IL DIRETTORE GENERALE DELL’ISTITUTO SPALLANZANI, FRANCESCO VAIA, È IL FAVORITO PER SOSTITUIRE GIANNI REZZA ALLA GUIDA DEL DIPARTIMENTO “PREVENZIONE” AL MINISTERO DELLA SALUTE, RUOLO STRATEGICO IN CASO DI UNA NUOVA PANDEMIA
DETTO “IL CAMALEONTE”, È DIVENTATO IL “CONSIGLIERE OMBRA” DI GIORGIA MELONI SULLA SANITÀ… IL PROBLEMA È CHE VAIA HA UN “CURRICULUM” GIUDIZIARIO NON TRASCURABILE E UNO SCIENTIFICO NON IDONEO ALLA CARICA
Una condanna penale e un’altra della magistratura contabile alle spalle, un curriculum che non menziona altre specializzazioni oltre a quella di “statistica sanitaria”, un h-index, l’indice che misura il livello scientifico delle ricerche pubblicate, che è neanche un quarto di quello vantato da Gianni Rezza.
Colui che “Franceschiello” Vaia – come lo aveva ribattezzato il suo ex assessore alla sanità laziale, Alessio D’Amato, un secolo prima di nominarlo a capo dello “Spallanzani”- è candidato a sostituire il mese prossimo alla direzione della prevenzione al ministero della Salute. Un posto di importanza strategica nella malaugurata, ma non improbabile ipotesi di una nuova pandemia.
Al dicastero di Orazio Schillaci già si misurano i passi che lo separerebbero dalla stanza di Gianni Ippolito, il direttore del dipartimento Ricerca che quando era lui il numero uno allo Spallanzani arrivò alle mani con il “camaleonte”, altra definizione affibbiatagli da D’Amato.
Il ruolo di direttore, prima delle Usi e poi delle Asl, lo ha mantenuto per oltre 15 anni, passando indenne ai cambi di colore delle giunte che via via si succedevano, prima nella sua Campania, poi nel Lazio. Dove “Lady Asl” – l’imprenditrice della sanità privata Anna Iannuzzi – lo tira dentro lo scandalo delle tangenti che fioccano dalle parti delle cliniche romane. Dopo una fuga a Gaeta, non da Garibaldi ma dal Gip, Vaia finirà ai domiciliari prima che le accuse finiscano in prescrizione.
A pesare su di lui sono invece rimasti il patteggiamento a Napoli a un anno e sette mesi di reclusione per una storia di appalti e tangenti, con ipotesi di associazione e delinquere e corruzione. Il direttore quando si è candidato alla guida dello Spallanzani, ha sventolato il provvedimento di estinzione dei reati oggetto di quella sentenza, ma la condanna resta.
Un curriculum più lungo di quello scientifico. Dove l’h-index di Vaia è di 17 punti contro i 67 di Rezza. Senza contare che la maggioranza delle pubblicazioni sono cofirmate con ricercatori dello Spallanzani di cui è alla guida.
Riguardo la «comprovata esperienza professionale nella direzione di strutture organizzative complesse» ci sono invece due deliberazioni del Policlinico Umberto I di Roma che dimostrano come Vaia non avesse i titoli per ricoprire il ruolo di direttore sanitario. Secondo i calcoli dell’Umberto I gli emolumenti non dovuti ammonterebbero a 320mila euro, ma poi tra l’ospedale e il medico si è raggiunto un accordo di conciliazione che non aggiusta però il curriculum sanitario del candidato alla successione di Rezza.
Che in realtà aveva puntato alla presidenza dell’Iss, che è anche il più grande istituto pubblico di ricerca in Europa. Forse un po’ troppo, tanto che li a sostituire il Professor Silvio Brusaferro, in scadenza di mandato a luglio, dovrebbe arrivare il direttore della clinica di malattie infettive al “San Martino” di Genova, Matteo Bassetti.
(da agenzie)
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