Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile
“APPENA SARA’ POSSIBILE VOGLIAMO ABBRACCIARE IL POPOLO UCRAINO”
I Maneskin hanno vinto gli Mtv Video Music Awards 2022. Il gruppo
rock è diventato la prima band italiana a portare a casa un premio per il miglior video alternativo con la canzone ‘I wanna be your slave‘.
«È straordinario – ha detto il cantante della band, Damiano David -. Non ce lo aspettavamo. È un onore. C’erano tanti grandi artisti».
Il premio è stato consegnato al Pudential Center di Newark, New Jersey. I componenti del gruppo hanno pubblicato una foto nel loro profilo Twitter con il premio, ringraziando tutti quelli che li stanno supportando in questa «scarica di adrenalina».
Prima della premiazione i Maneskin hanno anche ribadito di voler cantare in Ucraina: «Quando sarà possibile è ormai chiaro che i Maneskin saranno fra i primi a mettere piede da quelle parti per abbracciare i loro fan».
Mentre Victoria ha parlato della difficoltà di salire sui palchi più importanti della musica americana: «In realtà l’unica pressione che sento è quella per le mie tette che mi scappano fuori dal reggiseno visto che in America sarebbe un problema».
Anche Taylor Swift per ‘All too well‘ nella versione lunga da 10 minuti e Harry Styles per ‘Harry’s house‘ hanno raccolto premi agli Mtv Awards 2022.
La Swift ha vinto nella categoria del miglior video (long form) e Styles per il miglior album dell’anno. Il cantante britannico – che ha battuto Billie Eilish, Adele, Bad Bunny e Drake – ha accettato il premio in collegamento dal Madison Square Garden, dove in questi giorni è impegnato per una serie di 15 concerti.
(da agenzie)
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Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile
OVVIAMENTE UN ALTRO UCRAINO, OVVIAMENTE ARRIVATO DALL’ESTONIA, CHE AVREBBE PREPARATO L’ORDIGNO “IMPROVVISATO” CON LEI IN UN GARAGE… SAREBBE POI RIPARTITO IL GIORNO PRIMA PER L’ESTONIA SENZA GODERSI IL BOTTO, QUINDI IRRINTRACCIABILE PURE LUI
Un secondo cittadino ucraino sarebbe coinvolto nell’attentato del 20 agosto scorso contro Darya Dugina. Lo sostiene il Servizio di sicurezza federale russo (Fsb), secondo cui Natalia Vovk, la donna ucraina indicata come l’esecutrice dell’attentato, ha avuto il supporto di un suo connazionale, il 44enne Bogdan Tsyganenko.
Secondo i servizi russi, «Tsyganenko ha fornito a Vovk targhe e documenti falsi a nome di una cittadina kazaka, Yulia Zaiko, e insieme a Vovk ha assemblato un ordigno esplosivo improvvisato in un garage in affitto nel sud-ovest di Mosca».
L’uomo, ha aggiunto l’Fsb, era entrato in Russia il 30 luglio dall’Estonia e «ha lasciato il territorio russo il giorno prima» dell’attentato.
«Mentre si assicurava che Dugina lasciasse il festival, Vovk l’ha seguita su una Mini Cooper e ha fatto brillare l’ordigno esplosivo», prosegue l’Fsb. L’auto della figlia di Dugin è stata fatta saltare in aria vicino all’insediamento di Bolshye Vyazemy nella regione di Mosca il 20 agosto. La giovane donna è morta sul colpo. Sull’identificazione di Natalya Vovk sussistono molti dubbi.
(da agenzie)
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Agosto 29th, 2022 Riccardo Fucile
IL NECROLOGIO VERGOGNOSO: “ASSASSINATA DALL’ODIO ANTI-RUSSO”… LA RISPOSTA DEGLI UCRAINI: “CI CHIAMAVA SUBUMANI”
Non si fermano le polemiche per la messa organizzata a Rimini in
ricordo di Darya Dugina, la figlia dell’ideologo dell’imperialismo russo Aleksandr Dugin morta lo scorso 21 agosto nell’esplosione dell’auto su cui viaggiava.
L’iniziativa è stata annunciata da un necrologio firmato “le amiche e amici della Russia”, con la scritta “Assassinata dall’odio anti russo“.
Una frase che ha preoccupato don Sebastiano Benedettini, che invano ne ha chiesto la rimozione salvo poi celebrare la funzione una volta ottenuto il via libera della Diocesi. “Nessun intento polemico né politico”, hanno ribadito gli organizzatori, una ventina in tutto.
Indignazione ha espresso l’Associazione culturale europea Italia-Ucraina Maidan che in silenzio ha manifestato nei pressi della chiesa. La notizia con la foto del necrologio è rimbalzata sui social, dove molti ricordano le parole della Dugina contro gli ucraini.
“La messa è stata chiesta in effetti in questa chiesa da un gruppo di persone, una in particolare, molto vicina a questa comunità, ma io non avevo capito bene né chi era la ragazza in questione, né che sarebbe stata scritta quella frase in cui si parla di odio anti russo, detto questo posso dire che chiamerò il vescovo per capire se la messa va fatta, anche se credo che ogni persona la meriti e la chiesa non entra in questioni politiche”, ha chiarito don Benedettini, contattato dal Corriere della Romagna al quale molti riminesi stavano segnalando la presenza in città dei necrologi per la Dugina.
Niente da fare per la rimozione della scritta sull’odio “anti russo”. Contattati dal prete, gli organizzatori non hanno voluto sentire ragione. Segue un confronto con il vicario del vescovo, Maurizio Fabbri, e poco più tardi arriva l’autorizzazione a celebrare la messa dove però, si è raccomandata la Diocesi, non si deve parlare di politica né del conflitto tra russi e ucraini.
A difendere l’iniziativa è uno degli organizzatori. “Siamo una ventina in tutto e quella frase l’abbiamo scritta per denunciare il clima di odio che c’è in questo momento, lo facciamo da cattolici e lo facciamo senza alcun intento polemico, senza schierarci a livello politico visto che le posizioni contro la Russia sono sia a destra che a sinistra e visto che vogliamo esprimere in modo pacifico come la pensiamo senza per questo essere accusati di essere “fascisti” come ci hanno scritto in giro per la città, su qualche manifesto per la messa”, spiega Davide Gasparini sempre alla redazione del Corriere di Romagna.
Ragioni che non hanno placato le polemiche, che vedono i social network schierarsi contro l’iniziativa in difesa delle vittime dell’attacco di Mosca a Kiev. Tanti ricordano l’aperto sostegno della Dugina alla guerra di Vladimir Putin e non manca chi recupera le parole con cui la figlia del filosofo nazionalista definiva gli ucraini: “Subumani che devono essere conquistati“.
A manifestare contro l’iniziativa anche l’Associazione culturale europea Italia-Ucraina Maidan che insieme alla comunità ucraina locale ha organizzato un presidio silenzioso in via Santa Maria Chiara, nei pressi della chiesa dove alle 9.45 era fissata la funzione.
“Il presidio vuole portare in evidenza il fatto che l’odio anti-russo menzionato nei manifestini di annuncio apparsi in città non è sufficiente a giustificare un atto così barbaro da provocare la morte della signora. Gli ucraini non avrebbero mai voluto questa guerra, semmai, al contrario, Darya Dugina l’ha sempre propugnata e fomentata, definendo il popolo ucraino formato da esseri inferiori da conquistare e annientare”, ha dichiarato alla stampa Domenico Morra, responsabile dell’associazione che rilancia: “E’ stata incautamente definita vittima innocente dimenticando le centinaia di bambini caduti sotto i bombardamenti russi che essa stessa incoraggiava, loro sì, vere vittime innocenti di questa guerra insana e senza giustificazioni”.
Dugina è stata uccisa nei pressi del villaggio di Velyki Vyazomi, alla periferia di Mosca, da una bomba che ha fatto saltare in aria l’auto di cui era alla guida e dove fino a pochi istanti prima viaggiava insieme al padre, considerato uno degli ispiratori della politica estera di Putin.
Non meno attiva del padre, la trentenne ha lavorato per due emittenti che sostengono Putin, oltre a dirigere United World International, network online accusato di disinformazione nelle mani del magnate Evghenij Prighozin, vicino al leader russo e implicato nell’affare Cambridge Analytica dove i social network venivano utilizzati per dirigere il voto per la Brexit e nelle presidenziali americane che hanno eletto Donald Trump.
(da agenzie)
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