Giugno 17th, 2018 Riccardo Fucile
MAI SCHIAVI DELLE DUE FACCE DELLO SFRUTTAMENTO DEI POPOLI
Dalla parte degli sfruttati e contro gli sfruttatori. 
Dalla parte degli ultimi contro l’arroganza di un potere sempre più xenofobo e razzista che mette i poveri contro i più poveri per continuare a far arricchire chi ricco è già .
Con lo slogan “Prima gli sfruttati” migliaia di persone sono scese in strada a Roma per partecipare a un corteo organizzato dall’Usb contro le “disuguaglianze sociali” in ricordo di Soumayla Sacko, il bracciante ucciso nella piana di Gioia Tauro mentre raccoglieva delle lamiere per costruirsi una baracca nel campo di San Ferdinando.
Vero. #schiavimai
E neanche mai sostenitori di una sedicente destra e di una certa sinistra venduti agli interessi di chi vuole destabilizzare l’Europa: sono gli stessi che una volta rappresentavano l’imperialismo militare sovietico, oggi gli interessi finanziari di oligarchi russi collusi con l’ex agente del Kgb che lucrano tangenti sul gas e in grado di finanziare gli utili idioti sedicenti sovranisti europei.
In perfetta simbiosi con il capitalismo finanziario delle lobby rappresentate da Trump e da una politica commerciale che vuole eliminare il sogno europeo, da sempre bandiera della destra sociale civile, riducendolo a becere politiche protezionistiche nazionali.
Interessi apparentemente contrapposti, ma uniti dalla stessa filosofia di sfruttamento.
E’ sempre più necessario andare oltre.
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Giugno 17th, 2018 Riccardo Fucile
SENZA COMMISSIONI NON SI FA NULLA E A BREVE ARRIVANO LE VACANZE ESTIVE… E’ IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO
Avvertenza per il lettore: questo è un articolo populista, volutamente populista, al passo con i tempi. Il 4 marzo 2018 si sono tenute le elezioni politiche, la Terra doveva ancora raggiungere l’equinozio di primavera per poi dirigersi verso il solstizio d’estate. Alla vigilia di questo nuovo traguardo orbitale, ancora il Parlamento italiano non è nel pieno delle sue funzioni.
Una primavera dorata per i 950 parlamentari italiani, una “pacchia” – come si usa dire anche a sproposito in questi giorni — lautamente retribuita dal contribuente.
Le porte del Parlamento non sono state chiuse. Sparute sedute lunghe e anche accese, spesso a favore di telecamera, sono state utili per ricostituire l’architettura istituzionale dello Stato, dalle nomine parlamentari alla fiducia per il Governo di Giuseppe Conte. Tra un commovente esordio in Aula della senatrice a vita Liliana Segre e uno show nonsense di Vittorio Sgarbi, è stato tutto tempo utile per i parlamentari per prendere confidenza con i colleghi, con i saloni e gli uffici di Camera e Senato.
Un esercito ancora non operativo, ma molto attivo soprattutto alla buvette o sui divanetti che arredano gli eleganti corridoi del Parlamento.
Attivo, soprattutto, nell’ammassare disegni di legge, spesso importati da passate legislature, negli uffici delle Camere: sono 1162 le proposte di legge presentate da marzo ad oggi, stando agli archivi di Camera e Senato.
E nessuna di queste è stata incardinata nè assegnata alla Commissione di competenza. Per una ragione piuttosto intuitiva: le Commissioni ancora non ci sono.
Il presidente di Montecitorio Roberto Fico ha chiesto ai gruppi di renderle operative entro il 21 giugno ma al momento solo Forza Italia ha comunicato i suoi componenti per la Camera. Al Senato la presidente Elisabetta Casellati si aspetta di avere la lista dei membri entro le 20 di lunedì 18 giugno.
Se è apprezzabile lo sforzo profuso nella presentazione di una mole consistente di leggi, gran parte delle quali non verranno mai discusse in cinque anni di legislatura, lo è ancor di più l’indubbia qualità di alcune di queste proposte. Ad esempio, l’atto numero 32 a prima firma della deputata Michela Vittoria Brambilla vuole introdurre norme “per garantire l’opzione per la dieta vegetariana e la dieta vegana nelle mense e nei luoghi di ristoro pubblici e privati”. Un’altra proposta mira invece a diffondere la cultura del veganesimo nell’ambito dell’insegnamento scolastico.
Per gli onorevoli Verini e Ciampi è prioritario approvare le disposizioni per “la promozione, il sostegno e la valorizzazione delle manifestazioni dei cortei in costume, delle rievocazioni e dei giochi storici”.
Per Paolo Russo è necessario riaprire i termini di un condono edilizio di 15 anni fa (326/2003). Varie leggi costituzionali, poi, per abolire il famigerato Cnel, e una per trasferire Pedemonte dal Veneto al Trentino Alto Adige.
Se per la grillina Azzurra Cancelleri è necessario introdurre norme “in materia di turismo all’aria aperta”, per la forzista Stefania Prestigiacomo è opportuno istituire “il luogo elettivo di nascita”. Infine, sempre a firma Russo, la proposta di riconoscere il pomodoro San Marzano “patrimonio culturale nazionale”.
Qualcosa si muove, seppur con molta calma, ma senza l’istituzione delle commissioni non si “cantano messe” in Parlamento.
Le Camere sono state convocate per la prima volta il 23 marzo per le elezioni dei rispettivi presidenti. Da allora a Montecitorio hanno avuto luogo 15 sedute. Nella quarta, il 10 aprile, si è dato il via libera alla composizione della Commissione speciale per il vaglio delle disposizioni urgenti, in attesa che lo stallo parlamentare, ancora nella sua fase embrionale, producesse una maggioranza stabile.
Di lì in poi ha regnato la nullafacenza, salvo qualche sporadica convocazione dei deputati per la proroga dei vertici dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente e altre questioni per nulla rilevanti.
Stesso discorso per i senatori: in tre mesi hanno scaldato lo scranno nella migliore delle ipotesi, non lo hanno nemmeno visto nella peggiore.
Sullo sfondo, la prolungata fase di consultazioni dei presidenti della Repubblica, Camera e Senato per trovare una maggioranza e la successiva crisi istituzionale tra M5S-Lega e Quirinale sul veto posto dal Colle al nome di Paolo Savona per il Ministero dell’Economia.
Il premier Giuseppe Conte, dopo un primo incarico e la parentesi Carlo Cottarelli, ha ricevuto l’incarico il 31 maggio, e nello stesso giorno ha presentato la lista dei ministri.
Il giorno successivo, il 1 giugno, ha giurato registrando il record di giorni trascorsi dalle elezioni alla formazione dell’esecutivo: 89. Il precedente record era stato fissato dal governo Amato nel 1992, in quell’occasione trascorsero 83 giorni dal voto al giuramento.
Per ora il Parlamento ha approvato solo il decreto di proroga dei vertici Arera.
Ci sono però altri tre provvedimenti urgenti, ereditati dal Governo Gentiloni, che necessitano di essere convertiti in legge, pena la decadenza. Il dl Alitalia è stata approvato il 30 maggio dalla Camera ma aspetta il via libera di Palazzo Madama. Al contrario, il decreto Calenda sulle aziende in crisi è passato al Senato ma aspetta il via libera di Montecitorio. Il decreto Terremoto invece è al Senato e aspetta ancora un primo via libera.
Complici lo stallo parlamentare, le traversie affrontate dalla maggioranza poi saldata in Parlamento a sostegno del Governo Conte, le trattative (e le polemiche) intorno alla stipula del Contratto di Governo, le performance dei parlamentari della XVIII legislatura sono state quantomeno deludenti.
Ma il Parlamento non è una azienda dove una parte dello stipendio può, teoricamente, essere vincolata ai risultati conseguiti.
A spanne, per uno stipendio medio di 13mila euro (comprensivo di indennità , diaria e rimborsi a vario titolo) a parlamentare, l’onorevole organico delle due Camere è costato nel complesso 270 milioni di euro in tre mesi di (poco) lavoro.
Ma non c’è da dubitare che nell’arco dei prossimi giorni, quando le Commissioni saranno formalizzate e i lavori parlamentari potranno finalmente andare a regime, l’esercito di 950 eletti si farà perdonare dal popolo sovrano e tornerà al suo onorevole servizio.
Allora, si spera, la pacchia sarà realmente finita, almeno per loro. Tanto molto presto, tra la fine di luglio e i primi di agosto, comincerà la pausa estiva.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 17th, 2018 Riccardo Fucile
PER IL NUOVO MINISTRO BONISOLI “MEGLIO FAR CRESCERE LA FAME DI CULTURA NEI GIOVANI, RINUNCIANDO A UN PAIO DI SCARPE”… QUALCUNO LO INFORMI CHE CI SONO GIOVANI CHE NEANCHE QUELLE POSSONO PERMETTERSI
Ieri il nuovo ministro dei Beni culturali e del Turismo Alberto Bonisoli in un’intervista al Corriere della
Sera ha criticato il bonus cultura istituito dall’ex titolare del Collegio Romano, Dario Franceschini: “La 18 App? Vale 200 milioni… Meglio far venire la fame di cultura ai giovani, facendoli rinunciare a un paio di scarpe”.
Le frasi di Bonisoli hanno scatenato una polemica con il Partito Democratico, che ha difeso il bonus istituito dal governo Renzi mentre il sottosegretario ai Beni Culturali Gianluca Vacca su Twitter ha ribadito le critiche: “Ai bonus elettorali in stile #PD come #18app noi preferiamo investimenti strutturali ed efficaci. Facciamo crescere la #famedicultura nel paese e nei giovani! #mibact”.
Quello che però ancora non si sapeva l’ha scritto oggi il Sole 24 Ore: il Consiglio di Stato, con un parere depositato venerdì che, oltre a bocciare la misura nella sua ultima versione, rischia di chiudere per sempre il percorso di questo beneficio. I giudici hanno esaminato il decreto che, modificando il regolamento attualmente in vigore (Dpcm 187/2016), avrebbe dovuto prorogare il bonus per i diciottenni del 2018 e del 2019: rispettivamente, 592mila e 581mila giovani. Il problema, però, è che l’estensione di altri due anni dei 500 euro poggia su basi troppo deboli, secondo il Consiglio di Stato. Manca, cioè, una norma di rango primario che giustifichi questo allungamento dei tempi. La proroga, infatti, non è stata inserita esplicitamente nell’ultima legge di Bilancio, come era stato negli anni scorsi. La prima versione del bonus era stata regolata dalla manovra del 2016, poi attuata dal Dpcm 187/2016: qui si prevedeva l’agevolazione per chi avrebbe compiuto 18 anni nel 2016. Con la legge di Bilancio 2017 era stata disposta l’estensione ai diciottenni del 2017: da qui erano nato un provvedimento di modifica del decreto 187.
L’ultima legge di Bilancio, invece, ha optato per una soluzione diversa. E si è limitata a prevedere, nelle tabelle di stanziamento delle risorse finanziarie del Mibact per il 2018 e il 2019, uno spazio per rinnovare l’agevolazione.
Quindi, l’unica strada è quella di «procedere in via regolamentare una volta introdotta la fonte normativa primaria legittimante l’intervento in favore della platea dei nuovi beneficiari, in coerenza con la conferma dello stanziamento finanziario».
Ma visto che il ministro è contrario, è difficile che questo si sostanzi.
(da agenzie)
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Giugno 17th, 2018 Riccardo Fucile
BONAFEDE “IRRITATO” CON I GIORNALI CHE PARLANO DI SUA IMPOSIZIONE DI LANZALONE ALLA RAGGI
L’agenzia di stampa ANSA registra la “forte irritazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di fronte ad alcuni titoli di giornali che parlando di “imposizione”, da parte sua, di Luca Lanzalone al Comune di Roma.
Il testo completo del lancio di agenzia è questo:
“Forte irritazione”. E’ questa, a quanto apprende l’ANSA, la reazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di fronte ad alcuni titoli di giornali che parlando di “imposizione”, da parte sua, di Luca Lanzalone al Comune di Roma. Tanto che si starebbero valutando, a riguardo, querele per calunnia. Il ministro, pur mantenendo il più stretto riserbo sull’inchiesta sullo stadio di Roma per il grande rispetto che nutre per gli inquirenti, a maggior ragione nella posizione di Guardasigilli, avrebbe confidato ai suoi che non ci sta a finire nel tritacarne mediatico.
Ora, chissà se per un errore dei giornalisti o, peggio, del ministro della Giustizia, nel si scambia il reato di calunnia con il reato di diffamazione.
La calunnia è il reato di chi accusa qualcun altro davanti all’autorità giudiziaria sapendolo innocente, e non si persegue a querela (la diffamazione, che è un’altra cosa, invece sì).
Ma a parte questo folklore, va registrato che non sono stati i giornali a parlare di Bonafede e di Fraccaro, ma la sindaca Virginia Raggi durante la sua partecipazione a Porta a Porta che rimarrà nella storia per l’imperdibile scenetta su via Almirante. Oggi, poi, c’è un solo giornale che parla (nel titolo) di “imposizione”, ma con una differenza importante rispetto a quello che dice il ministro della Giustizia nel lancio di agenzia: nel titolo a dire che Lanzalone fu imposto da Bonafede e Fraccaro è Virginia Raggi. Nel testo dice: “Me lo hanno presentato Bonafede e Fraccaro”. Ha ragione il ministro a essere irritato
Ora, noi sappiamo che Raggi in realtà ha detto che Lanzalone fu presentato da Bonafede e Fraccaro (non certo imposto, quindi) e lo ha detto pubblicamente in televisione e ai magistrati durante l’audizione in procura (come testimone) di venerdì. Non si tratta quindi di un’imposizione, ma soltanto di un consiglio di quelli che vanno tenuti in considerazione.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 17th, 2018 Riccardo Fucile
LA FUGA DI NOTIZIE E QUEGLI OMISSIS CHE NASCONDONO ALTRI POLITICI
Quando i carabinieri sono entrati nel suo appartamento, proprio dietro via San Lorenzo in Lucina, nel
cuore di Roma, e hanno controllato il suo computer delle mail non c’era più nessuna traccia.
L’ex presidente di Acea vicino ai 5 Stelle, Luca Alfredo Lanzalone, aveva cancellato tutte le conversazioni.
Potrebbe allargarsi l’indagine della procura della Capitale sul nuovo stadio della Roma che oggi vede 9 persone arrestate e altre 27 iscritte sul registro degli indagati. La domanda è: Perchè Lanzalone ha cancellato tutte le mail?
Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che, il potente avvocato genovese, possa essere stato avvertito da qualcuno dell’esistenza di un’indagine.
A Roma, in effetti, le voci corrono. Il 24 maggio scorso, esattamente 20 giorni prima degli arresti, i carabinieri del Nucleo Investigativo entrano in Campidoglio con un decreto di esibizione e i documenti richiesti sono «sulla consulenza affidata all’avvocato Lanzalone riguardante la questione Stadio».
L’ex presidente di Acea, poco dopo, viene avvisato dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi.
Da quel momento, forse, l’indagato inizia ad avere paura. Proprio quest’ultima circostanza ha scatenato diverse reazioni politiche. «La Raggi ha saputo dell’inchiesta sullo Stadio lo scorso 24 maggio a seguito di perquisizione dei carabineri in Comune e avrebbe subito informato Lanzalone. È vero? Siamo di fronte a rivelazione di segreto o complicità con l’indagato arrestato?», ha commentato il deputato Pd, Michele Anzaldi.
Sullo stadio della Roma «Raggi sapeva. Sapeva dell’inchiesta su Lanzalone. Sapeva e twittava come se nulla fosse. Una sindaca che prende in giro i propri cittadini cosa dovrebbe fare?», gli ha fatto eco il senatore Pd, Ernesto Magorno.
Certo è che tra Raggi e Lanzalone, almeno fino alla mattina del 12 giugno scorso, i rapporti erano buonissimi.
Dopo, forse complice l’arresto dell’avvocato, la sindaca ha cambiato nettamente atteggiamento. «L’avvocato Lanzalone mi fu presentato dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e da Riccardo Fraccaro. Non si può dire che sia stata una mia scelta», ha spiegato la Raggi venerdì scorso al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone e all’aggiunto Paolo Ielo, aggiungendo: «Io venivo dall’esperienza dell’arresto di Marra e quando chiesi un approfondimento sul concordato preventivo per alcune partecipate del Comune e un aiuto per la questione ‘stadio della Roma’, Fraccaro e Bonafede mi presentarono Lanzalone».
La circostanza però appare in contrasto con quanto detto dall’avvocato genovese che nel corso dell’interrogatorio di garanzia ha spiegato di «essere stato scelto e chiamato dalla sindaca Raggi» e non ha citato alcuna mediazione da parte di terze persone.
E che Lanzalone sia attendibile emerge anche dagli atti. In una conversazione intercettata, ad esempio, afferma «noi stiamo dando una mano su un milione di cose gratis et amore dei. Perchè vorrei far presente, non ci pensa mai nessuno…però dico….noi abbiamo ricevuto una cosa da una sola persona che si chiama Virginia Raggi e che mi ha nominato nel Cda di Acea».
Un chiaro segno di fiducia e stima.
Intanto, dalle carte, spunta un nuovo indagato. E’ Paolo Carpentieri, consigliere di Stato e capoufficio legislativo al ministero dei Beni Culturali sotto diversi ministri.
Il magistrato è accusato di avere emesso un parere legislativo contro il ricorso di «Italia Nostra», avverso alla decisione del Soprintendente Francesco Prosperetti che aveva tolto i vincoli e perciò autorizzato la demolizione dell’Ippodromo Tor di Valle con lo scopo di favorire l’imprenditore Luca Parnasi.
Carpentieri sarebbe stato avvicinato dagli avvocati Cesare San Mauro e Sandro Amorosino, entrambi indagati, con i quali avrebbe concordato un parere di inammissibilità . Ma non solo.
Carpentieri avrebbe concordato un secondo parere negativo sul riconoscimento del diritto di autore per lo stesso ippodromo.
Gli omissis e i nomi di altri politici
Sono oltre 100 le pagine omissate nelle carte depositate dalla procura di Roma nell’inchiesta sullo stadio della Roma. Dietro quegli omissis nomi importanti di altri politici coinvolti nelle indagini.
(da “La Stampa”)
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Giugno 17th, 2018 Riccardo Fucile
NESSUN INCONTRO CASUALE, SI TRATTAVA DI UN EVENTO A PAGAMENTO ORGANIZZATO IN UN RISTORANTE DALL’ASSOCIAZIONE CASALEGGIO
“Sono andato a una cena l’altro giorno e ho trovato anche Lanzalone a un altro tavolo e l’ho salutato. Se si è parlato di nomine? No, io non mi occupo di nomine”.
Ha risposto così Davide Casaleggio al giornalista di Repubblica Tv che gli chiedeva conto dell’incontro di martedì sera con Luca Lanzalone, poche ore prima dell’arresto del presidente di Acea.
Il patron della Casaleggio Associati e dell’Associazione Rousseau, la piattaforma cui è inestricabilmente legato il Movimento 5 stelle, vuole far credere che si tratti di un caso. Una coincidenza. Niente di organizzato o di voluto.
Ma non è così e Repubblica è in grado di documentarlo.
Perchè la cena del 12 giugno in quel ristorante di corso Vittorio, a pochi passi dal Senato e dalla casa di cui l’associazione Rousseau ha preso possesso a Roma, era un evento a pagamento organizzato dall’associazione Gianroberto Casaleggio e dalla start up MioWelfare.
Sessanta invitati, Lanzalone compreso. Che sarà anche stato a un tavolo diverso da quello del manager, ma certo non era lì per una casualità .
Anzi, ha versato come tutti l’obolo di settanta euro a testa per una serata di confronto sul tema: “Innovazione tecnologica e occupazione: quale futuro per il welfare post-ceto medio?”.
Con Davide Casaleggio e Pietro Dettori c’erano la socia in Rousseau Enrica Sabatini, il capogruppo in regione Sicilia Giancarlo Cancelleri, alcuni esponenti della comunicazione M5S e vari altri parlamentari passati a salutare i vertici in visita.
Non c’era invece Luigi Di Maio, che da tempo da questo tipo di eventi si tiene lontano. E che nelle ultime settimane era impegnato a tenere lontano proprio Lanzalone.
Il vicepremier aveva avvertito le sue pressioni su Cassa depositi e prestiti e sulle nomine incombenti. Si era infuriato per alcuni articoli usciti, che riteneva “suggeriti” proprio dall’ex presidente di Acea.
Non immaginava nulla dell’inchiesta in corso, ma – secondo quanto ha confidato ai collaboratori più vicini – aveva deciso di tenere alla larga l’avvocato genovese perchè sospettava fingesse di lavorare per il Movimento, tessendo invece relazioni utili a sè e ai suoi amici.
Forse anche per questo, Lanzalone – che poche ore dopo sarebbe stato posto ai domiciliari – era accorso alla cena di finanziamento organizzata in gran segreto da Davide Casaleggio a Roma.
Non era la prima, ce ne sono state altre per preparare gli eventi Sum di Ivrea. Ma si trattava di una serata più “intima”, tanto che molti degli iscritti all’associazione Gianroberto Casaleggio non hanno ricevuto alcuna mail di invito.
Sul programma, si parla di “un’occasione per condividere idee e riflessioni in modo piacevole e stimolante con personalità di spicco del settore e in compagnia dell’Associazione GRC”.
E, chiaramente, con esponenti politici del partito appena arrivato al governo. L’imprenditore Edoardo Narduzzi, ex giornalista amico di Casaleggio padre, ha parlato di “Welfare post ceto medio”; Stefano Patriarca, che dall’invito risulta “esperto di welfare, consigliere economico di Palazzo Chigi”, di “Giovani e previdenza: un destino annunciato?”; Stefano Ronchi, Managing Partner della società Valore, del “Welfare 2.0 di Casse di previdenza e Fondi sanitari”.
Gli ospiti, chiaramente, non erano solo politici. Venivano soprattutto, come Lanzalone, da quel mondo delle imprese interessato ad accreditarsi con Davide Casaleggio, che finanzia così l’associazione dedicata al padre (dei cui soci non esiste un elenco pubblico).
Ma che porta a tavola esponenti del governo e di Rousseau. In un groviglio di interessi incrociati e a rischio di conflitto.
Eppure ieri, sulla terrazza del Gianicolo sotto un grande mouse gonfiabile per lanciare l’ennesimo evento “per la cittadinanza digitale”, il manager ha scelto di attaccare il Pd proprio sul conflitto di interessi: “Sono molto contento che abbia finalmente presentato un disegno di legge sul tema. Non l’ha fatto per 20 anni che è stato in maggioranza in questo Paese, ha aspettato di essere all’opposizione”.
In realtà , quella dei dem non è la prima proposta presentata negli ultimi anni. Ma non è certo questa l’unica bugia.
(da “La Repubblica”)
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Giugno 17th, 2018 Riccardo Fucile
“IL M5S NON HA UN’IDEOLOGIA E UNA AGENDA POLITICA, COSI’ SALVINI HA CAMPO LIBERO”
Il quotidiano inglese analizza i fatti dell’ultima settimana per spiegare ai suoi lettori come sia Salvini il
premier, nonostante Giuseppe Conte
Se ne è accorto anche il Guardian che è Matteo Salvini, di fatto, il nostro presidente del Consiglio.
Il quotidiano inglese mette in fila i fatti delle ultime settimane, sottolineando come l’unica voce che si sia sentita sia stata quella del Ministro dell’Interno, mentre il premier Conte e Luigi Di Maio, che pure dovrebbe essere pari a Salvini nel governo del Cambiamento, sono stati costretti a un comodo silenzio.
La narrazione anti migranti di Salvini, riflette il Guardian, lo rende l’unico vero protagonista della politica italiana, oltre al fatto che è l’unico in questo triumvirato ad avere una chiara esperienza politica e una ancor più chiara ideologia: “Il Movimento 5 stelle non ha un’agenda politica, non ha un’ideologia” spiega al Guardian Sergio Fabbrini della Luiss, il che ovviamente lascia campo libero alla Lega di dettare l’agenda politica del paese senza che Di Maio o Conte possano far nulla.
Lo dimostrano i numeri: dallo scorso 4 marzo, giorno delle elzioni, il consenso di Salvini è cresciuto ancora, di ben 10 punti, portandolo a un 27% che lo mette a pari con Di Maio, sempre che il leader del Movimento sia ancora così gradito: non è detto infatti che tutti gli elettori a cinque stelle siano ancora dalla parte del loro leader, vuoi per questa coalizione con la Lega oppure per una migrazione decisa verso le posizioni più estreme di Salvini
(da agenzie)
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Giugno 17th, 2018 Riccardo Fucile
MEDICI SENZA FRONTIERE: “FINCHE’ UE ASSENTE ANDREMO AVANTI”.. PRESENTI 700 GIORNALISTI DI TUTTO IL MONDO CHE POTRANNO SCRIVERE CHE UN GOVERNO RAZZISTA HA DISONORATO L’ITALIA
Dopo nove giorni in mare toccano finalmente terra i 629 migranti che da sabato scorso erano a bordo della nave Aquarius. Il primo gruppo di loro, 274 persone, è entrato nel porto di Valencia a bordo di nave Dattilo della Guardia Costiera italiana.
Una volta sbarcati i migranti, entrerà nel porto nave Aquarius che ha a bordo 106 persone, mentre per ultima entrerà Nave Orione della Marina militare italiana con 249 migranti.
Canti e balli a bordo dell’Aquarius, ha twittato Sos Mediterranèe. Fino a che i governi europei non si prenderanno le proprie responsabilità #Aquarius sarà obbligata a continuare a condurre operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. E quanto scrive in un tweet Medici senza frontiere.
Al molo 1 del porto di Valencia sono stati allestiti due grandi tendoni della Croce Rossa dove verrà effettuato il primo screening sanitario per i migranti: chi è in condizioni precarie di salute, le donne incinte e i bambini, verranno portati in ospedale mentre tutti gli altri saranno indirizzati nei diversi centri di accoglienza disposti dalla Generalitat valenciana in tutta la regione.
L’ingresso delle navi è scaglionato di tre ore: una scelta fatta per permettere la migliore assistenza possibile a tutti i migranti dopo giorni in mare. Sulla banchina del molo sono presenti circa 700 giornalisti da ogni parte d’Europa e sono tenuti ad una distanza di circa 200 metri dal punto in cui attraccheranno le navi.
“Vogliamo raggiungere terra, vogliamo solo una casa per riposarci”. I migranti a bordo dell’Aquarius lo hanno ripetuto più volte in questi nove giorni in mare agli operatori di Intersos-Unicef che li hanno accompagnati a Valencia.
“Abbiamo dovuto fare di tutto per spiegare loro di non mollare – racconta Sidonie Nsiako, operatrice del Camerun di Intersos a bordo di nave Dattilo della Guardia costiera. Abbiamo detto loro più volte che il viaggio era lungo, ma alla fine ce l’avrebbero fatta e stamattina, quando hanno visto la città , hanno cantato e ballato. Ringraziavano dio per essere finalmente arrivati”.
Alcuni hanno raccontato quando sono finiti in acqua; sul gommone c’erano 118 persone, appena hanno visto i soccorsi hanno iniziato a muoversi tutti da un lato e molti sono finiti in mare, due non li hanno mai ripescati. Tra quelli finiti in mare anche un ragazzo che in questi giorni è rimasto sempre in disparte. Poi si è aperto. “Mi ha raccontato – dice Sidonie – che in Libia lo hanno violentato più volte. Era sempre triste e solo, ma ieri finalmente ha iniziato a sorridere”.
(da agenzie)
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