Destra di Popolo.net

MENTRE SALVINI RINGRAZIA LA MADONNA, TVBOY DISEGNA SAN CAROLA PROTETTRICE DEI RIFUGIATI

Agosto 6th, 2019 Riccardo Fucile

L’OPERA DELLO STREET ARTIST A TAORMINA

Potrebbe essere caduto anche l’ultimo dei tabù del mondo contemporaneo.
Se l’antico adagio diceva scherza con i fanti, ma lascia stare i santi, oggi i social network sembrano aver eliminato anche quest’ultimo timore reverenziale.
E se Matteo Salvini dedicava l’approvazione del decreto sicurezza bis alla Vergine Maria che lui crede essere nata il 5 agosto (la Chiesa Cattolica prevede che la natività  di Maria si celebri l’8 settembre), dall’isola di Taormina lo street artist ritrae con l’aureola da santa la capitana della Sea Watch Carola Rackete.
Santa Carola protettrice dei rifugiati, si intitola così l’ultima opera dello street artist diventato famoso per aver disegnato, all’indomani della formazione del governo Lega-M5S, le due sagome di Salvini e Di Maio avvinghiate in un bacio.
TvBoy, da quel momento in poi, è diventato sempre più influente, con i suoi messaggi artistici sui muri di Roma.
Oggi, da Taormina ha voluto evidenziare la distanza che c’è tra l’approvazione del decreto sicurezza bis (una legge contro l’umanità  per le sanzioni esagerate contro le ong che salvano le vite in mare) e le azioni di Carola Rackete che è sbarcata a Lampedusa dopo aver salvato 50 migranti da un naufragio nel Mediterraneo.
San Carola Rackete viene ritratta come una madonna moderna, con un bambino nero in braccio e il volto sorridente.
Al braccio sinistro, invece, la capitana della Sea Watch porta una cassetta medica per il primo soccorso. Uno stacco davvero stridente con la Madonna invocata da Matteo Salvini e con le altre invocazioni sacre che il ministro dell’Interno ha fatto nel corso della sua campagna elettorale e nel corso del suo primo anno di governo.

(da agenzie)

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BOLOGNA, ARRIVA L’ACCORDO TRA COMUNE E CENTRO SOCIALE XM24: NUOVA SEDE IN AUTUNNO

Agosto 6th, 2019 Riccardo Fucile

IL SINDACO MEROLA: “QUI EQUILIBRIO E COERENZA, SALVINI PENSI A CASAPOUND”

All’alba lo sgombero, prima del tramonto l’accordo e la promessa di una nuova sede “entro il 15 novembre 2019”.
Si conclude con un foglio A4 firmato dall’assessore comunale Matteo Lepore e da quattro attivisti di Xm24 l’incontro di due ore in Questura arrivato dopo una mattinata di tensione in via Fioravanti, quando prima ancora che facesse luce è iniziato lo sgombero del centro sociale. E a questo punto anche gli ultimi antagonisti resistenti scendono dal tetto dello stabile
Tutto ha inizio alle 5.30 Tutta la zona in Bolognina, storico quartiere della prima periferia, è militarizzata e bloccata dalla presenza dei blindati di polizia e carabinieri. Attivisti asseragliati su una tettoia (ricevono rifornimento di cibo e acqua), gli altri in presidio di solidarietà  a suon di canti e balli.
Ruspe al lavoro per svuotare lo stabile, mentre verso l’ora di pranzo la trattativa sembra portare frutti: l’accordo per un incontro fra attivisti e Comune. “Xm24 – comunicano gli attivisti in un messaggio – non lascia che il nulla avanzi. Il Comune è costretto ad accettare un tavolo di trattativa convocato tra poche ore”.
Alle 15.30 inizia in Questura un vertice sulle ‘sorti’ dell’Xm24: presenti quattro esponenti dell’Xm, l’assessore comunale alla Cultura, Matteo Lepore e Valerio Montalto, direttore generale del Comune.
E l’incontro si chiude con un foglio firmato dall’assessore Lepore che riconoscendo “l’importanza della progettualità  politica sociale e culturale” di Xm24, si impegna “a trovare una nuova sede adeguata in cui far ripartire le attività  dello spazio, quanto prima e non oltre il 15 novembre 2019, a partire dalla valutazione degli immobili precedentemente poposti da Xm24 il 1° agosto”.
“Siamo partiti con la ruspa di Salvini e vorrei finire con la barca di Bologna”, commenta Lepore al termine dell’incontro, “che penso sia il simbolo più importante e su cui tutti dovremmo stare. A me interessa semplicemente trovare un percorso per far sì che le attività  sociali e culturali di questa città  vadano avanti”. D’altronde “lo abbiamo fatto per altri e non vedo perchè non debba valere per ‘Xm24’: questa è la vera cosa che ci distingue da altre città  e da altre realtà  politiche”.
A Salvini risponde il sindaco di Bologna Virginio Merola: “Può occupare meglio il suo tempo e lasciare perdere le ruspe di Bologna. Pensi piuttosto alle ruspe che non ha ancora mandato a sgomberare le occupazioni illegali di CasaPound. Qui a Bologna sappiano benissimo cosa fare per garantire legalità  e rispetto”, aggiunge il primo cittadino, procedendo “con equilibrio e coerenza. Lo facciamo dopo avere esplorato fino in fondo le vie del dialogo e le soluzioni praticabili nell’ambito della legge e delle regole. L’intervento di questa mattina non chiude la porta alla possibilità  di trovare una soluzione come abbiamo fatto in altri casi”.

(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

IL MINISTRO COSTA, GENERALE DEI CARABINIERI: “IL FIGLIO DI SALVINI SULLA MOTO D’ACQUA DELLA POLIZIA E’ UN REATO E VA SANZIONATO”

Agosto 6th, 2019 Riccardo Fucile

IL TITOLARE DELL’AMBIENTE SMENTISCE DI MAIO E GABRIELLI CHE AVEVANO MINIMIZZATO

Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha rilasciato una lunga intervista a Fanpage.it in cui ha parlato del caso del figlio del Ministro dell’Interno: “La vicenda del figlio di Salvini su una moto d’acqua della polizia a Milano Marittima configura un reato che è sanzionato, attenzione non sanzionabile, ma sanzionato”.
Il Ministro, che è anche Generale dei Carabinieri, sottolinea che “io, se ho i portato i miei figli su una moto o una jeep, era la mia moto o la mia jeep oppure l’avevo affittata, non era certo quella della Carabinieri”.
Costa ha fatto anche un bilancio del suo primo anno da Ministro dell’Ambiente: “La cosa che mi piace è che oggi l’ambiente è nelle case degli italiani, cioè che oggi a tavola la famiglia parla anche di ambiente”.
E sulla vicenda che riguarda la Terra di Fuochi spiega: “Nessuno ha la bacchetta magica, per questo abbiamo fatto una cabina di regia con più ministri perchè il fenomeno riguarda diversi aspetti. Cosa non funziona? Dobbiamo recuperare trent’anni in cui non è stato fatto nulla sul tema e c’è un problema con il Ministero dell’Interno: se sappiamo che esiste la nuvola dei roghi tossici tra Napoli e Caserta che colpisce sempre le stesse zone, noi le forze dell’ordine non possiamo muoverle è il Ministro degli Interni deve muovere le forze dell’ordine e i prefetti con una direttiva e dirgli di andare a controllare là ” e specifica “Il mio verso Salvini non è un rimbrotto ma un appello: dacci una mano, dia una mano a terra dei fuochi”.
Sulla Tav: “Vediamo cosa riserverà  il dibattito parlamentare, io ho fatto presente sin dall’inizio che scavare per vent’anni in un territorio come la Val di Susa con un’alta vena amiantifera è rischioso. Deciderà  il parlamento, che sia una posizione o l’altra bisogna sempre rispettare il parlamento, si può non essere d’accordo, ma è il parlamento che decide”.

(da “Huffingtonpost”)

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LA RUSPA PER LO SGOMBERO DEL CENTRO SOCIALE XM24 LE HA MANDATE IL PD

Agosto 6th, 2019 Riccardo Fucile

ANCHE SE SALVINI SE NE PRENDE IL MERITO (AMMESSO CHE SIA UN MERITO)… LO SPAZIO ERA STATO CONCESSO NEL 2002 DAL SINDACO GUAZZALOCA (CDX)   POI REVOCATO DAL COMUNE DI BOLOGNA A GUIDA PD… CHE FARSA: GIOISCE LA LEGHISTA BORGONZONI, UNA CHE ERA NEL CENTRO SOCIALE LINK PRIMA DELLA RICONVERSIONE A PADAGNA

“Ordine, legalità  e democratiche RUSPE!”. Recita così (con tanto di stampatello maiuscolo) l’ultima parte del tweet con cui Matteo Salvini esulta per lo sgombero del Xm24, storico centro sociale di Bologna, nato nel 2002 negli spazi un tempo occupati dal mercato ortofrutticolo.
Il ministro ha pubblicato un video di buon mattino, come a celebrare quello che forse pretendeva di far passare come un suo ‘successo’, all’indomani della conversione in legge del decreto sicurezza bis.
Ma il titolare del Viminale e il suo partito con questa iniziativa non c’entrano poi molto. Tutt’altro.
La ruspa che ha fatto irruzione nello spazio autogestito e ha iniziato a distruggerne le barricate nonostante la resistenza degli attivisti è, per citare Salvini, democratica. Ma forse non nel senso che intendeva il ministro. A ordinare lo sgombero del Xm24, infatti, è stata l’amministrazione cittadina. Orientamento politico? Partito democratico.
Quel Pd che, accusano i militanti schierati a difesa del centro sociale e parte dell’opposizione, “sembra Lega”.
La decisione di irrompere con la ruspa nello spazio autogestito per allontanarne i militanti è stata presa dopo che, il 25 luglio, era scaduto il termine ultimo dato ai militanti per liberare l’area concessa 17 anni fa a un gruppo di collettivi dall’allora primo cittadino Giorgio Guazzaloca.
Il primo sindaco non di sinistra nella storia della città .
L’amministrazione comunale attuale ha scelto di non rinnovare la convenzione con le realtà  autorganizzate nel 2016 e annunciato di voler realizzare, al posto dello stabile occupato, dieci appartamenti di co-housing.
Mentre parte dei militanti continua a resistere nella piscina del centro sociale e un’altra parte si prepara al confronto in questura con l’amministrazione comunale, la Lega esulta – con Lucia Borgonzoni, capogruppo leghista in Consiglio comunale, che parla di “giornata storica” e il Pd si divide.
“Ancora uno sgombero, le ruspe, i blindati. Non può essere questa la soluzione. Si interrompa questo show e riprenda il dialogo”, ha scritto su Twitter Matteo Orfini, deputato dem.
Il sindaco del capoluogo dell’Emilia Romagna, invece, ha invitato il ministro dell’Interno a non mettere il naso nelle questioni bolognesi e a pensare a sgomberare Casapound.
“Caro ministro Salvini, può occupare meglio il suo tempo e lasciare perdere le ruspe di Bologna. Pensi piuttosto alle ruspe che non ha ancora mandato a sgomberare le occupazioni illegali di CasaPound”. Da parte di Merola, poi, l’apertura al confronto con gli attivisti, per cercare insieme nuove soluzioni.
La convocazione di un incontro tra le parti e la disponibilità  a concordare soluzioni alternative non è però bastata per sopire le critiche dei militanti di centri sociali vicini a quello sgomberato, delle opposizioni e di molti utenti social. Labas e Tpo, due realtà  autorganizzate bolognesi, hanno attaccato su Facebook: “C’è chi vince e c’è chi perde: chi aveva la bava alla bocca da anni nell’immaginarsi questa giornata sta celebrando il trionfo (non scomodatevi nel vedere i social del ministro dell’interno a riguardo) e ha il tappeto steso verso la vittoria alle prossime elezioni regionali e comunali; chi invece la città  la sta governando (o dovrebbe farlo) ha fallito miseramente e marca ancora di più, a colpi di ruspa, la distanza tra se stesso e un pezzo di società  che ha costruito una storia importante di questa città  e che oggi perde dopo 17 anni uno dei propri luoghi di riferimento”.
Per i due collettivi “siamo anche in una città  peggiore di ieri e questa macchia indelebile si trova innanzitutto sul petto di chi a palazzo d’accursio da mesi (ma forse anni) ha lavorato per cercare di ‘sottrarre il tema della sicurezza alla Lega’ e di chi, per paura e incomprensibili equilibrisimi di partito, non ha fatto ciò che doveva fare: metterci la faccia e trovare una soluzione reale, comprensibile, all’altezza dei bisogni di chi vive Bologna”.
Un concetto, questo, ribadito anche sui social da molti utenti: “Oggi sgomberato Xm24 con tanto di “ruspe democratiche”. Salvini ha esultato, Zingaretti plaude il sindaco di Bologna. Ma vi ricordate quando si scontravano sul Decreto sicurezza bis? Sembra ieri”, scrive un utente”.
Un altro ha commentato: “Le ruspe Pd non le avevo ancora viste XM24 ok sono un po’ allibita. Non ci capisco più nulla”.
Gli attacchi ai dem sui social non sono finiti: “Qua stiamo sempre a sperare che in Italia nasca una seria opposizione al governo leghista da parte del primo partito di centrosinistra del paese, e invece il PD bolognese fa un altro regalo alla propaganda di Salvini”, tweetta un altro utente.
Lo scontro politico non si placa, dunque, e il presidio dei militanti prosegue: sono centinaia di manifestanti che tra canti, balli e pentole e coperchi sbattuti protestano contro il blitz.
Dalla loro parte c’è Franca, 74 anni, residente del quartiere. Seduta vicino a uno degli striscioni di protesta affissi nel parco dagli attivisti ricorda il padre che lavorava proprio lì, nel mercato che un tempo era allestito nello stabile.
A lei la realtà  creata da Xm24 mancherà  perchè, spiega: “Organizzavano sempre belle iniziative per il quartiere si qualcuno si è lamentato, ma non tante persone. Finisce una bella esperienza per tutti”.

(da “Huffingtonpost”)

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INTERVISTA AL COSTITUZIONALISTA AZZARITI: “IL DECRETO SICUREZZA BIS E’ INCOSTITUZIONALE”

Agosto 6th, 2019 Riccardo Fucile

“MA VI SEMBRA POSSIBILE PREVEDERE SANZIONI CONTRO CHI COMPIE ATTI DOVEROSI? SAREBBE OMISSIONE DI SOCCORSO”… “LE NORME SULLE MANIFESTAZIONI SONO LIBERTICIDE E SENZA SENSO”

«A mio parere il decreto da un lato è contraddittorio e dall’altro, per alcuni profili, si pone in contrasto con la Costituzione. Gli articoli 1 e 2 sui divieti d’ingresso, sulle multe e sul sequestro delle navi, impongono il rispetto degli obblighi internazionali ma, al tempo stesso, li contraddicono prevedendo limiti o divieti incompatibili con il diritto del mare, nonchè con la Costituzione».
Ordinare multe salate, il sequestro e la vendita delle navi non disincentiva del tutto i salvataggi?
«Ma le sembra possibile prevedere sanzioni comminate nei confronti di atti doverosi? Spesso si dimentica che gli obblighi di soccorso non trovano radici solo nel diritto internazionale, ma anche in quel fondamentale dovere inderogabile di solidarietà  che la Costituzione impone e che le leggi sanzionano con reati tipo l’omissione di soccorso».
Ma questo reato vale per gli italiani o pure per i migranti
«La Costituzione si riferisce alla persona umana, senza distinzioni di sesso, razza o provenienza geografica».
La stretta sulle manifestazioni non dà  un potere enorme alla polizia e scoraggia la partecipazione?
«Faccio due osservazioni. La prima è che già  le norme attuali sono molto rigorose, per lo più predisposte negli anni Settanta, ai tempi del terrorismo, quindi in una situazione di reale emergenza. La seconda è che la Costituzione esprime un forte favore nei confronti della partecipazione politica in piazza che dovrebbe essere particolarmente sentita dai leader che si dichiarano populisti, ma che all’opposto scrivono norme per governare senza il controllo del popolo a cominciare dagli ostacoli posti alle manifestazioni. Interpreto così le pene più gravi per la minaccia e la resistenza al pubblico ufficiale che potrebbero punire pure forme verbali di dissenso e non azioni violente».
Ci sono altri problemi di incostituzionalità , cominciando dalle famose multe?
Qui ci sono vari problemi: il testo è generico (“migranti” in senso tecnico-giuridico non vuol dire nulla) e non è chiaro nemmeno se la previsione riguardi solo le navi italiane o anche le altre e, in questo caso, come si possa far multe a barche straniere per fatti commessi fuori dall’Italia. In generale, peraltro, se l’operazione è di “soccorso” (il termine usato nel decreto) integra lo “stato di necessità ”, il che (per legge) esclude la sanzione. Senza contare che il testo confligge in maniera irragionevole col Testo unico sull’immigrazione che già  punisce “il trasporto di stranieri in posizione irregolare”.
I profili di incostituzionalità  sono plurimi: il più evidente è che la multa è elevata per non aver obbedito all’ordine di un’autorità  amministrativa, anche se quello confligge con fonti sovraordinate com’è, ad esempio, la Convenzione Onu sul diritto del mare (che prevede l’obbligo di salvare chiunque sia in difficoltà  e di sbarcarlo in un porto sicuro).
Poi c’è la questione dei porti, sollevata per sottrarre potere alle Infrastrutture (Toninelli) e “chiudere i porti” definitivamente: “come dimostra il caso della nave Diciotti, però, anche chiudere — o far finta di chiudere — un porto non può avvenire ignorando le leggi e il diritto internazionale”. Infine c’è la stretta sul dissenso: il testo trasforma una serie di comportamenti finora puniti come contravvenzione in delitti: nel testo salviniano volano fino a 12 mesi di galera pure per i promotori di cortei in cui qualcuno compia i reati di devastazione e danneggiamento o per chi partecipa a un corteo non autorizzato.
Di più: si arriva al paradosso che diventa“delitto”usare caschi o altri mezzi per non farsi riconoscere, ma solo durante una manifestazione: se succede altrove resta contravvenzione. Un altro articolo esclude a priori — Dio solo sa perchè — il fatto che i reati di violenza, minaccia o oltraggio a pubblico ufficiale possano essere “non punibili per la lieve entità  del fatto”: come dicono i tecnici, viola “il principio di eguaglianza-ragionevolezza” e, soprattutto, si rischiano 36 mesi per aver detto “sciocchino” a un poliziotto.
Il paradosso finale riguarda due “nuovi” reati: non solo il lancio di “cose, razzi, bengala (…)”e tutto quel che si può lanciare costerà  fino a 3 anni di carcere, ma persino chi “utilizza scudi o altri oggetti protezione passiva”per fermare o ostacolare un pubblico ufficiale. In sostanza, non sarà  più possibile fare un sit-in o bloccare uno sgombero tentando di proteggersi dalle manganellate: sempre che qualcuno riesca a spiegare in tribunale il “principio di offensività ” di un tentativo di difesa.

(da agenzie)

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ESISTE UNA ALTERNATIVA A SALVINI? UNA TRIADE LANDINI, CARFAGNA, CALENDA

Agosto 6th, 2019 Riccardo Fucile

SONO LE UNICHE PERSONALITA’ IN GRADO DI TENERE TESTA A SALVINI… SERVE UNA OPPOSIZIONE CHE TRASFORMI LA PROTESTA IN DISOBBEDIENZA CIVILE DI PIAZZA

Se vogliamo sollevare il capino oltre il chiacchiericcio di questi giorni alimentato ad arte dall’uomo più pericoloso d’Italia, cioè Matteo Salvini, possiamo stringere l’angolo di visuale attorno a tre sole figure pubbliche.
Una è un sindacalista vero, Maurizio Landini, che sa riportare i temi del lavoro e della sofferenza del Paese al centro della discussione senza retorica, che ostacola le avventure extra-istituzionali di Salvini trattando solo con il premier, che immagina una grande mobilitazione nei prossimi mesi.
L’altro personaggio è Carlo Calenda, l’uomo che sta più antipatico alla sinistra radical e che corrisponde questi sentimenti, ma che è il borghese più intelligente nell’opporsi con argomenti seri a Matteo Salvini senza farsi troppo ingoiare dalle pagliacciate del ministro.
Infine, da qualche tempo, ma soprattutto con l’articolo di oggi sul Foglio, c’è Mara Carfagna, berlusconiana della prima ora, o della seconda, all’origine dei pettegolezzi che avrebbero irritato Veronica Lario, ma parlamentare laboriosa e di grande serietà .
La Carfagna che, a differenza delle altre sue colleghe ex di Forza Italia, ha un seguito elettorale, invita la sua area, devastata dai tradimenti e dalla giocosa inutilità  del governatore della Liguria Toti, a elaborare proposte di governo in grado di smascherare il propagandismo di Salvini, di attrarre quelle aree del Nord che sono attente a chi aiuta le imprese, di rivolgere al Sud uno sguardo diverso dalla continua rinascita del modello Achille Lauro che ha pervaso ieri Silvio Berlusconi e oggi Salvini ma anche alcuni dannosi governatori del Sud.
Non metto in questo elenco Nicola Zingaretti non per disistima o per sottovalutare il suo lavoro ma per fare un altro ragionamento. È questo: non è più tempo di perdersi in liti interne, chi vuole una bella lite se la faccia da solo, non si caccia nessuno ma non si trattiene alcuno/a, il tema è che bisogna studiare una modalità  nel fare opposizione che esca dalle aule parlamentari e che prenda esempio dai grandi movimenti di protesta anche del passato.
Noi siamo di fronte a un governo che ha nel suo programma e spende i nostri soldi solo per martoriare i migranti. Per il resto nisba. È tecnicamente un governo di imbroglioni. I cinque stelle sono la parte malata di questa maggioranza.
Non si possono salvare e non devono essere salvati. Nessuna lusinga, nessun cedimento verso il mondo giustizialista e verso quegli intellettuali, magistrati, gente di spettacolo e giornalisti che hanno visto nel M5s il nuovo Pci. Cialtroni.
Il tipo di opposizione che va fatta e che non va lasciata alla spontaneità  — non perchè non sia necessaria ma perchè bisogna proteggere chi protesta — deve diventare la disobbedienza civile a tutto campo.
Questo Paese deve diventare ingovernabile, la destra razzista deve pagare un prezzo altissimo fino a che da essa non si staccherà  la destra, pur reazionaria, pur nostalgica, ma attaccata ai valori della convivenza.
Una opposizione che metta al centro la disubbidienza civile non c’è mai stata. Abbiamo avuto opposizioni di popolo con manifestazioni, scioperi all’incontrario, momenti di rottura nelle piazze.
Penso invece che la disubbidienza civile possa fronteggiare la destra salvinizzata e soprattutto, insisto su questo punto, proteggere persone e ragazzi che nei prossimi mesi scenderanno in campo a protestare.
Inutile perdere tempo con chi sogna governicchi con i pentastellati. Si sta all’opposizione e dall’opposizione si costruisce la sconfitta di Salvini. C’è bisogno di tutti, anche di mille Calenda e di mille Carfagna e anche di un solo Maurizio Landini.

Peppino Caldarola
(da “Lettera43”)

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LA GUARDIA COSTIERA SALVA UN DELFINO A LAMPEDUSA E SCATENA I SOCIAL: “ORA IN MARE POTETE SALVARE SOLO QUELLI”

Agosto 6th, 2019 Riccardo Fucile

LA POLITICA RAZZISTA DEL GOVERNO STA TRAVOLGENDO LA STIMA CHE GLI ITALIANI AVEVANO DELLE ISTITUZIONI

La Guardia Costiera italiana ha salvato un delfino in difficoltà  rimasto intrappolato in una rete da pesca.
Il video del salvataggio è stato pubblicato su Twitter e ha scatenato le polemiche degli utenti del social, dopo l’approvazione del decreto Sicurezza bis. “Salvare i delfini si può. Occhio che se si tratta di appartenente alla razza umana può costare da 150mila a 1 milione di euro”, scrive un utente.
Un altro utente critica aspramente il nuovo decreto voluto dal leader leghista: “L’approvazione oggi al Senato del Decreto INsicurezza Bis è l’offesa più grande che questo paese abbia sinora ricevuto alle sue storiche libertà  democratiche e all’umanità , anche come principio identitario, da parte di questo governo! I delfini sono un Simbolo?!”.
Un altro scrive invece una provocazione alla Guardia Costiera, sempre in riferimento al nuovo decreto sulla sicurezza, e sulle conseguenze che avranno le nuove disposizioni in mare: “Ma se vedete umani in difficoltà  ora che fate? rispetterete la legge, vero?”.
“Spero che siano le prove generali per poi salvare anche altre vite umane” si augura un altro utente “anche se il governo da voi servito ve lo renderà  sempre più difficile”. “Andare contro la naturale missione di salvataggio è come una castrazione di uno stallone per la gioia del padrone” scrive infine l’utente.
Infine un altro utente, sempre in tono polemico, sostiene che con i decreto Sicurezza Bis “da oggi l’unico mammifero che vi è permesso salvare in mare… Il delfino”.

(da agenzie)

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IL LEGHISTA CHE AVEVA AUGURATO LA MORTE A EMMA BONINO PREMIATO: DIVENTA PRESIDENTE DI UN ENTE PUBBLICO

Agosto 6th, 2019 Riccardo Fucile

“CREPA VISCIDA SERPE” AVEVA SCRITTO QUESTO INFAME

“Crepa viscida serpe”. Con queste parole il neo presidente del Consiglio di Bacino dell’Ato Veronese, Bruno Fanton (Lega) che ricopre anche la carica di assessore ai Lavori Pubblici nel Comune di Cerea, si è rivolto alcune settimane fa via Facebook alla Senatrice Emma Bonino, rea di aver criticato la politica anti-immigrazione della Lega di Salvini e del Movimento 5 Cinque Stelle.
Il commento d’odio, pubblicato su una delle centinaia di condivisioni del post del 5 luglio scorso della trasmissione televisiva di La7 “In Onda”, alla quale la Bonino era intervenuta come ospite, è stato immortalato da uno screenshot di una cittadina veronese.
Il Pd veronese ha quindi presentato una interrogazione a risposta scritta al sindaco della città  Federico Sboarina, chiedendo al primo cittadino se Fanton sia la persona adatta a gestire i milioni di investimento del Consiglio di Bacino sul territorio.
Pertanto il dem chiedono al sindaco di Verona, che è parte dell’assemblea dei Sindaci che governa l’Ato, e all’assessore Marco Padovani, che è uno dei 4 componenti del Comitato istituzionale, di prendere pubblicamente le distanze dagli auguri di morte alla senatrice Emma Bonino, di pretendere le scuse formali di Fanton e di proporre all’assemblea dei Sindaci che regge l’Ato provvedimenti severi nei suoi confronti. “Sebbene il commento sia antecedente alla nomina di Fanton a Presidente, i toni sono incompatibili con la carica ricoperta in quanto getta fango sull’intero organismo”, attacca il Pd. .
“Ci chiediamo inoltre da dove deriva l’arroganza e la mancanza di misura che spinge Fanton a rivolgersi con questi toni ad una persona che, comunque la si pensi, con le sue battaglie ha segnato la storia dell’Italia contemporanea. Bonino è stata per due volte ministro, commissario europeo, candidata alla Presidenza della Repubblica”, conclude il gruppo Pd.

(da “Huffingtonpost“)

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LA FOTO DELL’AMERICANO BENDATO IN CASERMA SCATTATA DA UN COLLEGA DI REGA

Agosto 6th, 2019 Riccardo Fucile

POI DUE CANALI DI DIFFUSIONE: CHAT INTERNA SOLO PER FARLO SAPERE AI COLLEGHI, MANINA PER PASSARE LA FOTO ALLA STAMPA PER SCREDITARE IL COMANDANTE DEL NUCLEO OPERATIVO D’ALOIA, REO DI AVER PORTATO ALLA LUCE LE RESPONSABILITA’ DI ALCUNI CARABINIERI SUL CASO CUCCHI

Sarebbe stato un collega di Mario Cerciello Rega a scattare la foto di Gabriel Natale-Hjorth bendato e ammanettato nella caserma di via In Selci a Roma.
Ovvero un militare della stazione Farnese, la stessa alla quale apparteneva il vicebrigadiere ucciso a Roma. La procura capitolina che indaga sull’omicidio infatti ha aperto un fascicolo anche sull’immagine poi fatta girare in una chat dei carabiniere e infine arrivata alla stampa.
E, fa sapere oggi Valeria Pacelli sul Fatto, nell’opera di diffusione si sarebbero mosse due diverse persone con due intenzioni diverse:
Secondo quando risulta al Fatto (ma le bocche in Procura sono cucite), il principale sospettato sarebbe tra i militari della stazione Farnese, la stessa dove lavorava Cerciello Rega, che in quel momento si trovavano negli uffici di via In Selci.
Quello scatto (gli investigatori hanno ricostruito il momento in cui è stato fatto) poi è stato inviato in una chat per dimostrare ai colleghi che chi era coinvolto nel caso dell’omicidio del vicebrigadiere era stato fermato.
Diversa l’intenzione di chi ha inviato la foto alla stampa: secondo gli investigatori si tratta di qualcuno intenzionato a screditare il gruppo di Lorenzo D’Aloia, il comandante del Nucleo investigativo che ha collaborato nelle indagini della Procura facendo venire a galla, con il pm Giovanni Musarò, i presunti depistaggi dell’Arma sul caso Cucchi. È questa solo un ‘impressione degli investigatori che sono alla ricerca del responsabile.

(da agenzie)

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