Destra di Popolo.net

OBBLIGO VACCINALE: DRAGHI ESITA PERCHE’ TEME DI GIOCARSI IL QUIRINALE

Gennaio 5th, 2022 Riccardo Fucile

SE DRAGHI NON VIENE ELETTO ALLA PRIMA VOTAZIONE LA SUA CARRIERA POLITICA E’ FINITA… NON PUO’ PERDERE I VOTI DELLA LEGA

Legate a doppio filo. L’ipotesi di introdurre l’obbligo vaccinale per legge per tutte le persone dai 18 anni in su e la partita dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica, con le votazioni che inizieranno lunedì 24 gennaio alle ore 15, sono connesse tra loro.
Nonostante i tre principali sindacati italiani e quasi tutte le forze politiche di maggioranza (tranne la Lega e una fetta dei 5 Stelle) chiedano una svolta con il vaccino obbligatorio, sostenuto anche dal coordinatore del Cts Franco Locatelli, probabilmente il premier Mario Draghi andrà avanti per step, decidendo nel Consiglio dei ministri di domani, 5 gennaio, il Super Green Pass per tutti i lavoratori e posticipando di una decina di giorni (in base all’andamento di contagi e ricoveri) la decisione di un decreto che introduca il vaccino obbligatorio.
Ma perché questa eccessiva esitazione del presidente del Consiglio?
Molto semplice. SuperMario, come ha lasciato intendere nella conferenza stampa di fine 2021, sarebbe ben disposto a trasferirsi al Quirinale ma per farlo, vista la sua ampia maggioranza, deve necessariamente essere eletto al primo scrutinio, quando serve la magioranza qualificata dei grandi elettori.
E, considerando che a causa del rischio (elevato) di elezioni anticipate in primavera (quasi impossibile trovare un altro premier che tenga unita questa maggioranza eterogenea e sempre divisa), si stimano circa 200 franchi tiratori, Draghi non può assolutamente permettersi di perdere il sostegno di Matteo Salvini e della Lega.
Il leader del Carroccio è contrario all’obbligo vaccinale e un’accelerazione del premier alla vigilia della partita del Quirinale potrebbe far scattare una sorta di rivolta dei leghisti, pronti in massa a non votare per Draghi.
E SuperMario, considerando le probabile defezioni, ha bisogno dei circa 200 voti del Carroccio. Anche perché una clamorosa bocciatura di Draghi, che ha una delle maggioranze più ampie della storia della Repubblica e ha il sostegno dell’Europa, dei mercati e della maggior parte dei media italiani e internazionali, sarebbe un colpo durissimo e irrimediabile.
Non solo porterebbe alle dimissioni da premier, ma quasi certamente pregiudicherebbe tutte le altre ipotesi, come quella di presidente della Commissione europea o della Banca Mondiale.
In sostanza, se Draghi si candida per il Quirinale e viene silurato alla prima votazione la sua carriera politica è finita.
Ecco perché esita sul vaccino obbligatorio (esattamente come non c’è chiarezza sulle regole per il ritorno a scuola dopo le vacanze di Natale), non può perdere i voti leghisti.
(da Affari italiani)

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MUSUMECI SI SMARCA DAI SOVRANISTI: “BASTA NO VAX, OCCORRE L’OBBLIGO VACCINALE“

Gennaio 5th, 2022 Riccardo Fucile

“BASTA CON QUESTA FARSA“

Mentre Salvini e Meloni fanno a gara a chi strizza l’occhio a nozionisti e no-vax, si allarga il fronte dei presidenti di regione di destra che dovendo affrontare il dramma della pandemia in prima persona prendono le distanze dai loro ‘capi’ e spingono per vaccinazioni, obbligo vaccinale e attaccano la galassia no-ax.
«I tamponi ci sono, troppo comodo fare tamponi e dire sono no vax. Io sono per l’obbligo vaccinale, basta con questa farsa. Si vaccinino. Meno tamponi faremo e più vaccinati avremo».
Così il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, rispondendo ai cronisti a Palazzo Orleans sulla carenza di scorte di tamponi in merito all’allarme lanciato dal responsabile della Protezione civile della Sicilia, Salvo Cocina. «Io non rispondo di quello che dice Cocina – ha aggiunto – ma se i tamponi stanno finendo ne arriveranno altri. Per il momento stiamo facendo fronte alle esigenze. Ma ribadisco: meno tamponi faremo più vaccinati avremo».
E ha aggiunto: «A Palermo il 70% dei ricoverati per il Covid non è vaccinato. Il paradosso è che queste persone chiedono di non essere curate, perché negano persino l’esistenza del contagio. Rifiutano le cure mediche, questo è un dato davvero allarmante. Dobbiamo non solo lavorare per curare quelli che sono vaccinati con sintomatologia assolutamente lieve ma dobbiamo convincere i no vax a farsi curare e diventa più problematico».
Per quanto riguarda i bambini, invece, «siamo all’8% di vaccini per la fascia 5-11 anni, un dato in linea con la media nazionale. Si è ricreato per i bambini la stessa diffidenza che si era manifestata negli adulti all’inizio della seconda fase», ha affermato Musumeci, che si è espresso anche su un possibile slittamento della riapertura delle scuole: «Dobbiamo guardare fino all’ultimo minuto la tendenza della curva epidemiologica. Ma no a fughe in avanti su un tema così delicato. Dobbiamo essere molto prudenti. Occorre fotografare la realtà nel momento in cui si dovrà decidere – ha proseguito – è un tema che sarà affrontato entro le prossime 24 ore e lo deciderà il governo nazionale d’intesa con la Conferenza delle regioni. Noi vorremmo che la scuola fosse l’ultimo spazio da chiudere, ma non dobbiamo perdere di vista il diritto-dovere della sicurezza dei nostri figli. Nel pomeriggio ne sapremo di più…».
«Dobbiamo provare ad allungare il più possibile la permanenza in zona gialla – ha sottolineato Musumeci – ed evitare così il passaggio alla zona arancione, anche se con questa tendenza dei contagi sarà inevitabile. I numeri stanno crescendo possiamo solo lanciare appelli al rispetto delle norme, per evitare di andare in zona arancione. Spero che non accada».
(da agenzie)

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“RAZZE INFERIORI”, “HITLER MODERATO”: L’INCREDIBILE TWEET DEL SENATORE DI FRATELLI D’ITALIA MALAN

Gennaio 5th, 2022 Riccardo Fucile

PARAGONA IL “MARTIRE” DJOKOVIC A UN ATLETA DELLE “RAZZE INFERIORI” CHE GAREGGIAVA NELLE OLIMPIADI DI HITLER DEL 1936

Per arrivare a difendere la decisione di Tennis Australia di lasciare che Novak Djokovic partecipi agli Australian Open nonostante non sia vaccinato il senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan è arrivato a inscenare un paragone che ha del raccapricciante.
Rispondendo al giornalista e direttore dell’edizione di Torino del Corriere della Sera Marco Castelnuovo, che si era augurato che gli altri tennisti annunciassero di non voler sfidare il privilegiato numero uno al mondo, Malan ha scritto: “Gli atleti ariani della Germania di Hitler alle Olimpiadi del 1936 gareggiarono senza fiatare con quelli delle ‘razze inferiori’. Ma, si sa, quell’Hitler era troppo moderato, vero?”.
Ha provato a spiegare questa allucinazione in questo modo: “Non sono paradossi, sono paragoni. Vedo gente che propone contro Djokovic atteggiamenti che non attuarono neppure gli atleti del regime nazista, che io ritengo, e spero anche lei, efferato e criminale”.
E prova a dare lezioni di sportività: “Nello sport ci si confronta con gli avversari sul campo. Non ci si rifiuta di incontrarli in base a motivi politici, “razziali” o altro”. Sostanzialmente Malan ritiene che gli atleti vaccinati che si rifiutassero di competere siano peggiori dei nazisti perché almeno questi gareggiavano contro chi ritenevano a loro inferiore.
Una provocazione intollerabile, che ancora una volta mescola in maniera totalmente irrispettosa pandemia e segregazione nazista, nonché un mix di controsensi e iperboli assurde: nelle Olimpiadi del 36 gli atleti tedeschi erano dalla parte dei privilegiati e gli afroamericani, tra i quali si ricorda il leggendario Jessee Owens, erano considerati il nemico da combattere.
Oggi il nemico da combattere è il virus, e dovremmo essere tutti dalla stessa parte, non dovrebbero esserci persone che remano in senso contrario e che – se fosse per loro – costringerebbero l’intera comunità a continuare a contare centinaia di morti da Covid ogni giorno.
(da agenzie)

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CARTABELLOTTA DICE CHIARO QUELLO CHE PENSA DI DJOKOVIC E VIENE INSULTATO DAI NO VAX

Gennaio 5th, 2022 Riccardo Fucile

“VERGOGNOSA ESENZIONE” E SI SCATENA LA FOGNA NO VAX

Si sapeva che la decisione decisone di Tennis Australia di lasciare che Novak Djokovic partecipi agli Australian Open nonostante non sia vaccinato e gli organizzatori del torneo abbiano disposto l’obbligo per tuti gli atleti avrebbe veicolato un messaggio negativo e dato manforte ai no vax.
E infatti così è stato: da ieri pomeriggio, quando è arrivata la notizia, annunciata dallo stesso numero uno al mondo sui suoi social, gli antivaccinisti ne hanno fatto un totem sui social: tutti gridano alla sua “vittoria” contro “il sistema”, applaudono il suo non essersi piegato agli obblighi, lo vedono come una fonte di ispirazione.
Di contro, chiunque abbia manifestato il proprio sdegno per la decisione assunta dalla federtennis australiana, viene attaccato e deriso.
È successo anche a Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che su Twitter commentando la notizia aveva scritto: “La vergognosa esenzione dei numeri primi”, un gioco di parole per criticare l’esenzione medica che permetterà a Djokovic di scendere in campo.
In risposta al messaggio social dello stesso atleta, aveva commentato “You don’t respect people on this wonderful planet. Game over” (“Non rispetti le persone di questo meraviglioso pianeta”). Per deridere Cartabellotta, i no vax si sono inventati una fantomatica risposta di Djokovic, alla quale molti hanno anche creduto, con il quale il serbo avrebbe risposto al commento dello scienziato scrivendo: “BASTA CA**ATE”.
“Game, set and match”, “6-0 6-0”, “Ho un nuovo idolo”, “Djokovic parla italiano”, i commenti deliranti sotto questa evidente fake.
Il metodo di antivaccinisti e mattonisti è sempre lo stesso: immaginare un mondo in cui i loro slogan sono sostenuti da qualcuno di importante, perché da soli, con la forza delle loro “idee”, non arrivano da nessuna parte.
(da agenzie)

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CASO DJOKOVIC, TONI NADAL: “SPIEGHI PERCHE’ HA AVUTO L’ESENZIONE”

Gennaio 5th, 2022 Riccardo Fucile

LO ZIO DI RAPHAEL: “PENSAVO SI SAREBBE VACCINATO O CHE AVREBBE RINUNCIATO AL TORNEO”…. FIGURATI SE PER COERENZA QUELLO RINUNCIA AI QUATTRINI

«Sarebbe cosa buona se Novak Djokovic desse qualche spiegazione» sull’esenzione medica all’Australian Open.
L’ultimo invito al numero uno del mondo, il più recente in ordine di tempo, arriva da Toni Nadal. Lo zio di Rafael e a lungo suo coach, che ora cura l’accademia di famiglia e segue il canadese Felix Auger-Aliassime, ha pubblicato un articolo sul Pais, il principale quotidiano generalista spagnolo, in cui si è detto sorpreso dall’esito della vicenda. «Pensavo che avrebbe rinunciato o si sarebbe vaccinato» ha scritto.
Anche il direttore dell’Australian Open, Craig Tiley, ha esortato Novak Djokovic a rivelare il motivo dell’«esenzione medica» che gli consentirà di partecipare al primo Grande Slam dell’anno. «Sarebbe certamente utile se Novak spiegasse le condizioni in base alle quali ha chiesto e ottenuto un’esenzione», ha detto ai media Tiley, che è anche presidente della Federtennis australiana. «Lo incoraggio a parlarne con la comunità… Abbiamo attraversato un periodo molto difficile negli ultimi due anni e apprezzerei alcune risposte in merito», ha aggiunto.
Un totale di 26 giocatori o membri del loro staff, sui 3.000 circa previsti in Australia, hanno chiesto un’esenzione e solo pochi di loro l’hanno ottenuta, ha spiegato.
Già vincitore di 20 tornei del Grande Slam, come Roger Federer e Rafael Nadal, Djokovic punta a Melbourne al titolo che gli darebbe il record. L’Australian Open, che inizia il 17 gennaio, è il suo torneo preferito: è a Melbourne che il serbo ha vinto il suo primo Grande Slam (2008), e nessuno ha vinto tanto quanto lui (nove edizioni). Da mesi «Nole» aveva messo in dubbio la sua partecipazione al primo Grande Slam dell’anno, a causa dell’obbligo per i giocatori di vaccinarsi contro il Covid-19 per entrare in Australia e poter competere. Ieri ha annunciato di aver ottenuto un «esonero medico» che gli consente di effettuare il viaggio.
La Federazione australiana si è rifugiata dietro il segreto medico per non spiegare questa esenzione. Ma il via libera ha scatenato molte reazioni negative, in particolare da parte di alcuni giocatori che hanno denunciato un trattamento di favore nei confronti del serbo. Il quale non ha mai fatto chiarezza sul proprio stato vaccinale e ad aprile dello scorso anno si era espresso contro la vaccinazione obbligatoria, prevista poi per consentire la ripresa dei tornei nonostante la pandemia.
(da agenzie)

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IL POLIZIOTTO NO VAX CHE PRIMA DI IMMUNIZZARSI VUOLE VEDERE “SE CI SONO REAZIONI AVVERSE A MEDIO O LUNGO TERMINE”

Gennaio 5th, 2022 Riccardo Fucile

SECONDO IL SINDACALISTA DEL SIAP E’ UN DOVERE “MANTENERE VIVO IL DUBBIO”… COME NO, A SCAPITO DELLA MORTE DEGLI ALTRI

“Sono in Polizia dal 1997, il 31 dicembre scorso sono stato sospeso ma mai, nemmeno quando ho dovuto consegnare pistola e tesserino, ho avuto dubbi e anzi né rammarico o astio o momenti di debolezza decisionale. Ho scelto di non vaccinarmi e difendo la libera scelta”.
A parlare all’Adnkronos è Federico Zacchei, poliziotto no vax segretario provinciale a Prato del Siap. “Il sindacato che rappresento – spiega – tutela la pluralità dei diritti e delle libertà di ognuno di noi. Ho riflettuto molto prima di fare questa scelta importante, sapendo che avrei perso temporaneamente il servizio, tutte le mansioni annesse, e soprattutto lo stipendio. Ma io faccio il sindacalista perché credo nella difesa diritti e delle libertà e mai come ora ritengo con assoluta fermezza che nessuno possa scegliere per un’altra persona su cosa fare in ambito di trattamenti sanitari, soprattutto quando non c’è stato ancora un ampio dibattito della comunità scientifica”.
Il motivo per il quale Zacchei ha deciso di posticipare la data della sua vaccinazione è presto detto: “Voglio aspettare e vedere se eventualmente ci sono reazioni avverse, a medio o lungo termine dei vaccini. Almeno il beneficio del dubbio, la libertà di essere sottoposto o meno a un trattamento sanitario”.
Sul sito dell’Ospedale San Raffaele di Milano, il virologo Roberto Burioni spiega come non esistano vaccini “che abbiano avuto effetti indesiderati comparsi più tardi di 8 settimane dopo la somministrazione”, e che le tecnologie a mRNA (quelle applicate al farmaco di Pfizer e Moderna) sono studiate da decenni.
Tra gli appunti che vengono fatti a chi si trova nella sua situazione, no vax ma membro delle forze dell’ordine, c’è il fatto che per il servizio di leva sono già previste diverse vaccinazioni obbligatorie: “Magari è vero – spiega Zacchei – ci hanno iniettato la qualunque, ma si parlava di vaccini molto sperimentati nel tempo di cui si avevano rendicontazioni medico-scientifiche che hanno consentito un uso obbligatorio senza incorrere in grandi percentuali a rischi. E poi sì, noi poliziotti siamo uomini di legge e dobbiamo rispettare la legge, giusto, ma come sindacalista, proprio perché credo tantissimo in questo lavoro e nel ruolo che svolgo, ritengo sia importante mantenere vivo il dubbio in merito alle scelte personali che portano alla produzione di una legge”.
(da agenzie)

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IL PARROCO ANTI COVID AI FEDELI: “INDOSSATE LA MASCHERINA FFP2 A MESSA”

Gennaio 5th, 2022 Riccardo Fucile

“NON IMPORTA SE PER LEGGE BASTEREBBE LA CHIRURGICA”

Un parroco rigoroso e prudente. Don Paolo Zago, parroco a Gorgonzola (Milano), ha rivolto l’appello, molto serio ai fedeli, dal pulpito: «Indossate la mascherina Ffp2 a messa, perché ci protegge di più», anche se per assistere alle messe, secondo le norme nazionali, basterebbe la chirurgica.
Don Paolo, parroco di San Protaso e Gervaso a Gorgonzola, provincia di Milano, che in precedenza è stato parroco a San Protaso e Gervaso nel capoluogo, precisa che «non è un è obbligo», ma un invito accorato.
Detto da lui, i fedeli eseguono e indossano la Ffp2 mentre assistono all’omelia. Il sacerdote si rivolge «al senso di responsabilità dei fedeli», quando la quarta ondata in Lombardia picchia duro. E anche la sua parrocchia è stata colpita dal virus: due preti su cinque sono risultati positivi ed è stato necessario ridurre le messe.
Don Zago è l’esatto opposto del parroco di Casorate Primo (tra Pavia e Milano) don Tarciso Colombo che, invece, ha fatto scalpore con l’omelia no-vax celebrata a Capodanno: un omelia contro il vaccino che ha destato sdegno da più fonte, anche fra gli stessi fedeli che hanno accusato il prete di «essere un pessimo esempio».
(da agenzie)

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SOSPESO DALL’ORDINE, IL MEDICO NO VAX CONTINUA A FIRMARE ESENZIONI A RAFFICA

Gennaio 5th, 2022 Riccardo Fucile

VERGOGNOSO CHE LO STATO PERMETTA QUESTO SCONCIO

Ore 17 di martedì 4 gennaio, Borgaro Torinese: in coda fuori dallo studio del dottor Giuseppe Delicati, balzato negli ultimi due anni agli onori della cronaca per le sue teorie negazioniste, c’è già una trentina di persone. La mascherina è un optional.
Sono davvero pochi coloro che la indossano. Poi c’è anche chi la tiene sotto il mento. Passano i minuti e in via Roma 2 le persone in attesa davanti allo studio aumentano. Qualcuno attende il proprio turno in auto. E c’è chi era già fuori dallo studio a mezzogiorno, cinque ore prima dell’apertura dello studio che il martedì è fissata per le 17.
Tutti in coda ad attendere il certificato che li esenti dalla somministrazione del vaccino. Alle 17,15 arriva ad aprire lo studio il dottore, che saluta le persone in coda come se i provvedimenti e le inchieste giudiziarie aperte dalle procure di Torino e Ivrea non lo sfiorassero.
Perché l’attività del medico Giuseppe Delicati da Foligno continua ad essere frenetica nonostante l’ultimo giorno dell’anno l’Asl Torino4, su proposta del collegio arbitrale della Regione, gli abbia revocato l’accreditamento con il sistema sanitario nazionale. In teoria non potrebbe più firmare ricette e assistere i suoi pazienti.
In pratica, il dottor Delicati continua a visitare come se nulla fosse, probabilmente svolgendo l’attività in libera professione, e prosegue nel rilasciare esenzioni dal vaccino anti Covid.
Hanno la priorità i suoi mutuati, ancora in lista in attesa per trovare un altro medico. Ma qui, in via Roma, tra le persone in coda, nessuno crede al provvedimento emesso dall’Asl. Signora, ma lei lo sa che al dottore hanno revocato la convenzione? «Guardi, io non ci credo. Se ne scrivono di tutti i colori, ormai» risponde quasi scocciata mentre attende il turno. Scusi ma lei perché è qui? E’ una sua paziente? «No, non sono una sua mutuata. Arrivo da Torino per ottenere l’esenzione dal vaccino per poter lavorare» prosegue fiera. Come la signora torinese, fuori dallo studio, sono tutti in attesa dei certificati.
Per rilasciarli il dottor Delicati avrebbe anche escogitato un sistema infallibile. Il meccanismo funzionerebbe così: per ottenere l’esenzione ci si deve iscrivere in una lista che viene compilata fuori dallo studio. Alle 17,30 sono già 102 le persone registrate. Poi esce dallo studio una ragazza con in mano una mazzetta di certificati da distribuire, ma al momento di consegnarli, tra le persone in coda, qualcuno le fa presente che è meglio entrare nello studio lontano da occhi e orecchie indiscrete.
«Ci sono i giornalisti», puntualizza un uomo. E così, in barba al distanziamento sociale imposto dalla pandemia e dalla curva dei contagi in crescita, tutti si ammassano nella sala d’attesa dello studio medico.
La vicenda del medico ha dell’incredibile, in quanto fa “collezione” di sanzioni e provvedimenti. Senza contare gli aspetti penali. Alla revoca dell’accreditamento si aggiunge ora anche la sospensione per sei mesi comminata da parte dell’Ordine dei Medici di Macerata, albo a cui è iscritto. Ma il provvedimento non è esecutivo perché il dottore ha presentato ricorso alla Commissione centrale esercenti le professioni sanitarie di Roma. Federfarma sta inviando ai farmacisti una lettera in cui scrive di non ritenere valide le ricette dematerializzate con prescrizioni e i certificati per ottenere le esenzioni firmate dal medico.
(da La Stampa)

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NO VAX, GIUSY BARBATO UCCISA DAL VIRUS A 37 ANNI

Gennaio 5th, 2022 Riccardo Fucile

L’ASL AVEVA PIU’ VOLTE INVITATO LA FAMIGLIA A VACCINARSI

|Morta di covid a soli 37 anni, Giusy Barbato non si era mai vaccinata.
«Tutti i componenti della famiglia sono stati più volte invitati a vaccinarsi, senza esito».
Così la Asl Napoli 2 Nord, competente sul territorio di 32 comuni della provincia di Napoli, in una nota diffusa a seguito della morte per covid di Giusy Barbato, 37enne di Villaricca nell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore.
I cinque componenti della famiglia, lei compresa, hanno deciso di non vaccinarsi. La Asl, esprimendo «il proprio cordoglio alla famiglia», spiega che «dalla relazione di servizio dei medici che prendono in carico i pazienti a domicilio in quel territorio è emerso che la famiglia era stata contattata in data 22 e 27 dicembre. Nella comunicazione del 22 era stato programmato un tampone per l’intera famiglia in data 23 presso il casello di Giugliano».
La famiglia però, prosegue la nota della Asl Napoli 2, «non si era recata al casello per proprie problematiche e i medici erano riusciti a contattare nuovamente la famiglia solo mediante l’aiuto del medico di medicina generale, in quanto l’unico recapito disponibile non risultava raggiungibile. In data 27 dicembre, a seguito del contatto telefonico, veniva comunque programmato un tampone di controllo per il 2 gennaio. Oggi 4 gennaio è stata dichiarata la guarigione a seguito del tampone negativo dei familiari isolati a casa».
L’Asl ricorda che «in questa fase della pandemia sta seguendo a domicilio centinaia di pazienti, cercando di garantire a tutti le migliori terapie possibili. Attualmente la migliore terapia contro il Covid-19 è la vaccinazione. Per questa ragione tutti i componenti della famiglia di Giusy Barbato sono stati più volte invitati a vaccinarsi senza esito».
(da agenzie)

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