Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
LA SINDACA DI BARCELLONA ADA COLAO: “L’ITALIA STA VIOLANDO IL DIRITTO INTERNAZIONALE E LE CONVENZIONI CHE HA FIRMATO”… A QUESTO PUNTO LA MAGISTRATURA DEVE INTERVENIRE
“In questo momento più di 1000 persone sono alla deriva su 7 barche, e l’Italia pretende di lasciarli nella mani della Libia, dove si torturano, violentano e schiavizzano le persone. Barcellona si offre come porto sicuro”.
Lo scrive su Twitter la sindaca di Barcellona Ada Colao, lanciando un appello al governo di Pedro Sanchez ad aiutare l’ong spagnola Proactiva Open Arms, che si trova in zona, “a salvare vite”.
La Portavoce di Proactiva Open Arms, che si trova a terra, ma è in contatto con la nave Open Arms, ha riferito di avere ricevuto nelle ultime ore 8 richieste di aiuto “per un totale di mille persone”, da imbarcazioni al largo della Libia.
La nave Open Arms, quando si trovava a circa 60 miglia di disitanza, ha contattato la centrale operativa della guardia costiera di Roma, che avrebbe respinto l’offerta di aiuto.
“Ma – fa notare la portavoce Lanuza – se il coordinamento dei soccorsi passa alla guardia costiera libica tutte queste persone saranno rimandate immediatamente in Libia. La nostra nave prosegue la sua rotta verso la zona dei soccorsi perchè ha l’obbligo di portare aiuto a quelle persone”.
La portavoce della Ong ha anche denunciato le azioni intraprese dall’ Italia contro le organizzazioni non governative, ricordando che la magistratura italiana aveva messo a marzo la nave Open Arms sotto sequestro, accusata di incoraggiare l’immigrazione clandestina, per poi annullare il sequestro a metà aprile.
” Mrcc (Maritime Rescue Coordination Centre) di Roma passa tutti i casi in acque internazionali alla ‘guardia costiera libica’. Si assisterà al più grande respingimento di massa della storia del Mediterraneo, fatto con la forza e contro la volontà . Troveranno altre vie di fuga via terra”.
Lo scrive su twitter Oscar Camps, fondatore della Ong Proactiva Open Arms attiva nel salvataggio di migranti, la cui nave si trova al largo della Libia. “Siamo a 65 miglia e abbiamo giornalisti”, ha scritto.
“Domanda per la guardiacostiera. La RCC Libia può dare un porto sicuro? Quale? Libia non è un porto sicuro, Malta non ha nemmeno ratificato la convenzione SAR del 2004, perciò solo l’Italia è responsabile (di fatto italia l’ha ratificato). Chi da’ l’avviso del salvataggio deve assegnare un porto sicuro di sbarco”, aggiunge Camps in un altro post su twitter.
“Altrimenti stanno violando il diritto internazionale, convenzioni e accordi firmati dall’Italia. Chiediamo fino a che punto l’MRCC deve sottostare agli ordini di un ministro. Qualsiasi ordine illegale deve essere ignorato, in conformità con l’articolo 51 del Codice Penale”, prosegue su twitter.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: criminalità | Commenta »
Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
AUMENTANO I MALUMORI CONTRO SALVINI: L’ALA VICINO A FICO SONDA IL PD, MA L’OSTACOLO E’ RENZI
Fantapolitica? Solo in parte. Perchè si ragiona intorno a uno scenario tutt’altro che impossibile: Salvini dopo aver galoppato nei consensi cavalcando la bolla razzista potrebbe staccare la spina al governo e invocare le elezioni per poi tornare a palazzo Chigi alla guida di un centro-destra molto più fascio-reazionario che liberale.
E i grillini diventerebbero marginali e destinati al declino.
Che fare? La cosiddetta sinistra grillina con in testa Roberto Fico già chi pensa al dopo Conte e pensa a una possibile alleanza con il Pd.
Forti sono infatti i malumori del Movimento 5 stelle nei confronti di un alleato ingombrante come Matteo Salvini, che fa di tutto per restare in evidenza – anche più del premier – sulla scena mediatica.
Secondo il Corriere della Sera, che ha svelato alcuni dietro le quinte, la paura è che il leader della Lega ne stia approfittando per acquisire ancora più consenso e che possa presto essere tentato dal tornare alle urne per cercare di prendere Palazzo Chigi da solo.
“Il leader della Lega si muove come se dovesse andare alle elezioni presto, come se volesse rompere a ottobre”, sarebbe la preoccupazione che serpeggia all’interno del M5S, che invece nei sondaggi vengono visti per la prima volta in difficoltà . Così ci sarebbe già a chi pensa a un piano B, rinfocolando l’altro “forno”, chiuso – ma mai spento del tutto – quando si è concretizzata la possibilità di un’alleanza con il Carroccio: quello con il Partito democratico.
A capeggiare l’ala che tiene buoni i rapporti coi dem ci sarebbe Roberto Fico, che infatti sarebbe intervenuto personalmente per evitare che la poltrona del Copasir finisse a Fratelli d’Italia e che manterrebbe ottimi rapporti con Ettore Rosato e Graziano Delrio.
Dal canto loro, i dem non sarebbero affatto entusiasti di tornare al governo grazie ai Cinque Stelle. “Lo devono fare sul mio cadavere”, avrebbe persino detto Matteo Renzi. Confermando però che il tema è tutt’altro che campato in aria.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: governo | Commenta »
Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
OPERAZIONE SPIAGGE SICURE: PIU’ BAGNINI NELLE SPIAGGE LIBERE? NO, ELIMINARE I POVERI CHE SI GUADAGNANO IL PANE
Un termine chiaramente dispregiativo, colpevolmente usato per molti anni anche dai media (prima che la sensibilità mutasse) ma adesso riciclato dallo xenofobo ministro di Polizia, che ha annunciato il suo piano contro la vera emergenza italiana,.
La mafia? L’abusivismo edilizio? Gli evasori fiscali? No. “Pacchia finita per i vu cumprà tra gli ombrelloni”.
Vu cumprà , proprio così. Nomignolo dispregiativo che ironizzava sulla scarsa conoscenza della lingua italiana di molti ambulanti.
Salvini ha illustrato il suo piano dal nome altisonante di ‘spiagge sicure’: “Multe a chi acquista dai venditori ambulanti capi falsi, ma anche chi paga per ottenere un massaggio o un tatuaggio praticati sulla spiaggia”.
Salvini pensa di ricorrere ai fondi europei della legalità . Una possibilità per la verità tutta da verificare visto che nessun paese Ue attinge a quei fondi per pagare gli straordinari alle forze dell’ordine. Ma il leghista è un esperto di palle, tanto c’e’ sempre qualcuno che gli crede.Tutto in linea con i dettami xenofobi. Dagli all’immigrato.
Per soddisfare la pancia degli italiani che così dimenticheranno i loro veri problemi.
(da Globalist)
argomento: Razzismo | Commenta »
Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
“STIAMO PERDENDO DI VISTA I NOSTRI VALORI”
“Non voglio vivere in un paese che chiude i suoi porti”.
Così Claudio Amendola, ospite ieri sera dell’Arena organizzata dal “Piccolo Cinema America” presso il porto turistico di Roma a Ostia, ha commentato le politiche sull’immigrazione del nuovo governo giallo-verde e, in particolare, del neo ministro dell’interno, Matteo Salvini.
“Salvini sta dando voce a un sentimento che è più lontano da me di qualunque cosa voi possiate pensare, ma vedo che è un sentimento che purtroppo fa proseliti e che cresce in Italia. Ho intuito che Salvini cavalcava delle sensazioni che sono facili, sono naturali nell’uomo, sono semplici da portare avanti”, ha affermato l’attore.
“Io credo che stiamo perdendo di vista la nostra indole, che è quella di un Paese con quattromila chilometri coste, siamo ‘partenti’ e siamo ‘arrivanti’. Non possiamo nascondere questa nostra antichissima tradizione: siamo un popolo di mare – ha aggiunto -. Anche chi vive in Padania in qualche modo è un mezzo marinaio. Tutti noi dobbiamo avere un pochino di coscienza e un pochino di paura, di non lasciare andare questo meraviglioso paese in una deriva che non ci appartiene e non ci è mai appartenuta, credo sia il momento di risvegliare delle coscienze un po’ troppo sopite”.
Amendola ha poi insistito su alcuni nostri “difetti”: “Forse se siamo uno dei pochi Paesi europei a non aver mai fatto una vera rivoluzione è proprio perchè ogni tanto ci mettiamo seduti e lasciamo che le cose passino e forse questa cosa qua invece non deve passare. Non lo dico per ideologia, lo dico per umanità . Io non sono credente, ma lo dico per umanità cristiana: non voglio far parte di un Paese che chiude i porti e lo voglio dire da qua (dal porto di roma, ndr)”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
“DORMO 4-5 ORE PER NOTTE. STANCHEZZA? IL NOSTRO NON E’ UN LAVORO USURANTE”
Quando Enrico Mentana parla, spesso non guarda in viso. Non è scortesia. O timidezza. Ma come spiega lui stesso, “sono multitasking”, vuol dire che risponde alle domande, poi con un quarto di occhio controlla il match dei Mondiali di calcio (e commenta), con un altro quarto monitora il computer e il susseguirsi di notizie, quindi legge gli articoli per il telegiornale della sera, scrive i titoli, arrivano i messaggi sul cellulare, poi allo scadere dell’ora tonda c’è il collegamento con Rds per il suo Cento secondi con.
“La fortuna è che non conosco lo stress, non sento la fatica e da sempre. Quanto dormo? Boh, poco”.
È una macchina da guerra.
“Solo macchina”.
Nel libro di Liliana Segre La memoria rende liberi ha definito il “Giorno della memoria“ una “routine ipocrita”.
Il rischio è quello. Quando ero piccolo a fine ottobre c’era la giornata del risparmio, in qualche modo spinta dalla stessa Cassa di Risparmio, e sistematicamente a scuola ci propinavano il tema sull’argomento; ho sempre pensato: per un giorno fingiamo attenzione, responsabilità , partecipazione, consapevolezza, quindi il perfetto lasciapassare per fottersene il resto dell’anno.
È già così?
In realtà i cicli storici si interrompono con la generazione che li ha vissuti.
(Alla destra della scrivania ha una sorta di baracchino, all’improvviso si accende, c’è la sigla della radio. “Si prepara il testo per l’intervento?”. “No, vado a braccio”)
Cosa manca oggi?
L’impianto forte della democrazia, cioè i partiti di massa, l’impegno come punto di confronto all’interno della famiglia politica e dopo con le altre famiglie. I partiti rappresentavano grandi ideologie, speranze, illusioni, tutto questo portava passione, erano scuole di formazione culturale; i grandi intellettuali erano organici, e penso a saggisti, pittori, scrittori, latinisti. Oggi è impensabile. Mi ricordo i comizi nelle piazze, i momenti forti della vita politica…
Lei ci andava a prescindere dall’appartenenza.
Ho avuto la sorte di una vita molto veloce, in buona sostanza a 25 anni ho iniziato come giornalista in televisione.
Magari al liceo
Ero un giovane anarchico di un gruppo libertario, tra noi c’era persino Michele Serra, frequentavamo lo stesso liceo nel quale, anni dopo, si è iscritto Matteo Salvini (si ferma, la Nigeria ha sfiorato il gol). Ah, c’era anche un altro Salvini, il giudice, anche lui anarchico, protagonista di una storia in stile Dà¼rrenmatt: è stato lui a far confessare il suo ex compagno di lotte giovanili, Mario Ferragni, riguardo all’omicidio dell’agente Custra (Milano, 1977).
Lei alle interrogazioni liceali.
Sono entrato in quarto ginnasio nel 1968, ed eravamo prede di una curiosità devastante: volevamo conoscere tutto e contestare altrettanto; volevamo capire per poi sfidarci in collettivi e assemblee, magari per far colpo sulle ragazze.
Stimolo immancabile.
Funzionava la capacità di parlare in pubblico, di sostenere delle idee. (Segna la Nigeria, scatta la parentesi calcistica. È soddisfatto per l’arrivo di Nainggolan all’Inter: “Lui è proprio forte”)
Torniamo al liceo…
Quella voglia di parlare in pubblico e mostrare le proprie idee è il vero motore per tanti di noi poi diventati giornalisti.
Giornalista più per sapere o per trasmettere?
Cercare di capire per poi raccontare, è una condizione continua e senza ansie.
Niente ansie?
Non ne soffro, vado tranquillo.
Insomma, quanto dorme?
Quattro o cinque ore, massimo sei.
Il riposo estivo-pomeridiano è una bestemmia.
Non esiste. Probabilmente se lavorassi in una miniera dormirei maggiormente, mentre la nostra professione non è stancante; mica siamo impegnati nei campi per ore e ore, o in fabbrica, o in bottega.
Altro che maratone televisive alla Mentana.
Ogni volta dicono: ‘Incredibile, è stato dieci ore in onda’, quando c’è gente che è rimasta dieci ore a guardare. Secondo me è più facile trasmettere che assistere.
Chi trasmette deve avere tutto sotto controllo, chi assiste può anche distrarsi.
È il mio lavoro.
Sa qual è la curiosità più diffusa in Rete riguardo alle maratone?
Sì, come riesco a non andare in bagno. Però ribadisco: in qualsiasi lavoro se c’è il massimo di attenzione, di adrenalina, di compartecipazione, non senti certi stimoli, o stanchezza, o dolori vari.
Va oltre.
Ci sono attori balbuzienti che davanti a un riflettore vanno diritti.
Chi è il direttore?
Chi dà l’esempio su tutto, chi cerca di stare sempre sintonizzato sulla necessità del prodotto. Chi fa i titoli del telegiornale e va in onda; chi cura il piano ferie e le vertenze sindacali; chi concilia le liti tra giornalisti e dà ogni giorno le linee guida.
Percentuale di fallibilità ?
L’errore lo vedi sul lungo periodo, ma quello che conta è saper dire sì o no e cosa fare. È necessario offrire sempre una risposta, l’incertezza è il vero errore.
Si è mai sentito inadeguato?
Mai. Quando si agisce, non ci si sente inadeguati.
Neanche quando è andato a dirigere un telegiornale a 36 anni
Se uno si sente non adatto a quell’età , vuol dire che non hai un buon rapporto con te stesso. E comunque avevo anche delle doti e non era un’impresa titanica, ma solo bellissima, nella quale ho potuto costruire da zero qualcosa di esaltante.
Le sue doti?
Sono veloce di testa.
Paura di perderla?
Ho 63 anni suonati, e ho presente che tutto questo è stato causato anche da una serie di colpi di fortuna.
Tradotto?
Il punto chiave è quello di prima: quelli della mia età che volevano diventare giornalisti, ci sono riusciti; oggi ci sono giovani bravissimi, ma impossibilitati. Non ci sono spazi. I nuovi non entrano, siamo sempre nello stesso recinto, il nostro mestiere si è chiuso e non interagisce con l’esterno, i grandi giochi li gestiscono solo quelli già posizionati. E il giornalismo è la metafora dell’Italia: persone sedute che non si alzano più.
Nessun ricambio.
So benissimo di suscitare simpatia tra i giovani per le mie maratone, ma questo peggiora la situazione: se il tuo punto di riferimento è un sessantenne, vuol dire che non hai l’esigenza di soppiantarlo, di cacciarlo e rinnovare.
Lei conosce il potere da 40 anni. Com’è cambiato?
Non contano nè i soldi nè il potere, ma l’affermazione, il realizzarsi.
Sì, ma il potere in Italia.
È sempre stato strano per via della partitocrazia, quindi un equilibrio tra imprenditoria, istituzioni e partiti, dove quest’ultimi decidevano, tanto è vero che a un certo punto il mondo dell’economia e della finanza ha creato un suo partito intorno a Enrico Cuccia.
E oggi?
Il potere è sempre stato una forza residuale, anche quando è arrivato Berlusconi.
Prima della “discesa in campo”, Berlusconi ne capiva e si interessava di politica?
Da sempre aveva ben chiaro un punto: doveva semplificare. E quando ha vinto le elezioni, lo choc per la classe dirigente di allora è stato di perdere i posti di controllo. Anche per questo l’hanno disarcionato.
Insomma, qual è il vero potere forte?
Chiunque arriva al governo non sa come muoversi, non sa come mettere in pratica le promesse elettorali.
Comandano i mandarini.
Esatto. In un grattacielo di 30 piani la figura più importante non è chi abita nell’attico, ma il tecnico dell’ascensore.
“Loro” di Sorrentino le è piaciuto?
Non mi appassiono a quello che tutti devono vedere o leggere, perchè argomento di discussione. Non sono salottiero. E la sera vado a casa. (Silenzio. “Rete! Aspettiamo il replay, sembra l’azione di Mazzola a Budapest: partono dalla difesa in contropiede”).
Allora niente “Loro”
Non ho neanche affrontato la Versione di Barney quando è scoppiato il caso.
Cosa legge?
Al novanta per cento saggi.
Biografie
Sì, ma non amo quelle romanzate. E leggere è l’antidoto al motore di ricerca, una malattia della quale si ha poca cognizione.
Acquisiamo cognizione
Non ho la patente, non uso calcolatori, non ho l’agenda, i numeri li so a memoria; detesto tutto ciò che del progresso e della tecnologia si sostituisce alla mente umana. Ciò che priva e diventa una mutilazione.
Quindi
Il motore di ricerca è la stagnazione del cervello giovanile. Bisogna leggere.
Sui social è molto attivo.
Il giornalista del 2018 non può restare su una torre d’avorio e fregarsene di quello che accade nei bassifondi; deve misurarsi con la nuova agorà del web, dove — purtroppo o per fortuna — il confronto è molto diretto e dove avviene il contrario del celebre aforisma…
Quale?
Uno non deve mai discutere in pubblico con uno scemo: chi ti segue potrebbe non cogliere la differenza, e poi lui ti batte con l’esperienza.
Giusto “sporcarsi”…
Se sul web lasci spazio ai cretini, quelli prendono campo e già ne hanno tanto.
Scrive molto, non frasette.
Perchè contesto la logica breve di Twitter, anche se sarei avvantaggiato dalla frasetta-battuta-cazzata.
Ha mantenuto intatti i suoi ideali da ragazzo?
Sono un figlio del Novecento, sono uno che crede nella differenza tra sinistra e destra, anche se la laicità di pensiero e la visione delle cose mi ha fatto comprendere che uno non deve fare il tifo per l’uno o l’altro. Però sono diverse, uno non può essere per l’accoglienza e per il rigore. Mi spiego: Renzi ha distrutto il Pd? No, gli ha allungato la vita.
Ne è certo?
Quel Pd di Bersani sarebbe arrivato allo stesso punto di oggi, ma prima. Il problema è che gli ideali di sinistra si sono scontrati con le nuove realtà ; dal punto di vista delle pulsioni la piramide si è rovesciata: il nemico dei giovani non è più il capitale, ma la persona di colore o il rom.
Le hanno mai proposto di diventare massone?
Ci sono due campi che non mi hanno sfiorato: la droga e la massoneria.
Niente droga
A volte sembro scemo, ma non ho mai visto uno tirare di cocaina, e non mi capacito di come le persone sottovalutino un dato: farsi anche solo uno spinello vuol dire interagire con le organizzazioni criminali.
A 45 anni giocava con la Playstation, oggi?
Allora era un modo per stare con mio figlio 13enne, e poi avevo una lontana tendenza alla ludopatia, quindi ho lasciato perdere. Preferisco il sudoku. (Si riattiva il baracchino, altro collegamento con Rds).
Di quale mistero italiano le piacerebbe conoscere la verità
Ce ne sono tanti, a partire da Piazza Fontana…
Rapimento Moro
In questo caso sono più avantologo che dietrologo: quella è stata una questione delle Br, dove poi ognuno ha messo il suo cip. La questione è più sugli Anni di piombo.
Vissuti in prima persona
Ho visto compagni di liceo entrare nella lotta armata (sono le 19.05, inizia a leggere i pezzi della sera). Allora c’era un’idea della violenza.
I suoi genitori erano preoccupati
Non ho mai avuto questa percezione, poi a 18 anni sono entrato nei socialisti.
La sua notte prima degli esami
Sono un cazzone, come ho detto non sento lo stress nè l’ansia, e il giorno dell’orale mi sono comportato da cretino.
In che modo
Ho rischiato la bocciatura.
Cosa aveva combinato
Il membro esterno, un prete, mi chiede Dei sepolcri e perchè “li dedica a Pindemonte e non a Mentana?”.
E lei?
Rispondo: ‘Me l’aveva offerto, ma per questione di sponsorizzazione non ho potuto accettare’.
Non ha resistito alla battuta
Impossibile.
Per chi tifa ai Mondiali
Croazia. Modric è l’ultimo grande centrocampista, uno alla Pirlo.
Cosa si aspetta dal domani?
Avere la capacità di invecchiare tranquillamente: sarà difficile uscire da tutto questo, magari mi piacerebbe creare un giornale online solo di giovani.
E poi
Riuscire ad andare ai giardini e fare l’umarell, il pensionato che sta alla grata mentre gli operai lavorano.
Senza stare zitto.
Se uno smette di parlare, muore.
(da “il Fatto Quotidiano”)
argomento: televisione | Commenta »
Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
IL CENTRO STUDI TABULA HA FATTO I CONTI: AL MASSIMO SI RICAVANO 200 MILIONI CHE NON SERVIREBBERO A UNA MAZZA … E I PENSIONATI D’ORO, GRAZIE ALLA FLAT TAX SAREBBERO ANCORA PIUI’ RICCHI
Ieri Luigi Di Maio ha annunciato che è finita la pacchia anche (ahahah) per le pensioni d’oro: sul Blog delle Stelle il ministro del Lavoro e dello Sviluppo annuncia ai pensionati d’oro il taglio delle pensioni che “da anni gli paga tutta la collettività a causa delle distorsioni del vecchio metodo retributivo, che gli permette di avere molti più soldi rispetto a quelli che hanno versato”.
Di Maio però è convinto che dall’operazione si ricaverà l’enorme cifra di un miliardo di euro: «Vogliamo finalmente abolire le pensioni d’oro che per legge avranno un tetto di 4.000 / 5.000 euro per tutti quelli che non hanno versato una quota di contributi che dia diritto a un importo così alto. E cambiano le cose in meglio anche per chi prende la pensione minima, perchè grazie al miliardo che risparmieremo potremo aumentare le pensioni minime».
Tecnicamente, è possibile risparmiare un miliardo di euro ma come vedremo il taglio annunciato dai grillini porterà alle casse dello Stato una cifra molto inferiore, di un decimo o un quinto, rispetto a quella promessa.
Spiega infatti La Stampa oggi sulla scorta dei dati di Tabula, il centro studi di Stefano Patriarca, per arrivare a un miliardo di euro di incassi si dovrebbe colpire con un taglio tutti i pensionati che oggi ricevono uno o più assegni previdenziali per un importo complessivo superiore ai 4mila euro netti al mese.
Dunque, anche una vedova che percepisce la sua pensione di anzianità e quella di reversibilità del defunto marito, per fare un esempio.
E certamente questo miliardo recuperato — sempre che poi la Corte Costituzionale non abbia da ridire su di un intervento che chiaramente agisce su cosiddetti diritti acquisiti, cioè assegni che già si percepiscono da tempo — non basterà da solo a finanziare l’aumento a 780 euro mensili delle pensioni minime e sociali, come annunciato sempre da Di Maio.
Complessivamente le pensioni incassate costano il 25% in più rispetto ai contributi versati, ma il vantaggio diminuisce a mano a mano che si guarda agli assegni più elevati.
Secondo le simulazioni di Tabula, dunque, non sarebbe sufficiente colpire le circa 30mila persone che ricevono redditi da pensione superiori ai 5mila euro netti al mese, a suo tempo la soglia indicata da M5S come quella oltre la quale si può parlare di «pensioni d’oro».
Ovviamente si «salverebbero» i pensionati che arrivano a questa soglia cumulando due pensioni di importo inferiore alla soglia.
Comunque, ricalcolare l’assegno dei 30mila pensionati da 5.000 euro al mese per la quota non coperta da contributi farebbe risparmiare al massimo 210 milioni di euro, senza contare le minori imposte pagate.
Per arrivare a quota 1 miliardo bisognerebbe invece intervenire ai danni di una platea molto più ampia di persone, oltre le centomila unità : ovvero, tutti coloro che ricevono dai 4.000 euro al mese netti di redditi da pensione complessivi, e non da una singola pensione.
Comprese le vedove che cumulano la loro pensione e quella del coniuge scomparso, oppure chi arriva a 4.000 euro al mese aggiungendo all’assegno previdenziale anche una pensione di invalidità da lavoro per un infortunio subito in passato.
Questo però non è ciò che è stato annunciato. E c’è anche da considerare un altro fattore: la flat tax.
Se il provvedimento venisse varato come annunciato, i risparmi che otterranno i pensionati d’oro attraverso la tassa piatta (fatta in realtà da due aliquote molto basse) saranno di gran lunga più cospicui dei tagli che subiranno le loro pensioni.
Prendiamo ad esempio un pensionato che prende 10 mila euro lordi al mese, 5.837 netti.
Con il taglio del 5%, il suo assegno si riduce a 9.500 euro lordi, che con l’attuale tassazione equivalgono a 5.553 euro netti: dunque 284 euro in meno.
Ma con la flat tax quell’assegno netto risale di 1.958 euro. Guadagno finale: 1.674 euro in più al mese nelle sue tasche, con un aumento della pensione del 29%. Facciamo un esempio limite: il fortunato che ha una pensione di 40 mila euro al mese, da una parte avrà un taglio di 2 mila euro, dall’altra un risparmio fiscale di oltre 8 mila: 6 mila euro in più al mese.
Già così il combinato disposto di taglio e flat tax sarebbe più conveniente, portando all’aumento del totale corrisposto ai pensionati nababbi che vuole colpire Di Maio. E soprattutto: il taglio, spiega oggi Marco Ruffolo su Repubblica, non porterebbe benefici a tutti:
Se lo Stato non dà più 500 euro lordi al mese a 30mila italiani, alla fine risparmia circa 200 milioni.
Che diventano poco più di cento perchè il fisco perde le tasse sulla parte di pensione non più corrisposta. Al miliardo di Di Maio mancherebbe uno zero.
L’unica possibilità di arrivare a quella cifra, conclude Patriarca, è abbassare la soglia delle pensioni d’oro da 5 a 4 mila euro netti.
Ma poi anche con un miliardo, ci si dovrebbe limitare ad alzare di 150 euro al mese (da 630 a 780 euro) la pensione di sole 500 mila persone.
D’altro canto Luigi Di Maio non è nuovo a promesse miliardarie che poi si rivelano un nulla di fatto.
Nel 2015 chiamava i romani a votare MoVimento 5 Stelle favoleggiando sui risparmi che “il nostro presidente della commissione sulla revisione della spesa” (ovvero: l’attuale assessore allo Sport Daniele Frongia) avrebbe trovato nel bilanci del Comune di Roma. Due anni dopo “il miliardo di euro di spese inutili da tagliare e investire finalmente in trasporti, scuole, strade, servizi sociali e tanto altro” è sotto gli occhi di tutti: basta guardare cassonetti e autobus di Roma.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
318 DIPENDENTI DEL SITO DI FIGLINE VALDARNO LICENZIATI GLI AVEVANO CHIESTO UN INCONTRO, LUI LI SNOBBA E SI FERMA A MONTEVARCHI SOLO PER PRANZARE
La Beckaert ha annunciato un paio di giorni fa la chiusura del sito italiano di Figline e Incisa Valdarno, dove si producono rinforzi in acciaio per pneumatici, cessando così l’attività nella fabbrica, acquistata nel 2014 da Pirelli.
Dopo la comunicazione della chiusura, che dovrebbe avvenire entro 75 giorni, i lavoratori hanno occupato lo stabilimento. Intanto sono già partite le lettere di licenziamento per i 318 dipendenti.
Ma i lavoratori della Beckaert volevano anche incontrare il ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio per parlare della vicenda.
Il ministro però è arrivato in zona a Montevarchi ma soltanto per pranzare in un ristorante — che ieri ha pubblicato su Instagram le foto con i proprietari — e, spiega Valdarnopost, si trattava di una sosta imprevista, tanto che nemmeno le forze dell’ordine della zona erano state avvisate.
Il gruppo belga ha annunciato l’intenzione di “avviare un dialogo teso ad attenuare l’impatto sociale per i 318 dipendenti interessati”.
Intanto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha fatto sapere che il ministero dello Sviluppo economico martedì prossimo convocherà i sindacati e i rappresentanti dell’azienda.
La Fiom spiega che “l’età media dei lavoratori è sui 50 anni, troppo giovani per andare in pensione e troppo anziani per trovare nuove occupazioni. Per il territorio si rischia un impatto devastante, con l’indotto sono più di 400 le persone coinvolte”.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
SUL WEB IMPAZZA LA FOTO DELLE SEI CAMIONETTE DELLA POLIZIA A DIFESA DEL MINISTRO DELL’INTERNO
«Ma Salvini non voleva risparmiare sulle scorte? O vale solo per Saviano?».
La domanda, dal tono polemico, è di Monica Cirinnà , senatrice per il Partito Democratico, che su Twitter ha pubblicato una foto che gira da un paio di giorni sul web e che si riferisce a una visita elettorale di Salvini a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze.
Lo schieramento di forze è oltre ogni immaginazione: si contano almeno sei camionette della polizia schierate a difesa del ministro dell’Interno, cui vanno a sommarsi gli uomini della scorta personale che lo seguono e almeno altre 3 autovetture.
Per un governo che dichiarava “la nostra scorta sono gli italiani” non è certo un bel biglietto da visita.
Se Salvini è così amato come dice perchè non riduce la sua scorta ai criteri seguiti da ministri analoghi di altri Paesi?
Cinquanta agenti sono uno spreco, cominci a tagliare “a casa sua”
(da agenzie)
argomento: sprechi | Commenta »
Giugno 24th, 2018 Riccardo Fucile
MIGLIAIA DI MAIL CHE SI APPELLANO ALLA TRADIZIONE DELLA NOSTRA GUARDIA COSTIERA CON GLI HASHTAG #APRITEIPORTI E #SAVEISNOTCRIME
Da qualche ora circola questo appello (o per meglio dire un mail bombing) indirizzato alla Guardia Costiera italiana e circolato su Twitter e Facebook con gli hashtag #apriteiporti e #saveisnotacrime:
L’indirizzo è: <guardiacostiera@mit.gov.it>
Al Comando Generale delle Capitanerie di Porto ed alla loro coscienza
OGGETTO: RICHIESTA DI IMMEDIATO RIPRISTINO DELLE OPERAZIONI DI SOCCORSO IN MARE NEI RIGUARDI DELLE NAVI ONG
Apprendiamo che la Guardia Costiera italiana ha, nella giornata di venerdì 22 giugno, diffuso una nota, rivolta ai comandanti delle imbarcazioni che si trovano nella zona antistante la Libia, in cui si precisa di “rivolgersi al Centro di Tripoli ed alla Guardia costiera libica per richiedere soccorso”. La Guardia Costiera italiana ha sempre svolto in questi anni importanti operazioni di soccorso in mare portando in salvo migliaia di persone, operando anche al limite delle acque libiche
Ci chiediamo perchè oggi delegando alla Libia, Paese con Governo instabile, non in grado di garantire i diritti fondamentali dell’uomo e ancora priva di una Centrale operativa nazionale di coordinamento degli interventi di soccorso in mare, il vostro Corpo, pur eseguendo un comando, intenda vanificare l’importante operato fin qui svolto e contravvenire alla Convenzione Sar siglata ad Amburgo nel 1979 ed alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos) del 1982. Tutto ciò dinanzi, peraltro, ad una Guardia Costiera Libica su cui pesano pesanti accuse di “condotte violente durante le intercettazioni in mare e collusione con i trafficanti”, come evidenziato da un recente Rapporto di Amnesty International.
Su questa stessa Guardia costiera sono in corso indagini da parte del Tribunale penale internazionale Inoltre, il Tribunale di Ragusa nel caso Open Arms, ha precisato che le responsabilità di ricerca e soccorso non possono essere delegate a Paesi che non sono in grado di offrire porti sicuri, come appunto la Libia.
Le operazioni di soccorso si devono concludere in un porto sicuro nel più breve tempo possibile, sempre in rispetto della Convenzione SAR.
Ricordiamo, infine, che in base ai dati forniti dall’UNHCR sono già più di mille i migranti morti nel mediterraneo, di cui ben 220 persone tra il 19 ed il 20 giugno.
Morti che continueranno purtroppo ad aumentare se la nostra Guardia Costiera porrà fine alle sue missioni, contravvenendo non solo alla Convenzione Sar ma anche al senso più alto del proprio mandato: salvare vite umane.
Facciamo appello al rispetto delle Convenzioni di diritto del mare, ma anche al profondo senso di umanità che ha sempre contraddistinto la Guardia Costiera Italiana: non si esima ora dalla salvaguardia delle persone, nel rispetto delle Convenzioni internazionali di diritto del mare e a garanzia dei diritti fondamentali dell’uomo.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »