Giugno 18th, 2018 Riccardo Fucile
IN UN ANNO AL PARLAMENTO EUROPEO GUADAGNA IL DOPPIO DELLA CIFRA PER CUI E’ STATO CONDANNATO… SI COMPRI MENO MUTANDE CON GLI ORSACCHIOTTI
“Sto cercando qualcuno che mi compri casa perchè devo tirar fuori questi 58 mila euro, ormai diventati definitivi. Li devo dare alla signora Kyenge e ai suoi avvocati. In parte glieli ho già dati, perchè altrimenti mi pignoravano i mobili. Ne ho già versati 28 mila”. §
A La Zanzara su Radio 24 l’europarlamentare leghista Mario Borghezio si lamenta del suo stato di indigenza.
Considerando quanto guadagna al Parlamento europeo, pare evidente che si tratta di una balla: in un anno percepisce infatti il doppio della somma dovuta dopo la condanna per le note ingiuria razziste alla Kyenge.
Basterebbe risparmiasse la metà per onorare il suo debito in un solo anno, senza bisogno di fare annunci ridicoli.
(da agenzie)
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Giugno 18th, 2018 Riccardo Fucile
IL SOLITO SPOT PER I RAZZISTI: NON PUO’ ESPELLERE NESSUNO
Inizia a suscitare una certa preoccupazione lo stato di un ministro della Repubblica in perenne trance agonistico-mediatica, costretto ogni giorno ad alzare il livello di visibilità nell’ansia di veder aumentare il numero di likes, visualizzazioni, colonne sui giornali.
La storia dell’Aquarius lo ha tenuto abbondantemente a galla ma ora, visto il suo esaurirsi si è buttato, come c’era da aspettarsi, sulla questione rom, dentro la quale ha sempre sguazzato con disinvoltura.
Sulle soluzioni il ministro dell’Interno è stato chiaro: i rom stranieri irregolari andranno espulsi con accordi tra gli Stati”. “I rom italiani — ha concluso Salvini — purtroppo te li devi tenere a casa”. C
i aveva illuso, il neo-ministro, quando, una volta insediato, in una delle sue prime interviste sulle azioni che avrebbe intrapreso aveva risposto: “Devo studiare“.
Evidentemente poco studio e molti selfie non portano lontano e così, in poche righe di intervista, sottolineiamo, uno per uno, in blu, una processione di strafalcioni senza soluzione di continuità .
1. “Dopo Maroni non si è fatto nulla”.
E meno male! Quando al Viminale c’era il suo collega di partito Maroni, l’Italia ha vissuto il suo periodo peggiore riguardo ai campi rom. Fu annunciata una “emegenza nomadi“, furono stanziati cento milioni di euro per costruire nuovi campi, numerose cooperative entrarono nella grande torta del “sistema campi”, si formò l’humus su cui negli anni successivi sarebbe nata e cresciuta Mafia Capitale.
Dopo i suoi disastri non ci fu il nulla, ma, nel 2012 una strategia nazionale per l’Inclusione dei rom, un documento decisivo, almeno nella teoria, per chiudere la triste stagione dei campi.
2. “Dobbiamo fare una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti…”.
Da tre anni ci pensa l’Associazione 21 luglio che annualmente presenta in Senato i dati sui rom presenti negli insediamenti formali e informali del nostro Paese. Sono solo 26mila, lo 0,04% sul totale della popolazione e la metà sono bambini. Numeri così esigui da non poter dormire sonni tranquilli.
3. “…Ossia rifacendo quello che fu definito un censimento, facciamo un’anagrafe”.
Quello che fu definito un censimento, organizzato sempre dal ministro Maroni tra il 2009 e il 2011, fu in realtà una schedatura su base etnica, vietata in Italia. Per tale ragione ci fu una strigliata da parte dell’Europa e, dopo una causa promossa da Associazione 21 luglio, il ministero dell’Interno si vide costretto a sborsare migliaia di euro di risarcimento ad un rom vittima del “censimento”, che altro non era che una vera e propria schedatura, con tanto di foto, impronte digitali, rilievo dell’altezza e dei tatuaggi.
4. “I rom irregolari andranno espulsi con accordi con gli Stati”.
Sono un pugno di persone, non più di tremila i rom “apolidi di fatto”, privi cioè di regolare permesso di soggiorno che vivono in Italia. Tutti originari dell’ex Jugoslavia. Ma proprio perchè apolidi sono inespellibili. E questo un Ministro dovrebbe saperlo.
5. “I rom italiani, purtroppo, te li devi tenere a casa”.
Si tratta di cittadini italiani da più di mezzo millennio, “italianissimi” fino al midollo. Quasi tutti abitano in case ordinarie, lavorano, pagano le tasse.
Dovrebbe studiare il ministro Salvini, ne avrebbe tanto bisogno. Sfogliare un libro apre la mente, regala qualche utile dubbio e soprattutto fornisce conoscenza. Dovrebbe anche cominciare a lavorare, parlando di meno e ragionando di più.
Aiuterà lui, aiuterà tutti noi.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 18th, 2018 Riccardo Fucile
“L’ITALIA PERSEVERA NELLE POLITICHE DISCRIMINATORIE NEI CONFRONTI DELLE POPOLAZIONI ROM E SINTI”
Sono tra 120 e 180 mila i cittadini di origine rom e sinti in Italia, 26 mila dei quali vivono in emergenza abitativa in baraccopoli formali (insediamenti gestiti dalle amministrazioni locali) e informali (`campi abusivi’) o nei centri di raccolta monoetnici.
Sono i dati dell’ultimo Rapporto dell’Associazione 21 luglio.
Le baraccopoli formali sono 148, distribuite in 87 comuni di 16 regioni da Nord a Sud, per un totale di circa 16.400 abitanti, mentre 9.600 è il numero di presenze stimato all’interno di insediamenti informali.
Dei rom e sinti residenti nelle baraccopoli formali si stima che il 43% abbia la cittadinanza italiana mentre sono 9.600 i rom originari dell’ex Jugoslavia di cui circa il 30% – pari a 3 mila – è a rischio apolidia
Nelle baraccopoli informali e nei micro insediamenti vivono nell’86% dei casi cittadini di origine romena.
A vivere sulla propria pelle le tragiche conseguenze della segregazione abitativa sono molti minori, il 55% secondo le stime di Associazione 21 luglio «con gravi ripercussioni sulla salute psico-fisica e sul loro percorso educativo e scolastico».
A incidere sui livelli di scolarizzazione contribuiscono in modo significativo sia le condizioni abitative sia la forte catena di vulnerabilità perpetrata dalle operazioni di sgombero forzato attuate in assenza delle garanzie procedurali previste dai diversi Comitati delle Nazioni Unite.
Associazione 21 luglio ha registrato in tutto il 2017 un totale di 230 operazioni: 96 nel Nord, 91 al Centro (di cui 33 nella città di Roma) e 43 nel Sud.
Proprio Roma detiene il triste primato del maggior numero di insediamenti presenti, 17 in totale di cui 6 formali e 11 cosiddetti «tollerati».
«Nella capitale – denuncia il Rapporto – nonostante le aspettative create a fine 2016 con la Memoria di Giunta e il `Progetto di Inclusione Rom’ presentato dalla sindaca Raggi che aveva come obiettivo il graduale superamento dei `campi’ presenti all’interno della città , nel 2017 non è stato di fatto avviato alcun processo di inclusione».
Il giudizio degli Enti internazionali ed europei di monitoraggio sui diritti umani appare impietoso: anche nel 2017 l’Italia ha continuato a essere il «Paese dei campi», «perseverando nell’utilizzo di politiche discriminatorie e segreganti nei confronti delle popolazioni rom e sinti presenti sul territorio nazionale oltre che nelle persistenti operazioni di sgombero forzato».
(da agenzie)
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Giugno 18th, 2018 Riccardo Fucile
“CENSIMENTO SUI ROM, PURTROPPO QUELLI ITALIANI CE LI DOBBIAMO TENERE” … LE REAZIONI: “EVOCA LA PULIZIA ETNICA”… PERSINO IL TAXISTA DI TERRA SI DISSOCIA
“Al ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perchè dopo Roberto Maroni non si è fatto più nulla, ed è il caos”.
Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, leader della Lega, parlando a TeleLombardia.
Salvini ha parlato di “una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti sono”, ossia “rifacendo quello che fu definito il censimento”.
“Facciamo un’anagrafe, nessuna schedatura”, ha poi precisato il titolare del Viminale. Ma la retromarcia non ha impedito il divampare delle polemiche e uno scontro nel governo fra i due vicepremier.
Luigi Di Maio è infatti intervenuto per stoppare il leader leghista. “Mi fa piacere che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di schedatura e censimento degli immigrati – ha detto il ministro del Lavoro – perchè se una cosa è incostituzionale non si può fare”.
Per il leader del Carroccio gli stranieri irregolari andranno “espulsi” con accordi fra Stati, ma “i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa”.
L’iniziativa di Salvini – inevitabilmente – ha fatto discutere.
A sinistra attaccano invocando la “pulizia etnica. Nel centro-destra approvano seppur con vari distinguo. “Bene il censimento – dichiara Giorgia Meloni – ma servono piazzole per sosta”.
Intervengono la comunità ebraica e quella dei rom italiani. “L’annuncio di un possibile censimento della popolazione rom in Italia preoccupa e risveglia ricordi di leggi e misure razziste di appena 80 anni fa e tristemente sempre più dimenticate”, afferma Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane.
“La mia famiglia è presente da secoli in Italia – dichiara Santino Spinelli, rom, musicista e docente universitario – mio padre fu internato da bambino durante il nazifascismo. Chiedo l’intervento del presidente Sergio Mattarella che invito il 5 ottobre prossimo a Lanciano all’inaugurazione del primo monumento in Italia in memoria della persecuzione rom perpetrata dai fascisti e dai nazisti, monumento che fungerà da barriera all’insorgere degli odi e dei nuovi fascismi”.
L’associazione Nazione Rom sottolinea che “il Dossier esiste già , ed è stato elaborato dall’Istat nel 2017. l’associazione Nazione Rom (Anr) lo ha prontamente consegnato a Salvini”.
Durissimo il commento su Facebook dello scrittore Roberto Saviano. “Oggi – scrive – qualcuno, con grandi responsabilità di governo, ha parlato senza mezzi termini di deportazione dei rom e nessuno dei suoi alleati ha ritenuto opportuno prendere le distanze da questo abominio”.
“Come era evidente – ha aggiunto – l’incapacità e la vuota ambizione in politica possono condurre le nazioni al disastro, ed è quello che sta accadendo all’Italia” dove, dice poi, “non esiste più un ministero degli interni, ma un nuovo dicastero: quello della crudeltà ”
A ricordare che la stragrande maggioranza di Rom sono cittadini comunitari è Nicola Fratoianni di LeU. “Ricordo a Salvini che la maggioranza dei Rom sono cittadini comunitari. Quindi sarebbe come schedare i francesi presenti nel nostro Paese. Io proporrei il censimento dei razzisti e degli imbecilli in questo Paese: la tessera numero 1 saprei a chi darla…”.
Del problema rom si erano già occupati in passato gli ex ministri Giuliano Amato e Roberto Maroni: quest’ultimo aveva anche proposto di prendere le impronte digitali ai bambini rom, ma quella procedura fu bocciata dalla Ue.
“Il censimento per razza – tuona Emanuele Fiano, deputato dem – non possiamo permetterlo. In questo Paese lo abbiamo già avuto e allora c’era di mezzo anche la mia famiglia. Le persone si possono dividere per le loro condotte, per il loro comportamento, per le loro scelte, non per la loro nascita. Non è andata a finire bene, 80 anni fa, non riprovateci”.
“Dal censimento al campo di concentramento il passo è breve. Salvini ha deciso di festeggiare gli 80 anni delle leggi razziali” ha twittato la deputata dem Chiara Gribaudo.
L’iniziativa di Salvini è fortemente criticata in particolare da Paolo Gentiloni. “Ieri i rifugiati, oggi i Rom, domani le pistole per tutti. Quanto è faticoso essere cattivo” scrive su Twitter l’ex premier
E mentre il Pd per bocca del senatore Franco Mirabelli sostiene che il ministro dell’Interno “evoca la pulizia etnica” e ritiene il dossier del ministro “agghiacciante”, l’associazione 21 luglio che si occupa della tutela dei diritti della comunità rom e sinti risponde a Salvini. “Il ministro dell’Interno dice il presidente dell’associazione Carlo Stasolla – sembra non sapere che in Italia un censimento su base etnica non è consentito dalla legge. Inoltre esistono già dati e numeri su chi vive negli insediamenti formali e informali e i pochi rom irregolari sono apolidi di fatto, quindi inespellibili. Ricordiamo anche che i rom italiani sono presenti nel nostro Paese dal almeno mezzo secolo e a volte sono ‘più italiani’ di tanti nostri concittadini”.
(da agenzie)
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Giugno 18th, 2018 Riccardo Fucile
RINNOVATE PER UN ALTRO ANNO ALL’UNANIMITA’ DI TUTTI GLI STATI MEMBRI, ITALIA COMPRESA (COERENZA CON LE DICHIARAZIONI…)
Il Consiglio europeo ha approvato all’unanimità il rinnovo delle sanzioni che riguardano l’economia della Crimea.
La riunione degli Stati membri della Ue ha deciso di prolungare fino al 23 giugno 2019, per un altro anno, le sanzioni economiche nei confronti di Sebastopoli, come misura punitiva nei confronti di Mosca per l’annessione della Crimea del 2014.
Linea dura dunque da parte del Consiglio Ue nei confronti dell’espansionismo del Cremlino: nessuno sconto alla Russia da parte dell’Unione.
Una decisione in sostegno dell’integrità nazionale dell’Ucraina, di cui la penisola faceva parte prima del referendum e del passaggio della regione alla Federazione Russa.
Il prolungamento delle sanzioni è una “risposta all’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Federazione Russa”, si legge nel comunicato diffuso dal Consiglio Ue. “L’Unione ribadisce che continua a condannare questa violazione del diritto internazionale”.
Le misure previste dall’Unione Europea comportano il divieto assoluto per le compagnie europee di effettuare qualsiasi tipo di investimento in Crimea.
Proibite inoltre tutte le importazioni dalla penisola affacciata sul Mar Nero, vietato comprare immobili, finanziare società o fornire servizi, incluso il roaming per le compagnie telefoniche.
La lista di restrizioni comprende anche il divieto di attracco per le navi da crociera.
(da agenzie)
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Giugno 18th, 2018 Riccardo Fucile
UNO STUDIO RIVELA CHE GLI STESSI COMMENTI ALLE PROPOSTE DI LEGGE SONO CROLLATI DA 446 A 63… E CONTINUA LA MANCANZA DI CONTROLLO ESTERNO SULLE VOTAZIONI
Uno studio curato da Lorenzo Mosca, professore alla Scuola Normale Superiore, di cui parla oggi Matteo Pucciarelli su Repubblica, rivela che la democrazia diretta targata MoVimento 5 Stelle è sempre più deserta: se nel 2012 su beppegrillo.it partecipava alle votazioni (ad esempio a quelle per individuare i candidati alle elezioni) il 64% degli iscritti, cinque anni dopo si è scesi al 15.
Spiega il professore, il quale ha preso in esame tutte le 66 votazioni online fatte in questi anni dal Movimento, che «generalmente notiamo come ci sia poca cura dei processi partecipativi, si moltiplicano le iniziative ma si perde l’attenzione su ciò che già c’è. Quindi l’offerta dei prodotti della Casaleggio è cresciuta, ma l’obiettivo di far partecipare di più le persone non è stato raggiunto».
Infatti dopo il blog di Grillo è nato il portale Lex, per discutere le proposte di legge, e infine Rousseau (“intelligenza attiva e azioni sul territorio”, è il claim che si dà il portale).
Il calo della partecipazione lo si intuisce anche dal numero di commenti alle proposte di legge: a fronte di un numero stabile di proposte messe in discussione nei quattro anni di vita di Rousseau, il numero medio di commenti per legge è passato da 446 nel 2014, a 184 nel 2015, 144 nel 2016 e 63 nel 2017.
Altra questione: la natura stessa e le possibilità di uso della piattaforma Rousseau negano ogni possibilità di interazione orizzontale tra gli utenti, consentendo solo interazioni verticali tra rappresentanti e utenti.
«C’è una concezione aggregativa del processo, e non deliberativa tipica dei movimenti», ragiona Mosca.
E poi, solo in 49 casi sui 326 considerati (il 15 per cento) chi ha gestito le discussioni inerenti le proposte di legge pubblica un report in cui dà conto dei commenti di ricevuti.
Nella relazione del professore si fa notare che «la lunga serie di votazioni online ha evidenziato diverse criticità tuttora irrisolte: problemi tecnici riguardanti la procedura di voto; limitata trasparenza delle procedure di voto e incompletezza dei risultati, in particolare con riferimento agli aventi diritto; tempistiche delle votazioni, spesso annunciate via email con scarso preavviso, anche a votazioni già in corso, con durata limitata a un solo giorno ed esclusivamente in orari lavorativi, il che ha reso difficile per molti iscritti partecipare; scelta degli argomenti determinata esclusivamente dai leader; informazioni incomplete e asimmetriche sui temi in votazione, con una chiara messa in risalto delle preferenze dei leader, a scapito degli argomenti concorrenti».
Infine, «controllo esclusivo delle procedure di voto da parte della Casaleggio, col rischio di possibili manipolazioni».
La ricerca è stata illustrata allo stesso Davide Casaleggio. Il quale non ha fatto un plissè: «Non conosco questi dati, non sono ufficiali».
Per avere tutti quelli ufficiali però servirebbe la trasparenza dei dati. Che non c’è.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 18th, 2018 Riccardo Fucile
BONAFEDE: “LANZALONE? SCELTO DALLA SINDACA”
A soli tre giorni dalla prima convocazione, Virginia Raggi ritorna di fronte ai pm nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio dell’As Roma.
La sindaca era stata già ascoltata in qualità di testimone dai magistrati venerdì scorso. Un incontro durato circa 45 minuti, quale persona informata dei fatti, probabilmente per acquisire nuovi elementi alla luce delle ultime informative sul caso Roma.
Durante il colloquio di venerdì scorso, la sindaca avrebbe ribaditoagli inquirenti, così come dichiarato pubblicamente, che la genesi del rapporto con Luca Lanzalone sarebbe legato agli esponenti degli M5S, Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede che glielo avrebbero presentato quando, all’inizio del 2017, si occupavano per il Movimento degli enti locali.
Circostanza alla quale oggi ha risposto il ministro della Giustizia, affermando che l’avvocato “lo ha scelto la sindaca”.
I pm, in oltre un’ora di colloquio con la sindaca, hanno provato a capire chi fosse Lanzalone, scelto dalla giunta come presidente di Acea, e hanno sollecitato Raggi sul ruolo dei diversi soggetti coinvolti nella complessa vicenda.
(da agenzie)
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Giugno 18th, 2018 Riccardo Fucile
TRANQUILLI LEGHISTI, PRIMA O POI TOCCA A TUTTI
L’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è stato condannato a un anno nell’ambito del processo in cui era accusato di pressioni illecite per far ottenere vantaggi a due sue collaboratrici, tra cui un viaggio in Giappone spesato da Expo.
Il pm chiedeva una pena di due anni e mezzo.
I giudici della quarta sezione penale di Milano hanno riconosciuto Maroni – che oggi non era presente in aula per la lettura della sentenza – colpevole solo di uno dei due reati che gli venivano contestati, la turbata libertà del contraente per l’affidamento di un incarico in con Eupolis, ente di ricerca della Regione, alla ex collaboratrice Mara Carluccio.
Assolto “perchè il fatto non sussiste”, invece, dal reato di induzione indebita per avere esercitato pressioni illecite finalizzate a far partecipare a una missione a Tokyo un’altra sua ex collaboratrice, Mariagrazia Paturzo, a cui, secondo l’accusa, Maroni sarebbe stata legato da una “relazione affettiva”.
Condanna a un anno anche per Giacomo Ciriello, ex capo della segreteria politica di Maroni (2 anni e 2 mesi la richiesta); dieci mesi per l’ex segretario generale del Pirellone, Andrea Gibelli (un anno chiedeva il pm) e sei mesi per la Carluccio (10 mesi la richiesta), a cui sono state concesse le attenuanti generiche.
Il collegio ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena per Maroni, Ciriello e Gibelli.
La non menzione della condanna nel casellario giudiziario, invece, è stata disposta per tutti tranne che per l’ex governatore.
Il collegio ha anche disposto, come chiesto dal pm, la trasmissione degli atti per falsa testimonianza per Paturzo, Isabella Votino portavoce dell’ex governatore, per l’avvocato Cristina Rossello, amica di Paturzo e parlamentare di Forza Italia e per l’allora direttore generale di Eupolis Alberto Brugnoli.
(da agenzie)
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Giugno 18th, 2018 Riccardo Fucile
ANDREA COTTONI IN UN AUDIO GETTAVA OMBRE SUL CANDIDATO SINDACO DEL M5S A CATANIA
Concetto Vecchio su Repubblica oggi racconta una storia molto interessante che riguarda Andrea Cottoni, nominato portavoce del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, dopo la storia del comunicato in cui lo stesso ministro minacciava querele per calunnia (sic!) ai giornali: Cottoni infatti è il protagonista dell’audio pubblicato su Youtube in cui, insieme a quattro ex parlamentari grillini Riccardo Nuti, Giulia Di Vito, Chiara Di Benedetto e Loredana Lupo, raccontava di Addiopizzo, “creatura” dell’attuale consigliere comunale M5S Ugo Forello, e della gestione dell’associazione. Si riferiva a “un circuito meraviglioso” per il quale “si convincono gli imprenditori a denunciare, si portano in questura e gli avvocati diventano automaticamente uno fra Forello e Salvatore Caradonna”.
Al processo Addiopizzo si costituiva parte civile “e viene difesa da quell’altro”. E faceva riferimento ai rimborsi che poi ottengono come legali di parte civile.
Cottone nell’audio, di cui oggi scrivono alcuni quotidiani locali, parlava di una gestione “poco trasparente” dei fondi Pon. Si parlava di almeno un milione di euro.
Arrivato a Roma per chiamata diretta, Cottone finisce però agli onori della cronaca, e al centro di una polemica che ha scosso non poco il Movimento, alla vigilia delle elezioni amministrative del 2017: quando sui social inizia a circolare una conversazione, registrata forse a sua insaputa, nella quale gettava ombre sull’operato dell’allora candidato sindaco dei 5 stelle, Forello.
In quell’audio Cottone, parlando con i deputati palermitani Chiara Di Benedetto e Riccardo Nuti, poi espulsi dal Movimento per il caso firme false, raccontava dei presunti compensi che Forello e un paio di legali a lui vicini avrebbero percepito, a suo dire, nei processi innescati dalle testimonianze degli imprenditori taglieggiati.
Parlando poi di «un circuito meraviglioso» per il quale «si convincono gli imprenditori a denunciare, si portano in questura e gli avvocati diventano loro». Forello volò a Roma per chiedere la testa di Cottone.
Ma in sua difesa si schierò proprio Bonafede, che nel frattempo aveva stretto un solido rapporto con il giornalista.
Addiopizzo ha poi querelato Cottone, presentando un esposto in procura su quell’audio. Forello si è accontentato delle scuse del giornalista arrivate con tanto di comunicato stampa.
Cottone comunque è entrato da tempo nelle grazie di Bonafede, che lo ha voluto nuovamente nello staff della comunicazione del gruppo alla Camera e poi, diventato ministro, lo ha nominato suo portavoce. A Roma ha fatto carriera.
Quell’audio venne poi cancellato da Youtube mentre l’ufficio comunicazione del MoVimento 5 Stelle mandava in giro diffide alla pubblicazione: la parte curiosa della vicenda è che mentre per la comunicazione M5s era illegale la diffusione di un audio che riguarda i parlamentari, il blog di Beppe Grillo nel febbraio 2015 pubblicava un dialogo tra due parlamentari, l’ex 5 Stelle Mara Mucci e Mariano Rabino di Scelta Civica, linkandolo dall’account M5S Camera Facebook (dove attualmente è ancora pubblicato).
Il video serviva a insinuare che ci fosse un patto che prevedeva 50000 euro al mese per chi appoggiava il governo Renzi:
E ciò è falso, perchè, come spiegammo all’epoca, i due invece stavano parlando dell’ampliamento del gruppo parlamentare di Scelta Civica, che sarebbe conseguito all’entrata di altri dieci deputati, e delle conseguenti risorse per l’assunzione di assistenti parlamentari (le “otto persone che possono essere assunte e messe a disposizione”, come dice la stessa trascrizione).
Quindi non di soldi messi in tasca per “appoggiare il governo Renzi”, come dicevano in maiuscolo i deputati nel lancio della presentazione sulla loro pagina Facebook. Mucci presentò denuncia per la diffusione del video.
Ma, a parte il merito, qui il punto è politico: se è sbagliato pubblicare audio con registrazioni di parlamentari che parlano, perchè ciò non valeva per la Mucci?
(da “NextQuotidiano”)
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