Destra di Popolo.net

TARANTO, 83 MIGRANTI SBARCANO NELL’ISOLA DOVE C’E’ LA BASE DELLA MARINA MILITARE, NESSUNO SE NE ACCORGE

Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile

LA SICUREZZA DI SALVINI: GLI SCAFISTI LI FANNO SCENDERE IN SPIAGGIA E SE NE VANNO INDISTURBATI

Sono sbarcati sulla prima isola che hanno trovato seguendo la rotta senza immaginare che in realtà  si trattava di una base della Marina militare.
Sono 83 tutti di origine pakistana, i migranti arrivati nelle scorse ore a San Pietro, una delle due piccole isole Cheradi che si trovano a qualche chilometro di distanza da Taranto.
Non un’isola qualunque, ma una base della Marina nella quale, oltre alle strutture riservate della forza armata, è allestita anche una spiaggia che i tarantini e i turisti raggiungono grazie alle motonavi che partono dal capoluogo ionico.
A poco più di un mese di distanza dallo sbarco a Torre Colimena, quindi, alle prime ore del mattino si è nuovamente attivata la macchina dell’accoglienza: in una nota inviata alla stampa, il Comune ha spiegato che “su volontà  del sindaco Rinaldo Melucci e su richiesta del Prefetto di Taranto, sono stati garantiti assistenza sanitaria e fornitura di generi di prima necessità  e vestiario”.
Degli 83 uomini sbarcati sull’isola, 12 sono minori non accompagnati: questi ultimi, in tempi molto rapidi, sono stati riportati sulla terra ferma e trasferiti nelle strutture di accoglienza riservate ai minori. Gli adulti, invece sono stati condotti nell’hotspot, allestito nell’aera portuale di Taranto, e contemporaneamente sono state avviate le procedure di identificazione.
Secondo le prime notizie trapelate, i migranti avrebbero viaggiato su imbarcazioni messe a disposizione da scafisti turchi: non la rotta del nord Africa, quindi, ma la cosiddetta “tratta turca”, questa volta avrebbe organizzato il viaggio della speranza.
I poliziotti e i militari della Guardia costiera in queste ore stanno conducendo le indagini per risalire all’identità  degli scafisti e alle imbarcazioni che avrebbero portato fino all’isola ionica quelle persone.
Uno sbarco che ha colto di sorpresa tutti, compresa la Marina militare: lo sbarco infatti è avvenuto tra le 3 e le 4 della notte tra venerdì e sabato e quando sul posto sono giunti i militari delle imbarcazioni e degli scafisti non c’era alcuna traccia.
Gli scafisti, insomma sono arrivati alla base militare, hanno avuto il tempo di condurre a terra le 83 persone a bordo e di riprendere il largo indisturbati

(da agenzie)

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TARANTO, SBARCANO 83 MIGRANTI PAKISTANI SENZA CHE NESSUNO ABBIA TUTELATO I SACRI CONFINI: GOVERNO RIDICOLO

Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile

SONO ARRIVATI INDISTURBATI ALL’ISOLA DI SAN PIETRO, RIFOCILLATI E SISTEMATI A TARANTO… PER LORO IL PORTO ERA SPALANCATO, SI FA LA GUERRA SOLO ALLE ONG

La notte scorsa sono sbarcati sull’isola di San Pietro, a Taranto, 83 migranti pakistani di cui 12 minori non accompagnati.
Sono in corso accertamenti per verificare le modalità  del loro approdo. I migranti sono stati trasferiti all’Hotspot di Taranto e sono state avviate le procedure di identificazione.
Il Comune di Taranto ha attivato la macchina organizzativa gestita dal comandante della Polizia locale Michele Matichecchia.
Su volontà  del sindaco Rinaldo Melucci e su richiesta del Prefetto di Taranto Antonella Bellomo, sono stati garantiti assistenza sanitaria e fornitura di generi di prima necessità  e vestiario.
Il 2 giugno scorso sbarcarono a Torre Colimena, marina di Manduria, 73 migranti di nazionalità  pakistana, tra i quali 19 minorenni, dopo un viaggio estenuante, durato 9 giorni, iniziato in Turchia.

(da agenzie)

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LE QUATTRO BUGIE CHE COSTERANNO CARO A SALVINI SUL CASO ALEX

Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile

TUTTE LE MENZOGNE DI SALVINI DIFFUSE VIA SOCIAL… TUTTO E’ STATO REGISTRATO E FILMATO

La trappola che il ministro Matteo Salvini ha teso ai volontari di Mediterranea si fonda su quattro pilastri di comunicazione.
Quattro affermazioni, opportunamente rilanciate via social, dalle quali si potrebbe dedurre che la Alex, il veliero bloccato davanti a Lampedusa dopo avere salvato 56 migranti in mare, avrebbe agito aggirando le regole.
Peccato che, alla verifica dei fatti, si tratti nella migliore delle ipotesi di bugie, facilmente denunciabili — da chiunque si trovi a bordo — come tali.
1) Alex non doveva salvare quelle persone, perchè la Guardia Costiera libica via radio gli aveva detto di non farlo.
La cosiddetta Guardia Costiera libica — Paese in piena guerra civile — non era presente sulla scena del salvataggio. E’ arrivata almeno mezz’ora dopo l’inizio delle operazioni di trasbordo da parte di Mediterranea. Mezz’ora durante la quale ai migranti sarebbe potuta accadere qualsiasi cosa. La guardia costiera libica, non ha mai intimato nessun alt. Tanto meno via radio. A operazione conclusa una motovedetta libica si è avvicinata, ha chiesto al comandante di   spegnere i motori, ha ricordato via radio che quella era zona di competenza libica, e alla spiegazione del comandante (“voi non c’eravate, loro erano in pericolo”), ha girato la prua e se ne è tornata a Tripoli. Il comandante di Mediterranea ha provato a richiamare via radio per chiedere aiuto, ma quelli non hanno risposto.
2) L’imbarcazione italiana doveva portare i migranti in Tunisia, che era il porto sicuro più vicino.
Innumerevoli fonti nazionali e internazionali concordano unanimemente nel dire che la Tunisia non è un porto sicuro. L’ultimo — solo in ordine di tempo — è   stato il giudice per le indagini preliminari di Agrigento, quello che non ha convalidato l’arresto del comandante di SeaWatch 3, Carola Rackete.
3) Alex si è rifiutata di andare a Malta
Nella notte tra giovedì e venerdì, il ponte di comando di Alex appena entrata in acque maltesi ha inviato una mail all’Mrcc (maritime rescue coordination center) di Roma (per via della bandiera di appartenenza) e in copia a Malta nella quale chiedeva di avere assegnata l’isola di Lampedusa come porto sicuro più vicino.
Due ore dopo, quando ormai le luci di Lampedusa erano a vista e Malta si trovava a 100 miglia di distanza, da La Valletta è arrivata la proposta del porto sicuro. Alex ha accettato senza indugio, ponendo come unica condizione che Malta inviasse un mezzo navale a prendere i migranti (come per altro una prima versione dell’accordo Salvini-Muscat prevedeva); l’imbarcazione — una barca a vela da diporto di 18 metri — non era in condizione di fare altre cento miglia di mare, di notte, con 70 persone a bordo. La Valletta ha rifiutato. Spiegando che già  l’assegnazione del porto era di per sè una concessione eccezionale di natura politica, e per altro che questa non comportava una vera e propria assunzione di responsabilità  (come invece avrebbe dovuto essere da protocollo). La volontà  di Alex di andare a Malta, purchè in condizioni di assoluta sicurezza per i migranti, è stata ribadita ad ogni successivo contatto con Roma e con Malta.
4) Abbiamo rifornito Alex di acqua e cibo, 54 pasti e 400 bottiglie di acqua e disinfettante
I 59 migranti (46 da venerdì pomeriggio) sono stati a bordo da giovedì pomeriggio ad oggi. In tutto hanno fatto due pranzi e tre cene. Dopo infinite insistenze da parte del comando della nave la Capitaneria di porto si è presentata con 59 buste di plastica con dentro una porzione di riso, un po’ di pane e un fritto. Per il resto ha dovuto   provvedere l’equipaggio con le barrette ai cereali che aveva imbarcato prima della partenza, le fette biscottate e qualche altra barretta consegnata dalla Ong spagnola Open Arms nei momenti immediatamente successivi al salvataggio.
Il disinfettante.
Prima che l’equipaggio della motovedetta andasse via, l’equipaggio, preoccupato per le condizioni igieniche ha chiesto agli operatori — invero molto gentili — se per caso avessero del disinfettante. Questi hanno frugato sotto il lavandino, in cambusa, e hanno trovato i resti di quattro boccette, che hanno gentilmente consegnato a Mediterranea.
Infine, la vicenda delle 400 bottiglie d’acqua è invece vera. Purtroppo. Alex aveva praticamente finito l’acqua nei cassoni, quella che serve per far funzionare tutti i servizi igienici. Alla richiesta di rifornimento la Capitaneria di porto ha reagito portando 400 bottiglie da due litri di acqua minerale, il cui ingombro (in una barca di diciotto metri con 70 persone a bordo) ha costretto l’equipaggio a fare un miracolo per imbarcarle. Il comando della Alex a quel punto, sperando in un equivoco, ha spiegato più dettagliatamente la natura del problema. La Capitaneria di porto ha reagito portando altre 400 bottiglie, che però non sono state imbarcate. Più che un aiuto era un sabotaggio.

(da “La Repubblica”)

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I PATRIOTI EUROPEI DELLA ALEX FORZANO IL BLOCCO ILLEGALE E SI DIRIGONO VERSO LAMPEDUSA

Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile

“FINITA ACQUA A BORDO, BAGNI INSERVIBILI, EMERGENZA SANITARIA, DICHIARATO STATO DI NECESSITA'”…. LA ALAN KURDI PRONTA A IMITARLA

La barca a vela Alex con a bordo 46 profughi e 11 membri dell’equipaggio fa rotta verso Lampedusa, dopo una notte di attesa e inutili trattative.
I rifornimenti di acqua sono terminati, i bagni inservibili.
La situazione è al collasso e l’unica scelta possibile per la sopravvivenza è quella di forzare il blocco
“Di fronte alla intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo, Alex ha dichiarato lo stato di necessità  e si sta dirigendo verso il porto di Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco”

(da agenzie)

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LA COSTITUZIONALISTA CARLASSARE: “CAROLA HA FATTO BENE A DISOBBEDIRE”

Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile

“SALVINI CHIUDENDO I PORTI HA VIOLATO LA COSTITUZIONE”

“Questa politica minacciosa sulle migrazioni non tiene conto di principi fondamentali della Costituzione: il rispetto della persona, della sua dignità , la salvezza degli esseri umani, la solidarietà , non solo all’interno dello Stato, ma anche tra i popoli”.
La professoressa Lorenza Carlassare, docente emerito di Diritto costituzionale all’università  di Padova, tra i più importanti costituzionalisti italiani, ha seguito la vicenda della Sea Watch e gli altri scontri tra governo e ong sui migranti con un timore: quello che ci si dimentichi cosa dice la carta costituzionale italiana, e che i diritti delle persone – cui i suoi articoli fanno riferimento costante – siano messi da parte in maniera illegittima.
Anche per questo motivo ha scelto di firmare l’appello, pubblicato su Huffpost, delle giuriste in dissenso con le politiche sui migranti: “Sono d’accordo con il contenuto di quel testo. Quello che poi mi spaventa molto è la violenza usata nei confronti delle persone che cercano di aiutare i migranti”, dice ad Huffpost, riferendosi alle ong.
Non ci sta a paragonare Carola Rackete ad Antigone, quella era un’altra storia, lascia intendere, ma ritiene che la decisione della capitana di Sea Watch di forzare il blocco ed attraccare fosse giusta.
“Lei doveva farlo – sottolinea – non dobbiamo rimanere impassibili davanti a leggi ingiuste”. C’è poi un’altra questione che la inquieta, quando ne parla al telefono la sua voce diventa più forte, ancora più decisa: gli attacchi della politica, e di Salvini in particolare, alla magistratura. “C’è un clima di pericolo per l’indipendenza del potere giudiziario. Attacchi come quello fatto contro la dottoressa Alessandra Vella (la gip che non ha convalidato l’arresto di Carola e ha decretato la sua liberazione) minano alla base della democrazia costituzionale”.
Professoressa Carlassare, lei ha deciso di firmare l’appello “Sappiamo e non vogliamo tacere”, redatto da un gruppo di giuriste donne. Perchè ritiene che sia arrivato il momento di far sentire il dissenso nei confronti delle politiche migratorie del governo?
Io credo che questa politica minacciosa sui migranti sui assurda, perchè non tiene conto di alcuni dei principi fondamentali della nostra Costituzione: penso al rispetto della persona, della sua dignità , all’imperativo di salvare gli esseri umani, al dovere di solidarietà , che si deve declinare non solo all’interno dello Stato, ma anche tra i popoli. Capisco che l’Italia abbia difficoltà  enormi nella gestione degli arrivi e dell’accoglienza, ma c’è una cosa che mi sembra disumana, inaccettabile.
Cosa?
Questa violenza, questo disprezzo, contro chi cerca in qualche modo di aiutare i migranti. Non ho una ricetta su come risolvere o gestire il fenomeno degli arrivi in mare. Ma trovo assurdo che si usi questa aggressività  contro i volontari delle Ong. Oltre che violento, è un comportamento offensivo sul piano personale. È veramente inammissibile che a compiere questi attacchi sia l’esponente di un governo che, comunque, ha alle spalle i principi della Costituzione.
Principale bersaglio degli attacchi degli ultimi giorni è stata Carola Rackete, la capitana della Sea Watch che ha deciso di forzare il blocco e di attraccare a Lampedusa. Come giudica il suo gesto?
Mi sono occupata di recente del tema dell’incontro, che a volte può trasformarsi in scontro, tra legalità  e giustizia. Credo che Carola – se ha ritenuto che il blocco fosse illegale – doveva farlo, doveva attraccare a Lampedusa. Non dobbiamo rimanere impassibili di fronte a leggi ingiuste e incostituzionali. Certo, il paragone con Antigone mi sembra quantomeno fuori luogo. La protagonista della tragedia di Sofocle dissentiva alla legge del padre in nome di regole non scritte, forse di leggi naturali. In questo caso, invece, le disposizioni scritte ci sono. Carola aveva dalla sua, oltre che la Costituzione, la legge del mare. Io ritengo che si possa disobbedire a una norma quando questa vìola i principi di giustizia contenuti nella Carta costituzionale. Una disposizione che non rispetta la legge fondamentale dello Stato non è costituzionale. A quel punto è opportuno violarla, per provocare – a proprio rischio – un processo nel corso del quale il giudice può decidere di adire la corte Costituzionale. Sarà  poi quest’ultima, a quel punto, a dichiararla illegittima.
La capitana della Sea Watch è stata accusata di aver violato uno dei provvedimenti voluti da Salvini. Secondo lei nei decreti sicurezza ci sono disposizioni incostituzionali?
Ci sono alcune norme di questi decreti che urtano contro i principi costituzionali. Mi viene in mente, ad esempio, il diritto all’asilo (che ha subito limitazioni con il primo dei due decreti sicurezza, ndr) che la Costituzione prevede all’articolo 10, terzo comma. Bisogna ricordare cosa dice quella norma: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà  democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica”. Ecco, se non le lasciamo sbarcare, se non sappiamo da dove vengono, non possiamo sapere se queste persone avevano diritto o no all’asilo? Non accogliendole, mandandole via indiscriminatamente, violiamo la Costituzione. Vorrei inoltre dire che gli slogan, le parole, non servono a niente. Se si vuole davvero incidere sulle politiche migratorie bisogna modificare la normativa europea.
Si riferisce al trattato di Dublino?
Esatto. L’ultima modifica risale al 2013. In quell’occasione l’Italia ha accettato che i migranti debbano chiedere l’asilo nel Paese di arrivo e che se un richiedente asilo sceglie di muoversi, di spostarsi in un altro Stato, quest’ultimo ha il diritto di mandarlo indietro, nel posto di primo approdo. A me questo principio sembra una follia, soprattutto alla luce della conformazione geografica del nostro continente.
L’Unione europea ha lasciato sola l’Italia nella gestione del fenomeno migratorio?
Totalmente. E lo ha fatto violando delle norme. Anche l’Ue, in base alle sue carte, avrebbe i doveri di accoglienza, di rispetto della dignità , di solidarietà .
Torniamo ai proclami e agli slogan del governo. Salvini continua a parlare di porti chiusi e, di recente, ha iniziato a paventare la costruzione sul muro tra Italia e Slovenia. Come giudica questa posizione?
Queste sono cose assolutamente inammissibili. Così si violano non solo i principi ma anche lo spirito della Costituzione italiana. Direi che provvedimenti del genere sarebbero contrari anche all’ordinamento europeo, che nasce per unire, non per creare nuove divisioni.
Abbiamo fatto riferimento agli attacchi subiti dai volontari dell’ong.
Ma c’è anche un’altra protagonista di questa storia che è stata contestata:, la gip di Agrigento che non ha convalidato l’arresto di Carola e decretato la sua scarcerazione.
Salvini inveisce sempre più spesso contro i magistrati che emettono decisioni non di suo gradimento. E’ un atteggiamento che mette a rischio l’indipendenza del potere giudiziario. In questi ultimi tempi si è creato un clima di estremo pericolo per i rapporti tra poteri all’interno di una democrazia costituzionale, fondata sulla divisione dei poteri e sull’indipendenza della magistratura. Questa cosa mi preoccupa e tornerò a far sentire la mia voce sul tema. Qui è in ballo la base della democrazia. Io temo, inoltre, le riforme della giustizia che questo governo possa fare
Voglio precisare una cosa: gli attacchi contro la magistratura non sono nuovi, la politica ha sempre cercato di fare ingerenze nel potere giudiziario. Il ‘sogno’ di alcuni politici è sempre stato mettere la magistratura sotto il tallone del ministro della Giustizia. Ma mai erano giunte invettive fatte con questa veemenza e con questa maleducazione. Adesso gli attacchi arrivano da Salvini, un uomo violento e, come dire, privo di qualunque pudore.

(da “Huffingtonpost”)

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SCHIAFFO DEL GOVERNO TEDESCO A SALVINI: “DISPOSTI AD ACCOGLIERE PARTE DEI PROFUGHI DI ALEX E ALAN KURDI, FATELI SBARCARE E SOLUZIONE EUROPEA”

Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile

IL GOVERNO DEI VILI CONTINUA A TENERE OSTAGGIO I DUE GRUPPI DI NAUFRAGHI PERCHE’ A SALVINI SERVE VEDERLI SOFFRIRE… LE AMBULANZE SI SCORTANO IN OSPEDALE NON SI FERMANO ILLEGALMENTE

Mentre Matteo Salvini per la prima volta dichiara la Libia “un porto non sicuro” e il suo omologo tedesco Horst Seehofer apre all’accoglienza di “alcune” persone salvate “nell’ambito di una soluzione solidale europea”, la situazione è “molto difficile” a bordo della barca a vela Alex, ferma al largo di Lampedusa con 41 persone soccorse.
E in attesa di un porto sicuro — che l’equipaggio definisce “urgente” — resta anche la Alan Kurdi, bloccata in acque internazionali dal divieto di accesso in Italia notificato dalla Guardia di finanza. Lo stallo nel Mediterraneo delle due imbarcazioni, che hanno a bordo 105 migranti trasbordati da due gommoni in acque libiche, continua da oltre 24 ore.
Il ministro dell’Interno, pur ammettendo che Tripoli in questo momento non può essere un safety place per chiunque soccorra migranti in difficoltà , non cede sulla linea illegale nei confronti di Alex e Alan Kurdi.
Salvini delira parlando di “impunità  preventiva” richiesta dallla ong: 1) l’unico che fino ad si è salvato dalla galera grazie all’impunità  dei servi del M5s è lui 2) le due navi non hano commesso alcun reato, anzi andrebbero premiate con una medaglia per aver salvato un centinaio di esseri umani dalla morte. 3) il diritto internazionale (che prevale su quello nazionale) stabilisce che una nave che ha prestato soccorso va accolta, non respinta da decreti illeciti.
Ma sulle sorti dell’imbarcazione uno spiraglio esiste: dopo la lettera ricevuta venerdì dal Viminale, il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer ha annunciato in un tweet che “sia nel caso della Alan Kurdi che nel caso di Alex siamo pronti, nell’ambito di una soluzione solidale europea, a prendere alcune delle persone salvate”.
Tranquilli, non accadrà  nulla, a Salvini serve il sequestro delle navi dove i sonori ceffoni ricevuti da Carola o i suoi fans nazisti non godono.

(da agenzie)

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IL LEGALE DI ALESSANDRA VELLA: “DENUNCIAMO TUTTI COLORO CHE HANNO DIFFUSO IL FALSO POST DI SOSTEGNO ALLA SEA WATCH”

Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile

DEL FALSO COSTRUITO AD HOC PER SCREDITARE LA GIP DI AGRIGENTO SARANNO CHIAMATI A RISPONDERE TUTTI QUELLI CHE L’HANNO DIFFUSO E CONDIVISO… IN TRIBUNALE LA SFILATA DI CENTINAIA LEONI DA TASTIERA

Innanzitutto, una precisazione. Il profilo oscurato di Alessandra Vella su Facebook, in seguito ai commenti di haters nei suoi confronti, non appartiene al gip di Agrigento che non ha convalidato l’arresto di Carola Rackete, nell’ambito del caso Sea Watch.
In secondo luogo, si può confermare invece che lo screenshot del presunto post di sostegno alla nave della ong tedesca — quello con l’immagine del profilo di Europa Verde — è completamente falso.
La conferma si deve all’operazione di ricerca di David Puente per Open: quest’ultimo — dopo due giorni di attesa — ha ottenuto una risposta dal legale di Alessandra Vella, Giovanni di Giovanni di Caltanissetta.
Quest’ultimo ha dichiarato di aver ricevuto mandato per denunciare le persone che hanno diffuso lo screenshot di un presunto post in cui veniva scritto: «Sea Watch, raccolta fondi del mio amico Fabio Cavallo arrivata a 150mila euro in meno di 24h».
Il legale, in base a quanto riferito a Open, non può stabilire se il post sia stato scritto da un’omonima di Alessandra Vella o se sia stato costruito e falsificato ad arte. Tuttavia, il fatto che la persona nominata nel post — quel Fabio Cavallo che ha avviato una raccolta fondi   per coprire le spese legali della Sea Watch — abbia affermato di non conoscere nessuna Alessandra Vella, fa propendere per la seconda ipotesi.
Dunque, coloro i quali hanno diffuso quel falso post — che ha avuto ampia risonanza anche in virtù della condivisione di una rappresentante locale della Lega — saranno tutti denunciati.
Lo stesso avvocato Giovanni di Giovanni di Caltanissetta ha affermato che Alessandra Vella non conosce il signor Fabio Cavallo, circostanza che era già  stata anticipata da quest’ultimo. Giallo chiarito, dunque: si è trattato dell’ennesima bufala montata ad arte sui social network.
Ora saranno centinaia le persone denunciate, amnche quelle che hanno condiviso e diffuso il post

(da agenzie)

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CAROLA: “NON SONO UN’EROINA, CIO’ CHE HO FATTO SIA DI ESEMPIO ALLA MIA GENERAZIONE: NON DOBBIAMO ACCETTARE TUTTO IN SILENZIO, BISOGNA AVERE IL CORAGGIO DI RIBELLARSI”

Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile

“SALVINI RISPONDERA’ DI ISTIGAZIONE A DELINQUERE, NON SOLO DI DIFFAMAZIONE”… “SONO EUROPEISTA CONVINTA”… “RICCA? A DIFFERENZA DI QUALCUN ALTRO, QUANDO ERO RAGAZZINA DOVEVO ANDARE A LAVORARE PER PAGARMI LE VACANZE”

La più odiata dai nazi-sovranisti e diffamata dal ministro dell’Interno che l’ha definita delinquente proprio mentre la Gip di Agrigento le aveva dato ragione annullando l’arresto.
“Ho visto le mie foto ovunque, i graffiti, lo striscione a Notre Dame. Ma non mi sento un’eroina. Spero che ciò che ho fatto sia di esempio per la mia generazione: non dobbiamo stare seduti ad aspettare, non siamo costretti ad accettare tutto nel silenzio e nell’indifferenza. Possiamo alzarci in piedi, possiamo fare qualcosa, usare il cervello e il coraggio. Se ci sono dei problemi, facciamo qualcosa di concreto per risolverli”
Lo afferma, in un’intervista a ‘la Repubblica’ Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3 che parla per la prima volta dopo la mancata convalida dell’arresto
Secondo la capitana tutti devono essere interessati alla politica “perchè influenza le nostre vite. Sono preoccupata dai toni che usa Matteo Salvini, dal modo in cui esprime le sue idee che violano i diritti umani. È pericoloso, ma è tutta la destra sovranista che è così, dall’Ukip inglese all’Afd tedesco. A maggio in Sassonia c’è stata una sfilata di nazisti, in uniforme. È terribile che accada in Germania, oggi”
Alle parole del ministro dell’Interno che l’ha definita una sbruffoncella, Carola Rackete replica: “Non mi sorprende, l’ho querelato per questo. E l’ho denunciato per istigazione a delinquere. I sovranisti sono tutti uguali: distorcono i fatti e li trasformano in opinioni. Le loro opinioni”
”Sono un’ambientalista convinta, atea e cittadina europea. Giro il mondo da quando ho 23 anni. Non mi sento particolarmente tedesca, sto in Germania appena un mese all’anno. Siamo cresciuti con l’idea dell’Unione Europea, e troppo spesso ci dimentichiamo quanto sia importante quest’istituzione. Dovrebbe essere ancora più integrata, così gli Stati sarebbero costretti ad accettare la redistribuzione dei richiedenti asilo, invece di fare quei balletti ridicoli.
“Faccio parte del gruppo inglese Extinction Rebellion, che lotta contro i cambiamenti climatici. Greta sta provando veramente a cambiare le cose- sottolinea Carola Rackete facendo riferimento a Greta Thunberg – lo vedo dalle reazioni che suscita tra studenti, genitori, professori, società  civile”. E alla domanda se anche lei non prende l’aereo perchè inquina troppo, la capitana risponde: “Tendo ad evitarlo quando posso, sì. Sono andata in Cina in treno, per dire”.
“Ricca e figlia di papà ? Bugie. Mio padre è in pensione e lavorava in una compagnia che produce giubbotti antiproiettile. Mia madre fa parte di una piccola Ong legata alla Chiesa, si occupa dei detenuti e viene regolarmente insultata per questo. Quando ero teenager dovevo lavorare se volevo andare in vacanza».

(da agenzie)

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“QUESTA LEGA E’ UNA VERGOGNA”: LO STRISCIONE NON ANDAVA SEQUESTRATO DALLA DIGOS

Luglio 6th, 2019 Riccardo Fucile

LA PROCURA DI SALERNO CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE: “NON C’E’ STATA ALCUNA TURBATIVA ELETTORALE, LIBERA MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO E’ TUTELATO DALLA COSTITUZIONE”

La Procura di Salerno ha chiesto l’archiviazione per Ennio Riviello, Giampietro Perruso e per la 71enne che decise di ospitare il 6 maggio sul suo balcone lo striscione dei due “inventori” della protesta con lo slogan “Questa Lega è una vergogna”, ripreso dalla celebre canzone ‘O scarrafone di Pino Daniele.
Racconta Il Fatto Quotidiano:
Il 6 maggio a Salerno intervenne la Digos per rimuovere “l’insulto”dal balcone.
“La semplice esposizione di uno striscione —scrive il procuratore aggiunto Luigi Alberto Cannavale —non può essere considerato un episodio di turbativa elettorale ed infatti tale condotta non ostacola nè impedisce il comizio. In realtà  si evince che la polizia giudiziaria era preoccupata per eventuali reazioni di sostenitori della Lega ma occorre rilevare che l’articolo 21 della Costituzione garantisce la libera manifestazione del pensiero e anche il dissenso rientra tra le forme di manifestazione del pensiero mentre invece reazioni scomposte a tale manifestazione avrebbero potuto questesì costituire reato. La Digos evidenziava la presenza di facinorosi che in precedenza avevano cercato di portarsi sulla piazza per manifestare contro Salvini ma non risulta che tra costoro vi fosse il Riviello, il Perusso o la 71enne del balcone.
E un’altra buona notizia per le proteste dei balconi arriva ierida Cagliari:
Lo striscione “Salvi ni, Meloni & company siete c… sterile”non doveva essere sequestrato per “radicale mancanza di motivazioni”, in pratica chilo ha vergato ed esposto ha esercitato il “diritto di manifestare il proprio pensiero sotto forma di critica politica”; lo scrivono i giudici del Riesame di Cagliari nelle motivazioni del provvedimento con cui è stato annullato il sequestro del lenzuolo incriminato e fatto ritirare dai carabinieri il 21 maggio.

(da agenzie)

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