Giugno 16th, 2018 Riccardo Fucile
MIGLIAIA DI CITTADINI HANNO OFFERTO AIUTO: FRUTTA FRESCA, MEDICINE E VESTITI PER L’ARRIVO DEI MIGRANTI… UNA LEZIONE DI CIVILTA’ AGLI INFAMI CLANDESTINI DELL’UMANITA’ CHE LI HANNO RESPINTI, DISONORANDO L’ITALIA
Al centralino della Generalitat valenciana non se l’aspettavano: «Hanno telefonato oltre 850 persone, e quasi duemila hanno mandato una mail, non eravamo preparati». L’Aquarius arriverà all’alba e tutto è davvero pronto adesso.
Appena Valencia si è voluta ribattezzare “porto aperto”, era lunedì scorso, è cominciata la corsa a rendersi utili.
Non solo quindi i duemila pronti alla logistica, medici, protezione civile, Croce Rossa, polizia, psicologi, ma anche tantissimi cittadini comuni.
Al numero verde messo a disposizione delle autorità locali hanno chiamato fin da mercoledì, «ognuno ha offerto quello che sa fare».
Qualche esempio: servivano un centinaio di i traduttori? Si sono candidati in più di 800, per l’inglese, il francese e l’arabo.
Stamattina li hanno radunati in un auditorium per spiegare che non si tratta di fare semplici traduzioni, «ma di trattare i passeggeri dell’Aquarius con delicatezza.
Con vicinanza, ma senza coinvolgimento emotivo», raccontano dopo l’incontro con gli psicologi.
Per i medicinali si è risolto in fretta: le farmacie dei quartieri e le associazioni hanno preparato gli scatoloni.
Un gruppo di avvocati ha deciso di dare assistenza legale gratuita.
Nel magazzino del porto, dove ai tempi della Coppa America si ospitava la squadra di
Alinghi oggi si radunano i pacchi.
I numeri sono impressionanti: «In poche ore abbiamo ricevuto 15 tonnellate di alimenti, offerte dalle aziende e dai supermercati – racconta Oscar Velasco, della Croce Rossa di Barcellona, arrivato per coordinare gli sforzi – in frigorifero ci sono 700 chili di pesche donate da gruppi dell’agroalimentare valenciano».
L’elenco viene interrotto dal rumore dei camion che arrivano senza sosta. «Questi sono i vestiti, questi gli spazzolini da denti e i saponi», indica Velasco, tutta merce nuova e donata dalle imprese della zona.
Il convoglio delle navi arriverà all’alba, il primo a sbarcare, intorno alle 6 sarà la nave della Marina italiana Dattilo, dopo verso le 9 sarà il turno dall’Aquarius.
(da agenzie)
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Giugno 16th, 2018 Riccardo Fucile
IL CORAGGIOSO DISSENSO DI UNA GRILLINA PERBENE CONTRO LA DERIVA RAZZISTA DEL MOVIMENTO: “VANNO RESPINTI VECCHI CONCETTI PROTEZIONISTICI, ABBIAMO BISOGNO DELL’AFRICA”
“La verità sull’immigrazione che nessuno vuole ascoltare. Noi europei siamo oramai un popolo di gente in continua ed inarrestabile decrescita demografica, che invecchia ad un ritmo più veloce di quanto sia in grado di riprodursi. Abbiamo bisogno dell’Africa per attingere ai geni della resistenza e della resilienza. Di un popolo giovane, forte e capace di resistere e di lottare per resistere. Ci piaccia o non ci piaccia”.
Così la senatrice M5s, Paola Nugnes, interviene con un post su Facebook nel quale di fatto critica la posizione del governo giallo-verde portata avanti dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
La senatrice punta il dito contro quelli che definisce “vecchi concetti protezionistici, difese sterili con porti chiusi o irrealistici muri alzati, ministeri alla famiglia ed incentivi ai pannolini, difese anacronistiche di razze e discendenze” che, sostiene ancora la pentastellata, “non cambieranno la storia, i flussi e la natura delle cose”.
Parole le sue che accendono il dibattito.
Un utente le fa notare che “tutto questo lo state facendo voi!” e le replica: “Voi chi? Ma cosa? Io sto facendo questo che vedi. Io sono in Parlamento non sono il ministro dell’Interno. Ti è chiaro? Ti posso pure fare un disegnino se non ti è chiaro”.
(da agenzie)
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Giugno 16th, 2018 Riccardo Fucile
“C’E’ UN PRECISO DISEGNO DIETRO LA NOSTRA CRIMINALIZZAZIONE, IL GOVERNO ITALIANO RISPONDERA’ DEL SUO COMPORTAMENTO ILLECITO DAVANTI AI GIUDICI”
“Le navi delle Ong sono scese in mare quando è finita la missione Mare Nostrum, con il Mediterraneo che si era trasformato in una tomba per oltre 1.200 persone in una settimana, siamo lì perchè non c’è l’Europa” dice la presidente di Msf Italia Claudia Lodesani, sottolineando che la distinzione tra i soccorsi delle ong e della Guardia Costiera “è una falsa contrapposizione”, perchè “le navi delle ong effettuano i soccorsi sempre in coordinamento con la Guardia Costiera. Ed infatti a bordo dell’Aquarius c’erano 400 persone precedentemente soccorse dalla Guardia Costiera italiana”.
“Non salviamo vite umane perchè siamo buoni, lo facciamo perchè apparteniamo a uno stato di diritto e la salute è un diritto affermato in trattati firmati da nazioni civili” le fa eco Elda Baggio, medico chirurgo di Msf appena tornata da Gaza e dall’Iraq.
“Quello che sta succedendo oggi – osserva Giorgia Linardi, portavoce di SeaWatch – è il tentativo di cancellare la presenza di occhi liberi e indipendenti che raccontino quello che succede in mare”.
Proprio la ong tedesca con la sua Sea Watch 3 ha rinunciato martedì scorso a prendere a bordo 42 migranti soccorsi dalla nave militare Usa Trenton perchè da Roma non è arrivata l’autorizzazione a portarli in Italia.
Per Riccardo Gatti, capo missione della spagnola Proactiva Open Arms, “questa criminalizzazione delle Ong è andata crescendo e c’è qualcosa di orchestrato, vogliono portare alla scomparsa delle Ong. Eravamo 12 ora siamo rimaste in 4. Anche la magistratura ci ha attaccato”.
“Abbandonare innocenti in mare non può mai considerarsi una strategia politica ma rimane inequivocabilmente una violazione dei diritti umani di cui l’Italia sarà chiamata a rispondere”, sostiene padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i rifugiati.
“Le dispute tra stati vanno risolte in sede diplomatica senza prendere in ostaggio donne e bambini”, afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.
Durissima è la posizione espressa da Guido Barbera, presidente del Cipsi, coordinamento di 34 associazioni di cooperazione e solidarietà internazionale: “Nessun Paese ha il diritto di chiudere l’accesso alla speranza di vivere e alla sopravvivenza — afferma – La solidarietà è un dovere. Salvare le persone in mare e portarle in terra è un obbligo”.
Elisa Bacciotti, direttrice del Dipartimento campagne e programmi in Italia di Oxfam: “Se il ministro fosse davvero interessato a contrastare l’immigrazione clandestina e i trafficanti di esseri umani — dice Bacciotti ad HuffPost — invece di fare la voce minacciosa con le Ong, farebbe meglio a negoziare con i suoi omologhi europei l’aumento di canali legali e sicuri per l’ingresso in Europa. La politica di dividere tra chi può salvare e chi non può farlo, è strana e inaccettabile. È il diritto internazionale a indicare ciò che si può e deve fare e non il ministro di un singolo Paese”.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 16th, 2018 Riccardo Fucile
AL RISTORANTE C’ERANO I VERTICI DI ROUSSEAU E MOLTI PARLAMENTARI GRILLINI MA IL CAPOAZIENZA PARLA DI INCONTRO CASUALE
Davide Casaleggio ammette per la prima volta di aver visto a cena Luca Lanzalone martedì scorso, poche ore prima del suo arresto, come aveva scritto Repubblica.
“Ho trovato anche Lanzalone a un altro tavolo e l’ho salutato”, ha detto oggi a RepubblicaTv, che lo ha intercettato nel centro di Roma. Per poi sostenere: “Io non mi occupo di nomine”.
Dichiarazione singolare, visto il suo ruolo nella scelta di alcuni assessori romani, come Adriano Meloni e Massimo Colomban (già andati via), e visto che è lo stesso patron della Casaleggio Associati ad ammettere poche ore dopo, al Gianicolo dov’è in corso un evento dell’associazione Rousseau: “Ho conosciuto Lanzalone in seguito alla sua esperienza a Livorno, dove ha fatto un ottimo lavoro e per quello è stata una scelta naturale fargli portare avanti un’attività su Roma”. Attività che è prima stata una consulenza gratuita sulla questione stadio, poi la nomina alla presidenza di Acea.
Non è la sola incongruenza. Perchè Davide Casaleggio sa bene, a meno che non soffra di amnesie, che non era a cena per caso in quel ristorante di Corso Vittorio. Che insieme a lui c’erano il resto dell’associazione Rousseau (tra cui Pietro Dettori) e parlamentari che andavano e venivano.
Sa che non era una cena qualunque e che nessuno si trovava lì per caso. Tanto meno Luca Lanzalone, nei giorni in cui – secondo quanto riportano le stesse carte della procura di Roma – si agitava molto per i posti che stavano per liberarsi in Cassa depositi e prestiti e in varie società controllate dallo Stato.
(da “La Repubblica”)
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Giugno 16th, 2018 Riccardo Fucile
LA GRECIA CI SPIEGA COME RISOLVERE IL PROBLEMA DEI RAZZISTI IN ITALIA : METTENDOLI IN GALERA
Konstantinos Barbarousis, deputato filo-nazista del partito greco Alba Dorata è in fuga ricercato per alto tradimento: la decisione è stata presa su richiesta del ministro della difesa Panos Kammenos, di cui Barbarousis ha paventato l’arresto per mano dei militari, insieme al premier Alexis Tsipras e al presidente della Repubblica Prokopis Pavlopoulos.
Il deputato filo-nazista ha infatti evocato il golpe militare durante un dibattito sulal sfiducia al governo presentato dal partito di opposizione nuova Democrazia, contrario all’accordo sul nome della Macedonia.
Il violento attacco verbale di Barbarousis – raccontano i media greci – ha provocato l’espulsione del gruppo di Alba Dorata dall’aula, e poi l’espulsione dello stesso deputato dal partito.
L’esagitato parlamentare aveva accusato il governo di «non negoziare nell’interesse della nazione, ma nel proprio». Poi aveva detto che i vertici militari avrebbero dovuto «rispettare il proprio giuramento» e arrestare i vertici di governo e stato, «per evitare il tradimento».
Le accuse di tradimento, in Grecia, fanno cadere la necessità di un voto parlamentare per togliere l’immunità ad un deputato.
Secondo la polizia, Barbarousis, dopo un inseguimento con la polizia sulla Atene-Patrasso, si nasconderebbe nella regione Aetolia-Acarnania (Grecia occidentale), dove è stato eletto.
(da agenzie)
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Giugno 16th, 2018 Riccardo Fucile
IL 59% VUOLE BLOCCARLI, MA IL 51% PENSA CHE GLI ARRIVI SONO AUMENTATI O RIMASTI INVARIATI QUANDO INVECE SONO DIMINUITI DELL’80%… MORALE: NON SANNO DI COSA PARLANO
I porti chiusi piaccioni agli italiani che però non brillano per informazione.
Il sondaggio di Nando Pagnoncelli pubblicato oggi dal Corriere della Sera dice che il 59% dei nostri concittadini approva la politica del governo, disapprovata apertamente dal 24% degli elettori.
Attenzione, però: alla domanda sugli sbarchi aumentati oppure diminuiti rispetto al 2017, il 24% dice che sono diminuiti di poco e il 15% che sono diminuiti di molto. Il 26% dice che sono rimasti sostanzialmente invariati mentre per un 25% sono aumentati.
Mentre in realtà sono diminuiti dell’80%.
Non solo: ben il 37% degli italiani non segue neanche cosa sta succedendo in questi giorni sul tema.
Stando a quanto ha dichiarato Salvini al Senato «l’Italia ospita nelle strutture italiane circa 170.000 richiedenti asilo» su una popolazione residente di oltre 60 milioni di abitanti. Per mettere le cose in prospettiva le statistiche di Eurostat indicano come i cinque paesi che ospitano sul loro territorio il maggior numero di migranti irregolari provenienti da paesi extra UE sono stati, nel 2016, Germania (370.555) Grecia (204.820), Francia (91.«985), Regno Unito (59.895) e Austria (49.810). Calcolando che circa l’80% delle persone sbarcate fa richiesta di asilo politico e che circa il 42% si vede riconosciuta una qualche forma di protezione (sussidiaria o umanitaria) non è difficile capire come non esista alcuna invasione.
Lo dicono anche i dati del ministero dell’Interno.
Ma il martellamento dei media e dei siti razzisti dell’internazionale xenofoba, diffondendo bufale e istigando allìodio razziale, hanno portato a questi risultati.
In attesa che qualche governo prenda i provvedimenti del caso.
(da agenzie)
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Giugno 16th, 2018 Riccardo Fucile
“PATTO CON LA LIBIA DISUMANO, ABUSI NEI CAMPI”… SILENZIO DEL GOVERNO
Il patto stretto con Tripoli dal governo Gentiloni per conto dell’Unione Europea “è disumano e la sofferenza dei migranti detenuti nei campi in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità ”.
Ovvero si tollerano le torture “pur di gestire il fenomeno migratorio ed evitare gli sbarchi”.
Sono le parole durissime dell’Alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein che, durante la riunione del comitato delle Nazioni Unite a Ginevra, è intervenuto per parlare delle politiche migratorie dell’Unione europea e in particolare dell’accordo stretto dal governo italiano con quello di Fayez Al Sarraj.
“La politica Ue di assistere le autorità libiche nell’intercettare i migranti nel Mediterraneo”, ha dichiarato Al Hussein, “e riportarli nelle terrificanti prigioni in Libia è disumana. La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità ”.
L’Alto commissario ha quindi citato le valutazioni degli osservatori dell’Onu inviati nel Paese nordafricano a verificare sul campo la situazione: “Sono rimasti scioccati da ciò che hanno visto: migliaia di uomini denutriti e traumatizzati, donne e bambini ammassati gli uni sugli altri, rinchiusi dentro capannoni senza la possibilità di accedere ai servizi basilari”.
Quindi Al Hussein ha accusato “l’Ue e i suoi stati membri di non aver fatto nulla per ridurre gli abusi perpetrati sui migranti”. “Non possiamo”, è la sua accusa, “rimanere in silenzio di fronte a episodi di schiavitù moderna, uccisioni, stupri e altre forme di violenza sessuale pur di gestire il fenomeno migratorio e pur di evitare che persone disperate e traumatizzate raggiungano le coste dell’Europa”.
Poche ore dopo da Bruxelles è arrivata una prima risposta generica. “L’Ue lavora in Libia in piena cooperazione con l’Onu, esattamente perchè la nostra priorità è sempre stata e continuerà ad essere quella di salvare vite, proteggere le persone e combattere i trafficanti”.
A dichiararlo è stata una portavoce Ue, aggiungendo anche che è l’Unione europea stessa a finanziare Oim, Unhcr e Unicef. “I campi di detenzione in Libia devono essere chiusi” perchè “la situazione è inaccettabile” e la Ue “si confronta regolarmente” con le autorità locali perchè usino “centri che rispettino gli standard umanitari”.
Molto più netta la posizione di Antonio Tajani: “Quanto abbiamo visto accadere in Libia per i rifugiati e per i profughi è assolutamente inaccettabile — ha detto il presidente del Parlamento europeo — molto probabilmente, domani sarà presa la decisione ufficiale, una delegazione dell’Europarlamento si recherà in Libia per verificare la situazione”.
A fine settembre ci aveva provato il Consiglio d’Europa a chiedere chiarimenti all’Italia con una lettera, datata 28 settembre e ancora senza risposta, inviata dal commissario per i Diritti umani Nils Muiznieks.
Anche in quel caso si parlava di rischio torture e di maltrattamenti tollerati dalle autorità italiane, ma nessuno dal governo ha mai voluto commentare o rispondere alle accuse. Risale invece al 6 novembre scorso uno degli ultimi naufragi documentato dall’ong Sea Watch dove hanno perso la vita circa 50 persone: nelle immagini registrate dalle telecamere della nave dell’associazione in acque internazionali in cui si vedono i miliziani della “guardia costiera libica” maltrattare e gettare in mare i migranti che cercano aiuto per salvarsi dall’annegamento.
Alle parole durissime dell’Onu, risponde il silenzio del governo.
Dall’opposizione gli unici a parlare per il momento sono stati alcuni esponenti di Mdp e Possibile che chiedono sia “rivisto l’accordo”. A sorpresa è intervenuto anche il deputato M5s Roberto Fico, che però ha parlato innanzitutto del naufragio nel Mediterraneo documentato da Sea Watch: “Il governo deve chiarire quanto prima”, ha scritto su Facebook.
“Un episodio gravissimo che è anche conseguenza del tipo di provvedimenti messi in atto dal governo italiano per ridurre i flussi migratori sulle nostre coste. La guardia costiera libica è finanziata ed equipaggiata proprio dal governo italiano, che deve assumersi le proprie responsabilità di fronte a questa nuova disgrazia e fare la massima chiarezza”.
Per Fico “non è possibile che operazioni che dovrebbero essere di soccorso si trasformino in tragedie simili, soprattutto considerato che negli accordi sottoscritti con la Libia ci sarebbe anche la formazione della Guardia costiera. Nè si può continuare a distogliere lo sguardo mentre in Libia si violano i diritti umani, come succede nei centri di detenzione”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 16th, 2018 Riccardo Fucile
E’ IL COMANDANTE DELLA BRIGATA “GUARDIA COSTIERA LIBICA” … CHI DENUNCIA A PAROLE I “TRAFFICANTI DI UOMINI” POI LI PAGA PER FARE IL LAVORO SPORCO
In qualità di comandante di una brigata della cosiddetta “Guardia costiera libica” ha fermato i barcone in mare per conto dell’Italia. I rapporti dell’Onu, almeno dal 2015, lo accusano di “aver sparato sui barconi dei migranti per affondarli”, di averli aggrediti in mare e di averli venduti ai miliziani che controllano i centri di detenzione. La scorsa settimana le Nazioni Unite lo hanno inserito in una lista di soggetti sotto sanzione — sei in tutto — ai quali sono stati bloccati conti e proprietà all’estero e vietato l’espatrio. Oggi il Consiglio Ue ha ufficialmente adottato le misure nei suoi confronti.
Il suo nome è Abdurahman al-Milad, detto al-Bija, 29 anni, uno degli uomini che più si è arricchito dal traffico di esseri umani.
Lui si definirebbe thuwar, rivoluzionario, ma in realtà è un trafficante. Il suo gruppo etnico, gli Awlad Bu Hmeira, dalla caduta di Gheddafi si è impadronito dell’area tra Sabrata e Zawiya. Qui, gli uomini più potenti sono tutti accomunati da una stessa appartenenza tribale, al pari di un clan mafioso tenuto insieme dal vincolo familiare.
Al-Bija è stato molto attivo nella costa occidentale della Libia, vicino al confine tunisino, di certo fino alla fine del 2017.
A marzo del 2018 la Procura generale di Tripoli ha spiccato oltre 200 mandati d’arresto nei confronti di miliziani e ufficiali tenuti coinvolti nel traffico di esseri umani.
A marzo Tarok Alì, sedicente membro della Guardia costiera di Zawiya, è stato condannato a Catania in primo grado a sei anni per traffico di esseri umani.
La Guardia costiera di al-Bija, ricordano i ricercatori della Global initiative against transnational organised crime Tuesday Reitano e Mark Micallef nel report The anti-human smuggling business and Libya’s political end game, tra gennaio e giugno 2017 ha recuperato con le sue due imbarcazioni 5.707 migranti sui 10.989 intercettati dalle 13 unità totali della Guardia costiera libica.
La sorte toccata alle persone “salvate” da al-Bija il più delle volte è stata quella di tornare dentro i centri di detenzione: questo aumenta i profitti dell’organizzazione criminale che gestisce sia il centro, sia la Guardia costiera perchè spesso i migranti per essere liberati sono costretti a pagare, con denaro che viene richiesto tramite il sistema hawala ai loro familiari.
Il centro a cui al-Bija ha sempre mandato più persone è quello controllato dalla Brigata al-Nasr, comandata da Mohammed Koshlaf, detto al-Qasseb, cugino di al-Bija. Anche lui compare nella lista dei trafficanti di uomini sanzionati dalle Nazioni Unite.
È considerato dal panel di esperti delle Nazioni Unite il vero capo dell’organizzazione criminale che traffica uomini, di cui al-Bija è il braccio operativo. Non solo: Koshlaf utilizza al-Bija anche nel traffico di gasolio, rubato dalla raffineria di Zawiya. Le navi che non appartengono al cartello del trafficante, vengono fermate dal al-Bija, come dimostrano diversi episodi avvenuti tra il 2016 e il 2017.
Uno dei tanti casi è raccontato in un report della missione Onu in Libia, Unsmil.
Lo racconta in un’intervista una ragazza eritrea di 14 anni, arrivata in Libia con la zia nell’ottobre 2015. Spiega ai ricercatori delle Nazioni Unite che il barcone su cui era a bordo la prima volta che ha cercato di attraversare il Mediterraneo è stato fermato da mezzi militari, quelli della Guardia costiera di Zawiya, al comando di al-Bija. Dice di essere stata picchiata e trasferita successivamente sulla motovedetta libica, per poi sbarcare di nuovo in Libia.
Nell’abbordaggio, i libici hanno ucciso il capitano dell’imbarcazione. Lei e gli altri sopravvissuti sono stati trasferiti al centro di detenzione di Zawiya. L’imbarcazione usata da al-Bija con maggiore frequenza in queste operazioni è la Talil, battezzata con il nome della spiaggia di partenza dei migranti, che si trova nel distretto turistico di Sabrata. Come hanno raccontato altre vittime della Guardia costiera ad Amnesty International, ci sono invece imbarcazioni che vengono scortate in un primo tratto da al-Bija. Sono quelle che pagano il trafficante per non essere attaccati.
Ad al-Bija e al gruppo di Mohammed Koshlaf si lega un altro personaggio della lista delle sanzioni Onu: Ahmad Oumar al-Dabbashi, detto al-Ammu.
L’uomo che si ritiene sia stato pagato dall’Italia per fermare i traffici di uomini da Sabrata, la città storicamente controllata dalla sua famiglia.
È sempre stato alleato dei Koshlaf e di al-Bija, ma la scorsa estate, dopo un lungo conflitto, è stato sconfitto dalla forza anti-Isis Operation Room. Nonostante questo, resta uno degli uomini più importanti nel traffico di esseri umani in Libia.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 16th, 2018 Riccardo Fucile
OGGI DICHIARA GUERRA A UNA ONG TEDESCA CHE HA SOLO SEGUITO GLI IMPUT DELLA GUARDIA COSTIERA ITALIANA… MACRON, SCHIAFFONE A SALVINI: ACCOGLIE PARTE DEI PROFUGHI DELL’AQUARIUS IN ARRIVO A VALENCIA
Travolto dallo scandalo sui finanziamenti alla Lega da parte del corruttore nonchè palazzinaro romano Parnasi, Salvini lancia la solita arma di distrazione di massa e annuncia “altre due navi di Ong con bandiera dell’Olanda (Lifeline e Seefuchs) sono arrivate al largo delle coste della Libia. Sappiano questi signori che dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi”.
Peccato che le operazione siano state condotte d’intesa con la Guardia Costiera italiana e che nessuno può chiudere i porti se non finendo davanti ala Corte di Giustizia.
Nel pomeriggio infatti la ong tedesca Lifeline replica: “Abbiamo cooperato con le autorità italiane ed americane nel pieno rispetto del codice di condotta, assistendo e trasportando 118 persone a bordo della nave Viking Amber (che è diretta in Libia). Ora chiameremo le autorità italiane per chiarire dove saranno sbarcati”.
Aspetto esilarante: non si sa più nulla di Toninelli, dato per disperso. La competenza di chiudere i porti e beccarsi l’incriminazione spetterebbe a lui, Salvini non conta un cazzo.
Al settimo giorno di navigazione, intanto, Aquarius ha raggiunto, almeno simbolicamente, la Spagna: la nave con a bordo parte dei 629 migranti soccorsi una settimana fa davanti alla Libia, si trova infatti in acque internazionali tra l’isola di Minorca e quella di Maiorca.
Il convoglio composto dall’Aquarius e dalle due navi militari italiane – la Dattilo della Guardia Costiera e la Orione della Marina Militare – arriverà a Valencia nelle prime ore di domenica, ma l’ingresso nel porto sarà scaglionato
La vicepremier spagnola Carmen Calvo ha poi annunciato che la Francia collaborerà all’accoglienza dei migranti dell’Aquarius. Lo riporta La Vanguardia. Calvo, responsabile del coordinamento per l’accoglienza, ha accettato la proposta presentata dal governo francese, dopo una conversazione con l’ambasciatore francese in Spagna. Il presidente Pedro Sanchez, riferisce il quotidiano, ha ringraziato il presidente francese Emmanuel Macron, sottolineando che questa è la cooperazione “con cui l’Europa deve rispondere”.
(da agenzie)
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