Giugno 15th, 2012 Riccardo Fucile
L’EX MISS PIEMONTE: “BERLUSCONI SI FACEVA TOCCARE NELLE PARTI INTIME”….LA MODELLA IMANE FADIL: “UN AMICO DELL’EX PREMIER MI OFFRI’ SOLDI IN CAMBIO DEL SILENZIO”
Spunta l’ombra di un presunto tentativo di corruzione di una delle ragazze presenti alle feste di Arcore, testimone nel caso Ruby.
Un siriano, che “diceva di essere amico di Silvio Berlusconi, mi propose di andare a un incontro nella villa dell’ex premier per avere dei soldi”.
Denaro in cambio di dichiarazioni reticenti “nel processo”.
A raccontarlo in aula, andando oltre rispetto a quello che aveva messo a verbale qualche settimana fa, è stata Imane Fadil – modella marocchina e parte civile nel dibattimento a carico di Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora – che aveva già parlato di questo intermediario misterioso, senza però mai spingersi fino questo punto.
Il modello: “Ruby mi offrì soldi per portarmi a letto”
Il primo a salire sul banco dei testi era stato Antonio Passaro, modello, che non ha convinto per nulla il pm Antonio Sangermano e il procuratore aggiunto Pietro Forno, i quali più volte lo hanno interrotto dicendo: “Poi faremo le nostre valutazioni sulle sue dichiarazioni”.
Poco prima il palestrato testimone aveva raccontato anche un aneddoto davvero singolare: “Ruby mi ha offerto 4 mila euro a settimana perchè avessi rapporti sessuali con lei, era lei che voleva pagare me”.
Dopo il silenzio di Daniele Salemi, collaboratore di Mora indagato nello stralcio di indagine ancora aperto e che si è avvalso della facoltà di non rispondere, è stata la volta di Ambra Battilana, ex miss Piemonte, la prima delle cinque ragazze parti civili a deporre. Ha raccontato di quella serata ad Arcore, nell’agosto 2010, che aveva lasciato lei e Chiara Danese “scioccate”.
Davanti a Nicole Minetti, presente in aula per la seconda udienza consecutiva, ha descritto scene erotiche che avrebbero avuto il consigliere regionale del Pdl come protagonista: “Fece uno spettacolo al palo della lap dance e rimase nuda, solo con le scarpe con diamantini argentati, e poi si mise a ballare vicino a Berlusconi, toccava e si faceva toccare come le altre”. E ancora: “Ho visto Berlusconi ed Emilio Fede nella sala del bunga bunga che si facevano toccare nelle parti intime da ragazze nude e queste ragazze che si facevano toccare il seno e il sedere”.
Parole che Fede ha così commentato: “Non capisco davvero come spiegare tutto ciò, eppure quella sera dopo cena Ambra mi mandò diversi sms per ringraziarmi della piacevole accoglienza”.
Nel pomeriggio è entrata in scena Imane Fadil, che già in un’udienza del processo a carico dell’ex premier aveva parlato dell’uomo misterioso.
Cosa che ha portato la Procura a fare indagini integrative per rintracciarlo – si chiama Saed Ghanaym ed è nato nel 1959 in Siria – e ad aprire nuovi verbali sia per lui sia per la modella. Imane, però, ha detto molto di più su quest’uomo che le era stato presentato da un avvocato.
“Lo incontrai a Linate – ha chiarito – e mi diede un telefono e una scheda per potermi chiamare e non essere intercettato. Ogni volta mi diceva di prendere un taxi e andare a Arcore per avere dei soldi”.
E il pm: “Soldi a che titolo, come risarcimento per il suo onore rovinato o per la testimonianza nel processo?”. La risposta di Fadil: “Tutte e due le cose”.
E alla richiesta di precisazioni del presidente del collegio Annamaria Gatto, la marocchina ha spiegato che quei “soldi” erano anche “per le dichiarazioni nel processo”.
La cifra “non venne mai specificata, capii che se ne sarebbe parlato a Arcore”. Ma quest’uomo, ha chiesto il pm, “era mandato da qualcuno?”. Imane: “Me lo fece capire, mi disse che era amico di Berlusconi”.
Il siriano, dopo aver capito che lei non avrebbe accettato l’offerta, “mi minacciò, mi disse ‘se salta fuori questa cosa ci saranno conseguenze'”.
I pm hanno accertato che il presunto intermediario avrebbe acquistato altre schede intestate a persone fittizie, simili a quella che ha consegnato alla Fadil.
Uscendo dal tribunale e parlando con i cronisti, la modella è stata anche più esplicita: “A cosa servivano quei soldi? Per non farmi parlare al processo. Chi avrebbe pagato? L’incontro era nella residenza dell’onorevole, credo pagasse l’onorevole”.
Secca la replica dei legali di Silvio Berlusconi, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo: “Le dichiarazioni rese da alcuni testimoni, in particolare da Ambra Battilana e Imane Fadil, sono destituite di ogni fondamento, totalmente smentite da numerosissimi altri testimoni e da evidenze oggettive. Non è allo stato dato comprendere come tali dichiarazioni siano sortite e si siano sviluppate. E’ comunque un tema che dovrà trovare approfondita verifica per comprenderne genesi e ragioni. I processi, comunque, non potranno che dimostrare l’assurdità di tali incredibili ricostruzioni”.
( da “La Repubblica“)
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Giugno 15th, 2012 Riccardo Fucile
ESCLUSI DALL’IMU GLI IMMOBILI DELLE IMPRESE, TAGLIO DEL 10% DELL’ORGANICO DI PALAZZO CHIGI E DEL TESORO… E PASSERA PROMETTE: “ENTRO IL 2013 TERMINIAMO I LAVORI DELLA SALERNO-REGGIO CALABRIA”
Il governo, con in testa il ministro Corrado Passera, rilancia la propria iniziativa dopo le accuse di inerzia giunte nelle scorse settimane, e lo fa con un maxi decreto che mira a rilanciare lo sviluppo dell’economia reale italiana e che potrebbe rappresentare una svolta anche dal punto di vista della credibilità dei nostri Conti pubblici.
Se infatti le misure del decreto attiveranno 70-80 miliardi di investimenti preconizzati da Passera, con conseguente incremento del Pil, anche il debito pubblico sarà considerato sostenibile dai mercati finanziari, e magari caleranno anche tassi e spread.
All’Assemblea dei giovani di Confindustria, la settimana scorsa, Passera aveva detto che per rilanciare la crescita non serviva «l’ideona»: e infatti il decreto, con i suoi 61 articoli, è fatto di una serie di misure che insistono su una tastiera ampia.
Si va dai settori tradizionalmente trainanti, come edilizia e costruzioni, a quelli più innovativi, come il digitale e la green economy.
Insomma, ha commentato il premier Mario Monti, un pacchetto «organico e robusto».
Un decreto, ha aggiunto Passera ricco di «riforme strutturali di lungo periodo», come quelle che anche oggi il direttore della Bundesbank Jens Weidmann, ha chiesto all’Italia di «implementare». I 70-80 miliardi che verrebbero «mobilitati» sono in minima parte soldi pubblici.
La scommessa di Passera è che le misure inducano i privati a investire, innescando un progressivo circuito di fiducia.
L’aumento al 50% delle deduzioni per le ristrutturazioni edilizie, per esempio, dovrebbe indurre le famiglie a usare i risparmi per migliorare quello che è l’investimento più sicuro, cioè la propria abitazione.
Altro settore, tradizionale volano anticiclico, sono le costruzioni: il decreto lancia i project bond, e cioè il finanziamento di infrastrutture con capitali privati, che vedrebbero in questo investimento buone prospettive di remunerazione. M
a si punta anche all’innovazione, con il credito di imposta per le assunzioni di giovani qualificati: una misura fiscale che le imprese intascano subito e automaticamente, e che in più crea occupazione stabile e qualificata. Incentivi anche per le aziende della green economy (in questo momento tra le più dinamiche) che assumono under 35 e giovani laureati.
E ancora misure per i porti, l’agricoltura, la difesa del territorio, e per l’Agenda digitale.
Senza contare le norme sulla giustizia civile e sul diritto fallimentare attese dalle imprese.
L’altra novità è il ritorno a una politica industriale dopo gli anni di Tremonti. Tutte le attuali 43 leggi con incentivi all’industria sono cassate, per dar vita ad un unico Fondo rotativo con un budget annuo di 2 miliardi che servirà a incentivare i settori che saranno considerati strategici.
«Sulla crescita – ha insistito Monti – non abbiamo mai pensato ad una ‘fase unò e ad una ‘fase duè; fin dall’inizio è stata la fondamentale preoccupazione del governo».
E anche Passera ha ricordato le misure pro-crescita nei precedenti decreti: «non c’è stato nessun decreto senza una forte componente di contributo alla crescita».
La parola passa ora al Parlamento, con i partiti di maggioranza che oggi hanno espresso apprezzamento seppur con alcune riserve nel Pdl e una certa freddezza del Pd che, prima di promuovere il Governo, chiede di «capire».
Ecco alcune delle norme varate:
– RISTRUTTURAZIONI
Passa dal 36% al 50% la quota di detrazione Irpef per le ristrutturazioni fino a 96.000 euro e fino al 30 giugno 2013.
– CREDITO IMPOSTA “QUALIFICATI”
Arriva il credito d’imposta del 35%, con un limite massimo pari a 200 mila euro annui ad impresa per l’assunzione di personale qualificato.
– CREDITO IMPOSTA COMUNI
I Comuni potranno utilizzare i crediti d’imposta per la realizzazione di opere infrastrutturali necessarie per migliorare i servizi pubblici.
– GIOVANI E GREEN ECONOMY
Finanziamenti agevolati alle aziende che investono in progetti di «green economy» e che assumono a tempo indeterminato under 35 e giovani laureati.
– PROJECT BOND
Arrivano le obbligazioni da parte delle società di progetto sul modello europeo. I project bond saranno «appetibili per gli investitori» per realizzare nuove infrastrutture. Aliquota al 12,5%.
– FONDO IMPRESE A 2 MILIARDI
Viene costituito un Fondo per la crescita sostenibile con un budget di 2 miliardi.
– SRL PER TUTTI
La srl semplificata per gli under 35, viene estesa dal decreto sviluppo a tutti ma con paletti sul capitale.
– NO STOP PER IMU EDILIZIA
Per le imprese edili sarebbe al momento saltata la norma per escludere per tre anni dall’Imu, gli immobili invenduti. L’intervento era previsto nella bozza del provvedimento arrivata in cdm. Resta la compensazione Iva.
– AZIENDE IN CRISI
Le aziende colpite dalla crisi, ma che hanno comunque prospettive di ripresa, non saranno obbligate a dichiarare il fallimento ma potranno ricorrere direttamente al concordato preventivo.
– ALIMENTI AI POVERI
Viene istituito all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura un fondo per il finanziamento dei programmi di distribuzione di derrate alimentari ai poveri.
– PROROGA SISTRI
Si proroga al 31 dicembre 2013 il termine per l’entrata in vigore del Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri).
– PIANO CITTà€
Per l’attuazione arriva una cabina di regia.
– TAXI
Viene prorogato a fine anno il decreto per impedire l’esercizio abusivo del servizio taxi.
– SU WEB CONTRIBUTI IMPRESE
Andranno sul web sovvenzioni, contributi e sussidi alle imprese e l’attribuzione di compensi a persone e imprese di importo complessivo superiore a 1.000 euro.
– RIMBORSI VELOCI PER PROCESSI LUNGHI
Arrivano rimborsi più veloci per i processi civili troppo lunghi.
– FILTRO IMPUGNAZIONI
Si punta a migliorare l’efficienza delle impugnazioni sia di merito che di legittimità .
– ITALIA DIGITALE
Viene istituita l’Agenzia per l’Italia Digitale SOTTO la vigilanza del Presidente del Consiglio.
– IDROCARBURI
Si stabilisce una fascia di rispetto unica, per petrolio e per gas, e più rigida, passando dal minimo di 5 miglia alle 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette, per qualunque nuova attività di prospezione, ricerca e coltivazione.
– IMPORT CARBURANTI
Dal 2013 l’import di prodotti petroliferi finiti liquidi da Paesi non appartenenti all’Ue dovrà essere autorizzata dal Ministero dello sviluppo.
– ICE ED ENIT
È fissata a 450 la dotazione organica dell’Agenzia con la conseguente entrata nei ruoli del Mise del rimanente personale dipendente. Viene inoltre avviata la riorganizzazione della rete Enit all’estero.
– PESCA
Viene introdotto un sistema volontario di indicazione dell’origine per chi vende al dettaglio prodotti della pesca, così da poter segnalare al consumatore la dicitura “prodotto italiano”.
– COPERTURE
La copertura finanziaria sarà reperita, a partire dal 2013, con riduzioni di spesa e con le maggiori entrate previste dalle sanzioni introdotte del provvedimento per chi viola le regole per i prodotti a denominazione di origine protetta o Igp. Nuove entrate sono attese con l’armonizzazione del trattamento fiscale tra le polizze emesse da assicurazioni italiane ed estere che non pagano l’imposta annua dello 0,35%.
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Giugno 15th, 2012 Riccardo Fucile
L’IRONIA DELLA RETE PER LA NOMINA ALL’ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA… MASSIMO GHILARDI DAL MIUR AI TERREMOTI
«Il prof di ginnastica che diventa direttore dell’Ingv? In caso di terremoto sa correre via veloce».
È la cinica battuta che si può leggere su Twitter tra i commenti sul profilo dell’Ingv. La notizia della nomina di Massimo Ghilardi a nuovo direttore generale dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha scatenato l’ironia della Rete.
Ghilardi, 45 anni, carabiniere di leva, è laureato in Scienze motorie alla Cattolica di Brescia.
Non importa alla Rete che sia anche laureato in Sociologia politica a Urbino (poco c’azzecca anche quella con la vulcanologia…) e meno ancora fa alzare le sue competenze l’essere iscritto all’Albo dei promotori finanziari.
Di più, nella sua nomina, potrebbe aver contato l’essere stato consigliere comunale del Pdl a Chiari (Brescia).
Decisiva anche la stima di Mariastella Gelmini come «insinua» in un comunicato l’Anpri (l’associazione nazionale professionale per la ricerca): «Il dott. Massimo Ghilardi, laureato in Scienze Motorie all’Isef (…) e attualmente dirigente ministeriale al Miur (ivi chiamato dalla sua conterranea Maria Stella Gelmini), sarà il prossimo Direttore Generale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il cda dell’Ingv, pur non all’unanimità , ha evidentemente trovato interessante tale curriculum forse perchè porterà all’Ente nuove competenze finora mancanti».
L’ex ministro dell’Istruzione volle Ghilardi al Miur come dirigente di seconda fascia per lo sviluppo della ricerca (106.628 euro di stipendio base lordo).
Ghilardi al ministero era responsabile dell’ufficio di vigilanza e finanziamento degli enti di ricerca del ministero e gestiva un portafoglio da 915 mila euro.
I malpensanti ritengono che in questo modo il ministro tecnico Profumo abbia liberato una casella importante del suo ministero, favorendo la sua nomina all’Ingv.
Ma online c’è anche chi lo difende: «Dirige, non è un’operativo. Deve avere capacità dirigenziali. I tecnici non le hanno e penalizzano sempre il risultato» .
Lui stesso quando finì tra i papabili per il posto di direttore generale del Consiglio nazionale delle ricerche, il Cnr, a chi storceva il naso per quella designazione, poi caduta, di un «non-scienziato» alla carica di direttore, su BresciaOggi rispose: «Uno scienziato al Cnr? Un errore. Questo presupposto c’è per il presidente, non per il direttore che invece deve avere capacità manageriali, quali io reputo di avere».
Nino Luca
(da “Il Corriere della Sera“)
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Giugno 15th, 2012 Riccardo Fucile
RITORNA ANCHE LA FOTO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEGLI UFFICI DEL COMUNE
Uno dopo l’altro stanno cadendo tutti i baluardi padani.
Il lavoro non è da poco, ma un passo alla volta c’è chi sta cercando di ridare un senso alle trovate messe in campo in anni di leghismo sfrenato.
Le roccaforti della Lega Nord che sono cadute dopo le ultime elezioni amministrative sono molte, così i neosindaci si trovano a dover metter le mani sulle pesanti eredità padane, da quelle più folkloristiche come i cartelli in dialetto i soli delle Alpi, a quelle più indigeste, come il numero verde (anzi verdissimo) che era stato istituito nel 2008 dal comune di Cantù per segnalare la presenza di clandestini sul territorio comunale.
Il nuovo sindaco della cittadina brianzola, Claudio Bizzozero, ha annunciato in questi giorni di avere deciso la riconversione del servizio.
Il numero non verrà cancellato, ma destinato ad uno scopo diverso da quello indicato dalla vecchia amministrazione leghista guidata dall’ex sindaco Tiziana Sala.
Il servizio, a dire il vero, non ha mai fatto breccia nel cuore dei canturini.
Da quando la linea anti clandestini era stata attivata, sono in tutto una quarantina le telefonate delatorie arrivate al centralino comunale, circa una ogni mille abitanti.
La linea (che garantiva il completo anonimato) non verrà disattivata, il neosindaco Bizzozero (lista civica) ha anticipato che potrebbe essere usato per la segnalazione di altri tipi di reato, come abusi edilizi o altri illeciti che vengono compiuti a danno della collettività .
Per una linea che viene riconvertita, c’è una segreteria telefonica che viene cambiata. Succede a Tradate (in provincia di Varese), altro comune leghista finito nel tritacarne delle ultime amministrative.
Dopo essere passato di mano, i nuovi amministratori comunali (Pd, Sel e civiche) hanno deciso di cambiare musica.
Fino a pochi giorni fa, infatti, chiamando il Comune si veniva messi in attesa ascoltando le note del “Va Pensiero”.
Al posto dell’aria verdiana, troppo affine alla liturgia leghista, è stata impostata una musica più neutrale. Niente inni nazionali o canti partigiani, per l’attesa telefonica è stato scelto Mozart.
Nello stesso Comune, il giorno della vittoria elettorale era stata riportata in Municipio la foto del Presidente della Repubblica, che mancava da circa vent’anni.
Restando nel campo della telefonia, un’altra risponderia famosa è quella di Como.
Dal 2009 chiamando il centralino del municipio della città lariana si può parlare con un operatore che si esprime in dialetto (una tra le scelte possibili oltre all’italiano e all’inglese).
Al momento è rimasto tutto com’era e non si sa se il nuovo sindaco Mario Lucini (Pd) abbia o meno l’intenzione di limitare la scelta alle lingue ufficiali. Ma sono solo gli ultimi esempi di una tendenza avviata ormai da tempo.
Già prima della debacle elettorale era iniziato lo smantellamento dell’impero bossiano, con lo smantellamento dei ministeri del Nord, sfrattati dalla Villa Reale di Monza (altra città persa dal Carroccio).
Lo scorso 2 giugno, mentre al Palacreberg di Bergamo Matteo Salvini veniva eletto segretario lombardo della Lega nord, a Pontida degli anonimi writers hanno coperto con dei disegni la scritta “Padroni a casa nostra” che campeggiava sul muro del sacro prato.
È il secondo attacco nell’arco di poche settimane. La stessa scritta era già stata modificata nel mese di marzo in “Ladroni a casa nostra”.
In entrambi i casi è stata immediatamente ripulita da militanti volontari, intenzionati ad installare un impianto di videosorveglianza a tutela dell’integrità della storica scritta.
Alessandro Madron
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Giugno 15th, 2012 Riccardo Fucile
IL SEGRETARIO DEL PDL HA INVITATO L’EX DIRETTORE DEL GIORNALE A SCENDERE IN CAMPO PER PORTARE IDEE NUOVE AL PARTITO
“Ho chiamato poco fa Vittorio Feltri per invogliarlo a scendere in campo e candidarsi alle primarie del Pdl e competere così a una grande gara”.
Lo ha detto il segretario Pdl, Angelino Alfano, annunciando anche il 27 giugno come data della Direzione nazionale chiamata a “rilanciare la proposta politica del partito”. La proposta sa un po’ di provocazione.
Alfano, infatti, rappresenta l’area moderata del Pdl, spesso in contrasto con le linee editoriali de Il Giornale e del suo ex direttore oggi editorialista.
Il quotidiano si è spesso schierato dalla parte di quei candidati più distanti dal segretario, come la deputata Daniela Santanchè
La risposta di Feltri. “I parlamentari sono degli straccioni. Io guadagno 700 mila euro l’anno, non posso rinunciare all’attuale reddito per andare a prendere quella straccia di indennità parlamentare. Non voglio campare, voglio vivere. Non dico no in assoluto alla politica ma prima devo capire di che cosa si tratta, se la proposta mi garba la valuto”, è stata la risposta di Feltri.
“Con le primarie – ha esordito Alfano a margine della conferenza stampa della Giovane Italia che si è tenuta questa mattina nella sede nazionale del Popolo della Libertà a via dell’Umiltà a Roma – avremo un’occasione vera per far emergere le migliori risorse di cui disponiamo. Mi auguro che siano le primarie più partecipate.
È un’occasione per il rilancio del Pdl anche con candidature nuove, di soggetti che non hanno avuto in passato militanza politica”.
A chi opponeva che Feltri forse non potesse rappresentare un elemento di innovazione, Alfano ha replicato: “Alle primarie può giocare la nazionale non per forza la nazionale under 21”.
E sulla possibile partecipazione della Santanchè: “Ci mancherebbe altro – ha commentato il segretario – Siamo per le primarie aperte. Non ci deve essere il gradimento della segretaria del partito sulle candidature”.
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Giugno 15th, 2012 Riccardo Fucile
SCONTRO TRA LE DUE ANIME DEL GRUPPO…I SIMPATIZZANTI DEL CONS. REG. FAVIA ACCUSANO I TRE CONS. COM. DI BOLOGNA
Una resa dei conti sul web.
Così gli esponenti del Movimento 5 stelle emiliano romagnolo si fanno la guerra, riportando a galla tutte le questioni che da mesi dividono e agitano il Movimento di Beppe Grillo.
Dall’espulsione del consigliere Valentino Tavolazzi fino alla cacciata del gruppo di Cento, da giorni attivisti ed eletti si stanno scambiando una serie di accuse reciproche, scrivendole nero su bianco sul forum online del meet up di Bologna.
Rivelazioni senza censure, con tanto di dossier e conversazioni private, raccolte in una discussione intitolata “Spy game”, che mette in luce le divergenze interne, in particolare quella tra il consigliere comunale bolognese Massimo Bugani e quello regionale Giovanni Favia.
A dare il via al dibattito è un post al veleno, scritto dal moderatore della pagina Renato Padoan.
“C’è qualcuno che crede di poter fare il bello e il cattivo tempo all’interno del Movimento 5 stelle. Contatta Beppe Grillo e lo staff del blog e gli fornisce informazioni false e fuorvianti, scatenando reazioni inaccettabili dall’anima pura del Movimento e dai suoi attivisti”.
Il riferimento, si scopre dopo alcuni interventi, è a Massimo Bugani, sospettato di agire nell’ombra contro altri esponenti del Movimento. In particolare contro Giovanni Favia e contro quei militanti più critici nei confronti del duo Grillo-Casaleggio.
Secondo Padaon sarebbe stato l’ex aspirante sindaco di Bologna a mettere al corrente Casaleggio della candidatura di Tavolazzi a direttore generale di Parma, tirando in ballo anche Favia.
Così come sarebbe stato sempre Bugani a inviare a Grillo alcuni stralci di una conversazione in chat tra alcuni consiglieri a 5 stelle, in cui veniva espresso più di qualche dubbio sul comportamento del blogger genovese e del suo guru Casaleggio.
L’intervento di Padoan scatena i simpatizzanti di Grillo: in poche ore la pagina si riempie di decine di interventi. Una cascata.
Ma Padoan trova sponda soprattutto nell’ex consigliere rumena Antonia Dejeu, fuoriuscita dal Movimento dopo la presa di posizione di Grillo sul diritto di cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia.
Nel suo post rincara la dose e allarga lo scontro anche a un altro consigliere di Palazzo d’Accursio, Marco Piazza, rivelando una conversazione risalente a fine gennaio. “Quel giorno tutti gli attivisti sono a conoscenza della mia intenzione di ritirarmi. Marco Piazza mi chiede di pensare al fatto che Giovanni Favia avrebbe gongolato perchè non lo avrei più contrastato”.
Dejeu snocciola poi altri retroscena.
“Marco poi mi ripete una frase che Massimo Bugani mi aveva già detto in precedenza: stringi i denti, aspetta uno o due mesi, abbiamo parlato con Casaleggio che risolverà il problema Favia con un post sul blog, tra un mese”.
Passano alcune ore e Piazza decide di difendersi: “Nè io nè Massimo siamo delle spie, non complottiamo e non ordiamo trame con Casaleggio e Beppe (che io personalmente ho sentito una sola volta al telefono) non tramiamo contro Giovanni, nè contro Tavolazzi nè contro Cento. E non ho inoltrato niente a Beppe o a Casaleggio, nè la chat ne nient’altro, non ho la più lontana idea di chi possa essere stato”.
Ma questo non basta a frenare malumori e veleni. E mentre Giovanni Favia si sfila, specificando di essere disinteressato a “queste diatribe da Guerra dei Roses in salsa a 5 stelle”, Bugani parla invece di un dossier.
“Io non ho niente da nascondere — scrive il consigliere di Bologna su Facebook — Chi vuole venire a toccare con mano un meraviglioso dossierino reale e non inventato ad arte (su chi invece parecchie cose da nascondere le ha) può venirmi a trovare quando vuole”.
Giulia Zaccariello
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 15th, 2012 Riccardo Fucile
RISULTAVA CIECO ASSOLUTO, MA GUIDAVA LA BICI SENZA USARE NEANCHE LE MANI
Scoperto e denunciato un falso invalido che per 35 anni è riuscito a simulare cecità assoluta.
Si tratta di un cinquantenne di Manduria (Ta), smascherato dai militari della Guardia di Finanza.
L’uomo, che aveva ottenuto nel 1977 il riconoscimento della condizione di «cieco assoluto», percepiva da allora una pensione come invalido civile, erogata dall’Inps.
I finanzieri hanno appurato che in realtà l’uomo conduceva una vita del tutto normale.
E’ risultato infatti in grado di passeggiare in completa autonomia per le vie cittadine, attraversare gli incroci stradali, districarsi tra le auto in sosta, soffermarsi dinanzi alle vetrine dei negozi e, addirittura, condurre un motociclo.
Alcuni filmati effettuati dai finanzieri hanno documentato, tra l’altro, una sorta di “prova di equilibrismo” del falso cieco: il tarantino è stato ripreso mentre conduceva una bicicletta con una sola mano, trasportando nell’altra un voluminoso pannello di legno.
Le indagini hanno evidenziato che, nel solo periodo compreso tra il 1999 ed il 2012, il falso invalido ha percepito un trattamento pensionistico pari complessivamente a circa 180.000 euro. Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti tesi a determinare la somma complessivamente erogata dall’ente previdenziale negli anni precedenti al 1999.
Il falso invalido è stato denunciato all’autorità giudiziaria per il reato di truffa aggravata e continuata ai danni dello stato.
La stessa autorità giudiziaria ha disposto il sequestro dei beni immobiliari e delle disponibilità finanziarie del truffatore per un valore congruo a risarcire l’erario.
Ma ci chiediamo: chi ha attestato e avallato la sua finta cecità per tutti questi 35 anni?
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Giugno 15th, 2012 Riccardo Fucile
LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA: “AUTOGOL PRENDERE TEMPO SULLE LISTE PULITE, FUTURO E LIBERTA’ LA PROSSIMA SETTIMANA PRESENTERA’ UNA PROPOSTA DI LEGGE CHE FARA’ SCALPORE”
Ha deciso la nuova mossa quando era ancora in aula.
La prossima settimana Giulia Bongiorno, finiana, presidente della Commissione Giustizia della Camera, presenterà una proposta di legge destinata a far scalpore, lo stop a candidature di condannati.
Il governo lo vuole fare per delega, lei lancia un appello ai colleghi perchè si approvi subito.
Mesi di liti e poi un dato che emerge su tutti: i deputati votano il rinvio delle liste pulite.
Non lo condivido e Fli non ha votato la fiducia sul punto. Il rigore non può essere ad intermittenza. Deve valere per tutti e per ogni parte della legge. Le eccezioni non sono ammesse.
E’ un regalo alla Casta?
Di sicuro depotenzia la riforma: non basta inasprire le pene per sconfiggere la corruzione. Possiamo combatterla efficacemente solo se in parallelo pretendiamo pulizia all’interno dei partiti
Il futuro del ddl è incerto. Fini dubita che vedrà la luce. Intanto che si può fare?
Non attendere. Io presenterò subito una proposta di legge per le liste pulite. Faccio un appello a tutti: è il momento della svolta. Diamo priorità assoluta a questa legge impegandoci ad approvarla entro l’autunno.
Cicchitto lancia un ultimatum al governo: niente più fiducie sula giusitzia. E’ la fine dell’anticorruzione?
Questo atteggiamento ostile del Pdl rafforza le mie preoccupazioni
Con la prescrizione accordata si attua uno degli obiettivi del Cavaliere: processi che muoiono più in fretta. Perchè non si è opposta?
Sono una garantista, ma sono stata etichettata come giustizialista perchè, con Angela Napoli, ho chiesto a Severino di rendere il testo molto più rigoroso. Occorre essere determinati a combattere la corruzione.
Il nuovo reato di induzione che sostituisce la concussione lo considera meno grave? Può risolversi in un colpo di spugna?
Vengo da una terra in cui a qualcuno basta alzare un sopracciglio per ottenere ciò che vuole. A volte non si ha nemmeno necessità di minacciare. E’ uno dei profili della legge che avevo chiesto di modificare. Aggiungo che la biforcazione normativa tra concussione e induzione comporterà inevitabili effetti sulla prescrizione: la concussione per induzione subirà una riduzione dei tempi
Lei è un avvocato di grido. In questa veste crede che la legge giovi più allo Stato che insegue i criminali o ai criminali che cercano di sfuggirgli?
Non è una “salva qualcuno”. E non è un inciucio. Forse trattandosi di un governo tecnico ci si sarebbe potuto attendere una riforma più organica e incisiva. Non si può combattere la corruzione senza rimodellare in modo radicale il falso in bilancio.
E’ un passo avanti che però resta segnato da troppe timidezze e lacune.
Liana Milella
(da “la Repubblica”)
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Giugno 15th, 2012 Riccardo Fucile
“SONO IL PUNTO DI RITROVO PER GLI IMMIGRATI” E’ LA GIUSTIFICAZIONE DEL SINDACO DI TERNO D’ISOLA (BG)… PER I RAZZISTI GLI IMMIGRATI DEVONO SOLO LAVORARE (POSSIBILMENTE IN NERO) E POI CHIUDERSI IN CASA?
E’ polemica a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, dove le opposizioni accusano l’amministrazione comunale leghista di aver rimosso due panchine da piazza Sette Martiri perchè utilizzate da un gruppo di immigrati.
Le minoranze, composte da gruppi di centrosinistra ma anche da liste civiche, lo dicono chiaro in un volantino: “Gli amministratori leghisti tolgono le panchine perchè si siedono gli extracomunitari. Razzismo, incapacità di gestire l’ordine pubblico, illegalità . Basta con la Lega padrona”.
Le due panchine rimosse erano vicino a un kebab e facevano da punto di ritrovo per un gruppo di magrebini.
Per il sindaco leghista, Corrado Centurelli, “non si tratta di razzismo, protestino quanto vogliono. Queste sono solo polemiche strumentali. Le due panchine si trovavano in un punto in cui la piazza si restringe. E spesso il ritrovo di un gruppo di immigrati impediva il passaggio delle persone. Ho preso una decisione che mi è stata richiesta dalla gente. Ci attaccano solo perchè stiamo amministrando bene”.
Le opposizioni parlano di una “Lega che sa solo distruggere e non costruire. Il Carroccio continua a condurre una battaglia antistorica contro gli immigrati. I cittadini stranieri sono già parte della società bergamasca”.
(da “Il Corriere della Sera“)
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