M5S, LE LISTE LE FARA’ CONTE
POSTI BLINDATI PER APPENDINO, PATUANELLI E CASALINO… RAGGI POLEMICA: “IL M5S NON PUO’ ESSERE UN TRAM PER PORTARE IN PARLAMENTO GLI AMICI DEGLI AMICI”
La fine degli ammiccamenti con Sinistra Italiana e Verdi, il no a Luigi De Magistris, le liste da compilare e i mal di pancia di chi cerca un posto al sole, consapevole che il Movimento non ha più il vento in poppa come quattro anni fa.
Crescono i grattacapi di Giuseppe Conte, alla prese con le candidature del Movimento 5 stelle e la certezza che a tornare in Parlamento non saranno le folte truppe di questa legislatura.
«I capilista li sceglierò io – dice ospite di Metropolis – sicuramente la formazione delle liste non può che essere responsabilità del leader politico di turno. Si tratta di doverle confezionare, firmare e consegnare».
Ma nel partito serpeggia il nervosismo. Il fatto è che, sondaggi alla mano, i capilista saranno gli unici che sicuramente torneranno a Montecitorio e palazzo Madama. La preoccupazione vien su dai territori: ci sono diversi parlamentari che in molte regioni sono al primo mandato e quindi, qualora il consenso dovesse scendere di molto rispetto a quello del 2018, potrebbe aprirsi una gara interna molto accesa.
La realtà bussa. Sarà una campagna elettorale in solitaria per il Movimento, come nel 2013 e nel 2018. A Luigi De Magistris, che ieri ha presentato Unione Popolare, Conte chiude la porta: «Noi non facciamo massa critica ma progetti con obiettivi. I cittadini vogliono chiarezza di programmi, idee e soluzioni».
Testa alle liste, quindi. Proseguono i contatti per definire la candidatura del professor Domenico De Masi, il sociologo che rivelando la telefonata tra Mario Draghi e Beppe Grillo ha acceso lo scontro tra Conte e Draghi. Si parla anche del sindacalista Aboubakar Soumahoro.
Si lavora alle candidature blindate per l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, il ministro Stefano Patuanelli e Rocco Casalino. Conte, che ieri ha sentito Grillo, è in contatto anche con Michele Santoro per discutere con lui della possibilità che non presenti più un suo progetto, alleato coi Cinque stelle, ma corra direttamente nelle liste del Movimento. C’è poi il capitolo Di Battista, che inizia ad assomigliare a una telenovela. Finito il viaggio in Russia, l’ex deputato cannoneggia da giorni sui social. Sta per rientrare nel Movimento?
«Se Alessandro vuole dare un contributo mi fa piacere – continua a ribattere ogni giorno Conte – ma troverà un Movimento cambiato. Oggi chi si iscrive al Movimento deve sottoscrivere la nostra carta dei valori, ci sono delle regole statutarie e degli organi politici e per quanto riguarda la politica estera c’è una chiara collocazione euroatlantica che non metteremo in discussione. Il Movimento non è tutto e il suo contrario». Occhio quindi a scherzare troppo con la Nato e con Mosca.
Intanto, alza la voce Virginia Raggi. L’ex sindaca di Roma e componente del comitato di garanzia scrive su Facebook: «Le liste si fanno alla luce del sole e devono essere aperte a tutti. Il Movimento non può diventare un tram per portare in Parlamento gli “amici degli amici”. Adesso si abbia il coraggio di chiudere anche con le pseudo alleanze di comodo in quei Comuni o in quelle regioni laddove è evidente anche alla luce dei programmi che non c’è conciliabilità».
Lei resterà a Roma, non ci saranno sorprese, assicura Conte: «Virginia Raggi continuerà la sua battaglie in consiglio comunale per il Movimento». Nel frattempo, Conte non lesina critiche a Luigi Di Maio: «Forse ho sottovalutato quel che stava accadendo con Di Maio durante le quirinarie. Mi sono accorto tardivamente che aveva una sua agenda personale. Averlo lasciato fare è stato un errore. Andava chiarito pubblicamente che non era vero che controllava il partito, che era una ambizione fuori luogo e negativa per il Movimento».
Non lo chiama traditore, ma lo sfida: «Ora deve dimostrare qual è la sua stoffa: quella di un leader che combatte e non abbandona quelli che ha portato con sé offrendo loro un miraggio politico oppure cerca un posto sicuro sotto l’insegna del Pd ».
(da agenzie)
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