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ALTRO AUTOGOL DI LUCIA BORGONZONI: ORA NEGA DI AVER SCRITTO QUELLO CHE HA SCRITTO (E CHE RIMANE SCRITTO)

Dicembre 9th, 2019 Riccardo Fucile

LA FRASE SUI MEDICI CHE PER CURARE LA DEPRESSIONE DOVREBBERO PRESCRIVERE PASSEGGIATE NEI BOSCHI INVECE CHE ANTI-DEPRESSIVI E’ SOLO L’ULTIMA DI UNA SERIE

Non si può dire che la senatrice della Lega Lucia Borgonzoni non stia facendo di tutto peR lasciare un segno nella storia politica di questo Paese.
Di gaffe la nostra ne ha collezionate tante, a partire da quando disse che la sua regione confina con il Trentino (chissà , forse anche sui confini regionali vuole fare “come il Veneto”).
Ieri il professor Roberto Burioni ha scovato un tweet del 20 giugno 2019) sull’account Twitter della candidata della Lega nel quale la Borgonzoni si interrogava sulla possibilità  che gli psichiatri prescrivessero “passeggiate nei boschi” invece che antidepressivi.
La fonte è un “articolo” pubblicato da un certo Mister Black sul blog altraroba.altervista.org. Non certo uno studio scientifico o l’opinione di un illustre accademico. Anzi, una notizia priva di fondamento scientifico.
E la cosa fa sorridere perchè abbiamo scoperto che oltre alle sciocchezze sul MES e quelle sul “sistema Bibbiano” la Borgonzoni a quanto pare ritiene che una persona senza titoli di studio specifici nè abilitazioni mediche possa curare la depressione senza nemmeno visitare i pazienti.
Chissà  forse all’epoca riteneva che per snellire le liste d’attesa nei centri di salute mentale della Regine si potessero “prescrivere” gite, gitarelle e scampagnate.
Oggi ad Agorà , mentre la Borgonzoni parlava di nuovo della sanità  dell’Emilia-Romagna (che funziona bene, come lei stessa ha ammesso) la viceministro dell’Istruzione Anna Ascani le ha rinfacciato che lei era quella che appunto parlava delle passeggiate nei boschi per le persone depresse.
La senatrice della Lega però non ha alcuna intenzione di entrare nell’argomento, nè di fornire una spiegazione. Ed anzi nega la paternità  di quel tweet dicendo «non l’ho detto io bisogna stare attenti a quello che si dice».
Ed è vero che quell’articolo su “altraroba” non l’ha scritto l’allora sottosegretaria ai Beni Culturali ma è indubbio che il cinguettio con scritto «e se gli psichiatri prescrivessero gite nei boschi anzichè antidepressivi?» lo abbia scritto il titolare dell’account della Borgonzoni. Che fino a prova contraria è la Borgonzoni stessa.
Per inciso la Borgonzoni stava dicendo che per colpa di una norma della regione Emilia-Romagna nel punteggio per il sostegno alle persone con disabilità  ai fini ISEE viene conteggiato anche l’assegno di accompagnamento.
Eppure nel RdC (norma votata anche dalla Lega) il bonus caregiver (il contributo per i cittadini che assistono un famigliare disabile) veniva conteggiato ai fini della formazione del reddito ISEE.

(da “NextQuotidiano”)

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“BARBARA GUERRA MINACCIAVA DI PARLARE E DIFFONDERE VIDEO SE BERLUSCONI NON PAGAVA”: AL PROCESSO RUBY TER LA TESTIMONIANZA DELL’ARCHITETTO

Dicembre 9th, 2019 Riccardo Fucile

REDAELLI GESTIVE LE VILLE DI BERLUSCONI DATE IN USO GRATUITO AD ALCUNE EX OLGETTINE

“Quando Barbara Guerra si arrabbiava, minacciava di andare dai giornalisti affamati di notizie, mostrargli dei video e ‘cantare'”.
L’architetto Ivo Maria Redaelli, architetto e mediatore immobiliare, riferisce ai giudici del processo ‘Ruby ter’ del ‘pressing’ che sarebbe stato messo in atto dalla showgirl nel 2010 per convincere Silvio Berlusconi a soddisfare le sue esigenze.
All’allora ‘olgettina’, Berlusconi aveva messo a disposizione una delle case progettate da Redaelli dal valore di 800mila euro.
“A volte, Guerra mi chiamava e dava in escandescenze – è il racconto del testimone, incalzato dalle domande del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Luca Gaglio – magari per una lampadina che si era bruciata. Mi diceva che non aveva più nè lavoro, nè soldi a causa della serate ad Arcore”.
Sul contenuto dei video che la giovane minacciava di rendere pubblici, Redaelli precisa: “Magari potevano essere immagini in cui lui appariva in maglioncino o in canottiera. Berlusconi è un esteta e gli avrebbe dato fastidio”.
Nel processo sono imputate 28 persone, tra cui l’ex premier che è accusato di corruzione giudiziaria per avere ‘comprato’ il silenzio o le bugie delle ragazze che partecipavano alla serate a Villa San Martino nei procedimenti giudiziari scaturiti dalla rivelazioni di Ruby.
“Berlusconi – ha aggiunto Redaelli che si definisce ‘un amico’ del fondatore di Forza Italia   – si sentiva molto triste, è una persona sensibile, aiuterebbe chiunque, pensava di essere moralmente responsabile del fatto che le ragazze fossero rimaste senza lavoro a causa dell’inchiesta e voleva che si rifacessero una vita, trovassero un fidanzato e diventassero autosufficienti. Quando poi le telefonate diventavano insistenti, era infastidito e minacciava di buttarle per strada, ma io tranquillizzavo le ragazze dicendo che non l’avrebbe mai fatto”.
Stando al racconto del teste, oltre a Barbara Guerra anche Alessandra Sorcinelli andò a vivere in una delle ville progettate da Mario Botta a Bernareggio, in Brianza, “in comodato d’uso che non aveva una scadenza e senza mai pagare le utenze di luce e gas”.
Le residenze avevano un valore di 800mila euro a testa. Guerra vive ancora lì: “Non la sento più, dopo avere risolto i problemi di gas e lampadine – ha chiarito l’architetto – so che qualche mese fa c’era stata una ‘perdita’ ma se n’è occupata un’altra persona”. Redaelli ha affermato di non avere “mai sentito che questa casa doveva essere regalata a Barbara Guerra”.

(da agenzie)

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SALVINI CONTINUA IL TERRORISMO SUL MES SENZA SAPERE DI COSA STA PARLANDO

Dicembre 9th, 2019 Riccardo Fucile

IL MENTITORE SERIALE SPARA BUFALE SUI NUMERI, SUI COMPITI, SULLE CLAUSOLE, SULLE BANCHE, SUI RISPARMI

Dopo aver dimostrato di non sapere cosa sono le famigerate CACs (che lui definisce le “clausole in cauda venenum”) ieri Salvini è tornato a parlare del Meccanismo Europeo di Stabilità . Dicendo, come al solito,   un sacco di fregnacce.
Salvini è riuscito a trasformare una questione “tecnica” e una riforma che cambia poco del precedente Trattato sul MES in un campo di battaglia politica, con tanto di banchetti per la raccolta firme ad uso e consumo di elettori ignari (su cosa sia il MES).
«Questo trattato, lo ricordo a chi guarda la tele alla domenica, mette 124 miliardi di euro degli italiani nelle mani di sette burocrati europei, due tedeschi, due francesi, un olandese, un belga e un irlandese che possono discrezionalmente decidere chi aiutare e non aiutare con quei soldi. Ma chi dev’essere aiutato deve essere un paese con i conti a posto. Quindi tradotto i soldi degli italiani a detta di decine di economisti rischiano di essere utilizzati per salvare le banche tedesche. Io mai voterò un trattato del genere». Con questa affermazione il leader della Lega continua a mostrare che sul MES non ci ha capito nulla.
In primo luogo il capitale versato dall’Italia è di 14,33 miliardi di euro, pari al 17% delle quote del fondo. Quei 124 miliardi di euro sono il capitale sottoscritto, ma non versato. Ed è chiaro a tutti che qualora l’Italia dovesse versare i restanti 111 miliardi di euro significherebbe che la Germania dovrebbe versarne 160 miliardi e la Francia 120, un’ipotesi remota che per altro non è detto sia efficace per assorbire l’eventuale shock finanziario che si propone di fronteggiare.
Come ha spiegato il Presidente di Bankitalia Ignazio Visco in audizione alla Camera «l’ESM è stato istituito mediante un trattato intergovernativo, ossia al di fuori del quadro giuridico della UE. È guidato da un “Consiglio dei Governatori” composto dai 19 Ministri delle finanze dell’area dell’euro. Il Consiglio assume all’unanimità  tutte le principali decisioni (incluse quelle relative alla concessione di assistenza finanziaria e all’approvazione dei protocolli d’intesa con i paesi che la ricevono)».
Non ci sono quindi “sette persone” che decidono da sole.
Così come non è vero che il MES è un “fondo privato” come sosteneva Salvini qualche giorno fa. Di fatto le decisioni vengono prese in base alla maggioranza dell’85% del numero di quote sottoscritte. L’Italia ha quindi il potere di veto (perchè 100% — 17% fa 83%).
Non si capisce poi il nesso logico tra la necessità  di avere i conti in ordine e un bilancio sostenibile (altrimenti come si potrebbe ripagare il prestito del Fondo?) e il fatto che questo significa che in questo modo si salveranno solo le banche tedesche (i sovranisti tedeschi invece sostengono il contrario).
Perchè Salvini — come già  Lucia Borgonzoni — qui sta confondendo il cosiddetto Fondo salva stati con il Fondo di risoluzione unico che serve invece a salvare le banche in difficoltà .
La riforma del MES ha introdotto il common backstop per le crisi bancarie che il governo Conte 1 per voce dell’ex ministro Paolo Savona ha sempre sostenuto. Dov’era Salvini? Lui dice che la Lega è sempre stata contro il MES, fin dal 2012. È vero. Ma quando Savona illustrava la posizione del governo evidentemente contemplava anche quella dei ministri della Lega (e di certo l’ex ministro agli Affari Europei non era il più acceso degli europeisti del governo gialloverde).
Ma Salvini continua, parla di una fantomatica “soluzione finale” che consisterebbe in delle clausole (le CACs che evita di nominare sono tra queste) «svantaggiose per i risparmiatori italiani perchè si parla di ristrutturazione del debito, tradotto: patrimoniale».
Ma non c’è alcuna ristrutturazione automatica del debito. Scrive Visco nella sua relazione presentata alla Commissione Bilancio la settimana scorsa: «la riforma non prevede nè annuncia un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani. Come nel Trattato già  oggi in vigore, non c’è scambio tra assistenza finanziaria e ristrutturazione del debito. Anche la verifica della sostenibilità  del debito prima della concessione degli aiuti è già  prevista dal Trattato vigente. È una clausola a tutela delle risorse dell’ESM, di cui l’Italia è il terzo principale finanziatore».
E per inciso quello che vuole finanziare le sue riforme e le sue leggi di bilancio usando la ricchezza privata degli italiani è proprio Salvini.
Ma volete la dimostrazione che il leader della Lega sul MES non sa di cosa sta parlando? Salvini dice che «c’è la Banca Centrale Europea? Le garanzie per i risparmi e le banche le fornisce la Banca Centrale Europea».
In pratica Salvini vorrebbe che la BCE (che è partecipata dagli stati membri con soldi dei cittadini europei) facesse il prestatore di ultima istanza. Esattamente quello che fa il MES. E non si capisce perchè la BCE dovrebbe prestare soldi senza alcuna garanzia circa una possibilità  di rientro del debito.
È il solito gioco delle tre carte leghista.

(da “NextQuotidiano”)

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LA CENA DI MARA CARFAGNA IN PIAZZA DI SPAGNA CON I RIBELLI DI FORZA ITALIA CHE NON SI VOGLIONO VENDERE AI SOVRANISTI

Dicembre 9th, 2019 Riccardo Fucile

SONO 40 I PARLAMENTARI CHE PREMONO PERCHE’ MARA FONDI UN SOGGETTO AUTONOMO … CHI VUOLE APPOGGIARE IL CONTE 2 E CHI RESTARE ALL’OPPOSIZIONE… LA CARFAGNA ASPETTA IL MOMENTO GIUSTO PER NON   “PASSARE DA TRADITRICE”

Mara Carfagna ha incontrato a cena la scorsa settimana una ventina di parlamentari di Forza Italia che si sono riuniti per spiegare la loro ostilità  alla confluenza di Forza Italia nel progetto politico di Matteo Salvini.
Se Berlusconi e soprattutto la famiglia e l’azienda sono pronti a schierarsi con il Capitano, gli eletti nel partito dell’ex premier sono pronti a fare armi e bagagli per trasferirsi, magari dentro la maggioranza che regge il governo Conte Bis.
Racconta oggi La Stampa
Mercoledì scorso, convocati da Renata Polverini, oltre venti tra parlamentari e senatori si sono ritrovati a cena da Gina, a piazza di Spagna a Roma, insieme appunto alla Carfagna, per chiedere di passare all’azione e avviare finalmente la costituzione di un soggetto autonomo da una Fi considerata ormai in liquidazione: «siamo tanti, almeno il doppio di quelli che erano presenti».
Tra gli altri, raccontano, c’erano Andrea Cangini, Maurizio Carrara, Luigi Casciello, Franco Dal Mas, Massimo Mallegni, Osvaldo Napoli, Paolo Russo, e persino Paolo Romani, che ha già  lasciato Fi per seguire Giovanni Toti.
«Qualcosa bisogna fare — dice uno dei partecipanti — la strategia di Fi è fallimentare. Non vogliamo rotture traumatiche, ma è il momento di dire a Berlusconi: a noi galleggiare non basta».
Il timore è che il Cavaliere, spinto anche dalla famiglia, scelga di fatto di consegnare lo scalpo Fi a Salvini. Il richiamo di Matteo Renzi sui dissidenti di Fi si è affievolito, per le inchieste su Open e per via dei sondaggi deludenti.
La stessa Carfagna avrebbe chiarito di voler restare nel centrodestra e di non avere intenzione di fare la stampella al governo Conte. Su questo, in realtà , le posizioni non collimano.
Spiega un parlamentare di Fi: «Se si va a elezioni Salvini candida non più di una trentina di noi». Dunque, «se si aprisse una crisi è certo che parecchi sosterrebbero soluzioni che evitino il voto…».
La Carfagna, raccontano, avrebbe chiesto ancora tempo: «Non rinuncio al tentativo di convincere Berlusconi». La vice-presidente della Camera, spiegano, «non vuole apparire come una traditrice».

(da “NextQuotidiano”)

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AL TONNO LESSO NON PIACCIONO LE SARDINE: L’EX LIBERALE BERLUSCONI URLA CONTRO LA PASCALE A VILLA MARIA

Dicembre 9th, 2019 Riccardo Fucile

“MI HAI MESSO IN DIFFICOLTA’ CON GLI ALLEATI” (SAREBBERO I RAZZISTELLI)… E FRANCESCA SALUTA E PARTE PER NAPOLI

Silvio Berlusconi non ha preso per niente bene l’annuncio di Francesca Pascale, pronta a scendere in piazza con le Sardine a Roma. E Repubblica racconta oggi in un articolo a firma di Carmelo Lopapa che è andato persino a urlarle contro:
«Sappi che non tollererò mai più un’uscita come questa, adesso basta, mi hai messo in serie difficoltà  con gli alleati», raccontano che le abbia urlato, andando a trovarla nella residenza di Villa Maria dove ormai la giovane campana vive da oltre un anno. Lei ha fatto i bagagli ed è scappata per qualche giorno nella sua Napoli. Era stata messa in rete da neanche un’ora l’intervista all’Huffington Post di venerdì: le simpatie per il movimento di popolo più anti salviniano che ci sia, l’annuncio che lei stessa potrebbe manifestare con loro sabato a Roma, il «no al monocolore sovranista» e l’invito al fidanzato a fare altrettanto.
Su Forza Italia è calato il gelo.
Nemmeno l’ombra di una reazione nelle 48 ore successive — se si fa eccezione per il plauso del corregionale Gianfranco Rotondi — anche perchè, come spiegano i vertici di Forza Italia, «nessuno di noi sa realmente come vadano davvero le cose tra quei due, se la ragazza sia diventata una scheggia impazzita o se Silvio faccia sparare a lei cose che lui non direbbe mai». Questa volta però sembra che prevalga la prima versioneD’altro canto alla Pascale Salvini non è mai stato granchè simpatico. Qualche tempo fa il Fatto scriveva:
“Lercio e buffone”, scritto a caratteri cubitali sulla foto del ministro dell’Interno; “Omofobi” e “Pagliacci senza gloria” sull’immagine del leghista con Marine Le Pen. Poi anche una vignetta di Vauro che raffigura il “Capitano”, e la didascalia di Lady B. vagamente allusiva: “È contro i diritti civili e le droghe… ma vuoi vedere che…”.
E ancora: foto di striscioni contro il leghista e della famosa copertina di Rolling Stone anti Salvini (pure qui con il gioviale commento: “Buffone!”).
Gli screenshot delle sparate WhatsApp di Francesca Pascale ovviamente stanno facendo il giro delle chat dei parlamentari di Forza Italia. A pochi giorni dal voto europeo, il partito attraversa uno dei momenti più delicati della sua storia.
La compagna dell’ex Cavaliere è da tempo una delle protagoniste della faida che dilania gli azzurri. Da una parte c’è lei, insieme all’ex nemica Mara Carfagna, a sostenere la fazione “moderata”, antileghista e antisovranista. Dall’altra i realisti —alcuni nomi: Niccolò Ghedini, Licia Ronzulli — fautori di una linea più sensibile alla crescita di Salvini.

(da “NextQuotidiano”)

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COSI’ SALVINI ROTTAMA LA VECCHIA LEGA NEL SILENZIO

Dicembre 9th, 2019 Riccardo Fucile

IL CAMBIO DEL NOME CHIUDE L’EPOCA DELLA LEGA NORD E PERMETTERA’ DI ROTTAMARE I 49 MILIONI DI DEBITI

Il 21 dicembre a Milano al congresso della Lega Nord per l’Indipendenza della Padania Matteo Salvini chiuderà  l’esperienza del Carroccio bossiano per buttarsi su una nuova realtà , quella che porta il suo nome: la Lega diventerà  Lega per Salvini premier.
Sarà  un congresso-funerale e per questo il Capitano cerca di nasconderlo e servirà  a rottamare la Lega dei 49 milioni di euro come racconta oggi Ilaria Proietti sul Fatto Quotidiano:
Gli interessati sono stati convocati con un messaggio scarno a fine novembre, l’attenzione dell’opinione pubblica (e degli stessi leghisti) in quei giorni sarà  concentrata sulla sessione di bilancio. Un atto solenne che si compie nel silenzio: la transizione verso il nuovo soggetto politico che ha già  eletto 180 parlamentari da ogni parte d’Italia, centro, sud e isole comprese e nel cui statuto non compaiono solo le nazioni padane, ma 22 associazioni regionali, da Nord a Sud; dalla Valle d’Aosta alla Sardegna
Senza per questo sciogliere il Carroccio che è il soggetto politico debitore verso lo Stato dei contributi percepiti e non dovuti per 49 milioni di euro su cui è stato raggiunto un accordo di rateizzazione con la Procura di Genova.
Proprio per questo la Lega dei padri fondatori almeno per ora non dovrà  morire. Anche se nulla è più un tabù, nemmeno la possibile cancellazione di ogni riferimento dallo statuto alla figura di Umberto Bossi presidente federale a vita.
All’ultimo consiglio federale della Lega Nord che ha convocato il congresso del 21 è stata decisa anche la modifica dello statuto che vietava la possibilità  per i militanti di iscriversi ad altre formazioni o partiti.
E così formalizzare ciò che è già  nei fatti, la possibilità  per i militanti del Carroccio di tenere in tasca anche la tessera della Lega per Salvini premier, senza che nessuno della vecchia guardia vicina a Bossi o a Maroni possa eccepire alcunchè.
Per ora viene mantenuto anche il doppio binario per le contribuzioni dei parlamentari alle casse del partito (o meglio dei due partiti).
Ma a differenza del bilancio del Carroccio (che ha chiuso l’anno con una perdita di circa 16 milioni, causa debito con lo Stato), la nuova creatura salviniana prospera, anche grazie al 2 per mille, che alla Lega per Salvini premier ha fruttato nel 2018 il doppio rispetto alla “vecchia”Lega.
La quale oltre tutto ha pure alle calcagna la Commissione per la trasparenza dei partiti politici che controlla la regolarità  dei resoconti.
Ebbene il tesoriere Giulio Centemero è ancora alle prese con le richieste di chiarimento arrivate dagli uffici della Commissione di Palazzo San Macuto rispetto al resoconto 2017. Richieste che non sono state ancora soddisfatte.
La Commissione da ultimo, il 14 novembre scorso, è infatti tornata alla carica per chiedere “l’esibizione dei verbali relativi ai finanziamenti alla Editoriale Nord e a Media Pada nia ”. Che però Centemero non trova.
In entrambi i casi infatti —ha scritto il tesoriere —“il verbale in oggetto non è stato possibile reperirlo”perchè forse “oggetto di sequestro da procure che ad oggi hanno in mano tutta la nostra documentazione in originale”.
Ha fatto mettere invece da subito agli atti che “non sono state costituite fondazioni o associazioni i cui organi direttivi siano stati anche parzialmente determinati dal partito”. Insomma nessun rapporto tra la Lega e la onlus Più Voci di cui Centemero è presidente (e indagato per finanziamento illecito per le donazioni dell’imprenditore romano Parnasi).

(da “NextQuotidiano”)

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“LASCIATE I DIVANI, VENITE IN PIAZZA, A PIAZZA SAN GIOVANNI DEVE ACCADERE QUALCOSA DI GRANDE”

Dicembre 9th, 2019 Riccardo Fucile

L’APPELLO DEL CAPO-SARDINA MATTIA SANTORI: “NON DIVENTEREMO MAI UN PARTITO POLITICO, IL FUTURO DELL’ITALIA DEVE UNIRE OLTRE LE APPARTENENZE”

Mattia Santori, uno dei quattro ragazzi che hanno organizzato la prima manifestazione delle Sardine al Paladozza di Bologna, parla oggi con Goffredo de Marchis del sondaggio di Repubblica che attribuisce risultati lusinghieri al movimento spiegando che non hanno interesse a diventare un partito politico:
«Questi sondaggi fotografano l’interesse nei nostri confronti, ma non la partecipazione effettiva. A noi importa solo quella. Quante persone fisicamente si avvicinano a noi. Quanti ci mettono la faccia e il corpo. Sabato ci aspettiamo una risposta vera da Roma e dal Lazio. Nel resto d’Italia è successo. Ma a Piazza San Giovanni deve accadere qualcosa di grande, altrimenti chi ha manifestato nelle altre città  si sentirà  solo. Per chi sta impigrito sul divano è arrivato il momento di alzarsi, di smetterla di pensare che il problema riguarda altri, che sia ancora il momento di delegare. I numeri che avete pubblicato ci dicono che Salvini cala ma Fratelli d’Italia cresce. Non mi pare sia un partito simile alla Dc, nè che la Meloni assomigli a De Gasperi. Il problema rimane. Però un aspetto positivo nel sondaggio c’è».
Ci mancherebbe altro
«Significa che non veniamo visti solo come un movimento anti-Salvini. Siamo invece un movimento a difesa di qualcosa che dovrebbe preoccupare tutti: un linguaggio più rispettoso che non ha bisogno di trucchetti, la ricostruzione di un tessuto democratico. In un’Italia che si sta sgretolando dovremmo essere tutti più coesi. Mi rendo conto che a Bologna è più facile far passare questo messaggio. Ma cresciamo anche altrove».
Però lo slogan l’Emilia non si lega è uno slogan contro
«Vuole dire che l’Emilia non abbocca a un certo linguaggio politico».
Se vi muovete solo nel terreno del centrosinistra potete rimescolare i voti ma il bacino rimane uguale.
«Questo è il grande tema. Il centrodestra fa finta di essersi ritrovato. Le piazze che noi riempiamo però sono uno spaccato variegato della società . Molto più potente e molto più attivo della mobilitazione di un partito. Dimostrano a chi pensava di non avere rivali che un rivale esiste. Negli eventi delle Sardine si ritrovano omosessuali e cattolici, comunisti e centristi, 5 stelle e moderati di Forza Italia, renziani e militanti del Pd, ma c’è soprattutto tanta gente che era assente dalla scena politica. È la chiave di questo successo. Un senso di unità . Non di fronte a un nemico comune come è il governo giallo-rosso, ma in difesa di un confronto equilibrato, di regole di convivenza civile. Poi verranno le tattiche, i leader, la politica.

(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

DOPING, RUSSIA ESCLUSA DA OLIMPIADI PER QUATTRO ANNI

Dicembre 9th, 2019 Riccardo Fucile

NON CAMBIANO MAI: MOSCA PUNITA PER RECIDIVA NEL FALSIFICARE I DATI DEI CONTROLLI SUI SUOI ATLETI… UN ALTRO MODELLO SOVRANISTA

Ora è ufficiale: l’Agenzia Mondiale antidoping (Wada) ha deciso per l’esclusione della Russia dalle Olimpiadi per quattro anni.
Lo ha comunicato un portavoce della Wada al termine del Comitato Esecutivo riunito a Losanna.
Mosca, pertanto, non potrà  essere rappresentata alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020 e ai Giochi Invernali di Pechino 2022.
La Russia, condannata per recidiva nel falsificare i dati dei controlli antidoping sui suoi atleti, potrà  ora presentare appello al Tribunale di Arbitrato per lo Sport (TAS) che avrà  l’ultima parola. La Russia non potrà  inoltre nè ospitare nè candidarsi per organizzare grandi eventi sportivi.
L’Esecutivo ha dunque sposato in toto la raccomandazione fatta dal Comitato di controllo della conformità  (Crc) dalla stessa Wada di escludere la Russia dalle principali competizioni sportive per i prossimi 4 anni vista la presunta alterazione dei dati del laboratorio di Mosca consegnati lo scorso gennaio
La squalifica sarà  estesa anche ai dirigenti sportivi e ai membri del governo, ai quali sarà  dunque vietato di presenziare ai principali eventi sportivi.
Come però già  successo ai Giochi di Pyeongchang 2018, gli atleti russi che dimostreranno di essere puliti ed estranei al doping di Stato potranno gareggiare come neutrali.

(da agenzie)

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SANNA MARIN E’ LA NUOVA PREMIER DELLA FINLANDIA, LA PIU’ GIOVANE DEL MONDO

Dicembre 9th, 2019 Riccardo Fucile

A 34 ANNI GUIDERA’ UNA COALIZIONE DI 5 CINQUE PARTITI, TUTTI GUIDATE DA DONNE

I socialdemocratici finlandesi hanno scelto Sanna Marin, attuale ministro dei Trasporti, come nuova leader del partito e futura premier del Paese al posto del dimissionario Antti Rinne.
Con i suoi 34 anni, Marin, che sarà  confermata premier in Parlamento in settimana, è destinata a diventare la premier più giovane del mondo, alla guida di una coalizione di cinque partiti, tutti guidati da donne.
Rinne si è dimesso la scorsa settimana dopo che gli alleati di governo gli avevano ritirato la fiducia per il modo in cui aveva gestito lo sciopero dei dipendenti delle Poste.
“Abbiamo molto lavoro da fare per ricostruire la fiducia”, ha detto Marin dopo essersi imposta, di misura, nella votazione all’interno del partito. E poi ha minimizzato la questione dell’età ‘: “non penso mai alla mia età  o al mio genere, penso alle ragioni per le quali sono entrata in politica e per le quali abbiamo vinto il sostegno dell’elettorato”. I socialdemocratici sono stati il partito con il maggior numero di voti alle elezioni di aprile, e dallo scorso giugno Rinne guidava un governo di coalizione. La Finlandia al momento è presidente di turno della Ue.
Sanna Marin è nata a Helsinki, ha vissuto a Espoo, è andato a scuola a Pirkkala e è tornato a Tampere. Vive nella zona di Kaleva con il suo fidanzato da cinque anni.
Ha raccontato di essere figlia di una famiglia arcobaleno e di trovare difficile separare questo fatto dalla sua personalità  e dal suo background ideologico.
La scorsa primavera ha lavorato come stagista presso Amnesty. È laureata in scienze dell’amministrazione dal 2012. In quell’anno è stata eletta nel Consiglio Comunale di Tampere. È stata presidente del Consiglio comunale dal 2013 al 2017. Dal 2014 era vicepresidente dei socialdemocratici finlandesi ed è parlamentare dal 2015.

(da agenzie)

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