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SCOMUNICA POLITICA: IN HOC SIGNO NON VINCES

Maggio 19th, 2019 Riccardo Fucile

IL MONDO DELLA CHIESA SI RIVOLTA CONTRO SALVINI: LO SDEGNO DI SPADARO, LA DURA REAZIONE DI PAROLIN, L’ATTACCO DI FAMIGLIA CRISTIANA… L’INDEGNO USO DEL ROSARIO DA PARTE DI UN CLANDESTINO DEL GENERE UMANO

Potrà  anche vincere le elezioni europee, ma non così. Non con il Crocifisso, con il Rosario o invocando la Madonna la cui corona di dodici stelle è l’emblema stesso dell’Unione europea, e ne costituisce la bandiera in campo blu come il manto della Vergine raffigurato nella iconografia popolare.
In hoc signo non vinces, non vincerai utilizzando quel segno, è la reazione, compatta, del mondo cattolico contro Matteo Salvini.
Perchè agli occhi del Vaticano il leader della Lega non può usare i segni della fede cristiana per chiedere al Cielo di vincere la prossima sfida elettorale.
Non può strumentalizzarli in modo così plateale e irriguardoso, con tanto di fischi in piazza contro papa Francesco, che volente o nolente è – per un credente – la pietra scelta da Cristo stesso per edificare la sua Chiesa, e la pietra di inciampo per chi gli si rivolta contro.
Tra ieri ed oggi si è levata alta la voce di tanti altri credenti, cristiani e non.
Le Chiese protestanti che si sono dette pronte ad ospitare i profughi della Sea Watch – come fece la Cei nel caso Diciotti e la comunità  valdese nel precedente caso della Sea Watch – aprendo un cortocircuito dentro il Governo italiano.
E a sua volta la Comunità  ebraica di Roma ha preso una posizione politica forte contro la nuova destra e contro il suprematismo che avanza in Europa, perchè “pensavamo di aver sconfitto quel male, ma dopo 70 anni quel male si è riaffacciato”.
Ma è con la Chiesa Cattolica che si consuma il più plateale scontro con Matteo Salvini. Una frizione che potrebbe trovare nuovo alimento nei prossimi giorni: Papa Francesco – che non ha mai voluto incontrare Salvini, neppure nell’occasione istituzionale della Festa della Polizia – domani pomeriggio parlerà  all’Assemblea generale della Cei, riunita in Vaticano. Martedì mattina sarà  la volta del presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. Tutto a pochi giorni dal voto.
È come se all’improvviso la Chiesa abbia chiaro che la politica di Salvini rappresenta un rischio gravissimo, anche culturale ed educativo, perchè attacca alle fondamenta la pietas e la misericordia cristiane, di chi adora come proprio Signore un uomo morto crocifisso, che ha dato la vita per i più miseri.
È come se per tutti il nome stesso di Dio sia stato “pronunciato invano”, e per i “propri scopi”.
“Se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio” scrive su Facebook padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà  Cattolica, uno degli uomini più vicini a Papa Francesco, esprimendo tutto il suo sdegno per quel rosario “usato come segno dal valore politico” da Matteo Salvini sul palco di Milano.
Quello che Famiglia Cristiana sintetizza coniando il termine “sovranismo feticista” del leader leghista che mette in scena “l’ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani”.
Scende in campo anche il segretario di Stato vaticano, il mite cardinale Pietro Parolin, con parole che sfiorano l’anatema, un altolà  sacro: “Dio è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso”.
Parole pronunciate a margine della Festa dei Popoli a San Giovanni in Laterano, dove ha celebrato la messa per decine di gruppi delle varie comunità  immigrate della Capitale, rappresentanti di tanti popoli e culture, provenienti dalle più disparate latitudini. Cattolici, cioè universali.
“Le radici cristiane dei popoli – ha twittato oggi l’account ufficiale della Civiltà  Cattolica- non sono mai da intendere in maniera etnicistica. La nozione di “radici” e di “identità  “ non hanno il medesimo contenuto per il cattolico e per l’indennitario neo-pagano: Etnicismo trionfalismo, arrogante e vendicativo è anzi il contrario del cristianesimo”.
Altre prese di posizione sono arrivate dal priore di Bose, Enzo Bianchi, ma un appello a Salvini particolarmente toccante è arrivato dal parroco di Lampedusa, don Carmelo La Magra, dopo che il vicepremier si era affidato dal palco alla Madonna: “Caro Matteo, ormai siamo abituati a sentirti utilizzare tutto ma non tutto è utilizzabile. Magari da domani ci sarà  una schiera di devoti (anche qualche prete) che ti acclamerà  come inviato della Madonna. Io ti invito ad aprirlo quel Vangelo: a leggere di Maria di Nazareth, della sua umiltà , del suo servizio, del suo silenzio”.

(da “Huffingtonpost”)

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SALVINI HA PERSO LA FACCIA E ASSISTE IN DIRETTA TV ALLA SUA DISFATTA: “CON IL PIFFERO” CHE NON SONO SCESI

Maggio 19th, 2019 Riccardo Fucile

LA CRISI DI NERVI: “DENUNCIO TUTTI, ANCHE I MAGISTRATI”…NON HA ANCORA CAPITO CHE NON CONTA UN CAZZO… DI MAIO: “LA MAGISTRATURA E’ UN ORGANO INDIPENDENTE, SALVINI PENSI AI RIMPATRI”

Nel caos istituzionale è la magistratura a decidere il primo destino dei migranti della Sea Watch, sequestrando la nave e portando tutti a Lampedusa.
Una scena surreale, con il ministro dell’Interno Matteo Salvini che dopo aver affermato per tutta la giornata che i porti sarebbero rimasti chiusi, che la Sea Watch è “una nave fuorilegge” e che “col piffero” sarebbe sceso qualcuno in terra italiana, assiste in diretta tv a Non è l’Arena su La7 alle motovedette che portano i 47 migranti a terra.
“Io non li ho autorizzati, è grave! Denuncerò chi è stato a farli scendere, anche i pm”. Danilo Toninelli reagisce a Salvini: “Se ha qualcosa da dirmi, me la dica in faccia. Non parli a sproposito del sottoscritto in Tv. Magari il ministro dell’Interno si informi prima di parlare. E trovi soluzioni vere sui rimpatri, non ancora avviati da quando è il responsabile della sicurezza nazionale”.
Chi è stato a decidere ha nome e cognome: si tratta del pm di Agrigento, Luigi Patronaggio, intervenuto per sbloccare una impasse indecorosa sulla Sea Watch ferma al largo di Lampedusa.
Uno stallo che era proseguito anche dinanzi all’offerta delle chiese protestanti di prendere in carico le persone a bordo.
Intanto la ong esulta: “Missione umanitaria compiuta”.   A sbloccare la situazione della Sea Watch è stata l’ultima comunicazione del comandante Arturo Centore, che a Guardia Costiera e Gdf ha fatto sapere che se entro le 21 non avesse ottenuto l’autorizzazione allo sbarco, avrebbe tolto l’ancora e sarebbe entrato in porto di sua iniziativa.
“I naufraghi – ha spiegato la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi – hanno chiesto di indossare i giubbetti salvagente e hanno detto di volersi buttare in acqua per disperazione”.
“La nostra missione umanitaria è finalmente compiuta. Grazie al comandante e a tutto l’equipaggio” twitta la Ong.
La portavoce sottolinea che “ancora una volta si è dimostrato che i porti dell’Italia non sono chiusi”. Per la Sea Watch è stato disposto il sequestro probatorio: “La nave è a disposizione degli inquirenti per verificare se effettivamente c’è un reato da contestare. Siamo molto sereni e sicuri – ha aggiunto – che la giustizia farà  il suo corso”.
Il sequestro è probatorio e non preventivo. Gli inquirenti dunque non presuppongono l’esistenza di indizi di reato, ma bloccano l’imbarcazione per poter fare i necessari accertamenti e verificare se la condotta del comandante abbia violato la legge.
Il sequestro della nave, che dovrà  essere convalidato dai pm, ha inoltre come conseguenza immediata la possibilità  per i migranti a bordo di scendere in porto.
I profughi “messi in salvo saranno affidati a personale della Questura di Agrigento per la identificazione e per i necessari atti di polizia giudiziaria” dice Patronaggio.

(da “Huffingtonpost”)

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LUIGI PATRONAGGIO, IL PROCURATORE ALLIEVO DI BORSELLINO CHE NON GUARDIA IN FACCIA NESSUNO

Maggio 19th, 2019 Riccardo Fucile

DA SALVINI AD ALFANO, DA NICOLOSI A DELL’UTRI FINO AGLI ASSASSINI DI DON PUGLISI

Luigi Patronaggio è il procuratore che ha aperto un fascicolo di indagine a carico del ministro dell’Interno Matteo Salvini, accusato anche di sequestro di persona per il divieto di sbarco durato cinque giorni del pattugliatore della Marina Militare Diciotti al porto di Catania.
Luigi Patronaggio ha 60 anni: prima di arrivare a iscrivere l’attuale ministro dell’Interno nel registro degli indagati, era stato Angelino Alfano a finire nel radar del pm. E la storia era quella di un presunto giro di relazioni fra i potenti indicati da Patronaggio, tra cui compariva il nome del padre di Alfano.
Quelle indagini portarono anche alle dimissioni del prefetto di Agrigento, Nicola Diomede.
Da sostituto procuratore di Palermo, Patronaggio ha avuto modo di conoscere Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, definiti “amici dell’ultima ora”.
Dopo le stragi, indagò su Rino Nicolosi, all’epoca presidente della Regione Sicilia poi morto di cancro.
Fu lui a condurre le indagini sugli assassini di don Pino Puglisi e sempre Patronaggio, in qualità  di sostituto procuratore generale di Palermo,   chiese la condanna per il cofondatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri.

(da agenzie)

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IL PROCURATORE CAPO PATRONAGGIO SI CONGRATULA “PER LA PROFESSIONALITA’ E LA SINERGIA DELLA GUARDIA COSTIERA, DELLA GUARDIA DI FINANZA E LA QUESTURA DI AGRIGENTO” (E IGNORA SALVINI)

Maggio 19th, 2019 Riccardo Fucile

MIGRANTI SBARCATI, NAVE ANDRA’ A LICATA PER GLI ACCERTAMENTI DOVUTI SECONDO LA LEGGE, NESSUN INDAGATO A PRIORI … IN PRATICA SALVINI NON CONTA UNA MAZZA, LE REGOLE SONO NEL CODICE, NON LE DETTA LUI

I primi due immigrati sono stati già  fatti scendere e hanno toccato terra di Lampedusa.
La nave “Sea Watch 3”, una volta svuotata, andrà  – sotto scorta – al porto di Licata.
La Guardia di finanza, il Roan di Palermo, e la Guardia costiera di Lampedusa hanno eseguito il sequestro “probatorio” della nave della Ong tedesca.
“Sequestro probatorio su ipotesi di violazione dell’articolo 12 del testo unico dell’Immigrazione – scrive il procuratore capo di Agrigento: Luigi Patronaggio – . Il mezzo navale è stato posto a disposizione di questa Procura che ne ha disposto, previo sbarco dei migranti, il trasferimento sotto scorta nel porto di Licata. I migranti posti in salvo saranno affidati a personale della Questura di Agrigento per la identificazione e per i necessari atti di polizia giudiziaria. Le indagini proseguiranno sia per l’individuazione di “eventuali” trafficanti di esseri umani coinvolti, sia per la valutazione della condotta della Ong. L’ intera operazione è stata possibile – ha concluso Patronaggio – grazie alla sinergia e alla professionalità , sul mare, degli uomini della Gdf e della Guardia costiera e, su terra, della Questura di Agrigento”.
Un uomo con la schiena dritta che non si fa intimidire.

(da Agrigento notizie)

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SEA WATCH, SBARCANO I MIGRANTI, VINCE LA LEGALITA’, SALVINI SCONFITTO E BEFFATO

Maggio 19th, 2019 Riccardo Fucile

COME LA PROCURA DI AGRIGENTO HA SCONFITTO IL SEQUESTRATORE DI PERSONE CHE STRILLAVA: “SENZA IL MIO PERMESSO NON SBARCA NESSUNO”… SEQUESTRO PROBATORIO (E NON PREVENTIVO) DELLA NAVE, MIGRANTI A TERRA, ORA SI COMPIRANNO I DOVUTI ACCERTAMENTI A TUTTO CAMPO (ANCHE SUL COMPORTAMENTO DEL VIMINALE)

La Guardia di finanza è salita a bordo della Sea Watch 3, da ieri all’ancora poco fuori il porto di Lampedusa, allo scopo di sequestrarla.
Ma si tratta di un sequestro probatorio solo al fine di stabilizzare la situazione e compiere i dovuti accertamenti disposto dalla procura di Agrigento che già  due giorni fa aveva aperto un’inchiesta senza indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Un modo per sbloccare la situazione nonostante il no del ministro dell’Interno Salvini a concedere il «porto sicuro» alla nave della Ong tedesca che mercoledì scorso aveva recuperato 65 migranti al largo della Libia, dei quali 47 sono ancora a bordo.
«La magistratura faccia come crede – dicono fonti del Ministero dell’Interno – ma il Viminale continuerà  a negare lo sbarco a quella nave fuorilegge. Dal comandante è lecito attendersi indicazioni precise sui presunti scafisti a bordo».
Peccato che nave non sia fuorilegge, solo un diffamatore seriale può definire scafisti i membri dell’equipaggio e che a bordo non esistono reali scafisti fino a prova contraria.
Con il sequestro, la magistratura ha anche ordinato il trasbordo dei migranti sulle navi della Guardia di finanza e della Guardia costiera, per lo sbarco a Lampedusa e il loro trasferimento nell’hotspot pare di Licata.
Stamattina l’Unione delle chiese protestanti e valdesi aveva dato la propria disponibilità  ad accogliere una parte dei migranti.
Il comandante Centore, che in passato è stato in servizio nella Guardia costiera italiana, poco prima aveva detto che se entra stasera non sarebbe stato consentito ai 47 migranti rimasti a bordo di sbarcare, lui avrebbe dormito con loro sul ponte della nave: «Non è una provocazione ma un atto di solidarietà  – aveva spiegato -. Non mi capacito di come vengano trattati, sono esseri umani come me».
La porrtavoce italiana della Ong, Giorgia Linardi, dal canto suo aveva appena twittato: «Auspichiamo una soluzione con autorizzazione e immediata ricollocazione su scala europea, entro la fine della giornata».
Dalla Ong in giornata erano trapelate voci secondo le quali entro stasera la nave sarebbe comunque entrata in porto, anche se solo su iniziativa e sotto repsonsabilità  del comandante Centore. E non si esclude che proprio questa determinazione abbia accelerato l’iniziativa della magistratura.
La presa di posizione del Viminale non ha quindi fermato il magistrato. Secondo le ultime informazioni le motovedette della Finanza stanno per caricare a bordo i migranti e sbarcarli a Lampedusa.

(da agenzie)

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ESPOSTO ALLA PROCURA DI AGRIGENTO: “DARE ORDINE DI SBARCO IMMEDIATO PER MOTIVI UMANITARI”

Maggio 19th, 2019 Riccardo Fucile

LEGAMBIENTE: “COME NEL CASO DICIOTTI VALUTARE GRAVI CONDIZIONI DI SALUTE A BORDO E PROCEDERE SECONDO LE NORMATIVE INTERNAZIONALI”… TRATTENERLI POTREBBE PORTARE AL REATO DI SEQUESTRO DI PERSONA AGGRAVATO

“Coerentemente con quanto già  fatto per la Nave Diciotti e per la stessa Sea Watch, Legambiente Sicilia presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Agrigento, chiedendole di verificare, analizzare e valutare   le dichiarazioni del comandante della nave e della portavoce circa i pericoli che corrono le persone a bordo”.
Inizia così una nota stampa inviata dall’associazione ambientalista che interviene, appunto, nel dibattito già  “feroce” sulla possibilità  di far attraccare la nave carica di migranti recuperati in acque internazionali.
A lanciare l’allarme ero stato ieri il medico di bordo, il quale aveva segnalato che le persone trasportate si dichiaravano pronte anche al suicidio e le stesse erano anche in cattive condizioni di salute complessive.
Legambiente chiede in particolare alla Procura “di verificare lo stato di salute delle persone e, qualora, come noi riteniamo, dovessero riscontrare la veridicità  di quanto affermato, e secondo le normative internazionali e comunitarie, di procedere all’ordine di sbarco immediato, nel porto di Lampedusa, per motivi umanitari”.

(da agenzie)

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SEA WATCH, LE CHIESE PROTESTANTI MANDANO IN TILT IL GOVERNO: “SIAMO DISPONIBILI AD ACCOGLIERLI TUTTI”

Maggio 19th, 2019 Riccardo Fucile

IL SEQUESTRATORE DI PERSONE VUOLE TENERLI   IN OSTAGGIO FINO AL GIORNO DELLE ELEZIONI PER ESIBIRNE LO SCALPO ALLA FOGNA RAZZISTA, IL M5S IRRITATO… E’ ORA CHE INTERVENGA LA MAGISTRATURA: DI FRONTE ALLA REITERAZIONE DI REATO PER I CITTADINI COMUNI C’E’ IL MANDATO DI ARRESTO

“Adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio”. Ancora non si è affievolito l’eco del monito di padre Spadaro, gesuita vicinissimo a papa Francesco, sul rosario tra le mani di Matteo Salvini sul palco sovranista di Milano, che ecco un altro cortocircuito scuote la cristianità  e il roboante ministro dell’Interno.
“Mettiamo a disposizione le nostre strutture e quelle delle chiese sorelle d’Europa per accogliere i migranti della Sea Watch”. Il pastore Luca Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche Italia ha teso la mano e offerto una soluzione per sbloccare l’empasse sulla nave che da giorni stanzia a un passo dalle acque territoriali italiane, una quarantina di migranti a bordo.
La stessa via d’uscita che offrì la Cei per la Diciotti, consentendo insieme lo sbarco e la possibilità  al segretario della Lega che nessuna persona avrebbe gravato sui contribuenti italiani.
Eppure la situazione si è ulteriormente incartata. Perchè secondo fonti qualificate consultate da Huffpost, la risposta del Viminale non sarebbe stata positiva: “Chiedete a Conte”.
Un gioco allo scaricabarile su chi deve assumersi la responsabilità  di sbloccare una vicenda in una fase di stallo assoluto.
“Sono in contatto con il premier – ha spiegato Di Maio – prima di farli sbarcare dobbiamo avere la certezza della redistribuzione”. Una posizione ufficiale che si mantiene in linea con quella tenuta in tutte le altre situazioni di crisi.
Ma dalla war room 5 stelle trapela l’irritazione per il mancato assenso di Salvini alla proposta delle Chiese evangeliche.
Il sospetto è che si voglia scaricare su Palazzo Chigi la decisione, salvo poi avere buon gioco per attaccarla ad uso elettorale. “Fosse per il ministro dell’Interno – spiega una fonte di governo – la nave rimarrebbe lì fino al giorno delle elezioni”.
Un’iperbole, ma nemmeno troppo dopo il “costi quel che costi il barcone non attracca e gli immigrati non scendono” tuonato da Salvini in mattinata.
Il livello di tensione è altissimo. I M5s per la prima volta temono che l’alleato tiri la corda per rompere. Dopo qualche giorno di evidente difficoltà , la grancassa in camicia verde è tornata a battere con forza.
Dopo i fischi sovranisti a Bergoglio, ecco la replica al direttore della Civiltà  Cattolica: “Il confronto con le altre culture è possibile solo riscoprendo la nostra storia e riscoprendo i nostri valori, come per altro detto negli ultimi decenni da tutti i Santi padri”. Una critica tout court al pontificato di Francesco. Poi il sostanziale niet agli evangelici. L’etica protestante e lo spirito dei gialloverdi.

(da “Huffingtonpost“)

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CAPITAN NUTELLA ORA DICHIARA GUERRA PURE ALL’ONU, CRONACHE DAL REPARTO PSICHIATRIA

Maggio 19th, 2019 Riccardo Fucile

LE ACCUSE DELL’ONU SONO REALI E CIRCOSTANZIATE, SALVINI FACCIA LA VALIGETTA CON LO STRETTO NECESSARIO E SI CONSEGNI AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE

L’augurio è che l’autorevole Onu “dedichi le energie all’emergenza umanitaria in Venezuela, anzichè fare campagna elettorale in Italia”.
Sono queste le considerazioni che fonti ufficiali del Viminale hanno affidato ai giornalisti in replica alla lettera ufficiale che Beatriz Balbin, capo delle Special procedures dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, ha inviato all’ambasciatore italiano all’Onu Gian Lorenzo Cornado e dunque al ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.
Una risposta che apre un nuovo fronte di conflittualità  fra il governo Conte e le Nazioni Unite, su un tema delicato come quello del controllo delle frontiere e della gestione dei flussi migratori.
Anche perchè quella dell’Alto Commissariato è una ricostruzione precisa e seria dei fatti di questi mesi. Una lettera di undici pagine che contiene un’analisi molto critica nei confronti delle politiche in materia di immigrazione del governo Conte e in particolare delle scelte operate dal ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Durissima la posizione dell’ONU, ad esempio, sulla possibilità  che nel decreto sicurezza — bis (in discussione in questi giorni e oggetto del prossimo Consiglio dei ministri) compaia la norma che ampli la possibilità  di multare chi opera soccorso in mare, con cifre fino a 5000 euro per ogni vita umana portata in salvo.
Deciso anche il no alla direttiva emanata da Salvini il 15 aprile, destinata a colpire la nave Mare Jonio, impegnata nella search and rescue dei migranti nel Mediterraneo.
La missiva fa seguito alle sollecitazioni inviate nel 2018 e completamente ignorate dal Viminale (ricordiamo che l’ONU si limita a “raccomandazioni”) e contiene considerazioni e dati con i quali l’ONU fa a pezzi l’intera piattaforma ideologico — politica alla base delle scelte operate dal governo italiano in materia di politiche migratorie.
In primo luogo, l’Alto Commissariato per i diritti umani ribadisce che le attività  di search and rescue nel Mediterraneo non possono in alcun modo essere presentate all’opinione pubblica nè essere valutate come una violazione delle legislazioni nazionali in materia di controllo delle frontiere, perchè “il diritto alla vita” prevale su ogni cosa e il soccorso in mare di vittime di naufragio in alcun caso può essere punito.
Peraltro, in una fase in cui il governo italiano ha più che dimezzato l’impegno per la salvaguardia delle vite in mare, la presenza delle ONG appare indispensabile e, anzi, “lo stato dovrebbe facilitare l’azione delle organizzazioni umanitarie”, piuttosto che ostacolarle.
C’è un altro passaggio particolarmente rilevante nella lettera inviata al governo italiano, che possiamo tradurre più o meno così: Salvini deve smetterla di utilizzare lo spauracchio del terrorismo per negare de facto il diritto di chiedere asilo nel nostro Paese e per criminalizzare tutti i migranti che si trovano in situazione di grande vulnerabilità  (tanto più in assenza di dati certi sul legame tra sbarchi e ingresso di potenziali terroristi in Europa).
Allo stesso modo, il ministero dell’Interno non può utilizzare il contrasto al traffico di uomini come una leva per negare i diritti delle persone che attraversano il Mediterraneo.
Sul punto, la posizione dell’Alto Commissariato è chiarissima e spazza via mesi di propaganda governativa: “La direttiva di Salvini asserisce che tramite l’esternalizzazione del controllo delle frontiere, sarà  condotta una lotta più efficiente contro il traffico di esseri umani, danneggiando le reti dei trafficanti e riducendo gli incentivi per l’immigrazione irregolare. Questo approccio appare come un utilizzo strumentale della lotta ai trafficanti di uomini, perchè policy più restrittive servono solo ad aumentare la vulnerabilità  dei migranti e la forza dei trafficanti, piuttosto che a proteggere le potenziali vittime della tratta”
Di fronte a critiche così articolate e importanti sul piano politico, il Viminale ribadisce che “il decreto sicurezza bis è necessario, urgente e tecnicamente ineccepibile”, che la multa “per chi favorisce l’ingresso non autorizzato di immigrati è già  presente da tempo nell’ordinamento italiano” (omettendo di dire che riguarda altre casistiche e che, appunto, il problema è l’estensione ai salvataggi delle ONG, ndr) e che probabilmente l’ONU avrebbe dovuto parlare prima con il ministero dell’Interno e poi con la stampa (anche se poi la missiva è stata consegnata prima all’ambasciatore italiano…).
Avranno trasferito il reparto di psichiatria?

(da “Fanpage”)

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SALVINI VOLEVA MANDARE LA SEA WACHT IN TUNISIA SENZA NEANCHE AVER SENTITO IL GOVERNO TUNISINO, SIAMO ALLA FARSA

Maggio 19th, 2019 Riccardo Fucile

LA PORTAVOCE DI SEA WATCH: “MAI VISTO INDICARE DESTINAZIONI VIA TWITTER”

Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, spiega oggi in un’intervista rilasciata a Fabio Tonacci su Repubblica che il ministro dell’Interno li ha mandati in Tunisia via Twitter:
Entrando nelle acque italiane, e violando il divieto del Viminale, avete voluto provocare Salvini?
«Ma quale provocazione! È stato un atto di responsabilità . Ci sono norme internazionali, recepite anche dall’ordinamento italiano, che ci tutelano. Il comandante ha fatto una valutazione di carattere umanitario, per cui ha ritenuto che l’emergenza a bordo superasse il divieto. Pure le condizioni del mare suggerivano di fare rotta verso Lampedusa».
Perchè non in Tunisia?
«Salvini ha parlato di mandarci lì, ma solo via twitter, non c’è stato alcun contatto ufficiale. Nessun paese costiero si è assunto la responsabilità  del coordinamento dell’intervento. Neanche l’Olanda, il nostro stato di bandiera, che pure attraverso il ministero dei trasporti ci ha detto di contattare la Tunisia».
L’avete letta l’ultima direttiva del Viminale? «Quella “ad navem” contro Sea Watch?
«Ci è stata notificata la notte del 17 maggio, quando ci stavamo avvicinando a Lampedusa. Fa parte di un piano per istituzionalizzare l’omissione di soccorso e criminalizzare il dovere di aiutare».
Salvini sostiene di aver azzerato le morti in mare.
«Ha azzerato i testimoni, invece. Ci sono meno sbarchi, ma in proporzione i morti sono aumentati».
Il governo ha mai cercato un contatto con Sea Watch?
«Mai. Solo insulti a mezzo stampa. Ci chiamano trafficanti, scafisti… ormai la politica si è abituata a usare definizioni del genere, a banalizzare certe falsità »

(da “NextQuotidiano”)

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