Maggio 26th, 2019 Riccardo Fucile
VOLANO I VERDI, SOVRANISTI SOLO SESTO GRUPPO, SUCCESSO DEI LIBERALI
Boom dei verdi, che in Germania superano la Spd e nel nuovo Parlamento conquistano 69 seggi (ne avevano 52).
I sovranisti si fermano dieci seggi sotto al previsto
Le famiglie politiche tradizionali – Popolari e socialisti – perdono consensi, ma ne conquistano di nuovi i liberali e soprattutto i verdi, che sorprendono sia in Germania che in Francia.
L’ultima proiezione del Parlamento europeo, diffusa alle 21.23 e basata sugli exit poll, assegna ai Popolari 177 seggi nel nuovo Parlamento europeo, ai socialisti e democratici 147, ben 69 ai verdi, che nella passata legislatura ne avevano 52 e 101 alla formazione che raggruppa l’Alde (che da sola aveva 62 seggi nel precedente Parlamento) e l’En Marche di Macron.
Il gruppo sovranista fondato da Matteo Salvini, l’Europa delle nazioni e della libertà , conquisterebbe 57 seggi, i conservatori e riformisti – a cui aderiscono i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni – 58.
(da agenzie)
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Maggio 26th, 2019 Riccardo Fucile
SIAMO ALLA FOLLIA, PUR DI DIFFONDERE ODIO L’ITALIA FINISCE ISOLATA IN EUROPA
Nell’ottica di renovatio che sta portando avanti in Rai il presidente sovranista scelto dalla Lega
Marcello Foa con l’aiuto decisivo del MoVimento 5 Stelle riveste un ruolo di primo piano il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano.
Portato in viale Mazzini da un nome che è sicura garanzia di qualità (Augusto Minzolini), l’ex iscritto al Fronte della Gioventù, da quando è diventato direttore del Tg2, ha collezionato un’importante serie di successi: ha dichiarato guerra alla Francia, se l’è presa con Fazio che non intervistava bene Macron ed è stato diffidato dall’Agcom per plurime e continuate violazioni della par condicio.
Oggi è il momento di superare un altro ostacolo nella resistibile ascesa dei sovranisti a viale Mazzini: l’ambasciata di Svezia in Italia ha inviato al telegiornale e pubblicato sulla sua pagina facebook una richiesta di rettifica piuttosto puntuta dopo un servizio andato in onda il 22 maggio scorso e firmato dall’inviata Manuela Moreno.
Cosa racconta il servizio, pubblicato alla vigilia delle Europee affinchè fischiassero le orecchie agli elettori prima del voto?
In primo luogo che “un paese accogliente ha dovuto fare i conti con un’immigrazione incontrollata” (questa l’avete già sentita, vero?), “un modello che ha fallito ha specchio”, perchè “alcune zone sono totalmente fuori controllo”, visto che ci sono “oltre sessanta quartieri come questo, detto Mogadiscio, dove vige la sharia“, c’è “una criminalità in forte crescita e il più alto numero di stupri d’Europa”.
Il servizio prosegue spiegando che la polizia “non fornisce dettagli e nazionalità di chi commette i crimini”. Segue dichiarazione in voce di David Thurfjell, professore di storia delle religioni alla Sodertorns University, il quale afferma che “al momento non esiste una legge che vieti di essere un foreign fighter” — e vabbeh — “non è illegale in Svezia essere membro di un’organizzazione terroristica” (LOL). Casualmente, quello che dice il servizio del Tg2 ricalca una serie di dichiarazioni di Trump sulla Svezia.
Insomma, un’interessante serie di colorite affermazioni che varrebbe la pena di factcheckare. E l’ambasciata di Svezia ieri ha deciso di farlo, segnalando che quella della sharìa è ovviamente una fregnaccia:
Per esempio nel servizio si parla di oltre 60 quartieri “totalmente fuori controllo”, dove la polizia non entra e dove vige la sharia, la legge islamica.
“Questa descrizione corrisponde a quelle che vengono comunemente definite “no go zones”. Non esistono “no go zones” in Svezia. Come nella maggior parte delle grandi città esistono aree socialmente vulnerabili dove, al contrario di ciò che si afferma nel servizio, è stata rafforzata la presenza della polizia negli ultimi anni. Queste aree sono una priorità assoluta per il governo svedese che ha stanziato considerevoli fondi per sovvenzionare progetti per favorire l’inserimento sociale in queste aree. Per esempio con attività rivolte ai bambini e ai giovani, investimenti nell’istruzione, maggiore sicurezza, aumento dell’occupazione. Desideriamo inoltre precisare che in Svezia viene applicata la legge svedese in tutto il paese e la legge è uguale per tutti. Non esistono aree dove viene applicata la legge della sharia.”
E poi ricordando perchè il numero di stupri in Svezia è così alto: si tratta di una questione statistica:
La statistica in questo caso dà un immagine errata della situazione. Il malinteso nasce da tre fattori principali. In Svezia ogni atto di violenza sessuale viene registrato come una denuncia a sè stante. Una denuncia può contenere un gran numero di stupri, come per esempio chi denuncia di essere stato violentato più volte dalla stessa persona.Anche in questi casi la polizia deve registrare ogni atto di violenza come un singolo crimine. Un altro fattore che contribuisce al malinteso è la nuova legge sul consenso esplicito, entrata in vigore nel 2018 e che sancisce che il sesso se non è consensuale è illegale, quindi passibile di denuncia. Inoltre la definizione giuridica svedese di cosa è considerato stupro è più ampia che nella maggior parte degli altri paesi e le persone vengono incoraggiate a denunciare le violenze. Per questi motivi la frequenza delle denunce è molto alta e tante persone hanno il coraggio di denunciare le violenze, ritenendo lo stato intenzionato ad aiutarle e in grado di farlo.
Con il record di beccarsi una smentita persino dall’ambasciatore, il Tg2 supera i confini della fregnaccia toccati soltanto all’epoca del pentapartito, quando era appaltato al Partito Socialista.
Il bello è che può peggiorare ancora. E molto.
(da “NextQuotidiano“)
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Maggio 26th, 2019 Riccardo Fucile
L’INVITO AI FALLOWER A RENDERE PUBBLICO IL VOTO
Altro che silenzio elettorale. Da questa mattina il leader leghista Matteo Salvini è attivissimo sui suoi profili social.
Con una raffica di tweet, invita i suoi follower non solo a votare Lega, ma anche a diffondere la propria scelta, in aperta violazione non solo del silenzio elettorale, ma anche del principio di segretezza del voto.
″#OggiVotoLega, diffondiamo!”, scrive il vicepremier su Twitter. “Avete la tessera elettorale? Se l’avete persa potete rifarla oggi in Comune. Oggi si vota anche per eleggere i sindaci di quasi la metà dei Comuni italiani, per il presidente della Regione Piemonte e per rinnovare due deputati in Trentino”.
E ancora: “Buona domenica amici, oggi voto Lega e facciamo insieme la storia!”. E giù video e post, tutti rigorosamente con l’hashtag #OggiVotoLega.
Il Codacons ha annunciato di voler presentare anche un esposto all’Agcom per oscurare gli account dei politici che non hanno il silenzio
“‘Il silenzio elettorale è stato violato”: mentre le Elezioni europee 2019 entrano nel vivo arriva la denuncia del Codacons.
Secondo l’associazione dei consumatori “Nonostante la legge imponga in queste ore il silenzio elettorale, partiti e politici si sono scatenati su web e social network lanciando messaggi agli elettori, in piena violazione della normativa vigente”.
”Abbiamo presentato un esposto all’Agcom e alla Polizia Postale affinchè sia aperta una istruttoria nei confronti dei trasgressori chiedendo di intervenire da subito oscurando gli account di quegli esponenti politici che hanno lanciato messaggi agli elettori in barba ai divieti”.
La polemica investe il titolare del Viminale. “Salvini, ministro dell’Interno, dovrebbe dare l’esempio rispettando il silenzio elettorale che invece sta violando – scrive Matteo Renzi su Twitter -. Non utilizzo il suo stesso metodo facendo propaganda, gli ricordo solo le figuracce che l’Italia ha fatto per colpa di parlamentari assenteisti come lui” twitta Renzi postando il video di alcuni anni fa, quando Salvini era eurodeputato, in cui il vicepremier fu accusato di essere un ‘fannullone’ dal socialista belga, Marc Tarabella, per l’assenteismo a Strasburgo.
L’affondo su Twitter arriva anche da Laura Boldrini: “Abbiamo un ministro dell’Interno che non lavora, sempre in giro a fare comizi. Poteva sfruttare questa occasione per sbrigare qualche pratica. E invece no, viola il silenzio elettorale e come al solito passa la giornata a twittare”.
(da agenzie)
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Maggio 26th, 2019 Riccardo Fucile
FALSIFICAVA BUONI SPESA PER LE PERSONE CELIACHE, UNA TRUFFA DA DUE MILIONI DI EURO
Giuliano Castellino, leader romano di Forza Nuova accusato di aver aggredito i giornalisti de
l’Espresso, è stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, insieme ad altre otto persone. Racconta oggi Repubblica Roma:
La vicenda è quella che riguarda i buoni spesa per le persone celiache. Una truffa da quasi due milioni di euro, di cui un milione e 300mila elargiti dalla Regione Lazio. Castellino per questa vicenda è stato arrestato a luglio del 2018 insieme al suo socio Giorgio Mosca.
I due, titolari di tre punti vendita di prodotti alimentari per celiaci, avrebbero falsificato buoni del valore tra i 90 e i 145 euro ciascuno per ottenere rimborsi dal sistema sanitario regionale.
I falsi buoni accumulati avrebbero portato nelle tasche del leader di FN e dell’imprenditore Mosca, tra maggio del 2016 e novembre del 2017, la cifra monstre contestata.
A dare il via alle indagini condotte dai carabinieri del Nas, coordinati dal pm Alberto Pioletti, sono stati i dirigenti di quattro diverse aziende sanitarie locali che hanno segnalato l’esistenza di documentazione grossolana e palesemente falsa, all’insaputa di medici e pazienti.
A far scattare le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, sono state le segnalazioni arrivate dai dirigenti di quattro Asl che si erano accorti dei documenti palesemente falsi consegnati dagli indagati.
Grazie all’intervento degli inquirenti è stato bloccato il rimborso di altri 600mila euro che i due imprenditori, accusati di falso, truffa e tentata truffa, stavano per presentare. La truffa sarebbe nata infatti dall’idea di copiare buoni veri che persone affette da celiachia avevano presentato nei due esercizi commerciali gestiti da Castellino e Mosca per acquistare prodotti alimentari.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 26th, 2019 Riccardo Fucile
QUESTA SAREBBE L’ITALIA “CIVILE” CHE TEME “L’INVASIONE” DA PARTE DEGLI STRANIERI… MA LA POLIZIA DI SALVINI PERCHE’ NON E’ INTERVENUTA A IDENTIFICARE GLI AUTORI DEL REATO? FORSE ERANO INTENDI A MONITORARE GLI STRISCIONI SUI BALCONI?
Giulia Nicastro, ventiduenne con una quarantina di partite sulle spalle, mercoledì scorso sul campo della Gazzera a Mestre nel torneo Sottana per Giovanissimi tra Treporti e Miranese si è presa una serie di insulti dai genitori dei ragazzini.
Lo racconta Il Gazzettino:
Una ventina di genitori dei ragazzini del Treporti si è scagliata sin dal fischio d’inizio contro l’arbitro, offendendola e invitandola a dedicarsi al “mestiere più antico del mondo” piuttosto che calcare i campi da calcio.
Un comportamento incivile che non trova alcun aggancio con eventuali precedenti torti subiti — non avendo mai arbitrato Nicastro i ragazzini litoranei — e che ha colpito sia la dirigenza della Miranese sia i componenti del team organizzatore che ha tutelato e sostenuto sia nell’intervallo sia a fine gara l’arbitro.
Ma da parte di dirigenza e staff del Treporti nessun intervento immediato per richiamare i propri tifosi alla ragione.
Poi è successo anche qualcos’altro:
E così in un clima incandescente con il gruppo di genitori scatenato contro l’arbitro, in uno dei giovani giocatori del Treporti è maturata la convinzione che tutto fosse concesso. Al momento dell’esecuzione di un calcio d’angolo il quattordicenne si è abbassato i pantaloncini in mezzo al campo sfidando apertamente Giulia Nicastro: «Vediamo se hai il coraggio di espellermi oppure…» e qui l’invito a pratiche sessuali. Immediato il rosso per il treportino, cosa che ha fatto crescere ancor di più i toni dei genitori-ultras.
A fine gara perfino uno dei giovanissimi della Miranese si è diretto verso il settore occupato dai genitori avversari, rimproverandoli per il comportamento incivile.
(da agenzie)
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Maggio 26th, 2019 Riccardo Fucile
PAZIENZA ASSEGNARE L’AZIENDA ALL’UNICO CHE PRESENTA UN’OFFERTA, MA POI OCCORRE VIGILARE SUL RISPETTO DEGLI IMPEGNI, NON CHIUDERE GLI OCCHI
Siccome in ogni tragedia si nasconde una commedia, ieri il dramma dei lavoratori di Mercatone
Uno è stato sfruttato dalla politica per fare campagna elettorale. E allora proviamo a raccontare la storia del fallimento di Mercatone Uno, per delineare i contorni di una brutta storia in cui, come dicevano i Sex Pistols, nessuno è innocente.
Mercatone Uno è passata nel maggio 2018 alla Shernon Holding per volere dei tre commissari (Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari) nominati dal ministero dello Sviluppo nel 2015 (all’epoca era guidato da Federica Guidi, la decisione venne presa da Carlo Calenda), dopo tre bandi di vendita andati deserti e la cassa integrazione per 3mila dipendenti, eredità della gestione dei precedenti proprietari, Cenni e Valentini, sotto processo a Bologna per aver distratto, secondo l’accusa, fondi della società per dirottarli in due veicoli sociali in Lussemburgo.
La società attualmente perde 5-6 milioni di euro al mese e, ricorda il Corriere, ha “omesso il pagamento degli oneri previdenziali per oltre 8,7 milioni, non ha rimborsato i creditori per 60 milioni e non ha onorato neanche le pendenze con l’amministrazione straordinaria dopo aver corrisposto solo 10 dei 25 milioni pattuiti, frutto della vendita del magazzino. Si fa strada l’ipotesi di bancarotta fraudolenta per gli amministratori”.
Carlo Festa sul Sole 24 Ore spiega oggi che la dichiarazione di fallimento è stata presa dal Tribunale di Milano per venire incontro alle richieste dei fornitori e per preservare l’azienda da un dissesto maggiore: in meno di otto mesi sotto la nuova gestione l’azienda ha infatti accumulato 90 milioni di buco e il rischio era che l’emorragia finanziaria continuasse senza poter essere più controllabile.
Il 23 maggio i fornitori hanno chiesto il fallimento e suggerito una strada per il salvataggio simile a quella di Parmacotto, mentre la procura della Repubblica ha evidenziato che Shernon Holding (inizialmente controllata da una holding maltese) fin dall’inizio era sembrato soggetto con scarse risorse finanziarie:
Ma c’è un filone, uscito nell’udienza, che necessiterà di un approfondimento nelle opportune sedi: l’amministrazione straordinaria ha infatti ceduto l’azienda alla Shernon Holding, società controllata a quel tempo da una finanziaria maltese al 100 per cento. L’amministratore delegato della Shernon, Valdero Rigoni, — è stato ricordato in udienza — era tuttavia già stato amministratore di una società dichiarata fallita da parte del Tribunale di Vicenza nel 2014.
Inoltre secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica, l’amministrazione straordinaria avrebbe ricevuto 10 milioni dalla Shernon: ma questi 10 milioni sarebbero arrivati dalla cessione da parte della Shernon del magazzino di Mercatone Uno a una società americana (con un guadagno di 8 milioni da parte di quest’ultima) e non da fondi nella disponibilità della stessa Shernon. Inoltre nei mesi di gestione la Shernon avrebbe accumulato 10 milioni di debiti verso l’erario, con 60 milioni di debiti verso fornitori. Non sarebbe stata versata l’Iva, come le ritenute d’acconto sui lavoratori.
Ecco quindi che si capisce il primo problema: i commissari, e quindi il ministero e quindi il ministro (Carlo Calenda), hanno scelto un imprenditore che non forniva garanzie e non aveva liquidità per affrontare una sfida del genere.
Ma da dire c’è anche altro. La crisi di Mercatone Uno è stata seguita con grande attenzione dal MoVimento 5 Stelle, che fin dall’inizio ha impegnato parlamentari e attivisti nella vigilanza. Purtroppo poi Luigi Di Maio è diventato ministro. E mentre la situazione si andava facendo via via più difficile, i parlamentari del MoVimento 5 Stelle hanno curiosamente perso la voce sulla questione.
Eppure le cose succedevano lo stesso: «Questo imprenditore è stato scelto dal ministero: il suo piano industriale, le garanzie, e i partner sono stati vagliati e autorizzati dal ministero. Ci sta che il Governo, in quel dato momento, abbia valutato la proposta di Rigoni come la migliore, ma da quando abbiamo fatto l’accordo a giugno per la cessione del plesso aziendale sono passati nove mesi e in questi nove mesi un comitato di sorveglianza del ministero doveva vigilare, però non lo ha fatto» ha dichiarato il mese scorso all’agenzia DIRE Stefano Biosa, della Filcams-Cgil di Bologna.
E di avvisaglie ce n’erano state diverse. A febbraio c’era stato un incontro con Shernon in cui era stata prospettata una ricapitalizzazione; se ne sarebbe dovuto capire di più in un altro summit il 5 aprile. Un altro tavolo era fissato per il 2 aprile a Roma ma è slittato.
Al MISE a quanto pare la cosa non ha destato sospetti. Anche perchè — ricorda Biosa — «su questa azienda sono stati spesi milioni di euro di soldi pubblici in ammortizzatori sociali».
Mentre i suoi ascari ieri cercavano di addossare tutta la colpa a Calenda (il quale ha invece la colpa di aver assegnato all’unico che si è presentato l’azienda anche se era evidente che non aveva i mezzi economici per sostenerla), il ministro Di Maio dimostrava tutta la sua inadeguatezza al ruolo che ricopre .
Di Maio infatti si comporta come una segretaria che anticipa o posticipa gli impegni in base alla necessità di dire qualcosa alla pubblica opinione per buttarle fumo negli occhi mentre si va a votare.
Il punto, come capirebbe anche un deficiente dotato di tessera elettorale (ma su questo non bisogna mettere la mano sul fuoco…), è che lui doveva vigilare prima, non anticipare dopo.
Mercatone Uno rappresenta un fallimento bipartizan della politica italiana. Ma per fortuna adesso ha detto Salvini che ci metterà le mani lui. Così dalla tragedia al disastro sarà un attimo.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 26th, 2019 Riccardo Fucile
ANCHE LA SLOVACCHIA ISOLA GLI ESTREMISTI RAZZISTI
I liberali di centrosinistra di Progressive Slovakia (Ps) della neo-presidente Zuzana Caputova hanno vinto le europee in Slovacchia, secondo i dati diffusi dal quotidiano ‘Dennik’.
Sconfitta per i socialdemocratici dell’ex premier Robert Fico, al 15% contro il 24% di cinque anni fa. L’estrema destra si afferma come terza forza politica.
Secondo i dati non ufficiali diffusi dal quotidiano Dennik, la Coalizione della Slovacchia progressista sarebbe al primo posto con il 20 per cento delle preferenze, mentre al secondo posto è dato Smer con il 15,7 per cento dei voti.
Conquista il terzo post il Partito popolare di Slovacchia nostra con il 12,1 per cento. Al 9 per cento il Movimento dei cristiani democratici, seguiti da Libertà e Solidarietà al 9,6.
(da agenzie)
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Maggio 26th, 2019 Riccardo Fucile
RAINER MARIA WOELKI SI SCAGLIA CONTRO I SOVRANISTI RAZZISTI
In Italia la chiesa si è ribellata contro l’ostentazione abusiva di rosari e vangeli fatta dagli
spacciatori di odio che calpestano i valori cristiani.
Anche in Germania le gerarchie cattoliche non sopportano l’estrema destra razzista e xenofoba: “I ciarlatani narcisisti e ultranazionalisti che agiscono per il proprio tornaconto e parlano molto del popolo, ma non vogliono servirlo, non sono nessuna alternativa per me, nè per la Germania nè per l’Europa”.
Rainer Maria Woelki, cardinale di Colonia, attacca senza mezzi termini il partito di estrema destra AfD in un’intervista all’emittente Domradio.
Il cardinale, che guida la più grande diocesi tedesca, nel giorno delle elezioni europee si è rivolto in maniera esplicita ai fedeli con un appello: “Rafforzate le basi di questa casa con il vostro voto in modo da poter continuare a vivere in un’Europa libera e democratica in futuro”.
(da Globalist)
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Maggio 26th, 2019 Riccardo Fucile
SONO OTTO GLI AGENTI IDENTIFICATI PER IL PESTAGGIO DEL GIORNALISTA: SONO DEL REPARTO MOBILE DI BOLZANETO, NON ERANO DI FUORI GENOVA
“I poliziotti del reparto mobile che hanno ferito il giornalista Stefano Origone indossavano delle maschere anti gas ma ho visto E lo hanno colpito con i manganelli anche dopo averlo fermato, quando ormai era inerme”.
Sono le prime indiscrezioni sulla relazione di servizio del vice questore Giampiero Bove che ha soccorso e protetto il giornalista Stefano Origone ferito in più parti del corpo durante gli scontri divampati giovedì scorso in piazza Corvetto in occasione della manifestazione di CasaPound.
Bove non è stato tenero con i colleghi affermando che quando ha riconosciuto Origone si è gettato sopra di lui per ripararlo da altri colpi gridando a tutti di fermarsi perchè era un giornalista.
Poi siccome il cronista era molto scosso, quasi terrorizzato, l’abbracciato e l’ha rassicurato gridandogli ‘sono Giampiero, stai tranquillo, stai tranquillo’. Solo allora si è calmato”.
Cinquantuno anni, una lunga esperienza come dirigente o funzionario fra i commissariati, da Chiavari, Rapallo e San Fruttuoso, Bove era in servizio anche al G8 del 2001, ma non è stato sfiorato dalle inchieste sulle violenze: «Io non sono un eroe, credo che siamo addestrati per atterrare e immobilizzare una persona quando serve. A quel punto, se chi hai di fronte non resiste, non c’è bisogno di dare una seconda manganellata. Io sono di questa opinione, sono fatto così, ma non siamo tutti uguali.”
Fanno tutti parte del VI Reparto Mobile di Genova- Bolzaneto.
Otto nomi sono già sotto l’attenzione del pm Gabriella Dotto a cui è stata assegnata l’inchiesta per lesioni personali. La lista degli otto agenti è stata fornita dallo stesso Bove, che ieri pomeriggio è salito a Palazzo di Giustizia ed è stato interrogato come testimone.
Nei video acquisiti dalla polizia e dalla magistratura si vedono gli otto uomini accanirsi su Stefano già a terra. Uno degli agenti è inquadrato in viso; un altro non ha in mano un manganello, ma imbraccia un fucile di quelli che sparano lacrimogeni. Un altro ancora non è in tenuta antisommossa, ma in abiti borghesi con una felpa grigia. Non fa parte della squadra, ma del ” dispositivo di difesa”.
(da agenzie)
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