MICCICHE’: “NESSUNA LISTA UNICA, CI PRESTEREMO I CANDIDATI†…LISTE PULITE: “FAREMO QUALCOSA, MA NON ESAGERIAMO, CI VUOLE PRUDENZAâ€
RESPINTA LA RICHESTA DI ACCATTONAGGIO DI FLI DI UN LISTONE COMUNE: “CI AVREBBE DANNEGGIATO, PRESTEREMO LORO QUALCHE CANDIDATO FORTE PER RAGGIUNGERE IL QUORUM”…”CONVINTO DI VINCERE, IN CASO CONTRARIO DISPOSTI A UN ACCORDO SIA CON IL CENTRODESTRA CHE CON IL CENTROSINISTRA”
“Con chi mi alleerò in caso di sconfitta? È un problema che non mi pongo: sono certo che sarò io il prossimo presidente della Regione”. Gianfranco Miccichè, in quel momento, scioglie le briglie.
Fino a quel punto, nella conferenza stampa organizzata a Villa Igiea aveva tenuto, tutto sommato, un profilo basso. Toni tenui. Nessun accenno ai rivali. Nessun paragone calcistico-giudiziario. Nessun annuncio di disinfestazioni amministrative.
Alle sue spalle, un cartellone blu, dove troneggia una “E” accentata che ricorda (e qui forse il leader di Grande Sud farà gli scongiuri), la “O” di Aricò. Il candidato sindaco di Palermo che fu appoggiato da Mpa, Mps e Fli.
Gli stessi che oggi sorreggono la candidatura di Miccichè e che accolgono in platea la “sentenza” sulle liste: “Nessun listone unico, noi andremo da soli, così come il Partito dei siciliani. Mentre Mps e Fli comporranno una lista comune”, e osservano il dribbling dell’ex sottosegretario sulla difficoltà di conciliare la richiesta di “liste pulite” con le possibili candidature di Franco Mineo e Riccardo Minardo: “Faremo qualcosa — ha detto Miccichè — ma l’esperienza di amici che sono stati accusati e poi scagionati mi invita a essere prudente”. Insomma, si vedrà .
Oggi, però, era il giorno della presentazione del programma della coalizione.
Un programma che “poggerà su tre pilastri”.
Il primo: una legge sulla quale Miccichè e i suoi collaboratori avrebbero lavorato per anni. Una norma in grado di operare una svolta nella burocrazia siciliana, snellendo l’iter per le concessioni e per gli investimenti.
Secondo pilastro: i rapporti con l’Unione europea. “La squadra di governo — dice Miccichè — dovrà essere capace di dialogare direttamente con le istituzioni europee, senza il tramite del governo nazionale.
Terzo e ultimo “caposaldo” del programma miccheiano, un ruolo nuovo per il Presidente della Regione: “Io sarò un governatore e non un amministratore. Questo vuol dire che governerò i processi politici. In pratica, mi prenderò la responsabilità di fare delle scelte, di fissare delle priorità . Il governo che porterà avanti tutto, in caso di vittoria alle elezioni, sarà composto da politici. Basta con i tecnici”, annuncia Miccichè.
Nel momento in cui dovesse essere necessaria un’alleanza in Assemblea: “Noi non abbiamo vincoli, nè col centrodestra, nè col centrosinistra”.
Il “noi” è rappresentato dalla coalizione. Che alla fine, non confluirà , come invece richiesto da Fli, in un’unica lista: “Questa strategia ci avrebbe danneggiato. Ma rappresentiamo un’alleanza coesa e solidale. Se servirà per raggiungere il quorum in alcune province, non è escluso che qualche candidato forte di Grande Sud o del Partito dei siciliani possa correre nella lista di Mps-Fli”.
Insomma, una coalizione “a vasi comunicanti” dove sarà possibile “prestarsi” i candidati.
Accursio Sabella
(da “Sicilia Live”)
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