Gennaio 26th, 2022 Riccardo Fucile
LA IPOTESI SPALLATA DI SALVINI CON LA CASELLATI RISCHIA DI FINIRE IN UN AUTOGOL
I pontieri dei partiti che nel Transatlantico si scambiano indicazioni possibili sono
convinti che oggi è il giorno della svolta nelle trattative. E sul piatto, al momento, gli scenari più chiacchierati sono due.
O si va su un presidente eletto tra le gomitate, con Salvini che gioca l’all-in su Casellati. Oppure si converge su una figura più condivisa ed è il nome di Pier Ferdinando Casini a prendere spazio nelle conversazioni.
L’ipotesi Mario Draghi resta sull’orizzonte, con un attivissimo Bruno Tabacci che cerca di convincere i grandi elettori che questa sia l’unica strada che garantisca stabilità al Paese. Si prevede che le schede con su scritto «Casini» aumentino, oggi, nell’urna. Potrebbe essere anche il modo per qualche gruppo di contarsi, anche se diversi parlamentari invitano «alla prudenza per non bruciare l’opzione politica più trasversale che ci sia».
L’opzione Casellati, invece, viene considerata ad altissimo indice di rischio. Il segretario della Lega rischia di bruciare la seconda carica dello Stato. Ma, soprattutto, di bruciarsi se l’assalto al quarto scrutinio non riuscisse.
«È normale che le forze di centrodestra si stiano muovendo», ci dice un parlamentare del Misto. «Vogliono provare a chiudere subito su di lei». Le lusinghe sono arrivate al gruppo di circa 40 grandi elettori che hanno votato, in modo compatto, Maddalena ai primi due scrutini. Casellati diventa eleggibile «pur di evitare che sia Draghi a salire al Colle», ci confida uno di loro, contattato da un pontiere leghista.
Per riuscire, l’operazione di Salvini ha bisogno di pescare nel grande gruppo dei 5 stelle. I parlamentari del Pd lo temono, e cercano di riallacciare i rapporti tra le coalizioni nella speranza che si converga su un nome comune, piuttosto che rischiare di perdere la partita.
Ma la Lega, d’altro canto, deve guardarsi da Fratelli d’Italia: seppure con un numero limitato di grandi elettori, il partito di Giorgia Meloni oggi ha lanciato un segnale, non rispondendo alla prima chiama. Potrebbero contarsi inserendo il nome di Guido Crosetto nell’urna. Fratelli d’Italia spinge per lo stallo, nell’ottica di far palesare le difficoltà di questo parlamento e sperare in uno scioglimento delle Camere. Allora sì che gli equilibri nel centrodestra cambierebbero anche a Montecitorio, mentre adesso il consenso di Meloni si traduce soltanto nei sondaggi.
Il partito di Draghi
Ecco, le due forze in gioco, in questo momento, sembrano essersi ricomposte in due schieramenti fluidi che non rispondono pienamente alle indicazioni di partito: ci sono i grandi elettori che lavorano affinché perduri lo stallo e chi, invece, scommette sulla chiusura lampo alla quarta chiama. Più passa il tempo, più tornano a crescere le chance per Draghi, che in questo momento deve sperare di riuscire a costruire un rapporto di fiducia con Salvini e Conte, i due leader a capo dei gruppi parlamentari più corposi, ma anche quelli che hanno espresso per primi il desiderio che il presidente del Consiglio resti a Palazzo Chigi. E sullo sfondo, nessuno considera definitivamente chiusa la porta del Quirinale per Sergio Mattarella: che in una situazione di blocco totale i grandi elettori, come successe nove anni fa per Giorgio Napolitano, possano andare a bussare alla sua porta, con il capo cosparso della cenere di tutte le candidature bruciate nelle prime chiame?
(da Open)
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Gennaio 26th, 2022 Riccardo Fucile
QUESTA SAREBBE L’ASSO NELLA MANICA?
La rete non dimentica, soprattutto quando si parla del nome di quello che viene indicato come “un alto profilo” in lizza per essere eletto come nuovo Presidente della Repubblica italiana. Anche se il centrodestra non l’ha inserita nella rosa dei nomi per il Quirinale, Maria Elisabetta Alberti Casellati è l’asso nella manica della coalizione. Nelle prossime ore proseguiranno i contatti e gli incontri per tentare di sondare il terreno (che potrebbe essere già fertile) con il MoVimento 5 Stelle e Italia Viva. Una personalità che dovrebbe unire e che, invece, è destinata dividere. Anche per alcuni episodi del passato, più o meno recente.
Il casus belli (ma è uno tra i tanti) è rappresentato da questo video. Era l’11 aprile del 2011 e l’allora sottosegretaria alla Giustizia del governo Berlusconi, era ospite di Lilli Gruber negli studi di Otto e Mezzo, su La7. Si parlava del caso che aveva diviso l’opinione pubblica e che, ben presto, divenne anche oggetto di un’indagine giudiziaria e di un processo: l’incontro tra il leader di Italia Viva e quella giovane ragazza, minorenne, spacciata per la nipote di Mubarak soccorsa in un momento di difficoltà.
Casellati parlò di una telefonata intercorsa tra lo stesso Berlusconi e il presidente egiziano, con quest’ultimo che – ancor prima di quell’incontro nella villa di Arcore con la giovane – gli avrebbe parlato proprio di questa sua nipote. La storia, poi, ha raccontato una vicenda ben diversa. Ruby non era la nipote di Mubarak e il suo vero nome è Karima El Mahroug:
“Quando Berlusconi ha incontrato Mubarak prima di questo episodio (si fa riferimento alla famosa telefonata fatta alla Questura di Milano per chiedere l’immediato rilascio di Ruby, ndr) pare che sia venuto fuori da alcune testimonianze che proprio nell’incontro Mubarak aveva parlato di questa sua nipote, ed era un incontro ufficiale”.
Un “pare che” spacciato per verità in diretta televisiva, durante una delle trasmissioni con più audience dell’epoca. Anche perché il caso Ruby era sulla bocca di tutti per via della personalità coinvolta: l’allora Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi.
E ora che il nome di Maria Elisabetta Alberti Casellati sembra essere quello forte per il Quirinale, inevitabilmente questo estratto video è tornato a circolare in rete. Così come accadde nel 2018 dopo le elezioni politiche, quando Lega e MoVimento 5 Stelle sostennero la sua figura per l’elezione alla Presidenza del Senato.
(da NetQuotidiano)
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Gennaio 26th, 2022 Riccardo Fucile
MA CHE OGGI SONO GIA’ NEL DIMENTICATOIO
Marcello Pera, Carlo Nordio e Letizia Moratti sono i nomi proposti dalla coalizione
del centrodestra come candidati per il Quirinale: ognuno di loro si è macchiato di almeno un’uscita a dir poco “infelice” ed incompatibile con la possibilità di diventare prima carica dello Stato
Dalla conferenza stampa nell’Auletta di gruppo per la presentazione dei nomi del centrodestra per il Colle sono emerse tre personalità che Salvini, Meloni e Berlusconi proveranno a proporre al centrosinistra per un accordo: sono l’ex senatore di FI e Presidente del Senato nella XIV Legislatura Marcello Pera, dell’assessora al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti e di Carlo Nordio, ex procuratore aggiunto della Procura di Venezia. “Nessuno di loro – ha detto Salvini – ha una tessera di partito ma hanno ricoperto ruoli importanti”. Nomi che per la coalizione a trazione leghista sono autorevoli al punto da poter mettere tutti d’accordo, ma che nei fatti vantano un passato di opinioni inaccettabili per qualcuno che intenda ricoprire la più alta carica dello Stato.
Marcello Pera e la paura per un’Europa “meticcia”
Era l’agosto del 2005 e un intervento di Marcello Pera al Meeting di Rimini fece particolarmente scalpore. Da presidente del Senato in carica, parlò di multiculturalismo in questi termini: “Non c’è altra strada, o ci impegniamo a integrare gli altri facendoli diventare cittadini della nostra civiltà – la nostra educazione, la nostra lingua, la coscienza della nostra storia, la condivisione dei nostri principi e valori – oppure la partita dell’integrazione è perduta. L’immigrazione incontrollata dà luogo ad una popolazione di meticci”. Per il candidato presente nella “rosa” di nomi del centrodestra per il Quirinale da proporre a Partito democratico e Movimento 5 Stelle l’occidente stava attraversando una grave crisi morale mentre “i nemici esterni hanno dichiarato una guerra santa, come dicono i terroristi islamici”. Un trionfo di xenofobia e visione retrograda del mondo che appariva obsoleta già nel 2005. Valeria Rossi Dragone, allora presidente del Centro italiano aiuti all’infanzia (Ciai) parlò di discorso “preoccupante” e si disse “orgogliosa di affermare che, le nostre, sono famiglie ‘meticce’; famiglie create con la consapevolezza e senza la paura di ‘mischiarsi’, nelle quali la differenza viene sempre considerata un valore, un accrescimento”.
Letizia Moratti e i vaccini in base al Pil
Per quanto riguarda l’altra candidata del centrodestra, l’assessora al Welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti, esattamente un anno fa fece discutere la sua proposta – rivolta all’allora commissario per l’emergenza Arcuri – di introdurre quattro parametri per stabilire le dosi di approvvigionamento dei vaccini anti-covid, dei quali stava prendendo il via la distribuzione: densità abitativa della regione, Pil, la maggiore mobilità e quanto il territorio sia stato colpito dalla pandemia. Alla parola “Pil” molti storsero il naso e accusarono Moratti di voler favorire le regioni più ricche. “Non ho mai pensato – si difese in Consiglio comunale – di declinare vaccini e reddito: il Pil è un indicatore economico-finanziario che attesta l’attività in una Regione che è il motore dell’Italia”. Moratti precisò che si trattava soltanto di punti “da sviluppare in sede di conferenza Stato-Regioni per il miglioramento del piano vaccinale”.
Carlo Nordio e la pedofilia “orientamento sessuale”
Più recente invece l’uscita imbarazzante di Carlo Nordio, che nel giugno dello scorso anno durante un’audizione della Commissione Giustizia del Senato aveva definito la pedofilia un “orientamento sessuale” per attaccare il Ddl Zan. “Quando si parla di orientamento sessuale si dà una definizione spuria estremamente ambigua che minaccia di ritorcersi contro le intenzioni del legislatore”, disse. “Se una persona dicesse ‘io i pedofili li metterei tutti al muro’ – spiegò – sarebbe incriminabile in base al ddl Zan, perché la pedofilia è un orientamento sessuale. È un orientamento perverso, ma noi sappiamo che non c’è nulla di più volatile della concezione del sesso che noi abbiamo”.
(da agenzie)
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Gennaio 26th, 2022 Riccardo Fucile
DUE INFERMIERI ARRESTATI A NAPOLI
Un infermiere e un operatore sociosanitario simulavano la somministrazione di vaccinazioni anti Covid-19, disperdendo le dosi in un batuffolo di ovatta, in cambio della consegna di 150 euro da parte dei pazienti che così ottenevano il Green pass.
Per questo i due, dipendenti della Asl Napoli Centro, impegnati in un hub vaccinale della città come infermiere e operatore socio sanitario, sono stati arrestati dai militari del Nas di Napoli in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli.
I reati contestati sono corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, peculato e falso in atto pubblico. In totale sono oltre 30 i casi emersi di persone, reclutate dall’operatore socio sanitario, che previa consegna di 150 euro ricevevano una vaccinazione in realtà mai avvenuta da parte dell’infermiere, che disperdeva le dosi in un batuffolo di ovatta.
(da agenzie)
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Gennaio 26th, 2022 Riccardo Fucile
DA ASTROLOGO A SEDICENTE FILOSOFO
Olavo de Carvalho era un astrologo. Autoproclamatosi filosofo, negli ultimi anni si
era dedicato alle teorie cospirazioniste sul Covid, tanto da diventare il guru della famiglia di Jair Bolsonaro, presidente del Brasile.
Olavo de Carvallho è morto di Covid-19 in Virginia, negli Stati Uniti, dove aveva vissuto negli ultimi 20 anni. Aveva 74 anni e aveva deciso di non vaccinarsi. Bolsonaro ha subito omaggiato il suo guru: «Olavo è stato un gigante nella lotta per la libertà e un faro per milioni di brasiliani. Il suo esempio ei suoi insegnamenti ci segneranno per sempre. Che Dio lo accolga nella sua infinita bontà e misericordia e conforti la sua famiglia».
Commenti anche dall’account Twitter del governo: «Contributo inestimabile al pensiero filosofico e alla conoscenza universale, Olavo lascia un’eredità monumentale».
Diverso il commento di uno dei figli, suo contestatore e unico a confermare che la morte è arrivata a causa del Covid: «Che Dio lo perdoni per tutti i mali che ha commesso». Fra gli allievi di Olavo ci sono stati anche i figli di Bolsonaro, senza contare diversi ministri del suo governo.
L’astrologo è molto noto anche come scrittore. Come riporta Abc International il suo Il minimo che devi sapere per non essere un idiota del 2018 aveva venduto oltre 400 mila copie. Nella cerchia di Carvallho c’era anche Steve Bannon, tra le voci più importanti che hanno formato il pensiero politico di Donald Trump. Olavo, ricoverato all’ospedale di Richmond dal 16 gennaio verrà sepolto in Brasile.
(da agenzie)
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Gennaio 26th, 2022 Riccardo Fucile
“INFEZIONI RARE NEI BIMBI MA IL VACCINO SALVA LA VITA“
Lorenzo Gazzano, 10 anni, è la più giovane vittima di Covid-19 in Piemonte. Abitava a Nucetto in provincia di Cuneo ed è deceduto all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino.
Lorenzo, come molti bambini della sua età, non era vaccinato. Ma il padre Simone ha spiegato al Corriere della Sera che la sua non è una famiglia No vax: «Appena abbiamo potuto abbiamo fatto tutti il vaccino, noi e gli altri nostri due figli. Il piccolo era in forse perché il vaccino non era ancora obbligatorio, lui prendeva delle medicine e così non era ancora stato vaccinato. Poteva prendere il Covid come tanti altri e superarlo. Invece, è andata così».
Franca Fagioli, direttrice del dipartimento di Patologia e cura del bambino dell’ospedale Regina Margherita, dice oggi all’edizione torinese di Repubblica che il bambino non era vaccinato perché «aveva avuto un episodio di epilessia da piccolo ma nient’altro. E’ arrivato da noi in una condizione molto compromessa. La diagnosi dell’ospedale di Mondovì era corretta, rabdomiolisi acuta da virus, un attacco sistemico ai muscoli. Può succedere anche con una influenza, anche con un trauma. Abbiamo confermato la diagnosi e l’abbiamo messo in terapia intensiva». La dottoressa spiega che anche un bambino con attacchi epilettici può essere vaccinato. E spiega che le controindicazioni valgono «in caso di allergie gravi, ma in ogni caso il vaccino si fa sotto stretta osservazione in ambiente protetto. Di fatto non ci sono controindicazioni».
Vaccini e bambini
Alberto Villani, primario di Pediatria dell’ospedale Bambino Gesù di Roma ed ex presidente della bSip, la Società italiana di pediatria, spiega invece che la morte per Covid-19 nei bambini è un evento raro: «Da noi ci sono 60 bambini ricoverati, di cui 6 in terapia intensiva». Per quanto riguarda i sintomi, ««Nella stragrande maggioranza dei casi se la cavano con forme molto lievi: febbre, tosse, raffreddore. Ma possono subentrare problemi respiratori o la Mis-C, la sindrome infiammatoria multiorgano tipica dell’età evolutiva che a sei-otto settimane dall’infezione porta a una situazione talmente critica da richiedere in due casi su tre la rianimazione a causa di disturbi cardiologici e del sistema nervoso. Poi ci sono le miocarditi che tanto spaventavano durante le prime vaccinazioni degli adolescenti e invece hanno conseguenze serie quando sono innescate dal virus. E ancora il long Covid che colpisce il 5-7% di coloro che hanno contratto l’infezione e a distanza di tempo presentano astenia, stanchezza cronica, disturbi gastro-intestinali, sintomi di interesse neuro-psichiatrico». La vaccinazione, invece, salva la vita: «Anche se c’è una percentuale di possibili reinfezioni dopo la somministrazione, la malattia non si sviluppa in forma severa. Grazie alla vaccinazione, ad esempio, la sindrome Mis-C negli over 12 si presenta sempre più raramente. E i bambini in rianimazione, come gli adulti, sono i non vaccinati».
(da agenzie)
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Gennaio 26th, 2022 Riccardo Fucile
ARRESTATO: AVEVA CAMBIATO LA FOTO SULLA CARTA D’IDENTITA’
Un disoccupato di 30 anni di Cagliari è stato arrestato in flagranza di reato perché
voleva ricevere il vaccino anti-Covid-19 usando documenti falsi.
L’uomo si è presentato all’hub della Fiera per ricevere la prima dose, ma non era la persona indicata nei documenti. Secondo il racconto dell’uomo un amico No vax gli aveva dato la propria carta di identità e la tessera sanitaria per ricevere il vaccino al posto suo in cambio di una cena al ristorante.
E per rendere più credibile la truffa sulla carta di identità aveva sostituito la sua fotografia con quella del 30enne. Quando è arrivato il suo turno, l’uomo ha fatto vedere i documenti all’infermiera. Accanto era presente un poliziotto che si è accorto del falso e ha smascherato l’impostore. Gli uomini della Seconda Sezione della Mobile erano presenti nell’hub proprio per vigilare sulla regolarità delle procedure di vaccinazione e a tutela del personale sanitario contro eventuali atti dimostrativi dei no vax.
L’arrestato dovrà rispondere anche dei reati di sostituzione di persona e di falsa attestazione di identità a Pubblico Ufficiale. Su disposizione del Pubblico Ministero il 30enne, pregiudicato, è stato messo ai domiciliari. Anche l’amico, un quarantenne di Cagliari, gestore di un autonoleggio, è stato denunciato per concorso nel reato di uso di documento falso.
(da agenzie)
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