Maggio 30th, 2019 Riccardo Fucile
PER IL TEDESCO DELLA CDU “CON LUI NON C’E’ PIU’ FIDUCIA”… ORBAN “NON VEDE ALCUNA COLLABORAZIONE CON LUI”, FARAGE: “RESTO NEL GRUPPO EFDD”
Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, gela le aspettative di Matteo Salvini, dicendo che non vi sono molte chance che il suo partito, Fidesz, collabori con le destre del vicepremier italiano Matteo Salvini.
A riferirlo è il portavoce di Orban, Gergely Gulyas, che chiude alla possibilità che Fidesz entri a far parte del gruppo dei sovranisti nel Parlamento europeo.
Si chiarisce, dunque, meglio il risiko delle alleanze al Parlamento Ue: Orban, pur sospeso dal Partito popolare europeo (Ppe), non ha intenzione di lasciarlo, per rinforzare le fila dei nazionalisti euroscettici come Salvini e Le Pen.
Della serie, meglio rimanere sul cavallo vincitore, il Ppe, che alle urne domenica scorsa ha ottenuto il 23,83% (179 voti), e che è protagonista della partita dell’elezione delle nomine, prima fra tutti la presidenza della Commissione, piuttosto che fondersi in un gruppo populista che conta solo 58 seggi.
Anche Nigel Farage, leader del britannico Brexit Party, ha chiuso le porte ad una collaborazione con i sovranisti. Ha respinto le avance delle Lega
«Sono un “leaver”, ma in questo caso sono per restare», ha ribattuto Farage proprio a chi gli chiedeva se lascerà o resterà nel gruppo Efdd con i Cinquestelle. Il britannico ha poi rivelato ai cronisti di aver avuto un «incontro amichevole» con la delegazione M5S.
Seehofe, il ministro dell’interno tedesco, esponente della Csu bavarese e quindi tra i pezzi forti del Ppe, boccia l’alleanza sovranista in Europa, lanciata dal leader del Carroccio che vorrebbe vedere unite Lega, l’AfD di Joerg Meuthen e Rassemblement national di Marine Le Pen.
Horst Seehofer in un’intervista alla Dpa ammette che “dopo l’incontro di Salvini con l’Afd e con Marine Le Pen per me non erano più possibili intese politiche. Almeno non oltre quella che è l’usuale collaborazione tra Stati”, ribadendo che “una base di fiducia praticamente non è più possibile”.
(da agenzie)
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Maggio 30th, 2019 Riccardo Fucile
IL SITO SPECIALIZZATO “PAGELLA POLITICA”: SU 317 PROMESSE MANTENUTE SOLO 37
Si tratta, in percentuale, di un misero 11.1 per cento. Il dato impietoso arriva da un’analisi del contratto condotta dal sito Pagella Politica.
Le promesse sono state suddivise in “mantenute”, “non mantenute” (categoria che comprende quelle per cui è stata presentata in Parlamento una proposta di legge, ma il cui iter di discussione non è ancora iniziato), “in corso” (le promesse per cui il Parlamento o l’esecutivo hanno iniziato un percorso non ancora completato) e “compromesse” (gli impegni in cui il governo ha fatto l’opposto di quanto firmato nel Contratto).
Il computo totale è il seguente: su 317 promesse, 143 non sono state mantenute, 129 sono in corso, 37 sono state mantenute (con una media di una ogni 10 giorni) e 8 risultano compromesse.
Le promesse sono al momento provvedimenti il cui esito finale è tutto da decifrare.
Andando nel dettaglio, sono state mantenute le due principali promesse contenute nel contratto di governo, ovvero il reddito di cittadinanza e Quota 100.
In materia di giustizia, sono state mantenute solo 3 delle 40 promesse del contratto. Solo 3 su 11 anche per quanto riguarda l’Unione europea.
Su università e ricerca, l’80 per cento dei provvedimenti promessi è ancora al palo (14 su 17).
“Nonostante i continui annunci del governo — scrive Pagella Politica — anche per quanto riguarda fisco e banche non è (ancora) stato fatto abbastanza: la flat tax — una misura fortemente promossa dalla Lega — non è stata approvata. Tra immigrazione e sicurezza, più della metà delle promesse (21 su 40) aspetta ancora di vedere significativi passi in avanti. Per esempio, il regolamento di Dublino non è stato riformato, così come non è stato introdotto il ricollocamento obbligatorio dei migranti nei Paesi Ue”.
Solo annunci, per ora, la riforma del salario minimo e la riduzione del cuneo fiscale.
“In 8 occasioni, il governo ha addirittura preso provvedimenti in direzione opposta rispetto a quanto scritto nel Contratto — continua il sito di fact checking — Per esempio, finora il voto dell’Italia in sede europea è sempre stato a favore del rinnovo delle sanzioni alla Russia, e non della loro rimozione. Discorso analogo vale per le accise sul carburante: dovevano essere eliminate, ma la nuova legge di Bilancio per il 2019 ha stabilito che il prossimo anno — se non si troveranno altre coperture — aumenteranno”.
“Così come l’Iva. ‘L’adozione di coraggiose e rivoluzionarie misure di riforma nell’ottica di una riduzione del livello di pressione fiscale’, a un anno dall’insediamento dell’esecutivo, è una promessa ‘Compromessa”’: come ha certificato lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2019 la pressione fiscale è aumentata di nuovo dopo sei anni.
Discorso analogo vale per ‘l’allineamento agli standard di protezione internazionale’: l’eliminazione della protezione umanitaria — entrata in vigore con il “decreto Sicurezza” — va nella direzione opposta, essendo presente in 21 Paesi Ue”.
(da agenzie)
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Maggio 30th, 2019 Riccardo Fucile
DA 18 ANNI NON SI VEDEVANO LACRIMOGENI E ARRESTI IN PIAZZA… GLI ERRORI DELLA GESTIONE DELL’ORDINE PUBBLICO ALIMENTANO LE VIOLENZE… IL 30 GIUGNO ALTRA MANIFESTAZIONE A RISCHIO
Appena dietro a chi ha scelto di fronteggiare la polizia con lanci di oggetti, biglie e petardi, tantissimi genovesi hanno tenuto la piazza nonostante il fitto lancio di lacrimogeni che a più riprese impedivano di vedere e respirare.
E sono rimasti lì anche quando da via Assarotti, con Corvetto chiusa praticamente su tutti i lati, sono partite le cariche verso via Santi Giacomo e Filippo e poi nella stessa piazza Corvetto dove è stato fra l’altro ferito il giornalista Stefano Origone che stava seguendo da vicino l’arresto di un manifestante.
Ma cosa è successo quel giovedì pomeriggio?
Per la prima volta a Genova, dopo anni “scaramucce” tra manifestanti e polizia, ha prevalso la linea dura.
Per questo per la prima volta il tentativo di mediazione della Digos, con la frapposizione fisica del dirigente Francesco Borrè e dei suoi funzionari tra i manifestanti e il reparto mobile, non ha funzionato.
E anche in questo caso la piazza di Genova ha presentato due elementi di novità , che non si vedevano dai tempi del G8: l’utilizzo di lacrimogeni e la scelta degli arresti in piazza.
Il primo fitto lancio di lacrimogeni su via Palestro ha costretto i manifestanti che stavano “attaccando” il fortino e lanciando oggetti all’interno ad allontanarsi. Ma i manifestanti sono tornati e hanno scelto di proseguire l’assedio
Incomprensibile fra l’altro il fatto che il protocollo del reparto mobile preveda che gli alari non siano mai completamente chiusi, consentendo ai manifestanti di arrivare a contatto diretto con gli scudi degli agenti in tenuta antisommossa.
E’ sufficiente guardare i moltissimi video pubblicati in rete per rendersi conto che a restare in piazza sono tante persone delle età più disparate, ragazzini probabilmente alla loro prima manifestazione, mamme con bambini, anziani pure, donne e uomini che almeno dall’aspetto tutto sembrano meno che facinorosi “casseur” (che poi i termini andrebbero usati in maniera appropriata visto che l’unico danno alla città è stato fatto da un lacrimogeno ce ha colpito un’insegna del bar Mangini) ma semplici genovesi.
Non se lo aspettava la polizia che la gente restasse in piazza e continuasse a urlare la sua rabbia perchè di fatto è la prima volta da anni: una piazza compatta
Il secondo errore della polizia è stato quello di scatenare la confusione da un lato chiudendo la piazza dall’altro caricando un folto gruppo di manifestanti fino in via Serra e scatenando la reazione di questi ultimi.
Alcune squadre si sono trovate di fatto in mezzo ai manifestanti divisi in due e in parte saliti sulle scale dell’Acquasola. L’obiettivo della polizia, che aveva “puntato” alcuni manifestanti che in via Palestro si erano resi responsabili di episodi violenti, era arrestarne qualcuno.
Anche questo non accadeva dal 2001 visto che in altri cortei passati pur carichi di tensione, alle forze dell’ordine non era mai venuto in mente di arrestare la gente in piazza, sapendo che gli stessi sarebbero poi stati identificati e denunciati dopo la visione delle immagini.
Invece la scelta degli arresti ha creato il caos con bottiglie e pietre lanciate dai manifestanti e lacrimogeni lanciati dalla polizia, da quelli sparati in alto con l’apposita arma a quelli a “mano” lanciati ad altezza uomo.
Una vera e propria battaglia in piazza che per fortuna, a eccezione del giornalista genovese, ha avuto come conseguenza solo pochi contusi.
Quello che è certo è che in una città che ha avuto in questi anni un livello di conflittualità in piazza medio bassa, le cose potrebbero essere cambiate e tutti, da una parte e dall’altra, dovranno tenerne conto per il futuro.
Intanto gli antifascisti, che hanno preparato una cassa di solidarietà per le spese legali di quanti saranno denunciati, sono pronti a chiamare a raccolta i genovesi per il corteo del 30 giugno, tradizionale e partecipato appuntamento antifascista in ricordo dei fatti del 1960.
E il ricordo va agli anni piombo che speravamo tutti dimenticati.
Genova oggi come allora sembra tornata il prima linea, tra provocazioni ed errori.
(da agenzie)
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Maggio 30th, 2019 Riccardo Fucile
UNA COMICA SURREALE: SEMBRANO GLI EREDI AL FUNERALE DEL RICCO CONGIUNTO CHE PERO’ ALL’IMPROVVISO ESCE DALLA BARA
”Ho ricevuto, seppure in primo grado, una condanna di una pesantezza notevole per fatti di 8 e 9 anni fa che non mi sembravano così “gravi”, forse sono solo un piccolo uomo che da fastidio a tanti”.
Con queste parole Matteo Rosso, presidente della commissione Salute e capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, commenta la sentenza di condanna emessa questa mattina dal Tribunale di Genova per le cosiddette “spese pazze”.
Neanche il tempo di sospirare e l’assessore regionale Gianni Berrino e il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Massimiliano Iacobucci intervengono : “Appresa la notizia delle dimissioni del consigliere regionale Matteo Rosso a seguito delle note vicende che lo vedono coinvolto , esprimiamo la nostra vicinanza all’amico e al politico , certi che nel proseguo della vicenda saprà dimostrare la serietà che lo ha sempre contraddistinto”
«Matteo Rosso è uno dei più validi esponenti del nostro movimento e per questo gli rinnovo la mia stima»: incalza il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni «Nei prossimi giorni avrò modo di concordare con lui come poter utilizzare ancora meglio le sue capacità nel movimento al servizio della Liguria e della Nazione».
A quel punto arriva il commento al post del redivivo Matteo Rosso: “vi ringrazio ma non mi sono ancora dimesso. Per il momento sono sospeso, e potrei restarlo per 18 mesi, ma ovviamente deciderò di me e valuterò se fare ricorso.Un abbraccio a tutti. Matteo”.
Matteo Rosso quindi è sospeso per la legge Severino ma non si dimetterà .
Le esequie sono rinviate, gli eredi dovranno attendere a lungo.
(da agenzie)
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Maggio 30th, 2019 Riccardo Fucile
LE PROVE INCHIODANO RIXI E COMPAGNI DI MERENDE: “ABBIAMO SCARTATO TUTTE LE RICEVUTE CHE AVEVANO ANCHE UNA PARVENZA DI GIUSTIFICAZIONE MA CE NE ERANO MONTAGNE SENZA GIUSTIFICAZIONE ALCUNA”…ALTRO CHE LE BALLE DI SALVINI PER CUI RIXI SAREBBE STATO CONDANNATO “PER UN PIATTO DI SPAGHETTI”
E’ soddisfatto il procuratore aggiunto Francesco Pinto che però subito precisa: “Non è una partita di calcio, ma sono contento che i giudici abbiamo riconosciuto la serietà dell’indagine della guardia di finanza”.
Per il magistrato che ha sostenuto l’accusa contro 20 tra consiglieri ed ex consiglieri regionali, “grazie al certosino lavoro della Guardia di Finanza, siamo partiti da una presunzione di pertinenza delle spese, e abbiamo scartato tutte le ricevute che avevano anche una parvenza di giustificazione ma ce ne erano montagne senza giustificazione alcuna”.
Per la prima volta, come è stato sottolineato nella conferenza stampa indetta dal tribunale, il presidente di ciascun gruppo è stato condannato anche in concorso per le spese degli altri consiglieri: “Secondo la mia impostazione il momento fondamentale in cui si configura il reato è quando il capogruppo certifica la pertinenza della spesa con l’assemblea del gruppo”.
(da agenzie)
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Maggio 30th, 2019 Riccardo Fucile
E IL DELINQUENTE CHE COMMENTA IL POST “UCCIDILA STA ZOCCOLA”… QUANDO SEMBRA CHE “LIBERO” ABBIA RAGGIUNTO IL FONDO E SI E’ SEMPRE SMENTITI DAL LETAME CHE EMERGE
L’allusione di Filippo Facci, giornalista di Libero e già autore degli articoli dai titoli più assurdi del quotidiano – il Pil e i gay, per dirne uno – è davvero sgradevole e in tanti su twitter si sono rivoltati contro di lui.
Perchè scrivere, a commento della foto di Arnold Schwarznegger e Greta Thunberg un “Amala, Arnold. Stringila. Forte” non è chiaramente, nelle intenzioni di un giornalista il cui giornale ha dichiarato guerra a una ragazzina di 16 anni che ha la sola colpa di dire la verità , sconosciuta a Libero e a chi ha sfortuna di lavorarci.
Quel ‘Vieni avanti Gretina’ in prima pagina di qualche tempo fa è ancora ben vivido nella memoria
E la cosa peggiore è che, accanto ai tanti che hanno attaccato Facci per il suo squallore, molti altri hanno invece manifestato senza remore il loro odio verso Greta Thunberg: come chi scrive un terribile ‘uccidila sta zoccola’.
Perchè incentivare la violenza, fosse anche solo per ‘provocare’ (e a Libero sono i grandi maestri della ‘provocazione’, se così la vogliamo chiamare) genera solo altra violenza, altro odio. E i mostri vengono poi fuori dalle fogne.
(da agenzie)
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Maggio 30th, 2019 Riccardo Fucile
TRATTENUTI I DOCUMENTI PER DUE ORE POI UN GESTO OSCENO E L’INSULTO “ZECCHE”… GABRIELLI CHE FAI? LO IDENTIFICHI O NO?
Da circa sei mesi, nel piazzale antistante la stazione tiburtina, il team legale di Baobab Experience, assieme alle associazioni che compongono la rete legale migranti in transito, svolge attività di assistenza e orientamento per decine di migranti temporaneamente presenti nel quadrante.
Oltre dieci prese in carico al giorno e altrettanti colloqui per tutelare le posizioni giuridiche e i diritti dei cittadini stranieri esclusi e segregati dalle politiche del governo e dalle cattive prassi dell’ufficio immigrazione.
Una presenza sempre meno tollerata dalle forze dell’ordine: manca l’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico per il piccolo banchetto che gli attivisti usano, due volte alla settimana per un paio d’ore, con pettorina d’ordinanza e un furgoncino acquistato regolarmente grazie ai fondi della Regione Lazio.
Le cose sono peggiorate negli ultimi mesi, dopo lo sgombero di piazzale Maslax, il Baobab cercare di prestare assistenza ai migranti che non hanno più un punto di riferimento. Ma questa presenza, se pur temporanea, dà sempre più fastidio.
Martedì 28 infatti la tensione è salita con un episodio che ha lasciato molta perplessità tra gli operatori.
“Le forze dell’ordine hanno tollerato la nostra presenza fino a ieri, quando sono arrivate in forze, identificando le volontarie e alcuni migranti lì presenti per ricevere assistenza, con la minaccia di multe, denunce e fermi.
In totale 12 tra agenti di polizia, personale dell’esercito e vigilanti delle ferrovie hanno circondato le tre operatrici e intimidito i presenti, scattando foto e provocando.
Per circa due ore i funzionari hanno trattenuto i documenti delle attiviste e tentato di portare in commissariato uno dei migranti che prendeva le loro difese, con l’intento di appropriarsi del suo telefono sul quale credevano ci fossero delle foto e dei video che avevano immortalato la scena”, denunciano su Facebook.
“L’epilogo della vicenda? Un nulla di fatto. Non erano stati commessi nè reati nè violazioni tali da giustificare quella ingente presenza di polizia, che alla fine ha restituito i documenti andando via”, prosegue il post della ong.
Ma proprio quando gli agenti stanno per andarsene, la situazione precipita:
“Al momento della ritirata ordinata dai vertici del commissariato, uno degli agenti presenti, che fin dall’inizio si è distinto per il comportamento provocatorio e ostile, indicando le operatrici come ‘zecche anarchiche’ e più volte mettendo la mano minacciosamente sulla pistola, rivolgendosi ad una volontaria ha per due volte ha messo le mani sul suo membro mimando un gesto sessuale a voler forse indicare la propria superiorità maschile e autoritaria nel modo più volgare possibile”.
“Gli agenti, racconta l’operatrice Giovanna al quotidiano Open, “ci hanno circondato, hanno intimidito i ragazzi in fila, che si sono in larga parte allontanati, ci hanno scattato foto e provocato”. Per circa due ore “i funzionari hanno trattenuto i nostri documenti e tentato di portare in commissariato uno dei migranti che ci difendeva. Volevano portarsi via il suo telefono, convinti che avesse fatto foto e riprese. Ma anche fosse, in base a quale legge? A quale ordinanza di un giudice?”, dice l’attivista.
(da agenzie)
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Maggio 30th, 2019 Riccardo Fucile
AFFILIATO ALL’ISIS, E’ LA DIMOSTRAZIONE PER CHI FANNO IL TIFO I TERRORISTI ISLAMICI PER INDEBOLIRE L’OCCIDENTE, I LORO MIGLIORI ALLEATI SONO I SOVRANISTI
Era stato arrestato tre giorni fa il 24enne algerino accusato di essere l’autore dell’attentato di Lione lo scorso 24 maggio, dove un pacco bomba ha causato il ferimento di una decina di persone.
Ora ha confessato, spiegando di essere fedele all’Isis e di aver voluto favorire il partito di Marine Le Pen, Rassemblement National (tra l’altro arrivato primo in Francia).
Lo studente si chiama Mohamed Hachim M e ha dichiarato di essersi trasferito in Francia da un anno. Ha precisato di aver acquistato su Amazon il necessario per costruire la bomba sulla quale sono state ritrovate tracce del suo Dna.
Il presunto autore dell’attentato dinamitardo del 24 maggio a Lione, che ha ferito 13 persone, ha ammesso di aver giurato fedeltà allo Stato islamico (Isis)
Lo scrive oggi Le Figaro che cita una fonte giudiziaria.
(da agenzie)
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Maggio 30th, 2019 Riccardo Fucile
I MILITANTI MASO-GRILLINI VOTANO PERCHE DI MAIO PORTI A TERMINE LO SFASCIO FINALE DEL MOVIMENTO
Luigi Di Maio è stato confermato come capo politico del Movimento 5 Stelle con l′80% delle preferenze in seguito alla votazione sulla piattaforma Rousseau.
Le consultazioni sono state aperte alle 10 e fino alle ore 20 hanno potuto votare tutti gli iscritti al Movimento abilitati ad accedere alla piattaforma.
A dire sì alla conferma di Di Maio sarebbero stati 44.849 votanti. In 11.278 avrebbero invece votato contro.
Il vicepremier pentastellato affida a facebook i commenti a caldo: “Vi ringrazio tutti e vi voglio bene! Ringrazio chi mi ha confermato la fiducia, chi si è astenuto e chi ha votato contro. Non mi monto la testa, questo è il momento dell’umiltà ”.
Nello stesso post, oltre a sottolineare il “record assoluto di partecipazione a una votazione” per il Movimento, annuncia la “profonda” riorganizzazione dello stesso: “Tra qualche settimana conoscerete la nuova struttura organizzativa che per me deve prevedere compiti ben precisi in capo a persone individuate dal Movimento, penso a deleghe sull’economia, i territori, le liste civiche, le imprese, il lavoro, l’ambiente, la sanità , la tanto discussa comunicazione, tutte questioni che sono sempre state in capo a me, vista l’assenza di una struttura interna. Tutti coloro che si occupano di un settore in Italia devono poter interloquire ogni giorno con una persona del Movimento che cura il loro tema di interesse”.
A onor del vero sono le stesse cose dette mesi fa dopo la disfatta nelle regionali e mai realizzate, ma l’importante è crederci
(da agenzie)
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