IL FIGLIO DI DI BARTOLOMEI SUL POST DI MORISI: “PAROLE EVERSIVE PER DEVIARE L’ATTENZIONEâ€
DA ANNI IMPEGNATO IN UNA BATTAGLIA CIVILE CONTRO L’USO DELLE ARMI, DENUNCIA LA POLITICA CHE SOFFIA SULLA PAURA PER SVIARE DAI PROBLEMI REALI
“Errore di comunicazione? Niente affatto. L’atto di Luca Morisi rientra in una strategia precisa”.
Luca Di Bartolomei, figlio del calciatore Agostino (morto suicida 25 anni fa, ndr), autore del libro “Dritto al cuore. Armi e sicurezza: perchè una pistola non ci libererà mai dalle nostre paure” spiega a Repubblica perchè la foto postata dal consigliere della comunicazione di Matteo Salvini nel giorno di Pasqua con il vicepremier che imbraccia un mitra è stato un gesto calcolato.
Che effetto le ha fatto vedere quella foto, lei che ha trasformato un dolore personale in un momento di impegno civile e porta avanti la sua battaglia contro l’uso delle armi?
“Mi ha fatto l’effetto di una persona che decide di appiccare un incendio a una grande pineta per sviare l’attenzione su di sè. In questo caso l’obiettivo era deviare l’opinione pubblica dai guai giudiziari della Lega dopo il caso Siri-Arata. Quelle che ha usato ieri Morisi, per evidenziare ciò che secondo i dirigenti della Lega è un complotto ai loro danni, a mio avviso sono parole eversive. Soprattuto perchè provengono da una maggioranza di governo che ha ben chiaro il progetto di diffondere le armi tra la popolazione civile in nome di un’emergenza sicurezza che non esiste”.
Si riferisce alla legge leghista sulla legittima difesa?
“Si, ma non solo. Ad oggi sono state depositate dalla Lega altre due proposte di legge alla Camera: una relativamente al raddoppio della potenza delle armi acquistabili liberamente, che potrebbe avere conseguenze pericolose come l’apertura alla vendita dello spay urticante al peperoncino. E l’ancora più grave proposta di legge per le modifiche al testo unico in materia di porto d’armi, dove si prevede la possibilità di ottenere questa concessione anche da parte di chi ha precedenti con la giustizia, come ad esempio in caso di furto o di resistenza all’autorità “.
Pensa che quello di Morisi sia stato un errore di comunicazione?
“No, per nulla. Fa parte di una strategia cosiddetta del “chiagni e fotti”. Da un lato individuano se stessi come vittime di un complotto inesistente. Dall’altro, come tutti i bulli, deridono chi critica ‘il capitano’ e spostano l’attenzione dai temi etici e legali che coinvolgono alcuni esponenti della Lega”.
Su Twitter gira l’hashtag #licenzialucamorisi. Giudica positivo il coro di proteste che si è alzato sui social?
“Sì, ma bisogna fare attenzione, i social non sono la realtà e spesso fungono solo da camere di accelerazione di ondate di protesta, spesso artatamente utilizzate per far crescere fenomeni mediatici. Insomma vanno presi con le molle. Il nostro Paese per fortuna ha ancora degli anticorpi”.
Secondo lei non c’è un’emergenza sicurezza?
“Assolutamente no e lo ha ribadito di recente anche lo stesso capo della polizia. L’Italia è un Paese più sicuro ma più impaurito, perchè si soffia sulla paura a scopo di propaganda, come fa la Lega”.
Molti chiedono un intervento del Quirinale sul caso Morisi.
“Io sono fiducioso, il Presidente Mattarella saprà quando richiamare tutti a una più normale, civile e ordinata modalità di comunicazione politica”.
(da “La Repubblica”)
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