ZAIA: “BISOGNA VELOCIZZARE LE PROCEDURE PER DARE LA CITTADINANZA A CHI HA I REQUISITI”
“RAGGIUNTI 10 ANNI DI VITA NEL NOSTRO PAESE E LA MAGGIORE ETÀ, E PRETESA LA CONOSCENZA DELLA LINGUA ITALIANA, NON È POSSIBILE CHE PASSINO 3 O 4 ANNI PER OTTENERE LA CITTADINANZA”… LA FRECCIATA A VANNACCI: “PAOLA EGONU E MYRIAM SYLLA PER ME SONO ITALIANISSIME”…LA CITAZIONE DI TONY BLAIR: “SONO PER UNA SOCIETÀ MULTICULTURALE E MULTIETNICA”
Luca Zaia, leghista e presidente della Regione Veneto, cosa pensa dello Ius scholae?
«Come sempre nel nostro Paese si parte da riflessioni molto ideologiche e poco pratiche. Penso che prima di parlare di Ius scholae o Ius soli si dovrebbe ragionare su che valore diamo alla cittadinanza italiana e sull’opportunità di accettare o meno il doppio passaporto».
In che senso? È contrario al doppio passaporto?
«Siamo la culla della cultura, del fashion, del food, siamo invidiati da tutto il mondo. Perché non ci comportiamo da paese leader e ragioniamo sull’opportunità di concedere una sola cittadinanza? Giappone, Cina, Germania, solo per citarne alcuni, vietano la doppia cittadinanza. Questo orgoglio italiano esiste o no?».
Ma tornando allo Ius scholae, qual è il suo pensiero?
«Le ultime carte che ho visto sul progetto Ius scholae prevedevano la cittadinanza per chi ha fatto un percorso scolastico di almeno 10 anni. Facendo due conti: a 6 anni iniziano con la elementare, più 10 anni fanno 16. A 18 quegli stessi ragazze e ragazzi possono richiedere la cittadinanza italiana. Ed è a questo punto della faccenda che c’è il vero problema».
Di quale problema parla?
«Raggiunti 10 anni di vita in Italia e la maggiore età, e pretesa la conoscenza della lingua italiana, bisogna velocizzare le procedure per ottenere la cittadinanza. In questo l’Italia è colpevole, perché chi fa domanda aspetta anche 3 o 4 anni. I cittadini mi fermano e si lamentano di questo, ma mai nessuno al mercato mi ha chiesto conto dello Ius scholae».
Dunque anche uno dei presidenti di regione più progressisti, che già si è detto favorevole al fine vita e ai diritti civili per le coppie omosessuali, non è d’accordo con lo Ius scholae.
«Trovo legittimo che ci possa essere una discussione sulla cittadinanza, rispetto le idee di tutti ma non sono nemmeno per lo Ius soli»
Può spiegare perché è contro lo Ius soli?
«Perché è una scelta che non ci fornisce alcuna garanzia. Saranno davvero italiani? Avranno progetti di vita? Conosceranno la nostra lingua? La cittadinanza non è a tempo determinato e nemmeno revocabile».
La sua non è una posizione un po’ troppo di chiusura?
«Questo non vuol dire che non dobbiamo essere solidali, ma un conto è essere solidali un altro è dare un passaporto. Consideriamo anche la posizione geografica dell’Italia. Se diamo la possibilità a tutti coloro che nascono qui di avere la cittadinanza, sarebbe sufficiente partire da uno dei Paesi vicini e mettere al mondo un figlio qua, per poi tornare a casa».
E dove sta il problema?
«Diventeremmo fortemente attrattivi, perché il passaporto italiano è una garanzia: diventi europeo, ti inserisce in un sistema di cure sanitarie e servizi universalistici»
Cosa pensa delle aperture di Forza Italia sullo Ius scholae?
«FI è libera di esprimere la sua opinione. Ad utile contributo io porto questa riflessione ma usciamo dal tema del colore della pelle e degli sbarchi. Io sto parlando anche di un cittadino americano, piuttosto che giapponese o austriaco. Non buttiamola sempre sul razzismo».
Non crede che questa visione sia limitante rispetto alla società contemporanea?
«La vedo come Tony Blair, sono per una società multiculturale e multietnica col rispetto delle identità e processi di integrazione impeccabili».
È un terreno scivoloso se pensa che c’è chi, come Roberto Vannacci, sostiene che Paola Egonu non sia italiana.
«Paola Egonu e Myriam Sylla per me sono italianissime. Sono ragazze che hanno un progetto di vita. Infatti penso che a volte tirare in ballo i testimonial sia fuorviante. Paola e Myriam hanno chiesto loro di diventare cittadine italiane, hanno compiuto una scelta».
Tra la posizione contraria di Salvini e quella più tecnica e possibilista di Piantedosi, con chi si schiera?
«È giusto che una nazione ne parli e che decida ma ripeto: la base da cui partire è il valore che noi vogliamo dare alla cittadinanza e non ultima la scelta sul concedere o meno il doppio passaporto».
Marina Berlusconi ha detto che sui diritti civili si sente più in sintonia con la sinistra.
«Da cittadina e grande imprenditrice ha posto una questione centrale che riguarda la vita delle persone».
(da La Repubblica)
Leave a Reply