OPERAZIONE ZEDDA PER RENZI: LA NUOVA LISTA A SUPPORTO DEL PD SENZA PISAPIA
IL SINDACO DI CAGLIARI DOMANI A ROMA… PRODI INCORAGGIA L’INIZIATIVA
Non c’è più Giuliano Pisapia, ma c’è Massimo Zedda. Anni 41, sindaco di centrosinistra a Cagliari, uno dei pochi del ‘vecchio corso’ riconfermati da Matteo Renzi alle amministrative 2016.
Sarà Zedda il volto della lista di sinistra abbinata al Pd alle politiche 2018: non sarà candidato al Parlamento, ma sarà un punto di riferimento politico per l’operazione incoraggiata da Romano Prodi in nome della battaglia politica contro le destre.
Domani Zedda dovrebbe venire a Roma per alcuni incontri, forse anche con il segretario del Pd: la ‘sua’ lista sarà presentata con una conferenza stampa alla Camera entro la fine della settimana. Il simbolo è ancora in discussione, ma non conterrà la parola ‘sinistra’.
La scorsa settimana, quando Renzi è arrivato all’aeroporto di Cagliari per una delle tappe del suo tour ‘Destinazione Italia’, ad accoglierlo c’era anche lui: il sindaco Zedda.
Normale benvenuto da primo cittadino, certo, ma c’è più di questo. Il rapporto tra i due è sempre stato buono.
“Zedda è uno bravo anche se non è del Pd”, disse di lui Renzi quando si trattò di scegliere candidati per le comunali dell’anno scorso.
E ora che si tratta di sostituire Pisapia alla guida di una operazione a sinistra alleata del Pd, Zedda è perfetto. Generazione diversa, ma con Pisapia ha molto in comune: l’attuale militanza in Campo Progressista e una storia affine da primo cittadino. Anche lui, come l’ex sindaco di Milano, fu eletto per la prima volta nel 2011, in quella tornata che portò al governo di molte città candidati a sinistra del Pd, vincitori delle primarie di coalizione.
Lo chiamarono ‘movimento arancione’, soprattutto nel capoluogo lombardo.
Ecco oggi certo non è rosso-fuoco. Nel senso che il simbolo potrebbe richiamarsi più all’Ulivo di Prodi che alla sinistra di Bertinotti.
A pochi giorni dalla presentazione alla Camera, se c’è una cosa certa è che il nome ‘sinistra’ non sarà nel simbolo, apprende Huffpost.
Il simbolo invece conterrà richiami all’unità del centrosinistra (“Uniti per l’Italia” è una delle opzioni in campo). Tanto più che su tutta l’operazione, portata avanti insieme a Zedda dal prodiano Giulio Santagata, c’è l’incoraggiamento del professore bolognese: intenzionato a fare di tutto pur di ostacolare la destra alle prossime elezioni.
Ed ecco qui il tentativo di dar vita ad una costola a sinistra del Pd per le urne di marzo. Della lista dovrebbero far parte anche il socialista Riccardo Nencini e il Verde Angelo Bonelli (ragion per cui il simbolo potrebbe contenere un richiamo a queste due aree politiche).
Ad affiancare il Pd nella corsa elettorale ci sarebbero poi i centristi radunati da Beatrice Lorenzin e Pier Ferdinando Casini (la direzione di Ap di oggi dovrebbe chiarire molte posizioni in campo dopo l’addio di Angelino Alfano al Parlamento) e i Radicali di Emma Bonino con la lista ‘+Europa’ (che aspettano l’ok all’emendamento alla manovra economica che li obbligherebbe a raccogliere solo un terzo delle firme previste dal Rosatellum per i gruppi non rappresentati in Parlamento).
Il punto è che molti della cerchia stretta di Pisapia stanno virando invece verso ‘Liberi e uguali’, l’area degli ex Pd più Sinistra Italiana capitanata dal presidente del Senato ed ex magistrato Pietro Grasso.
Lì dovrebbe approdare anche la presidente della Camera Laura Boldrini e tutto il gruppo ristretto di Campo Progressista che ha accompagnato il tentativo di Pisapia di fare un’alleanza con il Pd.
Insomma, all’operazione Zedda parteciperebbero pochi pisapiani.
Però la manovra si intreccia con quelle in corso a livello locale. Il voto di marzo dovrebbe coincidere anche con la tornata delle regionali del Lazio e in Lombardia (forse anche con un election day).
Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, ricandidato al prossimo giro, è al lavoro da tempo per non mandare al macero l’alleanza di centrosinistra con cui governa tuttora o per riconfermare almeno il grosso di questa alleanza (che va da Campo Progressista con il vicepresidente Massimiliano Smeriglio, agli ex Sel ora in Sinistra Italiana che stanno dibattendo sull’opportunità di un’alleanza con il Pd).
In Lombardia c’è addirittura il candidato governatore Giorgio Gori, fede renziana testata anche all’ultima Leopolda qualche settimana fa, che chiama all’alleanza di centrosinistra persino con Liberi e uguali, ormai avversari del Pd a livello nazionale.
“Io non soltanto tengo la porta aperta, cerco di essere proattivo. La mia intenzione è di parlare con Grasso”, dice Gori. E dalle parti di Grasso è già scattato un certo allarme.
Anche perchè un election-day tra politiche e regionali renderebbe più complicato giustificare eventuali alleanze a livello locale, visto che a livello nazionale Pd e Liberi e uguali saranno avversari.
(da “Huffingtonpost“)
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