Destra di Popolo.net

DA GALAN A BUZZI, IL DELITTO SCONTATO

Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile

SIAMO IL PAESE PIU’ CORROTTO D’EUROPA, MA SOLO LO 0,6% DEI DETENUTI E’ IN CARCERE PER REATI FINANZIARI, CONTRO IL 6% DEL RESTO DEL CONTINENTE

Nessuno immaginava che Salvatore Buzzi, la cui delicatezza d’animo abbiamo conosciuto dalle intercettazioni, potesse perseguire dostoevskianamente la salvezza attraverso la sofferenza.
Ma la sua minimale richiesta di patteggiamento per Mafia Capitale ha un che di urticante: 900 euro di multa (mentre gli scovavano un tesoretto di 16 milioni e chissà  quanti altri tesoretti latitano) e tre anni e sei mesi (che non farà  mai).
L’esiguità  della pena proposta, oltre al braccino corto, se vogliamo rivela la consapevolezza della vice-star di Mafia Capitale, per esperienza personale, che in Italia per i reati quasi nessuno paga mai il dovuto: condannato a vent’anni per aver ucciso un tizio con trentaquattro coltellate, ne trascorse solo sei in carcere e due in semi-libertà , finchè ottenne la grazia dal presidente Scalfaro.
Stavolta ha contribuito a assassinare metaforicamente quasi un’intera classe dirigente già  di per sè corrotta.
Doverosamente, i pm gli hanno negato il patteggiamento a prezzo stracciato, interrompendo così l’uso invalso nei grandi scandali della stagione 2014-2015, nei quali la corruzione e i reati connessi dei cosiddetti colletti bianchi danno l’idea di essere stati sostanzialmente depenalizzati, sia pure attraverso il legalissimo sistema del patteggiamento, inaugurato nel 1989 da un prete di Torino colpevole di violenza sui minori.
Un sommario censimento dei patteggiamenti concessi tra Expo e Mose porta a un totale di una trentina.
Molti dei colpevoli non rivedranno più una cella, ma almeno dovranno pagare multe un po’ meno simboliche di quella, pari a qualche divieto di sosta, offerta graziosamente da Buzzi.
Il campione dei “patteggioni” è l’ex presidente del Veneto Giancarlo Galan, che ha concordato due anni e dieci mesi, ma una multa di 2,6 milioni.
Per vedere l’ argent lo Stato dovrà  sudare, perchè l’ex doge ha chiesto una rateizzazione della multa perchè dalla sua reggia di Cinto Euganeo ha fatto sapere di non disporre di quella somma.
Primo Greganti, il mitico compagno G., ha concordato per l’Expo tre anni e 10 mila euro di multa, l’ex parlamentare berlusconiano Luigi Grillo due anni e otto mesi e 50 mila euro, l’ex generale della Guardia di finanza Emilio Spaziante quattro anni e 500 mila euro.
In fondo, pene assai miti per farla franca e magari tornare presto su piazza, come è stato per i due nonni delle tangenti, Greganti (ex Pci) e Frigerio (ex Dc), che si erano già  distinti ai tempi di Tangentopoli, quando le stecche le trasferivano in buona parte ai loro partiti, finchè nella seconda Repubblica decisero che conveniva mettersele tutte in saccoccia.
Con la pandemia patteggiatoria seguita agli scandali dell’annata, lo Stato incamererà  una dozzina di milioni di multe, contro la stima di un miliardo di tangenti fluite solo sopra le paratie del Mose.
Ma dice bene il pm Carlo Nordio, che finalmente ha innescato le inchieste su eventi che nel Veneto erano ignote soltanto agli ipovedenti, che i patteggiamenti sono «pragmatismo utilitaristico».
Consentono di sfuggire a processi infiniti e non intasano ulteriormente le case di pena, dove, per la verità , i criminali dal colletto bianco, colpevoli di reati economici e finanziari, sono sempre stati una specie che sembrava estinta.
Secondo le ultime statistiche conosciute soggiornano nelle patrie galere 226 corrotti. Gran parte di queste detenzioni non sono dovute soltanto al reato di corruzione, ma ad altri reati connessi, come l’associazione per delinquere.
Per turbativa degli incanti (e altro) sono 84, per peculato 44, per abuso d’ufficio 33.
Cosicchè nel paese più corrotto d’Europa, come sostengono le ricerche di Transparency, i detenuti per reati economici e finanziari sono lo 0,6 per cento, contro il 6 per cento del resto d’Europa.
Quando ci indigniamo per come mostrano di considerarci i tedeschi in termini di legalità  bisognerebbe allora mettere nel conto che nella carceri germaniche soggiornano quasi 8 mila criminali dal colletto bianco.
Da noi su 39.571 detenuti con sentenza definitiva 14.994 sono stati condannati per spaccio di droghe, contro i poco più di 200 colpevoli di reati economici e finanziari. Di qui la sensazione – o qualcosa di più – che la corruzione sia di fatto depenalizzata in Italia per una èlite di ricchi e potenti.

Alberto Statera
(da “La Repubblica”)

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UNA BELLA RIMPATRIATA: LA UE INNALZA MURI, L’ITALIA SI PAGA PURE I MATTONI

Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile

I PROFUGHI SONO I TESTIMONI DEI FALLIMENTI BELLICI DELL’EUROPA. MEGLIO RIMPATRIARLI COSI’ NON POSSONO DIRLO IN GIRO

basta: soprat ­tutto per ­chè ­ sono i testi ­moni dei nostri, ripe ­tuti fal ­li ­menti bel ­lici.
Le scene al con ­fine di Ven ­ti ­mi ­glia è un’estate al mare dif ­fi ­cil ­mente dimen ­ti ­ca ­bile quanto a ver ­go ­gna del Bel ­paese e odio ­sità .
Il mini ­stro Alfano, con la coda fra le gambe di fronte alla pro ­ter ­via dei mini ­stri degli interni euro ­pei, l’ha per ­fino riven ­di ­cata in pieno dal ver ­tice di Lus ­sem ­burgo.
«L’efficacia del sistema – ha detto Alfano – dipende da come si gesti ­scono gli ‘hot spot’, cen ­tri d’identificazione in cui sepa ­rare i rifu ­giati da chi emi ­gra per ragioni eco ­no ­mi ­che, che va rimpatriato.…se gli hot spot non fun ­zio ­nano, salta il sistema».
Eccola l’Europa unita, l’area eco ­no ­mica più ricca della terra, ecco l’Italia che si fa
«pro ­ta ­go ­ni ­sta»: dal pre ­zioso soc ­corso ai dispe ­rati sui bar ­coni di Mare Nostrum siamo
pas ­sati, sotto l’incubo delle varie ele ­zioni interne, alla mis ­sione Tri ­ton di blocco, poi da Tri ­ton siamo pre ­ci ­pi ­tati alle quote, rifiu ­tate da tutta l’Unione nono ­stante l’esiguità  (solo 40mila pro ­fu ­ghi da ripar ­tire tra 28 Paesi); adesso dalle quote appro ­diamo ai rim ­pa ­tri.
Per ­chè si può fug ­gire dalle guerre – almeno a chiac ­chiere – per sot ­to ­porsi poi alla
veri ­fica infer ­nale del diritto d’asilo sì diritto d’asilo no, ma dalla mise ­ria e dai disa ­stri eco ­no ­mici è vie ­tato fug ­gire.
Impos ­si ­bile abban ­do ­nare le dise ­gua ­glianze di accesso ai beni che la nostra eco ­no ­mia occi ­den ­tale ha creato in Africa.
Lì dove in molte eco ­no ­mie ric ­chis ­sime di risorse mine ­ra ­rie, di terre e di agri ­col ­tura, i popoli invece vivono in mise ­ria, assog ­get ­tati a poteri e lea ­der ­ship che ben cono ­sciamo, ben ricom ­pen ­siamo e che siamo pronti a ben remu ­ne ­rare se ripren ­dono indie ­tro gli «scarti umani»: siamo all’accaparramento delle vite altrui, altro che land grab ­bing.
Natu ­ral ­mente siamo ormai fuori da ogni sistema di con ­ven ­zioni inter ­na ­zio ­nali che
sosten ­gono l’impianto – resi ­duo – delle Nazioni unite che ormai impal ­li ­di ­scono con il loro diritto inter ­na ­zio ­nale, già  ampia ­mente sva ­lu ­tato dalla pra ­tica della guerra, di fronte al for ­tino del Vec ­chio Con ­ti ­nente e alle sue nuove regole deva ­stanti ogni prin ­ci ­pio di civiltà  e umanità .
Per ­chè se con ­ti ­nua così anche il diritto d’asilo sarà  rimesso in discus ­sione di fronte all’autorità  di chi ha con ­dotto le guerre «uma ­ni ­ta ­rie» nelle terre da dove oggi fug ­gono i migranti: chi arriva dal Mali, dov’è in corso l’intervento fran ­cese che riguarda anche Niger e Ciad, vale a dire la fascia sot ­tesa al deserto della Libia, distrutta da un altro «nostro» inter ­vento mili ­tare, come può mai pen ­sare di fug ­gire e chie ­dere asilo se le truppe fran ­cese stanno già  «garan ­tendo» demo ­cra ­zia e civiltà ?
E chi fugge dal Kosovo – dalla cui mise ­ria sono in fuga in più di cen ­to ­mila dall’inizio dell’anno – la terra che ha visto il primo inter ­vento uma ­ni ­ta ­rio della Nato, come potrà  mai riven ­di ­care il diritto d’asilo se i nostri bom ­bar ­da ­menti del 1999 sono stati giu ­sti ­fi ­cati pro ­prio per risol ­vere e «paci ­fi ­care» quella crisi?
Rim ­pa ­tria ­moli e basta: soprat ­tutto per ­chè ­ sono i testi ­moni dei nostri, ripe ­tuti fal ­li ­menti bel ­lici.
E allora via alla bella rimpatriata.

Tommaso Di Francesco

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SCUOLA: I CENTOMILA OSTAGGI DI RENZI

Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile

ORA IL PREMIER PASSA AI RICATTI CON I DOCENTI PER NASCONDERE RITARDI E MALAFEDE DEL GOVERNO

C’è chi prende in ostag ­gio decine di per ­sone in qual ­che super ­mer ­cato e c’è chi come ostag ­gio ha in pugno le vite di 100mila inse ­gnanti, e non esita ad usarle.
Come da ber ­lu ­sco ­niano modello, Renzi sce ­glie lo stu ­dio di Porta a Porta per sfer ­rare il suo con ­trat ­tacco, ado ­pe ­rando i 100mila pre ­cari che avrebbe dovuto assu ­mere nel
con ­te ­sto della riforma «Buona scuola» come scudi umani.
Niente da fare, se ne riparla l’anno pros ­simo: «Con tre ­mila emen ­da ­menti in com ­mis ­sione i 100mila inse ­gnanti non si assu ­mono entro l’anno. Sta nei fatti. Se ci sono gli emen ­da ­menti, se tutti sono con ­trari, sem ­bra che sia io l’unico a volerli assumere».
Non è una bugia ma un intero mazzo di bugie sin ­te ­tiz ­zate con mira ­bile con ­ci ­sione.
In com ­mis ­sione istru ­zione, al Senato, l’ostruzionismo non è il vero pro ­blema.
Se il voto è slit ­tato di set ­ti ­mane è solo per ­chè così hanno voluto il governo e il Pd, per stem ­pe ­rare le divi ­sioni interne.
Da giorni Mat ­teo Renzi aveva deciso di rin ­viare quanto più pos ­si ­bile il pas ­sag ­gio in aula del dise ­gno di legge, tanto che la deci ­sione di modi ­fi ­care il calen ­da ­rio e
anti ­ci ­pare la riforma Rai era già  stata presa.
Troppo incerta la situa ­zione, troppo esi ­gui i mar ­gini di mag ­gio ­ranza per sfi ­dare il
Par ­la ­mento su un prov ­ve ­di ­mento tanto importante.
Ma la spinta deci ­siva è arri ­vata quando a palazzo Chigi sono stati por ­tati i conti sui voti in com ­mis ­sione istru ­zione.
Inu ­tile girare e rigi ­rare il pal ­lot ­to ­liere: la mag ­gio ­ranza non c’è, essendo deci ­sivi due dis ­si ­denti Pd, Wal ­ter Tocci e Cor ­ra ­dino Mineo.
Dopo la boc ­cia ­tura in com ­mis ­sione Affari costi ­tu ­zio ­nali nel parere sulla
costi ­tu ­zio ­na ­lità  del ddl, governo e mag ­gio ­ranza, al momento, sareb ­bero quindi
desti ­nati a subire nuove scon ­fitte anche nel merito del prov ­ve ­di ­mento.
Un pes ­simo via ­tico per l’aula, che ren ­de ­rebbe impra ­ti ­ca ­bile il solito voto di fidu ­cia. Infine, quand’anche ci fosse un ostru ­zio ­ni ­smo in realtà  ine ­si ­stente, Renzi potrebbe imboc ­care una via sem ­plice per risol ­vere il pro ­blema: stral ­ciare il capi ­tolo rela ­tivo alle assun ­zioni, varare un piano plu ­rien ­nale per assu ­mere tutti i pre ­cari invece di lasciarne a spasso 100 mila e passa e, allo stesso tempo, assu ­mere la prima ondata di inse ­gnanti con un decreto.
Per ­chè il pre ­mier pre ­fe ­ri ­sca invece rac ­con ­tare di essere costretto a sacri ­fi ­care le
assun ­zioni suo mal ­grado è evi ­dente.
Sul piano della pro ­pa ­ganda ha tutta la con ­ve ­nienza a fin ­gere che la man ­cata
assun ­zione sia dovuta all’opposizione par ­la ­men ­tare e sociale, a tutti quelli che, in Par ­la ­mento e fuori, con ­tra ­stano la legge.
Ma soprat ­tutto quelle 100mila assun ­zioni ver ­ranno but ­tate sul piatto della bilan ­cia nel pros ­simo round dello scon ­tro, ai primi di luglio, col pre ­ciso obiet ­tivo di costrin ­gere l’opposizione par ­la ­men ­tare e il sin ­da ­cato a cedere.
E’ lo stesso gene ­ra ­lis ­simo ad annun ­ciare, sem ­pre dall’intramontabile salot ­tino di Vespa, il piano di bat ­ta ­glia: «Ai primi di luglio faremo una Con ­fe ­renza nazio ­nale sulla scuola. Li chia ­miamo tutti: sin ­da ­ca ­li ­sti, pre ­sidi, docenti, fami ­glie. Ma una volta
ascol ­tati tutti si chiude per ­chè in Ita ­lia, dopo anni, qual ­cuno decide».
A quel punto, il ricatto dei pre ­cari tor ­nerà  utilissimo.
L’attacco sulla scuola è solo un tas ­sello della con ­trof ­fen ­siva che il pre ­mier, messo alle strette da una serie di rove ­sci uno dopo l’altro, dalle ele ­zioni all’immigrazione, da Mafia capi ­tale alla scuola, intende sfer ­rare.
Il pas ­sag ­gio suc ­ces ­sivo sarà  quasi cer ­ta ­mente la defe ­ne ­stra ­zione del sin ­daco Marino. «Potremmo dover sacri ­fi ­care Roma per sal ­vare il governo», avrebbe con ­fi ­dato il gran capo ai fede ­lis ­simi nei giorni scorsi.
Poi una raf ­fica di attac ­chi sem ­pre più duri: «Biso ­gna tor ­nare dal Renzi 2 al Renzi 1, e col Renzi 1 al posto di Marino non sta ­rei tran ­quillo», con ­clu ­deva la sua inter ­vi ­sta di ieri alla Stampa, pre ­messo che «nel 2016 si vota nelle grandi città , forse anche a Roma».
Poi il colpo finale, dal solito Vespa: «Marino è per ­bene, ma chi è one ­sto deve anche essere capace».
In realtà  la deci ­sione è già  presa, almeno al 90%, ma non si pro ­ce ­derà  subito per ­chè, non dispo ­nendo ancora di un can ­di ­dato valido, biso ­gna evi ­tare che nella Capi ­tale si vada a voto in otto ­bre.
Due i motivi che spin ­gono Renzi: il dub ­bio che, nono ­stante si dica cer ­tis ­simo del con ­tra ­rio, la rela ­zione del pre ­fetto Gabrielli possa riser ­vare qual ­che brutta sor ­presa.
Nel caso, biso ­gne ­rebbe essere pronti ad anti ­ci ­pare lo sgam ­betto.
Ma soprat ­tutto il pre ­mier si rende conto che difen ­dere il sin ­daco di Roma potrebbe costar ­gli popo ­la ­rità  e con ­senso nell’intero Paese a tutto van ­tag ­gio di chi quello scan ­dalo sta caval ­cando: l’M5S.

Andrea Colombo

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TESORO, MI SI SONO RISTRETTI GLI SPAZI

Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile

LA MARCIA TRIONFANTE E’ DIVENTATA UNA MARCIA FUNEBRE

Abbiamo il piano A, e anche il piano B.
Faremo sentire la nostra voce in Europa (sugli immigrati).
Pronte 100mila assunzioni nella scuola per la riforma.
Avanti con le riforme.
Sembravano solo vittorie, in Europa, in Italia e in ogni cantone dello stivale, e invece…
Lo sfondamento a destra e al centro non c’è stato.
E’ stato sufficiente un Toti in Liguria e un berluschino in laguna per battere il candidato PD (anche se non renziano).
L’esito dei ballottaggi conferma quanto detto qualche settimana fa per le regionali. L’elettorato di sinistra o non vota, o vota M5S o vota per quei candidati fuoriusciti dal partito unico.
E questi sono i risultati.
Perde la renziana Paita. Perde il renziano candidato di Arezzo. Perde Casson che paga pure per colpe non sue (e se ne accorgeranno i veneziani).
Perde pure Crisafulli nella sua Enna (abbiamo smacchiato il giaguaro, finalmente!).
L’avranno capita che stanno sbagliando strategia?
Pare di no.
Basta primarie.
Basta discutere con tutti.
Ma, nel frattempo, basta anche con la riforma della scuola. Non si può mai sapere.
Quanti mesi abbiamo perso a parlare di scuola, super presidi, dell’articolo 18, delle province, dell’Italicum (che ora potrebbe ritorcersi contro Renzi), del senato e delle altre riforme strepitose?
Poi, caduto il velo, si legge che parte della spesa del comune di Roma è finita dentro le coop di mafia capitale.
Che Expo (e Mose e le altre grandi opere) sono occasioni di mazzette e sprechi.
Quanto tempo perso per cercare di imitare certa destra inutilmente.
Per scoprire poi che l’elettore medio (quello che si informa con la TV) preferisce pure il peraltro brutto originale…

(da unoenessuno.blogspot.it)

argomento: Renzi | Commenta »

COMPAGNI DI…STRADA

Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile

IL RACCONTO DELLA VERITA’ E’ OGGI LA PRIMA OPERA DI CARITA’

Al tranello della demagogia («Perchè non ospiti i profughi a casa tua?»), Cecilia Strada di Emergency ha risposto con le parole della laicità : «E perchè dovrei? Vivo in una società  e pago le tasse anche per aiutare chi ha bisogno. Ospitare un profugo è carità . Creare accoglienza con le tasse è giustizia».
È tipico di una certa Italia refrattaria allo Stato evadere il fisco per poi salvarsi l’anima organizzando collette per i bisognosi.
La stessa Italia che accusa di incoerenza chiunque si batte a favore di un mondo più equo, in base alla curiosa idea che per essere autorizzati a farlo sia necessario indossare il saio di san Francesco.
L’obiezione a cui Cecilia Strada ha replicato da par suo è di una stupidità  contagiosa.
Per dire: io sono favorevole ai matrimoni gay, ma non per questo ho mai preso in considerazione l’ipotesi di sposare un uomo, a parte forse Paolino Pulici.
Nemmeno le tasse, qualora venissero finalmente pagate da tutti, basterebbero però a creare il mondo perfetto, altrimenti non ci sarebbe bisogno di Emergency.
La solidarietà  serve, anche se si esprime in modi diversi.
Aprendo le porte, ma anzitutto le teste.
Come fanno i Salvini a ridurre l’esodo biblico di migliaia di esseri umani a pretesto per battute da bar?
Nessuno ha la soluzione in tasca ed è comprensibile che i residenti impoveriti si sentano minacciati nei loro residui diritti da masse di persone ancora più disgraziate di loro.
Per questo gli andrebbe almeno spiegato che i profughi a cui la polizia di Ventimiglia mette le mani in faccia non sono invasori o terroristi, ma fuggitivi con l’unica colpa di volere restare vivi.
Il racconto della verità  è oggi la prima opera di carità .

Massimo Gramellini
(da “La Stampa”)

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RENZI PENSA GIA’ AL DOPO MARINO: GIACHETTI, GABRIELLI, GENTILONI, BONACCORSI I PAPABILI

Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile

BERLUSCONI PUNTA SU TAJANI E CARFAGNA

Recapitato l’avviso di sfratto a Ignazio Marino, il premier Matteo Renzi pensa già  al dopo.
A quale potrebbe essere il sostituto del chirurgo, la carta vincente con cui arginare l’ascesa dei Cinque Stelle.
Per ora, la rosa dei papabili nel Pd si limita a pochi nomi.
Innanzitutto, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, c’è Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, ex braccio destro di Francesco Rutelli quando era sindaco di Roma.
Il quale, però, non sarebbe molto convinto di volersi lanciare nell’impresa.
Un altro papabile è il prefetto Franco Gabrielli, cui spetterà  il compito di gestire la città  una volta che Marino si sarà  tirato indietro.
A lui è già  stato affidato il commissariamento “soft” del Giubileo, un evento a cui Renzi tiene moltissimo come trampolino per il rilancio dell’immagine della Capitale e del Paese intero.
Dopo mesi alle prese con Anno Santo e amministrazione straordinaria, Gabrielli potrebbe essersi guadagnato un posto nel cuore dei romani — o forse no.
Secondo il Messaggero, per il premier quella di Gabrielli sarebbe una exit strategy.
Oltre a Giachetti — che al momento sembrerebbe la prima scelta — si fa il nome dell’attuale ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, anche lui uno dei protagonisti dell’era di Rutelli al Campidoglio.
Il Messaggero include nella lista dei possibili candidati anche la “turborenziana” Lorenza Bonaccorsi, presidente del Pd Lazio.
Che non nasconde il desiderio di un’accelerazione: “Da persone serie — dice — bisogna valutare la situazione: se e come andare avanti”.
Marino, intanto, è barricato al Campidoglio dove si sfoga con i suoi. “È curioso: qui tutti parlano di massimi sistemi. E sul Giubileo il governo non mi fa sapere ancora niente”.
Ieri aveva risposto alle critiche del segretario Pd con grandi sorrisi e parlando di cultura.
Ma il ticchettio dell’orologio, per lui, sembra battere più veloce.
Così anche la destra si prepara alla possibilità  di un voto nella Capitale entro il 2016.
Silvio Berlusconi vede di buon occhio la candidatura di Antonio Tajani, ma non esclude la possibilità  di puntare sull’avvenenza di Mara Carfagna come nuovo volto del centrodestra.
Gli ex di Alleanza Nazionale non hanno dubbi: per loro la candidata ideale è Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia.

(da “Huffingtonpost”)

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CORRUZIONE E APPROPRIAZIONE INDEBITA: INDAGATI IN 44 TRA RAI, MEDIASET, LA 7

Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile

LE SOCIETA’ DI DAVID BIANCIFIORI AVREBBERO OFFERTO DENARO, VACANZE, VIAGGI E ASSUNZIONI IN CAMBIO DI APPALTI

Quarantaquattro tra funzionari e dirigenti di Rai, società  del gruppo Mediaset, La7 e Infront sono indagati a Roma nell’ambito di un’inchiesta sull’affidamento di lavori e servizi in cambio di utilità  come soldi e assunzioni.
La Guardia di Finanza sta eseguendo 60 perquisizioni.
Infront è la società  che offre servizi alle emittenti e in particoolare gestisce i diritti tv della Serie A di calcio nonchè il lato commerciale di Fgci e di diverse squadre.
Secondo quanto accertato dal nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, su delega del pm Paolo Ielo, alcune società  dell’imprenditore David Biancifiori avrebbero ottenuto l’affidamento di lavori e servizi versando ai committenti denaro o altre utilità  come vacanze, biglietti aerei e assunzioni.
I fondi per questa attività  sarebbero stati realizzati attraverso sovrafatturazioni dei lavori eseguiti.
I funzionari e i dirigenti Rai, in quanto pubblici ufficiali, sono indagati per concorso in corruzione, mentre quelli delle società  Mediaset, La7 e Infront per appropriazione indebita.
Biancifiori, detto Scarface, attivo nel settore dei servizi, è stato intervistato qualche mese fa alle Iene su Italia Uno, dopo che un suo dipendente, nella stessa trasmissione, aveva denunciato meccanismi corruttivi alla presidenza del Consiglio.
L’imprenditore ha smentito qualunque malversazione con palazzo Chigi.
L’intervista è stata trasmessa il 9 aprile, poche ore dopo che Biancifiori era stato arrestato insieme al sindaco di Marino (Roma), Fabio Silvagni, per una presunta corruzione legata all’apertura di un fast food.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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