Dicembre 20th, 2012 Riccardo Fucile
UN BLOCCO UNICO AL SENATO PER SUPERARE LA SOGLIA ELETTORALE… POI DUE LISTE, UNA “POLITICA” GESTITA DA CASINI E UNA DELLA SOCIETA’ CIVILE ORGANIZZATA DA MONTEZEMOLO… I FINIANI FINIREBBERO NELLA PRIMA, ANCHE SE IL PRESIDENTE DELLA CAMERA PREFERIREBBE UNA TERZA LISTA DI FLI… POI VANNO COLLOCATI I TRANSFUGHI DAL PDL
Palazzo Chigi, studio del presidente Monti, pochi minuti alle dieci, ieri mattina. Monti ha fatto una manciata di inviti, gli invitati hanno prontamente risposto. Ecco arrivare il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, con il segretario del partito Lorenzo Cesa, il presidente di Italia Futura, Luca di Montezemolo e il ministro per la cooperazione Andrea Riccardi, in rappresentanza di una larga parte del mondo cattolico.
Sono loro a parlare, uno dietro l’altro.
Chiedono al presidente di impegnarsi direttamente, di sostenere il loro accordo elettorale, di guidarlo, di continuare – attraverso il loro appoggio – l’opera «incompiuta» del governo, approfondirla.
Non domandano soltanto di usare il nome «Monti», cercano di convincere l’ex presidente della università Bocconi a diventare un politico a pieno titolo.
Per esempio, prova a proporre Casini, Monti dovrebbe partecipare alla campagna elettorale.
Monti ascolta per lungo tempo, e su questo, a un certo punto, si dirà disponibile: solo tv, però, niente comizi.
Monti non si sbilancia ancora, ma la convocazione di questo incontro dice già molto.
Si fanno anche le ipotesi sulle liste «per Monti» che, in attesa della decisione finale, devono essere messe in moto. I convitati, nello studio di Palazzo Chigi, delineano un piano, che continua a essere perfezionato, ma ieri suonava come segue.
Lista unica al Senato, perchè la soglia della legge elettorale è alta.
Due liste alla Camera, una più «politica» governata da Casini e una più «civile» orchestrata dagli uomini di Montezemolo e dai movimenti cattolici riuniti in «Verso la terza Repubblica» (Riccardi, Olivero, Bonanni, Dellai). «Siamo pronti ad andare da soli», ha detto Montezemolo.
C’è anche, sul tavolo, l’ipotesi di partito unico alla Camera: farebbe risaltare più plasticamente la leadership di Monti, ma il pensiero corrente è che più partiti portino più voti.
Casini ha una preoccupazione, che la sua lista diventi una sorta di «bad company», quella che contiene i nomi gravati da molte legislature, e teme il confronto con Montezemolo, che punta apertamente sul rinnovamento dell’offerta politica.
Ieri Italia Futura ha dato il via alla raccolta delle disponibilità in tutta Italia a firmare per permettere la presentazione delle liste.
Come sempre, le liste sono un punto di alta tensione.
Esiste una questione che riguarda Fini.
Fini non era alla riunione ristretta nello studio del presidente del Consiglio. Motivi di opportunità , vista la carica di presidente della Camera, visto che si sta adoperando in questi giorni per stringere i tempi sulla legge di stabilità .
Nè ha ritenuto di delegare uno dei finiani a partecipare.
Ma ha visto Casini, dopo, e ha sentito Monti e Montezemolo.
Da Italia Futura affermano che non ci sono preclusioni nei confronti di Fini, ma insistono sul «rinnovamento».
Qualche maggiore resistenza verso l’ex fondatore di An viene dal mondo cattolico.
Comunque, i candidati finiani dovrebbero trovare posto – se le liste saranno due – accanto a quelli di Casini.
Fini, tuttavia, punta ancora su una sua lista da affiancare alle altre due.
Esistono altre manifestazioni d’interesse nei confronti di questo centro sotto l’egida di Monti.
Manifestazioni d’interesse da destra e da sinistra.
Uomini del Pdl che non sono avversi a Berlusconi, ma temono la sua deriva anti-europea e anti-rigore.
L’ex ministro degli Esteri, Frattini ha sentito Monti martedì mattina e il deputato europeo Mario Mauro ha avuto un colloquio con il premier nei giorni precedenti.
Con loro ci sarebbero Quagliariello, Cazzola, Mantovano, Malgieri, Valducci (uno dei fondatori di Forza Italia), l’esponente di Comunione e liberazione, Vignali.
Tutti pronti a creare una terza formazione.
Di certo, non vorrebbero finire in una lista segnata dall’impronta di Casini.
Dal settore «montiano» del Partito democratico sono stati invece avviati contatti con Italia Futura: Ichino, Ranieri, Morando, Ceccanti aspettano con interesse le decisioni ufficiali di Monti.
(da “il Corriere della Sera“)
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Dicembre 20th, 2012 Riccardo Fucile
UN NUOVO ELENCO DI POLITICI SI AGGIUNGE AI 25 GIA’ INDAGATI DALLA PROCURA DI MILANO GIORNI FA PER LA VICENDA DEI RIMBORSI
Ci sono altri 37 indagati per peculato nella inchiesta condotta dalla Procura di Milano sui rimborsi ai consiglieri regionali lombardi.
Sono tutti consiglieri o ex consiglieri della Lega e del Pdl in Regione Lombardia.
Dopo i 25 inviti a comparire dei giorni scorsi e dopo altri tre indagati dello scorso ottobre (Franco Nicoli Cristiani, Massimo Buscemi e Davide Boni), il numero dei consiglieri sotto inchiesta raggiunge così quota 62.
Ventidue consiglieri sono del Pdl e 15 della Lega: tra questi c’è anche Renzo Bossi, figlio di Umberto, e Rosi Mauro, attuale vicepresidente del Senato, che fu eletta al Pirellone nel 2005 e vi rimase fino al 2008, quando si trasferì a Palazzo Madama.
Per i 37 nuovi indagati nelle prossime ore potrebbero arrivare altrettanti inviti a comparire per interrogatori che dovrebbero svolgersi a gennaio, dopo le vacanze natalizie.
Nel mirino i presunti rimborsi illeciti con soldi pubblici a fronte di spese ritenute sospette: soldi che avrebbero ottenuto, a vario titolo, tra il 2008 e il 2012.
Gli investigatori stanno analizzando anche le spese dei gruppi dell’opposizione. ”
Soldi spesi per ottocento inviti per Natale? Non ricordo, non so”, avrebbe
risposto uno dei consiglieri del Pirellone interrogati in questi giorni dai pm.
I consiglieri interrogati, d’altronde, avrebbero risposto alle domande degli inquirenti con una raffica di “non so, non ricordo”.
Compreso, appunto, uno dei politici a cui venivano contestati rimborsi per circa 800 inviti spediti per un evento a Natale.
“E così oggi, primo giorno ufficiale di campagna elettorale, sappiamo finalmente dove sta di casa la corruzione in Lombardia.
Sta tutta e solo nei consiglieri del Pdl e della Lega: 62 indagati su 62 fra consiglieri ed ex consiglieri”, scrive in una nota il governatore Roberto Formigoni.
“E sappiamo anche che i consiglieri dell’opposizione, che hanno vissuto in questi anni con gli stessi regolamenti e le stesse leggi e hanno avuto gli stessi rimborsi, sono invece tutti innocenti”, prosegue Formigoni.
“Mi chiedo cosa aspettino i compagni dell’opposizione a fare un gesto di minima responsabilità , cosa aspettino ad autodenunciarsi. A chi pensano di raccontare che i loro scontrini sono diversi da quelli della maggioranza?”, si legge nella nota.
“Ovviamente confermo quanto già detto più volte in questi giorni: chi realmente ha fatto un uso scorretto del denaro pubblico deve essere punito ed escluso dalla candidatura. Ma va anche fatta chiarezza su tutte le persone implicate e non solo su quelle della maggioranza”, conclude il governatore.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Dicembre 20th, 2012 Riccardo Fucile
TAGLI PER 13 MILIARDI ALLA SANITA’ MA STANZIATI 2,5 MILIARDI PER L’ALTA VELOCITA’… FINANZIAMENTI AI POLICLINICI PRIVATI, AI MAESTRI DI SCI, ALLE TERME E AL TURISMO IN BASILICATA
La legge di Stabilità ha assunto la sua forma definitiva. Il ddl è stato approvato dalla commissione Bilancio del Senato e ora non dovrebbe cambiare più: diventerà legge entro la settimana dopo i passaggi in Parlamento.
Insomma, nonostante un paio di ministri si siano svegliati all’ultimo minuto ricordando i tagli subiti dal loro settore quest’anno (13,8 miliardi in un triennio e 7.300 posti letto per la Sanità , altri 400 milioni al Fondo di funzionamento delle università ) non c’è stato niente da fare: Profumo ha portato a casa la miseria di 100 milioni per gli atenei nel 2013, il che — a stare alle sue parole — vuol dire il fallimento dell’università italiana.
Come sempre accade in questi casi, però, se molti piangono, c’è pure qualcuno che ride.
Il governo, per dire, con un emendamento approvato martedì notte ha portato i fondi per la costruzione del Tav a 2,85 miliardi complessivi (più 100 nascosti sotto altre diciture, ma destinati alla Torino-Lione): agli iniziali 60 milioni di euro per il 2013, 100 milioni per il 2014 e 530 milioni per il 2015 vengono aggiunti, infatti, altri 2,25 miliardi, più precisamente 150 milioni l’anno a partire proprio dal 2015 e fino al 2029.
D’altronde, ha spiegato ieri il ministro Cancellieri, se si cede alle pressioni della piazza e non si fa l’Alta velocità significa “autocondannarsi a un futuro di declino”. Ovviamente per evitare questo spaventoso scenario l’esecutivo ha pensato di tutto. Non solo il Tav, infatti, ma pure “lo sviluppo e l’accrescimento di competitività delle industrie operanti nel settore aeronautico” — che tradotto vuol dire Finmeccanica – incassa il suo bel finanziamento pluriennale: 8,4 miliardi dal 2013 al 2028.
Potevano rimanere fuori i “policlinici universitari non statali” (recte: privati)?
Certo che no: avranno 52,5 milioni da spartirsi come deciderà il governo, cui aggiungere 12,5 milioni al Bambin Gesù di Roma e 5 alla fondazione Gaslini di Genova (il cardinal Bagnasco, educatamente, ha ringraziato a mezzo stampa).
Qualche milioncino, à§a va sans dire, finisce anche all’editoria : 40 milioni vanno al fondo per i giornali, 15 a radio e tv locali, che sotto elezioni è sempre meglio tenersi buone.
Non basta, perchè nel delirio dell’ultimo minuto di legislatura — sapientemente orchestrato dall’esperto presidente della commissione Bilancio del Senato Antonio Azzollini — nel ddl stabilità sono finiti decine di piccoli finanziamenti: magari sacrosanti, per carità , ma senza alcuna regia, vivi solo per la bravura o il potere o l’in — teresse elettorale dei proponenti. Ci sono, ad esempio, 80 milioni per la Pedemontana piemontese e 30 per la Tirreno- Adriatica , dieci milioni per l’Ice come aveva chiesto Corrado Passera e altrettanti per il “grave dissesto idrogeologico” dell’Abruzzo, sei milioni per i comuni montani, cinque per gli aerei anti-incendio del Corpo Forestale e cinque pure per lo sviluppo turistico della Basilicata, quattro in due anni, infine, per l’inderogabile integrazione delle terme nel Sistema sanitario nazionale.
Finito? No, perchè dopo i piccoli finanziamenti ci sono quelli micro, in qualche caso ben destinati.
E così l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza si becca il suo milioncino, stessa cifra stanziata per i duecento anni dalla nascita di Giuseppe Verdi , per il settantesimo anniversario della Resistenza e per il funzionamento del “Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso”, mentre i giardini Villa Taranto (che stanno a Verbania, Piemonte) incassano il doppio e il Museo nazionale della Shoah addirittura tre milioni.
Una cosa che si chiama Unido-Itpo (Ufficio per la Promozione Tecnologica e degli Investimenti) e sta a Roma sarà felice dei suoi 600 mila euro, la Fondazione Ebri di Rita Levi Montalcini festeggerà invece un finanziamento da 800mila euro per tre anni, mentre la Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt) e una onlus che promuove la ricerca sul genoma del pancreas si dovranno accontentare di mezzo milione a testa. Qualche spicciolo tocca pure alla “manutenzione ordinaria” della basilica di San Francesco d’Assisi (200mila euro), al Castello di Udine (130 mila), ai familiari delle 44 vittime del disastro aereo del Monte Serra del marzo 1977 (118 mila a testa).
Ai cittadini di Marsciano , in Umbria, viene invece sospeso il pagamento delle cartelle esattoriali perchè tre anni fa sono stati vittime di un terremoto. Il lettore potrebbe pensare: e allora perchè non danno qualcosa pure all’associazione dei maestri di sci? Tranquilli, l’hanno fatto.
Marco Palombi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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Dicembre 20th, 2012 Riccardo Fucile
NELLE CARCERI ITALIANE QUASI 20.000 DETENUTI IN PIU’ DELLA CAPIENZA MASSIMA
Guardasigilli Paola Severino, Marco Pannella ironizza affermando che con il suo provvedimento sulle pene alternative conquisterebbero la libertà 54 detenuti .
«I relatori del provvedimento alla Camera, per la verità , hanno sempre parlato di 1.200 detenuti. I dati che mi sono stati trasmessi dal Dap riferiscono di 2.819 ingressi in carcere nel 2011 per reati puniti con pena massima fino a 4 anni, tutti potenziali fruitori di misure alternative alla detenzione».
Tra spinte giustizialiste e forcaiole nessun governo negli ultimi anni è riuscito a portare avanti una politica di umanizzazione delle carceri.
«Indipendentemente dalle opposte spinte che hanno caratterizzato la politica dei diversi governi negli ultimi anni, ciò che più mi ha colpito arrivando al ministero della Giustizia è stata la frammentazione della geografia carceraria, che negli anni è andata di pari passo a quella dei “tribunalini”. La linea che sta seguendo l’Amministrazione penitenziaria è quella della modulazione dei circuiti così da aggregare i detenuti a seconda del percorso di recupero più idoneo alle loro caratteristiche. Bollate e Rieti, ad esempio, sono già ora istituti modello per detenuti ritenuti a minore pericolosità sociale»
Ministro, due terzi della popolazione detenuta sono stranieri.
«Vuol dire che molti degli extracomunitari che affollano le carceri italiane arrivano nel nostro Paese sperando in un futuro migliore, ma poi diventano facile preda della criminalità che garantisce loro un lavoro irregolare e un guadagno facile. Le misure alternative alla detenzione non sono come qualcuno ha detto ideate per “colletti bianchi” che intendono evitare il carcere; sono piuttosto per quella povera gente che, grazie a strumenti come la messa alla prova, possono avere una nuova e ulteriore chance per integrarsi nella società ».
Si potrebbe affrontare il problema del sovraffollamento anche con la liberalizzazione delle droghe. Davvero soluzione impensabile?
«Nei Paesi nei quali la liberalizzazione è stata tentata i risultati ottenuti non sono stati confortanti, anche perchè in un sistema ormai globalizzato qualunque Paese liberalizzasse diventerebbe la calamita dei traffici provenienti dai Paesi in cui la liberalizzazione non è avvenuta. Mi sembra piuttosto necessario moltiplicare le strutture ovviamente diverse dalle carceri idonee a garantire la disintossicazione e il recupero di coloro che hanno fatto uso di droghe. Ciò che più conta, torno a ribadirlo, è l’abbattimento della recidiva. I dati ce lo confermano: coloro che una volta usciti dal carcere lavorano, difficilmente tornano a delinquere. Secondo una stima del ministero del Lavoro sono tornati in carcere solo il 2,8% di coloro che, beneficiari dell’indulto nel 2006 erano stati avviati a tirocini presso aziende, su un campione di 2.158, a fronte del 27% di coloro che non aveva seguito alcun programma di reinserimento».
Sull’ amnistia chi ha remato contro?
«Nessuno specificatamente, ma tutti i partiti mi hanno detto che non si sarebbe potuta trovare una maggioranza qualificata per votare l’amnistia».
E sulle pene alternative?
«È a tutti noto che il provvedimento è stata approvato a larga maggioranza alla Camera, con l’eccezione di Lega e Idv che hanno già preannunciato il permanere della loro posizione contraria anche al Senato».
Un anno al ministero. Si poteva fare di più?
«Se metto in fila tutti i provvedimenti che abbiamo predisposto in materia di giustizia mi chiedo come sia stato possibile riuscire a realizzare tante misure tutte insieme in un arco temporale così ristretto. Solo sulle carceri, col decreto di gennaio, abbiamo inciso in modo significativo sul fenomeno delle “porte girevoli”, che si è ridotto dal 27% al 13% sul totale degli ingressi, e abbiamo ulteriormente esteso la possibilità di eseguire la pena in detenzione domiciliare portando il limite da 12 a 18 mesi».
Con quali effetti?
«L’insieme di queste misure ha concorso a determinare un’inversione di tendenza rispetto al progressivo aumento della popolazione carceraria, passata da 68.047 detenuti nel novembre 2011 a 66.335 di oggi. Infine, abbiamo emanato una Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti per far sì che ciascuna persona al momento dell’ingresso in carcere sia in grado di conoscere qual è il percorso che lo attende. E tutto ciò senza considerare il disegno di legge sulle misure alternative che attualmente è all’esame del Senato e gli interventi sulle strutture carcerarie che hanno portato alla consegna, entro dicembre, di 3.178 posti letto ai quali se ne aggiungeranno altri 2.382 entro il giugno 2013. In conclusione, abbiamo puntato su soluzioni strutturali».
Guido Ruotolo
(da “La Stampa”)
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Dicembre 20th, 2012 Riccardo Fucile
“NON CORRERO’ CONTRO MONTI, MA ORA CAMBIA TUTTO”
«Per prima cosa bisognerà fare una legge sull’antitrust, cioè contro le concentrazioni, e una legge severa sulle incompatibilità : sono i due punti di quelle che chiamiamo norme sul conflitto di interessi».
Alle 6,30 del mattino, sull’aereo che lo porta a Bruxelles per incontrare, oltre a Barroso, i presidenti del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e dell’eurogruppo, Jean Claude Juncker — tutti leader del Ppe e fan di Monti — Bersani mostra lo sconcerto per «la manovra abbastanza miserevole della destra», utile solo «a guadagnare qualche giorno di campagna elettorale» e all’invasione televisiva di Berlusconi.
Chiede che la data delle elezioni resti il 17 febbraio.
Parla di Monti. Consulta gli appunti chiusi in una cartelletta blu: sono i compiti sull’Europa, e le parole più usate sono «continuità » e «affidabilità ».
Dice che «se il centrosinistra vincerà , è normale che sia io il premier», tornando da Bruxelles a Roma, si sfoga.
E lancia qualche stilettata contro Mario Monti.
Segretario Bersani, se Monti si candida, come pensate di potere collaborare poi con lui e con i centristi, essendovi contesi Palazzo Chigi?
«È un problema loro, io ho detto che voglio essere amichevole. I progressisti sono aperti a posizioni moderate, dicano loro cosa vogliono fare. Io ho i Progressisti, abbiamo fatto le primarie, ho la proposta di programma, aspettiamo di capire come pensano di rivolgersi al Pd. Non chiedetelo a me. Cosa faranno in campagna elettorale, mi daranno del comunista, ci metteranno le dita negli occhi? Mica può essere sempre un problema mio»
Immaginava di ritrovarsi Monti come competitor?
«Non ho mai dato niente per scontato, nè escluso nulla. Sul piano politico ho detto ai Progressisti che dovevamo aprirci verso forze europeiste anche di Centro, vedevo che si arrivava lì. Non farò campagna elettorale contro Monti, ma quando il paesaggio cambia, cambiano le dinamiche. In campagna elettorale le dinamiche che scattano sono altre. Se dovessi essere io il premier — ipotesi possibile ma da molti negata — parlerei subito con Monti».
È venuto a convincere gli amici di Monti che è affidabile anche lei e non solo il Professore?
«Si apre una fase di transizione ed era giusto andare a dare elementi di continuità . Sanno benissimo che ho lavorato con Ciampi, con Prodi, con Padoa Schioppa. Nessuno può dubitare della nostra volontà riformatrice e di tenere i conti sotto controllo. Gli impegni italiani saranno rispettati. Siamo per un vincolo reciproco in termini fiscali, ma occorre praticare politiche di crescita. Questo avvitamento tra austerità e recessione non può persistere. Penso a una road map ragionevole. Sono per l’autorizzazione preventiva al bilancio, ma non affidata a un commissario, bensì a una procedura certa che dia garanzia di partecipazione. Noi comunque non smonteremo le riforme di Monti, le implementeremo. Manterremo gli impegni, arricchendoli».
Ha offerto garanzie anche per Vendola?
«Vendola è un grande europeista, vuole gli Stati Uniti d’Europa. L’argomento Vendola è diventato un pretesto polemico».
Cosa farà un governo di centrosinistra sull’Imu, cavallo di campagna elettorale di Berlusconi?
«La alleggeriremo sulla prima casa e per i redditi più deboli, mettendo un’imposta individuale sui grandi patrimoni: se il demagogo dice che la abolisce, ci spieghi dove prende i soldi e non racconti favole».
Ha rassicurato i vertici Ue sull’approvazione della legge si stabilità ?
«La legge di stabilità arriverà in porto in modo da garantire gli obiettivi. Questi traccheggi del Pdl sono indecorosi, inaccettabili, incommentabili. Usano la tattica parlamentare a fini dilatori, per interessi di partito».
Quale vorrebbe fosse la data delle elezioni?
«L’intenzione nostra resta di chiudere in settimana la legge di stabilità . Il 17 è la prima data utile, resta quella lì. Comunque decide Napolitano».
Junker l’ha lodata («Bersani è intelligente e onesto, ha le migliori intenzioni per l’Europa»). Ma chi preferisce alla fine tra lei e Monti, gliel’ha detto?
«Juncker è una persona concreta e competente, peccato che tra due mesi lasci l’incarico all’eurogruppo. Ha una grande conoscenza del nostro paese, mi ha chiesto di Grillo».
E di Berlusconi?
«No, lo conosca bene».
Soddisfatto di come sono andati gli incontri?
«Qualcuno mi ha domandato: quanto prenderà il centrosinistra. Io ho risposto: arriveremo primi».
Anche in Senato?
«Dappertutto».
Francesco Bei
(da “La Repubblica“)
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Dicembre 20th, 2012 Riccardo Fucile
IL PD SI OPPONE A CONSENTIRE LA NORMA “AD PARTITUM” CHE ESONERA DALLA RACCOLTA FIRME, PER PRESENTARSI ALLE ELEZIONI, I GRUPPI PARLAMENTARI CHE SI COSTITUISCONO ENTRO OGGI
Il Partito democratico ha minacciato di non far convertire il decreto elettorale sulla raccolta di firme se non resterà il testo originario varato dal governo.
L’annuncio è stato dato dal vicepresidente del gruppo, Michele Ventura, durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
“Siamo contrari all’emendamento che consente la raccolta di firme per i gruppi che si costituiscono entro la fine della legislatura”, ha spiegato, “il testo torni com’era o per noi può anche decadere”.
L’emendamento al quale i democratici fanno riferimento è il cosiddetto “salva-La Russa” che ha ricevuto parere favorevole dal Comitato dei nove della commissione Affari costituzionali della Camera e che prevede l’esonero dalla raccolta delle sottoscrizioni per i gruppi che si costituiscono in almeno una delle due camere alla data del 20 dicembre, cioè oggi.
Una proposta – passata con i voti di Udc, Fli, Pdl e Popolo e territorio – cucita addosso al neonato movimento Centrodestra nazionale dell’ex ministro della Difesa.
(da “la Repubblica“)
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Dicembre 20th, 2012 Riccardo Fucile
MASSIMO IANNICIELLO E’ ACCUSATO DI AVER PERCEPITO DENARO ESIBENDO FATTURE PER OPERAZIONI INESISTENTI… PERQUISIZIONE ANCHE PER MARTUSCIELLO DEL PDL
Sviluppi nell’inchiesta sugli sprechi dei fondi pubblici per la politica destinata alla comunicazione.
Un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari è stata eseguita dalla Guardia di Finanza nei riguardi del consigliere regionale della Campania Massimo Ianniciello (Pdl) per truffa aggravata.
Secondo l’accusa, avrebbe percepito illecitamente un rimborso di circa 64mila euro esibendo fatture per operazioni inesistenti.
L’inchiesta, condotta dal pubblico ministero di Napoli Giancarlo Novelli e coordinata dal Procuratore aggiunto Francesco Greco, riguarda l’uso dei fondi pubblici destinati ai gruppi politici del consiglio regionale della Campania.
Nei mesi scorsi era stata sequestrata la documentazione presso gli uffici regionali al centro direzionale.
Perquisizioni sono in corso da parte dei finanzieri del Comando provinciale di Napoli nei confronti anche di un commercialista e dell’ex capogruppo dello stesso consiglio regionale campano, Fulvio Martusciello, attualmente consigliere con delega della giunta regionale, che avrebbe dovuto controllare la regolarità dei rimborsi che vengono erogati ai singoli consiglieri.
Nei confornti di Martusciello di ipotizza il concorso in truffa.
Nei riguardi di Massimo Ianniciello è stato eseguito anche un decreto di sequestro dell’appartamento fino all’ammontare di 63.807 euro, pari all’importo della presunta truffa che gli viene contestata dalla Procura
Dario del Porto
(da “la Repubblica”)
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Dicembre 20th, 2012 Riccardo Fucile
ACCORDATA UNA LICENZA DIETRO UNA CAUZIONE DI 826.000 EURO
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone trascorreranno il Natale a casa, con i loro cari.
Lo ha stabilito l’Alta Corte del Kerala, chiamata questa mattina a pronunciarsi sulla richiesta presentata dai due marò, di una licenza per le festività natalizie.
Il giudice dell’Alta Corte del Kerala ha disposto una licenza di due settimane per i marò, trattenuti in India da febbraio scorso, a partire dal momento in cui lasceranno il Paese.
Per la licenza dovrà essere lasciata una garanzia finanziaria di 60 milioni di rupie, pari a oltre 826 mila euro.
I due militari italiani, accusati dell’uccisione di due pescatori indiani il 15 febbraio scorso, dovranno tornare a Kochi entro il 10 gennaio per attendere la sentenza della Corte suprema di New Delhi sulla giurisdizione del loro caso, contesa tra India e Italia.
I due marinai, in forza a Brindisi, erano imbarcati sulla petroliera italiana «Enrica Lexie».
«GRANDE SOLLIEVO»
«Abbiamo appreso la notizia con grande sollievo: una prova della sensibilità indiana per i valori più sentiti del popolo italiano per l’importante festività natalizia». Cosi il ministro degli esteri Giulio Terzi commenta la concessione da parte della corte indiana di un permesso di due settimane ai marò italiani.
TIMORI
Timori si erano addensati fino all’ultimo, dopo l’ennesimo rinvio dell’udienza, ritardata di alcune ore: una decisione che avrebbe potuto ostacolare l’autorizzazione per i marò a trascorrere le vacanze di Natale in Italia.
Il posticipo dell’ultima udienza dell’Alta Corte del Kerala sulla richiesta di licenza natalizia per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone – ancora detenuti nello Stato Indiano e accusato di omicidio – aveva causato sorpresa nella delegazione italiana e qualche apprensione per i tempi troppo stretti, per svolgere tutte le pratiche burocratiche.
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Dicembre 20th, 2012 Riccardo Fucile
MA DUE GIORNI FA NON LO VOLEVA CANDIDARE LEADER DEI MODERATI?…POI STAMANE ATTACCA LA7 E MANDA MESSAGGI CRIPTATI AL VATICANO
Le parole più dure sono per Mario Monti. “Rimarrei sorpreso se ci fosse una partecipazione alla campagna elettorale di Monti, sarei questa volta d’accordo con D’Alema”, “non sarebbe nell’interesse di Monti diventare piccolo protagonista da deus ex machina quale si era presentato”.
Così Silvio Berlusconi, ospite di Radio anch’io -quarta incursione mediatica in quattro giorni – parte all’attacco dell’attuale premier, nonchè probabile candidato alla corsa per palazzo Chigi.
Poi va giù duro sulla politica economica del governo tecnico: “La politica dell’austerità porta alla recessione e alla depressione. Bisogna completamente cambiare la politica economica. Andando avanti così i nostri Paesi saranno costretti ad uscire dall’Euro perchè altrimenti si voterebbero al fallimento e al ‘default'”.
Sarcasmo per i centristi: “Questi partitini del centro” che stanno ‘corteggiando’ Mario Monti “dimostrano sempre di più come si assottiglia la loro consistenza. Quindi invito gli elettori a non disperdere il voto su questi partitini che rispecchiano solo gli interessi dei loro piccolissimi leader e fanno vincere la sinistra”.
Poi si dedica alla sinistra. “Sono stato a lungo assente dalla comunicazione, e questo purtroppo ha causato nostra discesa nei sondaggi, ne ha approfittato la sinistra che con la scusa delle primarie ha occupato i media, una vera e propria alluvione”.
E ancora: “La sinistra strilla, vuol dire che hanno paura: negli ultimi giorni abbiamo guadagnato tre punti nei sondaggi”.
E contro Bersani: “E’ un disco rotto, sono 20 anni che parlano di conflitto di interessi mentre le mie trasmissioni non hanno mai attaccato la sinistra”.
Berlusconi – che ha pianificato una campagna elettorale all’insegna dell’invasione mediatica – se la prende però con La7: “Nessuna delle mie televisioni va contro la sinistra, mentre alla rai c’è un canale a favore della sinistra à La7, dalla mattina alla sera, fa trasmissioni contro di noi”.
Sembra soddisfatto, invece, per lo spostamento al 24 febbraio della data del voto: “Lo spostamento non mi pare notevole, ma mi pare si vada verso una data più adeguata. Ogni discussione comunque è inutile, sulla data del voto decide il capo dello Stato”.
E poi annuncia: “La definizione del ‘rassemblement’ del centrodestra? Potrebbe chiamarsi “partito per la Repubblica, partito repubblicano”.
(da “La Repubblica“)
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