Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
NULLA DOVUTO FINO A 1.000 EURO, IL 20% FINO A 2.500 EURO, RATEIZZAZIONE IN 10 ANNI OLTRE I 2.500: DATEGLI ANCHE LA MEDAGLIA AL VALORE… GLI ONESTI PRESI PER IL CULO
La nuova Rottamazione Ter sarà la nuova sanatoria per le cartelle esattoriali. Interesserà circa 500 mila contribuenti che non sono hanno pagato le rate.
La nuova sanatoria troverà spazio nella prossima Legge di Bilancio. Che, secondo il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, arriverà in parlamento entro dieci giorni. Insieme alla revisione del reddito di cittadinanza e della Naspi. Il meccanismo, spiega oggi Il Messaggero, prevede un’operazione di “saldo e stralcio”. Fino a 2500 euro per le persone in difficoltà. Con il versamento del 20% e il taglio del restante 80%.
Saldo e stralcio
La legge servirà a regolarizzare la posizione dei 532 mila che non hanno corrisposto il dovuto. E che hanno quindi perso i benefici della regolarizzazione. Il che ha portato nei loro confronti all’invio di una nuova cartella con l’intimazione a pagare tutto e subito. E alle casse dello Stato un ammanco di 2,5 miliardi.
In più c’è una scadenza da tenere a mente. Entro il 30 novembre sarà necessario effettuare il pagamento delle rate delle cartelle dovute nel 2022. Da qui il Saldo e Stralcio. Che prevede, in caso di importi superiori a 2500 euro, il pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5% al posto delle sanzioni. Con rateizzazione automatica in dieci anni. Per le cartelle esattoriali al di sotto dei mille euro l’ipotesi è lo stralcio. Ovvero la cancellazione.
(da agenzie)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
RICORSI AL TAR E AL TRIBUNALE CIVILE CON LA POSSIBLITA’ CHE SI MUOVA LA PROCURA, MA LO SCOPO DEL VIMINALE E’ TENERE FERME LE NAVI PER UN PO’ (COSI AFFOGANO ALTRI INNOCENTI)
Il “carico residuale” è ancora lì. Mentre la Rise Above di Mission
Lifeline ottiene il permesso di sbarco a Reggio Calabria, la Humanity 1 e la Geo Barents rimangono nel porto di Catania.
In totale sono 249 le persone a bordo. Resta invece ancora in acque internazionali la Ocean Viking, con 234 a bordo, che nei giorni scorsi ha chiesto un porto sicuro anche a Spagna, Grecia e Francia.
La Capitaneria di Porto ha prospettato una multa da 50 mila euro se non lasceranno il porto. Mentre loro puntano ai tribunali.
I legali di Humanity 1 hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento notificato al comandante di lasciare il porto senza una scadenza temporale. E uno al Tribunale civile affinché il giudice disponga lo sbarco immediato delle persone a bordo in quanto profughi.
La strategia di Piantedosi
Intanto si attende anche una mossa della procura: «So che ci sono associazione che si stanno muovendo per presentare un esposto sul trattamento dei migranti e sul fatto che non stati fatti sbarcare tutti», ha fatto sapere ieri il legale della Humanity 1, l’avvocato Riccardo Campochiaro.
Ma qual è la strategia del Viminale? La Stampa rivela oggi in un retroscena che al ministero dell’Interno conoscono già il destino di questa storia. È questione di giorni, ma alla fine sbarcheranno tutti.
Il governo cerca di tenere il punto per ottenere qualcosa a livello internazionale. Lo ha fatto capire ieri il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Stiamo lavorando sia sui tavoli europei che su quelli internazionali».
Ma la scelta di far scendere soltanto i fragili e di tenere a bordo i «migranti economici» serve a prendere tempo per spenderlo sul tavolo della trattativa.
Se poi si aprirà un contenzioso giudiziario davanti al Tar o al tribunale civile, è il ragionamento del Viminale, questo bloccherà le navi nel porto per un po’ di tempo.
Intanto sulla Humanity, dice la ong, per la «fase depressiva» che stanno attraversando un gran numero dei 34 naufraghi che ha cominciato a mangiare poco o saltare i pasti. Dalla Geo Barents, invece, in due si sono buttati a mare, seguiti da un giovane che ha tentato di soccorrerli. I tre sono stati riporti sul molo 10 dove è ormeggiata la nave di Msf.
Il principio della bandiera delle navi
Ma c’è anche chi fa notare che la strategia del governo Meloni è strategicamente insensata. Gianfranco Schiavone, socio dell’Asgi, l’associazione per gli studi giuridici per l’immigrazione, spiega al quotidiano che il punto è la divisione tra fragili e sani: «La selezione è finalizzata a che cosa? A sostenere che c’è chi ha diritto a sbarcare in Italia e c’è chi deve riprendere il mare? E qual è la norma in base alla quale i vulnerabili possono scendere e gli altri no? Il coordinamento dei soccorsi è stato assunto dall’Italia. Le navi sono approdate in porto e le operazioni di soccorso si devono concludere con lo sbarco di tutte le persone. Questo dice la legge. Inoltre la Cassazione, con la sentenza 66/26 del 2020, ha chiarito che l’obbligo non si esaurisce con il soccorso in mare. Ma con lo sbarco in un porto sicuro».
Il governo sostiene che le navi che battono bandiera straniera devono rivolgersi ai loro paesi. «Ma questo non ha senso», replica Schiavone. «È vero che le navi sono assoggettate alla giurisdizione del Paese di bandiera in relazione a ciò che accade a bordo. Nulla a che fare con il diritto europeo in materia di asilo. Che si incardina alla frontiera, nelle acque territoriali e nei luoghi di transito, come gli aeroporti. Non è previsto in alcun modo che la domanda possa essere presentata in acque internazionali. La nave ha fatto ingresso in un porto italiano. Se l’Italia vuole sollevare un contenzioso, per quanto strampalato, dopo aver fatto sbarcare tutti, si rivolga alla Corte di Giustizia per chiedere la competenza di un altro Paese nel suo porto».
La Ocean Viking
Intanto la Ocean Viking rifiuta di approdare a Catania. Nicola Stalla, coordinatore dei soccorsi a bordo, spiega oggi a il Resto del Carlino che tutti i naufraghi ancora bloccati a bordo delle navi umanitarie di soccorso «devono essere sbarcati senza ulteriori ritardi e senza distinzioni. L’attuale situazione di stallo è disumana, viola molteplici principi del diritto marittimo e umanitario. E mette ulteriormente a rischio persone che sono in urgente bisogno di protezione. Questo gioco politico non può continuare a violare il diritto dei naufraghi a sbarcare il prima possibile». Mentre riguardo la pretesa della richiesta d’asilo a bordo, «la risoluzione Msc.167-78 dell’Imo (organizzazione marittima delle Nazioni Unite) stabilisce che tutte le operazioni e le procedure, come lo screening e la valutazione dello status delle persone soccorse ’non devono ritardare indebitamente lo sbarco dei sopravvissuti dalla nave che presta assistenza’».
«E poi – conclude Stalla – praticamente ogni giorno, nello stesso Mediterraneo centrale dove operano le navi umanitarie, avvengono operazioni di soccorso. Condotte da unità della guardia costiera italiana, da assetti navali di Frontex, ma anche da navi mercantili di bandiere estere. Tutti i naufraghi soccorsi in tali operazioni sono prontamente sbarcati. E allora perché noi no? Non possiamo che rilevare la natura discriminatoria della mancata assegnazione di un luogo di sbarco per le navi delle Ong».
Anche l’ex presidente della Consulta e ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick non ha dubbi: il decreto interministeriale «è contrario alla legge del mare e alla Costituzione». Che «non attribuisce all’autorità pubblica il diritto di distinguere il grado di pericolo e la diversità di posizione tra chi rischia la vita. L’accoglienza in un porto sicuro è il presupposto per verificare se quelle persone possano poi essere accolte o no».
(da Open)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
L’EX GIUDICE: “COSI’ SI TRADISCE IL DIRITTO D’ASILO”
Il giurista Vladimiro Zagrebelsky contro le misure del governo sugli sbarchi.
«Sul piano del diritto, nonostante il diffuso argomentare esposto a sostegno del decreto, sono ben chiare le ragioni della sua contrarietà al diritto internazionale ed europeo, che disciplina la materia», esordisce l’ex giudice della Corte Europea dei diritti dell’Uomo.
«Non si tratta tanto della selezione che viene effettuata tra i migranti sulla nave, ammettendone a terra alcuni e non altri. In effetti la legge prevede il divieto di respingimento e di espulsione per coloro che ricadono nella elencazione di una nutrita serie di persone vulnerabili, prevalentemente per ragioni debolezza fisica. Si tratta però di un elenco più ampio di quello che si legge nel decreto del ministeriale», spiega Zagrebelsky.
«Si può immaginare che il soccorso che tali persone ricevono a terra consenta loro anche di presentare domanda di asilo o delle altre forme di protezione internazionale umanitaria previste dalla legge. Ma è proprio questa possibilità che viene invece negata ai migranti che rimangono sulla nave».
E ancora: secondo il giurista l’intimazione ai Paesi di bandiera delle navi di occuparsi della sicurezza e dell’avvenire dei migranti «e la ricerca, che il governo dichiara, di un coordinamento europeo, con la ricollocazione dei migranti in altri Paesi membri dell’Unione prima ancora che essi sbarchino sulla terraferma italiana, non ha fondamento giuridico nelle convenzioni internazionali. E assume un tratto autoritario che è l’esatto contrario dell’atmosfera dialogante che potrebbe dar frutto».
Per Zagrebelsky quindi «non si prova quindi soltanto sconcerto perché in uno Stato di diritto il governo dovrebbe piegarsi alle leggi, siano esse nazionali o internazionali . Si prova anche vergogna, senza che conti il fatto che, in materia, l’Italia non sia sola a mostrare insofferenza per le leggi e per le esigenze umanitarie».
(da agenzie)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
FANNO BENE AD ANDARE IN PAESI CIVILI DOVE CREARSI UN FUTURO E DOVE LI ACCOLGONO SENZA FARLI AFFOGARE… ABBIAMO PIU’ EMIGRATI ITALIANI ALL’ESTERO (9,8%) CHE IMMIGRATI IN ITALIA (8,8%)
Quasi 5,2 milioni dei cittadini regolarmente residenti nel territorio
nazionale sono stranieri, contro il 9,8% degli italiani che invece risiedono all’estero.
Sul fenomeno dei ragazzi italiani che lasciano il Paese anche il presidente della Repubblica ha invocato una riflessione
«Si era soliti affermare che l’Italia da paese di emigrazione si è trasformato negli anni in paese di immigrazione: questa frase non è vera». Inizia così il rapporto Italiani nel Mondo 2022 promosso dalla Fondazione Migrantes che conferma come il numero degli italiani residenti all’estero abbia superato quello degli stranieri residenti in Italia. «Negli ultimi difficili anni di limitazione negli spostamenti a causa della pandemia, di recessione economica e sociale, di permanenza di una legge nazionale per l’immigrazione sorda alle necessità del tessuto lavorativo e sociodemografico italiano, la comunità dei cittadini italiani ufficialmente iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (Aire) ha superato la popolazione di stranieri regolarmente residenti sul territorio nazionale», si legge nel report. In questo senso, non esiste solo il flusso migratorio verso l’Italia – in questi giorni confermato dal braccio di ferro tra Ong e Governo al porto di Catania per quanto riguarda lo sbarco dei naufraghi dalle navi Humanity One, Geo Barents e Rise Above -, bensì, come dimostra il rapporto, la nostra Penisola è anche una terra di emigrazione, o meglio, lo è sempre stata. L’indagine parla infatti di «un’Italia interculturale», in cui l’8,8% dei cittadini regolarmente residenti sono stranieri (in valore assoluto quasi 5,2 milioni), mentre il 9,8% dei cittadini italiani risiedono all’estero (oltre 5,8 milioni).
«La mobilità giovanile cresce sempre di più»
Tra coloro che lasciano il territorio nazionale, i giovani rappresentano la fetta più consistente. «È da tempo che i giovani italiani non si sentono ben voluti dal proprio Paese e dai propri territori di origine, sempre più spinti a cercar fortuna altrove. La via per l’estero si presenta loro quale unica scelta da adottare per la risoluzione di tutti i problemi esistenziali (autonomia, serenità, lavoro, genitorialità, ecc.). E così ci si trova di fronte a una Italia demograficamente in caduta libera», riporta l’indagine. Per quanto riguarda i numeri, invece, «dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell’87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori e del 44,6% quella per la sola motivazione espatrio».
Le destinazioni
L’Europa è al primo posto tra le destinazioni scelte dalle persone che hanno deciso di lasciare l’Italia. «Il 78,6% di chi ha lasciato l’Italia per espatrio nel corso del 2021 è andato in Europa, il 14,7% in America, più dettagliatamente latina (61,4%), e il restante 6,7% si è diviso tra continente asiatico, Africa e Oceania».
Mentre le regioni dove si verifica il maggior numero di partenze sono la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna. «Il 53,7% (poco più di 45 mila) di chi ha lasciato l’Italia alla volta dell’estero per espatrio nell’ultimo anno lo ha fatto partendo dal Settentrione d’Italia, il 46,4% (38.757), invece, dal Centro-Sud. La Lombardia (incidenza del 19,0% sul totale) e il Veneto (11,7%) continuano ad essere, come da ormai diversi anni, le regioni da cui si parte di più. Seguono: la Sicilia (9,3%), l’Emilia-Romagna (8,3%) e la Campania (7,1%). Tuttavia, dei quasi 16 mila lombardi, dei circa 10 mila veneti o dei 7 mila emiliano-romagnoli molti sono, in realtà, i protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati dapprima dal Sud al Nord del Paese e poi dal Settentrione all’oltreconfine».
Mattarella: «Serve una riflessione sui giovani che lasciano l’Italia»
Sul rapporto di Migrantes della Conferenza episcopale italiana che «restituisce una fotografia di grande interesse dei flussi migratori» anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto inviare un messaggio al presidente della Fondazione. Secondo il capo dello Stato «il nostro Paese deve aprire una adeguata riflessione sulle cause di questo fenomeno e sulle possibili opportunità che la Repubblica ha il compito di offrire ai cittadini che intendono rimanere a vivere o desiderano tornare in Italia». E ancora: «A partire sono principalmente i giovani e tra essi giovani con alto livello di formazione, per motivi di studio e di lavoro. Spesso non fanno ritorno, con conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale della nostra popolazione».
(da agenzie)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
FDI 29,4%, M5S 16,8%, PD 16%, AZIONE 8,4%, LEGA 7.7%, FORZA ITLAIA 6,3%, VERDI-SINISTRA 4%, + EUROPA 2,7%
A oltre un mese dal voto, la situazione immortalata dai sondaggi politici oggi non ha riflessi immediati sulla situazione nazionale, ma rischia di averne sulle possibili alleanze in vista delle prossime elezioni locali (con particolare attenzione a quel che accadrà nel Lazio e in Lombardia dove, il prossimo anno, si voterà per il rinnovo delle giunte Regionali).
Perché il Partito Democratico continua la sua emorragia di consensi e ora, ufficialmente, non è più la seconda forza politica in campo.
Ma a perdere consensi – nelle intenzioni di voti – sono la maggior parte dei partiti che fanno parte del nuovo Parlamento. Con alcune eccezioni.
Rispetto alla scorsa settimana, i sondaggi politici oggi di SWG per il Tg di La7 hanno sancito il sorpasso del MoVimento 5 Stelle (di Giuseppe Conte) ai danni del Partito Democratico (guidato ancora da Enrico Letta in attesa del Congresso per scegliere il nuovo segretario).
I pentastellati, come accade ormai da diverse settimane, hanno proseguito nella loro rincorsa, guadagnando in sette giorni mezzo punto percentuale, issandosi al 16,8%. Il PD, invece, prosegue nel suo crollo verticale: -0,3% che porta i dem al 16%.
In testa, oramai è un dato consolidato in continua crescita, c’è sempre Fratelli d’Italia (che anche questa settimana ha ritoccato il suo massimo storico nelle intenzioni di voto, arrivando al 29,4%).
Ma dietro le prime tre forze politiche del Paese c’è il vuoto. Il Terzo Polo (Azione + Italia Viva), la Lega e Forza Italia (in quest’ordine) hanno segnato un -0,2%. Distanze invariate, ma in calo rispetto alla rilevazione precedente.
E tra i partiti minori, ma con una rappresentanza parlamentare (alcuni nel gruppo Misto) perdono poco, ma restano staccati da tutti gli altri: -0,1% per il ticket Verdi/Sinistra Italiana e -0,3% per + Europa.
(da agenzie)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
NON DISTINGUE IL VERBO DAL SOSTANTIVO
Il giochetto è sempre lo stesso. Come già accaduto con il tanto
contestato decreto legge – approvato con urgenza dal secondo Consiglio dei Ministri dell’Era Meloni – contro i rave party, il governo continua a utilizzare termini e indicazioni che non hanno attinenza con la realtà.
Ma la cosa più grave è rappresentata dai tentativi di “giustificare” quanto detto/scritto con le più classiche arrampicate sugli specchi.
E come accaduto solo una settimana fa (prima che dalla stessa maggioranza fossero evidenziate tutte le lacune inserite all’interno del dl contro i rave illegali), ora Fratelli d’Italia prova a spiegare agli italiani il significato di “carico residuale”, concetto espresso dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per definire i 35 migranti a bordo della Humanity 1 che non sono stati fatti sbarcare a Catania.
E a farlo è il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove.
Secondo Fratelli d’Italia, dunque, il termine “carico” è utilizzato anche all’interno del testo della Convenzione dell’Onu sui diritti del Mare. È vero? Certamente, ma quel termine non viene utilizzato come sostantivo (come invece fatto da Piantedosi e dal governo), ma come verbo.
E la differenza è eclatante, sia nel significato che nell’effetto.
Leggiamo, infatti, quanto previsto dall’articolo 19 della suddetta convenzione internazionale delle Nazioni Unite (pubblicato anche sul sito del Ministero della Transizione Ecologica.
Carico Residuale testo convenzione ONU
“Il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero”.
Il carico o lo scarico. Caricare, scaricare.
Due verbi che, ovviamente, hanno significato ben diverso al concetto di “carico residuale” inteso da Matteo Piantedosi. Concetto che stava a indicare quei 35 esseri umani a bordo della Humanity 1 che non avevano i “requisiti” per lo sbarco.
Ma Fratelli d’Italia ci ha tenuto a “fare chiarezza”, con la classica toppa peggiore del buco e con una spiegazione che fa acqua da tutte le parti.
(da NextQuotidiano)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
LA COPPIA RESPONSABILE A PROCESSO
Una coppia residente nel Pesarese a processo per disturbo della quiete pubblica dopo aver offeso con insulti a sfondo razziale e lanciato bucce di banane e altri rifiuti nei confronti di due bambini che all’epoca dei fatti avevano 11 e 16 anni, figli di una pesarese e di un uomo del Senegal, accusati dalla stessa coppia – vicina di casa – di fare «troppo rumore».
A raccontare l’episodio è il il Resto del Carlino che ha inoltre riportato che la denuncia nei riguardi di marito e moglie, un 60enne di Catania e una 57enne originaria della Polonia, era partita dalla stessa mamma dei piccoli secondo cui dietro quel gesto ci sarebbe l’aggravante razziale poiché – come riporta il quotidiano locale che cita la donna – la coppia di vicini non avrebbe digerito la loro famiglia e in particolare la pelle più scura dei piccoli, sin dal loro arrivo al piano superiore di quell’appartamento a Montelabbate (PU).
Oltre alla mamma dei bambini, che si è costituita parte civile e ha chiesto 5mila euro di risarcimento danni, anche altri vicini hanno riferito di aver sentito insulti come «Bestie, animali, zingari».
Mentre gli imputati – saliti sul banco dei testimoni – hanno negato le accuse compresa quella di essere razzisti. Secondo il racconto della denunciante, a dare fastidio alla coppia sarebbero stati i giochi rumorosi dei bimbi, tanto da spingere la coppia vicina di casa a bussare sul soffitto con una scopa. La mamma, 39enne e personal trainer, ha raccontato al giornale che per i bambini quella coppia era diventata il loro incubo. Di giorno, infatti, «non volevano neppure scendere dall’auto per paura di rientrare in casa al punto di chiedere di chiudere la porta per il timore che quell’uomo entrasse». Attesa ora la prossima udienza, dove si pronunceranno i testimoni della difesa e infine la sentenza che deciderà sulla vicenda.
(da agenzie)
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