Destra di Popolo.net

DE LUCA PER DIRITTO DIVINO: “ANCHE CON UN VICE COMANDERO’ SEMPRE IO”

Giugno 8th, 2015 Riccardo Fucile

PERCHE’ RENZI GLI HA DATO LA CORONA E ORA NESSUNO PUO’ TOGLIERLELA

La corona di governatore della Campania il dio-elettore gliel’ha data, guai a chi gliela tocca.
Mentre divampano le polemiche politiche e le gare all’ultimo cavillo, ci si combatte a colpi di interrogazioni parlamentari e denunce penali e ci si accapiglia tra legge Severino e statuto regionale per stabilire se venga prima l’uovo o la gallina, la verità , vi prego, su Vincenzo De luca, l’ha detta alla fine lui stesso a Radio 24.
Una cosetta breve e concisa che dà  da sola il senso dei suoi continui interventi a destra e a manca: “Starò sempre io lì”. Severino o non Severino, sospensione o non sospensione.
Perchè l’ex sindaco sceriffo di Salerno parla in terza persona quando spiega che “Renzi e De Luca pensano di rispettare rigorosamente ogni legge, compresa la Severino” ma scomoda la prima persona, direttamente se stesso, quando spiega il futuro che attende la Campania: “Avrete un vicepresidente, un vicepresidente che vi farà  sognare. Ma non sognerete molto. Sarò sempre io lì” dice tra il rassicurante e il perentorio.
Secondo un assunto direttamente renziano: “Chi vince governa”.
In effetti, dacchè ha vinto le regionali De Luca si comporta come uno che non abbia la legge Severino sopra la testa, pronta a scattare a causa della condanna in primo grado per abuso di ufficio. Anzi.
Si prepara a governare. Ha un sacco da fare e vuol cominciare subito.
“Il nostro obiettivo è liberare la Campania dall’emergenza della Terra dei fuochi in due, massimo tre anni. La nostra priorità  sarà  di chiudere in meno di un mese la nostra proposta” si è affrettato a chiarire dopo l’elezione.
Ingenuo chi lo immagina, entro un mese, semplicemente sospeso, fuori dagli incarichi: lui si occuperà  della Terra dei fuochi.
Ed è deciso a non fare un nuovo termovalorizzatore: “Vuol dire impegnare 400 milioni, non ci sono le condizioni per farlo”. E affronterà  il dramma dei precari della sanità . E non dimenticherà  gli anziani.
E si occuperà  del problema degli “ottantamila alloggi abusivi” della Campania, certo senza abbatterli tutti perchè “non sapremmo dove mettere il materiale di risulta”.
E avvererà , perchè l’ha già  lanciata anche su Facebook, la “sfida della trasparenza, del rigore e della legalita” perchè lui regnante “la regione Campania dovrà  essere una casa di vetro”.
Pare surreale brandire il rispetto rigoroso della legalità  in queste condizioni? De Luca ha già  risposto: “La legge Severino è contraddittoria, sotto accusa è il Parlamento che in tre anni non ha saputo produrre una norma coerente”.
Insomma, la colpa non è mica sua: se la legge è stupida, il buon senso del vincitore prevale e il rispetto della legalità  è comunque salvo.
Giusto il tempo di nominare la foglia di fico di un facente funzioni, forma sin qui inedita di blind trust legalizzato. Il resto sono “idiozie”.
Come quella interpretazione da legulei secondo la quale, per dire, con un governatore che non potrebbe governare, non si può neanche insediare il consiglio regionale perchè qualunque suo atto potrebbe essere poi dichiarato illegittimo.
Sono idiozie, perchè intanto lui governerà .
Per interposto vice. “La giunta ce la ho già  in mente, ma non la anticipo. Faremo uno sforzo per una bella rappresentanza femminile”, ha assicurato.
C’è in tutta questa foga un che di molto campano. Anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, quando fu sospeso dall’incarico e prima di essere reintegrato, si mise a urlare che avrebbe continuato a “fare il sindaco anche per strada”.
C’è però in questo caso un tratto decisionista in più, che è dato non solo dal personaggio, ma anche dalla situazione.
De Luca ha infatti dalla sua parte Renzi, e volente o nolente il premier ormai non potrebbe più tirarsi indietro: ha dato il placet alla sua candidatura alle primarie, quindi alla corsa elettorale.
E adesso, nel tempo di Mafia Capitale due, con Marino che a Roma scricchiola e con gli echi dell’inchiesta che arrivano fin dentro il governo, non può fare altro che tener duro e rilanciare.
Facendo arrivare dalla Campania quel segnale che non può arrivare da Roma.
Per lo meno, con un vicepresidente che i campani li faccia un po’ sognare, mentre De Luca governa.

Susanna Turco
(da “L’Espresso“)

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MAFIA CAPITALE, LA MAIL DA ALEMANNO AL CLAN CON LE ISTRUZIONI PER VOTARLO

Giugno 8th, 2015 Riccardo Fucile

UN MESSAGGIO INVIATO DALL’ACCOUNT DELL’EX SINDACO CON IL MATERIALE ELETTORALE RECAPITATO ALL’INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA DELL’UOMO DELLA ‘NDRANGHETA

«Bisogna finirla con questa balla della ‘ndrahgheta che, attraverso la mediazione di Buzzi, mi avrebbe fatto convergere voti in Calabria alle elezioni europee del 2014». Gianni Alemanno, già  indagato per concorso esterno, non accetta che il suo nome sia afficancato alla più potente delle cosche calabresi.
L’ex sindaco ha risposto con comunicati stampa, dichiarazioni e minacce di querela alle notizie trapelate dopo gli ultimi arresti per Mafia Capitale.
Dalle intercettazioni del Ros dei carabinieri infatti emergerebbe il presunto sostegno che l’ex sindaco ha ricevuto dalle ‘ndrine durante le elezioni europee.
Eppure c’è un particolare che l’Espresso è in grado di rivelare: due giorni prima della competizioni dall’account di posta elettronica di Alemanno partiva alle ore 10.54 una mail diretta a Giovanni Campennì.
Proprio il Campennì sospettato di legami con il clan Mancuso di Limbadi, provincia di Vibo Valentia.
La richiesta di attivarsi per le Europee arriva da Salvatore Buzzi in persona, che dall’imprenditore calabrese riceve una risposta eloquente: «Va bene Qua la famiglia è grande un voto gli si da».
Una metafora «espressiva» la definiscono gli inquirenti che dimostra come Campennì avrebbe aderito «prontamente alla richiesta, non potendo evitare, tuttavia, di sottolineare la propria capacità  di poter attingere a un ampio bacino di consensi pilotabili».
La mail spedita a Campennì conteneva tutto il necessario, un manuale per votare e far votare Alemanno.
«La data delle elezioni europee, le modalità  di compilazione della scheda, nonchè il fac-simile della scheda elettorale precompilata», si legge nelle carte degli inquirenti. Era il 23 maggio 2014, undici miniti prima dell’arrivo del messaggio di posta elettronica all’indirrizzo di Campennì, quest’ultimo riceve una telefonata da una donna, «la quale, nell’asserire di rappresentare la segreteria di Giovanni Alemanno, gli riferiva di aver ricevuto il proprio contatto telefonico dalla “Cooperativa 29 Giugno” e di poter inviare il materiale elettorale via email».
Conversazioni che per gli inquirenti sono la conferma dell’impegno assunto da Campennì.
«Le risultanze consentono di ricostruire la vicenda nei termini che seguono: Buzzi assicurava ad Alemanno il proprio intervento in suo favore, promettendo l’inoltro a un membro del suo staff, Claudio Milardi, di una lista di persone allusivamente chiamate “amici del sud” capaci di esprimere cospicui pacchetti di voti (“che ti possono dare una mano co’ … parecchi voti». Non solo.
Secondo gli investigatori «la scelta di Campennì e di altri “amici del sud” (tra i quali, Rocco Rotolo e Vito Marchetto) rientrava in una precisa valutazione delle potenzialità  che a costoro venivano attribuite: la loro appartenenza a una consorteria ‘ndranghetista, capace di condizionare il voto nella terra d’origine (“i mafiosi che quelli controllano i voti”)».
Nella frenesia però i dirigenti della cooperativa 29 giugno commettono un errore imperdonabile.
Oltre ai nomi degli emissari romani delle cosche della’ndrangheta, a Milardi consegnano pure una lista di persone ulteriore.
Con quali nomi? Tutto l’elenco dei dipendenti della cooperativa. Un errore che provoca in Buzzi una violenta reazione: «i nomi degli ‘ndranghetisti erano …inc.. ma come se fà  a sbaglià  così ..” “erano i nomi delle persone fedeli, ma che cazzo dai i nomi de tutti».
È vero che l’esito delle elezioni europee nella circoscrizione Italia meridionale non è stata favorevole per Alemanno.
Ma gli inquirenti sottolinenao il buon risultato peresonale di Alemanno che ha «ottenuto 44.834 preferenze».
E come risulta dall’archvio elettorale del Viminale, in Calabria i risultati migliori Alemanno li ha ottenuti nelle province di Vibo e Reggio Calabria, zone d’influenza delle ‘ndrine collegate a Mafia Capitale.

Giovanni Tizian
(da “L’Espresso”)

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M5S VOTA SOSTEGNO AL SINDACO DI CENTRODESTRA A LAIVES: “HA FIRMATO I NOSTRI PUNTI”

Giugno 8th, 2015 Riccardo Fucile

APPOGGIO ESTERNO ALLA GIUNTA, E’ LA PRIMA VOLTA CHE SUCCEDE IN ITALIA…ALLA STIPULA DELL’ACCORDO ANCHE IL DEPUTATO FRACCARO

Una giunta di centrodestra con l’appoggio esterno del Movimento 5 Stelle.
E’ la prima volta per i grillini e succede a Laives, una cittadina a sud di Bolzano, dove i due consiglieri M5S hanno annunciato che voteranno in favore del neoeletto sindaco del centrodestra Christian Bianchi, in cambio della sottoscrizione dei loro punti programmatici. §“Per la prima volta il nostro programma viene adottato da un’altra forza politica”, hanno annunciato i 5 Stelle locali. Bianchi al ballottaggio del 24 maggio aveva battuto la sindaca uscente e segretaria del Pd altoatesino Liliana Di Fede e ora strappa l’appoggio dei due eletti in consiglio comunale per il Movimento di Beppe Grillo.
Alla firma dell’accordo era presente anche il deputato Riccardo Fraccaro, segno secondo i grillini che la scelta sia stata autorizzata anche dai leader Grillo e Casaleggio.
“Quando”, hanno scritto in una nota, “i vecchi politicanti si piazzano di fronte alle telecamere per offrire una poltrona al M5S o per chiedere la fiducia in bianco, senza mai affrontare i temi politici nel merito, noi rifiutiamo e parte subito una gara nell’accusarci di autoreferenzialità  e di voler tenere i voti congelati. Poi capita che il sindaco del Comune di Laives/Leifers, candidato con una lista civica e appena eletto con sistema proporzionale (dunque senza premio di maggioranza), nel cercare di comporre una maggioranza in consiglio si confronti sui contenuti invece di offrire poltrone al M5S”.
Una modalità  nuova di operare che contrasta con la linea seguita fino a questo momento in Parlamento e non solo.
I 5 Stelle ad esempio, dopo le elezioni Regionali in Puglia, hanno rifiutato la poltrona di assessore all’ambiente che gli era stata offerta dal governatore Pd Michele Emiliano.
“Il sindaco Bianchi”, spiegano i grillini di Laives, “si propone di sottoscrivere in una seduta pubblica aperta alla cittadinanza il programma elettorale con cui il Movimento si era presentato alle comunali, impegnandosi formalmente a realizzarlo. Toglieremo la fiducia nel caso non mantenesse l’impegno preso con la popolazione e gli elettori”.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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I PROF METTONO RENZI ALLA PORTA (SECONDARIA) DIREZIONE PD, FUORI CONTESTAZIONE: “VERGOGNA, A CASA, DIMISSIONI”

Giugno 8th, 2015 Riccardo Fucile

CORI CONTRO SPERANZA, SCALFAROTTO….RENZI ENTRA DA UNA PORTA SECONDARIA

Qualche decina di insegnanti si è radunata in segno di protesta di fronte alla sede del Pd in largo del Nazareno dove è prevista la direzione del partito.
Scandiscono contro la sede del Pd cori con slogan “A casa”, “Dimissioni”, “Democrazia” ed “Elezioni”.
“Noi chiediamo il ritiro immediato del ddl Scuola in quanto è un disegno di legge che distrugge la scuola pubblica italiana e chiediamo a Renzi lo stralcio delle assunzioni”. Così Anna Dello Buono, docente e amministratrice del gruppo Facebook ‘Pronti via per il referendum abrogativo’ che registra 57mila iscritti.
Da quanto si apprende, Renzi dovrebbe entrare al Nazareno da un’entrata secondaria.
“Il problema non è quello che faccio io, il problema sono le risposte a loro”.
Così Stefano Fassina arrivando alla Direzione del Pd dove viene contestato, come tutti gli altri componenti della Direzione al loro arrivo al Nazareno.
“Fassina lascia il partito, Fassina aiutaci” le parole che i manifestanti hanno diretto verso l’esponente della minoranza del Pd.
Contestazioni sotto la sede del Pd al largo del Nazareno prima dell’inizio della direzione.
Al loro arrivo sono stati investiti dai fischi di manifestanti il sottosegretario Ivan Scalfarotto al grido di “scuola pubblica!” e Stefano Fassina al quale è stato urlato “Esci dal partito!”.
“Vergogna, Vergogna”, così è stato accolto l’ex capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza dagli insegnanti che protestano fuori dalla sede del Nazareno, in attesa dell’inizio della Direzione Pd. “Vergognati, vi state facendo umiliare da Renzi”
“Siamo qui per dire a Renzi che deve ritirare il ddl” dicono i docenti nei cui confronti tuttavia c’è stato un tentativo di allontanamento da parte della pubblica sicurezza. “Siamo qui spontaneamente, non abbiamo sigle sindacali, siamo venuti di nostra libera iniziativa” contestano gli insegnanti ai quali la polizia sta chiedendo i documenti per procedere alla loro identificazione.
“Siamo liberi o in uno stato di polizia?” protesta qualcuno di loro.
Gli insegnanti prendono in giro il premier in coro: “È umanista! Renzi è umanista!”

(da “Huffingtonpost”)

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LA STORIA DELLA GATTINA LOLA SBARCATA A LAMPEDUSA: LA SUA PADRONCINA L’HA PORTATA IN BORSA DAL SUDAN

Giugno 8th, 2015 Riccardo Fucile

NON VOLEVANO FARLA SBARCARE, MA ALLA FINE HA PREVALSO IL GRANDE CUORE DEL SUD E DEI LAMPEDUSANI: LORO NON DISCRIMINANO GLI ESSERI VIVENTI

Lola, poco meno di un anno, è la prima gattina nella storia dell’immigrazione dall’Africa alle coste italiane a raggiungere Lampedusa.
Ha fatto il viaggio insieme alla sua padroncina Sama, 24 anni, dal Sudan, fino alla Libia e poi si è imbarcata con altre 200 persone che sono state soccorse dal pattugliatore britannico “Protection” che ieri notte li ha sbarcati, sani e salvi, nel porto di Lampedusa.
Sama ha vissuto con Lola sin dalla partenza dal suo paese in Sudan, è sfuggita ai controlli dei doganieri di vari paesi ed anche ai trafficanti di essere umani in Libia dove Sama e Lola hanno vissuto per oltre due mesi prima di essere trasferiti sul barcone che li avrebbe portati in Sicilia.
L’ha tenuta nascosta in una borsa da viaggio dove Sama aveva praticato dei fori per farla respirare e quando ieri notte sono sbarcati a Lampedusa i militari inglesi e quelli italiani hanno scoperto che assieme agli altri migranti c’era anche Lola.
Tutto è venuto alla luce quando dal pattugliatore Protection sono cominciati a scendere sulla banchina di Lampedusa i primi migranti, prima le donne ed i bambini e poi gli uomini.
Ed una volta a terra molti hanno ringraziato il cielo di essere arrivati in Italia, erano stanchi ma felici, tranne Sama che ha cominciato a gridare ed a disperarsi perchè non voleva scendere dalla nave.
“Voglio Lola, voglio Lola” gridava mentre alcuni suoi parenti cercavano di farla sbarcare. Ma Sama non voleva saperne e quasi a forza ha toccato terra dove ha continuato ad invocare il nome della sua gattina che era rimasta a bordo della nave per motivi sanitari.
Lola, tutta nera con il musino bianco, dopo essere sfuggita alle fatiche del lungo viaggio nel deserto, dal Sudan alla Libia e dalle grinfie dei trafficanti libici, quando era ormai salva ha rischiato di essere uccisa perchè farla sbarcare insieme alla sua padrona Sama era quasi impossibile.
Sarebbe stata sicuramente buttata in fondo al mare se non fossero intervenuti il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini, il medico dell’Isola, Pietro Bartolo   ed alcuni operatori umanitari che hanno cercato una via d’uscita per evitare la morte di Lola e la definitiva separazione dalla sua padrona Sama.
“E’ la prima volta che accade una cosa del genere, la prima volta che una gattina raggiunge Lampedusa dalle coste libiche e per legge non potrebbe essere sbarcata per motivi sanitari. Non sappiamo se Lola ha delle malattie che potrebbero essere contagiose, ma alla fine l’abbiamo salvata, la soluzione l’abbiamo trovata”.
Lola adesso è in “quarantena”, affidata alle cure di un’associazione animalista, “Nova Dog” diretta da una giovane lampedusana, Eletta, che dovrà  accudirla e tenerla in isolamento lontano dagli altri animali   fino a quando da Palermo non arriveranno i veterinari per procedere agli esami di rito ed alle vaccinazioni.
La sua padroncina Sama è salita sul pulman che dalla banchina l’ha poi trasferita al centro d’accoglienza soltanto quando ha avuto rassicurazioni che la sua Lola non sarebbe stata uccisa e che prima o poi avrebbe potuto nuovamente riabbracciarla.
E tra le lacrime, ma felice,   ha raggiunto il centro d’ accoglienza dove però non ha dormito per tutta la notte.
“Chiedeva in continuazione di Lola, non riusciva a capire perchè li avevano separati, l’abbiamo rassicurata e stamattina non voleva andare via dal Centro d’ accoglienza per essere trasferita in un altro centro di Agrigento per poi raggiungere Crotone dove da alcuni mesi si trovano suo padre ed altri parenti”, racconta una operatrice del centro di accoglienza alla quale Sama ha detto che in tutti questi mesi l’unico conforto che ha avuto nella sua odissea, nel lungo viaggio dal Sudan fino alla Libia e poi nelle prigioni dei trafficanti, è stata la sua Lola.
E adesso cosa accadrà ? Lola, rassicura il sindaco Giusy Nicolini ed il medico del poliambulatorio dell’isola Pietro Bartolo, appena supererà  le visite dei veterinari, sarà  consegnata alla sua padroncina ovunque si troverà .
“E’ un impegno che abbiamo preso con Sama   – afferma Giusy Nicolini – e lo manterremo”.
La storia di Lola è ormai diventata argomento di discussione in tutta l’isola, tutti vogliono vederla e proteggerla, offrono da mangiare vorrebbero adottarla.
Ma Lola, finita la quarantena, sarà  riconsegnata a Sama.

Francesco Viviano
(da “La Repubblica”)

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SALVINI VUOLE OCCUPARE LE PREFETTURE? MA FORSE SI RIFERIVA AI CESSI DELLE STESSE…

Giugno 8th, 2015 Riccardo Fucile

O IL GOVERNO INTERVIENE CONTRO CHI ATTENTA ALLA SUA SICUREZZA O CI PENSERANNO I CITTADINI A DIFENDERE LE ISTITUZIONI

Il pataccaro Salvini oggi minaccia per le decima volta in pochi mesi di occupare le prefetture dello Stato italiano di cui è ospite indesiderato e da cui percepisce da anni uno stipendio da mantenuto (prima dal Comune di Milano, poi dal parlamento italiano e infine da quello Europeo), non avendo mai fatto una mazza in vita sua.
Salvo piazzare senza concorso e per chiamata diretta la prima e seconda moglie in Comune e Regione a spese del contribuente italiano.
Salvo farsi scortare da centinaia di uomini delle forze dell’ordine italiane che devono pure proteggerlo dalle conseguenze delle sue quotidiane provocazioni, con costi di centinaia di migliaia di euro.
Le prefetture le avrebbe già  dovute occupare per i motivi più svariati, dalle quote latte a Mafia capitale, dai rom ai mercatini dell’usato, tutto fa spot: oggi la minaccia è relativa all’accoglienza nella padagna del magna magna (vedi scandali leghisti in Lombardia) di un migliaio di profughi che hanno diritto, come sosteneva Maroni nel 2011, da ministro dell’Interno, a essere distribuiti nelle varie regioni.
Se, a fronte dell’applicazione della legge, Salvini vuole occupare le prefetture libero di farlo, ammesso che ne abbia le palle, cosa che dubitiamo.
Lo Stato risponda come farebbe verso qualsiasi altro cittadino: con l’arresto in flagranza di reato e a manganellate.
E la magistratura valuti se in queste continue istigazioni non sussistano estremi di reato: basta continuare a far finta di nulla quando si vuole minare le basi della convivenza civile.
O ci penseranno i cittadini a difendere le istituzioni.
Sarebbe forse la volta buona di vedere anche la destra vera in piazza che caccia i clandestini dalla nostra patria.
Quelli che non hanno diritto di asilo nel mondo civile e che col tricolore si volevano pulire il culo, tanto per capirci.

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COERENZA LEGHISTA: QUANDO NEL 2011 MARONI DEFINIVA INCOMPRENSIBILE L’ATTEGGIAMENTO DELLE REGIONI CHE NON VOLEVANO I PROFUGHI

Giugno 8th, 2015 Riccardo Fucile

DA MINISTRO DEGLI INTERNI PROPONEVA UNA DISTRIBUZIONE TRA LE REGIONI, NESSUNA DOVEVA TIRARSI INDIETRO… ORA PER FAR DIMENTICARE CHE E’ INDAGATO PER L’ASSUNZIONE DI UNA SUA PROTETTA CAVALCA LA XENOFOBIA DI SALVINI

Era il 2011 quando, da ministro dell’Interno, Maroni firmava l’accordo Stato-Regioni per “l’equa distribuzione dei migranti sul territorio”.
Ora, da governatore, cambia le carte in tavola.
Quando era ministro, doveva risolvere un problema, oggi fa finta di dimeticarsi cosa aveva detto allora.
Era il 30 marzo del 2011 quando proponeva ai deputati alla Camera un piano per “un’equa distribuzione dei profughi in tutte le regioni, con la sola esclusione dell’Abruzzo”.
Il criterio che l’attuale governatore della Lombardia proponeva era “semplice”: “Distribuzione in base al numero di abitanti, alla popolazione”.
Una linea ben diversa dai più recenti annunci di Maroni, che oggi dichiara di voler tagliare i fondi ai comuni che daranno ospitalità  ai profughi.
Addirittura nel suo discorso di allora denunciava come “incomprensibile” l’atteggiamento di quelle regione che si erano espresse contro l’accoglienza dei profughi.
Questa è la coerenza padana: per far dimenticare lo scandalo dell’assunzione di una tipa “con la quale aveva una relazione affettiva” (definizione della Procura), oggi strepita contro se stesso.

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/06/08/migranti-maroni-non-li-vuole-ma-nel-2011-proponeva-equa-distribuzione/381202/

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MI RICORDO MUTANDE VERDI

Giugno 8th, 2015 Riccardo Fucile

L’ANTAGONISTA CREATO A TAVOLINO PER GARANTIRE A RENZI DI GOVERNARE VENT’ANNI…L’ANALISI DEI CINQUESTELLE

Non c’è bisogno di leggere Sun Tzu e l’arte della guerra per capire i motivi dell’ascesa di Salvini.
E’ una forma di difesa di chi crea il suo antagonista a tavolino, la Lega in questo caso, per eclissare la sua vera alternativa: il M5S.
Quindi Lega ovunque, spesso senza contraddittorio per mesi su tutte le televisioni a ripetere gli stessi slogan rilanciati poi dai giornali.
La promozione di un (falso) antagonista che ha partecipato per vent’anni alla mangiatoia del Sistema con finanziamenti pubblici, leggi a favore dell’immigrazione selvaggia (firmando i regolamenti di Dublino), diamanti in Tanzania, Belsito indagato, lauree in Albania.
Se sei nel Sistema, fai parte del Sistema, è una vecchia e sempre valida regola. E non puoi far parte del Sistema se non sei ricattabile.
Questo è valido per la Lega, il finto antagonista che assolve due scopi.
Il primo è quello di drenare voti al M5S, il secondo è di far percepire di essere un’alternativa al Sistema in modo che tutto cambi perchè nulla cambi.
Come mai questa volta (a differenza delle precedenti) è stato consentito lo strombazzamento dei milioni di voti persi dal PD?
Semplice: perchè tale dato si accompagna all’aumento di voti della Lega.
La Lega, l’avversario deciso a tavolino, designato, e poi spinto in ogni modo per tutta la campagna elettorale affinchè potesse affermarsi come alternativa al PD.
Si sa benissimo come giornali e trasmissioni televisive siano controllati fino alle virgole, fino alle espressioni facciali del giornalista e agli applausi del pubblico.
Come è potuto accadere che a trasmissioni fino ad allora totalmente appiattite sul credo governativo sia stato consentito di ospitare Salvini a tutte le ore del giorno e della notte, lasciandogli totale campo libero?
Non solo, tale presenza si è accompagnata ad un altro fenomeno: lo strombazzamento del “pericolo immigrati” anch’esso a tutte le ore del giorno e della notte, con toni al limite del terroristico e metodi da lavaggio del cervello.
Non certo una bella figura per il governo (ma tanto agli Interni c’è Alfano…), eppure trasmissioni e giornalisti fino ad un minuto prima zerbini del premier si sono abbandonati a tale operazione senza curarsi delle conseguenze” politiche.
Davvero strano. Davvero implausibile. A meno che… a meno che al PD, tutto ciò non andasse benissimo
Il tramonto di Berlusconi ha lasciato il PD privo di un avversario (finto ovviamente…) di una qualche credibilità , privo di uno spauracchio da sventolare per gli elettori che devono ancora votarli turandosi il naso.
Situazione pericolosissima: perchè agli occhi degli italiani si profilava un bipolarismo tra il PD e il MoVimento 5 Stelle, e si sa quanto all’opinione pubblica disgustata dalle politiche del PD il M5S appaia come l’unica scelta logica e naturale.
L’obiettivo non erano le regionali, ma le prossime politiche.
C’è bisogno di un avversario, ma c’è bisogno di un avversario organico al Sistema.
Un avversario che conosca le politiche basate sull’inciucio, sulla spartizione di poltrone, sulle clientele di territorio, che all’occasione sia ricattabile per qualche giochino sporco locale, aduso a candidare personaggi presi dal sottobosco della politica affaristica, insomma un nuovo/finto avversario con cui mettersi d’accordo per le spartizioni future.
E così, ecco riesumata la Lega dall’oblio in cui l’avevano precipitata i diamanti, le lauree albanesi e le mutande verdi comprate coi soldi pubblici.
Una ripulitina volante, la puzza di meridionale sostituita con la puzza di rom, la secessione della Padania sostituita con la secessione dalla Merkel, e via andare, tanto gli italiani hanno la memoria corta.
Tutto pur di non ritrovarsi con l’avversario antisistema per eccellenza: il MoVimento 5 Stelle che alle prossime politiche (che arriveranno dopo altri massacri sociali, altra austerity e altri scandali) rischia di vincere.
E che soprattutto non consentirà  a nessuno di conservare il sistemaSpartizioni&Clientele come è avvenuto con Mafia Capitale, cosa che spaventa i partiti sopra ogni altra.
Questa è l’operazione Salvini. Puro marketing.
Chissà  se Felpa Selvaggia reggerà .

( da “beppegrillo.it“)

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“SONO UN BANDITO RICCO MA DEVO FARE IL POVERO”: IL TESORO NASCOSTO DI CARMINATI

Giugno 8th, 2015 Riccardo Fucile

GLI IMPRENDITORI VICINI ALLA BANDA: “QUELLI CI DANNO MILIONI”

A quanto ammonta il tesoro di Massimo Carminati? E dove è nascosto?
Nell’agosto del 2013, le cimici del Ros ascoltano il Nero nelle sue confidenze a Buzzi. «Io so’ ricco, te dico la verità  …. Io sono un bandito ricco. C’ho difficoltà  a tira’ fuori i soldi perchè sennò me li levano ».
E ancora: «Io la villa di Iannilli (quella di Sacrofano, dove ha abitato fino alla mattina del suo arresto, ndr) la devo affitta’, perchè a me le sequestrano le case, non hai capito? Non è che non c’ho i soldi per comprarmela. Io me la devo affitta’… Sono obbligato… Se no è da mo’ che me la ero comprata una casa, eh.. Con quello che ho speso io tra gli affitti… per metterla a posto ogni volta… Me l’ero comprata cinque volte… Ma come mi faccio una casa… pigliano e me la sequestrano, capito?».
Nel maggio del 2014, Agostino Gaglianone, imprenditore edile nella manica di Carminati, evoca ricchezze favolose. «C’hanno milioni di euro e non sanno… non possono farli uscire finchè non c’è un pezzo di carta…». «Milioni di euro», dunque.
Che possono muoversi da e verso l’Italia solo se protetti da uno schermo che renda difficile dare a quel denaro il nome dell’uomo dalle cui tasche escono ed entrano.
Lo strumento – come documenta l’indagine – è la “Cosma”, Cooperativa servizi manutenzione, società  Cooperativa sociale onlus a responsabilità  limitata di cui, nel giugno 2012, viene nominato presidente l’avvocato Antonio Esposito, «un amico» (da giovedì scorso in carcere, ndr), domiciliata fiscalmente presso «un altro amico», il commercialista Paolo Di Ninno.
La “Cosma” è evidentemente una scatola vuota, con tre soli dipendenti.
Meglio dire, «una cartiera», necessaria a emettere false fatture verso la “Cooperativa 29 giugno” di Buzzi o fatture per lavori svolti da altri (sempre la “29 Giugno”) che giustifichino il ritorno a Carminati della percentuale di utili dell’organizzazione.
Una barca di soldi, a ben vedere. Come si comprende dalla conversazione del 28 marzo 2014 in cui Buzzi e i suoi si pongono il problema di far avere a “Polifemo” (così in quell’occasione si riferiscono a Carminati) 1 milione e mezzo di euro.
Intorno al tavolo degli uffici di via Pomona (la sede della “29 Giugno”), siedono Buzzi, Claudio Caldarelli, il commercialista Paolo Di Ninno.
Buzzi : «Aoh, ma sai noi a Massimo quanto gli dovemo da’? Tu non c’hai idea!»
Caldarelli «Sì ma diamoglieli!» Buzz i : «Nun c’hai idea. Un milione! Un milione è suo!… E non è finita! Quando ci pagheranno i minori non accompagnati, dato che i pasti li ha pagati tutti lui, lui piglierà  la quota parte che so’ 500.000 euro!».
Di Ninno : «A me mi permette di non dover anda’ in banca questo. Perchè c’abbiamo ‘sta posizione finanziaria così ottima».
Buzzi : «Devi da’ a “Cosma”. Ma come fai a darglieli? Ma è meglio che non glieli diamo e ce li pigliamo noi, no?».
Di Ninno : «È tutto ufficiale».
Cosa si intenda per ufficiale, si capisce qualche mese dopo. A maggio. È sufficiente che la “Cosma” fatturi e incassi lavori fatti in realtà  da operai della “29 giugno”.
Di Ninno : «Il problema è proprio qua, creare l’ufficialità . Non è che te li puoi inventa’».
Caldarelli : «Scusa un attimo… La cooperativa non va a lavorare, perchè abbiamo lavorato noi. E la fatturazione la fa la Cosma».
Buzzi , traduce rapidamente l’indicazione: «La “29 Giugno” c’ha una commessa di Primo Municipio e San Basilio, però “Cosma” non ha lavorato un’ora. Ha fatto tutto “29 Giugno”. Poi ci stanno le due commesse a recupero che c’hanno firmato e non abbiamo fatto un cazzo. Una di Eriches di 187.910 e una di “29 Giugno” di 189.125. E noi non abbiamo fatto un euro di lavoro perchè sono andate a recupero… Più abbiamo fatto a recupero un’altra commessa di 114.000 euro, sotto qui… che era una cosa che non rientrava nei fondi di Gramazio. Dopo di che c’era un’altra di 200.000 euro che non siamo riusciti a prenderla, che non è stata fatturata. In tutto questo noi gli abbiamo dato (Buzzi abbassa il tono di voce, ndr) 50.000 euro a Gramazio, cioè glieli ha dati Massimo, e Massimo sta a metà  con noi. Alla “Cosma” dovremmo dargli 5 imprese… per le spiagge… la guardiania dei bagni e lo spurgo dei bagni limitatamente. Così c’alleggeriamo pure su certe partite perchè dovemo da un milione a Massimo eh!! E la “Cosma” fattura (Buzzi fischia, ndr.)».
Andava dunque così.
Ma quel fiume di denaro dove è stato poi nascosto, nel tempo?
Al momento dell’arresto, i conti personali di Carminati, come quelli della moglie, piangono ovviamente miseria.
Ma le intercettazioni contenute nella prima ordinanza di custodia cautelare (dicembre 2014) danno un’indicazione precisa: Londra.
È li che Fabrizio Testa (in carcere dal dicembre scorso), per conto di Carminati, viaggia più volte per incontrare Vittorio Spadavecchia, ex camerata dei Nar riparato nella city nel 1982, inseguito dalla condanna per l’omicidio del commissario della Digos Franco Straullu.
Un ex terrorista che il tempo ha riconvertito a broker nel settore immobiliare e che, verosimilmente, Carminati usa come cassaforte e tasca.
Per investimenti in case e locali (ristoranti soprattutto) in cui dovrebbe entrare anche il figlio di Carminati.
Un ragazzo che il padre vorrebbe far crescere lontano da Ponte Milvio.
Lontano dalla strada del Mondo di Sotto.

Carlo Bonini
(da “la Repubblica“)

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