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PERCHE’ IL M5S NON PUO’ CHIEDERE SOLDI A CHI SE NE VA

Gennaio 13th, 2017 Riccardo Fucile

BECCHI: “LO VIETA LO STATUTO DEGLI EURO-DEPUTATI, NON HA ALCUN   VALORE GIURIDICO”

Il professor Paolo Becchi su Libero di oggi spiega perchè il MoVimento 5 Stelle non può esigere la multa di 250mila euro che Grillo ha preteso da Marco Affronte che è transitato nel gruppo dei Verdi (ma, stranamente, non da Marco Zanni che è passato alla Lega).
Il professore parte dai ricorsi degli attivisti:
Tra Statuti, non statuti, regolamenti e non regolamenti vecchi e nuovi il M5S è destinato nei prossimi anni più a fare giurisprudenza che politica. Ricorsi di attivisti sono già  stati ammessi da tribunali italiani e altri ne seguiranno.L’avvocato Lorenzo Borrè ex grillino sta ottenendo un successo dopo l’altro. Alla fine tra parcelle di avvocati e richieste di risarcimento di danni sarà  Grillo a dover sborsare quattrini e non i parlamentari e sindaci non ligi ai regolamenti.
È brutto vedere quello che era il Movimento dei cittadini, in cui molti italiani hanno creduto, e tra questi anche il sottoscritto, essere portato in tribunale da attivisti espulsi, che avevano riposto tutte le loro speranze nel Movimento.
Un Movimento ora tanto snaturato da essere eterodiretto da un «sistema operativo» di cui conosciamo solo il nome, «Rousseau» (pace all’anima sua), da cui è partita la fallimentare operazione Alde.
Questo sistema è privo di qualsiasi legittimazione democratica ed è diretto da una persona il cui unico titolo è quello di essere figlio di Gianroberto Casaleggio. Di questo sistema non fa neppure parte Grillo. Di questo sistema possiede le chiavi solo Davide Casaleggio che ha deciso in gran segreto l’operazione Alde con il parlamentare europeo Borrelli, mettendo poi la rete di fronte al fatto compiuto.
E questo è il punto di Becchi sulle penali:
La pretesa del Movimento 5 Stelle di sanzionare l’uscita di Marco Zanni e Marco Affronte con la multa di 250.000,00 euro prevista, dal Codice di comportamento degli Europarlamentari pentastellati è destinata ad infrangersi contro le solide mura del diritto.
È infatti quasi banale osservare che la libertà  e l’autonomia del mandato di Zanni e Affronte godono di una copertura costituzionale che rende comunque carta da macero la dichiarazione d’impegno dei sottoscrittori: come chiaramente specificato nella premessa della Decisione del Parlamento europeo che ha promulgato lo Statuto degli eurodeputati.
Poichè nessun giornale si è preso la briga di indicarlo lo facciano noi qui: «La libertà  e l’indipendenza dei deputati, sancite all’articolo 2 [dello Statuto], impongono una regolamentazione e non figurano in alcun testo di diritto primario. Eventuali dichiarazioni con cui i deputati assumono l’impegno di cessare il mandato a un determinato momento oppure dichiarazioni in bianco per le dimissioni dal mandato, che un partito possa utilizzare a sua discrezione, sono incompatibili con la libertà  e l’indipendenza dei deputati e pertanto non possono avere alcun valore giuridico vincolante».
Il proclama di Grillo, pubblicato su quello che un tempo era uno degli organi di controinformazione più importanti del pianeta e che ora è diventato il bollettino parrocchiale di un partito eterediretto, è solo aria fritta.

(da “NextQuotidiano”)

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LA TASSA PER ROUSSEAU E LA RIVOLTA CONTRO CASALEGGIO: IL 10% DELLO STIPENDIO DEGLI ELETTI ALL’AZIENDA

Gennaio 13th, 2017 Riccardo Fucile

IL CONTRIBUTO ALLA PIATTAFORMA SAREBBE LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO E SCATTARE LA RIBELLIONE

Un contributo per l’Associazione Rousseau, la piattaforma dove sono discusse e votate le proposte di legge. Da chiedere a ciascuno degli eletti del MoVimento 5 Stelle nelle istituzioni, pari al 10% dello stipendio annuo.
Che servirà  a rendere solida la struttura ed evitare la richiesta di continue donazioni ai militanti.
Secondo Emanuele Buzzi, che ne parla sul Corriere della Sera, questa è l’ipotesi che inizia a circolare tra i grillini e che avrebbe spinto ieri a registrare i malumori sempre più forti contro il figlio del fondatore del M5S.
La cifra si dovrebbe aggirare intorno ai 1500-2000 euro. E proprio questa circostanza avrebbe scatenato ieri la senatrice Elisa “Jack” Bulgarelli che ha definito Rousseau «la segreteria” del partito 5 stelle, ovvero il centro dei cerchi e cerchietti magici del Movimento»:
Fonti attendibili vicine all’Associazione Rousseau sostengono che però alla fine prevarrà  il modello adottato già  quest’anno: a maggio 2017 verranno rendicontate le spese sostenute in dodici mesi e si lancerà  una nuova campagna per raccogliere denaro.
Il tetto di spesa per l’Associazione Rousseau – i tre soci Davide Casaleggio, David Borrelli e Massimo Bugani agiscono a titolo gratuito – è di circa 250 mila euro annui e nel 2016 ne sono stati raccolti 375 mila. Il dado, però, è stato tratto.
«Vediamo, c’è ancora tempo per capire come muoverci – dice un parlamentare –: sono questioni delicate e in questo momento le priorità  da discutere sono altre». Altrettanto indiscutibile, però, è il fatto che negli ultimi mesi le donazioni all’associazione siano andate un po’ a rilento: se nei primi due mesi i Cinque Stelle avevano raccolto 278 mila euro – il dato è del 20 giugno – nei successivi sei/sette il volume si è dimezzato: ieri il totale generale segnava quota 401 mila euro. Si tratta, in sostanza di 123 mila euro in più di metà  anno: una cifra non sufficiente a raggiungere il tetto indicato. Un punto che suscita interrogativi anche nel Movimento.
Intanto però dalle parti della Casaleggio s’avanza anche un’altra proposta: ovvero quella di cominciare a sanzionare i comportamenti “ribelli” come quello della senatrice.
Spiega Annalisa Cuzzocrea su Repubblica che “il reato previsto dal nuovo regolamento sarebbe “lesione all’immagine del Movimento”.
Il grado più leggero tra le pene, il richiamo. Seguono sospensione ed espulsione. (I ricorsi in tribunale però frenano gli entusiasmi. Già  oggi a Roma potrebbe arrivare la sentenza sulla validità  del regolamento, con tanto di penale, firmato dai consiglieri e da Virginia Raggi nella capitale)”
Il blog, però, potrebbe decidere di agire con maggior forza per stroncare le lamentele e – non essendoci elezioni in vista con eventuali ricadute nel calo di consensi – strategicamente il momento è propizio.
Bulgarelli è la punta dell’iceberg di un sommovimento carsico che ormai a stento nasconde irritazione per la deriva presa dal Movimento.
A Bruxelles gli europarlamentari si leccano la ferita dello strappo e smentiscono le voci di nuove defezioni dopo quelle di Marco Affronte, passato con i Verdi, e di Marco Zanni passato all’ Enf, la formazione ‘eurofobica’ che vede al proprio interno la Lega Nord di Matteo Salvini.
Ma lo stesso Affronte parla ora del Movimento come un soggetto gestito da “incapaci”, tanto da avere paura all’idea che i suoi figli possano vivere in un paese governato dal M5S.

(da “NextQuotidiano“)

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LE 70.000 TESSERE FANTASMA DELLA CISL FP: AZZERATI I VERTICI DEL SINDACATO DEL PUBBLICO IMPIEGO

Gennaio 13th, 2017 Riccardo Fucile

GONFIATI I DATI DELLE ISCRIZIONI

La Fp Cisl è commissariata. La decisione è arrivata al termine di un lunghissimo e drammatico esecutivo di oltre sei ore che a notte inoltrata ha azzerato i vertici del potente sindacato del pubblico impiego guidato da Giovanni Faverin e affidato la ‘reggenza’ al segretario confederale Maurizio Petriccioli.
Una scelta passata con 44 voti a favore e 16 contrari, esattamente quei due terzi previsti dallo Statuto per decisioni di questo tipo.
A terremotare i vertici della categoria la violazione delle norme di tesseramento e contributive con cui si sarebbero gonfiati i dati sulle iscrizioni al sindacato dei lavoratori pubblici come accertato da una indagine interna alla Cisl che aveva messo sotto esame in questi mesi più di 70 federazioni territoriali della stessa categoria di cui solo 7 sarebbero risultate in regola con le norme interne sul ‘reclutamento’.
A ballare circa 70mila tessere ‘fantasma’, su 303mila dichiarate e che facevano della Fp la seconda categoria della confederazione subito dopo la Fisascat, quella del commercio.
Ma il pugno di ferro con cui il leader Anna Maria Furlan ha inteso, alla vigilia del congresso della Cisl che si terrà  a Roma a fine giugno, mandare un segnale forte e riaffermare la necessità  di una trasparenza nei bilanci e nelle risorse con cui archiviare le stagioni delle pensioni e degli stipendi d’oro, dall’ex leader Raffaele Bonanni all’ex segretario generale dei pensionati, Ermenegildo Bonfanti, ha finito per spaccare il sindacato.
La decisione di commissariare la Fp Cisl era già  stata presa a maggioranza dalla segreteria di via Po che aveva visto accendersi lo scontro con alcuni segretari confederali contrari a bruciare le tappe e favorevoli invece a concedere più tempo alla categoria e al segretario generale per analizzare la situazione e intervenire con criteri di tesseramento più stringenti data anche l’imminenza dell’apertura delle trattative con il governo per il rinnovo del contratto del pubblico impiego dopo 7 anni di negoziati congelati.
Lo stesso Faverin aveva rigettato come “totalmente infondate” le accuse riservandosi ogni azione di tutela contro la lesione della reputazione e del decoro della Fp.
Critiche che avevano trovato l’appoggio nel corso dell’esecutivo di ieri anche di altre categorie del sindacato e di alcune territoriali: Funzione pubblica, Scuola, Trasporti , Postali e Metalmeccanici insieme alla Usr di Friuli, Abruzzo, Molise, Sicilia e Palermo e ai confederali Maurizio Bernava, Giuseppe Farina e Giovanni Luciano che avevano infatti formalizzato, in apertura di riunione, la richiesta di un rinvio della decisione di commissariare la Fp Cisl.
Richiesta però respinta a maggioranza.
Il tutto mentre all’esterno dell’Hotel Parco dei principi a Roma, un folto presidio di dirigenti e iscritti alla Fp protestava contro “l’illegittimo” commissariamento definito “forzoso e strumentale”.

(da agenzie)

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ANDREA TARDITO, UN NUOVO CASO ROMEO IN CAMPIDOGLIO

Gennaio 13th, 2017 Riccardo Fucile

L’IMPIEGATO DI AEQUA ROMA, CANDIDATO M5S AL COMUNE, HA VISTO IL SUO STIPENDIO RADDOPPIARSI DA UN GIORNO ALL’ALTRO

Ieri un tripudio di analfabetismo funzionale si è scatenato nei commenti all’articolo “Le nuove nomine di Santa Virginia Martire”, dove si raccontava delle sedici nuove assunzioni formalizzate dall’esecutivo nei soli mesi di novembre e dicembre 2016 per un costo di 724.150,95 euro.
Tra queste c’è quella dell’architetto Andrea Tardito, già  candidato al Comune e che affiancherà  l’assessore Andrea Mazzillo con un contratto da 88mila euro l’anno nella «gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare».
Si segnalava anche l’immagine postata sulla sua bacheca Facebook, una foto della sindaca accompagnata dalla scritta “Santa Virginia, martire con l’aureola a 5 stelle”. Oggi Repubblica Roma e il Tempo aggiungono alla vicenda nuovi particolari che vale la pena di segnalare ai più “ingenui” (eufemismo).
Scrive Lorenzo D’Albergo:
Andrea Tardito, architetto ultragrillino appena inserito nel suo staff dall’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo con un ingaggio da 88mila euro all’anno, è un dipendente di una delle società  in house del Campidoglio.
Per una vita intera il 64enne ha lavorato negli uffici di Aequa Roma e ora si ritrova a collaborare con la giunta 5Stelle con un maxi-stipendio.
Proprio come accaduto a Salvatore Romeo, anche l’impiegato di Aequa Roma (già  nelle liste del M5S per le “Comunarie”) ha visto il suo stipendio gonfiarsi da un giorno all’altro. Fino a raddoppiarsi.
Merito delle esperienze che, come si legge nella delibera di nomina approvata dall’esecutivo Raggi, Tardito ha «maturato in qualità  di funzionario e responsabile di unità  organizzative in società  del gruppo Iri e partecipate del Comune».
Il Tempo invece racconta che nel provvedimento di assunzione, che risale al 29 dicembre è stata inserita una dicitura: «La decorrenza del suddetto rapporto di lavoro è fissata alla data di sottoscrizione del relativo contratto individuale di lavoro, subordinatamente alla rimozione da parte dell’interessato delle cause di incompatibilità  attualmente in essere, giuste risultanze curriculari, fino al termine del mandato conferito dall’assessore Andrea Mazzillo».
Dallo staff dell’assessore, informa il Tempo, spiegano che la decisione ha ricevuto l’ok degli uffici, quindi gli eventuali motivi di incompatibilità  dovrebbero essere stati rimossi.
La stessa cosa si diceva riguardo la nomina di Salvatore Romeo e sappiamo tutti com’è andata a finire.

(da “NextQuotidiano”)

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COMUNARIE M5S PALERMO, MORIA DI CANDIDATI

Gennaio 13th, 2017 Riccardo Fucile

NELLA CITTA’ DELLE FIRME FALSE FIOCCANO I RITIRI ALLA VIGILIA DEL VOTO… E LA GUERRA TRA FAZIONI DIVENTA SEMPRE PIU’ ASPRA

Sono rimasti in due. Dei cinque candidati del MoVimento 5 Stelle alle comunarie di Palermo soltanto Ugo Forello e Igor Gelarda sono ancora in corsa.
Tanto che c’è chi comincia a sospettare un piano per boicottare la partecipazione del M5S alle comunali della prossima primavera.
La prima a ritirarsi è stata Tiziana Di Pasquale. L’ingegnera, che veniva dipinta come vicina agli indagati per la storia delle firme false di Palermo, ha lasciato il giorno prima della “graticola”, il confronto pubblico tra i candidati celebrato lunedì scorso in un cinema davanti a una platea di circa 200 persone.
Costretta a smentire più volte chi la considerava vicina al gruppo dei ‘monaci’ che ha disertato in massa le ‘graticole’, la Di Pasquale in un post su Rosalio.it ha criticato il clima all’interno del M5s, rinunciando pure alla candidatura come consigliere.
Una durissima requisitoria con un obiettivo ben preciso, ovvero gli “imbucati” che vogliono rappresentare i 5 Stelle senza aver fatto prima militanza.
Come può chi non c’è mai stato, capire e farsi portavoce di questi ideali?Come può definirsi attivista, chi definisce i banchetti sotto la pioggia «una raccolta punti»? Come può definirsi portavoce di questi principi chi in questi giorni non ha fatto altro che scrivere, o far scrivere, sui social e a mezzo stampa frasi denigratorie nei confronti di quella che dovrebbe essere la propria squadra?
Come può ritenersi parte di questo progetto chi è stato già  espulso dal meet up di Palermo, che è stato ritenuto incandidabile per le elezioni politiche del 2013, e che oggi si erge a garante di democrazia del 5 stelle presentandosi in lista?

L’obiettivo delle accuse è lampante, ovvero proprio i due candidati rimasti, che erano stati in molte occasioni additati come imbucati all’interno del gruppo di Palermo. Purtroppo la Di Pasquale, come è costume tra i 5 Stelle siciliani, ha evitato accuratamente di fare nomi e di dire chiaramente a chi fossero rivolte le sue critiche anche se nel lunghissimo post in cui ha annunciato il ritiro ha citato Giancarlo Cancelleri e Claudia La Rocca, indicati a più riprese dai deputati indagati come esponenti di un complotto contro di loro.
Dopo di lei ha mollato anche Giulia Argiroffi: la sua intenzione l’aveva comunicata per mail allo staff di Grillo prima delle ‘graticole’, ma aveva accettato l’invito a fare comunque il confronto; Argiroffi rimane però nella lista degli aspiranti consiglieri. Stasera ha annunciato il ritiro via Facebook anche Giancarlo Caparrotta:   “Affido a FB alcune parole sincere per raggiungere tutti quelli che non ho potuto incontrare di persona, come avrei voluto; tutti quelli che, con impegno sincero, stanno contribuendo ad un entusiasmante percorso per la città  di Palermo -scrive — Entusiasmo, è la parola che meglio esprime il mio sentire in queste ore, soprattuto dopo il confronto delle “graticole” e le numerose manifestazioni di stima che noi tutti, prima e dopo il palco, abbiamo ricevuto”. “Ma ho maturato la consapevolezza che il senso di questo processo risiede nel lavoro di una squadra in cui ciascun giocatore può e deve esprimere le proprie capacità  al meglio. mettendosi umilmente al servizio della nostra Città , in base alle proprie più autentiche attitudini — prosegue — E per questo sarà  un piacere ed un onore per me continuare con Voi questo percorso, rimanendo nel novero dei candidati al Consiglio Comunale o in ruoli che il nostro Sindaco eletto vorrà  attribuirmi. Buon lavoro a tutti!”.
In corsa restano quindi soltanto Forello e Gelarda. Ma i problemi sono anche altri. Perchè i ritiri non hanno coinvolto soltanto i candidati a sindaco, ma anche i papabili per il consiglio comunale.
Ieri la candidata Ivana Cimò ha annunciato il suo ritiro, oggi ha mollato Albero Munda.
Ma la legge elettorale impone la doppia preferenza di genere, per cui l’esiguo numero di donne in corsa fa abbassare la soglia dei candidabili.
Così la lista scende a quota 30, rispetto ai 40 nomi che ogni partito può indicare.
Per questo, ha scritto l’ANSA, tra i 5 Stelle c’è chi lavora a una richiesta di deroga a Grillo per rimpiazzare in lista chi ha scelto di tirarsi fuori.
Ma il tutto sembra ormai frutto di una strategia ben precisa che parte dalla spaccatura tra i grillini palermitani.
Nel meet-up storico, Il Grillo di Palermo, rimangono saldi i monaci mentre alcuni attivisti hanno optato per Palermo in Movimento, il nuovo meet-up costituito da Adriano Varrica, grillino della prima ora, molto vicino ai deputati regionali, in particolare a Claudia La Rocca che, assieme al collega Giorgio Ciaccio, ha scelto di collaborare con i pm, a differenza dei deputati nazionali indagati — Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino — che non hanno risposto ai pm e che sono stati sospesi dai probiviri del M5S.
Proprio per questo le modalità  dei ritiri sono curiose.
La Di Pasquale si è ritirata alla vigilia della graticola dove le avrebbero sicuramente chiesto cosa pensava delle firme false, come è successo agli altri candidati.
E d’altro canto nella lunghissima lettera in cui ha “spiegato” le ragioni del suo ritiro e accusato in anonimo non ha mai toccato l’argomento.
D’altro canto negli account ufficiali del Grillo di Palermo su Twitter e su Facebook non si è mai annunciato, rilanciato, parlato nè della graticola nè delle comunarie.
Ed esponenti del “Grillo di Palermo” come Pietro Salvino, marito della deputata Mannino, parlano apertamente di “farsa” e di “accordi” per favorire proprio quell’Ugo Forello indicato come protagonista del complotto contro gli indagati per le firme false.
Insomma, la speranza di alcuni è che Beppe stoppi tutto, ovvero che Grillo decida alla fine di ritirare la lista non consentendo l’uso del simbolo del MoVimento 5 Stelle. Dall’altra parte Cancelleri e gli altri lavorano invece per la presentazione della lista.
In mezzo c’è il deserto della trasparenza.

(da “NextQuotidiano“)

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SEMPRE PIU’ SINGLE: “LA FAMIGLIA NON CI INTERESSA”

Gennaio 13th, 2017 Riccardo Fucile

ISTAT: IL NUMERO DELLE PERSONE SOLE SFIORA GLI OTTO MILIONI… POCHI CERCANO L’ANIMA GEMELLA… LA CATEGORIA ATTIRA IL BUSINESS

Quando arriva il secondo, il “maestro di cerimonie” si avvicina sorridendo al tavolo dei single e chiede agli uomini di scambiarsi i posti. Al dolce si fa un altro giro di sedie e al caffè arriva il momento più desiderato e più temuto: lo scambio dei numeri di cellulare.
Nella pizzeria vicino a via Nizza, a Torino, l’atmosfera della cena per single è ormai rilassata: gli uomini hanno avuto modo di parlare con tutte le donne presenti, e viceversa.
Hanno tutti passato i 48 anni, anche se molti sembrano trentenni incapaci di invecchiare.
Superato ogni imbarazzo iniziale, una signora che dice di essersi “dimenticata” di sposarsi mostra il video in cui si scatena in un ballo Lindy hop, un’altra un sito che promuove il suo romanzo fantasy, scritto nelle pause del lavoro da operatrice museale. Un habituè di queste serate racconta della sua associazione di scapoli incalliti, “I Figos”. Gira la foto dell’ultimo possibile buon partito di una commensale, le signore osservano con attenzione, commentano, ma è chiaro che nessuna lo sposerebbe. «Ci vuole ben altro».
Vita da single nell’Italia che cambia stato di famiglia a una velocità  impressionante. Secondo l’Annuario 2016 dell’Istat, i single non vedovi sono più che raddoppiati in vent’anni: ora è un esercito di 4,8 milioni di persone, il 7,9% della popolazione.
Ma se aggiungiamo vedovi e divorziati che non si sono risposati, celibi e nubili che non vivono nella famiglia di origine, monogenitori con figli, allora il numero delle persone sole in Italia sfiora gli 8 milioni, il 13%, e le famiglie composte da un solo membro sono quasi un terzo del totale.
Pochissimi dichiarano di essere soli per scelta. Di solito, dicono con una battuta, lo sono “per scelta degli altri”.
Festeggiano San Faustino il 15 febbraio invece di San Valentino il 14, ma non rimpiangono la vita coniugale alle spalle e non invidiano più di tanto chi torna a casa la sera e trova accesa la luce.
Malgrado i 4.600 matrimoni in più nel 2015 rispetto al 2014, l’Istat ammette che le famiglie unipersonali sono destinate ad aumentare assieme alle “libere unioni”, un milione di coppie che non sono ancora convolate a nozze e forse non lo faranno mai. Se la tendenza trovasse conferma nei prossimi decenni, «la metà  delle donne che appartengono alla generazione del millennio non si sposerà  nel corso della sua vita». Cuori solitari? No
È un fenomeno che preoccupa la Chiesa, allarma i demografi e segue una sua inarrestabile evoluzione. Presto diventerà  un nuovo business. Basta iscriversi via internet a uno degli eventi per persone sole per essere bombardati di mail sui viaggi per single, crociere per single, feste per single, occasioni per conoscere altri single.
La cena di cui sopra è stata promossa da vitadasingle.net, organizzazione con base a Torino che in 16 anni ha organizzato 940 eventi e vacanze ai quali hanno partecipato oltre 86 mila persone.
L’ultimo, il cenone di Capodanno, 135 euro compreso il “giro di tavolo” e le “schede di valutazione” con i giudizi finali che hai dato e ricevuto.
Ci si iscrive online, si paga subito o in certi casi al ristorante nelle mani degli addetti del sito, e ci si siede a un tavolo di sconosciuti e sconosciute, selezionati in base all’età  e con un matematico rispetto delle quote rosa.
Alla fine ti accorgi che nessuno cerca l’anima gemella, ma una persona simpatica da coinvolgere nel tempo libero e nello sport, da chiamare per una cena o una serata in compagnia o al massimo per una vacanza.
Ed è questo il salto che il marketing delle persone sole sta cercando di compiere: andare oltre l’agenzia matrimoniale e soddisfare il bisogno di distrazione e di divertimento senza ghettizzare i single nella categoria un po’ malinconica dei “cuori solitari”.
Chi sono i single? Nemmeno l’Istat ha dedicato loro uno studio ad hoc.
Annota che i single non vedovi sono più uomini che donne (il 55,3%), mentre i monogenitori sono all’86,1% mamme sole.
Nell’ultimo decennio è aumentata l’occupazione delle donne single mentre è calata quella degli uomini.
Nel 2014 il reddito del single in età  attiva era mediamente di 17.466 euro, più alto di quello di un coetaneo che vive in famiglia.
Senza figli da mantenere, il potere d’acquisto di molti single e soprattutto il maggiore tempo libero a disposizione potrebbero sviluppare nuovi consumi, ma il mercato sembra penalizzarli applicando spesso e volentieri una sorta di tassa anti-single, dal supplemento per la camera singola alla mancanza di promozioni per chi è solo in viaggio, al ristorante o al supermercato.
Il record della Liguria
Il dato sorprendente è quello della Liguria. Con 2,1 componenti per famiglia contro una media nazionale di 2,4, la regione è in testa, con la Valle d’Aosta, nella statistica delle famiglie unipersonali: 316 mila liguri stanno per conto loro.
All’ultimo censimento erano il 40,86%, quasi dieci punti in più del dato italiano e il 7% in più del censimento precedente.
Da che cosa dipende? Se consideriamo la popolazione sopra i 30 anni, i celibi e le nubili sono un punto in più del dato italiano, i divorziati due e i vedovi altrettanto, mentre i coniugati o conviventi sono il 5% in meno.
Eppure ci sono ben poche occasioni di vita e di tempo libero per le persone sole in Liguria.
Al Tiger Spot, il locale di via San Vincenzo a Genova, ogni secondo sabato del mese organizzano uno speed-date, ossia un incontro ravvicinato e velocissimo fra sconosciuti.
Hai sei minuti per presentarti e renderti interessante a una persona, scrivi “Sì” su una scheda se vuoi rivederla, poi passi a un altro tavolino e alla fine vedi quanti giudizi positivi (match) si sono incrociati.
Tiger Spot ha dedicato uno di questi appuntamenti agli ultra-sessantenni. C’è stata molta partecipazione, ma sono arrivate soprattutto donne, determinate a fare in pochi minuti nuove conoscenze.
Gli uomini si sono tenuti alla larga. «Vanno molto bene gli speed-date per i giovani, ed è stato un successo quello che abbiamo dedicato a gay e lesbiche — spiega Sabrina Losciale, organizzatrice di eventi per Tiger, 31 anni, “felicemente convivente” —. Lo speed-date è un gioco breve ed effimero. Serve per conoscere e prendere contatto. Poi tutto può succedere».

Alessandro Cassinis
(da “La Stampa”)

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