LA CONVENTION DEMOCRATICA CHE INIZIA A CHICAGO SARÀ FONDAMENTALE PER LA CORSA ALLA CASA BIANCA DI KAMALA HARRIS
CI SARÀ IL GOTHA DEMOCRATICO, DA BIDEN A OBAMA FINO AI CLINTON. E C’È ATTESA PER IL SUO MANIFESTO
Kamala Harris atterra questa sera a Chicago alla vigilia dell’inizio della Convention democratica dove giovedì accetterà la nomination alla Casa Bianca. La vicepresidente ci arriva con il vento in poppa, quello dei sondaggi, dell’entusiasmo della base e della raccolta fondi. Secondo la rilevazione New York Times/Siena ora la coppia Harris-Walz ha recuperato negli Stati chiave della Sun Belt.
Le alternative per il ticket democratico di toccare quota 270 voti elettorali il 5 novembre sono diverse e non poggiano più solamente sulla necessaria vittoria dei tre Stati della Rust Belt in bilico (Wisconsin, Pennsylvania e Michigan).
Sul fronte dei soldi poi la macchina democratica ha frantumato record di donazioni nelle ultime settimane tanto che venerdì sera la campagna elettorale ha annunciato che prenoterà spazi televisivi per gli spot dal Labor Day sino all’Election Day per 370 milioni di dollari.
L’entusiasmo poi completa il quadro. Praticamente ogni gruppo – ispanici, giovani, neri, donne – ha incrementato il sostegno a Harris rispetto all’apatia che aveva contraddistinto gli ultimi mesi della corsa di Biden.
Alla Convention di Chicago c’è tutto il gotha democratico, cosa che sull’altra sponda certamente non può rivendicare Trump dato che è visto dal clan Bush – unico presidente repubblicano in vita – ai leader come Romney e la famiglia McCain come il distruttore di quel che era il Partito repubblicano.
Domani sul palco dello United Center salirà Joe Biden. A lui il “discorso di indirizzo”. Il presidente lo sta limando a Camp David e, secondo quanto trapela, evidenzierà le sfide economiche, le questioni sociali e le crisi internazionali emerse nella sua presidenza.
Il messaggio è che l’America sotto la sua leadership – e quindi quella di Harris – è oggi più solida.
Lunedì parlerà anche Hillary Clinton. Martedì sarà la volta di Barack Obama, vent’anni dopo il keynote speech che tenne da candidato al Senato nel 2004 (la Convention che incoronò Kerry).
Obama è il grande sponsor di Kamala Harris, molti suoi collaboratori sono coinvolti nella campagna della vicepresidente. Mercoledì toccherà a Bill Clinton, l’uomo che negli anni ’90 più di tutti riuscì a valorizzare e a far crescere la classe media Usa, intervenire. Introdurrà Tim Walz, il candidato vicepresidente che ieri era in Nebraska a fare campagna. Quindi giovedì sarà la volta di Kamala Harris.
Kamala Harris è attesa anche a elaborare il suo manifesto. Venerdì ha presentato l’agenda economica
(da La Stampa)
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