ENTI INUTILI: ISA, 36 PRATICHE IN 7 ANNI: STIPENDI PER 5 MILIONI DI EURO L’ANNO ALL’ISTITUTO PER LO SVILUPPO AGROALIMENTARE
E’ UNA SOCIETA’ PARTECIPATA AL 100% DAL MINISTERO MA NON SONO PREVISTI TAGLI…34 DIPENDENTI E 4 DIRIGENTI: L’AMMINISTRATORE DELEGATO E’ ANNALISA VESSELLA, CONSIGLIERA REGIONALE E MOGLIE DEL DEPUTATO PISACANE
Trentasei pratiche di finanziamento in sette anni.
È questo il risultato del lavoro dell’Istituto per lo sviluppo Agroalimentare, società finanziaria partecipata al 100% dal ministero delle Politiche agricole. Difficile non catalogarlo tra gli enti inutili.
Eppure è sopravvissuto anche all’ultima sforbiciata del governo di Mario Monti.
Una resistenza difficile da giustificare in tempi di spending review per una mole di lavoro che potrebbe essere smaltita da un ufficio del ministero.
All’Isa, infatti, ci sono 34 dipendenti (4 dirigenti, 16 quadri e 13 impiegati) e per i loro stipendi, più quelli di 7 collaboratori a progetto e dei vertici dell’Istituto, lo Stato paga ogni anno 5 milioni e 721 mila euro.
Cioè una media di oltre 100 mila euro l’anno a compenso.
L’obiettivo della società , con un capitale di 300 milioni, è quello di promuovere lo sviluppo agroindustriale con prestiti a tassi vantaggiosi per le imprese che possono restituirli in 10 anni.
Una volta questo compito era svolto da Sviluppo Italia ma per volontà dell’allora ministro Gianni Alemanno poteri e soldi furono trasferiti sotto il controllo diretto del ministero di via Cristoforo Colombo.
Che però finanzia una media di 20 milioni l’anno a una platea evidentemente ristretta di fruitori.
“Le aziende che avrebbero bisogno di questo tipo di incentivi sono almeno 2500 — spiega il responsabile Agricoltura dell’Idv, Ignazio Messina — ma fonti interne all’istituto mi hanno confermato che quest’anno per ora gli interventi finanziati sono solo 3. Una situazione che grida vendetta”.
Agli agricoltori, quindi, i soldi non arrivano ma c’è chi invece grazie all’Isa ne guadagna molti.
Da luglio 2011 l’amministratore delegato della società è Annalisa Vessella, 140mila euro l’anno di stipendio base.
Compenso che va ad aggiungersi a quello di consigliere regionale della Campania (che porta nelle sue tasche altri 115mila euro).
Ma non si può notare un’altra coincidenza: la Vessella è moglie dell’onorevole Michele Pisacane, passato dall’Udeur di Clemente Mastella all’Udc di Pierferdinando Casini fino al Pid con Saverio Romano.
Proprio quel Romano — imputato per concorso esterno in associazione mafiosa — che a luglio scorso era ministro delle Politiche Agricole e che ha nominato amministratore delegato dell’Isa la Vessella.
Ruolo fino a quel momento coperto dallo stesso presidente dell’Istituto, Nicola Cecconato, commercialista in quota Lega.
Raggiungere l’amministratrice telefonicamente è stato impossibile.
Bocche cucite anche tra i funzionari che hanno rivelato alle telecamere di La7 di aver ricevuto un’e-mail che li obbligava al silenzio.
Ma il doppio stipendio della signora Vessella Pisacane non è l’unico a essere lievitato: nel 2011, prima del rinnovo estivo del Cda, il compenso spettante ai consiglieri uscenti dell’Isa ammontava a 25mila euro su base annua, tranne un’indennità aggiuntiva al presidente e all’amministratore delegato.
In base a un decreto legge del 2010 le indennità dei Cda delle società interamente pubbliche dovevano essere ridotte del 10%, in questo caso a 22.500 euro.
All’Isa è successo il contrario: l’assemblea ha “rideterminato i compensi su base annua prevedendo per i consiglieri uno stipendio da 80 mila euro”. Come se non bastasse, il Cda successivo ha attribuito a presidente e amministratore delegato indennità aggiuntive: 137.500 euro per il primo e 117.500 per la seconda “oltre al riconoscimento di un rimborso spese forfettario per alloggio ed auto pari a euro 55mila annui ciascuno”.
Caterina Perniconi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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