Gennaio 1st, 2020 Riccardo Fucile
PERSONAGGI CHE CANTANO “ANNA FRANK SEI FINITA NEL FORNO” E PICCHIANO SENZA MOTIVO ANCHE UN RAGAZZO INTERVENUTO IN DIFESA DI SCOTTO E DELLA MOGLIE, MERITANO SOLO LA GALERA E CAMPI DI RIEDUCAZIONE
Arturo Scotto ha raccontato sulla sua pagina facebook i dettagli dell’aggressione che ha subito la notte di Capodanno a Venezia. Una denuncia è stata presentata stamani ai Carabinieri.
A raccontare la vicenda, sulla propria pagina Facebook, è stata anche la moglie del politico, Elsa Bertholet: “Un gruppo dietro di me — scrive — canta ‘Anna Frank sei finita nel forno’, mi giro: ‘Ragazzi basta!’, si mettono a urlare: ‘Duce, duce’ con mano alzata, si gira mio marito che prima non le aveva sentito cantare … e boum si prende botte in faccia da vari lati, poi si mette di mezzo un ragazzo per aiutarci e picchiano pure lui, visibilmente abituati al fatto, poi fuggono come dei vigliacchi”.
Accertamenti sono in corso, secondo quanto ha appreso l’ANSA, da parte della Polizia locale e delle forze dell’ordine che ieri sera presidiavano la piazza. ”
“Un gruppetto di ragazzi — circa 8 — urlavano “duce tu scendi dalle stelle” e “Anna Frank l’abbiamo messa nel forno” immediatamente dietro di me, attorno alla mezzanotte. Mi sono girato verso di loro e ho detto di smetterla, ero spaventato per mia moglie e mio figlio quattordicenne. Hanno rincarato la dose urlando “duce duce”. Ho ripetuto che era inaccettabile che in un giorno di festa dicessero quelle castronerie. Sono passati dalle parole ai fatti. Uno, due, tre cazzotti in faccia. Sangue dal naso — racconta Scotto — ma per fortuna nessuna frattura. Un ragazzo di venti anni è intervenuto per sedare la rissa: pestato di brutto. Non so come si chiama, ma lo ringrazio per il coraggio e il disinteresse. Gli aggressori si sono coperti il volto e poi si sono dileguati. Come dei vigliacchi. Stamattina mi sono tolto un peso e ho sporto denuncia all’Arma dei Carabinieri”, spiega.
E ancora: Le forze dell’ordine e la magistratura si stanno adoperando per identificarli: piazza San Marco è una dei luoghi più controllati del mondo. Li ringrazio davvero per il lavoro straordinario di queste ore. Bisogna smetterla di pensare che sono ragazzate. Sono piccoli squadristi che si fanno forza nella logica del branco. Una cosa di cui preoccuparsi seriamente. Voglio ringraziare i tanti e le tante che mi hanno chiamato per la solidarietà e per condannare questi fatti. Siamo di più di quelli che vogliono portare l’Italia indietro. E soprattutto Venezia che sta faticosamente rialzandosi in piedi dopo i fatti drammatici di più di un mese fa. Una città magnifica e accogliente. Che non sarà mai sporcata da quattro imbecilli che agiscono impuniti e nell’anonimato”.
Nella piazza sono presenti molte telecamere, ricorda ancora Scotto nella denuncia, mentre segnala che uno degli aggressori aveva capelli neri e tatuaggi sul collo, mentre un altro portava il pizzetto e una ragazza aveva capelli biondo lisci.
(da agenzie)
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Gennaio 1st, 2020 Riccardo Fucile
COSTITUITA DAI FONDATORI BOLOGNESI L’ASSOCIAZIONE “6000 SARDINE E.T.S.” PER LA GESTIONE DELLA MANIFESTAZIONE DI BOLOGNA DEL 19 GENNAIO… RACCOLTI QUASI 63.000 EURO
Si annuncia un “gennaio caldo” per il Movimento delle Sardine, nato il 14 novembre scorso con un flash mob da 12mila persone a Bologna contro Matteo Salvini.
Un vero e proprio ‘gong’ che ha scosso, nelle ultime settimane, i tavoli della politica. Una mobilitazione collettiva culminata, il 14 dicembre, con la grande manifestazione nazionale di Piazza San Giovanni a Roma. Nessun vessillo di partito nelle manifestazioni delle sardine ma diversi gli endorsement: dal Vaticano, al premier Conte fino ai big Pd e M5S.
Al momento, tuttavia, nessun abboccamento per un movimento che, ad ora, è rimasto fedele alla sua breve storia: no alla trasformazione in un partito e nessuna sostituzione alle lotte delle associazioni dal basso.
L’obiettivo, insomma, è rappresentare un corpo intermedio tra la politica e il mondo civico attivo. Dunque, la sfida per il futuro non sarà nel messaggio (già ben recepito dalla platea di sardine) ma nella capacità di darsi una nuova struttura per evitare corto-circuiti, uniformare la ‘voce’ sul territorio e gestire, anche a livello logistico, i grandi eventi.
Partito senza cassa ed autofinanziato ora il movimento ha un “nuovo vestito”. E’ stata costituita dai fondatori bolognesi, infatti, l’associazione “6000 sardine E.T.S.” come ‘contenitore’ dei soldi ottenuti con la raccolta fondi lanciata sulla piattaforma Ginger. Un crowdfunding da record: oltre 62.000 euro donati da 2670 sostenitori in una settimana, per organizzare il bis a Bolog del 19 gennaio (a soli 7 giorni dalle elezioni) con un palco in grande stile (in piazza VIII Agosto) e la presenza di artisti e cantanti. Altre iniziative ad hoc sono previste in Calabria, l’altra regione che andrà alle urne il 26 gennaio.
Nel 2020, quindi, si prevede, vento forte sulle spalle di Mattia Santori 32 anni ricercatore; Roberto Morotti, 31 anni, ingegnere; Giulia Trappoloni, 30 anni, fisioterapista e Andrea Garreffa, 30 anni, guida turistica.
Tra sirene della politica e ‘pressing’ delle piazze, i quattro amici dovranno misurarsi con la responsabilità di gestire un vero e proprio ‘tesoro’: non solo il ‘popolo’ ittico , sempre pronto fino ad ora a rispondere alle ‘chiamate’, ma anche appunto i soldi (arrivati von la raccolta fondi collettiva) per le iniziative di gennaio quando entrerà a regime l’offensiva anti sovranista fino alle regionali.
Intanto, i numeri delle sardine non lasciano certo indifferenti. Il vero interrogativo è se avranno effetti concreti nelle urne. Oltre 100 piazze riempite in soli 30 giorni in tutta Italia, da Palermo a Bolzano; in Europa (Amsterdam, Berlino, Londra, Helsinki) e Oltreoceano (San Francisco, New York).
Per quanto riguarda i contenuti, le sardine hanno messo nero su bianco alcuni punti: “trasparenza nell’uso che la politica fa dei social network”; “la violenza, in ogni sua forma, venga esclusa dai toni e dai contenuti della politica”; “abrogare i decreti sicurezza attualmente vigenti”; “chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a fare politica invece che fare campagna elettorale permanente”.
(da agenzie)
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Gennaio 1st, 2020 Riccardo Fucile
LA SANZIONE MOTIVATA ANCHE CON IL NO ALLA MANOVRA… ORA CONTINUERA’ LO SHOW CON RICORSI MULTIPLI
Il Collegio dei Probiviri, composto da Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone, a quanto si apprende, ha disposto l’espulsione dal MoVimento 5 Stelle di Gianluigi Paragone.
L’espulsione è già stata comunicata all’interessato e, tra le altre cose, viene motivata anche con il voto espresso in difformità dal gruppo parlamentare sulla legge di bilancio.
L’espulsione di Paragone era ampiamente attesa, visti i continui dissidi fra il senatore e il gruppo dirigente. Tuttavia questo è anche un avvertimento per gli altri dissidenti: i vertici sono passati al contrattacco eseguendo alla lettera quello che prevede il regolamento interno anche nei confronti di uno dei suoi esponenti più noti in Parlamento.
Paragone era già convinto di essere espulso: “Ma poi metterò in evidenza che il collegio dei probiviri è composto da persone che sono incompatibili, come la ministra Dadone che non può essere ministro e probiviro insieme, poi mi appellerò all’espulsione e se tutto questo poi non dovesse bastare – aggiunge -, allora resterà sempre la giustizia ordinaria.
(da agenzie)
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Gennaio 1st, 2020 Riccardo Fucile
LE GRADUATORIE CONFERMANO CHE LA POLEMICA SOVRANISTA E’ INFONDATA
Lucia Azzolina nella graduatoria finale del suo concorso ha preso esattamente 158.5 punti. Nell’esame orale 75 su 100. Questo risulta dagli atti.
Dice la verità l’ex commissario d’esame secondo cui il neo ministro dell’Istruzione non meritava l’abilitazione nel concorso a preside? E, se la risposta è sì, come mai la Azzolina è entrata in quella parte della graduatoria dove si sono classificati tutti coloro che hanno superato il concorso, anche se — come ha scritto l’ex membro della commissione a Repubblica — “ha preso zero in informatica?”.
È legittima la nomina della parlamentare del M5s? Per rispondere a questa domanda TPI ha fatto un’operazione molto semplice. Ha visionato gli elenchi della graduatoria del concorso da dirigente scolastico (più comunemente noto come “preside”) che sono pubblici e consultabili.
Qui la graduatoria finale, con Lucia Azzolina arrivata in posizione 2.542:
Lucia Azzolina, professoressa di ruolo, aveva iniziato a studiare per questa prova quando non era ancora stata eletta. E ha sostenuto l’esame orale (questo per effetto evidente dei tempi dilatati della macchina burocratica) quando era già deputata
Il concorso precedente si era svolto nel 2011, e quando L’Espresso si chiese — al momento in cui si celebravano le prove — se fosse opportuna questa partecipazione, la parlamentare pentastellata rispose che riteneva perfettamente legittima la sua partecipazione, non solo sul piano formale, ma anche su quello deontologico: “Siccome per fortuna e per scelta non farò la politica a vita, perchè dovrei rinunciare ad un appuntamento professionale per cui mi sto preparando da anni?”.
Se la Azzolina avesse perso quel treno, infatti, e il concorso si fosse ripetuto con la stessa cadenza, il prossimo appuntamento si sarebbe potuto celebrare nel 2030, quando la deputata sarebbe stata già fuori dalla politica per la regola interna dei due mandati massimi che il M5s si è dato.
La futura ministra, tuttavia, si è iscritta al concorso nell’estate del 2017 quando era una semplice professoressa di ruolo. Quando ha ultimato le prove non era ancora diventata sottosegretario alla pubblica istruzione (lo è dalla nascita del governo giallorosso, ha giurato il 19 settembre de 2019: in quello gialloverde non aveva incarichi).
Per accedere all’orale, ovviamente, bisognava superare una prova scritta. Dopo la prova scritta si passava alle interrogazioni della commissione: in entrambi i casi le valutazioni venivano espresse in centesimi.
Il massimo voto possibile, in entrambe le prove era 100/100. Ma — dal momento che il concorso da dirigente scolastico costringe i candidati a prepararsi sullo scibile umano — per le diverse materie esistono quantità di punteggio limitate che si possono raggiungere.
Questo, ovviamente, per evitare che i risultati non siano congrui: non servirebbe a nulla un dirigente espertissimo nella conoscenza di Acrobat (che non userà mai) ma lacunoso in cultura generale e in capacità gestionali.
Proprio per questo motivo, il famoso orale di informatica (una sola domanda) poteva contare “solo” da zero a sei nella valutazione globale. Quello in inglese da zero a dodici punti.
La parte del leone in questo concorso (comprensibilmente) lo fa la quota di voto sulle diverse “discipline” che erano considerate necessarie a svolgere l’incarico.
Secondo il concorso un dirigente scolastico modello oggi deve conoscere le svariate materie che dovrà amministrare, deve essere in po’ manager, deve avere una ottima cultura generale per gestire i professori, deve avere nozioni di amministrazione, di diritto scolastico e — ovviamente — deve saper leggere un bilancio: per questo motivo il concorso cerca di sondare tutte queste capacità insieme attribuendo pesi e misure diverse e componendo il voto finale nella somma di scritto e orale
Ed ecco come è andato il concorso di Lucia Azzolina secondo le graduatorie che TPI pubblica oggi per la prima volta. La futura ministra ha avuto effettivamente 0/6 in informatica (era una sola domanda — sorteggiata — su una formula di Excel che non ha detto di non conoscere).
Ha preso 5/12 nella parte in cui si verificava la sua conoscenza dell’inglese. Ma ha fatto la sua performance migliore proprio nelle cosiddette “discipline” (che pesavano di più in termini relativi sul voto finale) dove aveva raccolto 70/82 (si può verificare nella tabella). Ecco perchè il suo voto totale è stato 75/100 (ovvero: 70+5+0).
Ma la deputata del M5s aveva ottenuto un voto molto buono nella prova scritta (ovviamente anonima) toccando il punteggio di 80.5 (e 3 punti le arrivavano per titoli: una laurea in più — la prima ovviamente non si conta, perchè era un pre-requisito — e la specializzazione).
Questo risultato, sommato a quello dell’orale l’ha portata ad una somma totale di 158.5 punti e le ha consentito di collocarsi nei primi 2500 posti (era, per l’esattezza, al 2542esimo posto) su un totale di 2900 posti disponibili (che con gli abilitati senza ruolo arrivavano ad un totale di 3420) e di essere abilitata per l’incarico, in un concorso a cui avevano partecipato 35mila persone.
Ma una domanda va fatta anche sul commissario d’esame: come può contestare uno dei membri il voto di una commissione di cui lui stesso fa parte (se non era d’accordo poteva dimettersi, o scrivere quella lettera dopo il concorso)?
E come può contestarlo se, come abbiamo visto, la Azzolina ha superato il concorso anche tenendo conto di quello zero informatica?
Il suo risultato finale, infatti, teneva conto di quello zero: ma se per assurdo avesse risposto alla domanda in maniera straordinaria, e incamerato tutti e sei i punti a disposizione, si sarebbe collocata più o meno al 2400 posto (risalendo in classifica più o meno di 100 posti).
Sarebbe stata “dentro” in entrambi i casi, a prescindere dall’ormai famosa domanda su Excel. Come tanti che hanno avuto zero in informatica. Quasi un candidato su dieci dei 35mila che si erano iscritti al concorso è entrato nella rosa dei 3420 abilitati, come si può riscontrare dalle graduatorie che TPI pubblica in integrale.
(da TPI)
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Gennaio 1st, 2020 Riccardo Fucile
PRESTO IL BATTESIMO DELLA NUOVA CREATURA ECOLOGISTA CON UNA DECINA DI DEPUTATI… MENTRE NEL M5S ALTRI SI STANNO MUOVENDO CONTRO DI MAIO E CASALEGGIO
L’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha lasciato il gruppo del M5s alla Camera passando al Misto. E si appresta a lanciare il suo. Si dovrebbe chiamare ‘Eco’ (le iniziali della parola ecologia, ma anche di economia) la nuova creatura che farà riferimento proprio all’ex ministro dell’Istruzione.
Lo sguardo è rivolto all’Europa: nei giorni scorsi Fioramonti ha avuto un colloquio con il leader dei Verdi europei.
Ed è rivolto anche a sinistra, perchè secondo quanto riferiscono fonti ben informate Fioramonti nei giorni scorsi ha avuto colloqui anche con diversi esponenti del mondo del centrosinistra. Alcuni pure del Pd (secondo le stesse fonti con il vice segretario Orlando, il ministro Boccia e il capogruppo Delrio), altri di Leu, come la Muroni.
Gli esponenti dem sarebbero stati semplicemente informati dell’operazione (non ci sarebbe stata invece alcuna interlocuzione tra Fioramonti e i ministri M5s) che potrebbe andar bene in prospettiva anche al Pd.
L’obiettivo sarebbe infatti quello di spostare gli equilibri del M5s verso sinistra, spingendolo ad abbandonare i temi sovranisti
E magari far sì che quando si andrà a votare una parte dei consensi dal Movimento possano spostarsi appunto verso il centrosinistra.
Tuttavia l’imperativo è quello di evitare fibrillazioni in questa legislatura, far sì che si faccia di tutto affinchè non ci sia il voto anticipato. Si tratta di una operazione che dovrebbe partire già nei prossimi giorni, con la consegna ad inizio anno di una decina di lettera di deputati pronti ad andare nel Gruppo misto. Tra questi i pentastellati Rospi e Angiola, che già ieri si sono schierati con Fioramonti.
Altri pentastellati potrebbero arrivare nei giorni successivi, possibile anche dopo le elezioni in Emilia e Calabria.
Nel frattempo Fioramonti dovrebbe lanciare ‘Eco’ con una serie di iniziative e di convegni, magari anche grazie all’endorsment di una parte del mondo accademico e di altri parlamentari che guardano con interesse alla nascita di una ‘cosa Verde’.
C’è un dialogo in corso con Fassina, mentre Civati, Montanari, Ragosta il 12 gennaio a Roma lanceranno il partito Ecologista (Montanari e Civati potrebbero essere i portavoce) mettendo insieme tutti quelli che non si riconoscono nella federazione dei Verdi.
‘Eco’ viaggerà lungo una corsia autonoma, ma non è detto che poi alla fine le varie esperienze possano convogliare in un unico soggetto e far parte di una lista del premier (oggi è arrivato l’ok di Bettini), qualora se ne presentasse l’occasione.
Intanto mentre alla Camera i circa dieci deputati in uscita sceglieranno la strada del Misto, al Senato questo 2020 potrebbe aprirsi con altre spine per il Movimento 5 stelle. La battaglia però in questo caso è tutta interna: un gruppo di senatori sta preparando un documento, una sorta di mozione per chiedere il cambiamento dello Statuto. E far sì che le decisioni politiche vengano prese all’interno dell’assemblea.
Un tentativo del genere era stato portato avanti qualche settimana fa, ma la discussione verrà riaperta a palazzo Madama alla ripresa dei lavori parlamentari.
Una discussione che comprende pure il tema delle rendicontazione. “Quote accantonate in attesa di chiarimenti”, ha chiarito oggi la deputata Aprile riferendosi alla restituzione mensile delle somme destinate al Movimento.
Sono in tanti a non effettuare più il versamento mensile e all’inizio dell’anno prossimo il direttivo pentastellato potrebbe decidere per la mano dura.
Nel mirino di molti esponenti M5s c’è pure Casaleggio. “La piattaforma – il ragionamento di diversi pentastellati – deve rispondere al Movimento non alla Casaleggio Associati. E per i versamenti deve esserci la massima trasparenza”.
(da “La Repubblica”)
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Gennaio 1st, 2020 Riccardo Fucile
NELLA NOTTE DI CAPODANNO PRESIDIO DI SOLIDARIETA’ DAVANTI AL CARCERE
«Sto bene e sono contenta della scelta che ho fatto perchè è il risultato di una causa giusta e bella, la lotta NoTav che è anche la lotta per un modello di società diverso e nasce dalla consapevolezza che quello presente non è l’unico dei mondi possibili».
Lo scrive dal carcere Nicoletta Dosio, la “pasionaria” No Tav, 73 anni, arrestata il 30 dicembre e che ora si trova nel carcere Lorusso e Cutugno a Torino.
Ha rassicurato gli attivisti e quanti le stanno esprimendo solidarietà in queste ore: nella notte, infatti, un gruppo di militanti si è radunato davanti al carcere, dopo che ieri pomeriggio si è tenuto un presidio davanti alla caserma dei carabinieri di Susa e oggi alle 13 ci sarà la fiaccolata in piazza Cavour a Bussoleno.
«Sento la solidarietà collettiva e provo di persona cosa sia una famiglia di lotta. L’appoggio e l’affetto che mi avete dimostrato quando sono stata arrestata, e le manifestazioni la cui eco mi è arrivata da lontano, confermano che la scelta è giusta e che potrò portarla fino in fondo con gioia. Parlo di voi alle altre detenute e ripeto che la solidarietà data a me è per tutte le donne e gli uomini che queste mura insensate rinchiudono». E tra questi cita anche Giorgio, Mattia e Luca, tre «cari compagni» della lotta No Tav.
(da agenzie)
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Gennaio 1st, 2020 Riccardo Fucile
OSPITERA’ 40 PERSONE… MA QUELLI DEL “PRIMA GLI ITALIANI” QUANTI SENZATETTO ITALIANI OSPITANO A CASA LORO?
È la comunità di Sant’Egidio a lanciare un appello forte e chiaro ai cittadini di Roma affinchè, in questi giorni di freddo, nessuno si dimentichi dei più deboli e, dunque, soprattutto dei senzatetto.
Per questo motivo sono state ampliate le strutture che normalmente offrono un tetto a chi vive per strada: dal Palazzo Migliori, gestito insieme all’Elemosineria Apostolica, alla Villetta della Misericordia all’interno dell’ospedale Gemelli.
Da stasera aprirà anche la chiesa di San Callisto a Trastevere che potrà ospitare 40 persone in più per la notte.
«Ai primi freddi di questo inverno, in soli due giorni, sono morti due senza fissa dimora, prima a Verona, poi a Roma. L’ultimo, Damiano, è stato ritrovato senza vita nel parcheggio di un supermercato nel quartiere di Tor Bella Monaca — ricorda la Comunità di Sant’Egidio — Di fronte a queste morti non si può far finta di niente. Perchè si può morire di freddo, ma anche di solitudine e di indifferenza».
E infine: «L’inverno non è una calamità improvvisa e innaturale, ma ampiamente prevista, anche se può arrivare in ritardo, com’è accaduto quest’anno. Per questo un appello urgente è rivolto anche alle istituzioni: tutti i Comuni italiani, nessuno escluso, devono avviare o potenziare con urgenza il loro piano freddo, prima che le prossime ondate di gelo provochino nuove vittime».
(da agenzie)
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