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SONDAGGIO YOUTREND: LA SFIDUCIA NEI LEADER AL 58% A FRONTE DEL 38% DI FIDUCIA

Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile

MATTARELLA, DRAGHI PIACCIONO, A DISTANZA MELONI E CONTE

“Il clima di sfiducia colpisce tutti i leader in campo in questa campagna elettorale: anche Giorgia Meloni, per quanto ancora la leader politica più apprezzata, scende al 35% di fiducia, a fronte di un 58% di poca/nessuna fiducia. Clima che ispira sempre più rabbia (55%) nei confronti della politica da parte degli italiani.
Mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (58%), il presidente del Consiglio uscente Mario Draghi (54%) e, fra le istituzioni, il governo in carica (59%) continuano invece ad essere considerati in maniera positiva, tutti sopra il 50% di gradimento.
Fra gli altri esponenti politici, seguono: Giuseppe Conte (30%), Enrico Letta (25%), Matteo Salvini (24%), Silvio Berlusconi (24%), Luigi Di Maio (15%), Carlo Calenda (14%) e Matteo Renzi (13%). Fra i leader a cui gli italiani affiderebbero la guida del prossimo esecutivo, in testa c’è Mario Draghi (17%), seguito da Giorgia Meloni (11%) e Giuseppe Conte (8,3%)”.
Lavoro, istruzione e clima
Lavoro, istruzione e clima sono i temi verso i quali i giovani – focus del sondaggio insieme alle intenzioni di voto – sono più sensibili. Su di essi c’è una concordanza generale per gli over 35 tra i giovani c’è una maggior domanda di lavoro (71% rispetto al 58%), mentre invece i giovani ritengono l’istruzione e il clima molto più importanti per loro. Tra gli under 35 il tema dell’identità di genere e dei diritti civili (29%) superi, anche se di poco, quello di poter fare una famiglia (28%).
Dal punto di vista identitario, il Pd rimane il partito più rappresentativo in generale (12%), anche più di Fratelli d’Italia – nonostante sia più avanti nei sondaggi – che però è il più rappresentativo tra gli over 35 (15%). In generale, si nota come il centrodestra venga percepito come meno rappresentativo rispetto al centrosinistra tra i giovani elettori. Infatti, tra i giovani, molto alto l’apprezzamento verso il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte (42%), a fronte di una sfiducia molto più marcata verso i tre leader del centrodestra (Giorgia Meloni al 26%, Matteo Salvini al 20%, Silvio Berlusconi al 19%), mentre il leader del Pd Enrico Letta fa leggermente meglio dell’omologa di FdI, ottenendo la fiducia del 27% degli under 35. Il partito che ha sicuramente un forte sbilanciamento identitario verso gli under 35 è +Europa (7%), molto più del Movimento 5 Stelle (9%)”.
(da agenzie)

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SONDAGGIO YOUTREND: PER CHI VOTANO I GIOVANI

Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile

CONTE E LETTA IN TESTA, MALE IL CENTRODESTRA

Tra i leader più apprezzati dai ragazzi figura il presidente del M5S Giuseppe Conte (42%), molto meno amati i leader di Centrodestra (26% Meloni, 20% Salvini, 19% Berlusconi).
Il segretario dem Enrico Letta ottiene il 27% delle preferenze, mentre il partito più sbilanciato a livello identitario verso i giovani rimane +Europa (7%).
Se lo “stacco” generale della coalizione di Centrodestra da quella di Centrosinistra è dato al 19%, per i giovani tale valore cala al 9,2%, grazie alla crescita di Europa Verde/Sinistra Italiana (5%) e al calo di Forza Italia (5,1%).
Forte tra i ragazzi anche il M5S al 13,8% rispetto all’11,1% dei più grandi. In generale, i tre partiti più apprezzati dagli under-35 sono Pd (23,9%), FdI (22,4%) e Lega (14,6%).
Ad emergere dal sondaggio, comunque, è soprattutto un clima di sfiducia generale, che avvolge tutti i leader politici, compresa l’apprezzatissima Giorgia Meloni, in discesa al 35% di fiducia a fronte di un 58% di poca o nessuna fiducia.
Il 55% degli italiani prova rabbia nei confronti della politica, mentre ad essere apprezzati sono soprattutto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (58%), il Premier dimissionario Mario Draghi (54%) e l’attuale Governo in carica (59%).
(da agenzie)

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SONDAGGIO YOUTREND: FDI E’ AL 24,1%; IL PD AL 22,7%; LA LEGA AL 13,8% , CRESCONO M5S (11,1%) E RENZI-CALENDA (AL 5,3%), FORZA ITALIA E’ ALL’8,7%

Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile

LA QUOTA DI INDECISI E ASTENUTI È PARI AL 38,8%: QUASI 4 ITALIANI SU 10 NON HANNO ANCORA DECISO PER CHI VOTARE O SONO INTENZIONATI A NON ANDARE ALLE URNE

Se si andasse alle elezioni la coalizione di centrodestra raggiungerebbe il 48,5% mentre il centrosinistra si attesterebbe al 29,5% . E’ quanto emerge dal sondaggio Quorum/Youtrend per Skytg24.
Nel dettaglio, FdI resta il primo partito con al 24,1% (24,2% nella precedente rilevazione), il PD sale al 22,7% (22,3%).
La Lega registra un 13,8% (14%) mentre il M5S ottiene 11,1% (10,6%). FI è all’8,7% (8,9%); Sinistra italiana/Europa Verde si attestano al 3,2% (3,9%); +Europa al 2,9% (1,6%); ItalExit al 2,5% (3,2%); Azione/Italia Viva 5,3% (nella precedente rilevazione Azione era al 2% mentre Italia Viva era 2,2%);
Noi Moderati all’1,9% (nella precedente rilevazione Noi con l’Italia – L’Italia al Centro era allo 0,8%; Unione Popolare allo 0,7%; Udc – Coraggio Italia allo 0,3%); Impegno Civico è allo 0,7% (1,5%)
Mentre la quota di indecisi e astenuti è pari al 38,8% (38,7%).
(da agenzie)

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LA MELONI CON IL “BLOCCO NAVALE” STA PRENDENDO PER IL CULO GLI ELETTORI

Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile

TUTTI SANNO CHE E’ INATTUABILE, MA L’IMPORTANTE E’ CARPIRE VOTI AI RAZZISTELLI

Non le sono bastate le lezioni che le sono arrivate a più riprese, una tra tutte quella dell’ex sindaco di Lampedusa Totò Martello. Giorgia Meloni continua inperterrita, e consapevole che la misura non è presente nel programma del centrodestra, a propagandare il “blocco navale” come unica soluzione per controllare gli sbarchi dei migranti
“Uno Stato serio controlla e difende i propri confini. Non mi stancherò mai di ribadire che l’unico modo per fermare l’immigrazione clandestina è il blocco navale: una missione europea in accordo con le autorità nordafricane. Solo in questo modo sarà possibile mettere fine alle partenze illegali verso l’Italia e alla tragedia delle morti in mare. È giunto il momento di voltare pagina. Avverrà il 25 settembre se gli italiani ci daranno fiducia”. Queste le parole su Instagram della leader di Fratelli d’Italia che sembra molto sicura nell’affermare che il blocco navale dopo le elezioni diventerà realtà.
Che il suo annuncio sia però un po’ come quello ormai mitologico sull’abolizione delle accise sulla benzina, storica promessa elettorale mai attuata da Salvini, lo ha spiegato bene poco tempo fa Totò Martello.
L’ex sindaco di Lampedusa infatti ha inanellato uno dopo l’altro i motivi per i quali Giorgia Meloni non può tramutare in azione una soluzione illegale: “La signora Giorgia Meloni continua a parlare di “blocco navale davanti le coste del Nordafrica per fermare le imbarcazioni di migranti”: considerato che solo tra Tunisia e Libia ci sono quasi 3.000 chilometri di costa, ha fatto il conto di quante navi e motovedette servirebbero?”.
Un dettaglio tecnico, disegnato anche in una cartina geografica a mo’ di Risiko per mostrare l’ampio chilometraggio dello spazio del Mediterraneo che dovrebbe essere occupato da pattugliatori italiani fissi. Ma c’è anche di più. Molto di più.
“Al di là del fatto che bisognerebbe preventivamente stipulare un accordo con gli Stati interessati e che una misura simile dovrebbe avere il benestare (quantomeno improbabile) dell’Unione Europea, Meloni può spiegare materialmente come intende farlo, questo famigerato blocco? Vuole piazzare un numero indefinito di navi italiane di fronte le coste africane 24 ore su 24, ed appena viene avvistato un barchino che succede? Gli espongono la paletta, gli dicono con un megafono “tornate indietro…!”, e se loro invece vanno avanti che fanno, gli sparano? Ma qualcuno le ha spiegato che in mare vigono regole che non possono essere ignorate? Le mie sono domande serie, perché questo è un tema serio. Vorrei che la signora Meloni spiegasse nei dettagli agli italiani in cosa consiste la sua idea: perché lo slogan “mettiamo le navi davanti le coste africane e li blocchiamo lì” può andare bene durante una partita a Risiko, ma se questo è il cavallo di battaglia della campagna elettorale della destra, allora dovrebbe rispondere alle semplici domande che ho appena fatto. Altrimenti vorrebbe dire che quello del blocco navale è solo uno slogan irrealizzabile, e che sta prendendo in giro gli italiani”.
(da agenzie)

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DIRITTI CIVILI, LA CLASSIFICA DEI PARTITI SECONDO GAY.IT

Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile

I PIU’ ATTENTI SONO SINISTRA-VERDI E + EUROPA… OVVIAMENTE IL CENTRODESTRA SE NE FOTTE

La lista è stata stilata sulla base dell’attenzione dedicata nei vari programmi a diversi punti, dal matrimonio egualitario fino all’educazione sessuale e affettiva nelle scuole
I partiti candidati alle elezioni del 25 settembre hanno elaborato i loro programmi, e tra i vari punti quello dei diritti civili sarà determinante per conquistare l’appoggio della comunità Lgbtq+. Per aiutare gli elettori a orientarsi, il portale Gay.it ha analizzato tutte le proposte delle formazioni politiche e ha stilato la sua classifica di quelle più attente alla comunità. L’asse Sinistra/Verdi e +Europa risultano i più attenti, seguono Unione Popolare e M5s.
I meno sensibili al tema risulterebbero invece appartenere alla coalizione di destra, con Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati e anche Italexit e Impegno Civico di Luigi Di Maio.
I parametri per la classifica
Tra i vari diritti esaminati, figura il matrimonio egualitario. La coalizione di sinistra si è mostrata compatta nell’inserire il tema tra le proprie proposte, così come anche il Movimento e Unione Popolare, mentre gli altri partiti non ne hanno fatto cenno. Così come sembra essere passata in sordina la questione dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, presente solo nelle proposte di +Europa, Sinistra/Verdi e pentastellati. La stessa triade, con l’aggiunta della formazione guidata da Luigi de Magistris, si è espressa favorevolmente rispetto all’omogenitorialità, ossia il legame, di diritto o di fatto, tra bambini e una coppia omosessuale. Ma sono stati gli unici. E la storia si ripete rispetto alla tutela dei diritti delle persone intersex e al divieto delle terapie riparative, ovvero le pratiche intese a cambiare l’orientamento sessuale di una persona dall’omosessualità originaria all’eterosessualità.
Si è preso in considerazione, infine, l’approccio alla riforma della legge 164 del 1982, la norma di riferimento in materia di rettificazione di attribuzione di sesso. Quella cioè relativa alla possibilità per la persona transessuale di modificare il proprio sesso anagrafico sulla base della propria identità di genere. Un tema a cui avrebbero rivolto l’attenzione solo Sinistra/Verdi, +Europa, Movimento e Unione Popolare, con l’aggiunta di Partito Democratico e Azione/Iv in riferimento a una nuova legge contro l’omotransfobia.
(da agenzie)

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IL GOVERNO DRAGHI E QUEI 9 MILIARDI “SPARITI”: ORA MANCANO I FONDI PER GLI INTERVENTI SU BOLLETTE E CAROVITA

Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile

DOVE SONO FINITI GLI EXTRAPROFITTI DELLE AZIENDE DELL’ENERGIA? SEMPLICE, NON HANNO PAGATO LA TASSA DEL 25% SUL DIFFERENZIALE IVA

Dove sono finiti i dieci miliardi di extraprofitti delle aziende energetiche? Mentre il governo Draghi prepara un intervento per coprire gli aumenti del gas in arrivo su famiglie e imprese, la cassa piange.
Con il Decreto Aiuti Bis l’esecutivo aveva programmato di incassare 10,5 miliardi di euro con una tassa una tantum sugli utili extra delle aziende del settore. In due tranche: la prima da pagare entro il 30 giugno (il 40%) e il resto il 30 novembre (per il restante 60%). Ma la maggior parte delle aziende ha deciso di non pagare. Confidando sull’incostituzionalità della misura.
Per questo oggi il governo non sa dove trovare i fondi per l’intervento. E il tempo stringe. Si parla di un nuovo decreto ma anche di un emendamento proprio al Dl Aiuti Bis. Che dovrebbe arrivare in Aula al Senato per la conversione in legge il 6 settembre. Ma intanto c’è chi firma esposti alla magistratura e chi propone di aumentare la tassa dal 25 al 100%.
L’intervento sulle bollette
Con ordine. Il costo del gas è ormai vicino ai 350 euro al megawattora. Con questi prezzi, secondo i calcoli dell’Unione Consumatori, una famiglia tipo pagherà per la bolletta del gas 127 euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Anche per l’elettricità si attendono rincari. In media dovrebbero arrivare 80 euro di aumenti. Un totale di 200 euro in più soltanto per gli oneri dell’energia. In questa ottica, il governo ha cominciato la ricognizione per il reperimento dei fondi da utilizzare per le bollette del quarto trimestre 2022. L’esecutivo ha già escluso l’ipotesi di uno scostamento. Per quanto riguarda le coperture, sul credito d’imposta per le imprese energivore, che è in vigore fino a settembre, si valutano due ipotesi. Ovvero la proroga fino al termine dell’anno o un aumento dell’aliquota.
Saranno prorogati gli sconti sui carburanti in scadenza il 20 settembre, mentre ci sarebbero diversi dubbi, anche di carattere tecnico, sulla possibilità di un intervento per la cassa integrazione a favore dei lavoratori delle imprese che devono fermare o ridurre la produzione a causa del caro energia. Sul versante delle famiglie potrebbe essere potenziata la rateizzazione delle bollette. Una certezza è che si dovranno aspettare i dati agosto sul gettito fiscale. Mentre per soddisfare le richieste e le aspettative dei partiti servirebbero almeno una ventina di miliardi aggiuntivi, si stima a spanne, e le nuove entrate tributarie – anche queste al momento sono stime approssimative – potrebbero assicurare, forse, solo alcuni miliardi.
Il problema degli extraprofitti
Nel frattempo al Mef hanno una data segnata sul calendario. Mercoledì 31 agosto si chiude il ravvedimento per il pagamento dell’acconto sulla tassa degli extraprofitti delle aziende energetiche. Quello sarà il momento per avere delle stime precise su quanto c’è in cassa. Il contributo straordinario si calcola sull’incremento degli incassi tra il primo ottobre 2021 e il 30 settembre 2022. Se l’aumento è superiore al 10% del totale o maggiore di 5 milioni di euro bisogna pagare il 25% del contributo all’erario. In due parti, l’acconto a giugno e il resto a fine novembre. Ma qui sorge il primo problema. Il Mef aveva stimato che la tassa riguardava una platea di circa 10 mila aziende. La metà degli introiti, 5 miliardi, sarebbe arrivata dalle aziende medie e piccole. Il resto dai colossi come Eni ed Enel. Ma di miliardi in cassa alla fine ne è arrivato soltanto uno.
E questo perché la maggior parte delle aziende ha contestato la tassa sugli extraprofitti. Con alcuni argomenti giuridici e fiscali. Come quello della scelta del differenziale Iva per la valutazione degli extraprofitti. La scelta della variazione della cifra imponibile su cui si paga l’imposta sul valore aggiunto è un principio sbagliato, secondo le aziende, perché ci sono altre variabili che possono influenzare quel numero. Come per esempio l’incremento delle quote di mercato. Un altro argomento è che l’aumento derivava anche dal calo dovuto al lockdown, quando consumi e prezzi erano più bassi del normale. Tra le aziende che hanno proposto ricorso (dapprima davanti all’Arera e poi al Tribunale Amministrativo Regionale) ci sono anche le imprese del fotovoltaico aderenti a Confagricoltura. Con altri argomenti e la scadenza del 21 settembre come prima udienza utile per discuterli.
Quali imprese hanno fatto ricorso
Repubblica spiega oggi che a fare ricorso davanti al tribunale amministrativo regionale del Lazio sono state una ventina di aziende. Una decisione è attesa per l’8 novembre. Le imprese mirano all’incostituzionalità della norma sulla scorta della sentenza della Consulta sulla Robin Tax, che però venne dichiarata fuorilegge solo per i prelievi futuri. Il quotidiano aggiunge che tra i ricorrenti ci sono aziende petrolifere come Kuwait Petroleum (Q8), Ip, Esso e Engycalor entrambe controllate da ExxonMobil. Alcune di loro, come Ip, hanno comunque pagato l’acconto. «Per noi petroliferi la beffa è ancora più clamorosa – racconta una fonte – perché la tassa colpisce anche le accise che siamo obbligati a versare quando vendiamo. Una tassa sulla tassa, ma così il contributo raddoppia, triplica». Nell’elenco non ci sono invece i colossi di Stato Eni ed Enel. C’è però Acea Energia Spa, la municipalizzata di Roma. E anche Engie Italia Spa, multinazionale francese di luce e gas.ù
Cosa ci si aspetta dal ricorso dell’8 novembre davanti al Tar?
Tre sono gli scenari possibili, secondo un avvocato che segue il contenzioso «I giudici sospendono l’efficacia della norma e dispongono un rinvio alla Consulta: il saldo di novembre non si paga fino a quando l’Alta Corte non si pronuncia, di solito entro un anno o anno e mezzo. Oppure i giudici non accolgono il ricorso e tutti pagano tutto. Terzo scenario: il Tar rinvia alla Consulta, ma non sospende la norma: quindi il saldo si paga e poi si aspetta il rimborso». Secondo le imprese il problema potrebbe essere risolto con un’addizionale Ires, che colpirebbe davvero i profitti. La Lega ha proposto di aumentare dal 25 al 50% la tassa dopo la modifica sul differenziale Iva.
Gli esposti e le soluzioni
Nel frattempo c’è chi, come Europa Verde e Sinistra Italiana, ha chiesto l’intervento della magistratura. Un esposto chiede ai giudici di verificare se si sia di fronte al reato di evasione fiscale e frode e suggerisce il sequestro delle somme dovute.
Mentre di fronte al mancato pagamento della prossima scadenza partirebbe la riscossione forzata dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. Ieri intanto il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha chiesto al Mef di pubblicare i dati delle aziende presuntamente morose. Conte ha anche proposto di estendere la tassa degli extraprofitti «anche ad altri comparti, penso a quello farmaceutico e assicurativo, che durante pandemia hanno speculato accumulando profitti ingenti. Una variazione di bilancio ben costruita, frutto di una indirizzo economico strategico specifico, la possiamo reggere».
(da Open)

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IL MINISTRO SPERANZA: “I SOVRANISTI VOGLIONO RIMUOVERE IL COVID, COSI’ AIUTANO I NO VAX”

Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile

“SBAGLIATO TAGLIARE I FONDI AL SISTEMA SANITARIO”… ALTRIMENTI COME FAREBBERO A FAVORIRE I RAS PRIVATI?

Il ministro della Salute Roberto Speranza è candidato a Napoli come capolista del Pd – democratici e progressisti. Oggi, in un’intervista rilasciata a Repubblica, parla della battaglia contro il Coronavirus e del centrodestra che vuole “rimuovere” Covid-19: «È la ricetta di una certa destra a livello globale, che sostiene: il Covid è un falso problema e altri interessi vengono prima. Si cercano i voti dei negazionisti e dei No vax. Penso a Bolsonaro. E invece i vaccini hanno salvato milioni di vite umane, l’Iss dice 150 mila soltanto in Italia. C’è un pezzetto di Paese su posizioni antiscientifiche. Ecco, Meloni e Salvini sembrano avere paura di scontentarli».
Speranza parla anche della proposta del candidato leghista Mastrangelo sui fondi da spostare dalla sanità allo sport: «Nella sua ingenuità, è una posizione che non mi stupisce e mi preoccupa. Qual è l’idea che la destra propone in giro per il mondo? Che alla salute ci pensa il mercato. È chiaro che la flat tax significa accettare meno gettito fiscale, regalando soldi ai miliardari. Ma così hai a disposizione meno risorse per il servizio sanitario nazionale. Ti curi con le assicurazioni, ti serve una carta di credito: conta quanto denaro hai. Noi abbiamo un altro modello: un grande servizio sanitario universale. Se stai male vieni curato. Non conta dove sei nato, la capacità del tuo portafoglio o il colore della tua pelle».
Infine, nel colloquio con Tommaso Ciriaco, Speranza spinge sui fondi al servizio nazionale: «Sarebbe folle tornare indietro, tagliare sulla sanità significherebbe non aver imparato la lezione del Covid. Contro questo progetto ci batteremo. Pesano i numeri, che rivendico: negli ultimi tre anni sul fondo sanitario nazionale abbiamo messo dieci miliardi in più, passando da 114 a 124. È più del triplo di quello che si metteva annualmente in passato. In più ci sono venti miliardi del Pnrr e 625 milioni del PON salute. Per noi non si può investire meno del 7% del Pil in sanità».
(da agenzie)

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PALERMO: VANDALIZZATO IL MURALE DI PAOLO BORSELLINO E RUBATE LE 23 STATUETTE DEI MARTITI DELLA MAFIA

Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile

DUE ATTI VANDALICI IN POCHE ORE

Allo Spasimo di Palermo sono state rubate 23 sculture dedicate ai martiri della mafia. Nella tarda serata di ieri è stato scoperto un raid vandalico all’interno del cortile del complesso dello Spasimo, dove è installato «L‘Albero dei tutti».
Ignoti si sono introdotti all’interno dello Spasimo, rubando 23 statuette che rappresentano proprio alcune delle vittime di Cosa nostra.
L’opera di Gregor Prugger, prodotta dalla Fondazione Falcone con la provincia autonoma di Bolzano, è stata realizzata in occasione del trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Ieri era stato invece vandalizzato il murale di TvBoy che ritrae il giudice Paolo Borsellino. L’opera si trova fra via Paternostro e Via Lungarini. Il volto è stato scarabocchiato.
Il sindaco Roberto Lagalla ha commentato: “Quella appena trascorsa è sicuramente una domenica triste, perché questo altro atto vandalico si aggiunge allo sfregio al murale dedicato al giudice Borsellino. Questi due fatti non vanno minimizzati”
(da agenzie)

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“TI PRENDO A CALCI NEL CULO”: COSI’ IL TURISTA CHE GETTA RIFIUTI IN SARDEGNA E’ STATO COSTRETTO A RACCOGLIERLI

Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile

IL TURISTA MALEDUCATO AFFRONTATO DA UN RESIDENTE: “STAI SPORCANDO LA NOSTRA TERRA, NON TI AZZARDARE MAI PIU'”

Certe maniere aggressive non sono mai auspicabili. Eppure di fronte all’inciviltà del turista che in Sardegna, a San Teodoro, ha lanciato un sacchetto di rifiuti in un prato, sul ciglio della strada, si fa fatica a dare torto al residente che lo ha colto sul fatto e a male parole gli ha intimato di raccogliere tutto mentre lo filmava con il telefono.
L’uomo del posto costringe il turista a raccogliere tutto, fino alle forchette in plastica, continuando a ripetere “Non ti azzardare mai più, non ti permettere, stai sporcando la nostra terra”.
Il giovane si china per prendere ciò che ha gettato poco prima e chiede perdono per l’azione sconsiderata che ha appena compiuto.
Nonostante il piglio severo del residente è evidente che è l’indignazione a farlo parlare ma sembra improbabile che possa passare all’azione. Tanto è vero che filma tutto e avverte il ragazzo sporcaccione che lo sta filmando. Il video è stato rilanciato anche dal consigliere regionale in Campania Borrelli, storicamente sensibile a questi temi.
Francesco Dalu, il motociclista protagonista del rimprovero e autore del video ha poi raccontato a Galluraoggi: “Mi trovavo in località Badualga e stavo rientrando a casa in moto. Ho visto questa persona che buttava la busta a bordo strada, sono tornato indietro e gliel’ho fatta raccogliere”, sottolineando anche l’aggravante nel comportamento del turista: “Aveva alloggio li vicino – spiega -, ma ha preferito buttarla piuttosto che differenziarla nei cassonetti che aveva la struttura dove alloggiava”.
(da agenzie)

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