Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile
SIAMO IL PAESE PIU’ CORROTTO D’EUROPA, MA SOLO LO 0,6% DEI DETENUTI E’ IN CARCERE PER REATI FINANZIARI, CONTRO IL 6% DEL RESTO DEL CONTINENTE
Nessuno immaginava che Salvatore Buzzi, la cui delicatezza d’animo abbiamo conosciuto dalle intercettazioni, potesse perseguire dostoevskianamente la salvezza attraverso la sofferenza.
Ma la sua minimale richiesta di patteggiamento per Mafia Capitale ha un che di urticante: 900 euro di multa (mentre gli scovavano un tesoretto di 16 milioni e chissà quanti altri tesoretti latitano) e tre anni e sei mesi (che non farà mai).
L’esiguità della pena proposta, oltre al braccino corto, se vogliamo rivela la consapevolezza della vice-star di Mafia Capitale, per esperienza personale, che in Italia per i reati quasi nessuno paga mai il dovuto: condannato a vent’anni per aver ucciso un tizio con trentaquattro coltellate, ne trascorse solo sei in carcere e due in semi-libertà , finchè ottenne la grazia dal presidente Scalfaro.
Stavolta ha contribuito a assassinare metaforicamente quasi un’intera classe dirigente già di per sè corrotta.
Doverosamente, i pm gli hanno negato il patteggiamento a prezzo stracciato, interrompendo così l’uso invalso nei grandi scandali della stagione 2014-2015, nei quali la corruzione e i reati connessi dei cosiddetti colletti bianchi danno l’idea di essere stati sostanzialmente depenalizzati, sia pure attraverso il legalissimo sistema del patteggiamento, inaugurato nel 1989 da un prete di Torino colpevole di violenza sui minori.
Un sommario censimento dei patteggiamenti concessi tra Expo e Mose porta a un totale di una trentina.
Molti dei colpevoli non rivedranno più una cella, ma almeno dovranno pagare multe un po’ meno simboliche di quella, pari a qualche divieto di sosta, offerta graziosamente da Buzzi.
Il campione dei “patteggioni” è l’ex presidente del Veneto Giancarlo Galan, che ha concordato due anni e dieci mesi, ma una multa di 2,6 milioni.
Per vedere l’ argent lo Stato dovrà sudare, perchè l’ex doge ha chiesto una rateizzazione della multa perchè dalla sua reggia di Cinto Euganeo ha fatto sapere di non disporre di quella somma.
Primo Greganti, il mitico compagno G., ha concordato per l’Expo tre anni e 10 mila euro di multa, l’ex parlamentare berlusconiano Luigi Grillo due anni e otto mesi e 50 mila euro, l’ex generale della Guardia di finanza Emilio Spaziante quattro anni e 500 mila euro.
In fondo, pene assai miti per farla franca e magari tornare presto su piazza, come è stato per i due nonni delle tangenti, Greganti (ex Pci) e Frigerio (ex Dc), che si erano già distinti ai tempi di Tangentopoli, quando le stecche le trasferivano in buona parte ai loro partiti, finchè nella seconda Repubblica decisero che conveniva mettersele tutte in saccoccia.
Con la pandemia patteggiatoria seguita agli scandali dell’annata, lo Stato incamererà una dozzina di milioni di multe, contro la stima di un miliardo di tangenti fluite solo sopra le paratie del Mose.
Ma dice bene il pm Carlo Nordio, che finalmente ha innescato le inchieste su eventi che nel Veneto erano ignote soltanto agli ipovedenti, che i patteggiamenti sono «pragmatismo utilitaristico».
Consentono di sfuggire a processi infiniti e non intasano ulteriormente le case di pena, dove, per la verità , i criminali dal colletto bianco, colpevoli di reati economici e finanziari, sono sempre stati una specie che sembrava estinta.
Secondo le ultime statistiche conosciute soggiornano nelle patrie galere 226 corrotti. Gran parte di queste detenzioni non sono dovute soltanto al reato di corruzione, ma ad altri reati connessi, come l’associazione per delinquere.
Per turbativa degli incanti (e altro) sono 84, per peculato 44, per abuso d’ufficio 33.
Cosicchè nel paese più corrotto d’Europa, come sostengono le ricerche di Transparency, i detenuti per reati economici e finanziari sono lo 0,6 per cento, contro il 6 per cento del resto d’Europa.
Quando ci indigniamo per come mostrano di considerarci i tedeschi in termini di legalità bisognerebbe allora mettere nel conto che nella carceri germaniche soggiornano quasi 8 mila criminali dal colletto bianco.
Da noi su 39.571 detenuti con sentenza definitiva 14.994 sono stati condannati per spaccio di droghe, contro i poco più di 200 colpevoli di reati economici e finanziari. Di qui la sensazione – o qualcosa di più – che la corruzione sia di fatto depenalizzata in Italia per una èlite di ricchi e potenti.
Alberto Statera
(da “La Repubblica”)
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Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile
I PROFUGHI SONO I TESTIMONI DEI FALLIMENTI BELLICI DELL’EUROPA. MEGLIO RIMPATRIARLI COSI’ NON POSSONO DIRLO IN GIRO
basta: soprat tutto per chè sono i testi moni dei nostri, ripe tuti fal li menti bel lici. 
Le scene al con fine di Ven ti mi glia è un’estate al mare dif fi cil mente dimen ti ca bile quanto a ver go gna del Bel paese e odio sità .
Il mini stro Alfano, con la coda fra le gambe di fronte alla pro ter via dei mini stri degli interni euro pei, l’ha per fino riven di cata in pieno dal ver tice di Lus sem burgo.
«L’efficacia del sistema – ha detto Alfano – dipende da come si gesti scono gli ‘hot spot’, cen tri d’identificazione in cui sepa rare i rifu giati da chi emi gra per ragioni eco no mi che, che va rimpatriato.…se gli hot spot non fun zio nano, salta il sistema».
Eccola l’Europa unita, l’area eco no mica più ricca della terra, ecco l’Italia che si fa
«pro ta go ni sta»: dal pre zioso soc corso ai dispe rati sui bar coni di Mare Nostrum siamo
pas sati, sotto l’incubo delle varie ele zioni interne, alla mis sione Tri ton di blocco, poi da Tri ton siamo pre ci pi tati alle quote, rifiu tate da tutta l’Unione nono stante l’esiguità (solo 40mila pro fu ghi da ripar tire tra 28 Paesi); adesso dalle quote appro diamo ai rim pa tri.
Per chè si può fug gire dalle guerre – almeno a chiac chiere – per sot to porsi poi alla
veri fica infer nale del diritto d’asilo sì diritto d’asilo no, ma dalla mise ria e dai disa stri eco no mici è vie tato fug gire.
Impos si bile abban do nare le dise gua glianze di accesso ai beni che la nostra eco no mia occi den tale ha creato in Africa.
Lì dove in molte eco no mie ric chis sime di risorse mine ra rie, di terre e di agri col tura, i popoli invece vivono in mise ria, assog get tati a poteri e lea der ship che ben cono sciamo, ben ricom pen siamo e che siamo pronti a ben remu ne rare se ripren dono indie tro gli «scarti umani»: siamo all’accaparramento delle vite altrui, altro che land grab bing.
Natu ral mente siamo ormai fuori da ogni sistema di con ven zioni inter na zio nali che
sosten gono l’impianto – resi duo – delle Nazioni unite che ormai impal li di scono con il loro diritto inter na zio nale, già ampia mente sva lu tato dalla pra tica della guerra, di fronte al for tino del Vec chio Con ti nente e alle sue nuove regole deva stanti ogni prin ci pio di civiltà e umanità .
Per chè se con ti nua così anche il diritto d’asilo sarà rimesso in discus sione di fronte all’autorità di chi ha con dotto le guerre «uma ni ta rie» nelle terre da dove oggi fug gono i migranti: chi arriva dal Mali, dov’è in corso l’intervento fran cese che riguarda anche Niger e Ciad, vale a dire la fascia sot tesa al deserto della Libia, distrutta da un altro «nostro» inter vento mili tare, come può mai pen sare di fug gire e chie dere asilo se le truppe fran cese stanno già «garan tendo» demo cra zia e civiltà ?
E chi fugge dal Kosovo – dalla cui mise ria sono in fuga in più di cen to mila dall’inizio dell’anno – la terra che ha visto il primo inter vento uma ni ta rio della Nato, come potrà mai riven di care il diritto d’asilo se i nostri bom bar da menti del 1999 sono stati giu sti fi cati pro prio per risol vere e «paci fi care» quella crisi?
Rim pa tria moli e basta: soprat tutto per chè sono i testi moni dei nostri, ripe tuti fal li menti bel lici.
E allora via alla bella rimpatriata.
Tommaso Di Francesco
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Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile
ORA IL PREMIER PASSA AI RICATTI CON I DOCENTI PER NASCONDERE RITARDI E MALAFEDE DEL GOVERNO
C’è chi prende in ostag gio decine di per sone in qual che super mer cato e c’è chi come ostag gio ha in pugno le vite di 100mila inse gnanti, e non esita ad usarle.
Come da ber lu sco niano modello, Renzi sce glie lo stu dio di Porta a Porta per sfer rare il suo con trat tacco, ado pe rando i 100mila pre cari che avrebbe dovuto assu mere nel
con te sto della riforma «Buona scuola» come scudi umani.
Niente da fare, se ne riparla l’anno pros simo: «Con tre mila emen da menti in com mis sione i 100mila inse gnanti non si assu mono entro l’anno. Sta nei fatti. Se ci sono gli emen da menti, se tutti sono con trari, sem bra che sia io l’unico a volerli assumere».
Non è una bugia ma un intero mazzo di bugie sin te tiz zate con mira bile con ci sione.
In com mis sione istru zione, al Senato, l’ostruzionismo non è il vero pro blema.
Se il voto è slit tato di set ti mane è solo per chè così hanno voluto il governo e il Pd, per stem pe rare le divi sioni interne.
Da giorni Mat teo Renzi aveva deciso di rin viare quanto più pos si bile il pas sag gio in aula del dise gno di legge, tanto che la deci sione di modi fi care il calen da rio e
anti ci pare la riforma Rai era già stata presa.
Troppo incerta la situa zione, troppo esi gui i mar gini di mag gio ranza per sfi dare il
Par la mento su un prov ve di mento tanto importante.
Ma la spinta deci siva è arri vata quando a palazzo Chigi sono stati por tati i conti sui voti in com mis sione istru zione.
Inu tile girare e rigi rare il pal lot to liere: la mag gio ranza non c’è, essendo deci sivi due dis si denti Pd, Wal ter Tocci e Cor ra dino Mineo.
Dopo la boc cia tura in com mis sione Affari costi tu zio nali nel parere sulla
costi tu zio na lità del ddl, governo e mag gio ranza, al momento, sareb bero quindi
desti nati a subire nuove scon fitte anche nel merito del prov ve di mento.
Un pes simo via tico per l’aula, che ren de rebbe impra ti ca bile il solito voto di fidu cia. Infine, quand’anche ci fosse un ostru zio ni smo in realtà ine si stente, Renzi potrebbe imboc care una via sem plice per risol vere il pro blema: stral ciare il capi tolo rela tivo alle assun zioni, varare un piano plu rien nale per assu mere tutti i pre cari invece di lasciarne a spasso 100 mila e passa e, allo stesso tempo, assu mere la prima ondata di inse gnanti con un decreto.
Per chè il pre mier pre fe ri sca invece rac con tare di essere costretto a sacri fi care le
assun zioni suo mal grado è evi dente.
Sul piano della pro pa ganda ha tutta la con ve nienza a fin gere che la man cata
assun zione sia dovuta all’opposizione par la men tare e sociale, a tutti quelli che, in Par la mento e fuori, con tra stano la legge.
Ma soprat tutto quelle 100mila assun zioni ver ranno but tate sul piatto della bilan cia nel pros simo round dello scon tro, ai primi di luglio, col pre ciso obiet tivo di costrin gere l’opposizione par la men tare e il sin da cato a cedere.
E’ lo stesso gene ra lis simo ad annun ciare, sem pre dall’intramontabile salot tino di Vespa, il piano di bat ta glia: «Ai primi di luglio faremo una Con fe renza nazio nale sulla scuola. Li chia miamo tutti: sin da ca li sti, pre sidi, docenti, fami glie. Ma una volta
ascol tati tutti si chiude per chè in Ita lia, dopo anni, qual cuno decide».
A quel punto, il ricatto dei pre cari tor nerà utilissimo.
L’attacco sulla scuola è solo un tas sello della con trof fen siva che il pre mier, messo alle strette da una serie di rove sci uno dopo l’altro, dalle ele zioni all’immigrazione, da Mafia capi tale alla scuola, intende sfer rare.
Il pas sag gio suc ces sivo sarà quasi cer ta mente la defe ne stra zione del sin daco Marino. «Potremmo dover sacri fi care Roma per sal vare il governo», avrebbe con fi dato il gran capo ai fede lis simi nei giorni scorsi.
Poi una raf fica di attac chi sem pre più duri: «Biso gna tor nare dal Renzi 2 al Renzi 1, e col Renzi 1 al posto di Marino non sta rei tran quillo», con clu deva la sua inter vi sta di ieri alla Stampa, pre messo che «nel 2016 si vota nelle grandi città , forse anche a Roma».
Poi il colpo finale, dal solito Vespa: «Marino è per bene, ma chi è one sto deve anche essere capace».
In realtà la deci sione è già presa, almeno al 90%, ma non si pro ce derà subito per chè, non dispo nendo ancora di un can di dato valido, biso gna evi tare che nella Capi tale si vada a voto in otto bre.
Due i motivi che spin gono Renzi: il dub bio che, nono stante si dica cer tis simo del con tra rio, la rela zione del pre fetto Gabrielli possa riser vare qual che brutta sor presa.
Nel caso, biso gne rebbe essere pronti ad anti ci pare lo sgam betto.
Ma soprat tutto il pre mier si rende conto che difen dere il sin daco di Roma potrebbe costar gli popo la rità e con senso nell’intero Paese a tutto van tag gio di chi quello scan dalo sta caval cando: l’M5S.
Andrea Colombo
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Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile
LA MARCIA TRIONFANTE E’ DIVENTATA UNA MARCIA FUNEBRE
Abbiamo il piano A, e anche il piano B.
Faremo sentire la nostra voce in Europa (sugli immigrati).
Pronte 100mila assunzioni nella scuola per la riforma.
Avanti con le riforme.
Sembravano solo vittorie, in Europa, in Italia e in ogni cantone dello stivale, e invece…
Lo sfondamento a destra e al centro non c’è stato.
E’ stato sufficiente un Toti in Liguria e un berluschino in laguna per battere il candidato PD (anche se non renziano).
L’esito dei ballottaggi conferma quanto detto qualche settimana fa per le regionali. L’elettorato di sinistra o non vota, o vota M5S o vota per quei candidati fuoriusciti dal partito unico.
E questi sono i risultati.
Perde la renziana Paita. Perde il renziano candidato di Arezzo. Perde Casson che paga pure per colpe non sue (e se ne accorgeranno i veneziani).
Perde pure Crisafulli nella sua Enna (abbiamo smacchiato il giaguaro, finalmente!).
L’avranno capita che stanno sbagliando strategia?
Pare di no.
Basta primarie.
Basta discutere con tutti.
Ma, nel frattempo, basta anche con la riforma della scuola. Non si può mai sapere.
Quanti mesi abbiamo perso a parlare di scuola, super presidi, dell’articolo 18, delle province, dell’Italicum (che ora potrebbe ritorcersi contro Renzi), del senato e delle altre riforme strepitose?
Poi, caduto il velo, si legge che parte della spesa del comune di Roma è finita dentro le coop di mafia capitale.
Che Expo (e Mose e le altre grandi opere) sono occasioni di mazzette e sprechi.
Quanto tempo perso per cercare di imitare certa destra inutilmente.
Per scoprire poi che l’elettore medio (quello che si informa con la TV) preferisce pure il peraltro brutto originale…
(da unoenessuno.blogspot.it)
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Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile
IL RACCONTO DELLA VERITA’ E’ OGGI LA PRIMA OPERA DI CARITA’
Al tranello della demagogia («Perchè non ospiti i profughi a casa tua?»), Cecilia Strada di Emergency ha risposto con le parole della laicità : «E perchè dovrei? Vivo in una società e pago le tasse anche per aiutare chi ha bisogno. Ospitare un profugo è carità . Creare accoglienza con le tasse è giustizia».
È tipico di una certa Italia refrattaria allo Stato evadere il fisco per poi salvarsi l’anima organizzando collette per i bisognosi.
La stessa Italia che accusa di incoerenza chiunque si batte a favore di un mondo più equo, in base alla curiosa idea che per essere autorizzati a farlo sia necessario indossare il saio di san Francesco.
L’obiezione a cui Cecilia Strada ha replicato da par suo è di una stupidità contagiosa.
Per dire: io sono favorevole ai matrimoni gay, ma non per questo ho mai preso in considerazione l’ipotesi di sposare un uomo, a parte forse Paolino Pulici.
Nemmeno le tasse, qualora venissero finalmente pagate da tutti, basterebbero però a creare il mondo perfetto, altrimenti non ci sarebbe bisogno di Emergency.
La solidarietà serve, anche se si esprime in modi diversi.
Aprendo le porte, ma anzitutto le teste.
Come fanno i Salvini a ridurre l’esodo biblico di migliaia di esseri umani a pretesto per battute da bar?
Nessuno ha la soluzione in tasca ed è comprensibile che i residenti impoveriti si sentano minacciati nei loro residui diritti da masse di persone ancora più disgraziate di loro.
Per questo gli andrebbe almeno spiegato che i profughi a cui la polizia di Ventimiglia mette le mani in faccia non sono invasori o terroristi, ma fuggitivi con l’unica colpa di volere restare vivi.
Il racconto della verità è oggi la prima opera di carità .
Massimo Gramellini
(da “La Stampa”)
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Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile
BERLUSCONI PUNTA SU TAJANI E CARFAGNA
Recapitato l’avviso di sfratto a Ignazio Marino, il premier Matteo Renzi pensa già al dopo. 
A quale potrebbe essere il sostituto del chirurgo, la carta vincente con cui arginare l’ascesa dei Cinque Stelle.
Per ora, la rosa dei papabili nel Pd si limita a pochi nomi.
Innanzitutto, secondo quanto scrive il Corriere della Sera, c’è Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, ex braccio destro di Francesco Rutelli quando era sindaco di Roma.
Il quale, però, non sarebbe molto convinto di volersi lanciare nell’impresa.
Un altro papabile è il prefetto Franco Gabrielli, cui spetterà il compito di gestire la città una volta che Marino si sarà tirato indietro.
A lui è già stato affidato il commissariamento “soft” del Giubileo, un evento a cui Renzi tiene moltissimo come trampolino per il rilancio dell’immagine della Capitale e del Paese intero.
Dopo mesi alle prese con Anno Santo e amministrazione straordinaria, Gabrielli potrebbe essersi guadagnato un posto nel cuore dei romani — o forse no.
Secondo il Messaggero, per il premier quella di Gabrielli sarebbe una exit strategy.
Oltre a Giachetti — che al momento sembrerebbe la prima scelta — si fa il nome dell’attuale ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, anche lui uno dei protagonisti dell’era di Rutelli al Campidoglio.
Il Messaggero include nella lista dei possibili candidati anche la “turborenziana” Lorenza Bonaccorsi, presidente del Pd Lazio.
Che non nasconde il desiderio di un’accelerazione: “Da persone serie — dice — bisogna valutare la situazione: se e come andare avanti”.
Marino, intanto, è barricato al Campidoglio dove si sfoga con i suoi. “È curioso: qui tutti parlano di massimi sistemi. E sul Giubileo il governo non mi fa sapere ancora niente”.
Ieri aveva risposto alle critiche del segretario Pd con grandi sorrisi e parlando di cultura.
Ma il ticchettio dell’orologio, per lui, sembra battere più veloce.
Così anche la destra si prepara alla possibilità di un voto nella Capitale entro il 2016.
Silvio Berlusconi vede di buon occhio la candidatura di Antonio Tajani, ma non esclude la possibilità di puntare sull’avvenenza di Mara Carfagna come nuovo volto del centrodestra.
Gli ex di Alleanza Nazionale non hanno dubbi: per loro la candidata ideale è Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 17th, 2015 Riccardo Fucile
LE SOCIETA’ DI DAVID BIANCIFIORI AVREBBERO OFFERTO DENARO, VACANZE, VIAGGI E ASSUNZIONI IN CAMBIO DI APPALTI
Quarantaquattro tra funzionari e dirigenti di Rai, società del gruppo Mediaset, La7 e Infront sono indagati a Roma nell’ambito di un’inchiesta sull’affidamento di lavori e servizi in cambio di utilità come soldi e assunzioni.
La Guardia di Finanza sta eseguendo 60 perquisizioni.
Infront è la società che offre servizi alle emittenti e in particoolare gestisce i diritti tv della Serie A di calcio nonchè il lato commerciale di Fgci e di diverse squadre.
Secondo quanto accertato dal nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle, su delega del pm Paolo Ielo, alcune società dell’imprenditore David Biancifiori avrebbero ottenuto l’affidamento di lavori e servizi versando ai committenti denaro o altre utilità come vacanze, biglietti aerei e assunzioni.
I fondi per questa attività sarebbero stati realizzati attraverso sovrafatturazioni dei lavori eseguiti.
I funzionari e i dirigenti Rai, in quanto pubblici ufficiali, sono indagati per concorso in corruzione, mentre quelli delle società Mediaset, La7 e Infront per appropriazione indebita.
Biancifiori, detto Scarface, attivo nel settore dei servizi, è stato intervistato qualche mese fa alle Iene su Italia Uno, dopo che un suo dipendente, nella stessa trasmissione, aveva denunciato meccanismi corruttivi alla presidenza del Consiglio.
L’imprenditore ha smentito qualunque malversazione con palazzo Chigi.
L’intervista è stata trasmessa il 9 aprile, poche ore dopo che Biancifiori era stato arrestato insieme al sindaco di Marino (Roma), Fabio Silvagni, per una presunta corruzione legata all’apertura di un fast food.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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