LE PAROLE D’ODIO, LE TORTURE, GLI ABUSI: COSA C’E’ NEL REPORT DEL CONSIGLIO D’EUROPA CHE ACCUSA L’ITALIA DI RAZZISMO
IL DOSSIER ECRI E’ RIMASTO PER TRE MESI SUL TAVOLO DEL GOVERNO. SENZA OSSERVAZIONI… E ACCUSA PIU’ LA POLITICA CHE LA POLIZIA, CON CASI REALI DI CUI SI E’ DISCUSSO MOLTO
Il caso di Hasib Omerovich che si buttò dalla finestra per sfuggire alle torture. Le accuse di Romelu Lukaku e Paola Egonu, che hanno raccontato di essere stati vittime di episodi di razzismo. E le parole d’odio della politica, con un campionario di frasi che vanno da Matteo Salvini a Roberto Vannacci. Oltre ai «resoconti di profilazione razziale da parte della polizia». Che prende di mira «rom e persone di origine africana». In quella che potrebbe definirsi come «una potenziale forma di razzismo istituzionale». La Commissione Europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) del Consiglio d’Europa ha messo insieme fatti di cronaca e accuse precise nel dossier che ieri ha scatenato la reazione del governo e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Accusando più la politica che la polizia.
Cos’è il Consiglio d’Europa
Il Consiglio d’Europa, che non c’entra nulla con l’Unione Europea, è un’organizzazione internazionale fondata nel 1949 con il trattato di Londra. Conta oggi 46 stati membri e la sua sede è Strasburgo. Ha il mandato di promuovere la democrazia, i diritti umani e l’identità culturale europea. E il segretario esecutivo dell’Ecri Johan Friestedt dice a Repubblica oggi che «noi non abbiamo mai voluto mettere in discussione il lavoro della polizia italiana. Né accusarla di razzismo. C’è stata una strumentalizzazione del nostro lavoro». Che è «un lavoro collegiale che si basa su fonti solide e dichiarate». Con il quale «abbiamo voluto mettere in risalto alcuni comportamenti della politica perché possano essere corretti». Il report di cui si parla è lungo 48 pagine ed è diviso in quattro capitoli. Ma soprattutto: è rimasto per tre mesi sul tavolo dell’esecutivo prima della pubblicazione.
Il report sul razzismo di polizia e politica
Il governo non ha fatto osservazioni di merito. Anzi: ha fatto sapere di aver avviato «corsi di formazione e aggiornamento sulle forze di polizia». Come a voler ammettere che il problema c’è. Il report ricostruisce storie come quella di Omerovich a Primavalle, per la quale un poliziotto ha già patteggiato e per altri tre la procura di Roma ha chiesto il processo. Mentre la storia di Egonu che racconta di chi le chiede se è italiana è stata sui giornali per molto tempo. Il report cita anche discriminazioni sui temi Lgbtqia+, antisemitismo e islamofobia. Oltre agli attacchi del governo ai giudici sui migranti. Ma Ecri denuncia soprattutto come in Italia il «discorso pubblico sia diventato sempre più xenofobo ed i discorsi politici hanno assunto toni divisivi e antagonistici, in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti» e verso la «comunità “LGBTI».
Salvini e Vannacci
Tra i casi segnalati gli interventi di Vannacci e quelli di Salvini. Entrambi definiti come hate speech. Mentre il capitolo che riguarda la polizia parla dei fermi in strada e dei controlli negli insediamenti dei Rom. Dove si parla di insulti e violenze anche nei confronti di minori. Oltre a citare la storia dei poliziotti di Verona, arrestati per diversi episodi di violenza per lo più a danno di africani. Infine, Ecri cita una serie di dichiarazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto e dello stesso Salvini sui giudici. «L’atmosfera creata dai discorsi politici sul tema della migrazione mette in pericolo le attività delle Ong che forniscono sostegno ai migranti e mina l’indipendenza della magistratura quando si occupa di casi di immigrazione», spiega il dossier. Il riferimento è agli attacchi alla magistratura. «Noi auspichiamo che venga protetta l’indipendenza e l’imparzialità dei giudici che decidono sui casi di migrazione».
(da agenzie)
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