Gennaio 11th, 2020 Riccardo Fucile
LE PROPOSTE PIU’ ASSURDE E DIVERTENTI PER UNIFORMARSI A QUELLA DELLA LEGHISTA: “RENDEREMO IL LAMBRUSCO UN VINO FRIZZANTE”
Quando si sbaglia la rete non perdona e ci si mette poco — davvero poco — a diventare una star del web con meme dedicati.
È accaduto a Lucia Borgonzoni, candidata per il centro-destra alle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio in Emilia-Romagna.
Tra i vari momenti che la riguardano si ricordano senza dubbio quelli che l’hanno vista fare delle gaffe geografiche sul territorio che vuole governare: scambiare Bologna per Ferrara, affermare che Casterlfranco Emilia sia nella bassa modenese o, ancora, che l’Emilia-romagna confini con il Trentino. Tutti errori che il web non perdona e che restituisce al mittente.
L’ironia sui social riguarda non solo le gaffe geografiche ma anche tanti aspetti del modo di fare politica della candidata.
Primo su tutti? Sicuramente la tendenza a promettere cose — appunto — che già sono presenti e disponibili per i cittadini in Emilia-Romagna.
La volta che tutti ricordano? Sicuramente la celebre frase con la quale, insieme a Matteo Salvini, ha aperto la campagna elettorale al Paladozza di bologna: «Ospedali aperti anche di notte, come in Veneto».
C’è stata poi la volta in cui ha promesso di azzerare azzerare l’addizionale Irpef, sempre ispirandosi al Veneto, forzando un po’ troppo il concetto poichè viene regolamentata da una legge di Stato essendo — di fatto — non modificabile tramite regolamenti regionali.
La più recente? Proporre due leggi per l’Emilia-Romagna che esistono già (una legge per le rievocazioni storiche a Cento e e l’assessorato del Turismo, entrambi già esistenti).
(da agenzie)
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Gennaio 11th, 2020 Riccardo Fucile
LA SENATRICE DA’ BUCA ALLA STRUMENTALIZZAZIONE CHE NE AVREBBE FATTO SALVINI… E IL LEGHISTA CONTINUA A FAR FINTA DI NON CAPIRE
La senatrice a vita Liliana Segre non parteciperà al convegno sulle nuove forme dell’antisemitismo organizzato a Roma dalla Lega il prossimo 16 gennaio. “Ho ricevuto l’invito – ha spiegato la senatrice – ma nel mese di gennaio sono impegnatissima” “Apprezzo l’iniziativa sull’antisemitismo – continua la senatrice Segre – un problema che si riaffaccia virulento nelle cronache del nostro tempo in tanti Paesi d’Europa e del mondo intero. Ritengo però che non si debba mai disgiungere la lotta all’antisemitismo dalla più generale ripulsa del razzismo e del pregiudizio che cataloga le persone in base alle origini, alle caratteristiche fisiche, sessuali, culturali o religiose”.
“Questa visione mi pare tanto più necessaria in questa fase storica, in cui le condizioni di disagio sociale spingono tanti ad indirizzare la propria rabbia verso un capro espiatorio, scambiando la diversità per minaccia – osserva la senatrice – Ricordo con piacere la convergenza delle nostre riflessioni sui rischi di imbarbarimento della società e sulla necessità di fare qualcosa, ciascuno nel proprio ambito ed a partire dalla propria sensibilità , per farvi argine”.
A stretto giro è arrivata la risposta di Matteo Salvini: “La capisco e la ringrazio per la risposta”. “Sarà una bellissima giornata in cui lanceremo dentro e fuori il parlamento una grande campagna in difesa di Israele – ha detto il leghista sull’evento
Dimostrando di non aver capito una mazza.
(da agenzie)
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Gennaio 11th, 2020 Riccardo Fucile
PER ORA LA SUA CORTE FA QUADRATO E LO DIFENDE, MA LA RESA DEI CONTI SARA’ A BREVE
Luigi Di Maio è tormentato: fare un passo indietro da capo politico del Movimento o resistere? È arrivato a tanto, purchè finiscano gli attacchi, le critiche, la solitudine. L’idea di abbandonare tutto è stata condivisa dal leader M5S a vari livelli nelle ultime settimane, anche di governo, ma è sempre stata frenata dalla paura di quello che sarebbe venuto dopo.
Per Di Maio è il terrore di far naufragare l’ipotesi di un suo bis da capo politico fra meno di tre anni, quando terminerà il mandato. In gioco c’è il suo futuro. Per gli altri, è una carica di dinamite posta sotto le fondamenta dell’esecutivo giallorosso.
I sospetti su Conte
Ci sarebbe un nuovo capo politico o arriverebbe un direttorio allargato? E dove guiderebbe il Movimento?
Ecco perchè il giovane ministro degli Esteri, che non ne può più di essere il bersaglio facile di chiunque, anche degli ultimi peones del partito, pensa di sfidare i dissidenti agli Stati generali di marzo. «Mi sfiduciassero se ne hanno la forza».
Una sfida, non una resa. Ma è trapelato tutto troppo in fretta. E in modo incontrollato. Tanto da far sospettare al ministro degli Esteri che dietro tutto questo ci sia Giuseppe Conte. O meglio, qualcuno che vuole accrescere il potere politico nelle mani del premier. Perchè, è il suo ragionamento, «io in questo modo ne esco indebolito. E chi indebolisce me, rafforza lui».
Ieri ha incontrato il “team del futuro”, il gruppo di sei big che compongono la segreteria politica grillina, e ha fissato le date degli Stati generali: dal 13 al 15 marzo. In quei giorni, ogni cosa tornerà in discussione. Si potrà parlare di modifiche allo Statuto, di una nuova Carta dei valori, di rendicontazioni.
«Tutto è migliorabile», ha ammesso Di Maio durante l’assemblea congiunta dei parlamentari M5S, «ma criticare attraverso i giornali non è il metodo giusto. Ci sarà spazio per discuterne insieme agli Stati generali». Giorni in cui i senatori che hanno presentato il documento per defenestrare lui e Davide Casaleggio chiederanno di mettere ai voti le loro proposte. Di Maio potrebbe decidere di presentare una sua mozione (o appoggiare quella di un suo fedelissimo) che vada in una direzione parallela a quella dei senatori, ma meno dura, disinnescando la spinta alla tabula rasa che investirebbe lui e Casaleggio.
La scacchiera si potrebbe ribaltare, e infatti uno dei senatori promotori del documento, Mattia Crucioli, puntualizza al Secolo XIX che non servono le dimissioni di Di Maio, ma che venga sostituito da «un direttivo». Una mezza marcia indietro.
Il rapporto con Grillo
A preoccupare il capo politico, però, è soprattutto il nucleo romano che fa riferimento a Paola Taverna e Roberta Lombardi, i cui propositi, «non vengono supportati, ma — dicono nel M5S – nemmeno contrastati da Beppe Grillo».
D’altronde, Di Maio continua a dire l’opposto di ciò che chiede Grillo. Il fondatore vorrebbe il suo Movimento ben piantato nel campo progressista, mentre lui difende la «terza via», quella dell’equidistanza da Pd e Lega. E a Roma c’è Alessandro Di Battista. Anche lui vuole la testa di Di Maio, ma gioca una partita diversa da quella di Taverna e Lombardi, incentrata sulla caduta del governo e sul ritorno allo spirito sovranista.
È proprio Di Battista, con la sua difesa a spada tratta di Paragone, il 31 dicembre, a mandare su tutte le furie Di Maio e a far scattare per la prima volta nella testa del leader, esasperato, l’idea di «un gesto forte».
Quell’uscita dell’ex «fratello» (come si chiamavano tra di loro) è l’ultima goccia, caduta in un periodo in cui Di Maio si è «sentito molto solo», come ammette pubblicamente. Ma oggi lo Stato maggiore del Movimento, compresi Fraccaro e Bonafede, fa quadrato intorno al leader. E danno ai dissidenti appuntamento a marzo, per la resa dei conti.
(da “La Stampa”)
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Gennaio 11th, 2020 Riccardo Fucile
LA FAVORITA E’ LA TAVERNA, VISTA MEGLIO ANCHE DA GRILLO E DAI GRUPPI PARLAMENTARI
Mentre il MoVimento 5 Stelle smentisce l’addio di Di Maio, c’è chi lavora già alla lista dei potenziali successori, tenendo in considerazione la sopravvivenza del governo e l’infilata di elezioni regionali che potrebbe devastare i grillini.
Ilario Lombardo sulla Stampa racconta che Beppe Grillo è stato raggiunto da queste voci come lo è pressochè tutto il governo.
Chi proverà a galleggiare nel caos e a tentare di risollevare il M5S? Nella fase di transizione toccherebbe al membro anziano del comitato di garanzia Vito Crimi. Ma poi? Si fanno tre nomi, si diceva, ognuno dei quali ha elementi di forza e di debolezza.
Il primo: Di Battista. Con grande tempismo è volato in Iran, nel cuore del conflitto globale. Dopo aver infilzato il Di Maio -capo politico su Paragone, ha messo in difficoltà il Di Maio-ministro degli Esteri, che si barcamenava negli equilibrismi diplomatici, con un post di dura condanna al presidente Usa Donald Trump per l’uccisione di Qassem Soleimani. Di Battista è l’idolo delle folle, capace di compattare la base dei militanti ma è detestato dal gruppo di Camera e Senato, da cui è considerato un turista della democrazia parlamentare con il vizio delle telecamere e dei palchi, inadatto a sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda del governo.
Per questo, nella fronda più moderata e tra i ministri si preferirebbero altri profili.
Non il Guardasigilli Alfonso Bonafede, perchè indisponibile a sostituire il leader di cui è stato uno dei più fedeli collaboratori, nonostante lo abbia investito del sospetto di voler rianimare l’alleanza con Matteo Salvini.
Può garantire la stessa mise ministeriale Stefano Patuanelli. La Stampa ha già raccontato quanto il suo nome piaccia ai grillini in Parlamento e agli alleati di governo. Sconta un carisma mediatico al limite della anemia emotiva.
Per questo il terzo nome potrebbe essere quello che accontenta tutti.
La vicepresidente del Senato Paola Taverna. È donna, fresca di laurea, ha un eloquio di piazza alla Di Battista e appartiene alla stessa genia della periferia romana di Giorgia Meloni. Già si pregusta il match: Paola vs Giorgia.
Sostenuta da Grillo, non nasconde l’ambizione di voler guidare il M5S: Taverna è stata tra le più feroci accusatrici di Di Maio ed è tra le tifose più sfegatate della stabilità di governo e della legislatura. Col tempo è diventata meno aggressiva ed è l’unica, forse, se si votasse sul web, in grado di non soccombere all’onda Dibba.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 11th, 2020 Riccardo Fucile
ESPOSTO PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, APOLOGIA DI REATO E ISTIGAZIONE ALL’ODIO… ANCHE GLI AMMINISTRATORI DELLA PAGINA NE RISPONDONO
Insulti e minacce si ripetono da prima delle feste natalizie. Oggi, però, Ilaria Cucchi — attraverso il suo avvocato Fabio Anselmo — ha deciso di presentare una denuncia alla procura di Ferrara, contro le centinaia di commenti (che includono l’esultanza per la morte di Stefano e l’augurio di «fare una brutta fine» a lei e alla madre) che tutti i giorni appaiono sulla pagina dei Pinguini Estensi.
I Pinguini estensi sono una derivazione della pagina dei Pinguini (nati subito con l’idea di contrastare le Sardine e i gruppi nati dall’iniziativa di quattro giovani bolognesi che volevano contestare l’arrivo di Matteo Salvini nel capoluogo emiliano).
Dalle scorse elezioni amministrative, Ferrara è guidata dal sindaco leghista Alan Fabbri. La pagina dei Pinguini Estensi, che al momento si è “autosospesa” in attesa degli sviluppi successivi alla denuncia, è amministrata da un nutrito gruppo di simpatizzanti della Lega. Al momento, dice il sito l’Estense, gli iscritti sono 4936.
L’esposto
Nell’esposto presentato in procura, Fabio Anselmo ipotizza reati molto gravi che vanno dall’apologia di reato, all’istigazione, passando per l’associazione per delinquere (visto che, spiega, il gruppo i Pinguini estensi «non sembra avere altra finalità che quella di insultare le istituzioni, il capo dello Stato, persone come Ilaria Cucchi»).
La sorella di Stefano Cucchi, morto in seguito alle botte subite durante un fermo di polizia il 22 ottobre 2009, è insultata insieme allo stesso Anselmo che oltre ad essere l’avvocato della famiglia è da tempo il suo compagno.
Gli episodi
Le accuse ai Pinguini estensi riguardano quattro episodi diversi, anche se vengono evidenziati altri episodi persino scollegati da notizie specifiche:
La polemica seguita al fatto che Forza Italia si oppone all’intitolazione di una strada a Stefano Cucchi, proprio a Ferrara, con decine di insulti tra cui risalta quella di un commentatore che dice:
“Ragazzi… Per favore…. la via del cimitero possiamo dedicargliela…. Però… Io ancora più del ragazzo giudicherei la fam. o la sorella…. Veri vigliacchi… Miseri…”
Il commento di un nuovo utente del gruppo parla del risarcimento ricevuto dalla famiglia di Cucchi da parte dell’ospedale Pertini che ha riconosciuto di aver curato male Stefano quando fu ricoverato in seguito al pestaggio da parte di due carabinieri.
Secondo l’utente il problema è che per Cucchi la famiglia è stata risarcita mentre non avviene lo stesso per chi muore sul lavoro. Il commento è stato premiato dagli amministratori dei Pinguini estensi con la targa “Nuovo collaboratore di talento”. E, manco a dirlo, seguono improperi di ogni genere nei confronti di Ilaria.
Il 1 dicembre è una degli amministratori del gruppo a scatenare le truppe.
La notizia da commentare è l’invito da parte delle Sardine estensi a Ilaria Cucchi. Nello screenshot pubblicato la sorella di Stefano si dice felice dell’invito. L’amministratrice (ma non moderatrice) Raffaella Breveglieri si limita a postare la notizia, ma seguono centinaia di messaggi di insulti. Nei commenti c’è di tutto. Chi accusa Ilaria di non aver accudito il fratello quando stava male, chi esulta perchè “qualcuno l’ha tolto di mezzo”.
Gli amministratori e i moderatori non intervengono neppure una volta ad abbassare i toni.
La perla — ma è difficile stilare classifiche — è forse a Paola Romani, altra amministratrice del gruppo. Prende dalla pagina facebook di Ilaria Cucchi la notizia di un suo ricovero e ci mette la scritta “Piccolo spazio, pubblicità !”.
I seguaci si scatenano e c’è chi arriva ad augurarsi la morte della sorella di Stefano perchè «la morte non si augura a nessuno» ma possono esserci delle eccezioni, dice.
Anche in questo caso, la querela include il reato di istigazione a delinquere (oltre a quello di associazione a delinquere per l’intero gruppo).
La cosa apparentemente paradossale è che, contattatati dal giornale locale l’Estense, gli amministratori della pagina si sono limitati a dire che non è colpa loro se qualcuno scrive insulti sulla loro pagina.
In una risposta collettiva, il gruppo di amministratori e moderatori spiega: «Davanti a 5mila iscritti è difficile controllare tutti i commenti e quindi qualcosa può sempre sfuggire, in ogni caso quei contenuti non devono essere associati agli amministratori. Chi ha scritto quelle cose, se ne assume le responsabilità ».
Peccato che almeno in due casi siano proprio gli amministratori a pubblicare contenuti su Ilaria Cucchi (in un caso accusandola di farsi pubblicità ).
“L’organizzazione e le modalità delle loro condotte criminali fanno paura. Cariche di amministratori, titoli e ruoli “meritori”, distribuiti all’interno del gruppo ben organizzato, in funzione della efficacia e violenza delle offese sparate sulla pagina Facebook contro di noi ma anche contro altri. Persino contro il Presidente Mattarella. Chi lo fa, nonostante tutto, se ne deve assumere le conseguenze. Lo Stato non ha protetto Stefano come sarebbe stato suo dovere fare. Ora, per favore, protegga noi. ”
(da Open)
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Gennaio 11th, 2020 Riccardo Fucile
E L’ITALIA CONTINUA A FINANZIARE UNA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE
“Siamo stati chiamati da dei migranti intercettati dalla cosiddetta Guardia Costiera Libica: dicono che alcune delle 65 persone si stanno rifiutando di sbarcare a Tripoli, e che la Guardia Costiera ha sparato a un migrante e gettato il corpo in mare”.
Così denuncia su Twitter Alarm Phone, la linea telefonica diretta di supporto per persone che attraversano il Mar Mediterraneo verso l’Unione Europea
Anche la rappresentanza in Libia dell’Oim, organizzazione delle migrazioni, con un tweet precedente, aveva segnalato che una sessantina di migranti si starebbero rifiutando di sbarcare a Tripoli.
Fonti dell’organizzazione avevano poi fatto sapere che i migranti avrebbero raccontato al personale in Libia che sul gommone con loro era salito anche un nigeriano ferito da un colpo d’arma da fuoco e che l’uomo sarebbe morto durante il viaggio.
(da agenzie)
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Gennaio 11th, 2020 Riccardo Fucile
SUI SOCIAL INSULTI E L’IMMAGINE DI UN IMPICCATO, SIAMO ALLA FOLLIA
Il M5s non è mai stato tenero con i ‘traditori’. Per i pochi che sono rimasti, vedere giorno dopo giorno l’amato Movimento, quello che doveva cambiare l’Italia, il baluardo dell’onestà ridotto a un colabrodo non deve essere facile.
Più o meno tutti i fuoriusciti sono stati coperti di insulti, a cominciare dall’ex ministro Fioramonti. Ma tutti avevano in comune una cosa: erano uomini. E in quanto tali, l’insulto è sempre circostanziale, mai personale.
Ma Rachele Silvestri ha la colpa di essere donna. E le donne, per questa italietta, si insultano dando loro della ‘troia’. Con tutte le varie declinazioni.
C’è da mettersi le mani ai capelli nel leggere cosa hanno scritto alla deputata passata al Gruppo Misto: lo squadrismo sessista raggiunge picchi inenarrabili, tra chi la insulta, a chi vuole ‘sputarle in faccia’, a chi posta addirittura le immagini di persone impiccate.
La deputata marchigiana ha abbandonato il M5sed è passata al gruppo Misto per divergenze sulla gestione degli interventi per la ricostruzione del terremoto in centro Italia tra il 2016 e il 2017 e critiche al movimento e al modo di relazionarsi coi parlamentari
(da agenzie)
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Gennaio 11th, 2020 Riccardo Fucile
CALCI E PUGNI DOPO AVER CHIUSO LA PORTA DELL’UFFICIO, UN MESE DI PROGNOSI
Un maresciallo dei carabinieri ha chiuso a chiave la porta dell’ufficio in caserma e ha aggredito il suo superiore a calci e pugni procurandogli ferite guaribili in un mese. Il motivo di tanta violenza? Un trasferimento di sede non gradito.
L’episodio è accaduto a Cosenza dove il sottufficiale era stato convocato perchè doveva essergli notificato l’ordine di trasferimento in un’altra caserma del cosentino, a Corigliano Rossano.
Una decisione che ha scatenato in lui una furia selvaggia. Il sottufficiale prima ha chiuso a chiave la porta dell’ufficio, poi l’ha gettata dalla finestra per impedire che il suo superiore potesse scappare. Quindi è iniziata l’aggressione con calci e pugni mentre le grida del capitano hanno richiamato altri militari in soccorso. Hanno dovuto sfondare la porta per aiutarlo. Una volta dentro, hanno bloccato il maresciallo e hanno prestato le prime cure al capitano, che poi è stato portato in ospedale.
Per il maresciallo violento è scattato l’arresto in flagranza con l’accusa di lesioni e sequestro di persona per avere privato della libertà il suo superiore impedendogli di uscire dall’ufficio.
Il maresciallo è stato condotto agli arresti nella sua abitazione. Ed è qui che stamani ha ingerito alcune pillole. Soccorso, è finito anche lui in ospedale ma le sue condizioni, comunque, non destano preoccupazioni.
(da agenzie)
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Gennaio 11th, 2020 Riccardo Fucile
IL FONDO PER LE VITTIME DI VIOLENZA ESISTE DA 15 ANNI E BONACCINI LA SFOTTE: “FINIRAI PER VOTARE PER ME”
Noi non sappiamo come finiranno le elezioni in Emilia-Romagna, ma una cosa la sappiamo: Lucia Borgonzoni fa proposte bellissime che però ci sono già .
Oggi la candidata della Lega alla presidenza della Regione ha detto che “bisogna ragionare su un fondo, più generico e non solo per le donne, magari parziale, per aiutare tutte le persone che subiscono violenze”.
Borgonzoni, ha aggiunto anche che “dobbiamo fare i conti con la popolazione sempre più straniera”, sottolineando il tema delle “culture diverse” e di un approccio differenziato da parte degli operatori.
Il fondo, però, come ha fatto notare il governatore uscente Stefano Bonaccini, esiste già .
La Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, costituita il 12 ottobre 2004, fornisce “sostegno immediato alle vittime dei crimini dolosi di maggiore gravità ”: la Fondazione interviene “a favore delle vittime dei reati, compresi gli appartenenti alle forze di polizia nazionali e alla polizia locale, quando, da delitti non colposi, ne derivi la morte o un danno gravissimo alla persona. Per danno gravissimo alla persona si intendono i danni arrecati ai beni morali e materiali che costituiscono l’essenza stessa dell’essere umano, come la vita, l’integrità fisica, la libertà morale e sessuale (art. 2, comma 1 e 2 dello Statuto)”.
Quando parla di quello che vorrebbe fare per l’Emilia-Romagna la Borgonzoni sembra NON sapere ciò di cui parla.
Era successo quando propose di tenere aperti gli ospedali nel fine settimana oppure quando aveva lasciato intendere che in Veneto Luca Zaia aveva abolito l’addizionale Irpef regionale. Ma ci sono state anche le ecoballe sui rifiuti di Roma e quelle sul “sistema Bibbiano” (per tacere di quando spiegò il senso del MES). Qualche giorno fa a Cento (Ferrara) Lucia Borgonzoni ha lanciato una proposta per la tutela di rievocazioni storiche e carnevali: «la Regione deve fare una legge sui carnevali e dare uno stanziamento che sia sicuro per un carnevale come quello di Cento e tanti altri carnevali e così in generale per tutte quelle che sono rievocazioni storiche e che sono le nostre tradizioni che sono sempre state messe in secondo ordine».
Ma quella legge, per la gioia della senatrice Borgonzoni, c’è già : «se propone una legge per sostenere le rievocazioni storiche, ci tocca dire che è un’idea talmente positiva che quella legge è stata presentata dal Pd e approvata nel 2017» hanno subito detto Marcella Zappaterra, candidata consigliera per il Pd e Paolo Calvano, segretario regionale del partito. Non sembra quindi che le tradizioni, le rievocazioni storiche o i carnevali siano stati messi “in secondo ordine”.
Chissà se è questa l’aria di cambiamento che sente la candidata della Lega durante i suoi incontri con imprenditori e artigiani. Anche perchè il suo sfidante, Stefano Bonaccini, ci ha tenuto a ricordare che non solo la legge sulle rievocazioni storiche c’è già ma che anche un’altra proposta avanzata dalla Borgonzoni, quella di istituire un assessorato regionale al Turismo, è già stata realizzata.
In Emilia-Romagna l’assessore al Turismo infatti esiste già , attualmente è Andrea Corsini, del Partito Democratico. Ed è proprio anche grazie a quell’assessorato, scrive Bonaccini, che la Regione «ha sostenuto l’aumento esponenziale dell’afflusso turistico in Emilia-Romagna, passato da 45 a 60 milioni di presenze».
(da “NextQuotidiano”)
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