Gennaio 26th, 2020 Riccardo Fucile
L’ANALISI DI PREGLIASCO DI YOUTREND PER “LA STAMPA” SEGNALA UN TREND
Nel testa a testa tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni per la conquista del governo dell’Emilia Romagna, l’affluenza registrata a giro di boa delle 19 conferma una partecipazione molto elevata, in una misura che sorprende gli stessi analisti, nonostante il trend di crescita stia rallentando.
Alle regionali del 2014 il dato era del 30,89%, oggi si attesta al 58,82%, quasi il doppio. Con una corsa che si concluderà al fotofinish nessuno si sbilancia, ma per Lorenzo Pregliasco, direttore e confondatore di YouTrend, il risultato delle 19 consente una valutazione in più rispetto alle 12, quando il quadro appariva più omogeneo.
«Appare una correlazione più netta tra la variazione di affluenza rispetto alle europee e il risultato negativo per la coalizione di centrodestra e positivo per il centrosinistra. In parole povere, stanno andando a votare di più i Comuni in cui il centrosinistra è andato meglio alle europee. E’ lì che l’affluenza è cresciuta».
Questa la partecipazione alle 19: Bologna 60,82% (europee 51,86%); Reggio Emilia 58,2% (era stato nel 2019 il 55,95%); Forlì 59,64% rispetto al 58,91%.
A Ravenna la differenza è di quasi dieci punti percentuali: dal 50,57% di un anno fa al 59,09% di oggi. In controtendenza Ferrara: 59,24% rispetto al 62,90%.
Crescono invece i votanti a Modena, con il 61,3% rispetto al 57,23%. Stabile il risultato di Cesena: 60,36% (era 60,46%).
In significativa crescita le presenze a Rimini: 55% rispetto al 46,75%; e a Parma: 55,4% rispetto al 47,53.
Alle europee dell’anno scorso in Emilia Romagna l’affluenza alle 19 fu del 55,2% mentre alle politiche 2018 aveva votato il 66,0% degli aventi diritto. Il risultato finale del voto del 26 gennaio con ogni probabilità supererà anche il dato di due anni fa, attestandosi secondo i sondaggisti attorno al 70%.
(da “La Stampa”)
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Gennaio 26th, 2020 Riccardo Fucile
“QUANDO IL CAVALLO CAMBIERA’ E PASSERANNO A TIFARE PER LA MELONI, SALVINI SARA’ DIMENTICATO”
Non si è capito «quanto in competizioni di questo tipo il Bonaccini di turno sia l’outsider. Ce ne siamo accorti stando dentro l’arena, e non fuori a guardare» ha detto Mattia Santori, leader delle Sardine, in un’intervista al Fatto Quotidiano.
«Noi non siamo in contrapposizione con altre forze politiche, siamo persone. Fuori da ogni schema politico: è per questo che arriviamo meglio. Le Sardine sono nate quando la candidata del centrodestra Lucia Borgonzoni era già avanti di 6 punti nei sondaggi. Bonaccini è già un miracolo che se la giochi testa a testa» ha spiegato.
Come in Umbria, anche in Emilia-Romagna «c’è stato uno scollamento tra il reale e il virtuale veicolato da social e media. Non abbiamo perso una piazza contro Salvini, eppure era sempre davanti a noi sui media».
Le Sardine non hanno fatto appello al voto disgiunto, «perchè non è il nostro ruolo. Abbiamo detto due mesi fa: “Svegliatevi” E poi non abbiamo mai mollato. Ma ora sta alla responsabilità di ciascuno» aggiunge Santori che si dice molto «stanco, ma contento».
E la Lega? Per Santori «una forza politica che vive sul e del web dura finchè il sovranismo internazionale decide di foraggiarla. Quando il cavallo cambierà , e passeranno a tifare per la Meloni, Salvini verrà dimenticato».
(da Open)
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Gennaio 26th, 2020 Riccardo Fucile
I CASI DI VITTORIA, PALAZZOLO E CATANIA
Repubblica Palermo racconta oggi una storia che riguarda l’ex vicesindaco di Vittoria, Andrea La Rosa, che ha visto il suo comune sciolto per mafia su proposta dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini e che nel frattempo si sarebbe, secondo il giornale, avvicinato alla Lega:
Ieri su Facebook l’ex vicesindaco di Vittoria, Andrea La Rosa, che ha dovuto lasciare l’incarico perchè il Comune è stato sciolto per mafia su proposta dell’allora ministro degli Interni Matteo Salvini, postava una foto con il nuovo deus ex machina del partito in Sicilia Nino Minardo.
Nei giorni scorsi scriveva che con Minardo aveva fatto «una bella chiacchierata su Ragusa, Sicilia e rafforzamento dell’organizzazione della Lega in provincia».
Nei giorni scorsi fra le file salviniane era passato invece il sindaco di Palazzolo Acreide Salvatore Gallo, balzato agli onori della cronaca nei mesi scorsi per avere polemizzato con Philippe Daverio per la scelta di Bobbio come “Borgo dei Borghi”.
Gallo, però, non si era fatto notare solo per questa curiosità : nell’estate del 2018, nel pieno della polemica sulla Diciotti, si era fatto promotore dell’accoglienza dei migranti con lo Sprar «Obioma Iblei-accoglienza diffusa della Valle degli Iblei» e postava foto con una famiglia di immigrati, dando così un segnale di moderazione all’elettorato che l’aveva appena scelto. Adesso anche lui è stato folgorato sulla via di Salvini.
Non è l’unico, racconta ancora Repubblica Palermo:
Una “conversione” improvvisa come quelle di Davide Marraffino e Diego Strano, consiglieri di circoscrizione a Catania passati dal Movimento 5 stelle alla Lega: i due consiglieri fanno riferimento all’area del consigliere Giovanni Grasso e della deputata regionale Angela Foti, che guida la fronda interna al gruppo all’Ars e che cavalcandola è stata eletta vicepresidente di Sala d’Ercole.
(da “La Repubblica”)
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Gennaio 26th, 2020 Riccardo Fucile
SUPERATA LA PARTECIPAZIONE DELLE POLITICHE: ALLE ORE 12 HA VOTATO IL 23,44% PIU’ DEL DOPPIO DEL 2014… PROSSIMA RILEVAZIONE ALLE 19, SI VOTA FINO ALLE 23
Flusso costante dalle sette del mattino e file ai seggi. Stavolta l’Emilia Romagna si mobilita. Alle 12 l’asticella dell’affluenza nei 328 seggi della regione si ferma a 23,44% (Ancor più alta a Bologna e provincia, a 24,97%, il dato più alto fra le province nella roccaforte rossa).
Più che doppiata la partecipazione del 2014, che alle 12 segnava solo il 10, 75%. Ma la partecipazione di questa combattutissima campagna elettorale supera anche la partecipazione alle politiche, quando alle 12 in regione aveva votato il 22,7%, e le Europee, quando era arrivata al 23%.
Un trend in crescita che fa dimenticare il crollo della partecipazione di cinque anni fa, quando la partecipazione arrivò alle 23 solo al 37,7%, e che i sondaggi avevano in parte intercettato nelle scorse settimane, al punto che superava l’80% il numero di coloro che dichiaravano di avere intenzione di recarsi al seggio, più o meno sicuramente.
“È la mobilitazione che volevano le Sardine” sussurra una elettrice incrociando Romano Prodi al seggio Galvani. Il Professore non replica, ma nel Pd ci si interroga in queste ore sul boom della partecipazione. “Alta va bene, ma non deve alzarsi troppo” è la voce che circola in casa dem, perchè se si supera il 70-75% in una elezione regionale allora c’è il rischio che a votare siano andata la destra, che in passato non ha mai avuto chance di vincere la Regione. E che stavolta invece ci crede. Se sia così si vedrà tuttavia solo a scrutinio iniziato. Intanto, Prodi si rallegra per le file che si creano davanti ai seggi: “Questo è un segno di democrazia. È da un bel po’ che non facevo la fila per votare, fa sempre piacere”.
Intanto il flusso si è mantenuto costante. In alcune sezioni, ad esempio al XII Aprile, l’affluenza tocca il 30% già alle 12. Mezz’ora dopo, alle 12,30, nei seggi 37 e 32, si arriva al 33%. Elena e Luca, 26 anni, incrociano le dita: “Questa volta la gente è andata a votare. Speriamo bene”.
Fuori da Vicolo Bolognetti, in pieno centro, c’è chi chiama gli amici: “Hai votato? Stavolta bisogna andare”. Lia, 81 anni, si rallegra di incamminarsi in coda: “Votare è sempre positivo, io poi ho sempre votato a sinistra, stavolta faccio anche la fila”.
Mattia Santori con gli altri tre fondatori bolognesi delle Sardine seguiranno la notte elettorale insieme in una casa fuori Bologna, sull’Appennino, una decina al massimo di loro. Ieri Mattia Santori aveva detto: Non esulteremo se si vincerà , non ci stracceremo i capelli se si perderà . Sanno tutti per chi tifiamo e come vorremmo andasse a finire, perchè amiamo la nostra terra e speriamo che i nostri concittadini sappiano valutare le notizie vere da quelle false, un modo di fare politica rispetto a un altro. Il nostro lo abbiamo fatto”.
(da agenzie)
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Gennaio 26th, 2020 Riccardo Fucile
DECINE DI BOLOGNESI DENUNCIANO L’AMICIZIA NON DESIDERATA, INTERVIENE LA POLIZIA POSTALE
Repubblica Bologna racconta oggi una curiosissima storia che riguarda Facebook e Matteo Salvini. Eleonora Cappelli e Valerio Varesi dicono che una donna si è ritrovata a sua insaputa come fan del Capitano:
“Ci sono anche decine di segnalazioni di bolognesi che si sono ritrovati improvvisamente “arruolati” tra i sostenitori di Matteo Salvini, almeno su Facebook. La signora Carla è arrivata a presentare denuncia alla polizia postale qualche giorno fa. La sua storia, insieme a quella di altri, è stata sollevata anche dalla rivista on-line Carmilla.
«I miei amici di Facebook a un certo punto hanno cominciato a vedere la segnalazione: “A Carla piace Matteo Salvini” – spiega l’interessata – ma io non ho mai messo nessun segno di approvazione a Matteo Salvini. Alla fine mi hanno telefonato per avvisarmi persone che mi conoscono e che sanno perfettamente che non poteva essere vero».
La stessa dinamica ha riguardato decine di persone, che l’hanno segnalata in diverse sedi: al sindacato, nelle sedi dei partiti, ai giornali. Adesso dovrà occuparsene la polizia postale, ma c’è un meccanismo di Facebook che riguarda le pubblicità commerciali. Anche solo se un utente condivide o commenta un contenuto sponsorizzato, cioè pubblicato a pagamento, i suoi amici lo vengono a sapere. E lo vengono a sapere con la formula “al tuo amico piace”.
È evidente che applicato alla politica un simile sistema ha un effetto distorsivo: anche chi condivide un video, magari per criticarlo, viene “arruolato” tra coloro a cui piace. Tradotto in italiano, quel “mi piace” ha il significato di un sostegno politico che, oltre ad essere un dato sensibile, è comunque tutt’altro che automatico.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 26th, 2020 Riccardo Fucile
LO FANNO “PER ISOLARCI E IMPEDIRE DI COMUNICARE TRA NOI LEGHISTI”… ANDATE DA UNO PSICHIATRA, MA DI QUELLI BRAVI
Ieri sui social network ha cominciato a circolare una chiacchiera complottista che voleva Facebook impegnato a fermare le notifiche dei profili per “isolarci e impedire di comunicare tra di noi leghisti”.
Il tutto, secondo una serie di profili particolarmente illuminati, serviva ai “brogli elettorali in Emilia”:
In realtà il problema non riguardava solo gli italiani che votano Lega, ma un po’ tutti in tutto il mondo e derivava da una serie di malfunzionamenti di Facebook e di Instagram che erano segnalati ovunque
Tra parentesi, il problema riguardava soltanto l’app visto che da PC le notifiche funzionavano normalmente.
Un po’ di psicosi collettiva in attesa del voto in Emilia-Romagna e Calabria, evidentemente.
Ma sempre meglio di quel tizio che ieri “denunciava” che Facebook lo avesse censurato perchè gli impediva di commentare: dagli screenshot che ha postato si evinceva che aveva spammato per ore messaggi elettorali nei gruppi in cui si era appena iscritto e dal commento nei gruppi, appunto, era stato bannato.
Casi da psichiatria.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 26th, 2020 Riccardo Fucile
“MI HA CHIAMATO IL PROPRIETARIO PER DIRMI CHE HA RICEVUTO MINACCE: NON POSSO FARVI PRANZARE”… LA SMENTITA CHE LO SPUUTANA: “NON E’ VERO, SIAMO CHIUSI PER UN GUASTO, UNA FUGA DI GAS”
Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera parla oggi delle elezioni in Emilia-Romagna e racconta un simpatico aneddoto che riguarda il modo di far campagna elettorale di Matteo Salvini:
Salvini, alla ricerca del riscatto dopo la caduta estiva, sta esagerando. Dopo la sceneggiata del citofono, al Pilastro c’è stata una fiaccolata con 500 persone, guidate dal sindaco di Bologna Merola che è cresciuto qui e torna talora a trovare l’anziana madre: «Non è vero che siamo un ghetto!».
Ieri il capo della Lega ha annullato il suo pranzo bolognese da 150 invitati presso Il Pirata del Porto, sostenendo che il ristoratore aveva ricevuto minacce: “Gli ultimi squadristi rimasti sono quelli di sinistra che non danno diritto di parola… Pensate che ieri avevamo prenotato il ristorante a Bologna, un pranzo per 150 persone. Ha chiamato il padrone per dirci: ragazzi noi siamo pronti ma il pranzo non ve lo posso fare perchè da stamattina mi chiamano per minacciarmi se vi faccio pranzare”, aveva detto Salvini durante un comizio ad Alteredo.
Ma il suddetto pirata ha smentito, «siamo chiusi per guasto, una fuga di gas».
Salvini si era inventato tutto.
Ecco, l’unica speranza per il Pd è che, a forza di chiamare un referendum su di sè, Salvini finisca per mobilitare gli elettori di sinistra disillusi, distratti, in passato tentati dai 5 Stelle, che potrebbero tornare alle urne per fermare l’invasore milanese.
(da “NextQuotidiano”)
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