Febbraio 24th, 2023 Riccardo Fucile
“GLI ITALIANI SONO PREOCCUPATI (79%) PER IL PERDURARE DEL CONFLITTO, MA SOPRATTUTTO PER LE SUE RICADUTE ECONOMICHE (IL 49%) PIÙ CHE PER LE CONSEGUENZE UMANITARIE (14%)” …. SOLO IL 7% STA CON PUTIN, MA IN FDI E LEGA LA MAGGIORANZA DEGLI ELETTORI E’ CONTRARIA A INVIARE ARMI ALL’UCRAINA: SONO I CACASOTTO SOVRANISTI, SENZA VOLORI E DIGNITA’, CHE PENSANO SOLO AI QUATTRINI, UNICO SCOPO DELLA LORO MISERABILE VITA
Oggi l’«Operazione Speciale» di Vladimir Putin in Ucraina compie un
anno. L’invasione del paese guidato da Volodymyr Zelensky da parte della Russia ha cambiato la storia d’Europa. Forse in modo irreversibile. E ha spinto l’Occidente a sostenere Kiev. Una scelta effettuata in ambito Nato che ha diviso le opinioni pubbliche mondiali.
Il Corriere della Sera pubblica oggi i risultati di un sondaggio di Ipsos. L’istituto guidato da Nando Pagnoncelli illustra in che modo l’opinione pubblica italiana si schiera riguardo la guerra e l’invio di armi. La rilevazione è stata effettuata tra 21 e 23 febbraio. Sull’invio delle armi i risultati sono piuttosto netti: il 45% è contrario e il 34% è favorevole. Qui il dato interessante è un altro: anche gli elettori di Fratelli d’Italia sono in maggioranza contrari (47% contro 39%).
Favorevoli e contrari
Nella coalizione di centrodestra gli elettori della Lega sono ancora più a sfavore: 55% contro 32%. Mentre quelli di Forza Italia sono favorevoli: 51% a 40%. I risultati si ribaltano tra gli elettori del Partito Democratico: 52% contro il 36% di contrari. E tra quelli del Terzo Polo formato da Azione e Italia Viva: 55% a 33%. Invece nel Movimento 5 Stelle la linea è di nuovo ostile all’invio: 54% contro 30% di favorevoli.
«Gli italiani confermano di essere preoccupati (tra molto e abbastanza sono il 79%) per il perdurare del conflitto – spiega Pagnoncelli -. Lo sono soprattutto per le sue ricadute economiche (il 49%) più che per le conseguenze umanitarie (14%)». E sta crescendo anche il timore che la guerra possa «degenerare in un conflitto mondiale». Il 30% del campione di Ipsos è convinto che la guerra durerà ancora per diversi anni.
La durata del conflitto
Mentre per il 30% ci vorrà almeno un altro anno per arrivare al cessate il fuoco. Per quanto riguarda con chi si schierano gli italiani, la maggioranza è a favore di Kiev (47%) rispetto a Mosca (7%).
Ma i consensi sono scesi di dieci punti in un anno. «In compenso – osserva Pagnoncelli – è cresciuta la quota (dal 38% al 46%) di quelli che non si schierano con nessuna delle due parti».
§Ma è anche scesa la percentuale degli italiani favorevoli alle sanzioni alla Russia. Erano il 55% nel marzo 2022. Sono il 46% oggi. Mentre i contrari sono passati dal 31% al 38%. Sull’invio di armi gli italiani erano contrari già un anno fa: 47% contro il 33%. Ora sono 45 contro 34.
(da agenzie)
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Febbraio 24th, 2023 Riccardo Fucile
NELL’ANNIVERSARIO DELL’INVASIONE RUSSA, IL PRESIDENTE UCRAINO HA TENUTO UN DISCORSO NEL CENTRO DI KIEV
«Siamo forti e siamo pronti a tutto. Sconfiggeremo tutti, perché siamo l’Ucraina!». Suona la carica il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha ricordato l’anniversario dell’invasione russa con un appello sui social rivolto a tutti i cittadini.
«L’Ucraina ha ispirato e unito il mondo e non si fermerà fino a quando gli assassini non saranno assicurati alla giustizia», ha aggiunto il presidente.
Poi, il ringraziamento a chi è in prima linea per resistere all’aggressione russa. «Sono i nuovi eroi. I difensori di Kiev, i difensori dell’Azovstal. Le imprese realizzate da intere città. Karkhiv, Chernihiv, Mariupol, Cherson, Mykholaiv, Gostomel, Volnovalka, Bucha, Irpin, Okhtyrka: città eroiche. Le capitali dell’invincibilità», ha detto Zelensky.
Nel suo appello ai cittadini, il presidente ucraino ha descritto il 24 febbraio 2022, inizio dell’invasione russa, come «il giorno più lungo della nostra vita, il giorno più difficile della nostra storia moderna».
Quel giorno, ha insistito Zelensky, «ci siamo svegliati presto e da allora non ci siamo più addormentati». Su Twitter, il presidente ucraino ha anche condiviso un breve video che ripercorre alcuni momenti salienti della guerra, intitolato: «A year of tears», un anno di lacrime.
Il discorso in piazza a Kiev
Oltre all’appello diffuso sui social, il presidente ucraino ha tenuto in mattinata un discorso nella piazza Santa Sofia, a Kiev, per ringraziare chi è impegnato a combattere e commemorare «gli eroi» caduti in battaglia con un minuto di silenzio.
«Gloria a tutti quelli che stanno combattendo adesso – ha aggiunto il leader nel suo discorso in piazza -. Il vostro sforzo rende più vicina la vittoria e decide se l’Ucraina esisterà ancora». Poi, un messaggio rivolto direttamente a chi è impegnato sul campo. «Ogni giorno dipende da te, soldato ucraino. Sei la persona più importante, sei la ragione per cui sono oggi ancora vivi milioni di ucraini. Sei il motivo per cui suonerà la vittoria», ha detto Zelensky nel discorso tenuto in presenza delle truppe ucraine schierate a piazza Santa Sofia, a Kiev.
Durante la cerimonia, il presidente ucraino ha consegnato medaglie e onorificenze ai soldati e alle famiglie dei militari caduti al fronte.
(da agenzie)
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Febbraio 24th, 2023 Riccardo Fucile
DALL’OPERAZIONE “LANCIO DELLA MANGUSTA” ALL’INTERVISTA ALLA BLOGGER MARIANNA: I SERVI ITALIANI AL SERVIZIO DI MOSCA
Un anno fa, la Russia di Vladimir Putin negava di voler invadere
l’Ucraina. Il timore per questa scelta bellicista del Cremlino circolava da quasi un anno, soprattutto negli ultimi mesi con l’invio delle truppe ai confini con l’Ucraina per quelle che si rivelarono delle finte esercitazioni.
L’attacco è stato ampiamente preparato anche dal punto di vista mediatico, con false notizie e depistaggi che fungevano a creare disordine e sfiducia nell’Occidente.
Un processo di disinformazione che trovava terreno fertile grazie a due anni di pandemia dove terrore e malumore hanno rafforzato un sentimento contro le istituzioni e la scienza. Non è difficile, infatti, riscontrare come gli scontenti, i No vax e i teorici del complotto si siano facilmente identificati nella propaganda russa chiaramente anti occidentale.
Oggi, 24 febbraio 2023, possiamo osservare i frutti della propaganda russa, in particolare in Italia.
A dicembre avevamo pubblicato una galleria con tutta la disinformazione relativa all’invasione russa in Ucraina, ma dobbiamo soffermarci su alcuni degli episodi chiave.
Il primo è senz’altro l’operazione “Lancio della mangusta” messa in opera dai filorussi delle due autoproclamate repubbliche separatiste del Donbass, Donetsk e Lugansk. Il nome è stato scoperto attraverso la lettura dei metadati dei video in cui entrambi i leader delle “repubbliche” lanciarono un appello alla popolazione in vista di una presunta offensiva di Kiev. Era tutto programmato, i metadati non mentono: le riprese vennero realizzate nei giorni precedenti per poi diffondere il messaggio come “odierno”.
Mentre i russi e filorussi parlavano di un presunto attacco ucraino, in occidente si temeva l’attacco russo indicando una data di inizio poi rivelatasi sbagliata. Ad esaltare l’errore fu un editoriale di Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano il 23 febbraio 2022, nel quale accennava a una «ennesima fake news americana dell’invasione russa dell’Ucraina (ancora rinviata causa bel tempo), eravamo tutti col fiato sospeso in attesa del Verbo». Il giornalista non poteva immaginare che il giorno dopo avrebbe avuto inizio l’invasione su vasta scala del Paese. Questi sono proprio gli episodi che generano conflitto e confusione e che fanno gioco alla propaganda russa.
Dall’infodemia della Covid a quella della guerra. Difficile contare il numero di fonti Telegram in lingua russa, ucraina, inglese e via dicendo. Come a inizio pandemia, molti vennero creati con l’obiettivo di attirare iscritti e crearsi delle community capaci di diffondere i contenuti condivisi, verificati o meno. Al contrario, più il contenuto era adatto al target di riferimento e più si spingeva nonostante tutto. Un canale in particolare ha avuto un ruolo nella propaganda russa in quanto sponsorizzato dal Ministero della Difesa russo: “War on Fakes“.
Siamo a conoscenza di questo canale Telegram e del suo omonimo sito fin dai primi giorni dell’invasione russa, rendendoci conto di un particolare molto importante: il dominio del sito venne creato la mattina 24 febbraio 2022, il giorno stesso in cui Vladimir Putin diede il via al conflitto.
Lo scopo? Un sito anonimo di finto fact-checking per diffondere false notizie e teorie del complotto certificate dalle istituzioni russe. I contenuti pubblicati all’interno del canale Telegram venivano poi ripresi e condivisi dagli account ufficiale dei Ministeri e delle ambasciate russe nel mondo, come nel caso della Strage di Bucha e del bombardamento dell’ospedale di Mariupol.
Nei primi giorni di aprile 2022, una volta diffuso il video dei cadaveri ripresi da un auto in una strada di Bucha vennero condivisi dei brevi frangenti per sostenere che si trattasse di una messinscena. «Bucha il “cadavere” sulla destra muove la mano, nello specchietto il cadavere dietro si mette a sedere dopo che l’auto è passata. Favoloso! Mi mancavano i cadaveri post covid che fumavano o si grattavano» scriveva un utente via Twitter, confermando quanto l’infodemia e le false notizie sulla pandemia abbiano facilitato certe credenze a favore della propaganda russa. A generare questa narrazione fu proprio il canale “War on Fakes”, pubblicando un post Telegram condiviso a stretto giro dal canale ufficiale del Ministero della Difesa russo.
Il canale “War on Fakes” inculcò in dubbio sui fatti di Bucha contestando le tempistiche, insinuando che gli autori della strage non potevano essere i russi in quanto avrebbero abbandonato la città il 30 marzo. Per dare credito a questa ricostruzione, in molti condivisero il video del sindaco di Bucha che, come abbiamo spiegato a Open Fact-checking, non confermava affatto la teoria. Lo stesso video del sindaco venne condiviso da Toni Capuozzo in un post Facebook del 5 aprile 2022. Il giornalista italiano, supportato anche da Nicola Porro attraverso il suo blog, è stato uno dei più seguiti commentatori della Strage di Bucha, alimentando i dubbi sulle responsabilità dei russi rivolgendo il mirino verso i soldati ucraini.
A seguito del bombardamento dell’ospedale di Mariupol, ad opera dell’esercito invasore il 9 marzo 2022, il canale “War on Fakes” accusò due ragazze in stato di gravidanza di essere la stessa persona che interpretava entrambe in favore della propaganda ucraina. Il falso fact-checking, pubblicato il 10 marzo, venne poi ripreso dalle ambasciate russe via Twitter, in particolare da quella nel Regno Unito dove condivideva le foto delle due ragazze con la scritta «Fake». Le due giovani vennero prese di mira dai filorussi, ma solo una riuscì a commentare l’accaduto: Marianna, la ragazza identificata come «beauty blogger» e unica sopravvissuta tra le due.
Qualche settimana dopo il bombardamento, i media ucraini accusarono i russi di aver rapito la giovane neomamma.
Giorgio Bianchi, fotoreporter italiano e noto filorusso poi candidato tra le file di Italia Sovrana e Popolare alle elezioni del 2022, incontrò e intervistò Marianna per conto di VisioneTV con l’obiettivo di smentire questa narrazione. Nel corso del loro dialogo, la giovane dichiara di non aver «visto questa informazione» su di lei e la ragazza poi deceduta, nessun accenno agli autori della falsa notizia sul loro conto nemmeno da parte dell’intervistatore. La stessa Marianna, intervistata successivamente dalla BBC, afferma di essere stata inondata di messaggi accusatori e minacciosi a causa della falsa notizia diffusa dalle autorità russe sul suo conto.
Tuttavia, come riporta il media britannico, Marianna si è astenuta dal criticare direttamente i funzionari russi, preferendo addossare la colpa ai fotografi di AFP per aver diffuso le foto e che queste avrebbero scatenato la fantasia dei suoi accusatori.
VisioneTV, il canale dove Giorgio Bianchi ha fornito l’intervista a Marianna, è gestito da Francesco Toscano, già co-fondatore di Vox Italia con il filosofo Diego Fusaro amico di Aleksandr Dugin.
Nel corso del 2022, il titolare del canale televisivo online è stato protagonista delle elezioni italiane con il partito politico Italia Sovrana e Popolare insieme a Giorgio Bianchi. Il sostegno alla narrazione russa continua, come dimostrato dal tweet dell’ambasciata russa in Italia del 10 febbraio 2023 dove annuncia la diretta in italiano del discorso di Vladimir Putin trasmesso da VisioneTV.
La propaganda russa è riuscita a penetrare in Italia, in un modo o nell’altro, attraverso diversi canali, consapevoli o meno, alimentando ancora di più i dubbi sul conflitto e alimentando un odio anti ucraino, anti europeo e anti americano.
Un’operazione che però non è affatto partita lo scorso 24 febbraio 2022, ma già dalla prima invasione in Ucraina del 2014 grazie a canali nati lo stesso anno come Pandora TV del defunto Giulietto Chiesa, quest’ultimo utilizzato dall’ambasciata russa in Italia per sostenere la falsa narrazione del “colpo di Stato nazista in Ucraina nel 2014“.
(da Open)
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Febbraio 24th, 2023 Riccardo Fucile
IL SUO SALOTTO HA FATTO LA STORIA DELLA TV… INVENTO’ IL TALK SHOW ALL’ITALIANA, DA “BONTA’ LORO” AL SUO “MAURIZIO COSTANZO SHOW”
Maurizio Costanzo è stato un gigante della televisione, e non solo per la sua mole. Per diversi anni è stato l’autore e conduttore più importante della televisione italiana. Il suo Maurizio Costanzo Show, per almeno un decennio, è stato considerato il salotto mediatico per eccellenza, amato e temuto da personaggi dello spettacolo e della politica.
Gli inizi tra giornali e musica
Nato a Roma il 28 agosto 1938, Costanzo decise di abbandonare gli studi subito dopo il liceo per inseguire il suo grande sogno: diventare giornalista. La sua carriera è partita nel 1956 come cronista del quotidiano romano Paese Sera: aveva appena 18 anni. Passato al Corriere Mercantile di Genova, nel 1960 divenne caporedattore del settimanale Grazia. Il suo debutto radiofonico risale al 1963 come autore del programma Canzoni e nuvole, condotto da Nunzio Filogamo. Grazie a una forte personalità e una creatività fuori dal comune, Costanzo iniziò in quegli anni una veloce scalata al successo, riuscendo anche a imporsi come autore musicale: insieme al commediografo Ghigo De Chiara e a Ennio Morricone, ha scritto uno dei brani simbolo dei nostri anni Sessanta, Se telefonando, portato al successo da Mina.
I primi talk-show
Nel 1970 condusse con grande successo il programma radiofonico Buon pomeriggio, inaugurando una fase cruciale per la sua carriera. Verso la fine del decennio, infatti, Costanzo impose in televisione una inedita forma di intrattenimento: il talk-show. Prima con Bontà loro (1976-1978), poi con Acquario (1978-1979) e poi con Grand’Italia (1979-1980). Dopo la breve esperienza di Fascination, nel 1982 Costanzo lanciò quello che ancora oggi è considerato il modello dei talk-show all’italiana, il Maurizio Costanzo Show. Un salotto ambitissimo e controverso, che ha sostanzialmente lanciato personaggi del mondo spettacolo e non solo, da attori come Valerio Mastandrea e Ricky Memphis a futuri esponenti politici come Vittorio Sgarbi. In quel periodo Costanzo profuse il massimo sforzo nella lotta contro la mafia. Amico personale del giudice Giovanni Falcone, arrivò a bruciare in diretta tv una maglietta con la scritta “Mafia made in Italy”.
Nel ’93 l’attentato in via Fauro
Il 14 maggio 1993 una macchina imbottita di tritolo saltò in aria a Roma, in via Fauro, a pochi metri dal Teatro Parioli, sede storica del programma, proprio mentre Costanzo transitava con la sua auto: l’attentato rimase per fortuna senza conseguenze. Costanzo ha poi consolidato la sua fama anche con programmi di larghissimo ascolto come Buona domenica, il contenitore domenicale di Mediaset, di cui è stato conduttore a più riprese. Proprio in questo programma, soprattutto nelle sue ultime conduzioni, Costanzo ha creato un format più legato ai protagonisti dei reality e della cronaca rosa, inaugurando un taglio molto leggero e non lontano dal trash.
Costanzo e il cinema, da Pasolini, Avati a Scola
Resta comunque la sua impronta sulla storia della televisione e della radio degli ultimi decenni, corredata anche da incursioni in teatro, nel cinema e nella carta stampata: collaborò ad esempio alla prima stesura del Salò di Pasolini e alla sceneggiatura di diversi film di Pupi Avati (tra cui Bordella e La casa dalle finestre che ridono) e soprattutto di Una giornata particolare di Ettore Scola. Fu lui a scoprire un giovanissimo Paolo Villaggio, con il quale disegnò il personaggio di Fracchia.
Costanzo giornalista
Come giornalista, nel 1978 è stato direttore della Domenica del Corriere, mentre l’anno successivo divenne fondatore e direttore de L’occhio, una sorta di tabloid all’italiana che finì però i suoi giorni in tribunale per il coinvolgimento dell’editore Angelo Rizzoli nell’inchiesta sulla loggia massonica P2. Lo stesso Costanzo rimase coinvolto nella vicenda legata alla loggia guidata da Licio Gelli.
Negli ultimi anni Costanzo aveva collaborato come opinionista con numerosi quotidiani nazionali ed emittenti radiofoniche. Dal 1995 al 2009 è stato docente presso la facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma. Nel 2009 l’università Iulm di Milano gli ha assegnato la laurea Honoris Causa in giornalismo, editoria e multimedialità.
Amori, mogli e figli
Anche sentimentalmente Costanzo ha avuto una vita molto movimentata: dopo tre matrimoni (con Lori Sammartino, Flaminia Morandi, da cui ha avuto due figli, Camilla e Saverio, apprezzato regista cinematografico, e Marta Flavi), e una lunga convivenza con Simona Izzo, nel 1995 ha sposato Maria De Filippi, con la quale nel 2004 ha adottato Gabriele.
(da La Repubblica)
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Febbraio 23rd, 2023 Riccardo Fucile
SARÀ UN CASO O IL SIPARIETTO ERA PREPARATO? DI SICURO GLI ALTRI GIORNALISTI INVIATI IN UCRAINA NON L’HANNO PRESA BENE
La giornalista che, durante la conferenza stampa di Giorgia Meloni e
Volodymyr Zelensky a Kiev, ha chiesto al presidente ucraino cosa pensasse delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi, con tanto di traduzione simultanea della Ducetta, è Monica Guerzoni, la “chigista” del “Corriere della Sera”.
Guarda caso Meloni ha affidato i suoi pensieri alla stessa Guerzoni che ha firmato, nell’edizione di oggi del quotidiano, un articolo contenente un “colloquio” molto ben informato con la premier, in cui si minimizzavano le sparate di Zelensky contro il Cav: “Poteva dire cose ben più pesanti”.
È solo una coincidenza che sia stata la Guerzoni a fare la domanda e a ottenere quelle dichiarazioni? Non è che l’uscita dell’ex comico diventato eroe di guerra era stata preparata, con la regia di Palazzo Chigi?
L’unica cosa certa è che gli altri giornalisti della delegazione spedita a Kiev per seguire l’incontro si sono lamentati del trattamento riservato loro dal governo italiano.
Breve resoconto di una ventina di inviati al seguito di Giorgia Meloni. In treno e in aereo con lei. La premier schiva i giornalisti per tre giorni, e non manda nessuno dello staff per un briefing. Apparentemente l’ordine è: evitiamo che mi facciano un agguato come a Berlino parlando di politica interna. I cronisti «sporcherebbero» la sua immagine internazionale. E così a Irpin si ferma con una tv ucraina e non con gli inviati da Roma.
Ore dopo, mentre i giornalisti mangiano ignari patatine fritte e brodo di pollo nel bar dell’hotel, Meloni rilascia un’intervista non alla Rai, ma al Tg4 dell’alleato Berlusconi.
Palazzo Chigi lo rende noto solo l’indomani, una volta in Italia. Ps: il brodo era buonissimo.
(da Dagonota e La Stampa)
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Febbraio 23rd, 2023 Riccardo Fucile
“NON SAPEVAMO NULLA, NE PARLEREMO NEI DIRETTIVI”. LA PROPOSTA DI FRATELLI D’ITALIA: “SI METTA IN SONNO DALLA LOGGIA” – LUI REPLICA: “NON HO MAI NASCOSTO DI ESSERE MASSONE. NON MI METTERÒ IN SONNO”
L’appartenenza del candidato sindaco Emanuele Montomoli alla Massoneria sorprende e imbarazza i partiti del centrodestra, che ne sostengono la corsa per Palazzo pubblico.
I vertici locali della coalizione preferiscono non commentare le dichiarazioni del fondatore di VisMederi, ma la notizia ha creato grande fermento, provocando la reazione degli organismi superiori.
I rumors riferiscono dell’irritazione con cui a Roma sarebbe stata accolta l’intervista rilasciata da Montomoli a ’La Nazione’, per questo i partiti hanno deciso di mettere in campo ’l’artiglieria pesante’, mobilitando i propri referenti regionali.
Se dunque Forza Italia Siena è attesa a Roma dal vicepresidente nazionale e ministro degli Esteri Antonio Tajani nella giornata di lunedì per un incontro che vede all’ordine del giorno anche il caso Montomoli, per Fratelli d’Italia interviene il parlamentare Fabrizio Rossi in qualità di commissario regionale: “Convocherò al più presto una riunione con i vertici del partito senese – annuncia – per approfondire il tema. Ognuno è libero di fare delle scelte personali, purché non vadano a inficiare la buona amministrazione e la campagna elettorale. Io non sono massone e campo bene lo stesso – aggiunge –. Della cosa è stato informato anche Giovanni Donzelli, ora bisogna capire la linea da tenere”.
Il tutto, mentre all’interno di FdI Siena, nell’ambito di una riflessione con gli alleati, sarebbe stata lanciata la proposta di chiedere a Montomoli di ’congelare’ la sua appartenenza alla Massoneria, “collocandosi in sonno fino al termine del suo mandato amministrativo”.
Ma il caso Montomoli scuote anche la Lega
Gli statuti di FdI e del Carroccio riportano una dichiarata incompatibilità fra l’iscrizione al partito e l’appartenenza alla Massoneria, ma Montomoli è un civico e per questo non è soggetto a tali regole.
Intanto sui social si scatena la polemica politica. Fabio Pacciani, Polo Civico Senese, tuona: “Il problema è il rapporto tra la Massoneria, le istituzioni e le assemblee elettive. Il rischio che si corre è che le decisioni vengano prese al di fuori delle assemblee elettive, rispondendo a logiche e interessi non dell’intera comunità, ma di pochi”.
(da La Nazione)
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Febbraio 23rd, 2023 Riccardo Fucile
HANNO ESPOSTO UNO STRISCIONE CON SU SCRITTO “LO STATO TORTURA. CON ALFREDO, NO AL 41 BIS” E HANNO ACCESO UN FUMOGENO… COMPLIMENTI A PIANTEDOSI, SE AVESSERO AVUTO UN ORDIGNO ESPLOSIVO?
“L’Italia tortura. Con Alfredo no al 41 bis”. E’ lo striscione comparso
sull’Altare della Patria a Roma, in solidarietà con l’anarchico Alfredo Cospito, detenuto al 41 bis nel carcere di Opera a Milano e in scopero della fame da ormai oltre 110 giorni.
Domani, 24 febbraio, è attesa la sentenza di Cassazione sul regime di carcere a cui è sottoposto Cospito.
I manifestanti hanno esposto uno striscione con la scritta “L’Italia tortura, con Alfredo. No 41 bis, no ergastolo” e acceso alcuni fumogeni.
Solo in un secondo momento sono intervenute le forze dell’ordine identificando quattro anarchici.
(da agenzie)
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Febbraio 23rd, 2023 Riccardo Fucile
BLANCO RESTA INDAGATO PER I DANNEGGIAMENTI SUL PALCO
Il bacio sul palco di Sanremo tra Fedez e Rosa Chemical «non è un reato». La procura di Imperia ha infatti chiesto l’archiviazione dell’esposto presentato dal portavoce di Pro Vita & Famiglia, Jacopo Coghe, e dall’ex ministro per la Famiglia, Carlo Giovanardi nei confronti di Fedez e di Rosa Chemical, dopo la performance dei due artisti durante il Festival di Sanremo.
Nell’esposto veniva sostenuto che i due artisti, durante l’esibizione, «hanno tenuto un comportamento di una gravità inaudita in diretta tv che ha portato a un’ondata di indignazione generale per la vergogna, il disagio e la repulsione provocata dalla volgarità di un comportamento che riguarda la sfera sessuale».
L’esposto era stato presentato era stato presentato dall’avvocato Luca Ghelfi sulla base dell’art 529 C.P. (atti e oggetti osceni) e 527 C.P. (atti osceni in luogo pubblico).
Il bacio sul palco e il twerking avvenuto in platea, secondo i magistrati di Imperia, fanno parte di un’esibizione artistica e di conseguenza non rappresentano reato.
Resta invece in sospeso il dossier d’inchiesta su Blanco, indagato per danneggiamenti dopo il “massacro delle rose“, prese a calci e sbattute sul palco dell’Ariston. Nel suo caso la procura ha chiesto alla Rai se effettivamente l’artista ha arrecato danni e, in caso positivo, ha chiesto a Viale Mazzini di quantificarli.
(da agenzie)
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Febbraio 23rd, 2023 Riccardo Fucile
IL PD NON È MAI ANDATO AL VOTO DELLE PRIMARIE CON UN COSÌ NOTEVOLE TASSO DI CONFUSIONE
Anche se tutti i precedenti storici – da Veltroni a Bersani, Renzi,
Zingaretti – dicono di no, stavolta sono in molti a parlare dell’eventualità che il voto degli iscritti che ha premiato Bonaccini e visto seconda, ma battuta, Schlein, possa essere ribaltato da quello dei gazebo di domenica prossima. La prima a crederci è lei, l’avversaria del “segretario in pectore”, che lo ripete in tutte le interviste.
Perché stavolta i timori dei supporters di Bonaccini siano maggiori è presto detto: Schlein si è rivelata più forte, sia pure di poco, nelle metropoli, dove abitualmente l’affluenza ai gazebo è più forte.
Un’alta partecipazione, per dire, oltre un milione di votanti, potrebbe favorirla nello scrutinio finale. Inoltre il Pd non è mai andato al voto delle primarie con un così notevole tasso di confusione: cresce la sensazione che possa succedere di tutto.
(da agenzie)
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