ADDIO SOGNI DI GLORIA, PER TRUMP IL PREMIO NOBEL È UN MIRAGGIO: LA CANDIDATURA PER L’IMPORTANTE ONORIFICENZA È PRATICAMENTE IMPOSSIBILE: TRE DEI CINQUE MEMBRI DEL COMITATO NORVEGESE CHE ASSEGNA IL NOBEL, INFATTI, LO HANNO CRITICATO
IL PRESIDENTE VIENE IMPALLINATO ANCHE PER LE SUE POLITICHE ECONOMICHE: DAZI E PROTEZIONISMO ESASPERANO GLI SCONTRI TRA I PAESI, E NON FANNO CURRICULUM DA PALADINO PER LA PACE
La candidatura per la più importante onorificenza al mondo, che metterebbe Trump sullo
stesso piano di Martin Luther King e di tanti altri illustri donne e uomini, si prospetta per il presidente come un impervio percorso a ostacoli, dove AI non ha potere. Contano invece i voti dei cinque membri del Comitato norvegese del Nobel per la Pace.
Secondo il Washington Post, “almeno tre su cinque hanno già criticato Trump pubblicamente”: e questo, essendo necessaria una maggioranza, riduce drasticamente la probabilità di successo del presidente americano.
Trump va comunque avanti per la sua strada e si ingegna sul come mettere fine alla guerra di Putin in Ucraina. Ma saranno le sue politiche a tutto tondo, anche quelle economiche, compresi dazi e protezionismo, ad avere un peso nella nomination.
E’ evidente che chi provoca e inasprisce i conflitti commerciali, chi demolisce la globalizzazione e mina la cooperazione internazionale, chi rilancia il protezionismo ed esaspera gli scontri economici tra Paesi non è proprio un paladino della pace nel mondo.
A impallinare Trump e le sue politiche economiche, guarda caso, sono stati finora proprio i Premi Nobel per l’Economia. Sono una ventina quelli che si radunano da oggi a sabato in Germania sulle sponde del Lago di Costanza per il prestigioso ritrovo annuale Lindau Nobel Laureate Meeting dedicato alle EconomicSciences: e c’è da aspettarsi che Trump non ne uscirà bene.
Nove dei 23 Laureates che firmarono la lettera di sostegno a Kamala Harris si trovano oggi a Lindau. Nella lettera si scagliarono contro l’agenda economica «controproducente» di Trump.
Sono numerosi i Premi Nobel per l’Economia usciti allo scoperto contro il presidente americano. Se gli andrà male (la review delle nominations finisce in ottobre) potrà sempre consolarsi con un video generato da AI in Oslo City Hall dove gli viene assegnato virtualmente un Nobel Peace Prize.
(da il Sole 24 Ore)
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