Gennaio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
E’ IL PRODOTTO DELL’ISTIGAZIONE SOVRANISTA ALL’ODIO
Una ragazza che faceva volantinaggio per le elezioni in Emilia Romagna è stata ricoperta di insulti e di sputi e spintonata a Modena.
Lo scrive la pagina Facebook dei Giovani Democratici che racconta l’episodio:
Questa mattina Chiara, una ragazza da poco iscritta al circolo dei Giovani Democratici Modena Città , durante le attività di volantinaggio degli ultimi giorni di campagna elettorale è stata aggredita da un uomo per quello che stava facendo, con l’aggravante secondo l’aggressore di starlo facendo per questo partito in particolare
Due giovani donne oggi accusate di militare dalla parte sbagliata sono state ricoperte da insulti, sputi e spintonate obbligando una delle due al pronto soccorso.
Tutta la comunità provinciale e non solo dei Giovani Democratici esprime solidarietà a Chiara, che come tutti noi ha degli ideali e dei valori in cui crede e per i quali aveva deciso di attivarsi e di impiegare tempo ed energie. Perchè questo costituisce la vera politica: impegno, voglia di lottare per quello in cui si crede, discussione e passione.
Ogni nuovo militante, di qualsiasi forza politica che rientri nei valori costituzionali è solo un bene per la democrazia.
Giulia Mancuso, segretaria cittadina dei Giovani Democratici, ha scritto sul suo profilo Facebook che il fatto è accaduto in zona San Faustino e ha fornito maggiori dettagli: “Mentre lei stava procedendo come da prassi all’inserimento dei volantini nelle buche della posta, dopo essere stata fatta entrare da una signora al citofono, un signore (chiamarlo così è grande complimento, non meritato) le è andato incontro e, quando ha capito cosa stava facendo e in particolare quando ha visto il logo PD sul volantino, ha aggredito Chiara spingendola fuori con violenza, tra sputi in faccia, bestemmie e insulti vari verso lei e verso il partito. Nella colluttazione Chiara è rimasta con la gamba incastrata nella porta. Sta bene, ma la cosa non passerà sotto silenzio, statene certi”.
(da “NextQuotidiano“)
argomento: denuncia | Commenta »
Gennaio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
LA CONFERMA DOPO LA RIUNIONE CON I MINISTRI A PALAZZO CHIGI… IL M5S AFFIDATO AL GARANTE ANZIANO, IN ATTESA DEGLI STATI GENERALI DI MARZO… CAPO-DELEGAZIONE PATUANELLI
Luigi Di Maio annuncia il suo passo indietro. Dopo settimane di tentennamenti e indecisioni, il capo politico M5s si è deciso al grande passo.
Lo ha annunciato ai suoi ministri, riuniti per un’ora intorno a un tavolo a Palazzo Chigi. Qualche occhio lucido, molti attestati di stima. “Ripensaci”, gli hanno chiesto un paio di presenti. Ma la decisione, a lungo meditata, è irremovibile.
Solo una settimana fa uno delle persone che più parla con il ministro degli Esteri confidava: “Luigi esclude questa possibilità , diceva che non c’è nessuno in grado di raccogliere il testimone senza indebolire il Movimento”.
La strategia è quella di fare un passo indietro per rafforzare un’immagine troppo a lungo ammaccata dal fare il parafulmine a giravolte politiche e rovesci elettorali dei quali è stato sicuramente tra i principali responsabili, di certo non l’unico.
Di Maio annuncerà alle 18 la decisione presa in occasione della presentazione a Roma dei Facilitatori regionali.
La reggenza passa a Vito Crimi, il più anziano nel Comitato dei garanti. Si rincorrono già all’impazzata voci e modalità di successione.
L’ipotesi più lineare è che l’investitura del nuovo leader avvenga a metà marzo, in occasione degli Stati generali. Ma la war room 5 stelle frena con decisione: “Non è detto”. Perchè, in quella sede, potrebbe essere messa ai voti una riforma della governance interna. Le modalità dunque. La corsa del candidato, o dei candidati in caso di allargamento della leadership interna, partirebbe solo successivamente.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Gennaio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
SALVINI HA DETTO SI’ AL PROCESSO PER FARE IL MARTIRE SOLO PRIMA DELLE REGIONALI, POI TORNERA’ A SCAPPARE DAL PROCESSO, METTENDOLA IN QUEL POSTO AI CAZZARI CHE CI HANNO CREDUTO
Lunedì Matteo Salvini ha ordinato ai senatori della Lega nella giunta delle autorizzazioni a votare sì sulla Gregoretti perchè lui non vede l’ora di andare a processo.
Ovviamente la necessità di fare l’eroe (o la vittima) in contemporanea delle elezioni regionali in Emilia-Romagna non era certo impellente.
Infatti oggi, scrive Mario Ajello sul Messaggero, i senatori della Lega sono orientati a votare no in Aula tra un mese all’autorizzazione a procedere per Salvini sulla Gregoretti:
L’ultima sorpresa, in questa commedia delle parti, mal recitata da Salvini e ancora peggio condotta dal Pd, è che nel voto in aula del 17 febbraio la Lega potrebbe ribaltare la posizione appena assunta: dal sì al no al processo a Salvini. Riallineandosi, oltre che a Forza Italia, a Fratelli d’Italia la cui linea è che un ministro non ci si processa per aver svolto secondo la volontà degli italiani il suo compito di difendere il Paese. E comunque, sull’aula a febbraio — queste le indiscrezioni provenienti dal Carroccio — non c’è nulla di deciso, ma lì la Lega potrebbe dirsi contraria all’autorizzazione a procedere, anche perchè il parere non è vincolante.
Quindi quando il voto in Emilia-Romagna sarà soltanto un ricordo il Capitano tenterà di sfuggire al processo confidando sui numeri risicati della maggioranza in Senato:
La situazione è ancora fluida. Ogni sorpresa e qualsiasi acrobazia è possibile. Da qui al D-Day del 17 febbraio potrà accadere perfino che non ci sarà più il governo in caso di tracollo in Emilia. Quanto all’esito della partita a Palazzo Madama, si vedrà una maggioranza schiacciante per il sì al processo a Salvini (se la Lega confermerà il sì), sennò il voto sarà sul filo
(da agenzie)
argomento: Costume | Commenta »
Gennaio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
FORSE IL FENOMENO SI COMBATTE ABBRACCIANDO CALOROSAMENTE UNO SPACCIATORE COME HA FATTO LUI?,,, PERCHE’ SALVINI NON SI ATTACCA AI CITOFONI DEI CAPO CLAN DELLA ‘NDRANGHETA?
Matteo Salvini ieri ha deciso di combattere la droga. Perchè, ha spiegato, glielo ha chiesto la mamma di un ragazzo morto di overdose.
La lotta contro la droga di Salvini nel concreto è stata andare a citofonare ad una famiglia di cittadini stranieri di origine tunisina accusandoli di essere degli spacciatori e fregandosene abbastanza di violare la privacy delle persone o anche solo dell’idea che magari stava accusando falsamente (e in ogni caso senza prove) un ragazzo di 17 anni di essere uno spacciatore.
La scena di Salvini che chiede «scusi lei spaccia?» e che si offre di «riabilitare il buon nome della sua famiglia, perchè c’è qualcuno che dice che lei e suo figlio spacciate» cozza un po’ con il garantismo predicato dalla Lega e dal suo capo.
Perchè Salvini è pur sempre quello che ripete continuamente che in Italia ci sono «sessanta milioni di innocenti fino a prova contraria». Ma forse qui il punto è che i presunti spacciatori non sono italiani e quindi nella visione salviniana della giustizia si inverte l’onere della prova.
C’è chi ha ricordato come nel dicembre 2018 l’allora ministro dell’Interno venne immortalato con Luca Lucci alla festa per i 50 anni della Curva Sud del Milan organizzata all’Arena Civica fa discutere.
Lucci all’epoca era stato arrestato solo pochi mesi prima in un’inchiesta per traffico di droga, con telecamere degli investigatori sistemate fuori dalla sede degli ultrà rossoneri a Sesto San Giovanni: per quella vicenda, Lucci aveva patteggiato una pena di un anno e mezzo di reclusione.
Altri invece si sono chiesti come mai Salvini non sia andato a citofonare alle case dei capo clan della ‘Ndrangheta in Calabria visto che proprio le ‘ndrine gestiscono una fetta considerevole del traffico di stupefacenti nella Penisola.
Ma la vera domanda è un’altra: cosa ha fatto Salvini per contrastare il traffico di droga in Italia quando era al Ministero dell’Interno? Lui risponderà che ha emanato due Decreti Sicurezza, che però ad oggi evidentemente non hanno sortito gli effetti sperati se il Capitano è costretto a citofonare casa per casa per cercare gli spacciatori.
Per la cronaca nei giorni scorsi al Pilastro c’era stata un’operazione di polizia con i cani antidroga.
Altro “grande successo” di Salvini contro lo spaccio? L’operazione “Scuole Sicure 2018-2019” conclusa il 30 giugno 2019.
L’esito della massiccia operazione di controllo all’interno degli edifici scolastici durata un anno intero è stato questo: 14,7 chili di droga sequestrati; 31 arresti; 45 denunce all’autorità giudiziaria; 855 violazioni amministrative e reati accertati.
Forse 14 kg di droga sequestrati in un anno sembrano tanti, ma bisogna suddividerli per il numero di istituti scolastici interessati: 598. Ovvero una media di appena 29 grammi di droga non meglio precisata ritrovati in ogni istituto.
L’operazione ha coinvolto 26 mila unità di personale, con oltre 13 mila servizi effettuati singolarmente o con operazioni congiunte. In pratica sono state impiegate 26mila agenti della Polizia di Stato e della Polizia Locale per recuperare meno di 15 kg di droga.
Giusto per mettere le cose in prospettiva: nello stesso lasso di tempo l’indagine “Grande Raccordo Criminale” del Gico della Finanza ha portato al sequestro di 250 chili di cocaina e 4250 di hashish per un valore di 120 milioni di euro sul mercato. In un solo giorno i finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno sequestrato quattrocento chilogrammi di cocaina, 30 chilogrammi di hashish e 15 di marijuana nell’ambito dell’operazione “Magma” contro il clan Bellocco di Rosarno (Rc).
Salvini poi ha proposto di abolire l’attenuante della modica quantità nei confronti delle persone arrestate in possesso di sostanze stupefacenti, in pratica per la Lega sono tutti spacciatori. La proposta di legge però non è stata approvata mentre la Lega era al governo.
Ma Salvini era già impegnato in un’altra grande battaglia: quella contro i Canapa Shop, i negozi che vendono la Cannabis Light, ovvero un prodotto che per la legge è legale coltivare. Il Ministro dell’Interno voleva chiuderli tutti, convinto com’era che la cannabis light venduta in quei negozietti fosse la gateway drug verso le vere droghe. Ma non fu Salvini a chiudere i Canapa Shop: ci pensò una sentenza delle Sezioni Riunite della Cassazione.
Non sfuggirà il paradosso di concentrarsi a combattere una sostanza che non ha alcun principio psicoattivo e nel frattempo evitare di convocare la conferenza nazionale sulle droghe, che non viene convocata dal 2009.Il ministro competente, il leghista Lorenzo Fontana, forse se ne era dimenticato?
Eppure Salvini ha spesso fatto visita ai centri di recupero per i tossicodipedenti, dieci giorni fa era ospite a San Patrignano, dove è stato accolto con tutti gli onori.
Ma cosa ha fatto il governo di cui era parte per lavorare sulla riduzione del danno? Come ricordano Igor Boni, Presidente Radicali Italiani e Jacopo Vasini, candidato radicale in “+Europa Bonaccini Presidente” «ai responsabili di San Patrignano non interessa forse che durante il primo governo Conte i ministri leghisti Fontana e Locatelli, con delega alle politiche sulle tossicodipendenze, non abbiano fatto nulla? Non hanno neppure pubblicato la relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze entro i termini di legge, resa nota solamente a dicembre dal governo Conte 2».
E il Salvini che loda l’impegno e il lavoro delle comunità terapeutiche è lo stesso che ha rilasciato commenti sprezzanti sulla morte di Stefano Cucchi, un ragazzo che era andato a curarsi proprio in una di quelle strutture e che secondo Salvini è morto “per la droga”, per i giudici è morto per le botte prese dalle guardie.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Gennaio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
IL PARE DEL LEGALE DI ALTER EGO: “VIOLAZIONE DELLA PRIVACY, DIFFAMAZIONE, INTRALCIO ALLA GIUSTIZIA, MOLESTIE”… SALVINI, IN QUANTO SENATORE, E’ PUBBLICO UFFICIALE E AVREBBE DOVUTO INFORMARE LA POLIZIA… “C’E’ PURE L’AGGRAVANTE CHE IL DIFFFAMATO E’ UN MINORE”
Dopo le piazze, il web e le televisioni, la sempre più accesa campagna elettorale per le regionali in Emilia-Romagna ha toccato un altro mezzo di comunicazione: i citofoni.
Il leader leghista Matteo Salvini, infatti, durante una visita nel quartiere popolare bolognese del Pilastro, dopo la segnalazione da parte di una residente del posto su un presunto spacciatore attivo nella zona, è andato a citofonare all’abitazione del giovane, un minorenne tunisino, durante una diretta Facebook e seguito da numerose telecamere.
Il gesto ha sollevato numerose critiche e polemiche: è stato fatto in pubblico il nome del ragazzo, è stata mostrata la sua abitazione, e lo stesso giovane ha annunciato una denuncia alla signora che ha fatto il suo nome a Salvini.
Ma quindi, mettendo da parte qualsiasi altro aspetto, potrebbero essersi verificati alcuni problemi di carattere legale in questo gesto?
TPI lo ha chiesto all’avvocato Riccardo Bucci, dell’associazione Alter Ego — Fabbrica dei diritti.
Avvocato Bucci, Salvini ha violato la legge con la sua citofonata di ieri?
Se ha violato la legge lo decide un giudice, ma sicuramente ci sono numerosi fatti che possono essere oggetto di denuncia. Primo tra tutti, c’è una violazione della privacy del ragazzo, del quale Salvini fa il nome rendendolo così individuabile e rintracciabile, dal momento che ha mostrato il suo domicilio in pubblico.
In questo modo chiunque abbia visto il video può essere in grado di recarsi da lui. Oltre a questo, potrebbe configurarsi il reato di diffamazione a mezzo stampa: Salvini accusa pubblicamente una persona di un reato grave, basandosi su indicazioni sommarie e senza reali prove.
Se le accuse al ragazzo fossero vere, cambierebbe qualcosa?
Assolutamente no, perchè i processi li fanno le procure, e non si fanno in diretta su Facebook. Oltre tutto, se fosse vero, Salvini in quanto senatore e, come tale, pubblico ufficiale, avrebbe il dovere di denunciare il fatto alla polizia giudiziaria.
Le forze dell’ordine, inoltre, potrebbero avere già un’indagine in corso, e l’ex ministro l’avrebbe in questo modo intralciata rendendola pubblica, permettendo eventualmente al ragazzo, qualora fosse realmente uno spacciatore, di inquinare qualsiasi prova e mandare a monte l’ipotetica indagine.
Spacciatore o meno, il ragazzo sicuramente è un minore.
In caso ci fosse un reato, il fatto che il giovane è minorenne potrebbe costituire un’aggravante generica. Così come il fatto che Salvini, in quanto senatore, è un pubblico ufficiale.
Ma facciamo un passo indietro. Nel momento in cui ha citofonato a uno sconosciuto, Salvini potrebbe aver violato la legge?
Citofonare a uno sconosciuto non è un reato, ma continuare a farlo dopo che la conversazione è terminata, cosa che Salvini ha fatto più d’una volta, può costituire un reato di molestie, anche se difficilmente si va in tribunale per un paio di colpi di citofono in più.
La posizione di Salvini sembra essere definita, ma il giovane ha annunciato che denuncerà la signora che lo ha indicato all’ex ministro.
La posizione della signora è simile a quella di Salvini: indicando pubblicamente il ragazzo e accusandolo di essere uno spacciatore, semplicemente rimanendo nell’ambito dei “sentito dire”, la donna potrebbe aver compiuto una diffamazione a mezzo stampa.
Il ragazzo è stato intervistato e ha negato di essere uno spacciatore. Tuttavia, il fratello che ha abitato nell’appartamento indicato ha ammesso di avere dei precedenti: questo cambia in qualche modo la situazione?
Assolutamente no, non cambia in alcun modo la situazione. Avere dei precedenti non vuol dire nulla e in ogni caso non cambia la sostanza della situazione, che siano fondate o meno le accuse mosse verso chi vive in quell’appartamento: con questo gesto Salvini ha fatto avvenire in pubblico un fatto che sarebbe dovuto avvenire in procura.
(da Tpi)
argomento: Giustizia | Commenta »
Gennaio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
FINALMENTE QUALCUNO LO DICE CHIARAMENTE: “SALVINI E’ UN RAZZISTA E UN IRRESPONSABILE”… LETTERA ALLA CASELLATI (MA DI MAIO ESISTE PER CONDANNARE I REATI COMMESSI DAL SUO AMICHETTO?)
“Un atteggiamento razzista e vergognoso che mina i rapporti tra Italia e Tunisia”.
A Radio Capital parla Osama Sghaier, vicepresidente del Parlamento tunisino che condanna duramente la citofonata del leader leghista ad una famiglia tunisina a Bologna.
“Salvini è un irresponsabile – dice Sghaier, – perchè non è la prima volta che prende atteggiamenti vergognosi nei confronti della popolazione tunisina. Lui continua ad essere razzista e mina le relazioni che ci sono tra la popolazione italiana e la nostra. I nostri paesi hanno ottimi rapporti. I tunisini in Italia pagano le tasse e quelle tasse servono anche a pagare lo stipendio di Salvini. Dunque – conclude Osama Sghaier – si tratta di un gesto puramente razzista”.
L’ambasciatore tunisino a Roma, Moez Sinaoui, ha espresso “costernazione per l’imbarazzante condotta di un senatore della Repubblica italiana” dopo che il leader della Lega ha citofonato davanti alle telecamere ad un cittadino di origine tunisina accusandolo di spaccio di droga in un quartiere di Bologna.
E’ una “provocazione senza alcun rispetto di un domicilio privato”, ha detto l’ambasciatore citando le sue parole contenute in una lettera inviata alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati.
L’ambasciatore ha sottolineato che è “stata illegittimamente diffamata una famiglia tunisina” e ha voluto precisare che tra Italia e Tunisia “ci sono ottimi rapporti in ogni settore”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Gennaio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
BUFERA SU RADIO DEEJAY: “FALLO CON I FORTI LO SPLENDIDO”
Fabio Volo tuona contro Matteo Salvini. Nel corso della sua trasmissione su radio Deejay, Il Volo del Mattino, il conduttore si è scagliato contro l’ex ministro dell’Interno. Motivo scatenante il gesto di Salvini che citofona a casa di un tunisino a Bologna chiedendo se fosse uno spacciatore.
Fabio Volo non usa giri di parole: «Vai a suonare ai camorristi se hai le palle str***o, non da un povero tunisino che lo metti in difficoltà str***o, sei solo uno str***o senza palle. Fallo con i forti lo splendido, non con i deboli».
Lo sfogo ha raccolto l’approvazione del popolo di Twitter che ha apprezzato la dura presa di posizione del conduttore di Radio Deejay. Ma già nella serata di ieri era montata la protesta contro il leader della Lega.
l primo ad accusarlo il sindaco di Bologna Virginio Merola su Facebook: «Io credo che si debba vergognare, caro Salvini. Lei non è un cittadino qualunque. Ha fatto il ministro dell’interno, come mai in quel caso non ha avuto lo stesso interesse? Forse perchè adesso è solo propaganda e si comporta da irresponsabile per qualche voto in più».
(da Leggo)
argomento: denuncia | Commenta »
Gennaio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
“HO PRECEDENTI IN PASSATO MA ORA VADO A SCUOLA E MI SONO MESSO IN RIGA, NON E’ GIUSTO DIFFAMARCI: MIA MADRE HA 67 ANNI, MIO PADRE LAVORA CON UN CORRIERE”
Non era in casa, quando Matteo Salvini ha citofonato a casa dei suoi genitori, la sera di martedì 21 gennaio, chiedendo se in quella casa al primo piano ci fosse una centrale di spaccio del quartiere Pilastro di Bologna.
E ora vuole denunciare sia Salvini che la donna che ha portato il leader della Lega a diffamarlo in diretta Facebook. Perchè lui, il 17enne di origine tunisina accusato dal leader leghista non spaccia droga.
Non più, in realtà , perchè ammette “sono pieno di precedenti, in passato ho fatto di tutto e di più”, ma ora “vado a scuola, sono un ragazzo normalissimo, non mi manca niente”
Abbiamo intercettato il ragazzo sotto casa dei genitori, sconvolti dal blitz di Salvini: “Mia madre ha 67 anni, mio padre si spacca il culo, se vai a casa trovi i vestiti di Bartolini — spiega il ragazzo a Fanpage.it — Lui ci è rimasto molto male”. Difende anche il fratello, “che non fa queste cose, lui gioca a calcio”.
È anche per questo che il ragazzo ha deciso di sporgere denuncia :“Io incontro questa signora qua dietro nel parcheggio — racconta — Lei ha il cane, io ho il cane, a volte ci incrociamo. Domani vado in procura e la denuncio per diffamazione”.
Seguendo le indicazioni di una residente della zona, il leader della Lega, Matteo Salvini, era andato a citofonare a casa di alcune persone ritenute “presunti spacciatori”. L’ha fatto in diretta su Facebook, facendo i nomi di queste persone e mostrando il palazzo in cui vivono.
Andando a chieder loro se è vero che spacciano e se può salire a casa loro. Salvini si trovava nella zona periferica del Pilastro a Bologna. Seguendo sempre le indicazioni della donna, ha suonato al citofono di una famiglia di origine tunisina su indicazione della signora
(da Fanpage)
argomento: denuncia | Commenta »
Gennaio 22nd, 2020 Riccardo Fucile
SALVINI NON E’ LO STATO, E’ SOLO UN INDAGATO PER UN REATO ABERRANTE MOLTO PIU’ DELLO SPACCIO
Tutte le volte che la signora Biagini ha “chiesto” a Salvini di intervenire
Ieri sera Matteo Salvini ha fatto un blitz al quartiere Pilastro di Bologna. Lo ha fatto per “combattere” lo spaccio di droga andando a citofonare ad un presunto spacciatore, ovviamente tunisino, a chiedere «scusi ma lei spaccia?».
Il tutto senza uno straccio di prova, e soprattutto con un gran codazzo di giornalisti e telecamere a seguire le gesta epiche dell’ex ministro dell’Interno. Un’operazione di Polizia? No, solo propaganda.
Perchè il leader della Lega ne ha approfittato per ricordare che la sinistra vuole abolire i decreti sicurezza ma che invece ci vogliono più controlli e più telecamere. Eppure i decreti sicurezza sono ancora in vigore e il presunto spacciatore è ancora lì. Non sarà mica che non funzionano? E perchè Salvini non ha fatto queste passeggiate per la sicurezza quando era al Viminale?
Ci è stato per quattordici mesi e non è riuscito a risolvere il problema, forse perchè troppo impegnato a far chiudere i negozi di cannabis light o a ordinare retate nelle scuole superiori.
Ad accompagnare Salvini e ad indicare il citofono del presunto spacciatore è stata , una signora 61enne residente in zona, che sostiene che in quell’appartamento viva una famiglia di spacciatori, tutti rigorosamente stranieri.
Ed è a loro che Salvini chiede di farlo entrare per “riabilitare il nome della famiglia” e dare una controllatina per assicurarsi che in casa non ci sia droga.
Oggi a Mattino Cinque Salvini fa sapere di «aver segnalato a chi di dovere che là c’è chi spaccia droga» lamentandosi che «in Italia c’è una normativa tollerante con gli spacciatori».
Cosa questo c’entri con le elezioni in Emilia-Romagna, rimane un mistero, visto che le forze dell’ordine dipendono dal Viminale.
Ma Salvini continua e racconta che «babbo e figlio spacciano droga» specificando che «spacciare droga alla luce del sole significa vendere morte». Meglio farlo di nascosto quindi? A cosa servono le indagini di Polizia, le sentenze o la riforma del processo penale quando Salvini decide che sei uno spacciatore e ti dà in pasto ai suoi quattro milioni di follower in diretta video?
Ed infatti a gennaio del 2019 la signora Biagini aveva “invitato” Salvini a venire al quartiere Pilastro. Lo aveva fatto scrivendo un messaggio in uno dei tanti gruppi non ufficiali dedicati al Capitano lamentandosi che Salvini al quartiere Pilastro di Bologna non ci andava.
È passato un anno e in qualche modo l’ex ministro dell’Interno è riuscito ad accogliere l’appello della signora. Ieri infatti ha specificato che alla donna «è morto un figlio per overdose» ed oggi a Canale 5 ha ribadito il concetto «quando una mamma mi chiede aiuto, una mamma che ha perso un figlio per droga, faccio il possibile mettendomi in prima linea».
Qualcuno potrebbe dire che in realtà Salvini si sta approfittando del dolore di una madre che ha perso il figlio a causa della droga e che comprensibilmente vorrebbe che lo Stato intervenisse. Ma Salvini non è “lo Stato” e il suo intervento è poco più di una camomilla data ad un malato grave.
Eppure se si cerca bene è da parecchio tempo che la signora Biagini rivolge appelli a Salvini per chiedergli di intervenire nel quartiere. Ma quando lo faceva mentre Salvini era al Ministero dell’Interno, e poteva magari decidere di fare intervenire le forze dell’ordine, il nostro non andava a suonare citofoni e tanto meno si faceva vedere in zona.
Da parte sua la signora si è organizzata a modo suo, quando esce di notte con il cane si porta anche una pistola ad aria compressa. Chissà , forse se Salvini si fosse occupato del Pilastro quando era ministro ora la signora sarebbe più tranquilla e si sentirebbe più sicura.
Nel frattempo però mentre Salvini continua ad accusare dei privati cittadini senza prove, persone che al contrario di lui non possono sottrarsi ad un processo con un voto in Aula, il figlio del presunto spacciatore ha annunciato di voler denunciare il senatore della Lega e la signora Biagini.
In un’intervista a FanPage il diciassettenne (già , perchè è pure minorenne ma a Salvini poco importa) nega di essere uno spacciatore, ammette di aver precedenti di ogni tipo ma che ora va a scuola ed è un ragazzo normalissimo e soprattutto non spaccia.
Quanto alla sua famiglia «mia madre ha 67 anni, mio padre si spacca il culo, se vai a casa trovi i vestiti di Bartolini — ha spiegato a Fanpage.it — Lui ci è rimasto molto male».
Ha spiegato di conoscere la signora Biagini, quantomeno di vista: «io incontro questa signora qua dietro nel parcheggio. Lei ha il cane, io ho il cane, a volte ci incrociamo. Domani vado in procura e la denuncio per diffamazione».
E a differenza di Salvini nessuno si interesserà di autorizzazioni a procedere. Questo è il dramma di farsi usare per la propaganda della Lega. Salvini incassa, i conti li pagano gli altri.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »