BERLUSCONI SCEGLIE BRUNETTA: CON VERDINI ARIA DI SEPARAZIONE
“ORMAI DENIS STA CON RENZI, NON CON NOI”… FORZA ITALIA SPACCATA IN TRE
La frattura è scritta nero su bianco.
È una frattura che fa tremare il cuore del sistema di potere berlusconiano. Da un lato Berlusconi. Dall’altro Verdini.
Ecco la nota che l’ex premier scrive nel pomeriggio, come risposta al “documento” presentato da una ventina di verdiani: “Oggi Forza Italia ha ripreso la sua autonomia e torna a fare opposizione a 360 gradi, come stabilito durante il dibattito negli organismi di partito e all’interno dei gruppi parlamentari che, all’unanimità , hanno fatto proprie queste scelte. Chi oggi ha ritenuto di dover esprimere le proprie riflessioni, avrebbe fatto meglio a farlo allora, condividendo con tutti noi i suoi spunti di dibattito”.
Parole chiare, che suonano come una risposta al documento di Denis Verdini, dove si parlava di “deficit democratico” nella condivisione delle scelte. E di “disagio e dissenso”: “Siamo persuasi — si legge nella lettera dei verdianiani – che la conduzione del nostro gruppo parlamentare mostri quotidianamente un deficit di democrazia, partecipazione ed organizzazione: non è pensabile, per rispetto dell’intelligenza di tutti, che si continui a riunirsi per ratificare decisioni già prese altrove e che magari Ti vengono rappresentate come decisioni unitarie del gruppo”.
Di fatto, la richiesta della testa di Brunetta (leggi qui: la manovra per far saltare Brunetta).
Richiesta che Berlusconi spedisce al mittente. È cruciale il passaggio in cui l’ex premier difende Renato Brunetta, l’alfiere della linea dura: “Ringrazio Renato Brunetta, che si è assunto il non facile compito di argomentare le nostre scelte e del quale ho condiviso l’intervento in Aula nei toni e nelle parole”.
È forse il passaggio più importante.
Perchè proprio la testa di Brunetta era la richiesta non solo dei verdiniani, ma anche di quelli come Mariastella Gelmini che vogliono una “Forza Italia riformista”.
Renato non si discute, dice Berlusconi.
Che invita all’armonia, a smetterla con i protagonismi.
Forza Italia è evidentemente divisa in tre (i 20 fittiani contro le riforme, i diciotto verdiniani pro-Nazareno, il corpaccione che si sarebbe astenuto e ha subito la scelta) ma Berlusconi attacca le cassandre dei giornali e sbandiera l’unità di facciata come se fosse reale.
Per la prima volta da anni la frattura con Verdini è pubblica.
L’ex premier è convinto che, di fronte allo strappo, non tutti i diciotto seguiranno Denis: di fedelissimi ne ha 8 o nove.
Ma soprattutto non ha affatto apprezzato che il segnale sia arrivato il giorno di Ruby. È come se qualcuno avesse puntato le sue fiches su Renzi scommettendo sulla catastrofe giudiziaria.
Ecco, Berlusconi e Verdini al momento vivono da separati in casa.
La mossa di oggi, secondo le antenne dell’ex premier, è stata concordata con palazzo Chigi più che con Arcore.
E, tra i suoi, in parecchi scommettono che Verdini a questo punto darà vita a gruppi di nuovi responsabili che facciano da “polizza a vita” della legislatura.
Soprattutto ha i numeri. C’è già chi la chiama “operazione 2018”: “Ormai — filtra dall’inner circle di Berlusconi — Denis sta con Renzi, non con noi”
(da “Huffingtonpost“)
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