Febbraio 19th, 2023 Riccardo Fucile
3.000 STIPATI NEL CENTRO, L’AMBULANZA E’ ARRIVATA TROPPO TARDI… OGGI ALTRI 296 MIGRANTI ARRIVATI SU 6 BARCHINI
Aveva trent’anni e veniva dalla Costa d’Avorio, come moltissime giovani donne che di nuovo, da mesi, approdano in Italia probabili vittime di tratta. Si è accasciata ed è morta nel girone dantesco dell’hotspot di Lampedusa dove era stata portata insieme alle altre migliaia di migranti arrivati sull’isola negli ultimi giorni.
Sopravvissuta al mare e morta a terra, di cosa esattamente non lo si saprà probabilmente mai, come gli altri due migranti, una bimba piccola ed un ragazzo bengalese anche loro morti nell’hotspot di Lampedusa. “Terza tragedia del genere in pochi mesi all’interno del centro” sottolinea Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim rilanciando la triste notizia su twitter.
Da giorni il centro di contrada Imbriacola è sostanzialmente ingestibile. Ieri mattina, i migranti stipati nella struttura che potrebbe ospitarne 400, hanno toccato i 3850.
Oggi, dopo diversi trasferimenti disposti dal Viminale su navi militari e traghetti sono ancora poco meno di 2900 per i nuovi arrivi di oggi, altri 296 migranti arrivati su sei barconi.
Novanta sono sbarcati senza alcun precedente avvistamento e sono stati soccorsi a molo Madonnina dove sono stati bloccati dai militari della Guardia di finanza della tenenza. Gli altri cinque natanti sono stati avvistati e soccorsi dalle motovedette della Capitaneria e dell’assetto Frontex. Ieri, sull’isola, con 17 imbarcazioni sono arrivati 845 migranti.
E la cooperativa che gestisce il centro di contrada Imbriacola è in enorme difficoltà, senza il personale e le strutture necessarie a gestire un simile afflusso di persone che, ovviamente, arrivano in precarie condizioni di salute. La giovane ivoriana era stata visitata ieri al poliambulatorio dell’isola, era provata per il freddo ma i suoi parametri e le analisi erano nella norma e così è stata accompagnata all’interno dell’hotspot dove nella notte si è sentita male. Quando è arrivata l’ambulanza era già tardi.
(da agenzie)
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Febbraio 19th, 2023 Riccardo Fucile
L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA DA’ LEZIONI DI BON TON E DEFINISCE LA MELONI: “COME HA DETTO BONACCINI, NON E’ FASCISTA, E’ UNA DONNA DI DESTRA IN GAMBA”… AH BEH, SE LO HO DETTO BONACCINI, SIAMO TRANQUILLI… CARO FINI, AL PROSSIMO GIRO SPIEGACI QUALE DESTRA RAPPRESENTA LA MELONI E MAGARI CONFERMA O SMENTISCI LA VOCE DI UNA TUA CANDIDATURA ALLE EUROPEE IN FDI
Dal Superbonus al caso Cospito-Donzelli-Delmastro. Gianfranco Fini a 260 gradi sul governo Meloni. Che “come ha detto Bonaccini”, ci tiene a rimarcare l’ex presidente della Camera, “non è fascista, è una donna di destra in gamba”, dice a ‘Mezz’ora in più’ di lucia Annunziata su Rai3.
E Forza Italia e Silvio Berlusconi? Il partito “è una monarchia”, e il suo leader “è la suprema corte. Tutti i suoi ministri hanno votato a favore dell’abolizione del Superbonus, delle misure sull’Ucraina” del governo “non stanno implodendo, c’è una dialettica interna a quel partito”. Una stoccata anche a FdI sull’intervento alla Camera di Giovanni Donzelli che poi ha coinvolto il sottosegretario Andrea Delmastro creando un caso giudiziario ora al vaglio del Giurì d’onore. “Non si confonde l’Aula del Parlamento con la piazza del comizio. Non si lanciano accuse, in questo caso infondate”, dice il fondtore di Alleanza nazionale. Che però, sui toni eccessivi, bacchetta anche l’opposizione e in particolare il Pd. “I toni sono parte importante del dibattito politico – dice – e questo vale per maggioranza e opposizione. Non si può fare opposizione urlando sempre. Il Pd non segua la strada del M5S”.
Per Fini il Superbonus che sta animando in queste ore il dibattito politico creando divisioni all’interno della maggioranza “è un frutto avvelenato lasciato al governo e all’Italia dal governo Conte appoggiato dal Pd. Sono stati già spesi 110 miliardi per fronteggiare le spese. Questo è un fatto che nessuno può negare, non ha responsabilità il governo e c’è un debito enorme. Il guaio lo ha fatto chi ha fatto questo Superbonus”.
Stesso concetto ribadito oggi da Meloni nella sua rubrica social ‘Gli appunti di Giorgia’. “Ha fatto bene la premier a dire basta – aggiunge – poi è giusto che FI dica che va fatta qualche modifica per questi crediti di cui hanno goduto le imprese che le banche non vogliono sbloccare”.
Il partito di Berlusconi in Cdm ha votato lo stop, sottolinea Fini, poi hanno detto che era necessario riflettere su crediti incagliati, e “se da una maggioranza escono critiche costruttive vanno accolte, è accaduto in tutti i governi, e dò per scontato che lo saranno. Nulla di nuovo sotto il sole. Si risolve. Il guaio lo ha fatto chi ha concepito il Superbonus”, ribadisce.
Caso Donzelli sull’anarchico Alfredo Cospito.
Fini bacchetta il fedelissimo di Meloni: “Non si confonde un’Aula con un comizio, Donzelli ha dimenticato di essere un autorevolissimo esponente del partito della presidente del Consiglio…Ancor di più, Delmastro, il giorno in cui Meloni dice toni bassi, lui dichiara: ‘Il Pd si inchina alla mafia’. Accuse del tutto infondate”.
Quell’appello, spiega l’ex presidente della Camera, a placare gli animi e i toni “sono una parte importante del dibattito politico se vuole essere all’insegna della civiltà e del reciproco rispetto. Vale per alcuni esponenti della maggioranza e per buona parte dell’opposizione, con il Pd che spero scelga questa strada dopo quella lunga litania del congresso”.
Un ultimo commento sulle posizioni di Berlusconi sull’Ucraina e Putin. “Cose già note, le sue esternazioni hanno danneggiato in primo luogo Berlusconi, come si vede dalle decisioni del Ppe che ha disertato Napoli, Weber ha preso atto dell’imbarazzo delle delegazioni degli altri paesi. Berlusconi poi ha corretto, dicendo che ‘è uomo di pace’, ed è vero. Meloni ora fa bene ad andare a Kiev, a maggiore ragione. Dopo di che – conclude Fini – contano i fatti, e Forza Italia ha votato sempre tutti i provvedimenti del governo. Poi resta l’imbarazzo”.
(da agenzie)
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Febbraio 19th, 2023 Riccardo Fucile
“INCAPPUCCIATI E CON LE CINGHIE”
L’aggressione di alcuni coetanei da parte di sei membri di Azione Studentesca avvenuta ieri, sabato 18 febbraio, davanti al liceo “Michelangiolo” di Firenze non sarebbe un episodio isolato.
A spiegarlo è Il Tirreno che ora riporta un altro caso di violenza accaduto pochi giorni prima davanti al un altro liceo fiorentino, il “Pascoli”.
Due attacchi in pochi giorni quindi con metodi di aggressione molto simili tra loro.
Secondo le ricostruzioni, lo scorso 16 febbraio alle 8 del mattino alcuni studenti del Pascoli sarebbero stati assaliti mentre distribuivano volantini all’ingresso dell’istituto, in viale Don Minzoni.
Tutto sarebbe cominciato con l’avvicinamento di alcuni ragazzi agli studenti come a voler dire loro qualcosa: in quel momento un gruppo irriconoscibile di persone con cappucci calati sulla fronte è apparso all’improvviso.
Gli incappucciati avevano cinghie in mano e hanno iniziato a brandirle contro gli studenti, che spaventati, si sono rifugiati nell’androne della scuola.
A intervenire è stata anche una professoressa che ha protetto gli studenti mettendosi tra loro e gli aggressori. A confermare l’episodio al Tirreno è stata la stessa dirigente dell’istituto, Maria Maddalena Erman. «Abbiamo subito chiamato la Digos e i carabinieri», ha detto, aggiungendo che «le indagini sono in corso, mi affido alle forze dell’ordine. Ma quando ho saputo di quanto accaduto al liceo “Michelangiolo” non ho potuto fare a meno di notare la triste somiglianza con quanto successo nella nostra scuola».
La dirigente ha raccontato anche di quanto accaduto il mattino seguente all’aggressione, quando sulla parete d’ingresso della scuola sono comparse alcune scritte inneggianti al fascismo.
«Un fatto da non ignorare e che mi ha portato a chiamare, di nuovo, Digos e carabinieri che sono venuti sul posto». Poi i ringraziamenti alle forze dell’ordine «per l’impegno» e l’augurio «che i responsabili siano individuati al più presto». La preside Erman ha riferito di aver presentato denuncia per tutti e due gli episodi avvenuti nella scuola scuola.
Appena due giorni dopo l’episodio del “Pascoli” alcuni studenti del licelo classico Michelangelo di Firenze sono stati aggrediti con pugni e calci da altri giovani esterni alla scuola.
(da agenzie)
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Febbraio 19th, 2023 Riccardo Fucile
CASEGGI, UN SEDICENTE “CENTRO SOCIALE” CHE SI INCORPORA NELLA DESTRA ASOCIALE DI FDI FA GIA’ RIDERE COME CONCETTO… MA LA SEDE NAZIONALE DI AZIONE STUDENTESCA E’ PRESSO DI LORO
I fatti sono ormai noti: ieri mattina all’ingresso un gruppo di sei militanti di Azione Giovani, già individuati dalle forze dell’ordine grazie al video reso pubblico subito dopo, hanno picchiato due ragazzi del collettivo di sinistra del liceo Michelangiolo di Firenze. L’aggressione pare premeditata secondo quanto raccontato dai ragazzi della scuola: il gruppetto sarebbe venuto proprio pronto a dare una lezione agli studenti “antifascisti”.
Ora l’azione, raccontata subito come squadrista dai rappresentanti delle istituzioni che hanno chiesto di vigilare sulle azioni dei gruppi neofascisti, ci racconta un fatto singolare. I ragazzi che menano a calci uno studente caduto a terra, appartengono all’area di governo. Di più: sono interni al partito di maggioranza relativa Fratelli d’Italia.
Si tratta di Casaggì – destra identitaria, gruppo fiorentino che dopo aver dato via a un “centro sociale di destra”, invece di seguire la strada di CasaPound ovvero dell’autonomia dalla destra istituzionale collocandosi nel campo neofascista, ha scelto il partito della premier Giorgia Meloni.
Quelli di Casaggì hanno rivitalizzato il gruppo studentesco Azione Studentesca, di cui proprio Meloni è stata portavoce nazionale ai tempi di Alleanza Nazionale, affiancandolo alla giovanile ufficiale del partito Gioventù Nazionale.
Azione Studentesca ha la sede nazionale proprio a Casaggì e il gruppo fiorentino è riuscito ad eleggere anche il segretario nazionale.
Non solo: costituendo una vera e propria area politica all’interno del partito hanno eletto in consiglio comunale a Firenze Alessandro Draghi e Francesco Torselli alla Regione Toscana, più un’altra serie di consiglieri nelle municipalità del capoluogo toscano.
Il gruppo che ieri si è distinto somministrando calci e pugni è dunque saldamente collocato all’interno di Fratelli d’Italia, non sappiamo se proprio tuti gli aggressori avessero oltre alla tessera di Azione Studentesca anche quella di Fratelli d’Italia, ma poco cambia.
Quello che è accaduto a Firenze ci racconta un’anomalia: quella di un partito cresciuto in pochissimi anni da una forza di poco più del 2% al 30% dei sondaggi odierni, ma che all’interno ha ancora uno stile di militanza e attivismo politico radicale, che non esclude l’aggressione fisica contro gli avversari e la fascinazione per il mito squadrista.
D’altronde i gusti di quelli di Casaggì li si comprendono al meglio dando un occhio al catalogo di Passaggio al Bosco, la casa editrice animata dal gruppo fiorentino dove troviamo titoli come “Audacia. Scritti e discorsi di Benito Mussolini” e tutto il repertorio di racconto della mistica e della letterurata fascista, con saggi di Julius Evola, Leon Degrelle (l’autore tra gli altri di “Hitler per mille anni”), e la Nuova Destra. Ma troviamo ovviamente anche saggi contro il gender, in difesa del maschio contro il femminismo e in difesa dell’identica bianca contro l’autorazzismo di cui soffrirebbe l’Occididente.
Ecco la destra identitaria di Fratelli d’Italia, di botte e di governo.
(da Fanpage)
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Febbraio 19th, 2023 Riccardo Fucile
IL PROBLEMA NON E’ LA MONTARULI, MA CHI L’HA MESSA IN LISTA… UNA CHE SI GIUSTIFICA DICENDO “HO CHIESTO I RIMBORSI MA SENZA FARE PRESSIONI” NON HA IL SENSO DELLA REALTA’: CI MANCAVA CHE FACESSE PURE PRESSIONE PER AVER QUELLO CHE NON LE ERA DOVUTO
La sottosegretaria del ministero dell’Università Augusta Montaruli si è dimessa, ma si reputa innocente e tira ancora in ballo la gioventù.
Dice di credere nella giustizia, di aver restituito le somme contestate (per forza, ha dovuto farlo): «Anche da un punto di vista istituzionale ho provveduto a partire dal 2012 ad autoescludermi da ogni candidatura per ben cinque anni ed in ogni caso fino alla prima sentenza di assoluzione».
La sottosegretaria era finita al centro delle polemiche già a novembre per le immagini che la ritraevano in pellegrinaggio a Predappio, dove si trova la tomba di Mussolini. «Errori di gioventù», aveva commentato.
La difesa del suo avvocato è stata che aveva presentato sì gli scontrini di tutto, dalle cene al libro “Sexploration. Giochi proibiti per coppie” prendendo i rimborsi, ma senza fare pressioni e senza ricevere lamentele.
Anche il presidente di Regione, Roberto Cota che fino a oggi l’ha difesa, ha fatto la stessa cosa, e come lei è stato condannato.
Dopo che la cassazione ha confermato il giudizio di colpevolezza, Montaruli torna ancora sulla questione dell’età come per Predappio: «Concludo oggi questa vicenda ringraziando tutti i protagonisti perché nel giudizio verso una ragazza di ventisei anni, entusiasta di entrare per la prima volta in un’assemblea legislativa e che riteneva di non dover dubitare delle indicazioni sulle modalità di uso dei fondi dei gruppi, non sono stati mai severi quanto il mio».
Queste persone «hanno determinato in maniera fondamentale, nel pubblico e nel privato, la donna che sono e che continua a battersi per ciò che è giusto».
(da Domani)
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Febbraio 19th, 2023 Riccardo Fucile
È STATA LA MELONI A DECIDERE DI FAR DIMETTERE LA MONTARULI: “GIÀ SIAMO SOTTO ATTACCO SU ANDREA DELMASTRO, NON LASCIAMO CHE CI STRUMENTALIZZINO ULTERIORMENTE”… SE PARLI DI LEGALITA’ NON CANDIDI UNA A PROCESSO PER PECULATO, FINIAMOLA CON LE GIUSTIFICAZIONI
Giorgia Meloni ha cercato di anticipare le polemiche, di neutralizzarle. Ieri in tarda mattinata, mentre i partiti dell’opposizione chiedono le dimissioni di Augusta Montaruli, la premier ha già deciso. La sottosegretaria all’Università, condannata in via definitiva per peculato, non può restare al suo posto.
Il motivo è banale, ed è frutto di un ragionamento che Meloni fa anche con Montaruli: il governo non può reggere altri conflitti politici sulla giustizia, mentre ancora prova a difendersi sul caso Delmastro. «Già siamo sotto attacco su Andrea (Delmastro, ndr) – sono le parole della premier, ricostruite da chi di FdI ha sentito entrambe – Non lasciamo che ci strumentalizzino ulteriormente».
Meloni ufficialmente non rilascia commenti. A parlare sono le note e le indiscrezioni veicolate dai gruppi parlamentari di FdI
Nella coalizione si è cronicizzata una faglia che a ogni scossa fa tremare i rapporti tra il partito della premier e i berlusconiani. Che non ci sia mai stato un grande amore tra Giorgio Mulè e FdI è cosa nota. Ieri però si è andati oltre le scaramucce.
E’ bastato che il vicepresidente della Camera in quota azzurra evocasse una valutazione sul «possibile imbarazzo» che avrebbe creato Montaruli se fosse rimasta nell’esecutivo, per accendere gli alleati.
La reazione, durissima, è affidata a fonti anonime, che non risparmiano attacchi persino sull’aspetto fisico: «Mulè pensava di metterci in difficoltà con le sue provocazioni: invece ha preso uno schiaffo morale dalla Montaruli la cui impronta gli manterrà la faccia ben più rossa di quanto rubiconda già sia». Il resto è un riferimento chiaro al leader di FI Silvio Berlusconi: «Che provocatorie insinuazioni vengano da un personaggio come lui, che di pregiudicati eccellenti nel suo partito ne vanta più di uno, è intollerabile».
Mai le parole erano state così politicamente efferate. Segno che per Meloni il confine della normale dialettica tra alleati è stato superato.
Proprio su un tema come la giustizia, poi, che ha strozzato gli anni del berlusconismo e che la premier sta evitando in tutti i modi di far diventare nuovamente terreno di scontro con la magistratura.
(da agenzie)
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Febbraio 19th, 2023 Riccardo Fucile
L’INVERNO SENZA POGGIA NEL CENTRO-NORD FA SCATTARE L’ALLARME SMOG IN CITTA’ E PER LE COLTIVAZIONI IN CAMPAGNA
Peggio dell’anno scorso. La mancanza di piogge preoccupa anche quest’anno e fa scattare l’allarme smog nelle città della Pianura Padana, dove si tenta di intervenire con i limiti imposti al traffico, e nelle campagne, dove la preparazione dei terreni per le semine è a rischio. L’acqua potabile inizia a mancare, con l’invio delle prime autobotti in alcuni Comuni del Piemonte.
A lanciare l’allarme è Coldiretti che sottolinea come alla vigilia delle semine 2023 il fiume Po è a secco come fosse Ferragosto e il Ponte della Becca (Pavia) è -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte praticamente a spiagge di sabbia. Segni di sofferenza evidenti per le nostre acque che sembrano destinati a durare per giorni. L’immagine plastica dei cambiamenti climatici si ha anche a Venezia, che oggi ha toccato il picco di bassa marea, con il livello dell’acqua a -65 centimetri. Un fenomeno considerato normale per il periodo perché gran parte delle basse maree si concentra nei primi due mesi dell’anno, ma a mettere in allerta è che non si registrava da almeno una decina di anni un periodo di bassa così prolungato nel tempo. Il problema dovrebbe rientrare in pochi giorni, ma sono tangibili le difficoltà per i residenti costretti a muoversi con barche e idroambulanti su un fondale sempre più basso.
La situazione (drammatica) dei laghi
Le condizioni del fiume più lungo d’Italia sono rappresentative anche delle difficoltà degli altri corsi e riserve d’acqua del nord. Basta pensare che i grandi laghi arrivano a percentuali di riempimento che vanno dal 39% nel Garda e nel Maggiore ad appena il 21% in quello di Como. Il livello quest’ultimo è attorno a 6 centimetri sotto lo zero idrometrico. Un allarme siccità che gli agricoltori guardano con forte preoccupazione. «Se le cose non dovessero cambiare nei prossimi mesi, la situazione rischia di essere peggiore di quella dello scorso anno quando si è registrata una perdita di almeno 6 miliardi di euro nei raccolti», avverte Coldiretti.
Riso, cereali, formaggi: un terzo del made in Italy a rischio
Dal grano duro al riso, dai cereali ai grandi formaggi, un terzo di questo made in Italy viene prodotto nel centro-nord del nostro Paese. Le province di Pavia e Vercelli hanno il primato nazionale per la produzione di riso. Ma quest’anno, in Italia saranno coltivati – stando alle previsioni di Coldiretti – quasi 8mila ettari di riso in meno. Si parla quindi di un totale di appena 211mila ettari per le coltivazioni dello stesso: un dato ai minimi storici da 30 anni. Da qui l’appello del presidente dell’associazione, Ettore Prandini, che ribadisce la necessità di realizzare un «piano invasi così da aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%». Intanto, per far fronte all’emergenza Coldiretti, Pavia ha avviato un tavolo tecnico con i vertici di Anbi Lombardia e del Consorzio Est Ticino Villoresi. Al coro d’allarme sui danni del cambiamento climatico si unisce anche Legambiente: «Senza precipitazioni la crisi idrica nel 2023 sarà durissima. Quest’anno nuovo è cominciato con i grandi laghi prealpini semivuoti, una pessima premessa per l’annata agraria che verrà».
(da Open)
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Febbraio 19th, 2023 Riccardo Fucile
TRE GIOVANI L’HANNO TRASFORMATO IN FIABA ED E’ RINATO
Si chiama Sant’Angelo di Roccalvecce, ed è una frazione del comune di Viterbo, da cui dista circa 25 chilometri.
Aveva poco più di cento abitanti, quasi tutti anziani: il suo destino era segnato: quello di diventare l’ennesimo borgo fantasma nelle colline della Tuscia.
Non è più così da quando nel 2017 a Gianluca Chiavelli, alla sorella Paola e al cugino Alessandro non viene in mente di fondare una associazione culturale (l’ACAS) per trasformare quel borgo in un libro di favole.
Chiede una mano ai pochi cittadini rimasti e ad artisti e artigiani della provincia. E il 27 novembre 2017 nella piazza principale viene inaugurato il primo murales: quello di Alice nel Paese delle meraviglie che porta in mano un orologio che batte le 11 e 27 proprio per ricordare il suo primo giorno di vita.
A disegnarlo è un’artista romana, Tina Loiodice, che dal suo studio di Trastevere è diventata itinerante specializzandosi in murales che adornano molte stazioni ferroviarie di Roma. Ma dopo di lei ne sono arrivate altre, quasi tutte donne anche dall’estero.
Biancaneve e i sette nani porta una firma che potrebbe sembrare asiatica: Layla Xing, ma è il nome d’arte di una pittrice tedesca: Lena Hortmann. Poi arriva a Sant’Angelo Violetta Carpino che dipinge su un muro la sua Mary Poppins.
E ancora Cecilia Tacconi e Isabella Modanese che affrescano una casa con Hansel, Gretel e la strega cattiva. Ancora Giovanna Alfeo con il suo Albero delle matite, Pinocchio di Alessandra Carloni e tante fiabe raccontate sui muri del borgo da Stefania Capati, Daniela Lai, Lidia Scalzo e altri.
Oggi le storie dipinte su quei muri sono più di 50, e ogni anno ne nasce una nuova. I vecchi del paese avvertono i turisti che arrivano ormai a migliaia nel week-end: «Avete visto quello nuovo, Peter Pan?», e quel borgo che doveva sparire è diventato meta di pellegrinaggi di bimbi e adulti da ogni parte di Italia e spesso anche d’Europa.
(da Open)
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Febbraio 19th, 2023 Riccardo Fucile
DUE SONO INDAGATI ANCHE PER FALSO IDEOLOGICO PER AVER FALSIFICATO LA RELAZIONE DI SERVIZIO
Sono indagati per tortura contro un cittadino marocchino quattro operatori della polizia locale di Sassuolo, sospesi dal servizio dopo l’avvio dell’indagine dal gip del tribunale di Modena.
A denunciare i quattro era stata la direzione generale dell’ospedale di Sassuolo per una vicenda che risale a ottobre 2021.
In quell’occasione, i quattro avrebbe aggredito l’uomo che si trovava al pronto soccorso, dove stava per essere curato per una crisi ipoglicemica che lo aveva fatto arrivare in ospedale in stato confusionale. Gli indagati sono due agenti e due assistenti, questi ultimi sotto inchiesta anche per falso ideologico in atto pubblico.
Avrebbero infatti tentato di insabbiare l’aggressione, falsificando il verbale di servizio. Secondo gli atti della procura, citati dal Resto del Carlino, i quattro agenti per un’ora hanno «immobilizzato con forza, percuotendolo su petto e al capo. Uno di loro salendo con i piedi sul bacino e chiedendogli con insistenza se avesse preso droga». Secondo gli agenti, l’uomo era un sospetto spacciatore, ma si trattava in realtà di un operaio regolarmente residente in Italia, senza alcun precedente per spaccio. La vittima non aveva neanche fatto denuncia, spiegando di essere stato per lo più incosciente e non ricordando nulla.
(da agenzie)
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