RENZI TACE, PARLA VISCO: “LA LOTTA ALL’EVASIONE NON SI FA PERCHE’ COSTA 10 MILIONI DI VOTI”
L’EX MINISTRO: “PD E PDL SMONTARONO LE MIE LEGGI, TROPPI FANNO AFFIDAMENTO SU QUEGLI ELETTORI”
“Dobbiamo ficcarci in testa che l’evasione fiscale è un fenomeno di massa, un partito che vale dieci milioni di voti”.
Nel giorno in cui il fisco svela i numeri dei contribuenti italiani, Vincenzo Visco spiega: non c’è solo il divario fortissimo tra ricchi e poveri in quei dati — il 5 per cento ha il 22,7 per cento del reddito complessivo —, ma anche quello tra chi paga le tasse e chi no.
Un tema che oggi non è più sull’agenda politica.
“C’è grande prudenza. Alcuni fanno affidamento su quei voti, altri hanno solo paura di perdere l’appoggio di certe fasce sociali, e la democrazia vive di consenso”, spiega l’ex ministro delle Finanze nei governi D’Alema e Prodi, che Giulio Tremonti definì “un Dracula succhia sangue”
Ieri l’Agenzia delle entrate ha diffuso i dati dell’Irpef 2012.
La media di quanto dichiarato dagli italiani è 19.750 euro, ma la metà dei contribuenti denuncia meno di 15 mila e solo lo 0,07 più di 300 mila.
Vicino alla soglia dei 311 mila euro che il governo vuole imporre come tetto alla retribuzione dei dirigenti pubblici, si collocano poco più di 30 mila persone in tutta Italia. “à‰ un paese povero, con grandi disuguaglianze”, ammette Visco.
I lavoratori dipendenti denunciano più degli imprenditori, in media 20 mila euro contro 17 mila, anche se tra questi ultimi – spiegano dal ministero dell’Economia – si contano solo i titolari di ditte individuali, compresi quelli che non hanno personale alle loro dipendenze
Per Visco, in questa fase è prevalsa l’attenzione per altri temi, “le imprese e i lavoratori colpiti dalla crisi”, ma “per ridurre le tasse ed evitare che a pagarle siano sempre i lavoratori dipendenti, c’è solo una via: redistribuire il carico.
Ma per farlo bisogna partire dalla lotta all’evasione”.
Un fenomeno che non ha eguali nel resto d’Europa e in Italia vale un buco nei conti dello Stato da 180 miliardi, che nessuno riesce ad intaccare. “I governi di centrosinistra ci hanno provato. Nel 1996 mettemmo in piedi una serie di provvedimenti che portarono nelle casse quattro punti e mezzo di Pil.
E Berlusconi scese in piazza con un milione di persone, indicandomi come un dittatore fiscale”. La lotta all’evasione negli ultimi 15 anni, diventa così una tela di Penelope, con Visco a costruire e Tremonti a distruggere .
“Ma non c’era solo l’aggressività di Berlusconi, mi scontrai anche con l’incomprensione dei miei. Dicevano: ‘Ma questo che fa? Esagera, così perdiamo i voti’.
L’evasione è una questione politica. E se ci riesci ti dicono che sei un vampiro e che hai aumentato le tasse. Poi i condoni fiscali hanno fatto danni enormi”
Ora, che il governo annuncia di essere a un passo dalla chiusura dell’accordo con la Svizzera, il tema è il rientro volontario dei capitali detenuti all’estero.
“Lo stanno trasformando in un condono, discutono se mettere un’aliquota fissa unica. Fanno audizioni in parlamento, con esperti che spiegano quanto sia complicato da fare, e così i parlamentari, ingenuamente, scelgono di semplificare tutto mettendoci un’aliquota fissa. Ma, come i suoi predecessori, non credo avrà successo”.
Renzi, continua l’ex ministro, “ al contrario di alcuni suoi predecessori, non liscia il pelo agli evasori, ma il tema non lo ha ancora trattato. Come non l’hanno fatto Letta e Monti prima di lui. Ci siamo accontentati di spot e operazioni ad effetto, come i blitz a Cortina, o la caccia agli scontrini non stampati”.
Una finta lotta? “Era lo spartito che bisognava suonare. Servivano messaggi politici in quel senso, ma nulla più. Bisognerebbe tornare a Cortina a vedere cosa è cambiato”
Il governo non ha intenzione di intervenire ancora.
“Gli strumenti ci sono già tutti – spiega il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti (Sc)- bisogna solo renderli completamente operativi. Più di anagrafe dei conti correnti e redditometro, che altro si vuole fare?”.
Misure che per Visco, non risolvono il problema: “Sono tutte sciocchezze, si tratta di vie lunghe e dispendiose che non portano risultati. Perchè non si parla di Equitalia e di come è stata depotenziata? Se uno non paga il mutuo l’Agenzia si può rivalere su tutto il patrimonio, ma se uno evade le tasse, gli strumenti sono molto meno efficaci. E si arriva a situazioni paradossali, come quello che è successo a Milano”.
Il riferimento è alla richiesta di assoluzione per gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana. “Per me è incomprensibile, è stata presa una cantonata. La cosa mi sembrava chiarissima. Poi ci sono i tantissimi casi di elusione fiscale”.
Carlo Di Foggia
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