Gennaio 19th, 2020 Riccardo Fucile
LA CONFERENZA DI BERLINO METTE D’ACCORDO TUTTI I BIG SULLA TREGUA: DA PUTIN A ERDOGAN FINO AGLI USA… MA I DUE RIVALI NON SI ACCODANO E NON SI INCONTRANO, ACCETTANO SOLO IL CESSATE IL FUOCO
Sulla tregua in Libia c’è l’accordo di tutti gli 11 tra paesi e istituzioni comunitarie rappresentate a Berlino. Da Vladimir Putin al turco Erdogan, l’egiziano al Sisi e i rappresentanti degli Emirati arabi uniti, gli Stati uniti rappresentati dal segretario di Stato Mike Pompeo, Francia, Germania, Gran Bretagna, Unione Europea, Algeria, Lega Araba, Unione Africana: nelle 4 ore di conferenza ospitate nella Cancelleria tedesca, nessuno di questi big player alza il dito per dire no alla bozza di conclusioni che parla di tregua e dice no all’opzione militare.
Tutti d’accordo, bozza di sei pagine e 55 punti approvata. Solo non si vedono nè Fayez al Serraj, alleato di Erdogan e premier del governo di Tripoli riconosciuto dall’Onu, nè Khalifa Haftar, il generale della Cirenaica che nelle sue milizie conta mercenari russi, emirati, egiziani ed è considerato vicino anche a Macron.
Al Serraj e Haftar, i due rivali sul campo, sono a Berlino ma di fatto non siglano la bozza di accordo. Nè si stringono la mano. Non si incontrano nemmeno. Non intervengono a dire la loro in plenaria.
Restano fuori tutto il tempo e rigorosamente in stanze separate. Angela Merkel li incontra prima e dopo la conferenza, sempre in colloqui separati.
E’ la Cancelliera a informarli del fatto che tutti i ‘big’ riuniti a Berlino hanno approvato la bozza di conclusioni. Da loro riesce a ottenere la disponibilità “per il secondo passo — spiega Merkel in conferenza stampa – cioè creare un comitato militare che possa intervenire” per monitorare il cessate il fuoco in Libia.
Non è poco, ma non basta per essere certi che domani in Libia non si sparerà . La stessa Merkel è cauta, benchè soddisfatta dell’esito della conferenza di Berlino, prova europea in grande stile per recuperare terreno sull’affare libico cercando di sfilarlo alla contesa dei pesi massimi Erdogan e Putin.
“Non abbiamo risolto tutti i problemi”, ammette la Cancelliera. E anche il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov non può che ammettere: è ancora “impossibile” organizzare un dialogo tra le parti in conflitto
Tanto più che il documento approvato a Berlino non parla di “sanzioni a chi viola l’embargo sulle armi alla Libia”, spiega sempre Merkel. “Il documento approvato oggi sarà adottato al Consiglio di Sicurezza. Abbiamo detto che in caso di violazioni saranno fatti i nomi”.
Però, aggiunge, “credo che oggi sia stata creata la base per poter procedere con il percorso delineato da Salamè”, l’inviato dell’Onu in Libia, presente a Berlino insieme al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
“Credo che sia un processo molto vincolante. Sono state concordate alcune cose in tempi molto brevi, con controlli serrati, per garantire che si possa giungere a una soluzione politica e a un cessate il fuoco permanente”.
Sulla carta, l’Ue riesce a rimettere l’affare libico sui binari della diplomazia delle Nazioni Unite. Tenta di ‘annacquare’ il potere di Putin e Erdogan in una tela multilaterale che per ora trova l’accordo di tutti e che, è l’argomentazione usata dagli europei con i libici, è la migliore garanzia per una Libia unita.
Riesce a tenere dentro questo schema anche gli Stati Uniti, la cui assenza dallo scenario libico ha agevolato l’entrata in campo di Turchia e Russia. Ma c’è da dire che a Berlino non viene Donald Trump in persona, al contrario di Putin.
Il presidente degli Stati Uniti invia Pompeo, peso massimo dell’amministrazione Usa ma non è il ‘numero uno’. “C’è attenzione da parte americana a coordinarsi con noi e con gli altri soggetti coinvolti e lavorare ai seguiti. Massima attenzione”, assicura Conte che lo ha incontrato.
Alla conferenza di Berlino seguiranno altri incontri, tra cui quello con i libici ospitato dall’Onu a Ginevra a fine mese.
Domani a Bruxelles un consiglio degli Affari Esteri farà il punto della situazione alla luce dell’accordo raggiunto oggi.
La prospettiva, discussa qui oggi, è di rivedere la composizione del consiglio presidenziale libico, in modo che rappresenti tutte le parti in causa in Libia: non solo Tripoli, ma anche Tobruk.
Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di un passo indietro del premier al Serraj, sebbene non ammessa ufficialmente. Lui non la prende benissimo. Non a caso, al suo arrivo a Berlino accusa l’Ue, “arrivata tardi e male” sulla Libia.
Intorno all’ora di pranzo, dopo aver incontrato Guterres e Salamè in un hotel in Friedrichstrasse, vicino alla Cancelleria, Conte la mette così: “Non chiediamo a nessuno degli attori di fare un passo indietro, ma chiediamo decisi passi avanti verso la stabilizzazione e la pacificazione”. E poi si ritira per una chiacchierata di aggiornamento con il ministro Luigi Di Maio, che stamane ha incontrato i suoi omologhi turco Mevlut Cavusoglu ed egiziano Sameh Shoukry.
A Berlino si discute anche dell’invio di una forza di interposizione dell’Onu per il rispetto della tregua, opzione caldeggiata dall’Italia e sulla quale oggi è possibilista anche l’Alto rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell, il britannico Boris Johnson.
Ma non è roba che possa essere messa in atto domattina, anche perchè sconta la riluttanza della maggioranza degli Stati membri dell’Unione: a cominciare dai tedeschi per finire ai francesi. E comunque, prima c’è da vedere se la tregua sarà rispettata.
La decisione sull’invio di una forza di interposizione spetta poi al “consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, dice lo stesso Conte ribadendo la disponibilità dell’Italia.
Al Serraj e Haftar “non sedevano al tavolo” della conferenza di Berlino e dunque “formalmente non hanno condiviso i 55 punti” della dichiarazione, ma “sono stati costantemente aggiornati e confidiamo che si impegnino anche loro al cessate il fuoco”, sono le parole del presidente del Consiglio italiano.
Ma intanto oggi la conferenza di Berlino non è stata confortata da buone notizie provenienti dalla Libia. Anzi.
Dopo avere bloccato ieri i terminal petroliferi della Sirte, oggi le forze di Haftar hanno fatto interrompere la produzione del più grande campo petrolifero libico, quello di Sharara. Il petrolio resta nel conflitto, a dispetto di tutte le promesse di pace.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 19th, 2020 Riccardo Fucile
TRADIZIONE, NOVITA’ E TANTO SENTIMENTO… E MATTIA SANTORI E’ UN LEADER NATURALE DI UNA PIAZZA COMPOSITA
Tanta tradizione e tanta novità .
In fondo, un sentimento in questa piazza otto agosto, tre volte più grande di Piazza Maggiore. È qui che i Bolognesi sconfissero gli austriaci nel 1848.
Ci volevano questi quattro ragazzi, non proprio millennials ma quasi, a sollecitare il risveglio dal torpore. E a portare sul palco un ragazzo nigeriano (a proposito di discontinuità e decreti sicurezza) che racconta la sua storia: “Ci hanno chiamato in Italia le parole della Costituzione, “gli uomini sono tutti uguali”, ricchi e poveri, cristiani e musulmani, io ho lasciato il Niger perchè quelle parole non mi facevano avere paura”.
O a dare il palco a Fabrizio Barca per parlare di aree interne e a Sandro Ruotolo, storico inviato adesso sotto scorta, per spiegare cosa siano le morti sul lavoro e perchè la “mafia è una montagna di merda”.
Guardatelo questo Mattia Santori, è un leader naturale, col suo look un po’ casuale, un po’ fighetto bolognese un po’ centro sociale, jeans scuro col risvolto su scarpa da ginnastica. Si muove con passo lento e sguardo sicuro, anche se attorno è un delirio di telecamere. Le mani, quando dichiara, sempre in tasca. Il ragazzo ci sa fare.
Anche a muoversi in questo magma, che noi cronisti del novecento forse fatichiamo a capire.
Il magma di una simbologia che evoca la sinistra prima che venisse rasa al suolo, ma che intercetta una spinta nuova, perchè non c’è ancora un partito in grado di riaccendere la politicizzazione nell’era del rifiuto della politica.
È lo stesso magma, confuso e creativo ai limiti del paradosso
Santori è attento a non farsi risucchiare dal gorgo partitico, dal linguaggio delle sigle e degli schieramenti
Però è chiaro che lo stesso futuro del movimento è legato alla vittoria della sinistra in Emilia, a maggior ragione adesso che è cambiato il senso stesso di questa campagna elettorale, in cui sembrano scomparsi i candidati, con i loro volti e i loro programmi, dietro il grande conflitto tra “bullismo” e “politica gentile”.
Forse ha ragione lui: “Non è Mattia Santori — ci dice – che ha creato le sardine, ma l’energia che sta arrivando, e questa è una prima vittoria perchè ha mutato il clima politico in Italia”.
E si capisce questa prudenza, parlando con i più giovani. In tanti, davvero tanti, ti spiegano che sono contro Salvini, però guai se le sardine si fanno inscatolare in uno dei contenitori esistenti. O se si fanno omologare, diventando anch’esse un contenitore come quelli esistenti. È una spinta che vive di questa spontaneità , o magari di questa illusione.
Energia, sentimento, prima ancora che struttura o prospettiva è questo la piazza bolognese a una settimana dal voto.
Piazza preoccupata, tesa, dove in parecchi chiedono ai giornalisti previsioni, sondaggi. Piazza soprattutto di mezza età , di famiglie e passeggini, informata, molto informata, che legge i giornali e guarda la tv.
Ci parli e ti accorgi che il grosso è quel famoso mondo della sinistra che, in questi anni, si è sconnesso sentimentalmente, per le sue divisioni, l’arrocco nel Palazzo, il suo snaturamento, l’idea che, in fondo, la partecipazione era superflua nell’era del leaderismo.
Anselmo uno dei tanti pugliesi che da una vita lavora a Bologna: “Io non ho mai avuto niente contro i partiti, anzi, ma poi… Gli errori che hanno fatto. Questi ragazzi hanno avuto il merito di risvegliare la politica”
C’è di tutto: contaminazione, processo che in fondo è già in atto, almeno qui in Emilia, perchè in questa storia (e in questa piazza) c’è una specificità emiliana, fatta di civismo, consapevolezza, partecipazione, anticorpi capaci di attivarsi.
Guardate che fa impressione, in questi tempi di passioni tristi e parole estreme.
Alla fine della giornata la parola “Salvini” è rimasta innominata, sul palco e dai protagonisti, come bersaglio e come interlocutore, segno è possibile spogliare i temi della personalizzazione e dal leaderismo.
Ma è stata la più grande manifestazione di massa contro di lui. Forse anche per questo.
(da “Huffingtonpost“)
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Gennaio 19th, 2020 Riccardo Fucile
L’AMMIRATORE DI HITLER IN CORTEO ACCANTO ALL’EX MINISTRO LEGHISTA FONTANA
Che ha detto Salvini a proposito dell’antisemitismo? “A mio avviso questo ha a che vedere con il rafforzamento negli ultimi anni dell’estremismo e del fanatismo islamico”.
E ha aggiunto “Ora la massiccia presenza di immigrati provenienti da paesi musulmani contribuisce alla diffusione dell’antisemitismo anche in Italia”
Tutto per minimizzare il ruolo di nazisti nell’antisemitismo.
E, tra le altre cose, mischiando in maniera falsa l’antisemitismo (ossia gli ebrei come ‘razza’ inferiore o pericolosa) con chi contesta duramente le politiche di Israele, cosa che avviene allo stesso interno di Israele e tra molti ebrei.
Eppure in Italia è noto e arci-noto che l’antisemitismo è diffuso e alimentato soprattutto tra i nostalgici di Hitler Basti pensare alle tifoserie in mano all’estrema destra che si insultano a colpi di ebreo o ironizzando biecamente su Anna Frank
Basti pensare agli aggressori di Arturo Scotto che a Capodanno insultavano la memoria sempre di Anna Frank.
O basti pensare al capo tifoso del Verona, un fascista di Forza Nuova che si chiama Luca Castellini, uno che esalta Hitler (si nasconde dicendo che è goliardia) mentre lui e gli altri cantano “Adolf Hitler is my friend” e che a proposito dell’Olocausto degli ebrei ha detto: “Sempre ‘sta storia degli ebrei. Non ha senso. Hanno subito un genocidio? Eppure comandano il mondo”.
Un musulmano? No. Uno che va a braccetto con Lorenzo Fontana, europarlamentare della Lega e ministro nel governo Conte Uno.
Ci nascondiamo ancora dietro ai migranti o guardiamo chi sta al nostro fianco?
(da Globalist)
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Gennaio 19th, 2020 Riccardo Fucile
CLAUDIO, UN PENSIONATO CHE VOTAVA LEGA: “MI SONO ALLONTANATO PERCHE’ SALVINI NON RISPONDE MAI NEL MERITO. NON MI PIACE IL SUO ODIO PER I MIGRANTI”
Un oceano di folla, oltre 40mila persone, si è riversato in piazza VIII Agosto a Bologna per l’evento ‘Bentornati in mare aperto’, organizzato dalle Sardine, con la partecipazione di gruppi musicali del calibro dei Subsonica e degli Afterhours, degli Skiantos, dei Modena City Ramblers, del rapper Marracash, di giornalisti come Pif e Sandro Ruotolo, e di tante voci della società civile.
Una grande festa, piena di energia, durata dal primo pomeriggio a tarda sera
All’ordine del giorno, i temi dei diritti civili, della lotta alla mafia, dell’immigrazione, della non violenza, della tolleranza e della cultura.
Sono passati poco più di due mesi dal 14 novembre, quando le sardine hanno nuotato per la prima volta nel mare di piazza Maggiore, radunando una folla di circa 11mila persone.
Oggi sono riusciti a surclassare quel successo ma con una differenza. Il pubblico richiamato è più consapevole dell’altra volta, quando era stato attirato dalla curiosità e dalla voglia di scendere in piazza contro le politiche di Matteo Salvini.
Questa volta non c’è il leader leghista a Bologna a cui fare il contraltare dalla piazza vicina. Sono tutti qui solo per le Sardine e da tutt’Italia. Ancora una volta colpisce la partecipazione transgenerazionale, dai ragazzi delle superiori ai pensionati.
Tutti con le loro sardine al collo o sui cartelli; tanti manifesti con sopra scritte contro l’odio, per l’ambiente, o in difesa della democrazia.
“Da una piccola sardina derivano grandi responsabilità ” è uno degli slogan sui cartelli, ma anche “Amnistia sociale, no decreti sicurezza. Libertà per Nicoletta Dosio e per tutti i no Tav”.
La folla, a più riprese, agita palloncini blu e celesti e grida gli slogan ‘L’Italia non abbocca’ e ‘L’Emilia non si lega’.
“Sosteniamo la causa delle Sardine — dice Dario 42 anni, consulente informatico che è venuto da Roma — , appoggiamo il loro antileghismo. Hanno ridato speranza alla gente, ci dicevano che ormai sono tutti leghisti. Hanno dimostrato che non è così, che ci sono tante persone come noi che non lo sono. Speriamo che riescano a contrastare l’astensionismo”.
“La nostra speranza — conferma Santori — è che queste piazze si traducano in una partecipazione anche elettorale, una presa di coscienza perchè siamo ad un punto di svolta. Tra una settimana si capirà se siamo ancora destinati ad altri decenni di sovranismo e di squadrismo digitale oppure se possiamo aprire una nuova epoca fatta di relazioni e di democrazia partecipata”.
“Questa piazza è un monito per i politici — dice Katia che arriva da Arezzo -, ci vuole una politica più sobria, senza odio sui social. Quello delle Sardine è un movimento che vuole portare la politica a ragionare. Spero che riescano a portare di nuovo le persone al voto . Qui non ci sono partiti, non ci sono bandiere perchè la gente non ha più referenti”.
E poi c’è Claudio, 77 anni, pensionato che prima era “molto vicino a Salvini” ma poi “mi sono allontanato perchè il suo odio per le persone non mi piace e perchè non risponde mai alle domande nel merito. Non mi piace il suo odio per i migranti, bisogna riunire le persone di tutti i Paesi perchè l’uomo non è un numero ma una persona. Tutti devono essere rispettati senza differenze, la nostra regione è accogliente e inclusiva da sempre ed è giusto così. L’accoglienza ci porta persone e sviluppo”.
Claudio arriva da Ferrara e porta al collo una sardina di carta con la scritta ‘Pace’. “Le Sardine sono un movimento speciale, vogliono il bene di tutti — dice — , che la gente non si odi e si rispetti. Questa è una piazza di pace. Sono contento dei loro valori e che, finalmente, i giovani riprendano in mano le sorti del Paese”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Gennaio 19th, 2020 Riccardo Fucile
“SFIDO CHIUNQUE A SOSTENERE CHE SIA NORMALE CHE DELLE PERSONE SIANO COSTRETTE A RIMANERE PER GIORNI IN MARE SU UNA NAVE ITALIANA”
«Sì al processo» per Matteo Salvini sul caso Gregoretti. È questa la posizione del volto delle Sardine Mattia Santori che, interpellato sul tema, precisa comunque di aver rilasciato questa dichiarazione «a titolo personale».
Santori ha parlato a margine della manifestazione in corso a Bologna per la chiusura della campagna elettorale delle regionali in Emilia Romagna. «Noi da ottimi spettatori — ha aggiunto — amiamo osservare quanto avviene in Parlamento. Se fosse per me, personalmente, voterei tutta la vita di andare a vedere cosa è successo nel caso Gregoretti, per andare a vedere se è normale che delle persone rimangano in mare così tanto tempo su una nave italiana».
L’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini sarà votata domani 20 gennaio alla Giunta per le immunità del Senato. La data è arrivata dopo un lungo scontro tra senatori di maggioranza e opposizione.
Alla fine, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno guadagnato il voto prima delle elezioni in Emilia Romagna e non dopo, come invece volevano i senatori di Italia Viva, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.
Matteo Salvini, durante un comizio a Cattolica, ha detto che chiederà ai suoi senatori di votare per l’autorizzazione dopo aver tentato per un mese di sfuggire al processo.
(da agenzie)
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Gennaio 19th, 2020 Riccardo Fucile
E REGALA UN QUADRO DEL PADRE ALDO
La scena che non ti aspetti. “Il risveglio culturale e politico va premiato. Ecco un regalo per questo grande movimento”. Parole non di un fan qualunque ma di Giambattista Borgonzoni, papà della candidata Lucia, che si è presentato alla manifestazione delle Sardine con un pacco imballato. Dal quale viene fuori un dipinto, un paesaggio.
Nella piazza di Bologna succede anche questo. A poche ore dall’inizio del mega evento di Bologna, il papà della candidata leghista in corsa per la presidenza dell’Emilia Romagna si avvicina al leader Mattia Santori ed ecco un regalo per lui, il secondo dopo le stampe di un paio di settimane fa. Esclama parole da militante, da primo fan delle Sardine.
Santori sorride e apre il pacco. Spunta un dipinto del pittore Aldo Borgonzoni datato 1971. Si intitola “Paesaggio per Keplero”. Con tanto di cornice.
(da “Huffingtonpost“)
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Gennaio 19th, 2020 Riccardo Fucile
OLTRE OGNI ASPETTATIVA, LE SARDINE SFONDANO: 220 GIORNALISIT ACCREDITATI, LA RIVOLTA ANTISOVRANISTA E’ DIVENTATO ANCHE UN FENOMENO MEDIATICO
La piazza è già piena alle due e mezza, sardine che arrivano da tutta l’Emilia Romagna, ma anche da Milano e dalla Puglia, pure sardine sarde. È il giorno del concertone del movimento anti populismo che sfida Salvini per batterlo domenica alle urne.
“Sarà il giorno della svolta per la politica italiana” ha anticipato a Repubblìca Mattia Santori il leader bolognese. “Noi abbiamo già vinto riportando la gente nelle piazze, risvegliando il senso civico”.
“Le piazze continuano ad essere piene, quello che vediamo sul web non corrisponde a verità – aggiunge il promotore sotto il palco – Se Salvini perdesse sarebbe dirompente perchè la sconfitta sarebbe stata aiutata da una forza di piazza che ha speso zero euro. Oggi è un cambiamento per noi ma tra una settimana potrebbe cambiare l’inerzia politica sovranista”.
La musica parte con il cantautore ravennate MaLaVoglia alle 15.50 con l’inno delle sardine 6000 (siamo una voce). “Siamo l’Italia che si sta rialzando, spargete voce stiamo arrivando”.
Sul palco sale alle 16.30 lo studente Moussa Molla, arrivato dal Benin nel 2015 e ospitato da una famiglia bolognese dell’associazione Famiglie Accoglienti: “Sono qui per dirvi che gli uomini camminano ma le parole sono veloci, ci raggiungono ovunque. Queste parole in Benin mi sono venute a cercare: diritto d’asilo, c’è scritto sulla Costituione. Parole che rendono uomini uguali. Così ho preso mie scarpe da ginnastica e poi il gommone ma nemmeno in mezzo al mare avevo paura, le parole mi aiutavano, ho visto i compagni morire. Se non volete sentire le nostre grida e non vedere le nostre ferite date ascolto ai vostri padri che hanno scritto la Costituzione”.
“Siamo pessimisti siamo i cattivi pensieri, come è profondo il mare… è inutile, non c’è più lavoro non c’è più decoro…come è profondo il mare” recita, citando Lucio Dalla, l’attrice Matilda De Angelis e grida: “Sardine riprendiamoci il nostro mare, andiamo a votare il 26”
Mattia Santori sale sul palco alle 17:: “Abbiamo deciso di rimanere nel reale realizzando un grande evento culturale per portare idee valori tematiche. La piazza è già stracolma, già 40mila persone: il buon senso, la parola, il non urlare possono ancora pagare. Se riusciamo a fare tutto questo senza un soldo vuol dire che c’è tanta speranza. Siamo qui a Bologna per dire che un’alternativa c’è“.
Tocca poi agli Skiantos adattare la loro celebre “Le sbarbine” che nel ritornello diventa “ci piaccion le sardine”.
Santori aggiunge a margine, parlando con la stampa: “Io andrei a votare per vedere cosa è successo nel caso Gregoretti” e quindi per il processo a Salvini.
“Perchè chiedete a noi dei programmi e non li chiedetealla Borgonzoni che non dice mai quello che vuole fare? Se la Lega vince le elezioni in Emilia non cambia tantissimo, non si andrà a votare fino alla legge elettorale; se invece perde è uno smacco importante, la cosa si fa complicata, vuol dire che si può battere la bestia del sovranismo. Quello che sta avvenendo in piazza è fisico, inoppugnabile, non manipolabile”
Il maestro Ezio Bosso partecipa con un video: suona con la sua orchestra Europa filarmonica orchestra e augura ”buona sardinitudine, il nostro augurio è divertiamoci nel senso che impariamo a esssre diversi e a suonare insieme”.
Anche Francesco Guccini interviene con un video, introdotto dalla sua “Locomotiva”: “L’apparizione delle sardine è stata come un raggio di sole dopo un mese di pioggia o dopo la pioggia su un terreno arido. I politici di sinistra hanno detto: sì vediamo cosa faranno le sardine, ma hanno già fatto! Hanno dato voce a un mucchio di gente con la quale la sinistra aveva perso il contatto, la gente voleva scendere in piazza”.
(da agenzie)
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Gennaio 19th, 2020 Riccardo Fucile
TRA IGNORANZA E MALAFEDE, IL LEGHISTA NEGA L’EVIDENZA PER NON PARLARE MALE DEI NEONAZISTI
Le bugie a due a due fino a quando diventano dispari. Primo perchè ha negato legami con le organizzazioni di estrema destra o sedicenti fasicste. La seconda perchè ha detto che l’antisemitismo è fondamentalmente islamico, mentre la realtà è assai diversa e tutti sanno che l’antisemitismo è soprattutto neo-nazista e covato tra i suprematisti bianchi e i gruppi tradizionalisti che di nascondo dietro un falso cristianesimo.
Badate bene: non l’estrema destra, Hitler e compagnia bella ma il fanatismo islamico. L’antisemitismo — e più precisamente il suo ritorno in Europa — per Matteo Salvini sarebbe la diretta conseguenza del «rafforzamento negli ultimi anni dell’estremismo e del fanatismo islamico».
Salvini ha continuato parlando di «massiccia presenza di immigrati provenienti da paesi musulmani che contribuisce alla diffusione dell’antisemitismo anche in Italia».
Nell’intervista al giornale ‘Israel Ha-Yom’ Salvini ha detto che la Lega “non ha legami con organizzazioni politiche”, come Casa Pound, Forza Nuova e Fiamma definite dal giornale “antisemite” (il che è opinabile, tra l’altro)
Ad una domanda poi sui rapporti della Lega con “gruppi politici antisemiti”, Salvini ha risposto di “non avere alcun legame con quelle organizzazioni. Alle elezioni partiti come Casa Pound, Forza Nuova e Fiamma si presentano contro di noi” questo dimostra “che noi non abbiamo legami con loro”.
La verità è diversa. Oltre alle cene con i dirigenti di CasaPound, Salvini (quando ancora aveva il fido Savoini in cerca di soldi russi al Metropol e Capitan Nutella non si era sdraiato a tappetino sulle posizioni di Netanyahu) si compiaceva di vestire capi d’abbigliamento di una linea vicina a CasaPound, ha scelto l’editore Polacchi (di Casapound) per pubblicare la sua improbabile intervista, mentre alle elezioni locali – il caso più eclatante è il comune di Tivoli – la Fiamma è stata in coalizione con la Lega e il segretario locale di CasaPound direttamente inserito nelle liste della Lega.
Questo facendo finta di dimenticare i consolidati rapporti di Salvini con i post-nazisti tedeschi di Afd che non amano ricordare la Shoah.
(da agenzie)
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Gennaio 19th, 2020 Riccardo Fucile
IL POLIZIOTTO: “HO UN PASSATO DA SOMMOZZATORE, POSSO ESSERE UTILE A SALVARE VITE UMANE, MA POSSO ANCHE DARE UNA MANO IN CUCINA”
Ieri abbiamo raccontato la sua storia: ex aspirante sindaco di Bibbona per Fratelli d’Italia, Massimiliano Rugo lascia il partito e segue l’istinto che lo porta in Libia per soccorrere chi scappa sui barconi: “Ho un passato da sommozzatore”.
Oggi il poliziotto municipale a Pisa, nel nucleo antidegrado, quello che si occupa di combattere il commercio abusivo di strada e di contrastare la vendita di prodotti contraffatti da parte degli ambulanti, spiega a Repubblica Firenze perchè vuole imbarcarsi sulla Sea Watch:
«Ho inviato una mail agli uffici di Berlino manifestando la mia volontà di dare una mano e spero che mi rispondano presto – racconta Rugo – Sul sito della Sea Watch c’è un lungo elenco di profili ricercati e io mi metto a disposizione per il ruolo che riterranno più opportuno. Ho un passato da sommozzatore, ho fatto il paracadutista e potrei senz’altro aiutare chi rischia di annegare. Quel che conta, comunque, è essere utile quindi se serve posso anche mettermi in cucina a preparare da mangiare per l’equipaggio».
Una presa di posizione, quella dell’agente, che a molti è suonata come un “cambio di casacca”. «Non si tratta di essere di destra o di sinistra, andare a soccorrere persone in pericolo che hanno alle spalle storie di dolore è semplicemente una scelta di buon senso – ci tiene a precisare – Si tratta di essere delle brave persone e di sfatare tutte quelle frasi di propaganda che vogliono convincerci che il pericolo sono gli immigrati. Trovo sbagliato fare campagna elettorale sulla loro pelle».
Dopo aver lasciato Fratelli d’Italia e aver formato un gruppo autonomo nel consiglio comunale di Bibbona, Rugo è deciso ad andare avanti: «Le missioni della Sea Watch durano 21 giorni, prenderò le ferie e, se necessario, anche l’aspettativa. La cosa più difficile è stata convincere mia moglie, anche perchè abbiamo due figli piccoli, ma il suo sostegno per me è fondamentale».
(da “NextQuotidiano”)
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