del gruppo misto, consapevole che la sua candidatura ha comunque delle basi fragili.
Gli manca, per esempio, l’appoggio di Italia Viva e sembra avere chiaro che molti del centrodestra non vedono di buon occhio la sua candidatura e potrebbero effettivamente voltargli le spalle.
(da agenzie)
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Gennaio 14th, 2022 Riccardo Fucile
“E’ UN COGLIONE, VEDRAI CHE LA FARA’ PURE FRANCA“
L’ultimo colpo inferto alla notorietà di Djokovic è arrivato da “Channel 7” una delle
tv australiane più conosciute e seguite per le notizie in diretta, dove i due conduttori sono stati colti a esprimere pareri decisamente poco professionali nei confronti del tennista.
In questo contesto ostile che si sta vivendo in Australia nei confronti di Nole, si incornicia alla perfezione ciò che è avvenuto negli studi di ‘Channel 7′ una delle tv di news più seguite nel Paese. Rebecca Maddern, giornalista che conduce insieme al collega Mike Amor l’edizione delle 18:00, è stata pizzicata da un fuorionda in cui esterna il proprio pensiero sull’intera vicenda. I due, ignari di essere registrati, si lasciano andare ad un libero sfogo, scagliandosi contro Novak Djokovic in uno scambio di battute poi finito alla gogna del web.
Rebecca Maddern: “Comunque la si guardi, Novak Djokovic è un bugiardo, subdolo, uno str**zo”.
Mike Amor: “È un cogl**ne”.
RM: “Come in qualsiasi modo tu lo guardi, è un peccato che tutti gli altri gli si sian
accalcati intorno”
MA: “Questo è tutto, voglio dire che è uno str**zo.”
MA: “Ha trovato una fottuta scusa e poi è caduto sulle sue bugie del c***o. È proprio quello che è successo”.
MA: “Penso che la farà franca.”
RM: “Oh, certo… la farà franca”.
MA: “Penso che la maggior parte delle persone oneste direbbe “Guarda, il ragazzo è uno str**zo”. Hanno fatto la cosa giusta, lui non lo so”.
RM: “No. Non credo.”
Il tutto è diventato immediatamente virale, pubblicando il video sui social con i due conduttori messi alla berlina dagli utenti che non hanno tenuto in considerazione di un dialogo – seppur più che colorito – di natura comunque privata e che non doveva essere divulgato.
Tanto da far scendere in campo anche Craig McPherson, direttore delle notizie di ‘Channel 7′ che ha confermato che è in corso un’indagine per scoprire chi ha fatto trapelare la registrazione: “Pubblicare la registrazione è illegale, riguardava una conversazione privata tra due colleghi. Un atto subdolo e codardo, fatto in violazione della legislazione sui dispositivi di ascolto, il cui autore, una volta trovato, sarà di conseguenza giudicato”.
Anche un altro vertice del canale, l’amministratore delegato di Seven Melbourne, Lewis Martin, ha ribadito la volontà di andare fino in fondo: “Beh, è deludente. È una conversazione privata. È stato registrato e distribuito illegalmente. Posso assicurare che non lasceremo nulla di intentato per scoprire come sia successo”.
(da agenzie)
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Gennaio 14th, 2022 Riccardo Fucile
LE POSSIBILITA’ SONO TRE
Si aprono diversi scenari a seguito dell’annullamento del visto di Novak Djokovic da parte del ministro dell’Immigrazione australiano Alex Hakw.
La prima ipotesi è che Djokovic accetti la decisione delle Autorità locali lasciando l’Australia. L’annullamento del visto senza appello del tennista porterebbe a un possibile ban dall’Australia della durata di 3 anni.
Per questo i legali del tennista serbo – che ha già vinto 9 volte lo Slam di Melbourne – potrebbero impugnare la decisione e chiedere un riesame ai giudice: in caso di vittoria, Djokovic potrebbe giocare regolarmente agli Australian Open, al via il 17 gennaio.
Secondo quanto riporta Agi, però, un nuovo ricorso contro un secondo annullamento potrebbe avere possibilità più ridotte di essere accolto in tribunale rispetto alla volta precedente.
L’articolo 133C, alla base della decisione, lascia ampia discrezionalità al governo australiano, che potrebbe comunque fare a sua volta appello e far ricadere la situazione in un’impasse.
Intanto, si apprende che il tennista serbo sarà sottoposto domani a un colloquio con il servizio immigrazione australiano a Melbourne. Djokovic non risulta essere stato messo sotto custodia.
L’Associated Press, in attesa della conclusione della vicenda, ha ricostruito tutta la vicenda in una timeline.
I precedenti
Aprile 2020: Djokovic dichiara: «Sono contrario alla vaccinazione contro il Covid-19 per poter viaggiare. Ma se diventa obbligatorio, dovrò decidere se farlo o meno».
Giugno 2020: Djokovic organizza una serie di partite di esibizione in Serbia e Croazia senza rispettare le regole come l’uso della mascherina e il distanziamento sociale, L’Adria Tour, Il torneo viene annullato dopo che alcuni giocatori hanno contratto il Covid-19. Lo stesso Djokovic e sua moglie, Jelena, sono risultati positivi.
L’affaire AusOpen
19 novembre 2021: Il direttore degli Australian Open, Craig Tiley, annuncia che tutti gli atleti che vorranno partecipare al torneo dovranno essere vaccinati contro il Covid-19. Non si sa se Djokovic abbia o meno ricevuto il vaccino.
8 dicembre 2021: il vicepremier dello stato del Victoria, James Merlino, definisce le eventuali esenzioni mediche per atleti professionisti «una scappatoia per i tennisti privilegiati», e che sarebbero possibili solo in «circostanze eccezionali relative alla salute».
14 dicembre 2021: Djokovic partecipa a una partita di basket a Belgrado, dove viene fotografato mentre abbraccia diversi giocatori di entrambe le squadre, alcuni dei quali risulteranno in seguito positivi.
16 dicembre 2021: Djokovic risulta positivo in Serbia, ma l’informazione viene rivelata solo a gennaio. Il tennista dirà di non aver saputo del risultato del tampone fino al 17 dicembre.
17 dicembre 2021: Djokovic partecipa a un evento a Belgrado con dei giovani tennisti. I suoi genitori postano sui social delle foto che li mostrano senza mascherine. Djokovic si difenderà dicendo di aver fatto un test antigenico prima dell’evento, risultato negativo. Solo in serata aveva saputo il risultato del molecolare (positivo).
18 dicembre 2021: pur sapendo di essere risultato positivo, Djokovic rilascia un’intervista e un servizio fotografico con il quotidiano francese L’Equipe. Settimane dopo dirà: «Ripensandoci, è stato un errore di valutazione».
22 dicembre 2021: Djokovic risulta negativo in Serbia.
29 dicembre 2021: Djokovic si ritira dall’Atp Cup senza dare motivazioni. Resta in dubbio la sua partecipazione agli AusOpen.
4 gennaio 2022: Djokovic pubblica su Instagram una sua foto in un aeroporto con una didascalia che recita: «Sto andando in Australia grazie a un’esenzione medica». Djokovic non rivela niente di più.
5 gennaio 2022: Djokovic arriva all’aeroporto Tullamarine di Melbourne. Viene trattenuto per 8 ore per ragioni legate al visto.
6 gennaio 2022: A Djokovic viene negato l’ingresso nel Paese e il suo visto viene cancellato. L’atleta viene mandato a Park Hotel, una struttura destinata alla detenzione degli immigrati, dove rimane per 4 notti. Secondo l’Australian Border Force afferma, Djokovic non ha soddisfatto i requisiti di ingresso. Il primo ministro australiano Scott Morrison twitta: «Le regole sono regole».
10 gennaio 2022: Djokovic dichiara ufficialmente di non essersi vaccinati. Il giudice ripristina il visto di Djokovic, dichiarando che al giocatore non è stato concesso abbastanza tempo per parlare con i suoi legali e ordina al governo di liberare Djokovic dal Park Hotel. Djokovic è visto allenarsi al Melbourne Park.
12 gennaio 2022: In un post sui social, Djokovic riconosce gli errori fatti nella sua dichiarazione di viaggio per l’Australia, e incolpa il suo agente di aver spuntato la casella sbagliata sul modulo («un errore umano e certamente non intenzionale»). Chiarisce anche la vicenda della sua positività.
13 gennaio 2022: Djokovic è incluso nel sorteggio degli Australian Open.
14 gennaio 2022: il ministro dell’Immigrazione Alex Hawke revoca nuovamente il visto di Djokovic per «salvaguardare l’interesse pubblico».
17 gennaio 2022: è la data in cui avrà inizio lo Slam.
(da Open)
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Gennaio 14th, 2022 Riccardo Fucile
ENNESIMO RICORSO DEI LEGALI DEL TENNISTA CHE ORA RISCHIA DI ESSERE BANDITO PER TRE ANNI DAL PAESE
L’Australia ha deciso: Novak Djokovic va espulso. 
Il ministro dell’Immigrazione Alex Hawke ha usato il suo potere personale per annullare il visto del tennista serbo. I suoi legali stanno già preparando il ricorso immediato e dialogano con il governo. Nole dovrà presentarsi sabato a un colloquio con i funzionari dell’immigrazione e fino ad allora non sarà detenuto.
Il numero uno del tennis era stato sorteggiato nel tabellone del torneo che prende il via lunedì. Hawke ha dichiarato: “Ho esercitato il mio potere ai sensi della sezione 133C (3) della legge sulla migrazione per annullare il visto del signor Novak Djokovic per motivi di salute e buon ordine, sulla base del fatto che ciò era nell’interesse pubblico. Questa decisione ha fatto seguito alle ordinanze del Circuito federale e del Tribunale della Famiglia del 10 gennaio 2022, che riformavano una precedente decisione di annullamento per motivi di equità procedurale. Nel prendere questa decisione, ho considerato attentamente le informazioni fornitemi dal Dipartimento degli affari interni, dall’Australian Border Force e dal signor Djokovic. Il governo Morrison è fermamente impegnato a proteggere i confini dell’Australia, in particolare in relazione alla pandemia di COVID-19″.
Ma non è la parola fine a questa storia. I legali del numero uno del tennis mondiale hanno già presentato il ricorso, con l’obiettivo che venga valutato entro domenica, in modo da consentire a Djokovic di restare in tabellone e partecipare agli Australian Open di cui è campione uscente
Per Djokovic, si prospetta un ulteriore problema: quando l’Australia cancella un visto, la persona non può rientrarvi per i successivi tre anni.
La decisione arrivata di venerdì nella serata australiana sembra non lasciare spazio e tempo alla difesa, che invece punta a un’ingiunzione immediata per consentirgli almeno di scendere in campo nel primo turno, in attesa di un vero processo nella prossima settimana. Ma questo priverebbe ulteriormente di credibilità il torneo, con Djokovic in campo in attesa di giudizio.
“Gli australiani hanno fatto molti sacrifici durante la pandemia e giustamente si aspettano che il risultato di quei sacrifici venga protetto”. Il premier australiano Scott Morrison ha commentato così la scelta dell’esecutivo che guida di annullare il visto di Djokovic.
“Prendo atto della decisione del ministro dell’Immigrazione e comprendo che, a seguito di un’attenta considerazione, ha intrapreso un’azione per annullare il visto di Djokovic detenuto per motivi di salute e buon ordine, sulla base del fatto che ciò era nell’interesse pubblico. La pandemia è stata dura per ogni australiano, ma siamo rimasti uniti e abbiamo salvato molte vite. Insieme abbiamo raggiunto uno dei tassi di mortalità più bassi. L’economia ora è forte e la percentuale di vaccinazione è tra le più alti al mondo”.
(da agenzie)
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