Novembre 30th, 2022 Riccardo Fucile
NELLA REGIONE SICILIA GOVERNATA DAL CENTRODESTRA LE LISTE DI ATTESA SONO TROPPO LUNGHE
Cira Maniscalco ha una figlia di 8 anni che soffre di una rara malattia
neurologica. Per garantire le cure alla bambina ha chiesto un finanziamento di 30 mila euro a una banca.
Perché nella sua città, Palermo, e nella sua regione le visite e gli esami hanno liste d’attesa troppo lunghe.
Lo spiega lei stessa in un’intervista a la Repubblica raccontando di un encefalogramma fatto dopo pochi giorni pagato 250 euro: «Non è stata una scelta, ma una necessità. Mia figlia ha una rara patologia neurologica che richiede controlli annuali.
A maggio il medico le ha prescritto un elettroencefalogramma nel sonno, tecnicamente chiamato polisonnografia, con priorità breve, da eseguire cioè entro dieci giorni.
Sono andata al centro prenotazioni dell’ospedale pediatrico Di Cristina. Mi è stato risposto che l’esame non si poteva prenotare. Dopo le mie proteste, mi hanno detto che si poteva fare a novembre. Allora mi sono rivolta a un centro privato. Dopo due giorni l’esame è stato eseguito al costo di 250 euro. Nel pubblico non avrei pagato, perché mia figlia ha diritto all’esenzione per patologia».
Cira dice che questa cosa succede molto spesso: «L’anno scorso ho pagato una risonanza magnetica pediatrica. In ospedale avrei dovuto attendere otto mesi. In un centro diagnostico privato l’esame è stato eseguito dopo due giorni per 300 euro. Ma i bambini con un tumore al cervello non possono aspettare. E noi genitori siamo disposti anche a indebitarci. Ho chiesto un finanziamento a una banca, pago una rata da 280 euro al mese e ho ancora davanti dodici anni di pagamenti. Ora, con l’aumento dei prezzi e il caro-bollette, non arrivo nemmeno a fine mese. Devo chiedere ai miei genitori i soldi per la spesa».
E questo perché «in Sicilia non esiste la Neurochirurgia pediatrica e sono costretta a continue trasferte all’ospedale Meyer di Firenze. La Regione rimborsa solo parte delle spese, il resto è a carico nostro. È vergognoso che le famiglie debbano pagare anche esami di routine che dovrebbero essere garantiti in tempi accettabili dalle strutture pubbliche».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 30th, 2022 Riccardo Fucile
OPERAZIONE DELLA DDA
In un gruppo Telegram veniva incoraggiata ed esaltata la discriminazione razziale etnica e religiosa.
Tre ragazzi accusati di farne parte sono stati arrestati oggi, nell’ambito dell’operazione Blocco Est Europa della polizia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova.
Nelle chat incriminate venivano osannati gli autori di sparatorie nelle scuole elementari e medie. I video delle stragi, inoltre, venivano condivisi nella chat e le gesta fatte oggetto di intenzioni emulative. Alcuni dei membri avevano infatti inaugurato una vera e propria “campagna di addestramento” al tiro con armi ad aria compressa utilizzando come “bersaglio” effigi di importanti cariche dello Stato in varie zone abbandonate del capoluogo ligure.
L’obiettivo ultimo consisteva nella realizzazione di un “progetto stragista” di enormi dimensioni alle Istituzioni democratiche.
Per questo tra le accuse contestate, a vario titolo, figura l’apologia di gravi delitti (omicidi e stragi) anche di tipo terroristico, assieme all’istigazione alla violenza sessuale su minori e diffusione di materiale pedopornografico.
Il tutto condito da copioso materiale di stampo suprematista: xenofobo, misogino, omofobo, antisemita e filonazista.
Contenuti che spaziavano dalle immagini di coprofagia a quelle di necrofilia, di decapitazioni, torture ed esecuzioni provenienti dagli ambienti jihadisti, mutilazioni e automutilazioni. I messaggi venivano scambiati tra ragazzi giovani, tra i 14 e i 21 anni. Le attività di indagine sono scattate dopo una segnalazione al Commissariato di P.S. online, e sono state svolte dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Liguria e dalla D.I.G.O.S. di Genova.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 30th, 2022 Riccardo Fucile
PARTECIPA AL CONCORSO DEI VIGILI URBANI NEL SUO COMUNE E VINCE
Assessora ad Ardea, con delega ai servizi demografici e al personale, ha preso parte al concorso per tre posti da vigile urbano bandito dallo stesso Comune di Ardea ed ha già superato la preselezione. Una vicenda che sta sollevando numerose polemiche sul litorale romano quella con al centro la leghista Luana Ludovici.
Eletta nella scorsa consiliatura con una civica e passata poi con il Carroccio, diventando anche coordinatrice cittadina del partito di Matteo Salvini, l’assessora Ludovici si è ricandidata quest’anno ed è stata eletta a giugno in consiglio comunale. Scelta poi dal sindaco Maurizio Cremonini, di Fratelli d’Italia, per far parte della giunta, si è dimessa da consigliera e al suo posto è entrato a far parte dell’assise civica il cugino Giovanni Giovannelli.
Nella Lega l’amministratrice, che in passato ha lavorato prima come operaia e poi come segretaria, ha fatto carriera in fretta ed era stata anche scelta come assistente dall’eurodeputata Anna Cinzia Bonfrisco. Ora l’imbarazzante partecipazione alla selezione pubblica, per titoli ed esami, avviata dal Comune di Ardea per assumere a tempo pieno e indeterminato tre agenti di polizia locale.
L’assessora Ludovici ambisce a entrare a far parte di quel personale comunale su cui lei stessa ha la delega. Ed è già tra gli ammessi al concorso. Su 134 aspiranti vigili ce l’hanno fatta a superare la preselezione soltanto in 22: l’esponente leghista è tra questi.
(da La Repubblica)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 30th, 2022 Riccardo Fucile
L’ACCORDO CON LA LIBIA SUI MIGRANTI: “COMPLICITA’ CON LA GUARDIA COSTIERA LIBICA”
Hanno rafforzato la Guardia costiera libica nella piena consapevolezza della fine terribile che avrebbero fatto i migranti raccolti in mare e riportati in Libia: sistematicamente seviziati nei lager di detenzione. Perciò alcuni politici italiani, maltesi ed europei di primissimo piano tra cui l’ex ministro dell’Interno e attuale responsabile delle Infrastrutture, Matteo Salvini, sono stati denunciati alla Corte penale dell’Aja per “crimini contro l’umanità”.
Sono stati l’Ecchr, il Centro europeo per i diritti umani e costituzionali, e la Sea Watch a presentare la denuncia penale alla Corte dell’Aja, anche contro l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, l’ex Alto rappresentante della Ue Federica Mogherini, l’ex e l’attuale premier maltesi, Robert Abela e Joseph Muscat, l’ex direttore di Frontex Fabrice Leggeri e altri. L’accusa è di “complicità” con la Guardia costiera libica nella “privazione della libertà”.
Il consulente dell’Ecchr: “Respingimenti e torture, un vero sistema criminoso”
Chantal Meloni, docente di diritto penale internazionale alla Statale di Milano che ha lavorato al caso come consulente giuridico dell’Ecchr, spiega a Repubblica che “abbiamo lavorato su dodici episodi di intercettazioni di migranti e rifugiati in mare avvenuti tra il 2018 e il 2021, che sono stati ricostruiti e documentati nel dettaglio e che dimostrano la violazione gravissima di molte leggi internazionali. Ma oltre che sui singoli casi ci siamo concentrati sul contesto nel quale tali operazioni avvengono, che abbiamo ricostruito come un vero e proprio sistema criminoso”.
Un anno fa l’Ecchr, insieme alla Federazione Internazionale per i Dirittti Umani e Lawyers for Justice in Libya aveva già presentato all’Aja trecento pagine di denuncia “sulle condizioni di detenzione in Libia, sul sistema di torture, abusi e violenze che vige nei centri per i migranti”. Stavolta, quindi, “siamo andati avanti, abbiamo cercato di dimostrare che ci sono responsabilità europee” nel drammatico destino dei migranti che vengono raccolti in mare dalla Guardia costiera libica e riportati nel Paese nordafricano.
L’accordo sotto accusa con la Guardia Costiera libica
“Le responsabilità penali non riguardano Stati o istituzioni, ma direttamente i politici”, spiega ECCHR. “Queste persone, legate da un accordo, hanno disegnato un sistema di respingimenti che si è basato su un rafforzamento della Guardia costiera libica, ben sapendo cosa succede in Libia”. Come spiega ANdreas Schuller, direttore del programma Crimini internazionali dell’Ecchr, “il trattamento e le condizioni di detenzione disumani inflitti ai migranti in Libia sono ben noti da anni. La Libia non è un posto sicuro per rifugiati e migranti”.
Nel documento presentato all’Aja dall’Ecchr si legge in particolare che “nell’ambito degli atroci crimini commessi contro migranti, rifugiati e richiedenti asilo, la presente denuncia giunge alla conclusione che le operazioni con le quali vengono intercettati e riportati in Libia, più che come operazioni di ‘soccorso in mare’, si configurino come crimini contro l’umanità sotto forma di grave privazione della libertà personale”.
Grazie all’adozione da parte della Germania del diritto internazionale, l’Ecchr è già riuscito negli ultimi anni a trascinare davanti ai tribunali tedeschi gli aguzzini del regime siriano di Bashar Assad. Due sono stati già condannati a pene di detenzione lunghe grazie alle testimonianze dei migranti che erano stati seviziati nelle camere per le torture
(da La Repubblica)
argomento: Politica | Commenta »
Novembre 30th, 2022 Riccardo Fucile
L’UNICA STRETTA E’ SULLE PARTITE IVA MORDI E FUGGI PERCHE’ “LE USANO GLI IMMIGRATI”
Strizzare l’occhio a chi evade o vorrebbe farlo. A chi si “dimentica” di pagare
la dichiarazione o la cartella. A chi tiene nel retrobottega il Pos. A chi preferisce girare con i contanti in tasca.
La prima manovra del governo Meloni è piena di questi segnali, diventati norme di “tregua fiscale”, perché non si parli di condoni. I condoni invece ci sono. E se le misure sembrano meno dannose di quanto annunciato è solo per la moral suasion del presidente Mattarella.
Voluntary e depenalizzazione
Senza gli alert del Quirinale, gli azzardi del governo si sarebbero spinti ben oltre. Non è un mistero che si lavorava a una voluntary disclosure per sanare i capitali detenuti all’estero. Tramontata. Come pure il colpo di spugna su tutti i reati di natura tributaria, civili e penali legati all’evasione. Senza eccezioni, compresi mafia e riciclaggio. Troppo, persino per un governo di destra.
Contante
E così, nel giorno in cui Mattarella fermava il rialzo del tetto al contante a 5 mila euro nel decreto Aiuti quater poi trasferito in manovra, il ministero dell’Economia usciva con una nota: “Nessun condono penale”. Una smentita (del ministro Giorgetti) che svelava il tentativo (attribuito al suo viceministro Leo che ha la delega alle finanze). Sul contante la Lega aveva provato con 10 mila euro. Fratelli d’Italia dimezzava il limite, spiegando: “Serve ai turisti”.
La battaglia sui Pos
Era una promessa fatta agli esercenti e commercianti in campagna elettorale. Ed ecco che arriva anche la sospensione delle sanzioni per i pagamenti con il Pos fino a 60 euro. L’obbligo di legge rimane, ma levare la sanzione è come cancellarlo. Piccolo problema: incentivare i pagamenti digitali è un obiettivo del Pnrr perché scoraggia l’evasione. L’Europa si farà sentire: “Il Pnrr va attuato”, diceva ieri la portavoce della Commissione. E venerdì arrivano a Roma gli ispettori Ue per la visita canonica (prevista) sul Pnrr.
Le cartelle
Anche qui l’obiettivo, caldeggiato soprattutto dalla Lega era molto più ambizioso: cancellare tutte le cartelle fino a 5 mila euro (all’epoca del governo Draghi volevano fino a 10 mila euro). Lo stralcio si è fermato ai ruoli affidati fino al 2015 e fino a 1.000 euro per cartella. Basta però avere più cartelle, ciascuna non superiore a mille euro – Iva, Irpef, multe – e il tetto è superato. Per i debiti sopra i 1.000 euro si deve solo l’imposta in rate fino a 5 anni, senza sanzioni, interessi, rate. E poiché qui sono in ballo cartelle fino al 30 giugno 2022, l’italiano che non evade, paga le tasse, tutte e in tempo, si chiede se ne vale la pena.
La pace col fisco
Ben dieci modi per ricucire i rapporti con l’Agenzia delle entrate. “Ci si siede a tavolino e si tratta”, spiega il viceministro Leo. Mai legge di bilancio fu più generosa nell’offrire soluzioni: tra ravvedimento operoso e conciliazioni giudiziali, tutte scontatissime a prezzo di saldo con sanzioni mini.
Le partite Iva “apri e chiudi”
L’unica stretta del governo, in chiave anti evasione, è su chi apre una partita Iva e poi la chiude per non pagare tasse, soprattutto nel commercio, nei negozietti. Ecco il motivo: “Lo fanno soprattutto gli extracomunitari, non lo permetteremo più”, diceva il 18 agosto la candidata Giorgia Meloni. Detto fatto.
(da La Repubblica)
argomento: Politica | Commenta »