Dicembre 31st, 2020 Riccardo Fucile
INVECE CHE AL RIMPASTO, FONTANA DOVREBBE PENSARE A TOGLIERE IL DISTURBO PER INEFFICIENZA: MODELLO LOMBARDIA UNA MAZZA
Attilio Fontana apre al rimpasto di giunta del quale si parla ormai da mesi. “Se ci potranno essere condizioni per migliorare la squadra, verranno sicuramente prese in considerazione”, con questa dichiarazione al Tgr Lombardia il Presidente della Regione riaccende il dibattito su un tema che inevitabilmente si intreccia con quello sanitario.
Mentre tutti parlano del vaccino per il Covid-19, non si può certo dimenticare quello per l’influenza, la cui importanza in questo 2020 così critico è maggiore proprio per consentire ai medici di fare più facilmente una diagnosi differenziale, visto che i sintomi del malanno stagionale sono molto simili a quelli causati dal Coronavirus.
Dopo le aspre polemiche politiche sulle gare per acquisire le dosi, al momento è stata vaccinata solo la metà degli Over 65 lombardi.
Rispetto al 2019 non c’è quindi stato lo scatto in avanti che si era messo in conto per raggiungere la copertura del 75%. Siamo arrivati alla scadenza che ci è sempre stata indicata e i dati sono impietosi
La quota di over 65 protetti è addirittura inferiore a quella dell’anno scorso senza l’emergenza Covid (49,9 per cento) e molto più bassa dell’obiettivo.
Questo non per la cattiva volontà delle persone ma per la grande disorganizzazione
Si torna quindi a ipotizzare l’avvicendamento di Giulio Gallera alla guida politica del Welfare, anche se molti addetti ai lavori parlano della necessità di cambiamenti strutturali sul versante organizzativo, mentre il mero cambio di assessore non solo non sarebbe esaustivo, ma potrebbe persino distogliere l’attenzione dalle problematiche più profonde.
E le polemiche non si limitano alla Sanità .
Sul fronte dei trasporti, altrettanto delicato: con la scusa della nevicata, Trenord non perde occasione di tagliere le corse. E la Regione ancora una volta è assente.
A farne le spese come sempre in Lombardia sono i pendolari
(da TPI)
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Dicembre 31st, 2020 Riccardo Fucile
IL DIRETTORE SANITARIO DELL’OSPEDALE RENDE PUBBLICO IL RACCONTO DI UNA MALATA CHE HA LOTTATO PER LA VITA 45 GIORNI
Parole bellissime: “E’ scritto nel Talmud di Babilonia: ‘Chi salva una vita salva il mondo intero’. Voi avete salvato la mia, dedicandomi tempo e passione. Non mi sarà possibile dimenticarlo” e anche se “non so se mi ricorderete, io sicuramente vi porterò nel cuore. Avete un’amica in più”.
Questo il grazie di una paziente Covid curata all’Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani di Roma, che in una lettera postata su Facebook dal direttore sanitario dell’ospedale, Francesco Vaia, racconta la sua esperienza di malata assistita con amore, guarita e dimessa: “Io mi inchino davanti a chi rischia la propria vita per salvare quella degli altri”, scrive
“Egregio direttore Vaia, egregio professor Nicastri, gentile dottoressa D’Abramo, è finita – è l’incipit della missiva, inviata ai medici ieri sera – La mia degenza nel vostro ospedale si chiuderà tra pochissimo, dopo oltre 45 giorni carichi di emozioni. Ho avuto paura, non lo nascondo: questo virus maledetto incute terrore nonostante voi, uomini e donne di scienza, lo abbiate sufficientemente identificato e parzialmente snidato”.
“Ho avuto paura, lo confermo – ripete la paziente – ma qui mi sono sentita spalleggiata, protetta in ogni momento. Diciamo anche ‘coccolata’, perchè anche questo serve quando si trascorre così tanto tempo lontano dai propri affetti. Non vi siete risparmiati, sappiatelo. In nulla. Non potrò dimenticare la grande cortesia di Andrea, lui che per primo si prese cura di me quando, in lacrime, la sera del 13 novembre, salutai mio marito e mio figlio e presi possesso del mio letto, il numero 14 (poi diventato 5). E come non citare tutte le infermiere che operano nella Quarta Divisione: instancabili, professionali e sempre con il sorriso”
“Sapete quale è stato, per giorni, il mio cruccio più grande? Quello di temere che, una volta uscita da qui, nel caso avessi incontrato uno di voi, non avrei mai potuto riconoscerne le fattezze – prosegue la lettera della donna curata allo Spallanzani – Fa venire questi pensieri la bestia Covid. Perchè ci costringe a vivere mascherati, come astronauti
“E’ stato un onore avervi conosciuto. Grazie, direttore Vaia, grazie professor Nicastri. Grazie dottoressa D’Abramo, anche per quella sua straordinaria sensibilità che, appena pochi minuti fa, mi ha dimostrato venendomi a salutare. Grazie a tutti per avermi riportato alla vita. Grazie – conclude la paziente – per avermi dimostrato che in questo Paese le eccellenze ci sono”.
(da agenzie)
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Dicembre 31st, 2020 Riccardo Fucile
IL SONDAGGIO IXE’ DIMOSTRA CHE TANTI ITALIANI SI STANNO ROMPENDO I COGLIONI DI IMBECILLI E IGNORANTI
I morti sono tanti e ogni giorno altre 400, 500, 600 famiglie perdono uin loro caro. Siamo nel pieno della seconda ondata e tanti, a quanto pare, si sono stancati di sopportare l’irresponsabilità dei soliti idioti e dei furbetti.
Quasi un italiano su due (il 47%) è pronto a denunciare alle forze dell’ordine eventuali comportamenti scorretti come feste con tanti ospiti, veglioni abusivi o assembramenti durante le feste di fine anno.
Lo rivela un’indagine Coldiretti Ixè in vista della zona rossa per Capodanno. E’ un risultato, spiega Coldiretti, che “evidenzia un buon livello di responsabilizzazione della popolazione”.
Occhio alle restrizioni – Dopo quella di Natale, infatti, è in arrivo anche la zona rossa di Capodanno. E almeno la metà degli italiani non ha intenzione di fare sconti. Sotto osservazione, sottolinea la Coldiretti, è il limite, nella propria abitazione, di non più di due persone non conviventi con eventualmente i propri figli minori di 14 anni e anche con le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono. Chi pensa però di poter eccedere e aggirare le restrizioni, dovrà guardarsi da quel 47% di italiani che, secondo Coldiretti-Ixè, si dice pronto a segnalare alle forze dell’ordine eventuali comportamenti scorretti.
Tavolate ridotte – Una sensibilità che scaturisce anche dal fatto che più di tre italiani su quattro (il 76%) dichiarano di aver rinunciato a vedere i parenti durante le feste di fine anno proprio per rispettare le norme in vigore, con il risultato che sono più che dimezzate le tavolate dell’ultimo giorno dell’anno con in media meno di 4 commensali rispetto ai 9 dello scorso anno.
“Buon livello di responsabilizzazione” – Si tratta di un risultato che, secondo Coldiretti, evidenzia un buon livello di responsabilizzazione della popolazione con una condanna per azioni che mettono in pericolo la sicurezza di tutti. L’indagine evidenzia peraltro un 23% che dichiara di voler decidere sul momento se denunciare oppure no, a fronte di un 30% che, invece, non intende rivolgersi alle forze dell’ordine anche se i vicini dovessero violare le regole.
Differenze territoriali – Analizzando le differenze nei comportamenti a livello territoriale, poi, emerge una maggiore intransigenza tra chi vive nel Sud Italia dove ben il 59% è pronto a rivolgersi alle autorità , mentre i più permissivi sono gli abitanti del Centro e delle Isole, dove la percentuale scende rispettivamente al 39% e al 41%. Al Nord-Ovest il numero di chi segnale i comportamenti scorretti sale al 46%, poco sopra il 44% del Nord-Est.
Le alternative – A sostenere un comportamento virtuoso da parte degli italiani costretti a rimanere a casa sono soprattutto le iniziative promosse che vanno da Internet alla televisione fino alla tavola che è diventata un momento centrale della vita delle famiglie. Soprattutto in mancanza di alternative.
(da agenzie)
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Dicembre 31st, 2020 Riccardo Fucile
IL MINISTRO DEGLI INTERNI: “CONTROLLI A TAPPETO, MASSIMA ATTENZIONE AI GRANDI CENONI, ALLE FESTE IN VILLA E A BORDO DI IMBARCAZIONI DI LUSSO”… “CASO INFERMIERA MINACCIATA DAI NO VAX, LA POLIZIA POSTALE LI STA IDENTIFICANDO”
Quella di oggi sarà una vigilia di Capodanno diversa. Niente cenoni, niente brindisi con decine di amici, come prevede il decreto Natale.
L’Italia è in zona rossa fino al 3 gennaio 2021 nel tentativo di contenere la pandemia da Coronavirus. E per questo motivo Luciana Lamorgese ha predisposto controlli a tappeto, su tutto il territorio nazionale. Le forze dell’ordine saranno inflessibili sia nei controlli sia nelle sanzioni: parola della ministra dell’Interno, intervistata dal Corriere della Sera.
Come si stanno preparando le forze dell’ordine
«Le discoteche aperte la scorsa estate hanno contribuito a moltiplicare i contagi da Covid. Non possiamo più permettercelo, per questo saremo inflessibili nei controlli e nelle sanzioni. Abbiamo uno spiegamento di forze dell’ordine imponente e siamo molto concentrati anche sul monitoraggio della rete internet per impedire che si affittino case dove riunirsi non rispettando le regole e il distanziamento», ha spiegato la ministra riferendosi all’organizzazione di feste clandestine in ville o a bordo di imbarcazioni di lusso per festeggiare il nuovo anno. «Faremo controlli mirati», ha aggiunto a Rai RadioUno. Insomma, non si faranno sconti a nessuno.
Quasi 40 milioni di controlli
Dall’11 marzo a oggi, numeri alla mano, sono state quasi 30 milioni le verifiche sulle persone e 8,5 milioni quelle sugli esercizi commerciali. Il risultato è che gli italiani hanno risposto bene ai Dpcm del governo con «un atteggiamento di grande responsabilità ». Divieti, dunque, «accettati e rispettati dalla stragrande maggioranza degli italiani».
Gli insulti all’infermiera Claudia Alivernini
Ma c’è un fatto che ha scosso molto la ministra. Gli insulti a Claudia Alivernini, l’infermiera che per prima si è sottoposta al vaccino anti-Covid allo Spallanzani di Roma. «Reputo inaccettabili le minacce di morte dei no-vax. Episodi simili devono essere monitorati con attenzione e perseguiti con il massimo rigore», ha detto.
Infatti la polizia postale sta già cercando l’autore o gli autori di quelle offese. E, ora che la campagna vaccinale entrerà nel vivo, «bisognerà scortare i trasporti delle fiale e vigilare sui presidi sanitari di destinazione».
Vaccino che servirà a uscire da questo tunnel: «Tutti i cittadini, e a maggior ragione i dipendenti pubblici che svolgono un servizio per la collettività , sono chiamati a dare il buon esempio per tutelare la propria salute e quella degli altri. Io lo farò quando sarà il mio turno. L’obbligatorietà vaccinale per ora non è prevista».
I femminicidi
La ministra Lamorgese ha parlato di «un anno difficile» e dell’avvio di una fase cruciale in cui sarà necessario dare «risposte concrete alle famiglie e alle imprese che hanno subito i contraccolpi più pesanti nel 2020». Un anno in cui i femminicidi non si sono fermati: anzi, il lockdown ha messo a dura prova le donne già vittime di violenze domestiche: «I femminicidi rappresentano un dramma senza fine, cui dobbiamo fare argine con tutte le nostre forze, come purtroppo ci ricorda anche l’omicidio di Agitu Ideo Gudeta, la rifugiata etiope che in Trentino-Alto Adige ha rappresentato un esempio e un modello di integrazione», ha concluso.
(da agenzie)
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Dicembre 31st, 2020 Riccardo Fucile
I RICAVATI DELL’ALBUM AIUTERANNO A COSTRUIRE UN AMBULATORIO PER ORFANI A KOBANE… IL PADRE: “LORENZO AVEVA SCELTO UN ALTRO POPOLO CHE AVEVA BISOGNO DI AIUTO PER RESTITUIRE LE FORTUNE AVUTE DALLA VITA”
«Ogni tempesta comincia con una singola goccia. Cercate di essere voi quella goccia». Termina con queste parole il testamento di Lorenzo Orsetti, nome di battaglia TàªkoÅŸher, “combattente” arruolatosi contro l’Isis nei ranghi dell’Ypg, l’Unità di protezione del popolo curdo, e morto il 18 marzo 2019, a 33 anni, in un’imboscata dei jihadisti dello Stato islamico a Baghuz, al confine tra Siria e Iraq.
«Lorenzo era un giovane del popolo come tanti altri. Viveva nella sua casa a Firenze, aveva il suo lavoro, aveva la sua rete di amici. Era molto critico su tanti aspetti della società italiana: aveva dato un significato sociale e politico a questo disagio», racconta a Open il padre di Lorenzo, Alessandro Orsetti. «Cercava una situazione alternativa, una società dove tutti potessero star bene, dove esser felici. Cercava una società non come questa che fa ammalare, che genera tanto disagio e che lascia indietro tante persone. E Lorenzo aveva scelto un altro popolo che aveva bisogno di aiuto, perchè voleva restituire le fortune avute dalla vita».
«Un giorno — prosegue il padre di Orso — ha avuto notizia di questa realtà e ha deciso di partire come osservatore. Ma la cosa bella è che Lorenzo si è innamorato veramente di questa realtà e non si è più limitato a essere un osservatore. Nel popolo curdo, in quella causa, ha trovato i valori che aveva già dentro di sè. E lì è sbocciato. Lorenzo ha anche anticipato il senso del capire che le risposte ai mali del nostro mondo occidentale possiamo trovarle anche fuori da questo mondo, imparando da altri popoli. Ha anticipato, per certi versi, la frattura della nostra società , ma era convinto questo suo intervento avrebbe fatto bene anche a noi. Del resto, la lotta è comune».
E a raccogliere l’invito a “farsi gocce” ci hanno pensato oltre 30 artisti italiani che, sotto la direzione del produttore e musicista Lucio Leoni e dell’etichetta discografica fiorentina Black Candy, supportati ad Arci Firenze e da Bao Publishing, hanno pubblicato un doppio album dal titolo Her Dem Amade Me — Siamo sempre pronte, siamo sempre pronti, i cui proventi verranno destinati alla costruzione di un ambulatorio pediatrico, in memoria di Lorenzo Orsetti, presso il centro Alan’s Rainbow di Kobane, dove vengono ospitati in sicurezza 50 bambine e bambini rimasti orfani.
Un’iniziativa accolta con sorpresa e gratitudine dalla famiglia Orsetti, anche perchè, come spiegato dal padre Alessandro, «se pensiamo al momento storico che stiamo vivendo, con le chiusure e gli egoismi emersi durante la pandemia di Coronavirus, andando dal singolo Stato sino al quartiere dove ognuno sembra pensare al proprio giardino, un progetto che si occupa di un popolo lontano a me sembra un qualcosa di stupendo».
E questo «diventa ancor più importante perchè manifesta un’apertura, una disponibilità , un interesse per qualcosa che non è tangibile, e per cui non vi è alcun ritorno personale».
Raramente negli ultimi anni la musica italiana si è mossa in modo così compatto verso una causa. Un cambio di rotta spesso desiderato, quasi riuscito in alcuni casi, ma che raramente ha visto la luce, specialmente negli ambienti della scena underground, ammesso che tale termine abbia ancora senso nei tempi del digitale e con un mercato discografico dove le piccole realtà fanno fatica a restare a galla.
Ma là dove il contatto e la condivisione pura e diretta tra artisti e pubblico è stata la ragion d’essere della musica in sè, con la consapevolezza da parte dei musicisti di essersi presi il dovuto tempo per decidere davvero cosa si intendesse raccontare e trasmettere agli altri, e rimettendo nuovamente al centro il proprio ruolo sociale della propria arte (e di conseguenza anche quello politico), questo processo ha dato un maggior peso specifico e una maggiore credibilità e qualità a molti artisti. E questa “scena sommersa” ha risalito le acque, e ora ha davvero tanto da dire, da raccontare e da fare.
«L’idea di Her Dem Amade Me è nata durante il primo lockdown quando ci siamo resi conto che c’era molta attenzione alle proprie carriere, ai propri dischi, ai propri concerti, ai propri percorsi interrotti — spiega a Open il direttore artistico del progetto, Lucio Leoni -. Anzichè preoccuparci dei nostri singoli percorsi, ci siamo chiesti quale fosse il ruolo della musica, dell’arte e delle nostre responsabilità ».
«Ci siamo resi conto che c’era una storia molto vicina a noi sulla quale si era un po’ spenta l’attenzione. E visto che il nostro ruolo è quello di raccontare storie, di testimoniare e mantenere viva la memoria — prosegue Leoni — ci siamo detti “Perchè non tenere viva la memoria di un ragazzo della nostra età che si è alzato dal divano, invece di parlare solo di ideali di giustizia e di rivoluzioni varie e ci ha provato veramente?”. Ci sembrava interessante spostare lo sguardo dal nostro orticello».
«Ogni artista è andato a cercare nella storia di Lorenzo quel che più racconta il suo interesse, il che include anche la gioia della rivoluzione, la risata. Perchè c’è anche quello nel superamento di certe ingiustizie, non c’è solo la pesantezza dell’eroe nostalgico e malinconico», prosegue Lucio Leoni. «Una delle cose molto interessanti è che questa collettività di artisti si è presa la responsabilità della propria arte. Cosa che, negli ultimi tempi, l’arte si è un po’ dimenticata di fare. Il tutto senza farsi trascinare dall’obbligo di arrivare per forza al successo e al denaro, ma di ritrovare un contatto, al di là delle distanze, con le persone e con certi valori, facendo del bene».
Cosa che, del resto, altro non è che il prosieguo del sentire personale di Lorenzo Orsetti, come spiegato dal papà Alessandro: «Dalla storia di Lorenzo possiamo estrapolare tanti valori e tante emozioni: il dedicarsi a una causa, il metterla al di sopra della propria vita, il legarsi a un popolo, l’autodeterminazione personale, il valore buono della politica e di un progetto sociale. Questo progetto musicale è grande perchè recupera tutti questi valori e li convoglia verso un aiuto concreto a persone che hanno veramente bisogno per la realizzazione dell’ambulatorio pediatrico, per un futuro migliore».
Oltre a Lucio Leoni che ha coordinato il progetto, tra gli altri artisti che hanno aderito all’iniziativa figurano Giancane, Margherita Vicario, Max Collini, Paolo Benvegnù, La Rappresentate di Lista, Marina Rei, Ginevra Di Marco, Tre Allegri Ragazzi Morti, Giovanni Truppi, Mokadelic, 24 Grana, Assalti Frontali e anche Zerocalcare, che ha fornito le tavole per la realizzazione del booklet del doppio album, traendole dal suo fumetto Macelli, proprio incentrato sulla storia di Lorenzo Orso TekoÅŸer Orsetti.
(da Open)
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Dicembre 31st, 2020 Riccardo Fucile
ATTACCARE DI NOTTE UN SIMBOLO DELLA LOTTA ALLA MAFIA E’ TIPICO DEGLI INFAMI
Vandalismo politico. Nella notte tra lunedì 28 e martedì 29 dicembre, tre giovani incappucciati hanno divelto e rubato la targa Peppino Impastato a Milano.
La scena è stata immortalata da un passante che con il suo smartphone ha ripreso la rapida azione dei tre e ha poi consegnato il filmato agli esponenti del circolo di Rifondazione Comunista intitolato proprio al giornalista ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978.
Il tutto è avvenuto nel giro di poco più di venti secondi. Come mostra il filmato, condiviso anche sui social network, i tre giovani incappucciati riescono a divellere la targa del Circolo intitolato a Peppino Impastato, per poi farla cadere a terra. Una volta raccolta, la portano via e — durante la loro fuga repentina — gettano a terra anche un bidone della spazzatura.
La loro azione è stata immortalata da un passante che ha poi inviato il video ad alcuni attivisti del circolo di Rifondazione Comunista in zona Lambrate, a Milano.
L’azione ancora non è stata rivendicata, ma il filmato parla chiaro: i tre giovani incappucciati avevano preso di mira quella targa e sono arrivati sul posto con tutti gli attrezzi del caso per portarla via da lì.
(da agenzie)
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Dicembre 31st, 2020 Riccardo Fucile
“NON POSSIAMO DIRE AGLI INGLESI: NON SIETE EUROPEI. AVERE UN LEGAME CON LA UE E’ IMPORTANTE”
In totale disaccordo con il figlio Boris, Stanley Johnson – poche ore prima dell’effettiva entrata in vigore della Brexit – ha dichiarato di sentirsi europeo e di aver avviato le procedure per chiedere la cittadinanza francese”.
“Non si tratta di diventare francese. Se ho capito bene, sono francese. Mia madre era nata in Francia, sua madre era tutta francese, e anche suo nonno. Quindi per me si tratta di rivendicare ciò che ho già . Di conseguenza, sono molto felice”, ha precisato lo scrittore ed ex deputato del Parlamento europeo.
Secondo Stanley Johnson, inoltre, in fondo gli inglesi rimarranno europei. “Non possiamo dire agli inglesi: non siete europei”, ha detto, aggiungendo: “Avere un legame con l’Unione europea è importante”.
(da Globalist)
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Dicembre 31st, 2020 Riccardo Fucile
UN GRANDE MAESTRO CHE ONORA L’ITALIA NEL MONDO: “NON POSSIAMO ABOLIRE LA CULTURA, LA MUSICA, IL TEATRO”
Riccardo Muti dirigerà il Concerto di Capodanno 2021 per la sesta volta nella sua lunga e prestigiosa carriera.
Di certo la guida della Filarmonica di Vienna stavolta si svolgerà nel più speciale dei contesti a causa della pandemia e delle misure di contenimento: per la prima volta nella sua storia, infatti, il Concerto di Capodanno si terrà senza il pubblico seduto nella Sala d’Oro del Musikverein, anche se sarà seguito in oltre centro Paesi, ripreso in mondovisione dalla Orf, la radiotelevisione nazionale austriaca.
Tuttavia per il maestro italiano tornare sul podio in un momento come questo è ancor più importante: “Non possiamo abolire la cultura, la musica, il teatro. Anche in una situazione estrema come questa” ha dichiarato alla conferenza stampa di presentazione del Concerto, così come riportato da Ansa.
“Di certo — ha proseguito il maestro — quando abbiamo programmato il concerto, nessuno di noi avrebbe mai pensato di trovarsi in questa situazione. È così strano. Persino in hotel, qui a Vienna, non c’è nessuno. Anche girando per le strade della città sembra di essere in un film dell’orrore. Concerto sì, concerto no: alla fine ci siamo detti che non possiamo abolire tutto. Suoneremo non solo per regalare bella musica al pubblico, ma per dare un messaggio di speranza e pace a tutti. Non cominciare l’anno con il tradizionale concerto sarebbe stato il peggior segnale per l’intero mondo. Invece abbiamo un gran bisogno di speranza”.
Vista l’assenza di pubblico a causa delle restrizioni per il contenimento del Coronavirus, l’organizzazione del tradizionale Concerto di Capodanno a Vienna ha escogitato un modo per consentire l’applauso del pubblico ai musicisti in sala: ci si potrà collegare alla diretta streaming e tramite l’impianto audio applaudire l’esibizione dei Wiener Philharmoniker.
Prodotto in alta definizione e Dolby Digital 5.1, il Concerto sarà ripreso con 14 singoli microfoni e 40 telecamere. Assente il pubblico in sala, per “esserci” comunque sul sito www.mynewyearsconcert.com si possono però caricare in anticipo i propri applausi e anche immagini di sè all’ascolto che verranno utilizzate durante le riprese.
(da Fanpage)
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Dicembre 31st, 2020 Riccardo Fucile
ATTACCA IL SEGRETARIO DI STATO REPUBBLICANO IN GEORGIA PER VIA DI UN FRATELLO CHE LAVORA IN CINA, MA E’ SOLO UNO CHE HA LO STESSO COGNOME
Quando vedi complotti ovunque, forse il complotto sei tu.
Donald Trump continua a vedere i fantasmi, anche all’interno del partito Repubblicano. L’ultimo caso riguarda il segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger reo, secondo l’ormai ex Presidente degli Stati Uniti, di non aver ribaltato il risultato elettorale perchè ha un fratello che lavora in Cina.
Peccato che la persona protagonista di questa teoria della cospirazione trumpiana sia solamente un omonimo e che quindi la teoria del Presidente uscente sia una clamorosa bufala. Eppure il Tweet di Trump su Raffensperger è ancora lì.
Da quando ha perso le elezioni — vinte da Joe Biden — Donald Trump continua a fare come una mosca che sbatte su una lampadina accesa: utilizza i social per lanciare teorie del complotto e della cospirazione che, poi, si rivelano immense bufale.
E l’ultima è partita in questo tweet di Trump su Raffensperger pubblicata su Twitter.
La verità è ben diversa da quella che sostiene il Presidente Usa uscente. Effettivamente esiste un Ron Raffensperger che lavora in Cina e ha come ruolo quello di ‘CTO of Huawei Enterprise Storage Solutions’. Peccato che si tratti solamente di un caso di omonimia.
Come spiega Gdp, il segretario di Stato repubblicano della Georgia ha sì un fratello (e due sorelle), ma non si chiama Ron. È un comune cittadino che non ha nulla a che vedere con la Cina e con la politica.
Ormai Donald Trump vede fantasmi ovunque. Anche dentro casa sua. Questa volta se la prende con un rappresentante del suo stesso partito, citando bufale (probabilmente lette da qualche parte sui social, senza far fare una rapida e repentina ricerca al suo staff). Il voto in Georgia è vicino, quindi torna a martellare come fatto durante tutta la campagna elettorale per le Presidenziali. Anche a costo di scrivere fake news da dare in pasto ai suoi elettori.
(da agenzie)
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