Luglio 10th, 2019 Riccardo Fucile
CASTELLINO CONDANNATO A 8 MESI DI RECLUSIONE PER EVASIONE DAGLI ARRESTI DOMICILIARI … RINVIATO A GIUDIZIO PER TRUFFA DA DUE MILIONI DI EURO AL SISTEMA SANITARIO
Forza Nuova non è soltanto Roberto Fiore, ma anche Giuliano Castellino. Il quale è stato
condannato oggi a 8 mesi di reclusione perchè è evaso dagli arresti domiciliari. O meglio: ha chiesto il permesso di uscire per andare dal dentista ma si è invece recato nella sede di Forza Nuova per due ore. Per questo e’ stato arrestato e oggi condannato ad 8 mesi di reclusione.
Castellino è stato intanto rinviato a giudizio per una truffa da due milioni di euro al sistema sanitario nazionale: Castellino per questa vicenda è stato arrestato a luglio del 2018 insieme al suo socio Giorgio Mosca.
I due, titolari di tre punti vendita di prodotti alimentari per celiaci, avrebbero falsificato buoni del valore tra i 90 e i 145 euro ciascuno per ottenere rimborsi dal sistema sanitario regionale.
I falsi buoni accumulati avrebbero portato nelle tasche del leader di FN e dell’imprenditore Mosca, tra maggio del 2016 e novembre del 2017, la cifra monstre contestata.
A dare il via alle indagini condotte dai carabinieri del Nas, coordinati dal pm Alberto Pioletti, sono stati i dirigenti di quattro diverse aziende sanitarie locali che hanno segnalato l’esistenza di documentazione grossolana e palesemente falsa, all’insaputa di medici e pazienti.
A far scattare le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, sono state le segnalazioni arrivate dai dirigenti di quattro Asl che si erano accorti dei documenti palesemente falsi consegnati dagli indagati.
Grazie all’intervento degli inquirenti è stato bloccato il rimborso di altri 600mila euro che i due imprenditori, accusati di falso, truffa e tentata truffa, stavano per presentare. La truffa sarebbe nata infatti dall’idea di copiare buoni veri che persone affette da celiachia avevano presentato nei due esercizi commerciali gestiti da Castellino e Mosca per acquistare prodotti alimentari.
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 10th, 2019 Riccardo Fucile
MINACCE E ISTIGAZIONE A DELINQUERE VERSO ONG, MIGRANTI E PARLAMENTARI, RESPONSABILE E’ UN SOTTUFFICIALE DELLA GDF… LA GDF SI DISSOCIA: “ABBIAMO INTERESSATO LA MAGISTRATURA”… ASPETTIAMO CHE QUESTE PERSONE VENGANO CACCIATE DALLA GDF SONO INDEGNE DI RICOPRIRE QUEL RUOLO
«Ci sentiamo davvero sicuri sapendo che questa è l’apparente normalità ?». Si chiude così un articolo di The Vision che analizza i post e i commenti pubblicati nel gruppo Facebook Il Finanziere. Come si può intuire dal nome, questo è un gruppo chiuso dedicato alla Guardia di Finanza a cui possono accedere tutti gli appartenenti alle Fiamme Gialle, i loro familiari e i simpatizzanti. Il nome del gruppo invece si riferisce, ma non sembra collegato, all’omonima rivista della Guardia di Finanza.
Da quando ha aperto nel 2010 sono stati oltre 16mila gli utenti che si sono iscritti. La redazione di The Vision è riuscita ad entrarci e a recuperare qualche screenshot. Frammenti di conversazione da cui emergono toni cupi, minacce verso Carola Rackete, verso il Pd, verso i migranti.
Certo, non è un mistero che dietro a uno schermo anche il più moderato dei commentatori si trasformi in un leone da tastiera. E non è nemmeno un mistero che sul web esistano gruppi o pagine di politici in cui certi toni vengono tollerati. Quello che però non torna è che molti degli autori di questi post appartengono alle forze dell’ordine.
Uno degli argomenti tattati più di recente su questo gruppo è lo sbarco dei migranti a bordo della Sea Watch 3. Gli attacchi qui sono rivolti soprattutto a Carola Rackete, la capitana della nave. Parole che riflettono una razzismo e un sessimo quasi primitivi: «Sta troia di merda! Spero che quelli del mare gli abbiano dato molti consigli per gli acquisti!».
E ancora: «Questa grande puttanazza ci à voluto sfidare perchè a capito che siamo un popolo». Sì, le frasi sono piene di errori grammaticali. Le abbiamo lasciate così, ma non è questo il punto più importante.
Le minacce e gli insulti sono rivolti anche ai parlamentari Pd, + Europa e Sinistra Italiana che erano a bordo della Sea Watch negli ultimi passaggi della rotta che l’ha portata al porto di Lampedusa. Secondo gli utenti del gruppo Facebook Il Finanziere gli uomini della Guardia di Finanza presenti sul luogo avrebbero dovuto seguire procedure diverse con loro.
«I Finanzieri dovevano mettere una bomba e farla saltare per aria assieme ai pidioti». Ma non solo: «LI DOVEVA BUTTARE IN MARE …..CON UN BLOCCHETTO AL COLLO..». Anche il caps lock è originale.
Non mancano anche i commenti per altri casi di cronaca che vedono coinvolti uomini delle Forze dell’Ordine. Uno di questi è quello dei due carabinieri di Firenze che erano stati accusati di stupro da due ragazze statunitensi. Uno dei due, Marco Camuffo, a gennaio è stato condannato a 4 anni e 8 mesi dal giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Firenze.
C’è chi non chiede all’impianto delle accuse: «Ma ancora credete alla favola dello stupro….. Sapeste quando sono ubriache queste ke combinano». Altri invece considerano il fascino della divisa ancora irresistibile: «Sono giovani in divisa a Firenze, chissà quanta fica possono avere».
Al momento il gruppo fb Il Finanziere risulta ancora aperto. Per iscriversi bisogna rispondere a qualche domanda come: «Sei stato o sei un appartenente al corpo? O sei un familiare di un appartenente al corpo?».
A fondarlo, come riporta la copertina, sarebbe stato tale Alessandro Capace, secondo LinkedIn sottoufficiale della Guardia di Finanza.
Il regolamento ufficiale è contenuto in un file interno al gruppo, all’esterno si può solo leggere: «Non sono ammessi commenti o post fuori tema o inerenti a ogni forma politica. E altresì barzellette o post di battute di spirito di ogni tipo. Tali post verrano eliminati».
La replica della Guardia di finanza
«Il gruppo Facebook denominato “Il finanziere” non è assolutamente riconducibile alla Guardia di finanza», scrivono in una nota le fiamme gialle. «Si tratta evidentemente di un’iniziativa di singoli non necessariamente appartenenti al corpo. In merito, sono già stati avviati rigorosi accertamenti con l’interessamento dell’Autorità Giudiziaria competente».
(da agenzie)
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Luglio 10th, 2019 Riccardo Fucile
IL LEGALE GAMBERINI: “NON C’E’ BISOGNO DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE, NON HA AGITO NELLA SUA FUNZIONE DI MINISTRO”… E SE CERCASSE PROTEZIONE IN PARLAMENTO FAREBBE LA FIGURA DA VIGLIACCO… A BREVE SECONDA QUERELA DA PARTE DEI LEGALI DI SEA WATCH
Quattordici pagine di denuncia-querela nei confronti di Matteo Salvini. Era stato annunciato,
e così è stato: sta per essere depositata presso la Procura della Repubblica di Roma la denuncia-querela di Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3, nei confronti del leader della Lega.
Per averla chiamata — dopo il presunto speronamento della motovedetta della Guardia di finanza nel porto di Lampedusa, su Twitter, su Facebook, in interviste sui media — «delinquente, comandante fuorilegge, ricca e viziata comunista tedesca, criminale tedesca, comandante criminale».
La denuncia viene presentata anche per «istigazione a delinquere»: «Nelle parole di Matteo Salvini risultano veicolati sentimenti viscerali di odio, denigrazione, delegittimazione e persino di vera e propria de-umanizzazione», si legge nel testo della querela, pieno di link alle “fonti”: dirette Facebook di Salvini, tweet, articoli on line, dirette tv.
«Le frasi diffamatorie di Matteo Salvini, in questo senso, sono strumento di un messaggio di odio concretamente idoneo a provocare da un lato la commissione di nuovi delitti di diffamazione ai miei danni e dall’altro di espormi tal pericolo di aggressioni all’incolumità fisica», scrive Rackete.
I passaggi della querela
Alcuni esempi? «Quella puttana tedesca» ; «quella donna vacca, più che portarli in salvo se li scopava uno per uno» ; «se una nasce vacca muore vacca»; «non si capisce se è un uomo o una donna, non è decorosa, sciattona, borderline della società , puzzolente, fa schifo»; «delinquente» ; «complici dei trafficanti di esseri umani».
E ancora: «sedicente, presunta capitana»; «dopo 14 giorni che ti prendi pisellate da 43 mao mao decidi di sbarcare per far raffreddare la fregna e gli sfinteri»; «zoccola malefica»; «Asfaltatela»; «Le offro il mio domicilio. Prima la raso a zero, poi la lavo con un po’ di acido muriatico per vedere che effetto le fa… tanto lei è ricca, tedesca di razza ariana, ha fatto tre università e conosce 5 lingue. Con la sua vorrà gentilmente leccare la piastra del ferro da stiro».
«Io trovo stupefacente che chi riveste un ruolo pubblico di quel tipo e rilevanza, un ruolo di esercizio del potere, anche “militare”, si permetta affermazioni così aggressive e da bar», dice a Open l’avvocato di Carola Rackete, Alessandro Gamberini, riferendosi a Matteo Salvini. «Non può pensare di comportarsi come se fosse al bar».
Il contenuto diffamatorio «è un profilo», dice Gamberini, ma «c’è anche un profilo istigatorio, che altresì chiediamo di verificare».
Il legale commenta anche quanto emerso oggi in merito a uno dei più grandi gruppi Facebook dedicato alla Guardia di finanza, tra minacce, sessismo e violenza nei confronti — tra gli altri — proprio di Carola Rackete.
«Ho visto affermazioni sconvolgenti. Ci deve essere un intervento pubblico», dice Gamberini. «Il ministro del Tesoro da cui dipendono, per esempio. Non credo di dover essere io a doverlo dire».
L’avvocato esclude che Carola o Sea Watch agiranno anche nei confronti dei «leoni da tastiera». «No, non penso, salvo quelli che rivestano posizioni di potere e particolari qualifiche», dice a Open. «Sui finanzieri penso che se la difesa della democrazia in Italia fosse affidata solo a Carola Rackete e ai suoi difensori saremmo davvero messi male»
Il contesto
Dopo una premessa sui fatti e sul contesto (il salvataggio dei migranti da parte della Sea Watch 3, i 14 giorni di attesa per l’assegnazione di un porto sicuro di sbarco che non arrivava), il testo della denuncia-querela ricostruisce i giorni successivi allo sbarco, la grande attenzione mediatica, gli interventi del ministro degli Interni su social e media ma anche i commenti on line degli utenti stessi.
Anche la ong Sea Watch sta preparando una separata denuncia-querela: «da settimane Matteo Salvini conduce una campagna diffamatoria nei confronti della ong per cui lavoro», scrive Carola Rackete nella sua denuncia, «avendo affermato in molteplici occasioni pubbliche che si tratterebbe di “un’organizzazione illegale e fuorilegge”, che fa “sbarco di immigrati illegali da una nave illegale” , “nave pirata”, “nave fuorilegge” e che i suoi appartenenti starebbero “complici di scafisti e trafficanti!”, “delinquenti, di questi sequestratori di esseri umani”. Per tali affermazioni la ong si difenderà nelle opportune sedi».
Prima che Salvini possa essere coinvolto in un eventuale processo, dovrebbe essere la Giunta per le autorizzazioni del Senato a decidere e poi l’aula di palazzo Madama, essendo il ministro dell’Interno un senatore che quindi gode del principio di insindacabilità parlamentare?
«Glielo smentisco», dice l’avvocato Gamberini.
Salvini «non agisce nella sua funzione di ministro, quindi non c’è bisogno di alcuna autorizzazione a procedere. Lui agisce come Matteo Salvini: si fa scudo della qualità che riveste e del potere che ha, anche comunicativo. Ma non agisce mica come ministro», dice il legale.
«A mio avviso non potrà invocare nessun ambito di esercizio del potere». I deputati non è che «godano dell’immunità e dell’autorizzazione della giunta se incontrano qualcuno per strada e lo insultano».
(da Open)
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Luglio 10th, 2019 Riccardo Fucile
IL SITO BUZZFEED HA LA REGISTRAZIONE DELLA RIUNIONE DOVE SI PARLA DI 65 MILIONI DI DOLLARI IN NERO PER FINANZIARE LA LEGA…E’ ORA CHE LA MAGISTRATURA ITALIANA APRA UN FASCICOLO
Lo scorso 18 ottobre nel lussuoso Hotel Metropole di Mosca c’è stato un incontro tra esponenti della Lega e uomini del Cremlino per escogitare il modo di far arrivare al partito del ministro dell’Interno e vicepremier italiano Matteo Salvini decine di milioni di dollari. BuzzFeed ha la registrazione di quella segretissima riunione.
Nell’audio si sente più volte Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini, presidente dell’associazione indipendente Lombardia-Russia e sherpa del ministro dell’Interno presso la corte di Putin, ripetere: “Vogliamo cambiare l’Europa. La nuova Europa deve essee molto più vicina alla Russia”.
L’Espresso aveva pubblicato a febbraio un’inchiesta, citata da BuzzFeed, che raccontava alcuni dettagli degli incontri di Savoini.
In quella riunione, in cui Salvini viene più volte chiamato il “Trump italiano” , il ministro dell’Interno non era presente, ma il giorno prima aveva detto che le sanzioni contro Mosca sono “socialmente, economicamente e culturalmente folli”.
BuzzFeed non ha potuto identificare i russi presenti, ma sostiene che si tratti di alti esponenti del Cremlino i quali dicono di sperare in un “semaforo verde” da parte di Vladimir Pligin, membro influente del partito del presidente Putin, Russia Unita.
La Lega ha sempre negato di aver ricevuto fondi dall’estero, ma l’audio del Metropole potrebbe essere la prima prova di un finanziamento clandestino di Mosca a un partito nazionalista europeo.
La riunione è durata un’ora e un quarto e si è parlato del coinvolgimento di un gigante dell’energia russo per vendere 3 milioni di tonnellate di petrolio all’Eni al valore di 1,5 miliardi di dollari. Da questa transazione, secondo BuzzFeed, sarebbe avanzati 65 milioni di dollari finiti nelle casse della Lega.
I partecipanti al meeting dicono che quest’operazione serviva ad aiutare la Lega, in particolare durante la campagna elettorale per le Europee. Conversando con gli altri due italiani, Savoini dice di avere l’impressione che l’operazione andrà in porto.
I tre insistono sul fatto che vada realizzata in fretta, perchè le elezioni sono “dietro l’angolo”. Parlando del loro “triumvirato”, Savoini chiede di mantenere il massimo della segretezza sulla loro relazione.
BuzzFeed ha più volte chiesto a Salvini di rispondere su un suo coinvolgimento senza mai ottenere risposta.
(da agenzie)
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Luglio 10th, 2019 Riccardo Fucile
I PERICOLOSI “TERRORISTI” HANNO VIOLATO INDISTURBATI I SACRI CONFINI DELLA PATRIA
L’ultimo arrivato trasportava soprattutto bambini: erano ben otto sui dodici occupanti della
piccola imbarcazione in legno approdata questa mattina a Lampedusa. Con gli otto bambini tre donne, una delle quali incinta, e un uomo.
Le motovedette italiane hanno visto la barca poco prima delle otto a poche miglia da Lampedusa e li hanno scortato in porto.
Una singolare composizione quella del barchino che, stando alle prime dichiarazioni dei migranti, sarebbe partito da Tripoli.
Difficile però pensare che il barchino con un solo uomo e tanti bambini a bordo abbia potuto affrontare tutta la traversata. Si rafforza dunque la posta investigativa delle navi madri che trasportano i migranti per buona parte della rotta dalla Libia, trasbordandoli poi sui barchini al limite delle acque territoriali italiane.
Numerosi gli episodi analoghi nei giorni scorsi: 121 arrivarono proprio a Lampedusa il 21 giugno, nei giorni dell’odissea della Sea-Watch 3, altri 25 migranti furono lasciati alla deriva il giorno prima.
(da agenzie)
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Luglio 10th, 2019 Riccardo Fucile
A SCAFATI, DOPO LO SCIOGLIMENTO DEL COMUNE PER CAMORRA, ALFONSO DI MASSA COINVOLTO NELL’OPERAZIONE “SAN GENNARO”
Il primo consiglio comunale dopo lo scioglimento per camorra guidato da un presidente indagato.
In un’inchiesta, per giunta, che coinvolge giudici e pubblici ufficiali, in un ampio giro di corruzione (un sistema di “potere occulto“, come lo definisce uno degli arrestati). Accade a Scafati, in provincia di Salerno, dove lunedì scorso il consigliere più votato alle amministrative del 26 maggio, Alfonso Di Massa, ha riportato la politica in Aula, al termine di un lungo stop commissariale imposto dal Consiglio dei Ministri il 27 gennaio 2017, in seguito all’arresto dell’ex sindaco forzista Pasquale Aliberti, nell’ambito di un’indagine condotta dal pm della Dda di Salerno Vincenzo Montermurro.
Il neo-consigliere di Fratelli d’Italia, eletto il 26 maggio scorso con 740 voti, risulta coinvolto nell’operazione “San Gennaro” della Procura di Roma. L’ordinanza ha colpito, fra gli altri, il gip di Napoli — con sezione distaccata ad Ischia — Alberto Capuano, il consigliere circoscrizionale della X municipalità di Bagnoli (Napoli), Antonio Di Dio, e il pregiudicato Giuseppe Liccardo, ritenuto da investigatori ed inquirenti vicino al clan Mallardo di Giugliano.
“Le intercettazioni — si legge nella richiesta presentata dai magistrati romani al gip — hanno documentato la ricezione di un pagamento corruttivo da parte di Alfonso Di Massa, interessato a far entrare nell’Arma (dei Carabinieri, ndr) una sua nipote”.
Il consigliere napoletano Di Dio, secondo chi indaga, promette: “Una volta che passa i quiz, io prendo la ragazza, viene con me, vi faccio conoscere“.
Poi Di Massa passerebbe al concreto: “Tutti in una volta i 10, o vogliamo fare 5 e 5?”, ricevendo la risposta di Di Dio: “Sì, non ci sono problemi, mi porti i 5 dopo pochi giorni… Ti sto dicendo che sono sicuro che passa pure i quiz e ti posso garantire che abbiamo la sicurezza al mille per mille che l’accompagnano loro e la fanno entrare”.
Il 20 aprile, si legge nel documento dei pm, Di Massa e Di Dio si incontrano presso un bar del paese, previo accordo telefonico. “Di Massa gli consegna i primi 5mila euro pattuiti — scrivono gli inquirenti — e Di Dio conclude: ‘Tutto a posto, per il fine settimana prossimo mi porti la differenza’”.
In un secondo momento, Di Massa parla direttamente con il comandante Giuseppe Menna (non indagato), attuale comandante della Capitaneria di Porto di Salerno: “Grazie del gentile pensiero che sicuramente gusteremo pensando a lei, sicuramente saranno prodotti di primissima scelta“, gli dice al telefono l’ufficiale, nell’intercettazione riportata. “Eppure — chiosano gli inquirenti — sappiamo dalla registrazione dell’incontro Di Dio/Di Massa che quest’ultimo ha consegnato denaro e non generi alimentari”.
Per tutto il pomeriggio di ieri Alfonso Di Massa si è reso irraggiungibile. Prima di candidarsi in consiglio, il neo consigliere è stato il presidente della Stu Scafati Sviluppo, società municipalizzata (poi fallita) che si occupava della “trasformazione urbana” nel comune del salernitano.
E l’unico dossier di cui doveva occuparsi era quello dell’area Ex Copmes, che ha messo nei guai l’ex sindaco forzista, Pasquale Aliberti. Fra l’altro, fu proprio Aliberti a nominare Di Massa al vertice della Scafati Sviluppo. Di Massa, va chiarito, non è indagato in quella vicenda. Ma la sua posizione mette ancora una volta in imbarazzo Fratelli d’Italia.
Il partito di Giorgia Meloni si è visto arrestare nelle scorse settimane due suoi eletti, il presidente del Consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso, e del consigliere comunale di Ferno (Varese), Enzo Misiano, entrambi coinvolti in inchieste legate a infiltrazioni ‘ndranghetiste nella pubblica amministrazione.
Proprio i dirigenti di Fdi, contattati da IlFattoQuotidiano.it, aveva inviato una sorta di appello ai dirigenti locali per cercare di stringere le maglie dei controlli, soprattutto in relazioni alle nuove adesioni.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 10th, 2019 Riccardo Fucile
TECNICAMENTE IMPOSSIBILE, I PROVVEDIMENTI UNA TANTUM PER LEGGE NON POSSONO FINANZIARE LA RIFORMA FISCALE
Un condono, l’ennesimo del governo Lega-M5S, per finanziare la flat tax. 
Sul Fisco Lega e MoVimento 5 Stelle si muovono su sentieri opposti. Il Carroccio, anche in vista dell’incontro di Matteo Salvini con le parti sociali del 15 luglio, ha detto no all’aumento dell’Iva per finanziare la flat tax.
E la Lega ha messo sul tavolo una «Pace Fiscale 2». Il velo sul progetto, ancora una volta, lo ha alzato il sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci.
Il decreto fiscale collegato alla scorsa manovra «è stato scritto nei nostri uffici, mio e di Garavaglia, e ha avuto risultati assolutamente ottimi, con 38 miliardi di cartelle lavorate, 21 miliardi di incassi previsti e 1 milione e 700mila» contribuenti interessati, ha detto Bitonci a SkyTg24.
«Proprio per questo», ha aggiunto, «lavoriamo alla “pace fiscale 2” e abbiamo iniziato una serie di elaborazioni».
Ma questa volta, spiega oggi Il Messaggero, l’intenzione della Lega non sarebbe quella di limitarsi alla rottamazione delle cartelle esattoriali o a una versione ridotta del saldo e stralcio.
Nel pacchetto verrebbero inserite norme per ridurre il contenzioso tributario, un condono per le imprese in difficoltà già sperimentato per gli altri contribuenti che hanno potuto saldare i loro debiti con il Fisco pagando tra il 16% e il 35% di quanto dovuto. Non solo.
Nel pacchetto potrebbe essere inserito un provvedimento sul quale già durante la scorsa manovra c’era stato un duro scontro con il MoVimento 5 Stelle: la dichiarazione integrativa speciale.
Qualcosa che assomiglia ai condoni tombali di epoca tremontiana. Certo, per evitare le prevedibili accuse (arrivate già ieri sera) dei grillini, l’idea sarebbe quella di rendere la sanatoria “light” eliminando per esempio dal perimetro i capitali detenuti all’estero (del resto già quasi tutti scudati).
Ma verrebbero invece ricompresi i contanti conservato nelle cassette di sicurezza e al quale aveva fatto riferimento anche Matteo Salvini.
Tra le misure allo studio del Carroccio c’è anche un azzeramento delle commissioni per le piccole transazioni con il bancomat e le carte di credito sotto i 30 euro. Ma quale sarebbe lo scopo delle sanatorie? Recuperare soldi per la flat tax.
Le risorse, in realtà , servirebbero piuttosto a rimandare gli aumenti dell’Iva, perchè si tratterebbe di interventi una tantum, non utilizzabili per finanziare la riforma fiscale.
(da “NextQuotidiano“)
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Luglio 10th, 2019 Riccardo Fucile
SERVONO SOCI PRIVATI ENTRO SETTEMBRE… L’AZIENDA PERDE UN MILIONE AL GIORNO
Come prima, più di prima: da qualche settimana Alitalia perde più di un milione di euro al giorno. Senza una rapida ricapitalizzazione, a fine settembre – escludendo le somme vincolate per garanzie e royalties – la ex compagnia di bandiera avrà una disponibilità di cassa di 150 milioni.
Quanto basta per costringere l’ente per l’aviazione civile a disporre la messa a terra degli aerei per ragioni di sicurezza. Non si tratta di previsioni menagrame, ma dei numeri in mano ai commissari che da due anni si avvicendano alla guida della società e ai quali La Stampa ha avuto accesso.
La compagnia ieri si è affrettata a ricordare che a giugno sono aumentati traffico e passeggeri, ma qualunque sforzo non regge di fronte a un’azienda che dopo il fallimento dell’alleanza araba resta troppo piccola per competere con i grandi vettori e troppo grande per competere con le low cost.
È per questo che Luigi Di Maio, sempre più preoccupato, ieri ha rilanciato l’unica soluzione al momento disponibile per il salvataggio: la rinazionalizzazione.
Ecco cosa facevano trapelare ieri fonti del ministero dello Sviluppo: «Si conferma la chiusura lunedì prossimo senza rinvii». Ci sarà una nuova società «con la maggioranza assoluta di Ferrovie e ministero del Tesoro». Le stesse fonti omettono però di dire tutta la verità sulla vicenda: le probabilità che Alitalia diventi completamente pubblica al momento sono vicine allo zero. Vediamo perchè.
Il ministero del Tesoro, al quale i fondi non mancano, può investire al massimo 145 milioni di euro: lo dice esplicitamente una norma del decreto crescita.
Ipotizzando un aumento di capitale non inferiore al miliardo, si tratta di circa il 15 per cento. L’impegno di Ferrovie, spinta di forza al tavolo dal governo, non è comunque disponibile ad investire più del 35 per cento delle quote. Il resto dovrà venire dai privati, e non solo perchè mancano i fondi: difficile immaginare che l’Antitrust europeo dica sì a una completa nazionalizzazione.
L’americana Delta, partner di Alitalia in Sky Team, è disposta a mettere fra il 10 e il 15 per cento delle quote, ed evitare così l’uscita dall’alleanza.
Sul tavolo Di Maio ha altre tre carte, anche se poco credibili. Il primo è l’azionista di maggioranza della compagnia colombiana Avianca, Germà¡n Efromovich, appena estromesso dalla presidenza con un blitz di United Airlines e Kingsland.
Sono interessati Carlo e Riccardo Toto, ma anche loro non godono di grande credibilità presso la compagnia: su di loro pende un’azione di responsabilità per aver dato in leasing aerei a prezzi superiori a quelli di mercato.
L’ultimo pretendente è il patron della Lazio Claudio Lotito, il quale però non avrebbe le garanzie necessarie a un investimento significativo: per dare una speranza all’ennesimo rilancio occorrono soldi ed esperienza nel settore.
Il convitato di pietra sono la famiglia Benetton e Atlantia, azionisti di maggioranza di Aeroporti di Roma e con le spalle abbastanza larghe per un investimento di quel tipo.
Il problema in questo caso sono i pessimi rapporti con il governo, e in particolare i Cinque Stelle dopo la vicenda di Ponte Morandi.
Le battute recenti di Di Maio – «un’azienda decotta» – e le minacce del ministro dei Trasporti Toninelli di revoca della concessione non hanno contribuito a migliorare il clima. Ferrovie, il suo advisor Mediobanca e Delta spingono perchè si siedano al tavolo, Atlantia aspetta un segnale distensivo da parte del premier, che ha promesso di prendere in mano il dossier. È probabile che ciò avvenga rapidamente. Alitalia dà ancora lavoro a più di undicimila persone, senza contare le aziende minori che le ruotano attorno negli hangar e negli aeroporti di tutta Italia.
(da agenzie)
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Luglio 10th, 2019 Riccardo Fucile
CRESCE L’EUROPA CENTRALE E ORIENTALE, RALLENTA LA GERMANIA, FORTE CALO DELL’ITALIA … BOCCIATA QUOTA 100, MEGLIO LA RIFORMA FORNERO, POSITIVO IL REDDITO DI CITTADINANZA
Nessuna novità . L’Italia resta affetta da anemia economica, e la crescita rimane ferma allo
0,1% quest’anno e allo 0,7% nel 2020.
Le previsioni economiche d’estate confermano le performance tutt’altro che maiuscole già evidenziate dalla Commissione europea a maggio, in occasione delle precedenti stime sull’andamento economico dei Paesi membri dell’Unione europea.
L’Italia resta dunque all’ultimo posto dell’Unione europea e della zona euro per crescita.
«La crescita robusta nell’Europa centrale e orientale contrasta con il rallentamento in Germania e il forte calo in Italia». L’esecutivo certifica che «l’Italia ha lasciato la recessione tecnica in cui era stata la seconda metà del 2018», ed è forse questa la vera buona notizia per il sistema Paese, che rispetto agli altri Stati membri arranca.
«Nel mese di marzo, la produzione manifatturiera è scivolata di nuovo in contrazione e ha continuato a ridursi in aprile, mentre le indagini di aziende e consumatori indicano attività economiche modeste nel breve periodo».
A venire incontro all’Italia ci pensa la Brexit, che traina al domanda favorendo le vendite all’estero. «La costituzione di scorte su larga scala da parte di società con sede nel Regno Unito ha contribuito a stabilizzare le esportazioni», rileva l’esecutivo comunitario.
Proprio l’export gioca un ruolo fondamentale per l’economia italiana. A fronte di consumi interni non pronunciati, la domanda esterna traina l’economia tricolore. La Commissione rileva che «la crescita delle esportazioni dovrebbe perdere slancio nel 2019, ma rafforzarsi gradualmente nel 2020 sulla scia di una crescente domanda esterna».
Lo scetticismo iniziale di Bruxelles per il reddito di cittadinanza sembra essere stato superato. La Commissione europea ritiene che, almeno per quanto riguarda il periodo considerato nelle previsioni pubblicate oggi, «la crescita del PIL in termini reali si baserà principalmente sui consumi privati, sostenuta da prezzi dell’energia più bassi e dal nuovo schema di reddito della cittadinanza per i redditi a basso reddito».
Politicamente parlando, la fiducia mostrata alla misura cara al Movimento 5 Stelle contrasta con la bocciatura del cavallo di battaglia dell’altro partito al governo, la Lega. La riforma delle pensioni basata su «quota cento» proprio ieri è stata respinta dal consiglio Ecofin. I ministri economici, approvando le raccomandazioni specifiche per Paese, hanno chiesto di «attuare pienamente le riforme passate». Meglio la riforma Fornero di quella di Salvini.
L’Italia resterà un sorvegliato speciale. La Commissione rileva che «i rischi per il le prospettive di crescita rimangono pronunciate, soprattutto nel 2020, quando la politica di bilancio affronterà sfide particolari». Tra le altre cose si prevede, per il prossimo anno, un calo negli investimenti in Italia.
(da agenzie)
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