Maggio 8th, 2021 Riccardo Fucile
GLI INTERVENTI BIPARTISAN, CE’ ANCHE VITO DI FORZA ITALIA… PRESENTE FRANCESCA PASCALE
La Milano dei diritti è tornata in piazza. Con le bandiere e le magliette arcobaleno, con le mascherine e con gli appelli al distanziamento rilanciati di continuo dal palco – “Siamo ottomila” hanno annunciato gli organizzatori – si sono ritrovate all’arco della Pace per dire #temposcaduto.
Bipartisan la presenza dei politici. Dal deputato Alessandro Zan, che dà il nome alla legge contro le discriminazioni, al forzista Elio Vito alla senatrice Alessandra Majorino.
Dall palco hanno parlato Susanna Camusso, Malika, la ragazza cacciata di casa dalla madre perché lesbica. E poi l’intervento atteso del deputato Zan.
“Le persone e i cittadini vogliono far sentire la loro voce e chiedere alle istituzioni di approvare una legge di civiltà”. Lo ha dichiarato il deputato Alessandro Zan, a margine della manifestazione in corso all’Arco della pace a Milano per l’approvazione del Ddl che porta il suo nome.
“L’Italia è un paese civile e la stragrande maggioranza delle persone vuole una legge che tuteli le persone più vulnerabili – ha aggiunto Zan – Viviamo in una società ancora intrisa di odio e pregiudizi e discriminazione per questo è importante dare una tutela
Questa non è una legge sulle minoranze ma contro i crimini di odio. Tutti potrebbero essere colpiti da questi crimini per questo è importante approvarla”.
(da agenzie)
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Maggio 8th, 2021 Riccardo Fucile
E’ UNA LIBRAIA INDIPENDENTE, HA DIRITTO A VENDERE I LIBRI CHE LE PARE… SIAMO PER LA COERENZA, FAREMMO LA STESSA COSA
Siamo a Roma, nella periferia della Capitale, e una libraia di Tor Bella Monaca spiega orgogliosamente che non esporrà e non venderà il libro di Giorgia Meloni. “So scelte”.
Lei si chiama Alessandra Laterza e il suo annuncio su Facebook è diventato virale: perché “Io sono Giorgia”, edito da Rizzoli, potrebbe attirare clienti, e in questo periodo di crisi economica farebbe davvero comodo a una libraia di Tor Bella Monaca, in zona Le Torri, anche perché quella di Alessandra Laterza è l’unica del circondario. Eppure lei, spiega, preferisce mangiare pane e cipolla piuttosto che guadagnare qualcosa vendendo il libro:
“Io sono una libraia e questo libro non lo vendo! So scelte, mejo pane e cipolla, che alimentare questo tipo di editoria…”
Alessandra Laterza, se non fosse già chiaro, poi nei commenti aggiunge qualche dettaglio sulle motivazioni che l’hanno portata a boicottare “Io sono Giorgia”: “non posso fare diversamente … mi serve per capire come si può nel 2021 dare credito a tanta superficialità …”.
Il post della libraia è diventato presto virale, e lei ha anche scambiato una battuta con il celeberrimo social media manager di Taffo: “Fateci una card con scritto ‘Nuoce gravemente alla salute’”
Qualcuno la accusa: “il regime !!” ma lei prontamente risponde che si sta comportando come già fece per il libro di Salvini: “Tipo come durante il nazismo? Mmmm no all’epoca li bruciavano … ora scelgo di non venderlo come feci per quello di Salvini più che omologazione di gregge, la chiamo libertà d’espressione”.
E a chi le dice che devono essere le persone a decidere di comprare il libro o meno replica: “Ci sono Feltrinelli e Mondadori per questo. Essere una libreria indipendente prevede delle scelte. Io la vetrina e il contenuto li scelgo”.
All’epoca in cui aprì la libreria, la prima e unica nel quartiere, spiegava: “A Tor Bella Monaca c’è tante gente che ha voglia di investire nella cultura sono un’imprenditrice e so che ci sarà un riscontro economico importante. Ho voluto investire qui, in un locale su strada di via Aspertini perché la libreria sarà più vicina al liceo Amaldi, perché stare su strada da ancora di più l’idea di prossimità”.
“A chi mi accusa di censura rispondo che la mia è una scelta editoriale: come un negozio di scarpe, dove la proprietà sceglie che modelli e che marchi proporre alla propria clientela. Io, libreria indipendente, scelgo quali libri vendere. Se proprio si desidera acquistare il libro, poi, basta andare in un altro negozio”.
(da agenzie)
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Maggio 8th, 2021 Riccardo Fucile
L’ELETTORATO DI FORZA ITALIA E’ SECOLI PIU’ AVANTI DI TAJANI
E niente, Antonio Tajani è sempre lui, un vecchio democristiano dalle idee
antiquate e anti-diluviane che si colloca pateticamente al di fuori del tempo.
In un post su Facebook ha scritto frasi assurde sul concetto di famiglia che a suo dire “è solo quella con i figli” e si è beccato un “è per questo che non voto più Forza Italia” da parte dell’ex fidanzata di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale.
Diciamo che queste cavolate uno se le aspetterebbe da un Matteo Salvini che infervorato da rosari mariani cerca l’abbraccio complice della Chiesa cattolica che oltretutto, proprio da parte del Papa, gli ha sempre risposto picche.
Ma neanche il padano si era mai spinto a tanto, forse memore di quando era al centro sociale Leoncavallo e capo della componente dei “Comunisti padani” nel parlamento di Pontida.
Ma da Tajani, che è stato anche presidente del Parlamento europeo, questo non ce l’aspettavamo né se lo aspettavano anche molti suoi colleghi di partito che lo hanno attaccato. Con questa uscita ha messo in soffitta anche quel grammo di saggezza democristiana che ogni vero Dc ha impresso come il segno del vaccino sul braccio e dimostra come Forza Italia – come ha fatto notare giustamente la Pascale – non sia certo quel partito moderato e liberale che vuole dare ad intendere. Anzi.
POSIZIONI PREISTORICHE
Queste prese di posizione rivelano la vera natura di un partito nato per difendere gli interessi personali del suo fondatore. E qui rientra anche il discorso sulla legge Zan per chi istiga ad atteggiamenti omofobi che il centrodestra vede come il fumo negli occhi. Eppure fior di scienziati hanno mostrato come l’omosessualità sia endemica – in una certa percentuale – in ogni specie biologica. E quindi è del tutto errato il concetto di “contro natura”.
Semmai si tratta di “natura che si aggiorna” riflettendo su se stessa e qui non tiriamo fuori i concetti di natura naturata e natura naturans di Baruch Spinosa, perché siamo certi che a Salvini, Meloni e Tajani risultino, come dire, indigesti intellettualmente.
Il punto è che Tajani con questa stupidaggine è uscito pure dalla tradizionale avversione contro l’omosessualità per andare a colpire addirittura quello di famiglia senza figli, ormai predominante nel mondo occidentale.
Quello di Tajani è un attacco a milioni di famiglie a tutti gli effetti che i figli non li hanno avuti pur volendoli oppure, in libera scelta, non li hanno semplicemente voluti. Ci manca solo che l’esponente di Forza Italia ci faccia un pistolotto ottocentesco contro la masturbazione che rende orbi e pazzi e il quadretto sarebbe completo.
C’è anche da notare come il sostituto di B. abbia cercato di mettere una toppa che è molto peggio del buco.
Infatti in un altro post, visto le reazioni che aveva sollevato, si è affrettato a dire che naturalmente le sue parole sono state male interpretate perché, cole al solito, sono state estrapolate dal loro contesto.
Strano, pare proprio – a proposito di omofobia – la scusa raccontata a Fedez, dalla Rai in cerca del brivido della censura, magari pensando di essere ancora negli anni ’50 dello scorso secolo.
Tajani, che non è completamente sprovveduto, dovrebbe semplicemente chiedere pubbliche scuse per la gigantesca cavolata che è riuscito ad incartare chiedendosi se ha ancora un senso difendere e diffondere vuoti slogan demagogici
(da TPI)
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Maggio 8th, 2021 Riccardo Fucile
“LE SCUSE DI TAJANI NON CONVINCONO, LA FAMIGLIA E’ OVUNQUE VI SIA AMORE”… “FREQUENTI MENO I SOVRANISTI, ESSERE LIBERALI E’ UN’ALTRA COSA”
“Sono notoriamente una persona molto riservata ma le incredibili parole sulla famiglia del Vice Presidente del mio partito mi spingono a prendere distanze abissali da Tajani e a rendere pubblico un problema personale che non ho mai rivelato per evitare di prestarmi a strumentalizzazioni politiche. Ma oggi credo sia anche importante sposare la ricerca di coraggio alle donne di Forza Italia arrivata in queste ore dai mondi più trasversali. Ho avuto un tumore all’utero, da allora non posso più avere figli con metodi naturali. Dunque secondo il Tajani pensiero, che purtroppo coinvolge e travolge tutta Forza Italia, mi dovrebbe essere negata anche una famiglia?”.
A parlare è Michaela Biancofiore, parlamentare di Forza Italia e Membro del coordinamento di Presidenza commentando le parole del numero due del suo partito, Antonio Tajani.
Nella conferenza stampa di FI sulle iniziative organizzate per la festa della mamma, Tajani ha detto: “La famiglia è per noi il nucleo fondamentale della società e va difesa, ma senza figli non esiste”.
Sempre nel corso della presentazione dell’iniziativa del movimento azzurro “Mamma è bello” ha affermato che “la donna non è una fattrice, si realizza pienamente con la maternità”. Inoltre “essere mamme è un modo per realizzarsi”.
Sempre in replica alle parole di Tajani, Biancofiore ha proseguito: “Come può il massimo dirigente di un partito teoricamente liberale avere idee discriminatorie, superficiali e lontane dai sentimenti delle persone? Temo che Tajani sia troppo influenzato dalla compagnia di persone notoriamente intolleranti e impositive della propria visione settaria che nulla hanno a che fare con la storia di Forza Italia. La famiglia è ovunque ci sia amore e progetto di vita comune, arcobaleno , rosa, azzurro, etero, LGBT e pure con animali d’affezione. E la pensa così anche il mondo cattolico al quale forse voleva ammiccare, il Papa in primis. Può essere che sia stato frainteso ma le sue scuse odierne, per altro tardive, non convincono affatto”.
(da agenzie)
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Maggio 8th, 2021 Riccardo Fucile
IL SENSO DEI RIDICOLO DI DEL DEBBIO
Sere fa, Matteo Renzi a proposito del caso Fedez e della legge Zan commentava
l’orrore di certe frasi espettorate dai leghisti, del tipo: se avessi un figlio gay lo brucerei in un forno.
Al che Paolo Del Debbio, che lo intervistava, ha obiettato che certo, indubbiamente, figuriamoci, ma pur tuttavia “era mancato il contraddittorio”. E Renzi assentiva.
Utilizzeremo dunque lo spazio di questa rubrica per suggerire alcuni format di rapido ed efficace contraddittorio. Da utilizzare nei talk televisivi, ma anche al bar con gli amici, nelle cene di famiglia o per fare colpo sulle ragazze.
Format: c’è del buono anche nel forno.
Infatti, sarebbe stato più corretto se la Rai avesse accompagnato il comizietto del marito di Chiara Ferragni con il diverso parere da parte, poniamo, di un ex ufficiale delle SS (o anche della Gestapo).
Testimonianti i benefici effetti dei forni per proteggere la pura razza ariana dall’inquinamento prodotto dagli omosessuali (ma anche da ebrei, zingari e meticci). In assenza di esponenti del Terzo Reich si poteva pur sempre supplire dando la parola all’esperto.
Per esempio, il titolare di una clinica specializzata nella cura dell’omosessualità: guarigione assicurata in un paio di mesi e senza ricorso al forno.
Format: con la legge Zan non si potrà più dire finocchio (nel senso dell’ortaggio). È falso, naturalmente, così come è inventato di sana pianta l’argomento secondo il quale se scrivi contro l’utero in affitto rischi l’arresto immediato.
Per non parlare dell’educazione trans che verrebbe inculcata già nella scuola materna. Però, affermarlo funziona alla grande contando sul fatto che in pochissimi hanno letto il testo della legge Zan. E meno che mai il contraddittore.
L’importante è dichiararsi fortemente preoccupati per il grave attentato alla libertà d’opinione a opera della sinistra comunista e intollerante. Poiché la regola numero uno del contraddittorio efficace è: baggianate pure, qualcosa resterà.
Format a capocchia per disorientare l’avversario. Per esempio, mentre costui cerca di spiegare che nella legge Zan esiste la clausola secondo la quale in forza dell’articolo 21 della Costituzione restano tutelate le opinioni che non istigano alla violenza, interromperlo con un grido di dolore: il tuo giornale mi ha definito una puttana di strada.
Non c’entra niente, ma come diversivo ha un suo perché. Pure se il mio giornale difende i diritti delle puttane. E anche dei giornalisti.
(da il Fatto Quotidiano)
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Maggio 8th, 2021 Riccardo Fucile
IL SINDACO DI MAZARA: “C’E’ UN PEZZO DI GUARDIA COSTIERA LIBICA CHE VA PER I FATTI SUOI”
Si è rischiata la tragedia: “Sono vivo”. Sono state le prime parole del comandante Giuseppe Giacalone al suo arrivo al porto di Mazara del Vallo.
Visibilmente scosso e con una fasciatura bianca sulla testa, dove è stato colpito da alcune schegge del finestrino della sua barca, ha incontrato il vescovo Domenico Mogavero e poi abbracciato i suoi familiari. Subito dopo il comandante ha lasciato il porto senza incontrare i giornalisti.
Il racconto dell’ufficiale del peschereccio
Prima ci hanno abbordato, tre militari armati sono saliti a bordo e poi si sono portati il nostro comandante a bordo della loro motovedetta”
Questo il primo racconto di Girolamo Giacalone, ufficiale del motopesca ‘Aliseo’, appena sceso dal mezzo ormeggiato in banchina a Mazara del Vallo.
“Quando il comandante è tornato a bordo, ci ha detto che gli hanno chiesto scusa. Ma scusa per cosa? Potevano ucciderci. È stato un miracolo, bastava qualche centimetro e ci uccidevano. I fori sono visibili sul vetro, su uno schermo e nelle pareti di ferro. Tornare in quelle acque per lavorare è impossibile, non ci sentiamo per nulla sicuri”.
Il sindaco di Mazara del Vallo
La vicenda del peschereccio ‘Aliseo’, aggredito da una motovedetta militare libica, dimostra che “c’è un pezzo di guardia costiera del paese nordafricano che va per i fatti suoi e non risponde in maniera precisa al nuovo governo”.
Lo ha detto il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, che ha accolto il motopesca rientrato nella cittadina trapanese dopo l’episodio di due giorni fa.
“Questo episodio, così come la prima seduta del nuovo Esecutivo libico che si sarebbe dovuta tenere a Bengasi e che è saltata dimostrano che l’unità in quel Paese è ancora solo sulla carta e che è ancora tutta da costruire – ha aggiunto Quinci -. Tutto questo significa che le prossime settimane in quel tratto di Mediterraneo saranno ancora di difficoltà”.
(da agenzie)
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Maggio 8th, 2021 Riccardo Fucile
“LA PRIMA DOSE PROTEGGE LA META’, SI POSSONO GENERARE NUOVE VARIANTI”
L’immunologa, intervistata dal Fatto Quotidiano spiega: “È azzardato per due
motivi: prima dose protegge la metà o poco più rispetto all ’efficacia del vaccino; a livello di comunità, immunità parziale e alta circolazione del virus rendono possibile la generazione di nuove varianti. Gli inglesi hanno adottato questa strategia, è vero, ma con un lockdown durissimo, mentre noi adesso siamo anche in fase di riaperture”.
In merito ai brevetti dei vaccini Viola afferma che “è giusto aumentarne la produzione, stringere accordi, dare la possibilità a più aziende, che sono in grado di farlo, di produrre. Ma serve un accordo, mentre decidere che il brevetto non c’è più potrebbe creare problemi perché rischia di disincentivare le aziende farmaceutiche a lavorare sui vaccini. Servono invece stanziamenti per comprare vaccini ai Paesi più poveri. – ha aggiunto Viola – La tecnologia a mRna certo non può rimanere nelle mani di due sole aziende, ma a Pfizer e Moderna va riconosciuto lo sforzo fatto in questa direzione, importantissimo per il futuro”.
“La situazione migliora perché le temperature si alzano e il rischio di contagio all’aperto è basso. È giusto procedere con riaperture graduali osservando come incidono sull ’indice Rt, perché una riapertura generalizzata potrebbe essere una stupidaggine…- ha aggiunto Viola – poi ci sono alcune cose che bisogna definire meglio: sono stata al cinema, 50 per cento di capienza ma tutti dalla stessa parte della sala; e poi le mascherine: ne ho viste troppe inutili di stoffa, renderei obbligatorie le ffp2 per cinema e teatri o almeno le chirurgiche”.
“Però stare all’aperto non vuol dire assembramento. I tifosi erano uno sopra l’altro e molti senza mascherine: comportamenti sempre rischiosi. – ha concluso Viola – Invece si potrebbe pensare a ridare la possibilità di assembramenti a concerti o eventi di questo tipo con mascherine ffp2 e tampone negativo, come ha dimostrato esser possibile un esperimento a Barcellona”.
(da agenzie)
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Maggio 8th, 2021 Riccardo Fucile
I RISULTATI DELLO STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DI WASHINGTON
“I morti reali di Covid-19 negli Stati Uniti sarebbero quasi 900.000, 57% in più rispetto ai dati ufficiali e nel mondo il totale delle vittime sarebbe di 7 milioni, il doppio di quello riportato”.
A riportarlo sono i ricercatori dell’Istituto per la valutazione della salute dell’Università di Washington. L’analisi è stata fatta esaminando il surplus di vittime da marzo 2020 al 3 maggio 2021, confrontandola con la media di un anno normale. Sono state prese in considerazione solo le morti “causate direttamente dal virus SARS-CoV-2”, il virus responsabile del Covid-19.
54mila morti in più in Italia
Secondo questo studio, riportato dall’agenzia Axios, negli USA sarebbero trecentomila in più di quelli registrati: 905.289 contro i 574.043 dichiarati. Circa tre volte in più il numero dei decessi reali in India, 654.395 contro i 221.181 dichiarati; in Messico, 617.127 contro i 217.694, e Brasile con 595.903 (408.680).
Oltre cinque volte in Russia 593.610 (109.334), mentre nel Regno Unito risultano ‘appena’ 209.661 (150.519 quelli ufficiali). Proporzioni analoghe in Italia: le vittime sarebbero 175.832 rispetto alle 121.257 comunicate ufficialmente.
Dunque, 54.575 decessi in più del bilancio ufficiale. Il Giappone, avrebbe dieci volte più vittime dei dati ufficiali: 108.320 contro 10.390.
“L’analisi sta a dimostrare non solo quanto sia stato difficile durante la pandemia tenere traccia con precisione delle morti. Ed inoltre se valutiamo il tasso di mortalità totale, penso che possiamo vedere quanto l’impatto del virus sia stato maggiore e quanto potrebbe esserlo in futuro”, ha affermato il dottor Christopher Murray, direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation.
Come è stato realizzato lo studio
Lo studio ha calcolato la mortalità in eccesso sulla base di una varietà di fonti, comprese statistiche ufficiali e studi internazionali. Quindi, ha esaminato altri fattori di mortalità influenzati dal Coronavirus.
Ad esempio, un surplus di decessi è stato provocato da un aumento di overdosi da oppioidi o da una scarsa assistenza sanitaria nonostante un insolito calo di mortalità da influenza invernale. I ricercatori hanno così concluso che i decessi extra non direttamente causati dal virus sono stati effettivamente compensati dalle altre riduzioni dei tassi di mortalità, attribuendo il netto di tutte le morti in eccesso al Covid.
Secondo i ricercatori, i rapporti ufficiali stanno sottostimando il bilancio reale. Alcuni paesi , ad esempio, segnalano solo i decessi che si verificano negli ospedali o solo quando viene confermata l’infezione dei pazienti.
“Abbiamo visto, ad esempio, che quando i sistemi sanitari vengono colpiti duramente da individui con COVID, comprensibilmente si dedichino a cercare di prendersi cura dei pazienti”, ha detto Murray.
Le critiche
Il modello statistico utilizzato dal team dell’Institute for Health Metrics and Evaluation è stato però criticato da un parte della comunità scientifica. “Penso che il messaggio generale dell’Istituto sia probabilmente valido, ma i numeri assoluti lo sono meno per molte ragioni”, ha detto William Hanage, epidemiologo della Harvard University.
(da Fanpage)
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Maggio 8th, 2021 Riccardo Fucile
IL DISCORSO PERFETTO DI STEFANIA ORLANDO: “NON E’ UNA LEGGE DI DESTRA O DI SINISTRA, E’ UNA LEGGE DI CIVILTA'”
“Mi chiedo sempre cosa c’entri con il DDL Zan”: inzia così Stefania Orlando a
parlare confutando una delle bufale più popolari sul disegno di legge contro l’omotransfobia, quella che spiega che con la sua approvazione ci sarebbe l’utero in affitto, più propriamente detto maternità per altri.
La showwoman continua: “Questo disegno di legge non prevede assolutamente questa pratica”
E poi la Orlando completa l’affondo: “Se poi ci vogliamo informare è una pratica adottata per l’80% da persone eterosessuali e solo per il 20% da single e omosessuali, quindi non c’entra assolutamente con questo disegno di legge”.
Stefania infine fa un discorso che potrebbe pronunciare qualsiasi politico rispondendo a Paolo Del Debbio che chiede se chi non è d’accordo con il DDL Zan sia omofobo: “Non parlerei di omofobia, parlerei di mancanza di coraggio, di paura di deludere quell’elettorato che secondo me è molto più pronto dei politici stessi. Sono più di vent’anni che aspettiamo una legge contro l’omostransfobia. Questa non è una legge di destra o di sinistra, è una legge di grande civiltà, e quindi credo che la destra possa fare un passo avanti. Detto questo io trovo che ogni volta che dai detrattori di questo disegno di legge portano delle motivazioni non sono mai motivazioni che mi convincono: gestazione per altri, legge liberticida, di altre priorità. Le motivazioni serie quali sono? Io ad oggi non ho trovato una motivazione seria che possa fermare questo disegno di legge”.
E neanche noi
(da agenzie)
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