Aprile 11th, 2018 Riccardo Fucile
MAI ERA SUCCESSO CHE UN CANDIDATO PREMIER AVESSE PRESENTATO UN’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE COMPLOTTISTA: LO HA FATTO ALL’EUROPARLAMENTO
In attesa di conoscere su quali basi verrà costruita la prossima alleanza di governo la memoria storica dell’Internet restituisce un Matteo Salvini inedito.
A quanto pare infatti c’è stato un tempo in cui il leader della Lega Nord si interessava di questioni di primaria importanza: le scie chimiche e la geoingegneria.
È tutto nero su bianco nell’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione datata luglio 2013 presentata dall’onorevole Matteo Salvini che è andata ad aggiungersi alla già lunga lista di interrogazioni parlamentari sul tema.
Nel testo dell’interrogazione presentata dal Segretario del Carroccio leggiamo la preoccupazione per le sostanze disperse dagli aerei di linea: «Una vasta parte della comunità scientifica internazionale — scrive Salvini — ritiene che le scie rilasciate dagli aerei disperdano nell’aria sostanze tossiche, quali alluminio, bario e ferro, e siano pertanto estremamente pericolose».
Salvini pare essere particolarmente preoccupato dalla presenza delle sostanze rilasciate dalle scie degli aerei e sui loro effetti sull’uomo e pone l’attenzione sulla “sindrome di Morgellus” (in realtà Morgellons) una malattia inesistente che secondo i teorici del complotto è causata proprio dalle scie chimiche.
Il Morgellons era del resto stato oggetto di un’altra interrogazione dal titolo “scie chimiche dannose per la salute“, presentata dall’europarlamentare Oreste Rossi (sempre della Lega Nord) nel 2012 e richiamata nel testo dell’interrogazione di Salvini.
Il testo dell’interrogazione di Rossi è ancora più spassoso e merita di essere riportato per intero:
Secondo un blogger italiano, dal 1996 ad oggi si è intensificata la presenza di scie chimiche, dette anche chemtrails, fenomeno che molti ignorano. Tali scie, a differenza di quelle di condensazione, non si dissolvono in breve tempo nell’atmosfera. Inoltre, esistono prove che attestano la presenza nelle scie di elementi chimici dannosi. Alcuni ricercatori hanno studiato la composizione e gli effetti di questo fenomeno che, ai nostri occhi, sembra innocuo e comune. A detta di questi studiosi, le scie chimiche sono la conseguenza di operazioni sperimentali che hanno molteplici scopi. Gli obiettivi principali, seppur non dimostrati, spaziano dal settore della meteorologia a quello militare. Le analisi effettuate hanno accertato la presenza dei seguenti elementi nelle chemtrails: bario, alluminio, torio e cesio radioattivi, rame, titanio, silicio, litio, cobalto, piombo, etilene dibromide o dibromuro e alcuni agenti patogeni.
Le scie chimiche possono causare una sindrome definita Morgellons. Si tratta di un morbo che provoca un grave deperimento dell’organismo. Oltre a questa malattia, le chemtrails sono associate ad altre patologie come forme tumorali, morbo di Parkinson e disfunzioni cardiache.
Considerato che gli effetti sulla salute umana provocati dalle scie chimiche descritti dal blog sembrano essere molto gravi, può la Commissione far sapere se è al corrente degli effetti delle scie chimiche e quale sia la posizione dell’Unione europea per quanto riguarda gli scopi perseguiti che sono all’origine del fenomeno?
Insomma la «vasta parte della comunità scientifica internazionale» citata da Salvini è in realtà un non meglio precisato “blogger italiano” che ha denunciato il pericolo delle chemtrails.
Salvini vuole andare a fondo perchè ritiene che «le informazioni pubbliche riguardo a scie chimiche e geo-ingegneria» siano “inadeguate” e chiedeva come mai «questo tipo d’informazioni sono taciute nella gran parte degli Stati europei e dalla Commissione europea? Quale è il livello di coinvolgimento dell’Agenzia europea dell’ambiente?».
Il che è un modo molto garbato di adombrare l’ipotesi di un complottone atto a nascondere la terribile realtà delle geo-ingegneria.
Salvini non sembra del tutto convinto che «l’inalazione continuata di metalli pesanti e il depositarsi di essi sul suolo» sia del tutto innocua «per il mantenimento di elevati standard qualitativi di vita di 500 milioni di europei».
Nel frattempo sull’Internet blogger ed esperti di scie chimiche si interrogano sul perchè Salvini abbia lasciato cadere la questione.
C’è chi ipotizza che lo abbia fatto per non fare la fine di Gianluca Buonanno altri invece ritengono che in realtà Salvini non abbia mai avuto alcun interesse per la geoingegneria e che quell’interrogazione (alla quale la Commissione ha risposto in modo molto cortese) sia stata fatta solo per “recitare” la parte del politico anti-sistema e illudere il popolo.
Molto più semplicemente Salvini ha voluto strizzare l’occhio ai complottisti così come — più di recente — lo ha fatto con gli antivaccinisti citando pubblicamente Paolo Bellavite, uno dei medici di riferimento del movimento free-vax.
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 11th, 2018 Riccardo Fucile
GENOVA, L’ASSESSORE SONIA VIALE CONTRO L’ASSESSORE GARASSINO: “NON PUO’ SCARICARE I CLOCHARD NEI PRONTO SOCCORSO”… MA A PSICHIATRIA UN POSTO LIBERO NON C’E’? (NON PER I SENZATETTO)
«Io sono sempre attenta a quelle che sono le esigenze delle amministrazioni cittadine, ma ci sono percorsi che devono essere condivisi: il pronto soccorso è un luogo deputato alle emergenze sanitarie. Non può essere la soluzione a tutto e nemmeno alla giusta esigenza di decoro cittadino».
La vicepresidente della Regione Sonia Viale è leghista come Stefano Garassino, ma tra i due assessori, nella vicenda dei clochard “accompagnati” al pronto soccorso del Galliera dai vigili urbani, non c’è sintonia.
Viale, che ha la delega alla Sanità , ma anche quelle al Welfare e alla Sicurezza, non ha apprezzato la mossa del collega del Comune di Genova.
Ma lo stile dell’assessore -sceriffo finisce anchwe nel mirino dell’opposizione, ancora una volta dopo la contestata (ed emendata) delibera contro chi rovista nei cassonetti. «Gli assessori comunali non devono fare gli sceriffi», attacca Luca Pastorino, deputato genovese di Liberi e Uguali, «La povertà non si combatte con il daspo urbano, le sanzioni o i trasferimenti forzati in ospedale di clochard senza alcun motivo».
In consiglio comunale è la capogruppo del Pd Cristina Lodi ad incalzare: «Questo genere di intervento rappresenta un comportamento grave: sottoporremo l’accaduto alle autorità competenti e valutiamo una segnalazione al Difensore civico».
C’e’chi evidenzia l’approccio errato nel ricovero “coatto”. Tra questi, anche il parroco di Sturla, don Valentino Porcile: «Quando i poveri vengono a rompermi troppo le scatole sul piazzale della chiesa, spesso mi dico: meno male che ci ricordate che esistete anche voi. Anzichè servirci thè e biscotti nei nostri salotti, sarebbe meglio offrire un thè caldo e qualcosa da mangiare a questi poveri cristi».
Anche l’associazione Avvocati di strada sta ragionando sulla situazione genovese. Sull’ultimo caso dei clochard accompagnati al pronto soccorso con il pretesto che non stessero bene, consentitemi un’iperbole: anche i nazisti hanno creato i campi di concentramento per quello che, nella loro ottica, era il bene della “razza” umana».
(da “il Secolo XIX”)
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Aprile 11th, 2018 Riccardo Fucile
MARTINA ANNUNCIA AZIONI LEGALI… “LA MISURA E’ COLMA, BASTA SQUADRISMO”
Cacciare dal Partito Democratico gli esponenti della minoranza.
Con diversi post la pagina Facebook Osservatorio Democratico, sostenitrice del Pd ma senza apparenti legami con il partito, ha incitato i suoi quattromila fan a condividere la richiesta di mettere alla porta del Nazareno Andrea Orlando, Michele Emiliano, Francesco Boccia e Gianni Cuperlo, rei di avere un’opinione diversa rispetto ai renziani, la cui linea è di totale chiusura al dialogo con il Movimento 5 Stelle.
Diversi post che non sono passati inosservati agli esponenti della minoranza dem. Così Domenico De Santis, vicepresidente del Pd e stretto collaboratore in Regione del Governatore Michele Emiliano, ha attaccato duramente: “Ora basta!”, ha scritto su Facebook.
“Da giorni girano immagini come queste. Avere idee diverse non significa dover subire denigrazione e “sentenze” da “pseudo” amici di partito. Renzi stesso diventò segretario criticando la linea Bersani per anni. Chiedo al segretario reggente di denunciare questa pagina e chiederne la chiusura. Chiedo fermezza contro questi metodi tipici dello squadrismo: ‘ti caccio se non la pensi come me'”.
Contattato da HuffPost, De Santis dichiara di aver parlato con il segretario reggente Maurizio Martina che gli ha annunciato azioni legali nei confronti della pagina facebook che usa il logo Pd per invocare la cacciata dal partito della minoranza dem: “Quello che adesso serve è un dialogo costruttivo tra le diverse anime del Partito, non è con questi mezzi che si ottiene il rispetto delle reciproche posizioni”, dice De Santis. Quella di Osservatorio Democratico è una delle tante pagine Facebook sostenitrici del Pd che veicolano una propaganda politicamente aggressiva, come “Matteo Renzi news” o “Per Matteo Renzi insieme”, e risolleva i problemi legati alla comunicazione online del Pd e al controllo da parte del Nazareno su chi utilizza il simbolo del partito sui social network.
(da agenzie)
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Aprile 11th, 2018 Riccardo Fucile
UN EVENTO FB CHE CONVOCA UN PARTY CON UN FUMETTO DOVE RENZI ESCE DA UNA BARA, OPERA DEI GIOVANI DEM DEL XIV MUNICIPIO FA ESPLODERE LA LITE
Il Partito Democratico torna a litigare al suo interno a Roma, dove i disastri elettorali evidentemente non bastano mai.
Stavolta sotto accusa finisce un banner utilizzato dai Giovani Democratici del XIV Municipio per un evento intitolato R.I.P.arty che andrà in scena venerdì 13 aprile.
Il manifesto dell’iniziativa ritrae un fumetto in bianco e nero in stile Dylan Dog, con il segretario dimissionario Matteo Renzi che esce da una bara: “Durante la campagna elettorale percepivi un certo malessere? Il 4 marzo ti ha svuotato di energie? La casella di presidente del Senato ti ha dato il colpo di grazia? Festeggiaci su e Rip. Party venerdì 13 aprile”, si legge sull’evento Facebook creato dal gruppo.
L’immagine utilizzata per pubblicizzare l’evento non è piaciuta a Luciano Nobili, renzianissimo deputato nonchè responsabile delle città metropolitane per il Partito Democratico:
I Giovani Democratici del XIV Municipio di Roma hanno organizzato una festa per celebrare la sconfitta del Partito Democratico del 4 marzo e l’hanno dedicata alla “morte” (si spera politica) di Matteo Renzi. Con tanto di “Riposa in pace” e l’immagine del nostro ex segretario davanti alla bara. Neanche i troll più sanguinari del #M5S e della Lega sono mai arrivati ad un’indecenza simile.
Nobili va oltre, anche se non si spinge a fare nomi e cognomi: “Non si tratta di una bravata, ma di un evento promosso dall’organizzazione ufficiale dei GD e come se non bastasse tra i partecipanti ci sono autorevoli dirigenti, tra cui il segretario romano”.
A quello ci pensa Claudia Daconto, responsabile comunicazione del PD Roma e membro del direttivo del Pd 14: “Dopo aver preso atto della sua iniziale adesione, chiedo al segretario romano dei GD Guido Staffieri di chiedere scusa a nome dell’organizzazione giovanile e di dissociarsi ufficialmente da una tale indegnità morale e politica”.
Proprio ieri Andrea Orlando aveva denunciato una pagina FB che chiedeva l’espulsione sua e di altri come Cuperlo ed Emiliano dal PD. Il gruppo dei Giovani Democratici aveva scelto di appoggiare proprio Andrea Orlando alle primarie del 2017, con Staffieri in prima linea.
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 11th, 2018 Riccardo Fucile
115 MILIONI DI PRESENZE, ARRIVI DA RECORD, SEMPRE PIU’ STRANIERI NEL NOSTRO PAESE
Le città d’arte trainano il boom del turismo italiano.
Secondo le stime elaborate da Cst per Assoturismo Confesercenti, nel 2017 le località d’interesse storico e artistico del nostro Paese hanno registrato una crescita sostenuta sia degli arrivi (43,8 milioni, il 2,3 milioni in più del 2016) che delle presenze (115,3 milioni, +4,5 milioni sullo scorso anno) di turisti.
Superstar è Matera: la città dei sassi patrimonio mondiale Unesco – che il prossimo anno sarà capitale europea della cultura – ha avuto un aumento boom del 176% delle presenze negli ultimi sette anni, dovuto soprattutto alla domanda straniera (+216%). E Napoli è cresciuta del 91%.
Crescono le città d’arte e di pari passo anche musei e monumenti, che archiviano un 2017 da record: per la prima volta hanno superato i 50 milioni di visitatori.
Un incremento che conferma un periodo di lunga crescita, con quasi 13 milioni di visitatori in più sul 2010.
Emerge dai dati presentati da Centro Studi Turistici di Firenze e Confesercenti in occasione del lancio della 22/a Borsa del Turismo delle 100 Città d’Arte. Roma si conferma regina dei monumenti, con 21 milioni di visitatori nel 2017, +66% sul 2010.
I borghi
Il 2017 è stato anche l’anno dei piccoli borghi, che hanno registrato 22 milioni di arrivi e 95 milioni di presenze, per una spesa turistica complessiva stimata in circa 8,2 miliardi di euro. Oltre la metà della spesa, il 54,8%, è dovuto a turisti stranieri.
Gli stranieri
A farsi catturare dal fascino del nostro vasto patrimonio culturale sono soprattutto i mercati esteri: i visitatori stranieri rappresentano oltre il 60% delle presenze turistiche nelle città d’arte, e hanno speso per le loro vacanze culturali circa 13,9 miliardi di euro nel solo 2017. Si tratta del 38,3% della spesa complessiva dei turisti stranieri in Italia. I visitatori di altri Paesi che vengono in Italia per motivi culturali spendono ogni giorno il 27% in più: 133 euro rispetto ai 105 euro della media di tutti i turisti stranieri.
L’ottimo risultato dello scorso anno conferma un periodo prolungato di crescita. Dal 2010 al 2017, infatti, le presenze turistiche nelle città d’arte italiane sono passate da 93,9 a 115,3 milioni, con un incremento complessivo del 22,8% (+21,4 milioni), segnando una diminuzione solo nel 2012, l’anno più duro della crisi.
Nella top 5 delle città d’arte a maggior crescita turistica seguono Verona (+62,7%), Padova (+55,6%) e Bologna (+55%).
(da agenzie)
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Aprile 11th, 2018 Riccardo Fucile
“INTERVENTO URGENTE DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE: 400 MORTI, MILIONI DI PROFUGHI, UN SISTEMATICO MASSACRO DEI CIVILI”
Per rispondere all’escalation militare in atto in Siria e al probabile nuovo utilizzo di armi chimiche da parte del regime di Assad, i Radicali Italiani chiedono l’intervento urgente della Corte Penale Internazionale come unica via per riconquistare una speranza di pace.
«Chiediamo ai Governi europei di fare il massimo delle pressioni diplomatiche possibili per l’attivazione del Tribunale Penale Internazionale in Siria dove una guerra ai civili ha letteralmente distrutto un intero Paese. Il motto “Non c’è pace senza giustizia”, dopo 6 anni di guerra, assume una centralità assoluta», scrivono Silvja Manzi e Igor Boni.
E per farlo, hanno lanciato una petizione on line chiedendo a tutti di mobilitarsi per chiedere che Assad – e tutti i criminali di guerra, del regime al potere o dei suoi oppositori – venga deferito davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja e processato per crimini contro l’umanità .
«Circa 400 mila morti e milioni di profughi nella peggiore guerra della storia recente. Come in Bosnia venti anni fa, quella in corso in Siria non è una “guerra civile” ma è una “guerra ai civili”, una sistematica opera di massacro della popolazione iniziata e attuata da un dittatore, Bashar al-Assad, che è disposto a tutto pur di mantenere il proprio potere. Sono anni che in splendida solitudine chiediamo che le diplomazie e i cittadini si mobilitino con noi per poter indagare sui crimini commessi in Siria e per giudicare i tanti che si sono macchiati di crimini efferati contro l’umanità , che siano del regime, delle opposizioni o di gruppi terroristici. Noi forniamo lo strumento dell’appello pubblico, della nonviolenta, della raccolta pubblica di sottoscrizioni. Speriamo che questa fiammella di speranza, l’unica in campo, non sia solo una testimonianza ma divenga strumento di azione politica transnazionale».
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 11th, 2018 Riccardo Fucile
SARANNO CONTENTI I PARENTI DELLA RAGAZZINA QUANDO ANDRANNO IN PIZZERIA E SE LI RITROVERANNO DAVANTI…. MA NON CI SI DEVE INDIGNARE, NON SONO DI COLORE
Dal carcere minorile a un forno a legna ad impastare pizze.
Da una casa circondariale a un programma di recupero per aspiranti pizzaioli, dalla prospettiva di una condanna che ti segna a vita a un beneficio che potrebbe cancellare tutto: estinguere il reato, cancellare ogni traccia delle accuse mosse dalla Procura dei minori di Napoli.
È questa la traiettoria processuale offerta a tre minori, che hanno ottenuto in questi giorni la cosiddetta «messa alla prova», con una liberazione anticipata e la possibilità di un reinserimento assistito dai servizi sociali. Lavoro, artigianato, riabilitazione.
Insomma, dalla cella alla pizza, per i tre protagonisti di una vicenda di cronaca drammatica, avvenuta pochi mesi fa nei pressi di Marechiaro.
Uno stupro di gruppo, violenza consumata su una minore, «costretta» in una fase successiva ad improvvisarsi detective, a stanare i responsabili via facebook.
Brutta pagina di cronaca, che fa registrare uno snodo decisivo dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Napoli.
In sintesi, i tre minori possono lasciare la cella, a distanza di soli pochi mesi di detenzione all’interno degli istituti minorili della regione.
La liberazione anticipata – chiesta dal loro legale ed accolta dal gip – è condizionata alla possibilità di reinserimento assistito dai servizi sociali.
A dare una svolta determinante alle indagini fu proprio la vittima che riconobbe i volti degli aguzzini sui rispettivi profili Facebook. Se non li avesse scovati lei, non si sarebbero mai assunti le proprie responsabilità , per capirci.
Ora dopo appena 5 mesi arriva la “messa in prova”: saranno contenti i genitori e i parenti della ragazzina di trovarseli magari una sera in pizzeria a preparare una “margherita”…
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Aprile 11th, 2018 Riccardo Fucile
CARPE DIEM, ASSAPORO L’ATTIMO E FACCIO FINTA CHE NON SIA FUGGENTE
Da più di un mese l’Italia è senza governo, eppure io mi sento benissimo. Va bene, datemi pure del qualunquista, del provocatore, del cittadino privo di senso civico che non comprende quante risposte ai bisogni degli italiani debba dare un nuovo Esecutivo. Avete ragione: è tutto vero. Eppure io non riesco a preoccuparmi.
Tra tre o quattro mesi, chissà . Ma per adesso no.
Per ora apprezzo solo il calo verticale di insulti sui social e nei dibattiti politici in tv. La tranquillità (immagino apparente) del presidente Sergio Mattarella nel condurre le consultazioni e la scomparsa dalle pagine dei giornali delle facce di quasi tutti i ministri, ancora in carica solo per gli affari correnti.
Mi fa effetto vedere Matteo Salvini che, a causa della ricerca disperata di un alleato per il centrodestra, posteggia la ruspa in garage e parla come fosse un mediatore delle Nazioni Unite.
Non mi dispiace sentire Luigi Di Maio che alla fine ammette un’ovvietà : non tutto nel Pd è da buttare, accanto ai politicanti in quel partito ci sono pure tanti bravi amministratori e un sacco di elettori onesti.
E anche se so benissimo quanti fili tiri ancora Matteo Renzi, mi fa piacere che ci risparmi il suo solito fare da “so tutto io”.
E le aspettative? E i programmi? E le tante promesse elettorali? Per ora, per me, sono domande senza senso.
Prima del quattro marzo mi ero identificato alla perfezione con quel 75 per cento di italiani che, secondo un sondaggio Demopolis, non ci credeva. Oggi ci credo ancora meno.
Sono un apota (cioè come Giuseppe Prezzolini non me la bevo) e sono contento così. Anzi, una felicità particolare la ricavo dalla lettura mattutina dei quotidiani.
Scorro gli articoli di politica e provo lo stesso brivido che mi dà il calciomercato di agosto: mese in cui in vista c’è sempre il colpaccio, il top player e lo scudetto sicuro. Non è vero, ma ci credo.
E il Def? E la manovra correttiva che ci chiede l’Europa? E il rischio dell’aumento dell’Iva? Non ci voglio pensare. Io mi godo semplicemente la quiete.
Penso ai 518 giorni senza governo del Belgio, ai sei mesi della Germania, ai 208 dell’Olanda e alla Spagna, andata per tre volte alle urne nel giro di 10 mesi prima di far partire un esecutivo di minoranza.
Vivido in me è del resto il ricordo degli anni passati. Quelli in cui un governo ammucchiata bisognava farlo per forza perchè c’erano in ballo le riforme (oggi se qualcuno ne parla ancora rischia l’incolumità personale), il semestre europeo o un altro imprescindibile appuntamento.
Superato il quale era chiaro che tutto era come prima, o peggio di prima.
Certo, pure io, come la maggioranza dei miei concittadini, voglio il cambiamento. Ma col tempo ho imparato ad apprezzare quel poco che c’è.
Carpe diem, dicevano i latini. Sì, una carpa al giorno, come dicevamo noi al liceo, è questa la soluzione.
Assaporo l’attimo e faccio finta che non sia fuggente.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Aprile 11th, 2018 Riccardo Fucile
IL SUSSIDIO DI SOLIDARIETA’ DEL M5S E’ COPIATO DAL MODELLO TEDESCO HARTZ IV … MA IN ITALIA SERVIREBBE IL SALARIO MINIMO GARANTITO E AMPLIARE IL REDDITO DI INCLUSIONE
Dal giorno dopo le elezioni politiche italiane è subito iniziata la discussione sull’applicabilità e i costi del reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 stelle.
Premesso che la proposta del partito di Luigi Di Maio non ha niente del reddito di cittadinanza autentico ma è un sussidio di solidarietà diretto a una ristretta cerchia di disoccupati a determinate condizioni (corsi di formazione, partecipazione a lavori socialmente utili e dimostrare di cercare una lavoro), il modello proposto dai 5 Stelle è ripreso dal sistema tedesco, in particolare copia il sussidio esistente in Germania e noto come Hartz IV (o Arbeitslosengeld II).
Tale sussidio si lega alla famosa Agenda 2010 realizzata dal governo socialdemocratico e ambientalista guidato da Gerhard Schrà¶der dal 1998 al 2005. L’Agenda 2010 fu un complesso di riforme che introdusse una forte liberalizzazione del mercato del lavoro e una consistente riduzione e rimodulazione del generoso stato sociale tedesco che dopo la riunificazione necessitava di ingenti tagli.
Queste riforme sono molto controverse da anni.
Per alcuni sono il segreto del successo dell’economia tedesca, per altri hanno precarizzato il mercato del lavoro e incentivato le diseguaglianze sociali.
Proprio il sussidio sociale (chiamato Hartz IV dal nome di Peter Hartz, imprenditore tedesco e consigliere del Cancelliere Schrà¶der) permette oggi a chi ha perso il lavoro di poter avere un sussidio economico (che, attenzione, non è il sussidio di disoccupazione, Arbetislosengeld I) a patto di soddisfare alcuni requisiti tra cui: dimostrare di cercare attivamente un lavoro o di avere un lavoro con un salario molto basso, dichiarare tutto ciò che si possiede (casa, auto ecc.), accettare percorsi di formazione professionali, non avere sul conto corrente più di 2000 Euro e infine, avere tra i 15 e i 65 anni.
Se si soddisfano questi (e altri) requisiti si può fare domanda al Jobcenter (in parte assimilabile ai nostri Centri per l’impiego) che in Germania sono un’istituzione diversa dall’Ufficio federale per il lavoro (Bundesagentur fà¼r Arbeit) che si occupa, in particolare, del sussidio di disoccupazione.
Il sussidio sociale (Harzt IV), in Germania, viene percepito da sei milioni di persone e ammonta a circa 400 Euro a cui si aggiungono 200-300 Euro per ogni figlio e un ulteriore rimborso per l’affitto e il riscaldamento. Tali cifre variano a secondo della città e della composizione del nucleo famigliare.
La proposta dei 5 Stelle intende applicare il modello di sussidio vigente in Germania, seppur ricalibrandolo agli standard italiani.
In particolare i M5s legano il diritto al sussidio (che chiamano erroneamente reddito) ai lavori sociali (presente anche in Germania ma tramite l’introduzione del cosiddetto 1-Euro-Job).
Il problema del reddito di cittadinanza dei 5 Stelle, a parte il fatto che non è un reddito di cittadinanza (espressione usata solo a scopi elettorali), è che in Italia i centri per l’impiego hanno un personale di oltre dieci volte inferiore alla Germania (7mila contro gli oltre 100mila).
Il paradosso è che mentre in Italia si discute di introdurre il sussidio sul modello tedesco, proprio in Germania tale sistema è al centro di una controversia politica.
È stato Jens Spahn, neo-ministro della sanità , conservatore e grande avversario della Cancelliera, ad aprire una discussione sull’Hartz IV e le distorsioni di un sistema che pone coloro che ottengono tale sussidio ai margini della società e, in alcuni casi, vengono considerati parassiti e fannulloni.
Per Jens Spahn, l’Hartz IV non è sinonimo di povertà , ma di solidarietà e di lotta alla povertà .
Una difesa, da destra, di un sistema, creato dalla sinistra, senza mostrare, però, alcuna empatia per coloro che vivono in condizioni sociali di difficoltà .
Ma se il conservatore Spahn è stato criticato dalla stessa leader del suo partito Annegret Kramp-Karrenbauer (Cdu), che ha mostrato, al contrario, maggiore sensibilità per i disoccupati (o occupati con salari molto bassi) che finiscono nel sistema perverso del sussidio sociale, tra i socialdemocratici il vero dibattito deve ancora entrare nel vivo.
Il momento della verità sarà il congresso del 22 aprile durante il quale si eleggerà la nuova presidente del partito. A sfidare la favorita Andrea Nahles, ci sarà Simone Lange che ha già detto di voler ridiscutere totalmente il sussidio noto come Hartz IV perchè ha creato enormi e inaccettabili disuguaglianze sociali.
Tesi condivisa anche dal Ministro-Presidente della città di Berlino, il socialdemocratico Michael Mà¼ller, che vuole trasformare il sussidio dell’Hartz IV, che si è rivelato un fallimento in quanto non dà reali prospettive di lavoro a chi ne beneficia, in un vero e proprio reddito minimo di solidarietà di 1200 Euro.
L’esperienza tedesca mostra i limiti di una proposta che si dovrebbe contrastare con la forza degli argomenti di chi è vittima di un mostro burocratico che ha creato un limbo in cui spesso convergono assenza di diritti e sconforto psicologico.
L’emergenza italiana non ha bisogno dell’introduzione di un confuso sussidio sociale camuffato da finto reddito di cittadinanza, ma, al contrario, andrebbe migliorato e ampliato il già esistente reddito di inclusione (Rei) e, soprattutto, andrebbe introdotto un salario minino garantito.
Esiste in quasi tutta Europa, ma in Italia non se ne parla. Eppure siamo l’unico dei grandi paesi a non averlo.
(da “Huffingtonpost”)
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