Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
CREDITI RICEVUTI PER LAVORI MAI REALIZZATI, SEQUESTRATI 1,6 MILIONI DI EURO… INDAGATI DUE TITOLARI DI AZIENDA, UN COMMERCIALISTA E UN INGEGNERE… 500 PERSONE TRUFFATE
Circa 500 persone truffate, e un sequestro preventivo (finalizzato alla successiva confisca) del valore di circa 1,6 milioni euro: questi sono i risultati dell’indagine dei finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Udine, che hanno preso in esame i crediti fiscali generati dai lavori edili rientranti nel Superbonus 110% e dato oggi esecuzione del provvedimento emesso dal Gip del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica.
Gli indagati, al momento, sono quattro: due titolari di una azienda edile, un commercialista e un ingegnere. Sembrerebbe, dalle prove raccolte, che i due responsabili della società si sono avvalsi del commercialista per l’apposizione dei visti di conformità, e dell’ingegnere per l’asseverazione dei lavori. Il tutto per ottenere indebitamente l’insieme di detrazioni, e quindi agevolazioni fiscali, per tutti gli interventi di ammodernamento ed efficientamento energetico degli edifici.
Interventi in realtà mai realizzati o attuati solo in minima parte: per questo si sarebbero macchiati dei reati di truffa ai danni dello Stato, falso in atto pubblico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Le persone truffate hanno versato caparre per i lavori 5 milioni di euro.
Le irregolarità, tuttavia, hanno portato la società friulana verso lo stato di insolvenza. Il Tribunale di Udine ha pertanto constatato il fallimento dell’impresa e dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale, dopo aver recepito gli esiti delle attività svolte dalle Fiamme Gialle e constatando la sussistenza dei presupposti di legge.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
ADESSO NON HA NEANCHE L’ASSISTENZA SANITARIA GRATUITA… UNA LEGISLAZIONE ASSURDA NEGA I DIRITTI AI BAMBINI
Sonia ha 4 anni ed abita in un comune in provincia di Vicenza. Ma non ha un cognome, una tessera sanitaria, un certificato di nascita e un documento dell’anagrafe. Non può frequentare una scuola pubblica né ha un indirizzo ufficiale.
«Sono quattro anni che mia moglie ed io combattiamo perché a nostra figlia venga riconosciuto il diritto che spetta a ogni essere umano: l’identità. Invece, mentre lei cresce e si affaccia alla vita sociale, siamo finiti in un girone infernale di processi e ricorsi», spiega il padre oggi a Repubblica. Sonia è nata a Kiev nel 2019 con la maternità surrogata. Che in Ucraina è legale. Nelle cliniche in cui nascono i bambini i genitori vengono indicati come committenti. I due chiedono l’iscrizione all’anagrafe. Dall’ambasciata italiana a Kiev parte una segnalazione al comune e alla procura. C’è scritto che la bambina è nata con la gestazione per altri.
La gestazione per altri
A quel punto il comune rifiuta la trascrizione. «Qualche mese fa Sonia si è fatta male, l’abbiamo portata in ospedale, ma ci hanno detto che senza una tessera sanitaria non l’avrebbero potuta curare, se non a pagamento. Così per la scuola. L’abbiamo iscritta in un istituto privato, dove non ci hanno fatto troppe domande. L’unica cosa che siamo riusciti a ottenere è un codice fiscale sulla base dell’atto di nascita ucraino». È una situazione comune a molti. «Ma in gran parte dei casi si riesce in tribunale a far valere i diritti dei minori. Non nel caso di Sonia, però. Bambina che la legge ha reso orfana di due genitori, che invece esistono e la amano», spiega l’avvocato.
La storia prosegue: «Nel 2020 abbiamo fatto ricorso al tribunale di Vicenza contro la decisione del nostro Comune. Sonia aveva già un anno ed era apolide. È nata in Ucraina ma non è registrata all’anagrafe ucraina, è italiana però l’Italia non la riconosce. Mia figlia non ha né patria né passaporto. Giriamo sempre con un faldone pieno di documenti per dimostrare, nel caso ci fermassero, che Sonia è nostra figlia. Compreso l’esame del Dna che attesta la mia paternità. Vi sembra possibile?».
Il Dna che non basta
Alla fine il tribunale di Vicenza respinge il ricorso. E la sentenza fa giurisprudenza. In corte d’appello la conferma. Con un’aggiunta: respinto anche il riconoscimento del genitore come padre biologico. Nonostante un test del Dna che lo accerta. «Visto che la causa in primo grado era contro il parere del Comune che aveva negato il riconoscimento di entrambi i genitori, la mia domanda di essere riconosciuto come unico genitore biologico, non è stata accettata», spiega il padre. E Sonia rimane lì. Sospesa in un limbo giuridico.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
FAMIGLIE SEMPRE PIU’ INDEBITATE, SONO ARRIVATI A 595 MILIARDI, UNA MEDIA DI INDEBITAMENTO A FAMIGLIA PARI A 22.710 EURO
Le famiglie italiane sono sempre più indebitate nei confronti delle banche. E’ quanto mette in evidenza una elaborazione della Cgia di Mestre, secondo cui li stock complessivo a fine 2022 è salito a 595,1 miliardi di euro, in aumento del 3,5% rispetto al 2021, con un indebitamento medio per famiglia pari a 22.710 euro.
Una situazione che per la Cgia apre scenari preoccupanti sul fronte dell’usura sebbene il numero delle denunce alle forze dell’ordine di questo reato sia da tempo in calo. L’usura è un fenomeno “carsico” – avverte la Cgia – difficilmente chi è caduto nella rete degli strozzini si rivolge alle forze dell’ordine.
Sebbene lo stock dei debiti sia in aumento a causa dell’inflazione, dell’incremento del costo dei mutui e dell’impennata delle bollette che hanno segnato negativamente gran parte dell’anno scorso, la situazione è critica, ma ancora sotto controllo. E’ probabile che l’incremento dei debiti sia in parte riconducibile alla forte ripresa economica avvenuta nel biennio 2021-2022. Le aree provinciali più esposte economicamente, infatti, sono anche quelle che presentano i livelli di reddito più elevati.
Le famiglie più in “rosso” sono ubicate nella provincia di Milano, con un debito medio di 35.342 euro (+5,1 per cento rispetto al 2021). Dato questo da ricondurre con ogni probabilità al maggior costo delle abitazioni con effetti sui finanziamenti per la casa, al secondo posto scorgiamo quelle di Monza-Brianza, con 31.984 euro (+3 per cento) e al terzo posto le residenti a Bolzano, con 31.483 euro (+5 per cento). Appena fuori dal podio notiamo quelle di Roma, con un debito medio che ammonta a 30.851 euro (+2,8 per cento) e quelle di Como, con 30.276 euro (+3,8 per cento).
Tra le meno esposte, invece, segnaliamo le famiglie residenti nella provincia di Agrigento, con un debito di 10.302 euro (+3 per cento) e quelle di Vibo Valentia, con 9.993 euro (+1,9 per cento). Infine, le famiglie meno indebitate d’Italia si trovano a Enna, con un “rosso” pari a 9.631 euro (+3,6 per cento). Nel 2022 la provincia d’Italia che ha subito la variazione di crescita dell’indebitamento familiare più importante è stata Ravenna (+9,1 per cento), mentre l’unica che ha subito una contrazione è stata Vercelli (-2,3 per cento)
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
LA MORTE DEI CORALLI DETERMINATA DALL’AUMENTO ESTREMO DELLE TEMPERATURE MARINE CAUSATO DALL’EMISSIONE DI GAS A EFFETTO SERRA
Innanzi alle coste di diversi Paesi dell’America Centrale, dei Caraibi e della Florida (Stati Uniti) è in atto un evento di sbiancamento dei coralli senza precedenti. Il rischio è quello di una “mortalità catastrofica” e l’inizio di un devastazione a livello globale, come sostengono gli esperti, che potrebbe portare alla scomparsa di questi preziosissimi ecosistemi marini, tra i più ricchi di biodiversità del nostro pianeta.
Del resto ospitano più del 25 percento delle specie marine della Terra, pur occupando solo lo 0,1 percento dei fondali.
Anche la famosa Grande Barriera Corallina lungo le coste del Queensland, in Australia, rischia di sparire per sempre entro la fine del secolo: non a caso l’UNESCO sta valutando l’inserimento della stessa nell’elenco dei patrimoni “in pericolo”, a causa dell’inazione del governo australiano che ha fatto poco per tutelare questo paradiso marino.
L’ondata di sbiancamento dei coralli in America (e nel resto del mondo) è strettamente connessa al drammatico aumento delle temperature di mari e oceani in tutto il mondo, catalizzato dalle emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas climalteranti derivate dalle attività umane. Il riscaldamento globale, del resto, non colpisce solo ghiacciai e temperatura superficiale dell’aria, ma anche l’acqua marina e le acque dolci, con effetti potenzialmente catastrofici. Basti sapere che l’aumento delle temperature potrebbe portare già entro il 2025 al collasso dell’Atlantic Meridional Overturning Circolation (AMOC), un fondamentale sistema di correnti dell’Oceano Atlantico, con conseguenze per miliardi di persone. Le temperature di mari e oceani sono costantemente in aumento e da mesi vengono registrati record continui, soprattutto nell’Atlantico. Nel tardo pomeriggio del 24 luglio la temperatura dell’acqua attorno all’arcipelago delle Florida Keys ha raggiunto la temperatura di ben 38° C, la più alta di sempre mai registrata in mare. Non c’è da stupirsi che proprio innanzi a queste isole i coralli stiano soffrendo in modo drammatico.
Il processo di sbiancamento dei coralli si innesca quando la temperatura dell’acqua marina inizia a superare di un paio di gradi la temperatura media alla quale sono adattati. Lo stress da calore spinge queste meravigliose creature marine ad espellere le alghe simbiontiche, dalle quali i coralli non solo traggono i colori meravigliosi, ma soprattutto il proprio nutrimento. Queste alghe unicellulari – chiamate zooxantelle – fanno la fotosintesi e producono in questo modo le sostanze nutritive per i coralli. Con la loro espulsione i coralli non solo diventano bianchi, trasformandosi in evanescenti strutture scheletriche, ma iniziano a patire la fame. Maggiore è il tempo in cui vengono lasciati soli dalle alghe unicellulari a causa dello stress termico, superiore è il rischio che muoiano letteralmente di fame. Alcune specie resistono di più, altre sono condannate a morte in breve tempo. Poiché le temperature anomale stanno colpendo i mari da mesi, c’è il rischio di una moria di massa dei coralli senza precedenti. Oltre a quelle delle Florida Keys, attualmente sono colpite in modo drammatico le barriere coralline dei Caraibi (in particolar modo Bahamas e Cuba), di Panama, della Colombia, del Costa Rica, del Messico, di El Salvador e di altri Paesi americani.
“Non credo che nessuno di questi luoghi abbia mai visto uno stress da calore come questo prima d’ora”, ha dichiarato al Guardian il dottor Derek Manzello, coordinatore di Coral Reef Watch presso la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti. “Questo non farà che peggiorare fino a quando non ci sarà una riduzione globale delle emissioni di gas serra. Questo è essenzialmente un grande esperimento sul campo. La grande paura è che ci sarà una mortalità catastrofica”, ha aggiunto lo scienziato. Mentre le barriere coralline dei Caraibi rischiano uno sbiancamento complessivo entro un mese, quelle delle Florida Key sono già in estrema sofferenza, comprese quelle ritenute più sane come la spettacolare Cheeca Rocks.
“Non ero preparato per quello che ho visto lì. Ogni singolo corallo che ho visto è stato colpito, sbiancato o gravemente impallidito. È piuttosto difficile farsene una ragione. È difficile da gestire”, ha affermato il dottor Ian Enochs, a capo del programma sui coralli presso la NOAA. L’esperto ha aggiunto che l’acqua calda sta facendo letteralmente a pezzi i coralli molli, facendo cadere pezzi di tessuto sul fondale.
A causa delle ondate di calore estremo e del costante aumento delle temperature medie, la resilienza di questi animali sarà messa sempre più a dura prova e presto raggiungeranno un punto di non ritorno, oltre il quale saranno condannati a morte certa. Il rischio è un evento di mortalità globale delle barriere coralline. La riduzione drastica e immediata delle emissioni di gas a effetto serra è il metodo più efficace che abbiamo per ridurre la “febbre” del pianeta e scongiurare tutte le conseguenze più drammatiche della crisi climatica, compresa la scomparsa di questi preziosi ecosistemi.
(da Fanpage)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
L’AD DI RYANAIR, EDDIE WILSON, VA ALLO SCONTRO CON IL GOVERNO… LA COMPAGNIA AEREA SI SENTE FORTE IN VIRTU’ DEI REGOLAMENTI UE CHE LASCIANO LE COMPAGNIE LIBERE DI FISSARE I PREZZI
Continua il braccio di ferro fra governo e Ryanair, con l’ad della compagnia Eddie Wilson che torna ad attaccare l’esecutivo e minaccia di tagliare le attività della società in Sicilia e Sardegna nell’estate e nell’inverno 2024 se il decreto che impone delle limitazioni ai sistemi di definizione dei prezzi «non sarà cancellato»
La nuova bordata dell’ad irlandese arriva poco dopo l’annuncio da parte di Ryanair di cinque rotte nazionali da e per Alghero per l’inverno 2023. «Siamo contenti di annunciare le nuove rotte ma mentre Ryanair investe in Sardegna, trainando la crescita dell’isola con investimenti reali, il governo italiano, purtroppo, fa esattamente il contrario col suo decreto illegale e fuorviante che fissa un tetto ai prezzi, violando i regolamenti Ue e allontanando Ryanair dall’isola» ha detto Wilson
Il metodo di Wilson per incalzare il governo è quello di bastone e carota. Prima minaccia di allontanare la compagnia dalle isole, poi fa diramare una nota dove si afferma che Ryanair «vuole continuare a investire in regioni come la Sardegna».
Inoltre, Wilson ha annunciato di aver consegnato al ministro delle Imprese, Adolfo Urso, «una proposta per consegnare altri 2 milioni di passeggeri per la Sardegna, e attendiamo la sua risposta positiva». Le parti interessate in Sardegna, ha aggiunto, «comprendono cosa serve per attrarre la capacità delle compagnie aeree con costi di accesso inferiori che forniranno investimenti locali, più turisti e più posti di lavoro».
La nuova sfuriata di Wilson, a capo di Ryanair dal 2019, arriva dopo la dura presa di posizione del governo, col ministro Urso che ha replicato all’ad dicendo di aver agito «rispettando le regole europee» e ricordando anche che «Ryanair negli anni ha manifestato una certa insofferenza alle regole del mercato. È stata sanzionata 11 volte negli ultimi anni dall’autorità per la concorrenza e il mercato».
«Siamo intervenuti – ha affermato Urso difendendo il provvedimento – con un decreto che tutela il mercato e i consumatori. Il mercato non è il Far West dove speculatori approfittano, viene regolato dallo Stato, dalle leggi, dalle autorità e dall’Ue». Proprio sui regolamenti comunitari punta molto l’amministratore delegato di Ryanair per mettere fuori gioco il governo. Il decreto anti speculazione sulle tariffe, ha affermato Wilson, «è in netto contrasto con il regolamento 1008 dell’Unione europea che lascia le compagnie libere di fissare i prezzi». […] le associazioni di consumatori sono sul piede di guerra. Il Codacons ha […] invitato «gli utenti italiani a boicottare Ryanair scegliendo compagnie aeree alternative».
(da La Stampa)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
“HA RIVISTO IL REDDITO DI CITTADINANZA SUSCITANDO MOLTE CRITICHE. E COSÌ HAN PENSATO DI DARE UN COLPO AGLI ISTITUTI DEL CREDITO, CHE VA SEMPRE BENE SE A GUIDARE È LA DEMAGOGIA”
Fabrizio Palenzona lo aveva predetto che una tassa sugli extraprofitti avrebbe generato malumori. «Che stessero pensando a un’iniziativa di questo tipo era nell’aria da tempo», spiega il presidente di Crt. Ma così «sembra che abbiano provato a dare un colpo al cerchio e uno alla botte»
In che senso?
«Il governo ha rivisto il reddito di cittadinanza suscitando molte critiche. E così han pensato di dare un colpo agli istituti del credito, che va sempre bene se a guidare è la demagogia. Un errore, perché di demagogia alla lunga si muore».
C’è chi dice che in questo modo si possono aiutare famiglie in difficoltà.
«Se fossimo seri o coerenti dovremmo ricordarci che le banche hanno passato periodi di grande sofferenza. Io non posso dimenticare gli anni che hanno comportato aumenti di capitale per i quali le fondazioni si sono dovute svenare. Non mi ricordo che allora lo Stato sia venuto in soccorso degli istituti di credito. Quando i tassi erano sotto lo zero e gli istituti hanno dovuto provvedere a rafforzamenti patrimoniali per ovvi motivi, nessuno si è nemmeno posto il problema. Le fondazioni bancarie per scelta dedicano circa l’85% delle loro risorse a iniziative sociali. Questa tassa sugli extraprofitti, avrà certamente un impatto negativo sui conti delle fondazioni. Se l’obiettivo della misura è sostenere le famiglie in difficoltà il governo dovrebbe aiutare le fondazioni con uno sgravio fiscale».
Si tratta di una proposta ufficiale?
«Crt proporrà all’amico Francesco Profumo di avanzare questa proposta come Acri: l’introduzione di un credito d’imposta per tutte le fondazioni. Siamo convinti che i nostri colleghi saranno d’accordo».
C’è chi dice che le più colpite saranno le piccole banche.
«Certo vivono più di depositi e prestiti e meno di prodotti».
Qualcuno al governo sostiene che le banche abbiano ignorato i segnali delle authority.
«Mi creda, la moral suasion di Bankitalia o della Bce è molto efficace quando lo vuole essere. E se non l’ha fatto c’è un motivo , si poteva ragionare per individuare strade che in passato sono state trovate senza creare crisi di credibilità».
Arrivati a questo punto come si procede?
«È abbastanza evidente che questo decreto retroattivo che mette nel mirino solo le banche e non gli altri interlocutori finanziari presta il fianco all’accusa di illegittimità».
(da La Stampa)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
UNA 43ENNE DI ORIGINI NIGERIANE È MORTA DOPO AVER RIFIUTATO CIBO, ACQUA E MEDICINE PER 18 GIORNI – L’ALTRA, DI 28 ANNI, SI È SUICIDATA POCO DOPO ESSERE STATA TRASFERITA DAL PENITENZIARIO DI GENOVA… DALL’INIZIO DELL’ANNO, 43 PERSONE SI SONO TOLTE LA VITA IN CARCERE
Due donne morte in un solo giorno nell’inferno del carcere. Due tragedie consumatesi all’interno delle mura delle Vallette a Torino: una donna si è suicidata e un’altra reclusa si è lasciata morire lentamente rifiutando acqua, cibo, cure e chiedendo insistentemente del figlio.
Un’estate maledetta negli istituti di pena italiani, sovraffollati, che ha contato 15 suicidi, a cui si aggiunge quello di oggi ricorda Antigone. E i sindacati si appellano a Nordio per chiedere un cambio di passo nella gestione delle carceri. Sono storie di dolore quelle delle due detenute, come tante storie che si consumano nelle celle
Susan John, nigeriana di 43 anni, era alle Vallette dal 21 luglio dopo un lungo periodo agli arresti domiciliari: doveva scontare una condanna (fine pena 2030) inflitta da una corte di Catania per reati di tratta e immigrazione clandestina. Ha rifiutato per 18 giorni il cibo, l’acqua, le medicine, tutto. Ma non stava sostenendo uno sciopero della fame, come portò avanti Cospito, si è lasciata andare giorno dopo giorno, forse per disperazione.
Continuava soltanto a ripetere che voleva vedere il figlioletto di quattro anni rimasto col padre perchè Susan era sposata. Era ristretta in un’area della sezione femminile riservata alle recluse con disagi psichici e problemi di comportamento. Verso le 3 della scorsa notte il suo cuore ha smesso di battere.
Inutile l’intervento della polizia penitenziaria e del personale medico. A stabilire le cause della morte sarà l’autopsia, che la procura del capoluogo piemontese – dove è stato aperto un fascicolo – intende disporre lunedì. Ma fin da ora l’avvocato della donna, Manuel Perga, si dice “arrabbiato e perplesso”. “La prima impressione – spiega – è che il problema sia stato sottovalutato”.
Alla garante dei diritti dei detenuti a Torino, Monica Chiara Gallo, il caso non è mai stato segnalato: “avremmo attivato le nostre procedure per tentare qualcosa”. Il caso indigna la politica. I radicali, per bocca del presidente Igor Boni, parlano di “punta dell’iceberg di un sistema putrefatto”, mentre Riccardo Magi, segretario di Più Europa, parla di “vicenda allucinante” e annuncia un’interrogazione al ministro Nordio. “Questa – dice la senatrice Ilaria Cucchi – è una tragedia che non può essere tollerata in un Paese che si professa civile e democratico”.
Aveva 28 anni invece la detenuta che si è uccisa sempre alle Vallette. Era stata portata all’istituto di pena di Torino da Genova Pontedecimo. Il suo è il 43esimo suicidio del 2023 nelle carceri, 16esimo solo tra giugno e agosto. Sovraffollamento e, in estate il caldo, spiega Antigone rendono ancora più drammatica la situazione dei detenuti “non è un caso che, durante i mesi estivi, proprio il numero dei suicidi cresca”, osservano dalla associazione che ricorda come nelle carceri italiane siano detenute 10mila persone in più dei posti disponibili con un tasso di sovraffollamento del 121%.
Preoccupati i sindacati: il Sappe afferma che i due decessi in poche ore nel carcere di Torino “impongono al Ministro della Giustizia Carlo Nordio un netto cambio di passo sulle politiche penitenziarie del Paese”. “E’ necessario – afferma il segretario generale, Donato Capece – prevedere un nuovo modello custodiale. Le carceri sono in ebollizione da mesi”. Per Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, “a fronte di un’emergenza che appare insanabile non possiamo che ribadire l’estrema urgenza di provvedere a un commissariamento del sistema penitenziario italiano”
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
L’ITALIA, CHE HA IL 160% DI DEBITO, E VORREBBE CONCEDERSI IL LUSSO DI RIDURRE LE TASSE, HA SCOPERTO CHE LE MANCANO VENTI MILIARDI ED È APPENA USCITA DA UNA TRATTATIVA DI QUATTRO MESI CON L’EUROPA
L’estate 2023 verrà ricordata come il momento in cui un governo considerato imbattibile, in Parlamento e nel Paese, ha cominciato a svelare le proprie debolezze, un principio di logoramento.
L’infilata del maltempo, dei soccorsi mancati, e poi il braccio di ferro, finito com’è finito, con l’opposizione sul salario minimo, un tema che minaccia di attraversare tutta la prossima campagna per le europee del 2024, hanno segnato la svolta.
L’ultima è questa delle banche, non in grado di reggere un provvedimento frettoloso e raffazzonato come quello che è stato presentato in Consiglio dei ministri, forse senza immaginare – ed è grave – le conseguenze: una botta da nove miliardi di libera caduta della Borsa e una altrettanto, auguriamoci di meno, ondata di recupero a spese dei correntisti, cioè dei contribuenti italiani.
In Spagna, sullo stesso argomento, il governo Sanchez ha trattato per cinque mesi con gli istituti di credito. Qui c’è un governo che, come i suoi predecessori, non è più in grado di aumentare le tasse, né vuole, perché sempre come i suoi predecessori ha promesso di ridurle.
E per questo affida alle banche il compito di affiancare l’Agenzia delle Entrate ed esigere nuovi tributi. Che pensata! I turisti italiani che si sono lasciati andare ancora una volta a un’estate spensierata hanno trovato i prezzi delle loro vacanze straordinariamente aumentati.
Per questo hanno scelto l’Albania, da dove solo trent’anni anni fa arrivò tutt’insieme una nave con decine di migliaia di migranti clandestini. Si dirà che l’Italia è una meta, ormai, per turisti di lusso, anche se non è vero.
E del resto il bilancio di una stagione estiva che doveva servire ad aggiustare i conti della nostra economia si farà tra poco. Sarà quello il momento della verità.
Lo sarà, in qualche modo, anche per Meloni, che intanto sarà tornata dalle sue brevi ferie di governo per reimmergersi tra i dossier lasciati sul suo tavolo a Palazzo Chigi. I governi, tutti i governi, a settembre cominciano a mettere mano al Documento di programmazione economica (Def) da cui dipendono le leggi di stabilità e bilancio. È il budget che qualsiasi impresa deve mettere giù per sapere quanto dovrà pagare e quanto potrà spendere nel prossimo anno.
Un’impresa, l’Italia, che ha il 160 per cento di debito, e vorrebbe egualmente concedersi il lusso di ridurre le tasse, seppure a un primo calcolo ha scoperto che le mancano venti miliardi, che ha qualcosa di folle e insieme miracoloso.
Specie se la stessa impresa è appena uscita da una trattativa supplementare di quattro mesi con l’Europa, per ottenere la terza rata dei fondi del Pnrr, e ci ha rimesso un po’ più di mezzo miliardo di euro. La speranza, in questo caso, non basta. E ai miracoli, da tempo, gli italiani hanno smesso di credere.
(da La Stampa)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
IL 32% DEI CAMPIONI ANALIZZATI DA LEGAMBIENTE E’ OLTRE I LIMITI DI LEGGE
Maladepurazione, scarichi abusivi, inquinamento e crisi climatica restano la principale minaccia per mare e laghi italiani e per la biodiversità. Su 387 campioni prelevati nelle acque di mari e laghi della Penisola, il 32% (124 su 387) è oltre il limite di legge, così come lo è un’area ogni 78 chilometri di costa. Eppure, di tutto questo i bagnanti sanno poco o nulla: c’è scarsa informazione sulle zone dove vige il divieto di balneazione. Tra i punti più critici, foci dei fiumi, canali, corsi d’acqua che sfociano a mare o nei laghi. A oggi pesano sull’Italia quattro procedure di infrazione per la mancata conformità alla direttiva sulle Acque Reflue: l’ultima è ancora in fase di istruttoria, mentre le prime tre sono già sfociate in sentenza di condanna. La prima, in particolare, risale al 2004 ed è giunta fino alla sanzione pecuniaria. L’Italia ha già pagato oltre 142 milioni di euro. E poi c’è la crisi climatica con la temperatura delle acque superficiali che sale, le ondate di siccità, l’arrivo di specie aliene come il granchio blu e l’aumento degli eventi meteo estremi che colpiscono soprattutto i comuni costieri. Sono 712 quelli che si sono verificati dal 2010 a giugno 2023 in 240 aree costiere, provocando 186 vittime. Una situazione critica quella che emerge dal bilancio complessivo tracciato da Legambiente con Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2023, le due campagne itineranti che da giugno ad inizio agosto hanno fatto tappa in 18 regioni e 40 laghi della Penisola.
Le acque oltre i limiti di legge
Indagata, come di consueto, la concentrazione nelle acque di parametri di tipo microbiologico, quali Enterococchi intestinali ed Escherichia coli. Sono stati considerati come ‘inquinati’ i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia, come ‘fortemente inquinati’ quelli in cui almeno uno dei parametri supera per più del doppio il valore normativo. Per quanto riguarda le acque dei mari, su 262 punti campionati da Goletta Verde lungo la costa italiana, il 36% è oltre i limiti di legge: il 30% è stato giudicato ‘fortemente inquinato’ e il 6% ‘inquinato’. In particolare, il 49% dei prelievi è avvenuto alle foci e il 51% a mare. Solo nel 15% dei punti visitati dai volontari, però, è stato visto il cartello informativo sulla qualità delle acque, obbligatorio per legge da molti anni ormai. Nel 73% delle foci analizzate non era presente nessun cartello che indicasse la criticità del punto ed il conseguente divieto di balneazione. Per quanto riguarda i laghi, invece, su 125 punti analizzati in 40 laghi, il 23% dei campioni è risultato oltre i limiti di legge (29 su 125). Anche in questo caso i prelievi sono stati fatti nel 48% dei casi presso le foci di canali e corsi d’acqua sfocianti nelle acque lacustri, per il 52% nel lago. Il 33% dei prelievi presso canali e corsi d’acqua è risultata oltre i limiti di legge contro il 14% dei prelievi effettuati nel lago.
La cattiva depurazione e gli scarichi abusivi
“La maladepurazione resta un’emergenza cronica del nostro Paese e, oltre a minacciare mare, laghi e biodiversità, costerà centinaia di milioni di euro nei prossimi anni, a causa del pagamento di multe che l’Europa non ci condonerà” ricorda Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, secondo cui è fondamentale che “il Governo Meloni lavori a un piano nazionale per la depurazione, nominando al più presto il nuovo commissario”. La priorità è il completamento dei lavori della rete impiantisca. Ma anche le risorse dato che, come ha sottolineato la Commissione Ue, i 600 milioni di euro previsti come fondi specifici dal Pnrr non sono sufficienti. Sino ad oggi l’Italia ha incontrato una serie di difficoltà nell’adempiere i propri obblighi ai sensi della Direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane. Il tasso di conformità alla direttiva è pari al 56%, al di sotto della media Ue, che è del 76%. E gli scarichi di acque reflue urbane contribuiscono in modo significativo a una qualità dell’acqua non buona nel 45,8% dei corpi idrici superficiali (tra fiumi, laghi, transizione e costieri).
Dalla biodiversità all’eolico offshore
Nel frattempo, sono in stallo da anni decine di Parchi e di Aree marine protette come quella della Costa di Maratea, in Basilicata, o quelle della Costa del Monte Conero e della Costa del Piceno, nelle Marche. Ad oggi la copertura nazionale di superficie protetta, al netto delle sovrapposizioni tra aree naturali protette e siti natura 2000, è pari all’11,2% “ed è ancora insufficiente – spiega Legambiente – a proteggere adeguatamente la biodiversità che nel contesto euromediterraneo registra l’81% degli ecosistemi ancora a rischio”. L’obiettivo della Strategia dell’Ue sulla biodiversità propone il 30% di territorio e di mare protetto entro il 2030. Un altro focus è quello dell’eolico off-shore: 72 i progetti ancora in attesa di valutazione statale, presentati al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, per un totale di oltre 50 gigawatt e 150 richieste di connessioni a Terna. Principalmente riguardano le coste di Sicilia, Sardegna e Puglia, seguite da quelle di Lazio, Calabria, Emilia-Romagna e Molise. Alcuni di questi progetti sono stati presentati più di dieci anni fa, con tecnologie a volte diventate obsolete che richiederebbero delle varianti al progetto. Altri, invece, riguardano aree molto vicine fra loro, quindi non tutti i 50 GW potranno essere effettivamente approvati e realizzati.
(da Il Fatto Quotidiano)
argomento: Politica | Commenta »