Gennaio 6th, 2020 Riccardo Fucile
IL GENERALE A BAGHDAD ANNUNCIA IL RITIRO, IL SEGRETARIO ALLA DIFESA NON SA NULLA, IL CAPO DI STATO MAGGIORE COSTRETTO AD AMMETTERE: “LA LETTERA E’ VERA, MA E’ STATA MANDATA PER ERRORE”
I soldati americani stanno per ritirarsi o no?
Un improvviso giallo diplomatico politico tra Baghdad e Washington, nelle ultime ore, con due risposte contrastanti a questa domanda.
Secondo informazioni pervenute ai media stranieri, supportate da un testo scritto, il generale William Seely, comandante della coalizione anti Isis a guida americana, avrebbe inviato una lettera al ministro della Difesa del governo di Baghdad annunciando l’inizio di un ritiro nei prossimi gjorni e settimane, un riposizionamento delle truppe americane.
Appena l’informazione della lettera è arrivata a Washington Mark Esper, segretario alla Difesa, che guida il Pentagono, ha smentito nettamente la validità della stessa aggiungendo che gli Usa non pianificano di ritirarsi dall’Iraq.
La lettera firmata è stata mostrata ai media stranieri, alle agenzie Afp e Reuters e anche il Washington Post ne ha dato notizia.
Il testo è il seguente:
“Sir, nel dovuto rispetto della sovranità della Repubblica dell’Iraq, secondo quanto richiesto dal parlamento iracheno e dal primo ministro, la CJTF-OIR (la coalizione, ndr) riposizionerà le proprie forze nel corso dei prossimi giorni e settimane per prepararsi a procedere al ritiro.
Al fine di portare a termine questo compito le forze della coalizione devono prendere alcune misure che assicurino che il movimento fuori dall’Iraq sia condotto in modo sicuro ed efficiente.
Durante questo periodo ci sarà un aumento del traffico degli elicotteri dentro e intorno alla zona internazionale di Baghdad. Questo aumento di traffico includerà CH-47, UH-60, e AH-64 elicotteri che faranno da scorta di sicurezza
Le forze della coalizione prenderanno appropriate misure per mitigare il disturbo al pubblico. In aggiunta condurremo queste operazioni nelle ore notturne per alleggerire la percezione che stiamo portando dentro la zona internazionale altre forze della coalizione. Nel momento in cui stiamo per iniziare la prossima fase dell’operazione voglio reiterare il valore della nostra amicizia e partnership. Rispettiamo la vostra decisione sovrana di ordinare la nostra partenza”.
Come si diceva tuttavia Mark Esper, segretario alla Difesa ha seccamente smentito il ritiro americano dall’Iraq: “Non c’è stata assolutamente alcuna decisione di lasciare l’Iraq”, ha dichiarato Esper, rispondendo ai cronisti. “Non so cosa sia quella lettera. Stiamo cercando di capire da dove venga, cosa sia, ma non c’è stata alcuna decisione di lasciare l’Iraq. Punto”.
Ad accrescere il mistero una nota che suona grottesca: la lettera ufficiale degli Usa con cui si informa l’Iraq che le truppe americane avrebbero iniziato il ritiro dal Paese è “autentica”, ma è stata inviata “per errore”.
Lo ha spiegato il presidente degli Stati maggiori riuniti Mark Milley. “E’ stato un errore”, ha detto Milley, “non doveva essere inviata”.
Una vicenda grottesca
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 6th, 2020 Riccardo Fucile
SI ERGONO A DIFENSORI DELLA “TRADIZIONE ITALIANA” MA LA LORO UNICA PASSIONE E’ ESSERE AMICI DEI VINCITORI ED ACCAREZZARE IL PARRUCCHINO DEL PADRONE DI TURNO
Colpire con un missile sganciato da un drone un uomo (per quanto possa essere avversario) è un’azione che si può tollerare? Sì? Perfetto, allora smettetela di frignare per il terrorismo degli altri perchè il terrorismo che state appoggiando voi ha la stessa matrice e se voi vi sentite “più giusti” allora sappiate che l’essere convinti di stare dalla parte della ragione, dell’unica ragione possibile, è il cuore di ogni terrorista.
Poi bisogna decidere una volta per tutte se il sovranismo non sia nient’altro che lo strisciare sotto i piedi del più forte per arrogarsi il diritto di prendere a calci i più deboli.
Non sopportate una lingua diversa incrociata sul marciapiede e poi permettete allo “straniero” di infarcirvi di basi militari nel vostro territorio e di aprire i rubinetti delle guerre (e inevitabilmente dei profughi).
Allora abbiate il coraggio di smetterla di difendere la “tradizione italiana” e confessate la vostra passione per l’essere amico dei vincitori. Non c’è niente di male, basta essere sinceri.
Sarebbe anche curioso sapere cosa avreste detto se un qualsiasi leader politico di qualsiasi parte del mondo, magari qualche musulmano di quelli che odiate così profondamente, minacciasse di accendere una guerra colpendo anche obiettivi non militari.
Sono sicuro che parlereste di un “pericoloso assassino” e invece oggi siete tutti intenti ad accarezzare il parrucchino del capo USA che si comporta allo stesso modo. All’art.2(4) della Carta dell’ONU si legge: “I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite”.
L’atteggiamento di Trump contravviene in toto il diritto internazionale.
Ma dai, lo sappiamo bene, a voi non frega niente del diritto internazionale se non vi torna utile come clava: voi volete essere sicuri, sicuri di non perdere la stima del vostro padrone.
E vi fate chiamare sovranisti, fa già ridere così.
(da Tpi)
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Gennaio 6th, 2020 Riccardo Fucile
DOPO IL SEQUESTRO DELL’AMBULANZA LA TITOLARE DEL VIMINALE GARANTISCE “MASSIMA ATTENZIONE” SULLE AGGRESSIONI AL 118
“Dal 15 gennaio saranno attive le prime telecamere sulle ambulanze in servizio nel territorio di Napoli come sollecitato il 16 dicembre scorso in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica mentre è prevista la realizzazione da parte dei presidi ospedalieri di sistemi di videosorveglianza collegati con le centrali delle Forze di polizia”.
Lo annuncia la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, poche ore dopo il sequestro di un’ambulanza da parte di un gruppo di giovani.
I ragazzi volevano, in questo modo, costringere i sanitari a soccorrere un amico sedicenne con una distorsione. “L’attenzione sulle gravissime aggressioni al 118 è massima”, ha spiegato la titolare del Viminale.
Le nuove misure, in vigore dal 15 gennaio, sono state definite dal ministro: “Uno sforzo operativo che verrà rafforzato per garantire sicurezza e tutela al personale sanitario quotidianamente impegnato a servizio della comunità ”.
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2020 Riccardo Fucile
LO STATUTO PARLA CHIARO: CHI NON VOTA UN GOVERNO PRESIEDUTO DA UN GRILLINO VIENE ESPULSO (COSA CHE IL M5S AVREBBE DOVUTO FARE GIA’ DA SETTEMBRE)
Oggi il senatore del MoVimento 5 Stelle ha pubblicato un video sulla sua pagina facebook in cui dice di voler “sfidare” Luigi Di Maio e chiede che la sua espulsione sia votata su Rousseau
Secondo Paragone lui avrebbe ragione perchè nel regolamento del MoVimento 5 Stelle “c’è scritto che bisogna smantellare le regole di Bruxelles e non di fare manovre compatibili con le regole di Bruxelles”.
Poi Paragone arriva all’articolo 3 del codice etico del M5S dove vengono esposti gli obblighi per i portavoce eletti sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle. Non c’è alcun dubbio che la pretesa che gli eletti votino obbligatoriamente la fiducia non abbia alcun fondamento costituzionale. Ma la regola c’è e vale per il gruppo grillino.
Il Senato ha votato la fiducia sulla manovra del governo Conte Bis, un esecutivo “presieduto da un presidente del Consiglio dei ministri espressione del M5S”.
Ma secondo Paragone Giuseppe Conte non lo sarebbe perchè ha violato i punti del programma del M5S.
Si tratta ovviamente di un cumulo di sciocchezze degno di chi ha promesso dimissioni in caso di varo del governo M5S-PD e poi se lo è rimangiato: la regola del M5S, che piaccia o non piaccia, si intende esattamente nel modo in cui è stata utilizzata dai grillini, che semmai avrebbero dovuto cacciare Paragone già a settembre, quando non aveva votato la fiducia: infatti il tribunale di Roma ha dato torto al senatore Gregorio De Falco ratificando l’espulsione.
Quando De Falco è stato cacciato naturalmente Paragone è stato zitto, ma adesso che si trova nella sua stessa situazione gli dà implicitamente ragione, a dimostrazione del fatto che le leggi con i nemici si applicano e con gli amici (o con sè stessi) si interpretano.
In ultimo, Paragone chiede che la sua espulsione sia ratificata su Rousseau. Ovvero sulla piattaforma che ha dato l’ok (all’80%) al governo con il PD. Paragone non ha rispettato quel voto (e infatti si è involato in più occasioni al momento della fiducia), ma adesso vorrebbe che gli iscritti lo salvassero.
Non è un originalone?
(da “NextQuotidiano“)
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Gennaio 6th, 2020 Riccardo Fucile
“MI STUPISCO CHE LE DONNE DI CENTRODESTRA IN POLITICA NON ABBIANO SPESO UNA PAROLA IN SUA DIFESA E NON COMPRENDANO L’IMPORTANZA DELLA SUA TESTIMONIANZA”
Vittorio Sgarbi invece esprime il suo “imbarazzo” per “il silenzio delle donne del centrodestra attorno alla presunta censura che vede coinvolta la giornalista Rula Jebreal” a Sanremo 2020. Per il parlamentare di Forza Italia, “la Jebreal va sostenuta con forza perchè nessuno meglio di lei, da una ribalta autorevole quale è il festival di Sanremo, può testimoniare quella che è oggi la condizione della donna nel mondo musulmano. Mi sorprende — attacca Sgarbi in una nota — che le tante donne impegnate in politica nel centrodestra non abbiano colto l’opportunità di questa testimonianza e quindi speso una sola parola in sua difesa. Dove sono la Gelmini, la Carfagna, la Prestigiacomo?”. “Credo che il servizio pubblico le debba riconoscere il più ampio spazio di libertà di espressione — conclude Sgarbi — perchè proprio dalla Jebreal arrivi la testimonianza forte su quello che oggi è il ruolo della donna nelle società musulmane, e dunque sui loro diritti negati. Perchè — si chiede dunque Sgarbi — censurare l’opinione della Jebreal su questi temi?”.
Intanto l’amministratore delegato della RAI Fabrizio Salini in una nota sembra voler scavalcare la De Santis: “Le proposte della direzione artistica, già discusse con la direzione di Rai1, saranno oggetto, come di prassi, di un confronto con l’amministratore delegato, con il solo obiettivo di realizzare un grande Festival di Sanremo”.
Intanto sempre Repubblica annuncia che sulla vicenda sarebbe in corso un ripensamento: ieri a tarda sera la reporter è stata contatta per riaprire il canale bruscamente interrotto il giorno prima, quando le avevano chiesto di rinunciare al Festival. Pretesa rispedita al mittente per iscritto.
L’epilogo è atteso per domani, all’esito del vertice con l’ad. Richiamato all’ordine dalla maggioranza giallo-rossa.
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2020 Riccardo Fucile
6 MILIONI DI ETTARI IN FIAMME, 24 PERSONE E 500 MILIONI DI ANIMALI MORTI, 1,8 MILIARDI DI DOLLARI IN FUMO SOLO A SIDNEY… GLI INCENDI STANNO RIVELANDO IL VERO COSTO DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
L’Australia, il 18esimo Paese più ricco al mondo — 49.882 dollari a persona di Pil pro capite, più della Danimarca, del Regno Unito, della Francia, dell’Italia — sta bruciando da settembre e non riesce a spegnere una serie di incendi che hanno 6 milioni di ettari di territorio — più o meno l’equivalente di Piemonte, Lombardia e Veneto messe assieme — e ammazzato, finora, 24 persone e 500 milioni di animali.
Finora i danni economici sono stimati in circa 165 milioni di dollari di richieste di risarcimento danni alle assicurazioni, ma nella sola Sidney si calcola che la somma dei giorni non lavorati da settembre a oggi abbia bruciato circa 15-20 milioni di dollari al giorno. Contati male, circa 1,8 miliardi di dollari nella sola Sidney.
Se volevate una lezione brutale su cause e conseguenze del riscaldamento globale, eccovi serviti. Cause, già .
Perchè è accertato che a scatenare una simile ondata di incendi nel continente australiano siano state le temperature record di questi ultimi mesi, con una temperatura nazionale media che il 19 dicembre scorso ha toccato i 41,9 gradi centigradi, una siccità che dura ormai da tre anni, e un vento che soffia a velocità superiori ai cento chilometri orari.
Ergo: potete fare i negazionisti finchè volete, ma quando Greta Thunberg dice che la nostra casa è in fiamme — letteralmente, nel caso australiano — dice esattamente questo.
Che gli eventi climatici estremi stanno già devastando il nostro pianeta, qui e ora. E che essere ricchi e civilizzati serve a poco, quando la Terra mostra all’umanità il conto della sua inerzia.
Che tutto questa accada all’Australia, Paese guidato da uno dei governi che più ferocemente negano le responsabilità dell’uomo sul cambiamento climatico, è solo tragica ironia.
E farebbe sorridere, se non ci fosse da piangere, che il premier Scott Morrison, nel suo discorso alla nazione abbia ancora negato qualunque legame tra gli incendi che stanno devastando il suo Paese peggio di una guerra e le politiche che lui stesso ha promosso.
Tanto per fare qualche esempio, il Climate Change Performance Index (CCPI) 2020 ha recentemente assegnato all’Australia il peggior punteggio in assoluto nella valutazione della politica climatica, fanalino di coda sia nella categoria delle emissioni di gas serra che in quella delle energie rinnovabili. Ciliegina sulla torta, l’uscita dagli accordi di Parigi e la cancellazione della Garanzia Energetica Nazionale (NEG), un programma energetico, che già di suo era ampiamente insufficiente per sperare di tagliare le emissioni.
Abbiamo parlato di guerra non a caso. L’Australia ha dichiarato guerra alla Terra, sperando vanamente che la guerra non gli tornasse in casa.
Un po’ come noi, quando alziamo le spalle di fronte agli incendi in Siberia e Alaska, di fronte alla siccità in Etiopia ed Eritrea, agli uragani nel sud est asiatico, convinti che il riscaldamento globale si possa tranquillamente gestire col telecomando dell’aria condizionata o con la carta di credito in mano. Che sia faccenda riguardi chi vive in ambienti estremi, o chi non può importare cibo da qualunque luogo del mondo, o banalmente i nipoti dei nostri nipoti.
Guardate l’Australia, e poi provate a immaginare il giorno in cui i pezzi di ghiacciaio si staccheranno davvero, distruggendo le vostre case vacanze.
O quando le valanghe saranno eventi tanto frequenti da rendere impraticabile lo sci alpino.
O quando saranno le foreste delle Alpi e degli Appennini a bruciare ininterrottamente.
O quando Venezia finirà una volta e per sempre sott’acqua.
O quando la cappa di smog renderà inabitabile la Pianura Padana. Fate due conti: in Australia sta succedendo oggi.
Quanto tempo può passare prima che tutto questo succeda da noi?
Ecco perchè è necessario un cambiamento radicale del nostro modello di sviluppo. Ecco perchè la nostra economia incardinata sui combustibili fossili dovrebbe essere tumulata nel più breve tempo possibile, altro che plastic tax.
Ecco perchè non c’è alternativa, se abbiamo a cuore la sopravvivenza del genere umano sulla Terra. Perchè saremo noi a soccombere, se non l’avete capito. Perchè la Terra, ben prima di diventare un forno sferico come Marte o Venere, troverà il modo di cancellarci dalla sua superficie, per salvare se stessa e tutte le altre specie viventi.
Perchè boschi e foreste torneranno a crescere, i ghiacciai a espandersi, la fauna selvatica a ripopolare i propri habitat. E di noi — piccole creature che si sentono Dio, ma non riescono a spegnere un incendio — non rimarranno che le rovine delle nostre città , monumenti alla memoria della nostra ignoranza, della nostra inerzia, della nostra stupidità .
(da “Fanpage)
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Gennaio 6th, 2020 Riccardo Fucile
PERCHE’ E’ UN CRIMINE, SONO PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITA’ E GLI USA HANNO FIRMATO LA CONVENZIONE UNESCO PER LA LORO TUTELA: NON SA DI COSA PARLA
Malgrado si tratti di crimine di guerra Donald Trump non demorde dall’idea di colpire anche siti culturali iraniani in caso di rappresaglia di Teheran per l’uccisione del generale Qassam Suleimani.
Il Presidente degli Stati Uniti, in un nuovo intervento alla Casa Bianca, ha dichiarato: “A loro è consentito uccidere la nostra gente e a noi non è consentito toccare i loro siti culturali? Non funziona così”.
L’ennesima minaccia ricalca quella espressa meno di due giorni fa su Twitter sempre dal presidente USA, che aveva avvertito di aver messo nel mirino 52 obiettivi iraniani, tanti quanti gli ostaggi che furono sequestrati dell’ambasciata Usa a Teheran nel 1979.
“L’Iran sta parlando in modo molto audace di colpire alcuni beni statunitensi come vendetta. Che questo serva da avviso che se l’Iran colpisce qualche americano o beni americani, abbiamo nel mirino 52 siti iraniani, alcuni ad un livello molto alto e importante per l’Iran e la cultura iraniana, e quegli obiettivi e l’Iran stesso, saranno colpiti molto velocemente e molto duramente. Gli Stati Uniti non vogliono più minacce!”, aveva scritto Trump.
Alle minacce di Trump ha replicato Javad Zarif, ministro degli esteri iraniano, che ha ricordato come “colpire siti culturali sarebbe un crimine di guerra”.
“Dopo le gravi violazioni della legge internazionale con i vigliacchi omicidi di venerdì scorso — aggiunge Zarif -, Trump minaccia di commettere nuove violazioni dello ‘jus cogens'”, la norma del diritto internazionale a tutela di valori considerati fondamentali per un Paese.
E il bello è che gli Usa hanno firmato la convenzione Unesco per la tutela del patrimonio culturale mondiale.
(da Fanpage)
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Gennaio 6th, 2020 Riccardo Fucile
“ABBIAMO UNA BASE CHE CI E’ COSTATA MILIARDI PER COSTRUIRLA”… MA CHI VI HA OBBLIGATI AD ANDARCI? FATEVI PAGARE DA CHI VI HA MANDATO PER LUCRARE SUL PETROLIO
Dopo il voto di ieri, 5 gennaio, sulla risoluzione non vincolante per l’uscita delle truppe americane dal Paese, il presidente Usa Donald Trump ha avvertito che non solo ha in serbo “grandi sanzioni” ma che rivuole indietro tutti i fondi investiti nella base militare statunitense.
«Abbiamo lì una base straordinariamente costosa, costruirla è costato miliardi di dollari, ben prima che io mi insediassi. Non ce ne andremo a meno che non ci restituiscano i soldi», ha detto il presidente americano.
Il verdetto del parlamento iracheno arriva in conseguenza del raid contro il generale Soleimani, ucciso con un drone Usa. Il provvedimento dovrebbe riguardare tutti i soldati della coalizione internazionale, quindi anche i 926 militari italiani della Task Force 44 dispiegati su tutto il territorio iracheno, in particolare nella parte settentrionale, nella zona di Kirkuk.
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2020 Riccardo Fucile
IL DIRETTORE DI “LIBERO”: “SE SI INVITA UNA PERSONA NON SI FA DIETROFRONT, AVRA’ FORSE IDEE DIVERSE DALLE MIE, MA QUESTO NON SIGNIFICA NULLA”
“Credo che abbia ragione Rula Jebreal, la conosco è simpatica, brava e intelligente. Trovo ridicolo e sgradevole che la si contatti per averla come ospite e poi ci si ripensi. Io sto con Rula”. Lo dice all’Adnkronos il direttore di ‘Libero’, Vittorio Feltri.
“A me del Festival di Sanremo non me ne frega nulla, non l’ho mai visto e continuerò a non vederlo, ma so che è un programma importante per la Rai. Se si decide di invitare una persona, poi non si fa dietrofront, magari per delle polemiche giornalistiche inutili. Se la Jebreal voleva portare la moglie di Obama, era una semplice proposta che se non piaceva si poteva semplicemente bocciare. Non me la sento di criticare Rula, è brava e intelligente. probabilmente ha idee diverse dalle mie, ma questo non significa nulla”, conclude Feltri.
Dovrebbe farlo capire ai suo lettori.
(da agenzie)
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