Settembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
IL PADRE CHE HA ADOTTATO OTTO RAGAZZINI ETIOPI: “SE DAI AMORE LO RICEVI, SE OFFRI RISPETTO, RISPETTO TI RITORNERA'”
Antibo l’ha chiamato e gli ha detto: “Sono contento che mi hai tolto di mezzo”. In meno di un anno Yeman Crippa ha strappato a Totò di Altofonte i suoi due primati italiani leggendari: 10 mila e 5 mila.
Se li è presi entrambi dopo trent’anni: quello dei 10 mila ai Mondiali di Doha dello scorso anno (27’10″76), quello dei 5 mila poche ore fa a Ostrava (13’02″26). Antibo ha aggiunto: “Non credo che ti fermerai qui”.
Yeman è un esempio. Non scalpita mai, è ambizioso eppure sorride sempre. Suo padre Roberto, milanese di 53 anni, ci raccontava che Yeman è come i suoi fratelli: “Se dai amore lo ricevi, se offri rispetto rispetto ti tornerà “. E tornando all’atletica: “Più metti e più trovi, Yeman non farà mai una gara anonima”.
Lo ha confermato a Ostrava. Roberto, quei ragazzini etiopi, li ha adottati tutti e otto. “Ho una squadra di calcetto in casa, panchina compresa, ma non è stato facile”. Non esistono adozioni facili. Però quasi tutte le adozioni sono emozionanti, hanno dolcezza sufficiente per nascondere il brutto che le genera, come in quei romanzi di Dickens pieni di orfani, vagabondi, adottati, zie immaginarie e padri in fuga: “Io e mia moglie avevamo deciso di adottare tre bambini etiopi, credevamo fossero soli ma non era vero: avevano altri tre fratelli più grandi e ce ne siamo accorti solo contattando i nonni”. Le autorità li tenevano separati nella speranza di agevolarne l’adozione: “Più la famiglia è ampia, più la gioia sale”.
Atletica come coraggio, responsabilità nella vita e fiducia in se stessi. Roberto è stato l’esempio.
I Crippa si trasferirono a Trento. Arrivarono anche i due cugini, orfani come gli altri e come gli altri figli abbandonati e semplicemente sfortunati di quella terra lontana, una terra arida, sospesa tra il magico e l’inospitale, a 300 chilometri da Addis Abeba: “Ci son voluti sette anni per completare le pratiche delle otto adozioni, dal 2002 al 2008”, ricorda Roberto.
Pare un tempo infinito, “ma in realtà fu un percorso abbreviato dal fatto che fossero in età pre-scolare”. Tutti i giorni o quasi un compleanno a casa Crippa, a Montagne in Trentino: “E proprio come volevamo io e mia moglie, adesso vivono per conto loro, sono forti, indipendenti, persone vere, intatte”. Chi a Trento o nei dintorni come Mekdes, Mulu, Gadissa, Kelemu. Chi a Milano come Asna, chi a Trieste come Neka, chi è tornato in Etiopia come Elsabet, chi lavora nei luoghi d’origine per restituire un po’ del bene non del tutto ricevuto.
Antibo è stato chiaro: Yeman può scendere presto sotto i 12′ nei 5 mila, che vuol dire toccare con mano l’eccellenza della disciplina. A Ostrava il 23enne delle Fiamme Oro non ha sbagliato nulla: “Sapevo che avrebbero fatto subito un ritmo indiavolato per tentare il primato del mondo (senza riuscirci ma correndo comunque in 12’48″63, ndr). Per me sarebbe stato un mezzo suicidio stargli dietro. Alla fine abbiamo scoperto che avevano comunque fatto un po’ male i conti: quando sono uscite le lepri hanno pure rallentato. Comunque vanno forte sti ragazzi!”. Barega scappa con le tre lepri. Yeman è affiancato da Kiplimo (l’ugandese di Casone Noceto). A vederla, la gara è stata emozionante. Possiamo immaginare a disputarla: “Quando sei lì ci pensi che potresti dare emozione alla gente, ma la verità è che non si pensa ad altro, quando arriva la fatica, oppure quando c’è da lasciarsi un po’ di spazio per ragionare sulla tattica”. Baby Kiplimo, un Millennial di novembre del 2000, avrebbe vinto.
(da “La Repubblica”)
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Settembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
DOPO ESSERE STATA BECCATA ALLA SOP DI POLIGNANO SENZA MASCHERINA, OGGI TRE FOTO CON IL DISPOSITIVO DI SICUREZZA
Tre foto tre. Tutte con la mascherina in bella mostra. Guarda caso poche ore dopo la notizia della visita di Giorgia Meloni il 25 agosto alla Sop di Polignano in cui la leader di Fratelli D’Italia non aveva la mascherina oggi Giorgia pubblica le foto del tour all’azienda Peserico in Veneto.
La Meloni addirittura si fa un selfie lontano da tutto lo staff aziendale, ma neanche quando le sarebbe permesso, visto che si trova all’aperto e a debita distanza da tutti, si toglie il dispositivo per la foto:
E anche i lavoratori della Peserico, sullo sfondo nel selfie hanno tutti la mascherina.
La Meloni deve aver imparato la lezione dopo essere stata beccata da Repubblica Bari tramite le foto alla Sop con uno dei top manager, Giuseppe L’Abbate, “Il post ricalca il motto caro al presidente degli Stati Uniti, Donald Trup: «Make Puglia and Polignano great again». Tradotto: “Facciamo la Puglia e Polignano di nuovo grandi”. Nelle foto ci sono anche il candidato governatore per il centrodestra, Raffaele Fitto, e il deputato e commissario regionale di Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato. Meloni, Fitto, Gemmato. Tutti senza mascherina. Tutti molto vicini l’uno all’altro”.
La leader di FdI non se l’era messa neanche all’interno dello stabilimento. La Sop è un’azienda ortofrutticola, per cui oltre alle norme contro il Coronavirus sarebbe stato opportuno indossarla anche per una questione di igiene, visto che vengono preparati degli alimenti.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
IL POVERETTO LA USAVA PER RIPARARSI PER LA NOTTE…QUESTA E’ LA SOLIDARIETA’ DEI LEGHISTI: ALTRO CHE PRIMA GLI ITALIANI, PRIMA SOLO I RICCHI… PRIMA CHIUDONO I RICOVERI POI SI LAMENTANO PERCHE’ DORMONO PER STRADA
Angela Corengia, come è stato denunciato e documentato con un video dai ragazzi di un’associazione di “Cominciamo da Como”, ha tolto di dosso a un senzatetto la coperta con la quale si stava riparando per la notte, lanciandola lontano dalla chiesa di San Francesco
Tra le deleghe che il sindaco di Como Mario Landriscina le ha assegnato, nominandola nella sua giunta di centrodestra che amministra Como dal 2017, c’è quella alla solidarietà . Ma per Angela Corengia, assessora in quota leghista del comune lariano dal 2018, a quanto pare, la parola solidarietà è solo un fastidioso orpello, lei preferisce nettamente l’incarico al “decoro sociale”.
Decoro sociale che, passa, come è successo e come è stato denunciato e documentato con un video dai ragazzi di un’associazione di “Cominciamo da Como”, per togliere di dosso a un senzatetto la coperta con la quale si stava riparando per la notte, lanciandola lontano dalla chiesa di San Francesco dove il clochard, un immigrato, aveva trovato rifugio.
Scrivono i ragazzi di Cominciamo da Como sulla loro pagina Facebook, in un post pubblicato ieri nell’immediatezza del fatto:
Questa mattina, durante la sanificazione dei portici di San Francesco, l’assessora Corengia si è resa protagonista dell’ennesimo episodio che vede chi dovrebbe lavorare per l’inclusione sociale comportarsi in modo brutale ed insensato con le persone che dimorano in strada.
Non è tollerabile che una persona si comporti in questo modo, tanto meno se questa persona è l’assessora alle politiche sociali: un giorno dà l’elemosina, il giorno dopo strappa le coperte per svegliare chi ha passato la notte sotto un portico, incurante anche del fatto che ormai non ci siano più trenta gradi.
È un comportamento inaccettabile che descrive però in modo perfetto l’atteggiamento di questa giunta verso le persone senza fissa dimora: intollerante e violento. Domani sera alle 19.30 saremo fuori dal consiglio comunale per manifestare tutta la nostra rabbia e il nostro sdegno nei confronti di questa giunta
Angela Gorengia, ragioniera commercialista, è stata anche presidente del Rotary di Como. Alla vigilia del conferimento dell’incarico il sindaco di Como aveva diramato un comunicato stampa in cui si leggeva che la scelta era stata dettata anche da “una conoscenza personale di lunga data tra il Sindaco e il nuovo Assessore”, che “ha consentito e sviluppato nel tempo elementi ritenuti indispensabili per un rapporto fiduciario quali l’apprezzamento e la stima reciproci derivanti da comuni esperienze nell’ambito delle quali è sempre emersa grande correttezza dei comportamenti e particolare concretezza nei risultati“, Quella correttezza dei comportamenti oggi non sembra rientrare nello stile della Gorengia. Alla quale parlare di clochard, a quanto pare, è pari al bestemmiare in chiesa.
A maggio l’assessora-sceriffo aveva avuto uno scontro frontale con alcune associazioni di volontariato sulla chiusura dei dormitori allestiti nel pieno della pandemia. Comozero.it riportava: «L’emergenza Covid nei mesi scorsi ha spinto il Comune ad aprire, in supporto dello storico servizio Emergenza Freddo di via Sirtori, due nuovi dormitori in città per ospitare i senzatetto nel periodo del lockdown. Si tratta delle palestre di Mariani e Negretti. Ora, spiegano da ComoAccoglie tutte le strutture vanno verso la chiusura e 75 persone si troveranno di nuovo in strada.
In un lungo intervento l’associazione chiede un confronto e soluzioni immediate. Ora è prevista per l’8 giugno la chiusura della struttura di via Sirtori e le settantacinque persone ospitate, italiane e provenienti da altri Paesi, si ritroveranno per strada.
Alla fine di giugno si sospenderà anche l’esperienza dei venti ospiti della palestra Negretti. all’amministrazione comunale finora ora non sono state presentate possibili soluzioni». Con ogni probabilità il clochard a cui la Gorengia ha strappato la coperta era per strada proprio a causa delle mancanze dell’assessora.
Lei intanto si difende spiegando che «le immagini andrebbero viste nel contesto dell’intero intervento».
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
CHI SEMINA VENTO RACCOGLIE TEMPESTA, NON SEMPRE SI TROVANO RAZZISTI PLAUDENTI
Matteo Salvini è stato aggredito da una donna, mentre era a Pontassieve, una località a pochi chilometri da Firenze, per la campagna elettorale in vista delle Regionali.
Il leader della Lega è stato avvicinato da una trentenne congolese che, secondo le prime testimonianze, lo avrebbe strattonato.
A Salvini sono state strappate la catenina e la camicia. Immediato l’intervento della polizia che ha fermato la giovane donna che, secondo la Digos, era “in stato di alterazione”. È stata identificata e rischia ora una denuncia.
La donna non aveva preso parte a una contromanifestazione anti Lega che si era tenuta a poca distanza dal luogo del comizio di Salvini, ma ad un certo punto si è avvicinata gridandogli: “Io ti maledico”.
La giovane, che lavora al Comune di Pontassieve con un progetto di servizio civile, stava tornando dall’ufficio. Non ha precedenti di polizia. Resta da esplorare cosa abbia spinto la donna ad agire in questo modo.
(da agenzie)
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Settembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
SALVINI RIESCE A DARE LA COLPA ALLA SINISTRA CHE “VUOLE CHIUDERE LE PALESTRE” PUR DI NON PARLARE DELLA FOGNA RAZZISTA CHE ALIMENTA
Ci è voluta una mattinata prima che Matteo Salvini trovasse il tempo per dire due parole sull’omicidio di Willy Monteiro. Dopo una serie di post di propaganda elettorale, molto dopo che fossero iniziate le polemiche sul suo silenzio.
Per il leader di un partito politico che usa senza permesso i Ringo per convincere i suoi potenziali elettori di credere nella fratellanza universale è abbastanza imbarazzante. Ma se volete vedere quanto Salvini combatta l’intolleranza e l’odio razziale con ogni mezzo allora guardate come risponde a una domanda di Mario Giordano, che a Fuori dal coro ieri gli ha chiesto “È colpa di una certa politica di destra, Meloni, Salvini…lei non sente responsabilità ?”.
Dopo la formula rituale “Certo, è colpa di Salvini” il Capitano ha iniziato la tiritera delle “quattro bestie che uccidono a pugni e a calci” e “della galera a oltranza”.
Due parole sul perchè però i quattro accusati dell’omicidio di Willy siano arrivati a tanto il leader della Lega non è riuscito a tirarle fuori.
Ha iniziato però a parlare di palestre, dando la colpa alla sinistra ovviamente: “Leggevo che qualcuno metteva in discussione l’esistenza delle palestre e delle arti marziali. Ma adesso ma veramente c’è qualcuno che sta perdendo il senno a sinistra”. Dice che non gli interessa se chi picchia è giallo, nero, rosso o verde. Ma dovrebbe invece. Perchè di solito quando una persona che ha un colore della pelle diverso dal bianco è accusata di un crimine finisce sulla sua pagina Facebook e sui siti che fanno riferimento alla destra.
E invece difficilmente se è italiano vengono montate campagne mediatiche altrettanto aggressive. Dovrebbe interessargli perchè tra gli arrestati c’è chi scriveva commenti razzisti:
Dovrebbe perchè Gabriele e Marco Bianchi avevano la sua pagina Facebook tra quelle preferite. Dovrebbe perchè anche se al momento la Procura di Velletri esclude l’aggravante dell’odio razziale un parente degli accusati avrebbe detto «In fin dei conti cos’hanno fatto? Niente. Hanno solo ucciso un extracomunitario».
Dovrebbe perchè c’è qualcuno che con un profilo probabilmente falso dice “Come godo che avete tolto di mezzo quello scimpanzè”. E su quel profilo si mostra come un simpatizzante di Fratelli d’Italia. Perchè? Perchè è verosimile.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
INDOVINATE QUALE PAGINA FB AVEVANO TRA LE PREFERITE: QUELLA DI MATTEO SALVINI
Gabriele e Alessandro Bianchi rimangono in carcere insieme un altro arrestato: il gip di Velletri ha convalidato l’arresto per concorso in omicidio preterintenzionale per i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli mentre a Francesco Belleggia sono stati concessi i domiciliari.
L’accusa per i quattro resta quella di omicidio preterintenzionale. I due ieri hanno respinto ogni accusa spiegando di essere intervenuti nella rissa solo per fare da pacieri “Non lo abbiamo toccato. Respingiamo ogni accusa. Siamo intervenuti per dividere, abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati”.
Mentre si fanno avanti dei testimoni dell’omicidio di Willy Monteiro sono stati ritrovati alcuni commenti razzisti di Gabriele e Alessandro Bianchi, il fratello maggiore dei due arrestati che non è implicato nell’omicidio. Non si sa a quando risalgano i commenti, ma sono davvero eloquenti:
Gabriele e Marco Bianchi avevano la pagina Facebook di Salvini tra quelle preferite. Un parente degli accusati avrebbe detto «In fin dei conti cos’hanno fatto? Niente. Hanno solo ucciso un extracomunitario».
Qualcuno che con un profilo probabilmente falso dice “Come godo che avete tolto di mezzo quello scimpanzè”. Ma c’è ancora qualcuno che pensa che la cultura del razzismo e dell’intolleranza non c’entri niente con l’omicidio di Willy.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
ALLA SOP DI POLIGNANO C’E’ UN FOCOLAIO CHE INTERESSA 78 PERSONE… LA MELONI ERA LI’ SENZA PROTEZIONI E SENZA DISTANZIAMENTO
Alla Sop di Polignano a Mare un focolaio interessa almeno 78 persone. Dopo che sabato una lavoratrice era risultata positiva erano stati effetuati poco più di 150 test del tampone, e la metà sono risultati positivi.
Il focolaio si è esteso anche a Grottaglie dove sono state individuate 10 persone positive, nove delle quali “sono tutti lavoratori che in questi giorni sono transitati all’interno dell’azienda agricola Sop di Polignano a Mare”, spiega il sindaco del paese, Ciro D’Alò. Il 25 agosto Giorgia Meloni era lì. Senza mascherina. E senza distanziamento sociale.
Giorgia Meloni, Fitto e uno dei manager della Sop si sono fatti fotografare durante la visita della leader di Fratelli D’Italia allo stabilimento di Polignano a Mare. La Meloni non corre pericolo, ormai sono passate pi di due settimane, ma durante il tour alla Sop non teneva la mascherina e non ha rispettato il distanziamento sociale. Racconta Repubblica Bari:
Il caso di Polignano però potrebbe diventare anche politico. Almeno a giudicare dalle foto pubblicate su Facebook da Giuseppe L’Abbate (non si tratta del sottosegretario di Stato all’Agricoltura). Le stesse foto diffuse (senza limiti di privacy) fra il 24 e il 25 agosto scorsi nelle quali c’è pure la presidente nazionale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Sullo sfondo lo stabilimento della Sop con uno dei top manager, Giuseppe L’Abbate. Il post ricalca il motto caro al presidente degli Stati Uniti, Donald Trup: «Make Puglia and Polignano great again». Tradotto: “Facciamo la Puglia e Polignano di nuovo grandi”. Nelle foto ci sono anche il candidato governatore per il centrodestra, Raffaele Fitto, e il deputato e commissario regionale di Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato. Meloni, Fitto, Gemmato. Tutti senza mascherina. Tutti molto vicini l’uno all’altro
La foto ritrae i tre all’esterno dello stabilimento SOP. Ma c’è anche un’altra foto che testimonia che anche all’interno della fabbrica Giorgia Meloni non indossava alcun dispositivo. In un ambiente chiuso e per di più adibito alla preparazione di alimenti.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
IL GOVERNATORE LEGHISTA HA FATO PERDERE MILIONI DI EURO AGLI OPERATORI TURISTICI SARDI PER FARE UNA MARCHETTA AI GESTORI DELLE DISCOTECHE: SENZA CONTROLLI IL COVID E’ ESPLOSO E SONO PIOVUTE LE DISDETTE
A fine giugno era arrivata la bella notizia: la Maxi Yacht Rolex Cup e la Rolex Swan Cup, due tra le più importanti regate veliche del mondo, si svolgeranno regolarmente a settembre, a Porto Cervo.
“Lo Yacht Club Costa Smeralda riaprirà i battenti a luglio, si annunciava”. Insomma, una grande sollievo per organizzatori, sponsor, partecipanti, addetti al settore, lavoratori coinvolti.
L’annuncio specificava anche che il tutto si sarebbe svolto tenendo conto dell’emergenza, dunque iscrizioni digitali, premiazioni all’aperto con poca gente in platea, vietati i party nello Yacht Club ma concesse le cene degli armatori, naturalmente rispettando il distanziamento. Addirittura, si prometteva di evitare la sovrapposizione dei due eventi velici per non ritrovarsi tutti gli equipaggi presenti sul posto nello stesso momento.
Insomma, promesse virtuose. Promesse non proprio mantenute, visto che a Ferragosto, la musica proveniente dallo Yacht club a momenti si sentiva fino ad Olbia: i clienti, tutti adulti, ballavano come se niente fosse, tanto da creare malumore in qualche iscritto (un paio di imprenditori hanno dato le dimissioni nei giorni seguenti).
Il 25 agosto, allo Yacht Club, c’erano tre membri dello staff positivi, degli iscritti non si è saputo nulla.
Come siano poi andate le cose nel resto della Costa Smeralda lo sappiamo. Discoteche all’aperto e al chiuso affollate, nessuna mascherina, dichiarazioni strafottenti di alcuni gestori di locali e il presidente di regione che non ha messo uno stop a tutto questo.
Perchè diciamolo: quel Solinas che ora vuole denunciare non si sa bene chi per aver danneggiato mediaticamente la Sardegna e aver provocato danni irreversibili al turismo, dovrebbe, al limite, auto-denunciarsi.
Gli rinfreschiamo la memoria: il 10 agosto arriva il dpcm che chiude i locali fino al 7 settembre, ma lascia alle Regioni la possibilità di decidere in autonomia.
In Sardegna ci sono già segnali preoccupanti, tra questi i venti contagiati in una discoteca a Carloforte. Solinas decide che le discoteche resteranno aperte, dice in assemblea: “Faremo una sintesi su tutte queste esigenze, tecnico scientifiche, sanitarie e di controllo per tentare di non sacrificare gli investimenti nel settore e la ripresa”.
Quindi nella sua ordinanza firmata in tutta fretta, specifica, andando ben oltre il ridicolo, che nelle piste da ballo si dovrà rispettare la distanza di due metri. Ovviamente la vigilanza è delegata ai gestori dei locali. Che se ne fregano.
E non è che lo facciano nel segreto di un monastero umbro. Lo fanno alla luce del sole, anzi, delle strobo. Nessun controllo, molti video e foto delle resse nei locali che circolano, i primi articoli di denuncia. Poi il disastro dei contagi, i locali chiusi, Briatore, Berlusconi, la Costa Smeralda nuovo focolaio. Qual è stato, dunque, il prezzo di “non sacrificare gli investimenti nel settore e la ripresa”, come ha detto Solinas l’11 agosto in assemblea?
Il prezzo è che ha pagato l’intero settore turistico sardo travolto dalle disdette, anche quello lontano dalle discoteche, quello lontano dalla Costa Smeralda, quello degli hotel, dei campeggi, dei ristoranti, dei locali senza assembramenti, dei villaggi turistici, dei commercianti.
Delle tante attività a conduzione familiare, della Sardegna che non balla accalcata stappando bottiglie di Cristal in discoteche cafone. La Sardegna che dovrebbe chiedere spiegazioni a Solinas: perchè quell’11 agosto, quando si è trovato davanti al bivio, non ha fatto marcia indietro? Non è vero che ha tutelato gli investimenti nel settore turismo, ha tutelato un settore ben specifico, quello della notte, quello che ha dietro imprenditori potenti che gliel’avrebbero giurata.
Non ha tutelato tutti gli altri. Non ha tutelato il turismo, ma un certo tipo di turismo. Quello che non aveva voce. E ha sacrificato anche una buona fetta di Costa Smeralda, che non è solo discoteche.
E quindi torniamo alla premessa: la Maxi Yacht Rolex Cup e la Rolex Swan Cup di Porto Cervo sono state annullate. La negligenza della politica e dei gestori dei locali ha portato lo Yacht Club Costa Smeralda (che ha la sua fetta di responsabilità ) a cancellare a pochi giorni dal via due eventi velici tra i più importanti a livello mondiale e senza dubbio i più importanti a livello nazionale.
Equipaggi, team, gli sponsor, maxi yacht di armatori come per esempio Rybolovlev erano in buona parte già in Sardegna o stavano arrivando.
Da un minuto all’altro si sono spostati tutti in Toscana, a Marina di Scarlino. L’evento si chiamerà “Sfida Swan Tuscany” e si svolgerà dal 9 al 12 settembre. Inutile specificare — o forse è bene farlo — che si parla di un danno da milioni di euro per tutto l’ecosistema del turismo sardo. Ne beneficia, in compenso, la Toscana. Mentre attendiamo di sapere chi denuncerà Solinas, noi ci permettiamo di invitarlo, intanto, a costituirsi.
(da TPI)
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Settembre 9th, 2020 Riccardo Fucile
DOPO LA CONSULENZA AL MINISTERO PER 40.000 EURO UN ALTRO INCARICO PER ARROTONDARE LO STIPENDIO
“Oggi sono povero. Nessuno mi fa lavorare, sono un ingegnere che ha chiuso il suo studio per fare politica. Mia moglie si è licenziata quando fui eletto sindaco perchè tre bambine in casa dovevano essere accudite”. Così l’ex sindaco di Livorno, il grillino Filippo Nogarin, si sfogò qualche mese fa con il Fatto Quotidiano, non senza riservare una stilettata a Luigi Di Maio, che gli avrebbe fatto il vuoto intorno.
Vuoto colmato però con un provvidenziale incarico da 40 mila euro lordi nello staff del ministro dei Rapporti con il parlamento Federico D’Incà . Ora ulteriormente colmato da una nuova consulenza, stavolta gentilmente concessa dal Comune di Roma della grillina Virginia Raggi.
Dove farà da supporto all’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, commercialista, ex cassiere della discoteca Seven Apples di Focette che un giorno accolse l’emissario dell’Unione europea con la maglietta dei Metallica. Il compenso è di 27.730 euro lordi annui, che forse serviranno a lenire le residue pene economiche familiari.
ll caso merita di essere segnalato, non fosse altro per una circostanza. Perchè Lemmetti, del quale ora Nogarin sarà consulente, prima di approdare a Roma era assessore al Bilancio del Comune di Livorno, nominato appunto da Nogarin. Al quale ora evidentemente restituisce il favore, sia pure in sedicesimi, sotto forma di una semplice consulenza.
E passi che sono cose già viste nel deprecabile sistema dei partiti, dove nessuno del giro che conta deve restare mai a spasso, anche se dopo aver comandato deve rassegnarsi a prendere ordini. Passi pure che la narrazione grillina degli incarichi pubblici assegnati per merito e con trasparenza vada a farsi friggere: non sarebbe nemmeno la prima volta. Ma diversamente, a che cosa servirebbero gli amici?
(da agenzie)
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